ITMI20082238A1 - Stabilizzatore vertebrale modulare. - Google Patents

Description

"STABILIZZATORE VERTEBRALE MODULARE"

DESCRIZIONE

Il presente trovato riguarda uno stabilizzatore vertebrale modulare. Più particolarmente, il trovato riguarda uno stabilizzatore vertebrale modulare che à ̈ atto a collegare l'un l'altra almeno due vertebre adiacenti usando almeno due elementi di connessione che permettono un certo movimento limitato alle vertebre.

Come à ̈ noto, molte patologie riguardanti la funzionalità della colonna spinale vengono curate tramite immobilizzazione totale o parziale, in particolare con una tecnica cosiddetta "artrodesi intervertebrale", mediante l'ausilio di mezzi di connessione e/o con l'aggiunta di porzioni di tessuto osseo, che eseguono l'unione tra tali vertebre adiacenti .

Sono noti nella tecnica dispositivi di stabilizzazione vertebrale sia di tipo statico che di tipo dinamico, i quali hanno una vite adatta ad essere connessa ad una vertebra, ed elementi rigidi o elementi aventi mobilità limitata, che hanno due estremità solidali con le due viti collegate a due vertebre adiacenti.

In particolare, un dispositivo di stabilizzazione dinamico, ossia in grado di permettere movimento relativo tra le vertebre, à ̈ descritto in EP 0 669 109. Tale stabilizzatore vertebrale comprende un corpo spaziatore, che à ̈ resistente alla compressione ed à ̈ atto a trasferire forze tra due viti impiantate nelle rispettive vertebre, ed un cordone di tensionamento che à ̈ collegato tra le due viti sopra descritte e che passi in una cavità longitudinale interna ottenuta del corpo di spaziatura .

Tuttavia, tale stabilizzatore ha un inconveniente dovuto al fatto di essere direttamente assemblato localmente sulla colonna spinale dopo avere inserito le viti nelle vertebre, con chirurgia aperta in uno spazio vicino alla vertebra. Quindi, l'operazione chirurgica che consente l'impiego di tale struttura di stabilizzazione à ̈ altamente invasiva, poiché si deve creare uno spazio sufficiente vicino alla vertebra per eseguire le varie fasi di assemblaggio, con difficoltà notevole per il chirurgo, il quale deve disporre ed assemblare ogni singolo elemento direttamente sulla vertebra.

Inoltre, lo stabilizzatore sopra descritto non permette una connessione trasversale tra viti montate su differenti vertebre per trasmettere forze in direzione diagonale rispetto all'asse della colonna spinale.

Inoltre, il cordone di tensionamento deve essere infilato nel corpo di spaziatura e ciò richiede uno sforzo di abilità più elevato per il chirurgo .

Inoltre, può accadere che il chirurgo abbia bisogno di uno stabilizzatore che preveda sia porzioni statiche che porzioni dinamiche, ossia debba creare uno stabilizzatore ibrido, in cui le porzioni possono essere scelte dal chirurgo secondo le caratteristiche della patologia.

Gli stabilizzatori di tipo noto non consentono di creare uno stabilizzatore di tipo ibrido totalmente modulare, ossia capace di adattarsi a tutte le configurazioni che la patologia del paziente può richiedere e che il chirurgo decide, ad esempio rigido -dinamico- rigido, oppure dinamico -rigido -dinamico .

La domanda di brevetto PCT/IB2006/003342 , a nome del medesimo richiedente della presente domanda, descrive uno stabilizzatore vertebrale di tipo dinamico modulare, che à ̈ atto ad essere assemblato separatamente dalla colonna spinale e poi montato sulla colonna spinale in pochi secondi .

Tuttavia, il dispositivo stabilizzatore di tipo noto non à ̈ in grado di adattarsi a variazioni di angolazione con cui possono venire montate le viti peduncolari entro le vertebre, e pertanto, se il posizionamento delle suddette viti penduncolari non risulta essere effettuato, in due vertebre adiacenti, con la medesima angolazione, il chirurgo incontra difficoltà nel montare il dispositivo stabilizzatore che viene inserito sulla testa delle viti peduncolari .

Compito precipuo del presente trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo stabilizzatore della colonna spinale, che permetta la connessione trasversale tra vertebre adiacenti, ammettendo angolazioni diverse tra viti peduncolari inserite in vertebre adiacenti.

Nell'ambito di questo compito, uno scopo del presente trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo stabilizzatore che permetta di essere assemblato separatamente dalla colonna spinale, e poi montato sulla colonna spinale stessa, con ridotta invasivi tà per il paziente.

Un altro scopo del presente trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo stabilizzatore per colonna spinale, che sia modulare, permettendo quindi di realizzare un dispositivo stabilizzatore ibrido, ossia statico ad un'estremità e dinamico all'estremità opposta.

Non ultimo scopo del presente trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo stabilizzatore che sia di elevata affidabilità, di relativamente semplice realizzazione ed a costi competitivi.

Questo compito, nonché questi ed altri scopi che meglio appariranno in seguito, sono raggiunti da un dispositivo stabilizzatore della colonna spinale, comprendente un primo ed un secondo corpo discoidale atti ad essere tra loro connessi da un elemento astiforme, detto primo e secondo corpo discoidale essendo atti ad essere inseriti su una prima ed una seconda vite peduncolare, atte ad essere a loro volta inserite in due vertebre fra loro adiacenti, detto primo e secondo corpo discoidale essendo fissabili su dette viti peduncolari, caratterizzato dal fatto che detto primo e secondo corpo discoidale alloggiano mezzi a cuscinetto atti a ruotare entro detto primo e secondo corpo discoidale, e ad essere inseriti su dette viti peduncolari, per consentire l'inserimento di detto primo e secondo corpo discoidale su dette viti peduncolari.

Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di forme di realizzazione preferite, ma non esclusive, del dispositivo secondo il presente trovato, illustrate a titolo indicativo e non limitativo negli uniti disegni, in cui:

la figura 1 illustra in vista prospettica in esploso un dispositivo stabilizzatore secondo il presente trovato ;

la figura 2 illustra in vista prospettica una seconda forma di realizzazione del dispositivo stabilizzatore secondo il presente trovato; e

la figura 3 illustra in vista prospettica il dispositivo stabilizzatore della figura 1 in condizione assemblata.

Con riferimento alle sopra citate figure, il dispositivo stabilizzatore secondo il presente trovato, globalmente indicato con il numero di riferimento 1, comprende primi e secondi mezzi di impegno di una prima vite peduncolare 2 e una seconda vite peduncolare 3 atte ad essere inserite in due vertebre adiacenti che devono essere tra loro connesse per una reciproca stabilizzazione.

Le viti peduncolari sono opportunamente senza testa e cannulate in modo da poter essere avvitate nelle vertebre.

I primi mezzi di impegno, indicati con il numero di riferimento 4, e i secondi mezzi di impegno, indicati con il numero di riferimento 5, sono atti ad essere inseriti, dall'alto, su una porzione filettata 6 e 7 rispettivamente nella prima vite peduncolare 2 e nella seconda vita peduncolare 3.

I primi e i secondi mezzi di impegno 4 e 5 sono fra loro connessi da un elemento astiforme 8, del tipo a barra, che può essere o realizzato in materiale rigido quale ad esempio titanio, o realizzato in materiale più morbido, in modo da conferire a tale elemento astiforme flessibilità, quale ad esempio poliuretano.

Opportunamente, mezzi di bloccaggio 9 sono previsti, ad esempio realizzati da dadi, per il bloccaggio di mezzi di impegno 4 e 5 sulle porzioni filettate 6 e 7 della prima e seconda vite peduncolare precedentemente descritte.

Opportunamente, i mezzi di impegno 4 e 5, comprendono un corpo sostanzialmente circolare 10 provvisto di almeno una porzione sporgente 11 atta a definire una sede 12 per l'impegno dell'elemento astiforme 8. La sede 12 definita nella porzione sporgente 11 Ã ̈ opportunamente sagomata in modo da risultare complementare alla sagomatura dell'elemento astiforme 8.

Opportunamente, la porzione sporgente 11 del corpo circolare 10 à ̈ provvista di almeno un foro 13 che consente o l'inserimento di una corda di serraggio, come verrà definito in seguito, o di un grano di bloccaggio, come pure verrà descritto in seguito .

Opportunamente, la porzione sporgente 11 può essere provvista di un secondo foro disposto sulla sua faccia superiore, ossia la faccia destinata ad essere disposta parallela alla colonna vertebrale, e atto ad accogliere un grano di fissaggio che può permettere ulteriore fissaggio della corda che verrà descritta nel seguito.

L'elemento circolare o discoidale 10 può essere provvisto di una coppia di porzioni sporgenti 11, diametralmente opposte, come illustrato nella figura 2, in modo tale da creare un elemento atto a consentire la connessione di due elementi astiformi, da un lato e dall'altro, così da accoppiare tra loro tre viti peduncolari inserite in tre vertebre adiacenti.

Nella figura 2, la terza vite peduncolare, in aggiunta alla prima e seconda vite peduncolare 2 e 3, Ã ̈ indicata dal numero di riferimento 15. Tali viti peduncolari, pur avendo numeri di riferimento differenti che le identificano, sono tra loro identiche .

Nella figura 2 Ã ̈ illustrata anche la presenza della corda sopra citata, indicata dal numero di riferimento 16 e ad esempio realizzata in metilmetacr ilato , la quale si inserisce nei fori 13 degli elementi circolari o discoidali 13 e si sviluppa a circuito chiuso attorno all'elemento astiforme 8, realizzato in questo caso da materiale elastico.

Opportunamente, i due capi della corda 16, atti ad essere fra loro accoppiati in modo tale da realizzare una corda a sviluppo chiuso attorno all'elemento astiforme 8, sono provvisti di rispettivi mezzi di tensionamento 17 atti a consentire un tensionamento della corda 16.

Opportunamente, i mezzi di tensionamento 17 possono essere realizzati per esempio con un'estremità della corda che à ̈ provvista di dentatura e l'estremità opposta che à ̈ provvista di una sede di accoglimento, a guisa di fascetta stringi tubo.

In tal modo, il chirurgo può effettuare, separatamente dalla colonna vertebrale, un serraggio della corda 16 attorno all'elemento astiforme 8, e poi, una volta assemblato il dispositivo stabilizzatore, tale dispositivo può essere inserito sulle viti peduncolari già alloggiate nei fori predisposti entro le vertebre da accoppiare in modo stabilizzato.

Opportunamente, il corpo circolare o discoidale 10 à ̈ internamente dotato di un'apertura circolare entro la quale sono alloggiati mezzi a cuscinetto 20, atti a ruotare entro il corpo circolare o discoidale 10, così da permettere il posizionamento dei mezzi di impegno 4 secondo angolazioni differenti tra una vite e la vite ad essa adiacente, consentendo quindi anche un leggero errore di posizionamento delle viti peduncolari inserite entro le vertebre che devono essere fra loro accoppiate.

Opportunamente, il cuscinetto 20 Ã ̈ provvisto di un foro centrale 21 atto a consentire l'inserimento della porzione filettata 6 della vite peduncolare 2 o della porzione filettata 7 della vite peduncolare 3.

Opportunamente, l'elemento astiforme 8 Ã ̈ di sezione circolare con una coppia di smanchi laterali 22 e 23 atti ad accogliere la corda 16 quando essa viene serrata attorno all'elemento astiforme 8,

La figura 2 illustra grani filettati 24 che vengono inseriti nelle porzioni sporgenti 11 dei corpi discoidali 10 in modo da serrare l'elemento astiforme 8.

La figura 2 illustra la realizzazione di un dispositivo stabilizzatore ibrido, ossia in parte dinamico e in parte statico, ottenuto accoppiando tre viti peduncolari tra loro con un primo elemento astiforme 8 di tipo rigido ed un secondo elemento astiforme 8 di tipo elastico, a cui viene abbinata la corda 16 serrata attorno all'elemento astiforme 8.

L'elemento a cuscinetto 20 alloggiato entro il foro definito nel corpo discoidale 10 à ̈ atto a ruotare entro tale foro, in modo da comportarsi come una sorta di sferetta che può ruotare in tutte le direzioni entro il corpo del foro discoidale 10.

Si à ̈ in pratica constatato come il dispositivo stabilizzatore secondo il presente trovato assolva pienamente il compito nonché gli scopi prefissati, in quanto permette di essere assemblato fuori dalla colonna vertebrale, consente di adattarsi ad angolazioni differenti di impianto delle viti peduncolari entro le vertebre, e permette di realizzare strutture ibride con porzioni rigide e porzioni elastiche.

Inoltre, questo sistema modulare consente di cambiare, ogni qual volta si renda necessario, solo i corpi discoidali e la barra con asta o barra differente, lasciando le viti inserite nei peduncoli, con grande vantaggio per il paziente e per il chirurgo.

Il dispositivo stabilizzatore così concepito à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti .

In pratica, i materiali impiegati, nonché le dimensioni e le forme contingenti potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica .

Claims (12)

1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo stabilizzatore della colonna spinale, comprendente un primo ed un secondo corpo discoidale atti ad essere tra loro connessi da un elemento astiforme, detto primo e secondo corpo discoidale essendo atti ad essere inseriti su una prima ed una seconda vite peduncolare, atte ad essere a loro volta inserite in due vertebre fra loro adiacenti, detto primo e secondo corpo discoidale essendo fissabili su dette viti peduncolari, caratterizzato dal fatto che detto primo e secondo corpo discoidale alloggiano mezzi a cuscinetto atti a ruotare entro detto primo e secondo corpo discoidale, e ad essere inseriti su dette viti peduncolari, per consentire 1 'inserimento di detto primo e secondo corpo discoidale su dette viti peduncolari.
2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto primo e secondo corpo discoidale sono fra loro collegati mediante un elemento astiforme rigido.
3. 3. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto primo e secondo elemento discoidale sono fra loro collegati mediante un elemento astiforme flessibile.
4. 4. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto primo e secondo corpo discoidale sono dotati di almeno una porzione sporgente atta ad accogliere detto elemento astiforme.
5. 5. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che dette viti peduncolari sono viti senza testa .
6. 6. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che almeno uno di detto primo e secondo elemento discoidale à ̈ dotato di una seconda porzione sporgente disposta diametralmente opposta alla prima porzione sporgente ed atta ad accogliere un ulteriore elemento astiforme.
7. 7. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto primo e secondo elemento discoidale sono tra loro accoppiati da detto elemento astiforme e da una corda atta ad essere serrata attorno a detto elemento astiforme passante entro le rispettive porzioni sporgenti di detto primo e secondo elemento discoidale,
8. 8. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento astiforme flessibile à ̈ provvisto di due smanchi laterali, contrapposti, atti ad accogliere detta corda atta ad essere serrata attorno a detto elemento astiforme.
9. 9. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta corda à ̈ provvista ad un'estremità di una pluralità di denti per il serraggio entro mezzi di accoglimento previsti in corrispondenza dell'estremità opposta, detti mezzi di accoglimento essendo atti a consentire il serraggio entro di essi di detta estremità dotata di denti, cosi da serrare detta corda attorno a detto elemento astiforme.
10. 10. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che dette porzioni sporgenti di detto primo e secondo elemento discoidale sono provviste di almeno un foro atto a consentire o il passaggio di detta corda o l'inserimento di un grano filettato atto a consentire il bloccaggio di detto elemento astiforme entro dette porzioni sporgenti.
11. 11. Elemento di fissaggio ad una vite peduncolare, comprendente un corpo discoidale atto ad essere inserito sulla testa di detta vite peduncolare, caratterizzato dal fatto che detto corpo discoidale alloggia mezzi a cuscinetto atti a ruotare entro detto corpo in tutte le direzioni, per consentire l'inserimento di corpo su detta vite peduncolare.
12. 12. Elemento di fissaggio secondo la rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che detto corpo à ̈ dotato di almeno una porzione sporgente dotata di una sede di accoglimento di un elemento astiforme atto a consentire il collegamento con un ulteriore corpo di fissaggio.