ITMI20100861A1 - Dispositivo natatorio - Google Patents

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Description

DESCRIZIONE
DISPOSITIVO NATATORIO
La presente invenzione ha per oggetto un dispositivo natatorio del tipo precisato nel preambolo della prima rivendicazione.
Come à ̈ noto, attualmente i dispositivi natatori sono utilizzati nel nuoto pinnato e servono per raggiungere velocità di avanzamento sicuramente più elevate rispetto a quelle proprie del nuoto classico. Tali dispositivi natatori sono principalmente di due tipi: la bipinna e la monopinna.
La bipinna à ̈ costituita da due elementi distinti ciascuno dei quali à ̈ atto ad essere impegnato con uno dei piedi dell’utilizzatore. In dettaglio, ogni elemento à ̈ munito di una scarpetta, in cui viene disposto un piede dell’utilizzatore, e di una pinna che, grazie all’azione del piede, esercita la forza propulsiva che consente l’avanzamento dell’utilizzatore. In particolare, l’utilizzatore, grazie ad una piccola oscillazione delle gambe, movimenta alternativamente le pinne le quali, premendo sull’acqua, esercitano la suddetta forza.
La monopinna, al contrario della precedente, à ̈ composta di un’unica pinna in cui sono previste le suddette due scarpette. In questo caso, l’utilizzatore movimenta simultaneamente i piedi, tramite una flessione delle gambe, ottenendo la forza propulsiva.
In conclusione, le scarpette rimangono sostanzialmente le stesse tra i due modelli di dispositivo natatorio mentre la pinna si differenzia per forma e durezza: nei monopinna essa à ̈ più rigida e dà una spinta maggiore, mentre nella bipinna à ̈ più morbida e, pertanto, richiede uno sforzo minore ma dà una forza propulsiva inferiore alla monopinna.
La tecnica nota sopra citata presenta alcuni importanti inconvenienti.
Infatti, il movimento effettuato dalle gambe dell’utilizzatore, usando sia le monopinna sia le bipinna, non permette di sfruttare la totalità della forza esercitata dalle gambe dell’atleta sull’acqua e, quindi, la forza propulsiva risulta molto inferiore a quella spesa dall’utilizzatore.
Un altro problema à ̈ che i dispositivi natatori, quando indossati, hanno la pinna pressoché perpendicolare alla gamba costringendo pertanto l’utilizzatore in una posizione che limita la forza impressa al dispositivo. Infatti, per ottenere la massima efficienza possibile, la forza esercitata dai dispositivi natatori deve essere sostanzialmente parallela alla direzione di avanzamento e quindi l’utilizzatore à ̈ costretto a stendere il piede al fine di rendere la pinna la più possibile parallela alla suddetta direzione di avanzamento.
In conclusione i dispositivi natatori noti sono caratterizzati da una bassa efficienza e da una limitata forza propulsiva in proporzione alla forza propria dell’utilizzatore.
Inoltre le scarpette, dovendo garantire una perfetta aderenza del piede durante l’utilizzo di un dispositivo natatorio, si espandono elasticamente al momento dell’ingresso del piede, grazie ad una forza esercita dall’utilizzatore, per poi contrarsi su di esso comprimendolo.
Tale operazione risulta particolarmente difficile da realizzare in acqua e l’utilizzatore à ̈ pertanto costretto ad indossare i dispositivi natatori prima di entrare in acqua. In conclusione, l’utilizzatore cammina sulla terra ferma munito di dispositivo natatorio che rende particolarmente disagevole l’avanzamento.
Un importante problema à ̈ rappresentato dalla scarsa mobilità del piede rispetto al dispositivo natatorio che può essere all’origine di distorsioni o altri problemi muscolari.
Un altro problema à ̈ rappresentato dall’impossibilità di adeguare uno stesso dispositivo natatorio a persone avente caratteristiche fisiche diverse.
In questa situazione il compito tecnico alla base della presente invenzione à ̈ ideare un dispositivo natatorio in grado di ovviare sostanzialmente agli inconvenienti citati.
Nell'ambito di detto compito tecnico à ̈ un importante scopo dell’invenzione realizzare un dispositivo natatorio che sia in grado di sfruttare sostanzialmente la totalità della forza propria di un atleta.
Un fondamentale scopo dell’invenzione à ̈ realizzare un dispositivo natatorio che eviti distorsioni o altri problemi similari all’utilizzatore.
Un altro importante scopo à ̈ avere una maggiore efficienza.
Un ulteriore scopo dell’invenzione à ̈ che il dispositivo natatorio sia facilmente indossabile in acqua.
Un non secondario scopo à ̈ di ideare un dispositivo natatorio facilmente adeguabile a persone diverse.
Il compito tecnico e gli scopi specificati sono raggiunti da un dispositivo natatorio come rivendicato nella annessa Rivendicazione 1.
Esecuzioni preferite sono evidenziate nelle sottorivendicazioni.
Le caratteristiche ed i vantaggi del trovato sono di seguito chiariti dalla descrizione dettagliata di un’esecuzione preferita del trovato, con riferimento agli uniti disegni, nei quali:
la Fig. 1 mostra il dispositivo natatorio indossato da un utilizzatore;
la Fig. 2 illustra una porzione del dispositivo natatorio secondo l’invenzione; la Fig. 3a evidenzia due componenti del dispositivo natatorio;
la Fig. 3b presenta un esempio di posizionamento relativo tra due compo nenti di Fig.3a;
la Fig. 3c à ̈ un secondo esempio di posizionamento relativo tra due componenti di Fig.3a; e
la Fig. 4 schematizza il funzionamento del dispositivo natatorio secondo il trovato.
Con riferimento alle Figure citate, il dispositivo natatorio secondo l’invenzione à ̈ globalmente indicato con il numero 1.
Esso à ̈ atto ad essere utilizzato sia in piscina sia in acque aperte e ad essere facilmente indossato da un utilizzatore 10 quando si trova all’interno dell’acqua. Il dispositivo 1 à ̈ munito di due scarpette 2 ciascuna delle quali à ̈ atta ad accogliere un piede 11 dell’utilizzatore 10, e comprende una pinna 3 avente un piano prevalente di sviluppo 3a ed una struttura di collegamento 4 atta collegare fisicamente le scarpette 2 alla pinna 3, come illustrato in Fig.4.
Le scarpette 2 sono preferibilmente realizzate in elastomero o altro materiale similare che consenta al piede 11 di essere saldamente vincolato al dispositivo natatorio 1.
Le scarpette 2 ricalcano sostanzialmente il profilo esterno di almeno parte del piede 11. In particolare, esse hanno la porzione finale mancante, ossia ciascuna scarpetta 2 à ̈ atta ad avvolgere sostanzialmente la metà di un piede 11 che si estende dalla parte del calcagno, lasciando quindi le dita e parte del piede 11 direttamente a contatto con l’acqua.
Al fine di rendere più confortevole il suo uso, la scarpetta 2 può essere vantaggiosamente munita di un’apertura in prossimità del tallone del piede 11 e di strisce, preferibilmente elastiche e munite di velcro, vincolabili alla scarpetta stessa.
La pinna 3 à ̈ realizzata di un materiale che deve essere un compromesso tra la rigidezza, necessaria a scaricare la totalità della forza dell’utilizzatore 10 sull’acqua, e l’elasticità la quale consente alla pinna 3 di deformarsi al fine di scaricare in maniera ottimale e graduale la suddetta forza. Pertanto essa à ̈ realizzata in plastica, carbonio, o preferibilmente in materiale composito, ad esempio fibra di vetro, o fibra sintetica polimerica, come il kevlar.
Essa può prevedere appositi ispessimenti sostanzialmente paralleli al piano di sviluppo della pinna 3 ed atti a rendere sufficientemente rigida la pinna stessa permettendo di realizzarla con materiali di inferiori caratteristiche meccaniche e caratterizzati da un costo inferiore.
La struttura di collegamento 4 à ̈ atta a collegare le scarpette 2 alla pinna 3 ponendole su sostanzialmente due piani perpendicolari tra loro. In dettaglio la struttura 4 dispone la pinna 3 in modo tale che il piano prevalente di sviluppo 3a sia pressoché perpendicolare al piano coronale 12 del utilizzatore 10, ossia al piano che corre parallelo alla fronte e alle spalle e suddivide il corpo in due metà di massa sostanzialmente uguale.
La struttura di collegamento 4 consente all’utilizzatore 10 di movimentare, attraverso i piedi 11, la pinna 3 facendola oscillare intorno ad un asse sostanzialmente passante per il piano sagittale 13 dell’utilizzatore 10, ossia il piano che decorre sostanzialmente lungo la colonna vertebrale dell’utilizzatore dividendo il corpo in due parti, destra e sinistra.
In particolare, la struttura 4 à ̈ tale da permettere di far traslare la pinna 3 tramite un movimento di step (Fig. 4). Il movimento di step viene realizzato dall’utilizzatore 10 traslando i piedi 11 lungo una direzione sostanzialmente parallela al piano sagittale 13 ed al piano coronale 12.
Tale peculiare movimento consente di sfruttare la quasi totalità dei muscoli della gamba e, in particolare, il quadricipite il quale à ̈ caratterizzato dalla maggiore forza e che, a causa del movimento proprio delle pinne tradizionali, non era sfruttato. Inoltre, questo movimento fa sì che la pianta del piede 11 rimanga sempre a contatto con la superficie di appoggio, ossia la scarpetta 2, permettendo di scaricare completamente la forza dell’utilizzatore 10 sul dispositivo natatorio 1.
La struttura di collegamento 4 include due organi 5, ciascuno dei quali include almeno una lista 5a, atta a bloccare l’organo 5 alla pinna 3, ed un telaio 5b, costituito ad esempio da un profilato.
Ciascuna lista 5a à ̈ resa solidale ad un organo 5 tramite mezzi di collegamento inscindibili, come saldature, ed vincolata alla pinna 3 tramite mezzi di collegamento risolvibili, come ad esempio viti o bulloni. Le liste 5a proprie dei due organi 5 possono essere realizzate in un unico elemento.
Sul dispositivo natatorio 1 sono previsti attacchi 6 atti a permettere ad un utilizzatore di vincolare le scarpette 2 alla struttura di collegamento 4. In dettaglio, gli attacchi 6 sono in numero di due, uno per ciascun organo 5 e, vincolano le scarpette 2.
Preferibilmente gli attacchi 6 sono attacchi rapidi, ossia consentono di vincolare e sbloccare la scarpetta 2 tramite semplici e rapidi movimenti. Ciascuno di essi comprende preferibilmente una serie di fori 6a, realizzati lungo una direzione parallela al piano sagittale 13 sulla scarpetta o, in alternativa, sulla guida 2a, un’unità di fissaggio 6b, su cui à ̈ vincolata una scarpetta 2, ed un elemento di blocco 6c vincolato all’unità di fissaggio 6b ed atto ad inserirsi parzialmente in almeno uno dei suddetti fori 6a.
In particolare, l’unità di fissaggio 6b à ̈ una lamina e l’elemento di blocco 6c à ̈ costituito da un’appendice, opportunamente sagomata ed incernierata al telaio 5b, la quale viene fatta passare attraverso un’apposita cavità ricavata nell’unità 6b ed inserita in uno dei fori 6a impedendo alla scarpetta 2 moti paralleli al piano sagittale 13.
Inoltre, l’elemento di blocco 6c, inserendosi in uno dei fori 6a, permette di regolare la posizione della scarpetta 2 rispetto alla struttura di collegamento 4 adattandola alle dimensioni del piede 11 facendo sempre coincidere con l’unità 6b la porzione di piede 11 atta a scaricare la maggior parte della forza esercitata dall’utilizzatore 10 sul dispositivo natatorio 1.
L’unità di fissaggio 6b à ̈ sostanzialmente una piastra su cui à ̈ posizionata una scarpetta 2. In particolare, tale posizionamento à ̈ realizzato tramite una guida 2a di cui à ̈ vantaggiosamente munita ciascuna scarpetta 2 e permette alla scarpetta stessa di scorrere rispetto all’unità di fissaggio 6b lungo una direzione stanzialmente parallela al piano sagittale 13. La guida 2a comprende una seconda piastra provvista di due alette parallele laterali atte ad avvolgere parzialmente l’unità di fissaggio permettendo la traslazione della scarpetta 2.
Vantaggiosamente, al fine di rendere più confortevole l’utilizzo del dispositivo e di evitare distorsioni o altri traumi all’utilizzatore 10, il dispositivo natatorio 1 permette un moto relativo tra la scarpetta 2 ed il resto del dispositivo 1. Esso presenta pertanto un elemento elastico 7 il quale à ̈ posto in corrispondenza dalla suola della scarpetta 2 e che consente una rotazione relativa tra la scarpetta stessa e l’organo 5.
L’elemento elastico 7 à ̈ costituito da un corpo connesso, ad esempio tramite saldature, all’attacco 6 e alla struttura di collegamento 4 collegando uno dei due attacchi rapidi 6 al relativo organo 5 e, più precisamente, l’unità 6b al telaio 5b consentendo la suddetta rotazione.
Tale rotazione à ̈ ottenuta tramite una deformazione elastica dell’elemento elastico 7 che presenta una struttura sviluppantesi in un piano sostanzialmente parallelo al piano sagittale 13. In particolare, esso presenta una lamina centrale che, deformandosi elasticamente, realizza la suddetta rotazione con due facce laterali noleggiate all’unità 6b ed al telaio 5b, tramite ad esempio saldatura. L’elemento elastico 7 può inoltre vantaggiosamente assorbire anche urti ed ammortizzare rendendo graduali gli sforzi. Nell’esempio illustrato esso à ̈ una barra flessibile, ma può assumere qualunque opportuna struttura elastica.
L’elemento elastico 7 à ̈ vantaggiosamente realizzato in materiale metallico, ad esempio acciaio, o in poliammidi sintetiche, come ad esempio nylon.
Il funzionamento di un dispositivo natatorio migliorato, sopra descritto in senso strutturale, Ã ̈ il seguente.
L’utilizzatore indossa inizialmente le sole scarpette 2, mentre la pinna 3 e la struttura di collegamento 4 sono svincolate dalle scarpette 2. In particolare, l’utilizzatore 10 espande, tramite una deformazione elastica, una scarpetta 2, v’inserisce il piede 11 e la scarpetta si comprime vincolando una parte del piede 11 al suo interno.
Una volta che sono state indossate entrambe le scarpette 2, l’utilizzatore entra comodamente in acqua e, solo a questo punto, si munisce del resto del dispositivo natatorio 1, ossia unisce le scarpette 2 alla struttura di collegamento 4 grazie all’attacco 6.
L’utilizzatore 10 posiziona la scarpetta 2 in corrispondenza della rispettiva unità di fissaggio 6b. Quindi, grazie alla guida 2a, fa scorrere il piede 11 rispetto all’unità 6b e, una volta raggiunta la posizione ottimale, flette l’elemento di blocco 6d e lo inserisce in uno dei fori 6a bloccando la scarpetta 2 alla struttura di collegamento 4.
Una volta indossato l’intero dispositivo natatorio 1, l’utilizzatore 10 incomincia a nuotare. In dettaglio, l’utilizzatore 10 effettua il sopradescritto movimento di step, che, esercitando una forza sul dispositivo natatorio 1, determina una movimentazione della pinna 3e, quindi, consente all’utilizzatore 10 di avanzare. In particolare, durante il moto, la vantaggiosa presenza dell’elemento elastico 7 consente al piede 11 di oscillare rispetto alla struttura 4 garantendo un corretto posizionamento e, quindi, evitando distorsioni o altri problemi muscolari all’utilizzatore 10.
Inoltre, l’elemento elastico 7, quando l’utilizzatore 10 preme su uno dei due attacchi 6, si comprime elasticamente flettendosi permettendo di assorbire una parte di energia e di scaricarla in un secondo momento rendendo più fluida e agevole l’azione dell’utilizzatore 10.
Infine, una volta che l’utilizzatore 10 decide di togliersi il dispositivo natatorio 1, esso scioglie, grazie all’attacco 6, la scarpetta 2 dalla struttura di collegamento 4. In particolare, esso esercita una lieve forza sull’elemento di blocco 6c che, uscendo dal foro 6a, libera la scarpetta 2 che viene allontanata dall’unità di fissaggio 6b.
L’invenzione consente importanti vantaggi.
Infatti, il dispositivo natatorio 1 à ̈ in grado di sfruttare sostanzialmente la totalità della forza propria di un utilizzatore 10.
Questo vantaggio à ̈ dovuto al fatto che l’utilizzatore 10, a differenze di prima, effettua il movimento di step il quale rappresenta uno dei movimenti a più alta efficacia. Infatti, tale movimento consente di sfruttare la quasi totalità dei muscoli della gamba. In particolare, il movimento di step consente di sfruttare il quadricipite, ossia il maggiore muscolo di una gamba.
Tale vantaggio à ̈ inoltre reso possibile dalla disposizione del piano prevalente di sviluppo 3a della pinna 3 perpendicolarmente al piano coronale 12.
Un ulteriore vantaggio à ̈ rappresentato dall’elevata facilità con cui à ̈ possibile indossare il dispositivo natatorio 1. Infatti, à ̈ possibile indossare inizialmente le sole scarpette 2 e, solo in un secondo tempo, il resto del dispositivo 1.
Tale vantaggio à ̈ in gran parte dovuto all’’attacco 6 che, essendo di tipo rapido, permette di vincolare velocemente e solidalmente la scarpetta 2 all’unità di fissaggio 6b.
Inoltre tale attacco 6 comporta un altro vantaggio in quanto esso consente di regolare la posizione della scarpetta 2 rispetto all’unità di fissaggio 6b al fine di ottenere uno scarico ideale della forza sul dispositivo natatorio 1 indipendentemente dall’utilizzatore.
Un fondamentale vantaggio à ̈ rappresentato dall’elevato confort e dalla semplicità costruttiva che caratterizzano al dispositivo natatorio 1.
In particolare, tali aspetti sono in gran parte dovuti alla possibilità della scarpetta 2, grazie all’elemento elastico 7, di ruotare, oscillare o muoversi rispetto al resto del dispositivo natatorio 1.
L’elemento elastico 7, essendo disposto in prossimità della zona di vincolamento della scarpetta 2, consente al piede di 11 di muoversi liberamente rispetto al dispositivo natatorio 1 e, quindi, di non subire sforzi o distorsioni.
Inoltre, la particolare disposizione dell’elemento elastico 7 consente di ottenere una rotazione della scarpetta 2 senza complessi meccanismi che appesantirebbero il dispositivo natatorio 1 rendendo più difficile il suo utilizzo.
L’elemento elastico 7, grazie alla propria elasticità, à ̈ in grado di smorzare la forza del piede 11 scaricata sul rispettivo attacco. In particolare, l’elemento 7, essendo in grado di flettersi se soggetto a compressione, permette di rendere più fluida l’azione dell’utilizzatore.
Inoltre, se la pinna 2 à ̈ improvvisamente bloccata nel suo moto da un ostacolo, la forza applicata al dispositivo 1 non si scarica sull’acqua e, senza la flessione a compressione dell’elemento 7, si scaricherebbe sull’utilizzatore dando origine a traumi.
L’invenzione à ̈ suscettibile di varianti rientranti nell'ambito del concetto inventivo. In particolare, l’elemento elastico 7 può essere vantaggiosamente strutturato diversamente, ad esempio a molla.
Tutti i dettagli sono sostituibili da elementi equivalenti ed i materiali, le forme e le dimensioni possono essere qualsiasi.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo natatorio (1) migliorato comprendente almeno un attacco (6) atto a vincolare almeno una scarpetta (2) al dispositivo natatorio (1) una pinna (3) avente un piano prevalente di sviluppo (3a) ed atta ad essere movimentata da detta almeno una scarpetta (2) una struttura di collegamento (4) atta a collegare fisicamente detto almeno un attacco (6) a detta pinna (3) caratterizzato dal fatto di comprendere un elemento elastico (7) costituito da un corpo connesso a detto attacco (6) e a detta struttura di collegamento (4) e atto a deformarsi elasticamente permettendo un movimento di detta scarpetta (2) rispetto a detta struttura di collegamento (4).
  2. 2. Dispositivo natatorio (1) secondo la rivendicazione 1, in cui detto elemento elastico (7) ha una struttura sviluppantesi in un piano sostanzialmente parallelo al piano sagittale (13) di un utilizzatore (10).
  3. 3. Dispositivo natatorio (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detto almeno un attacco (6) à ̈ un attacco rapido.
  4. 4. Dispositivo natatorio (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui detto almeno un attacco (6) comprende una serie di fori (6a) realizzati su detta scarpetta (2) lungo una direzione parallela a detto piano sagittale (13) ed un elemento di blocco (6c) atto ad inserirsi parzialmente in uno di detti fori (6a) vincolando detta scarpetta (2) a detta struttura di collegamento (4).
  5. 5. Dispositivo natatorio (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui detto almeno un attacco (6) comprende un’unità di fissaggio (6b) ed in cui detta scarpetta (2) à ̈ munita di una guida (2a) atta a permettere a detta scarpetta (2) di posizionarsi rispetto a detta unità di fissaggio (6b) lungo una direzione sostanzialmente parallela a detto piano sagittale (13).
  6. 6. Dispositivo natatorio (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui detta guida (2a) Ã ̈ munita di detta serie di fori (6a).
  7. 7. Dispositivo natatorio (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta struttura di collegamento (4) à ̈ atta a porre detto piano prevalente di sviluppo (3a) sostanzialmente perpendicolare al piano coronale (12) di detto utilizzatore (10).
  8. 8. Dispositivo natatorio (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta struttura di collegamento (4) à ̈ atta a comandare detta pinna (3) tramite un movimento di step di detto utilizzatore (10).
  9. 9. Dispositivo natatorio (1) secondo una o più delle rivendicazioni 7-8, in cui detta struttura di collegamento (4) comprende due organi (5) su ciascuno dei quali à ̈ vincolata una di dette scarpette (2) tramite almeno un detto attacco (6) e ciascuno di detti organi (5) à ̈ vincolato a detta pinna (4).
  10. 10. Dispositivo natatorio (1) secondo la rivendicazione 9, in cui detto organo (5) include almeno una lista (5a) atta a bloccare detto organo (5) a detta pinna (3) ed un telaio (5b) atto a connettere detto almeno un attacco (6) a detta almeno una piastra (5a).
  11. 11. Dispositivo natatorio (1) secondo una o più delle rivendicazioni 9-10, in cui detta liste (5a) à ̈ vincolata a detta pinna (3) tramite mezzi di collegamento risolvibile.
  12. 12. Dispositivo natatorio (1) secondo una o più delle rivendicazioni 9-11, in cui dette liste (5a) di detti due organi (5) sono in un unico elemento.
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