ITPI20120022A1 - Dispositivo distanziatore intervertebrale - Google Patents

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ITPI20120022A1
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Description

Descrizione dell’invenzione industriale dal titolo “DISPOSITIVO DISTANZIATORE INTERVERTEBRALEâ€
DESCRIZIONE
Ambito dell’invenzione
La presente invenzione riguarda un dispositivo distanziatore intervertebrale, impiantabile in un interspazio compreso tra due porzioni corrispondenti dell’arco vertebrale di due vertebre contigue.
In particolare, il dispositivo à ̈ adatto a trattare stenosi foraminali, black disk, sindromi recidive a seguito di operazioni prive di successo, ernie discali, nonché i primi gradi delle listosi.
Brevi cenni alla tecnica nota
Rispetto ai dispositivi ed alle tecniche che prevedono la fusione dei corpi vertebrali, sono noti dispositivi distanziatori interspinosi o interlaminari destinati all’impianto tra i processi spinosi o tra le lamine di archi vertebrali di vertebre contigue, riducono meno drasticamente la mobilità del rachide, specialmente in flessione, e sono impiantabili con interventi più semplici e, in molti casi, minimamente invasivi.
A fronte di tali vantaggi, i dispositivi di tecnica nota hanno tuttavia vari inconvenienti. La maggior parte dei dispositivi si caratterizza per un’eccessiva rigidezza o per un’eccessiva deformabilità. È il caso, nell’ordine, dei dispositivi noti da WO9829047 e EP1056408. Nel primo caso si ha scarso confort, una limitata capacità di ridurre il dolore e rischio di frattura delle spinose e di cifotizzazione, mentre nel secondo caso il dispositivo ha una scarsa tenuta sotto carico e tende a deteriorarsi in breve tempo.
Un compromesso accettabile tra tenuta sotto carico ed elasticità à ̈ stato raggiunto dal dispositivo descritto in WO2007/034516, che presenta una porzione centrale deformabile associata a due porzioni di appoggio rigide per le apofisi spinose. I suddetti dispositivi sono tuttavia disponibili in una pluralità di misure predefinite, che identificano la distanza tra gli appoggi per le apofisi spinose. L’impianto di tali dispositivi presuppone quindi una scelta della misura più idonea per il paziente da trattare. Ciò presuppone a sua volta di misurare preliminarmente le dimensioni della sede di impianto, mediante un calibro o phantom. Tale misura, a causa delle difficoltà pratiche di esecuzione, à ̈ tuttavia affetta da imprecisioni e può condurre ad una scelta inappropriata della misura del dispositivo, con disagio del paziente e perdita economica per la struttura curante. In ogni caso, avendo a disposizione delle misure fisse, non à ̈ possibile assegnare una distrazione o una forza distraente adatta alle esigenze di ogni singolo paziente. Questo tipo di inconveniente si ha tanto nei dispositivi interspinosi, come quelli citati, quanto nei distanziatori interlaminari.
Un’altra limitazione di alcuni dispositivi di tecnica nota sta nella scarsa stabilità dell’impianto, in altre parole i dispositivi tendono a spostarsi rispetto alla loro sede per effetto dei movimenti del rachide. Per questo motivo, tali dispositivi prevedono mezzi di stabilizzazione supplementari, cioà ̈ distinti dalle superfici di appoggio con le spinose o con le lamine. Ad esempio, il dispositivo interspinoso di cui in WO2007/034516 ha degli accessori per l’ancoraggio con i processi trasversi, mentre il distanziatore interlaminare di cui in WO/2005/044118 prevede l’uso di legamenti sintetici.
Sempre con particolare riferimento al dispositivo noto da WO/2005/044118, uno svantaggio dei distanziatori interlaminari di tecnica nota à ̈ che essi richiedono un impianto in profondità tra gli archi vertebrali contigui, in corrispondenza delle lamine; l’impianto risulta complicato da problemi di accessibilità della sede, e della sua vicinanza al canale spinale.
Un’ulteriore limitazione dei dispositivi di tecnica nota à ̈ la loro scarsa adattabilità alla conformazione del rachide in soggetti scoliotici.
Sintesi dell’invenzione
È quindi scopo della presente invenzione fornire un dispositivo distanziatore per due vertebre contigue che eviti la scelta tra misure diverse in funzione delle dimensioni della sede di impianto.
È inoltre scopo della presente invenzione fornire un dispositivo distanziatore per due vertebre contigue che sia adatto per sedi di impianto aventi dimensioni intermedie rispetto alle dimensioni standard dei dispositivi di tecnica nota.
È altresì scopo della presente invenzione fornire un dispositivo distanziatore per due vertebre contigue che sia impiantabile senza richiedere una misura mediante calibro delle dimensioni della sede di impianto.
È un altro scopo della presente invenzione fornire un dispositivo distanziatore per due vertebre contigue che limiti i rischi di cifotizzazione del tratto di rachide prossimo alla sede di impianto.
È del pari scopo della presente invenzione fornire un dispositivo distanziatore per due vertebre contigue che si impegni stabilmente con porzioni corrispondenti di arco vertebrale di vertebre contigue, senza richiedere l’ausilio di mezzi di stabilizzazione distinti dalle superfici di contatto con i processi su cui viene applicata la forza distraente, come legamenti sintetici o simili.
È un ulteriore scopo della presente invenzione fornire un dispositivo distanziatore per due vertebre contigue che offra proprietà bilanciate di tenuta sotto carico e di elasticità, realizzando un buon compromesso tra durata e confort del paziente.
È poi uno scopo della presente invenzione fornire un siffatto dispositivo che sia impiantabile mediante un accesso meno invasivo di quello richiesto dai dispositivi di tecnica nota.
È inoltre uno scopo della presente invenzione fornire un siffatto dispositivo che sia impiantabile sia mediante un accesso verticale sia mediante un accesso laterale rispetto alla sede di impianto.
È anche uno scopo dell’invenzione fornire un dispositivo distanziatore per due vertebre contigue dotato di appoggio laminare, che non richieda un impianto in profondità, in corrispondenza delle lamine.
È inoltre uno scopo dell’invenzione fornire un dispositivo distanziatore per due vertebre contigue che si adatti alle caratteristiche morfologiche e cinematiche del rachide di soggetti scoliotici.
Questi ed altri scopi sono raggiunti da dispositivo distanziatore per due vertebre contigue di un paziente, tale dispositivo essendo atto ad essere inserito in un interspazio compreso tra due processi spinosi di rispettive vertebre contigue; il dispositivo distanziatore comprende:
 una porzione distanziatrice allungata che si estende lungo un asse longitudinale;
 due porzioni di estremità comprendenti rispettive superfici di appoggio atte a supportare ciascuno dei due processi spinosi,
tale porzione distanziatrice essendo interposta tra le porzioni di estremità, in modo che le superfici di appoggio siano ad una distanza corrispondente ad una lunghezza della porzione distanziatrice.
Secondo un aspetto dell’invenzione, il dispositivo distanziatore comprende mezzi per variare la lunghezza tra un valore minimo ed un valore massimo, in modo da realizzare tra le superfici di appoggio una distanza anatomica desiderata.
In tal modo, il dispositivo secondo l’invenzione può essere prodotto in una misura unica, adatta per qualsiasi dimensione dell’interspazio o sede di impianto, indipendentemente dalle caratteristiche morfologiche del rachide da caratteristiche del paziente come taglia ed età, nonché dalla localizzazione dell’impianto. Ciò consente una notevole semplificazione dei cicli produttivi ed agevola l’approvvigionamento da parte degli utilizzatori.
Con il dispositivo secondo l†̃invenzione à ̈ inoltre possibile raggiungere misure intermedie rispetto a quelle standard rese disponibili nei dispositivi di tecnica nota, realizzando soluzioni adeguate per qualsiasi spazio compreso tra le apofisi spinose di due vertebre contigue.
La manovra dei mezzi per variare la lunghezza della porzione distanziatrice può essere effettuata in vivo, ossia dopo l’inserimento del dispositivo tra le apofisi spinose. Ciò permette una regolazione ottimale della distanza degli appoggi, ed evita di dover preliminarmente misurare, con un calibro, la sede in cui à ̈ previsto l’impianto del dispositivo. L’affidabilità di tali misure à ̈ limitata, e porta spesso a stime in eccesso o in difetto della dimensione del dispositivo da utilizzare, che deve in tal caso essere sostituito con uno più adatto, con considerevoli perdite economiche.
Con il dispositivo secondo l’invenzione à ̈ possibile regolare anche a forza che si esercita tra le vertebre contigue. In tal modo viene assicurata la mobilità locale del rachide senza perdere la presa dei supporti sulle apofisi. Ciò evita la necessità di mezzi di stabilizzazione supplementari, distinti dagli appoggi con le apofisi spinose, con notevole semplificazione dell’impianto, che può per questo avvenire attraverso accessi particolarmente poco invasivi.
Un ulteriore vantaggio dell’invenzione sta nel fatto di non dover ricorrere a misurazioni mediante calibro, il ché rende l’operazione molto meno invasiva rispetto alla tecnica nota, consentendo sia accesso laterale che posteriore, in questo caso, previo scostamento del legamento sopraspinoso.
Preferibilmente, il valore minimo e il valore massimo della lunghezza sono scelti in modo che la distanza à ̈ compresa tra 6 e 16 millimetri, in particolare tra 8 e 14 millimetri.
Preferibilmente, le porzioni di estremità e la porzione distanziatrice hanno una superficie esterna in titanio o in una lega di titanio, o in un materiale polimerico a base di PEEK.
In particolare, i mezzi per variare la lunghezza della porzione distanziatrice comprendono mezzi filettati aventi una parte girevole con una porzione superficiale che può essere impegnata esternamente da un utensile, in modo che impegnando la porzione superficiale la parte girevole può essere ruotata con l’utensile e la lunghezza della porzione distanziatrice può essere variata.
Preferibilmente, la porzione distanziatrice comprende:  due corpi cilindrici disposti allineati lungo un asse longitudinale, i corpi cilindrici impegnandosi rispettivamente con le porzioni di estremità;
 una parte girevole impegnabile con i corpi cilindrici, e i mezzi per variare la lunghezza comprendono una porzione superficiale della parte girevole manovrabile con un utensile, in particolare i due corpi cilindrici presentano rispettive filettature esterne aventi verso reciprocamente contrapposto, e la parte girevole à ̈ un dado avente una superficie esterna manovrabile con un utensile a chiave, i corpi cilindrici avendo un impegno filettato con il dado.
Il dado può essere manovrato mediante una chiave dinamometrica, in modo da imporre tra le apofisi spinose una sollecitazione idonea all’espletamento della funzione del dispositivo.
Una o entrambe le porzioni di estremità possono avere un accoppiamento fisso con la porzione distanziatrice, in particolare ciascuna delle porzioni di estremità può formare un pezzo unico assieme a uno dei corpi cilindrici filettati.
Secondo un ulteriore aspetto dell’invenzione, almeno una delle porzioni di estremità si articola con la porzione distanziatrice. In tal modo il dispositivo può adeguarsi ai movimenti del rachide mantenendo la presa con le apofisi spinose.
In particolare, la porzione articolata articola con la porzione distanziatrice attraverso un giunto sferico.
In alternativa, tale porzione di estremità si articola con la porzione distanziatrice mediante un giunto girevole attorno ad un asse di rotazione trasversale rispetto all’asse longitudinale del dispositivo distanziatore.
In alternativa, tale porzione di estremità si articola con la porzione distanziatrice mediante un giunto scorrevole lungo l’asse longitudinale del dispositivo distanziatore.
Inoltre, tale porzione di estremità può articolarsi con la porzione distanziatrice mediante un giunto dato dalla combinazione dei giunti sopra indicati, o avente una possibilità di movimento data dalle possibilità di movimento dei giunti sopra indicati.
Preferibilmente, tra le porzioni di estremità articolata e la porzione distanziatrice, à ̈ disposto un elemento cedevole elasticamente, in modo da permettere una risposta elastica ad una sollecitazione di compressione o di flessione esercitata da un processo spinoso sulle appoggio porzioni di estremità del dispositivo distanziatore, la risposta elastica comprendendo un’azione di smorzamento appoggi tra le superfici di appoggio.
Vantaggiosamente, ambedue le porzioni di estremità si articolano con la porzione distanziatrice attraverso rispettivi giunti girevoli attorno a rispettivi assi trasversali rispetto all’asse longitudinale, gli assi di rotazione essendo reciprocamente disposti ad un angolo predeterminato, in particolare un angolo compreso tra 75° e 105°, preferibilmente intorno a 90°. Il dispositivo secondo l’invenzione consente quindi una regolabilità delle due direzioni principali di moto, in funzioni delle caratteristiche morfologiche locali del rachide; in particolare, permette di tenere conto di altre deviazioni permanenti rispetto al rachide normale, come scoliosi e iperlordosi.
Secondo un ulteriore aspetto dell’invenzione, una delle porzioni di estremità comprende una coppia di elementi di supporto per rispettive lamine, gli elementi di supporto fornendo rispettivi punti di appoggio per rispettive lamine di una delle vertebre contigue, in particolare della vertebra superiore.
Il dispositivo distanziatore può quindi fungere come un distanziatore interlaminare oltre che come distanziatore interspinoso. L’utilizzo del distanziatore in posizione interlaminare permette di localizzare le forze di reazione, ricevute dalle due vertebre, in prossimità del centro di istantanea rotazione relativa tra le due vertebre contigue, limitando i rischi di cifotizzazione. Il dispositivo secondo l’invenzione fornisce inoltre un supporto interlaminare, senza richiedere un impianto in profondità tra le spinose, fino a raggiungere con la protesi la sede interlaminare, con notevole semplificazione dell’intervento.
Secondo un altro aspetto ancora dell’invenzione, almeno una delle porzioni di estremità comprende almeno due estensioni, le due estensioni essendo disposte in uso simmetriche rispetto ad un piano sagittale del paziente, le due estensioni essendo cooperativamente impegnabili con uno dei processi spinosi, in modo da definire lateralmente in uso detto processo spinoso,
in cui, in particolare, almeno una delle due estensioni à ̈ disposta girevole attorno ad un asse solidale alla porzione distanziatrice,in cui, in particolare le almeno due estensioni sono scelte tra:
 un’estensione girevolmente connessa a detta porzione distanziatrice;
 una molla una connessione elastica girevole con detta porzione distanziatrice
 una combinazione di quanto sopra.
Vantaggiosamente, sono previsti mezzi per bloccare la porzione distanziatrice ad una lunghezza corrispondente alla distanza anatomica, i mezzi per bloccare essendo forniti, in particolare, dai filetti della filettatura esterna cedevoli plasticamente per compressione.
Breve descrizione dei disegni
L’invenzione verrà di seguito illustrata con la descrizione di sue forme realizzativa, fatta a titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni annessi, in cui :
– le figure 1, 2 e 3 sono viste in assonometria, in sezione ed esplosa di un dispositivo secondo una prima forma realizzativa dell’invenzione, in cui le due porzioni di estremità hanno un accoppiamento fisso con la porzione distanziatrice;
– le figure 4, 5 e 6 sono viste esplosa, in assonometria ed in sezione di un dispositivo secondo un’altra forma realizzativa dell’invenzione, in cui le due porzioni di estremità hanno elementi di supporto per le lamine;
– le figure 7, 8 e 9 sono viste in assonometria, in sezione ed esplosa di un dispositivo secondo una prima forma realizzativa dell’invenzione, in cui le due porzioni di estremità sono articolate con la porzione distanziatrice;
– la figura 10 à ̈ una vista assonometrica di una porzione di estremità del dispositivo delle figure 7, 8 e 9;
– la figura 11 à ̈ una vista assonometrica di un corpo cilindrico della porzione distanziatrice del dispositivo delle figure 7, 8 e 9;
– le figure 12 e 13 sono viste in sezione ed esplosa, di un dispositivo secondo una ulteriore forma realizzativa dell’invenzione, in cui le due porzioni di estremità si articolano con la porzione distanziatrice mediante un accoppiamento sferico;
– la figura 14 à ̈ una vista assonometrica di una porzione di estremità del dispositivo delle figure 12 e 13;
– la figura 15 à ̈ una vista assonometrica di un corpo cilindrico della porzione distanziatrice del dispositivo delle figure 12 e 13;
– le figure 16 e 17 sono viste schematiche in sezione di due varianti realizzative dell’invenzione con porzioni di estremità rispettivamente elasticamente incernierate o costituite da una molla;
– le figure 18 e 19 sono viste, in sezione ed in assonometria, di un impianto del dispositivo di figura 1; Descrizione di forme realizzative preferite
Con riferimento alle figure 1, 2 e 3, viene descritto un dispositivo distanziatore 10 per due vertebre contigue 3,3’ (figura 18) secondo una prima forma realizzativa dell’invenzione, per inserimento in un interspazio 1 compreso tra le apofisi spinose 2,2’. Il dispositivo distanziatore comprende due porzioni di estremità 11 atte ad offrire rispettivi appoggi 19 a ciascuna delle apofisi 2,2’, ed una porzione distanziatrice 13 compresa tra le porzioni di estremità 11; la porzione distanziatrice 13 ha una lunghezza L, cui corrisponde una distanza D tra gli appoggi 19. Sia le porzioni di estremità 11 che la porzione distanziatrice 13 presentano superfici esterne in titanio, o in altro materiale biocompatibile, ad esempio PEEK. La porzione distanziatrice 13 comprende due corpi cilindrici 15 disposti allineati lungo un asse 18, in uso disposto verticalmente, ed aventi rispettive filettature esterne 16, 16’ aventi verso contrapposto, ossia l’una destrorsa e l’altra sinistrorsa, e con le quali si impegna un dado 17. La superficie esterna 17’ del dado 17, manovrabile con una chiave non rappresentata, in particolare con una chiave dinamometrica, permette di variare la lunghezza L della porzione distanziatrice 13 e, quindi, la distanza D tra gli appoggi 19, tra un valore minimo di 8 millimetri ed un valore massimo di 14 millimetri. Tale manovra può essere eseguita con il dispositivo distanziatore 10 già posizionato tra i processi spinosi 2 (figura 18), in modo da realizzare tra dette superfici di appoggio 19 una distanza anatomica D*. Nella forma realizzativa delle figure 1 e 2, le porzioni di estremità 11 sono solidali con la porzione distanziatrice 13, in altre parole ciascuna porzione di estremità 11 costituisce un pezzo unico con un rispettivo corpo cilindrico 15 facente parte della porzione distanziatrice 13. ;Con riferimento alle figure 4, 5 e 6, viene descritto un dispositivo distanziatore 20 per due vertebre contigue 3, 3’ secondo un’altro aspetto dell’invenzione, in cui à ̈ prevista una porzione di estremità 21, in uso disposta superiormente ossia a in appoggio all’apofisi spinosa 2 della vertebra superiore 3 (figura 19). La porzione di estremità 21 comprende una coppia di elementi di supporto 22 per le lamine 4, cui forniscono rispettivi punti di appoggio 23. In una variante realizzativa, rappresentata in figura 5, l’appoggio tra ciascun elemento di supporto 22 e la lamina 4 à ̈ di tipo bilaterale grazie ad una estensione superiore 24 dell’elemento di supporto 22. Gli altri componenti del dispositivo 20 sono analoghi ai corrispondenti componenti del dispositivo 10, e sono indicati con i medesimi numeri. ;Nei dispositivi 10 e 20 entrambe le porzioni di estremità 11,21 hanno un accoppiamento fisso con la porzione distanziatrice 13; in particolare ciascuna delle porzioni di estremità 11, 21 forma un pezzo unico assieme a uno dei corpi cilindrici filettati 15. ;Con riferimento alle figure 7, 8 e 9, viene descritto un dispositivo distanziatore 30 per due vertebre contigue 3,3’ (figura 18) secondo un ulteriore aspetto dell’invenzione, in cui sono previste porzioni di estremità 31 che si articolano con la porzione distanziatrice 33. Come mostrano più in dettaglio le figure 10 e 11, le porzioni di estremità 31 hanno rispettive protuberanze prismatiche 36, raccordate all’estremità libera 36’. Ciascuna protuberanza 36 impegna una sede prismatica 37 di un rispettivo corpo cilindrico 35; in tal modo, ciascuna porzione di estremità 31 può traslare rispetto al rispettivo corpo cilindrico 35, e quindi rispetto alla porzione distanziatrice 33 comprendente i due corpi cilindrici 35 ed il dado 17, nella direzione dell’asse 18. Ciascun corpo cilindrico 35 ha un foro circolare passante 39, avente asse trasversale rispetto all’asse 18; ciascun foro 39, assieme ad un foro passante 40 della protuberanza 36 della corrispondente porzione di estremità 35, fornisce una sede per un perno 38. In tal modo, ciascuna porzione di estremità 31 può ruotare rispetto ad un corpo cilindrico 35, e quindi rispetto alla porzione distanziatrice 33, attorno all’asse 28 del perno 38 e del foro 39. Ciascun foro 40 à ̈ alesato in modo da non ostacolare la traslazione della rispettiva porzione di estremità 31 rispetto alla porzione distanziatrice 33, fornendo al tempo stesso due battute di estremità 40’ e 40†che limitano tale traslazione. Ciascuna porzione di estremità 31 à ̈ quindi articolata con la porzione distanziatrice 33 mediante un giunto che à ̈ la combinazione di un accoppiamento prismatico 36-37 e di un accoppiamento rotoidale 38-39-40. Un anello cedevole elasticamente 34, in un materiale biocompatibile preferibilmente a base di silicone, à ̈ disposto tra la superficie di estremità 42 di ciascun corpo cilindrico 35 e lo spallamento 43 circostante la base della protuberanza 36 di ciascuna porzione di estremità 35. L’anello 34 permette una risposta elastica del dispositivo 30 rispetto alle azioni di compressione e di flessione che le apofisi spinose 2 esercitano sul dispositivo attraverso gli appoggi 19. ;Con riferimento alle figure 12 e 13, viene descritto un dispositivo distanziatore 50 per due vertebre contigue 3,3’ (figura 18) secondo un’altra forma realizzativa dell’invenzione, in cui le porzioni di estremità 51 si articolano con la porzione distanziatrice 53 mediante un giunto di tipo sferico. Come mostrano più in dettaglio le figure 14 e 15, la porzione di estremità 51 ha una protuberanza sferica 56, che impegna una sede sferica 57 del corpo cilindrico 55; in tal modo, la porzione di estremità 51 può ruotare attorno ad un centro di rotazione solidale con il corpo cilindrico 55, e quindi con la porzione distanziatrice 53 comprendente i due corpi cilindrici 55 ed il dado 17. Un anello cedevole elasticamente 54, realizzato in un materiale biocompatibile preferibilmente a base di silicone, à ̈ disposto tra la superficie di estremità 62 di ciascun corpo cilindrico 55 e la superficie anulare 63 circostante la base della protuberanza 56 di ciascuna porzione di estremità 51. L’anello 54 permette una risposta elastica del dispositivo 50 rispetto alle azioni di compressione e di flessione che le apofisi spinose 2,2’ esercitano sul dispositivo attraverso gli appoggi 19 (figura 18). In tal modo viene assicurata la mobilità locale del rachide senza perdere la presa dei supporti 19 sulle apofisi spinose 2. Ciascun anello 54 assicura inoltre un coefficiente di attrito tra la porzione di estremità 51 ed il corpo cilindrico 55, tale da impedire la rotazione relativa delle porzioni di estremità 51 e dei corpi cilindrici 55 quando viene manovrato il dado 17, con le porzioni di estremità 51 che impegnano le apofisi spinose 3, 3’. ;Le filettature 16, 16’, tra loro contrapposte, sono cedevoli plasticamente sotto l’azione di una pinza a stringere, manovrata da un operatore alla fine dell’impianto dei dispositivi stabilizzatori 10,20,30. Tale operazione serve a stabilizzare la distanza anatomica D* tra gli appoggi 19, ottenuta manovrando il dado 17.
Con riferimento alle figure 16 e 17, vengono descritte due forme realizzative secondo un altro aspetto ancora dell’invenzione, in cui in cui almeno una di dette porzioni di estremità 71,81 comprendono almeno due estensioni 72 e 82, disposte in uso simmetriche rispetto al piano sagittale del paziente. Le due estensioni, cooperativamente impegnabili con uno di detti processi spinosi (2),
in cui dette almeno due estensioni (72,82) sono scelte tra:
– un’estensione (72) girevolmente connessa a detta porzione distanziatrice;
– una molla una connessione (82) elastica girevole con detta porzione distanziatrice
– una combinazione di quanto sopra.
Forme realizzative diverse da quelle rappresentate possono essere ottenute combinando porzioni di estremità di tipo diverso, ad esempio una porzione di estremità 11 o 21 fissa spetto alla porzione distanziatrice con una porzione di estremità 31 o 51 articolata rispetto alla porzione distanziatrice. In questo caso, la porzione distanziatrice à ̈ a sua volta ottenuta combinando corpi cilindrici 15, 35, 55 di tipo diverso.
È inoltre possibile ottenere dispositivi aventi la porzione di estremità superiore articolabile rispetto alla porzione distanziatrice, come le porzioni 31 e 51 ed avente anche elementi di supporto per appoggio laminare come la porzione terminale 21 del dispositivo 20.
La descrizione di cui sopra di forme realizzative del dispositivo secondo l’invenzione, e delle modalità di utilizzo di tale dispositivo, à ̈ in grado di mostrare l’invenzione dal punto di vista concettuale in modo che altri, utilizzando la tecnica nota, potranno modificare e/o adattare in varie applicazioni tali forme realizzative specifiche senza ulteriori ricerche e senza allontanarsi dal concetto inventivo, e, quindi, si intende che tali adattamenti e modifiche saranno considerabili come equivalenti delle forme realizzative specifiche. I mezzi e i materiali per realizzare le varie funzioni descritte potranno essere di varia natura senza per questo uscire dall’ambito dell’invenzione. Si intende che le espressioni o la terminologia utilizzate hanno scopo puramente descrittivo e per questo non limitativo.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un dispositivo distanziatore (30,50) per due vertebre contigue (3,3’) di un paziente, detto dispositivo essendo atto ad essere inserito in un interspazio (1) compreso tra due processi spinosi (2) di rispettive vertebre contigue (3,3’), detto dispositivo distanziatore comprendendo:  una porzione distanziatrice allungata (33,53) che si estende lungo un asse longitudinale (18);  due porzioni di estremità (31,51) comprendenti rispettive superfici di appoggio (19) atte a supportare ciascuno di detti due processi spinosi (2); in cui detta porzione distanziatrice (33,53) à ̈ interposta tra dette porzioni di estremità (31,51), in modo che dette superfici di appoggio (19) siano ad una distanza (D) corrispondente ad una lunghezza (L) di detta porzione distanziatrice (13,33,53), caratterizzato dal fatto che almeno una di dette porzioni di estremità (31,51) si articola con detta porzione distanziatrice (33,53) attraverso un giunto girevole (38-39-40) attorno ad un asse di rotazione (28) trasversale rispetto a detto asse longitudinale (18) di detto dispositivo distanziatore (30).
  2. 2. Un dispositivo distanziatore (30,50) come da rivendicazione 1, comprendente mezzi per variare detta lunghezza (L) di detta porzione distanziatrice (33,53) tra un valore minimo ed un valore massimo, in modo da realizzare tra dette superfici di appoggio (19) una distanza anatomica desiderata (D*). in particolare, detti mezzi per variare detta lunghezza (L) di detta porzione distanziatrice (33,53) comprendono mezzi filettati aventi una parte girevole (17) con una porzione superficiale (17’) che può essere impegnata esternamente da un utensile, in modo che impegnando detta porzione superficiale (17’) detta parte girevole (17) può essere ruotata con detto utensile e detta lunghezza (L) di detta porzione distanziatrice (33,53) può essere variata.
  3. 3. Un dispositivo distanziatore (30,50) come da rivendicazione 2, in cui detta porzione distanziatrice (33,53) comprende:  due corpi cilindrici (35,55) disposti allineati lungo detto asse longitudinale (18), detti corpi cilindrici impegnandosi rispettivamente con dette porzioni di estremità (31,51);  una parte girevole impegnabile con detti corpi cilindrici (35,55), e detti mezzi per variare detta lunghezza (L) comprendono una porzione superficiale di detta parte girevole manovrabile con un utensile, in particolare detti due corpi cilindrici (35,55) presentano rispettive filettature esterne (16,16’) aventi verso reciprocamente contrapposto, e detta parte girevole à ̈ un dado (17) avente una superficie esterna (17’) manovrabile con un utensile a chiave, detti corpi cilindrici (35,55) avendo un impegno filettato con detto dado.
  4. 4. Un dispositivo distanziatore (30,50) come da rivendicazione 1, in cui almeno una di dette porzioni di estremità (31,51) si articola con detta porzione distanziatrice (33,53)attraverso un giunto scelto tra:  un giunto sferico (56-57);  un giunto girevole (38-39-40) attorno ad un asse di rotazione (28) trasversale rispetto a detto asse longitudinale (18) di detto dispositivo distanziatore (30);  un giunto girevole e scorrevole (36-37) lungo detto asse longitudinale (18) di detto dispositivo distanziatore (30);  una combinazione di tali giunti.
  5. 5. Un dispositivo distanziatore (30,50) come da rivendicazione 1, in cui un elemento cedevole elasticamente (34,54) à ̈ disposto tra  detta porzione distanziatrice (33,53), e  almeno una di dette porzioni di estremità (31,51), in modo da permettere una risposta elastica ad una sollecitazione di compressione o di flessione esercitata da un processo spinoso (2) su dette porzioni di estremità (31,51), detta risposta elastica comprendendo un’azione di smorzamento appoggi tra dette superfici di appoggio (19).
  6. 6. Un dispositivo distanziatore (30,50) come da rivendicazione 4, in cui ambedue dette porzioni di estremità (31,51) si articolano con detta porzione distanziatrice attraverso rispettivi giunti girevoli (38-39-40) attorno a rispettivi assi trasversali (28,28’) rispetto all’asse longitudinale (18), detti assi di rotazione (28,28’) essendo reciprocamente disposti ad un angolo predeterminato (β), in particolare un angolo (β) compreso tra 75° e 105°, preferibilmente intorno a 90°.
  7. 7. Un dispositivo distanziatore come da rivendicazione 1, in cui una di dette porzioni di estremità (21) comprende una coppia di elementi di supporto (22) per rispettive lamine (4), detti elementi di supporto fornendo rispettivi punti di appoggio (23) per rispettive lamine (4) di una di dette vertebre, in particolare della vertebra superiore (3) tra dette vertebre contigue (3,3’).
  8. 8. Un dispositivo distanziatore come da rivendicazione 1, in cui almeno una di dette porzioni di estremità (71) comprende almeno due estensioni (72), dette due estensioni essendo disposte in uso simmetriche rispetto ad un piano sagittale di detto paziente, dette due estensioni essendo cooperativamente impegnabili con uno di detti processi spinosi (2), in modo da definire lateralmente in uso detto processo spinoso, in cui, in particolare, almeno una di dette due estensioni à ̈ disposta girevole attorno ad un asse solidale a detta porzione distanziatrice, in cui, in particolare dette almeno due estensioni (72) sono scelte tra:  un’estensione (72) girevolmente connessa a detta porzione distanziatrice;  una molla una connessione (82) elastica girevole con detta porzione distanziatrice;  una combinazione di quanto sopra.
  9. 9. Un dispositivo distanziatore (70,80) per due vertebre contigue (3,3’) di un paziente, detto dispositivo essendo atto ad essere inserito in un interspazio (1) compreso tra due processi spinosi (2) di rispettive vertebre contigue (3,3’), detto dispositivo distanziatore comprendendo:  una porzione distanziatrice allungata (13) che si estende lungo un asse longitudinale (18);  due porzioni di estremità (71,81) comprendenti rispettive superfici di appoggio (19) atte a supportare ciascuno di detti due processi spinosi (2), in cui detta porzione distanziatrice (13) à ̈ interposta tra dette porzioni di estremità (71,81), in modo che dette superfici di appoggio (19) siano ad una distanza (D) corrispondente ad una lunghezza (L) di detta porzione distanziatrice (13), in cui almeno una di dette porzioni di estremità (71,81) comprende almeno due estensioni (72,82), dette due estensioni essendo disposte in uso simmetriche rispetto ad un piano sagittale di detto paziente, dette due estensioni essendo cooperativamente impegnabili con uno di detti processi spinosi (2), caratterizzato dal fatto che dette almeno due estensioni (72,82) sono scelte tra:  un’estensione (72) girevolmente connessa a detta porzione distanziatrice;  una molla formante una connessione (82) elastica girevole con detta porzione distanziatrice;  una combinazione di quanto sopra.
  10. 10. Un dispositivo distanziatore (20) per due vertebre contigue (3,3’) di un paziente, detto dispositivo essendo atto ad essere inserito in un interspazio (1) compreso tra due processi spinosi (2) di rispettive vertebre contigue (3,3’), detto dispositivo distanziatore comprendendo:  una porzione distanziatrice allungata (13) che si estende lungo un asse longitudinale (18);  due porzioni di estremità (21-21’) comprendenti rispettive superfici di appoggio (19) atte a supportare ciascuno di detti due processi spinosi (2); in cui detta porzione distanziatrice (13) à ̈ interposta tra dette porzioni di estremità (21-21’), in modo che dette superfici di appoggio (19) siano ad una distanza (D) corrispondente ad una lunghezza (L) di detta porzione distanziatrice (13), caratterizzato dal fatto che almeno una di dette porzioni di estremità (21) comprende una coppia di elementi di supporto (22) per rispettive lamine (4), detti elementi di supporto fornendo rispettivi punti di appoggio (23) per rispettive lamine (4) di una di dette vertebre, in modo tale che detto dispositivo distanziatore fornisce al tempo stesso un supporto a detti processi spinosi e a dette lamine, in particolare alla lamina della vertebra superiore (3) di dette vertebre contigue (3,3’).
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