ITMI20081178A1 - Apparato contacolpi per armi da fuoco leggere - Google Patents

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ITMI20081178A1
ITMI20081178A1 IT001178A ITMI20081178A ITMI20081178A1 IT MI20081178 A1 ITMI20081178 A1 IT MI20081178A1 IT 001178 A IT001178 A IT 001178A IT MI20081178 A ITMI20081178 A IT MI20081178A IT MI20081178 A1 ITMI20081178 A1 IT MI20081178A1
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IT
Italy
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housing
processing unit
mass
weapon
electrical signal
Prior art date
Application number
IT001178A
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English (en)
Inventor
Fausto Caravaggi
Mauro Coccoli
Dario Ferrarini
Luigi Fioretti
Original Assignee
Beretta Armi Spa
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    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F41WEAPONS
    • F41AFUNCTIONAL FEATURES OR DETAILS COMMON TO BOTH SMALLARMS AND ORDNANCE, e.g. CANNONS; MOUNTINGS FOR SMALLARMS OR ORDNANCE
    • F41A19/00Firing or trigger mechanisms; Cocking mechanisms
    • F41A19/01Counting means indicating the number of shots fired

Landscapes

  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • General Engineering & Computer Science (AREA)
  • Aiming, Guidance, Guns With A Light Source, Armor, Camouflage, And Targets (AREA)
  • Length Measuring Devices With Unspecified Measuring Means (AREA)
  • Light Guides In General And Applications Therefor (AREA)
  • Non-Portable Lighting Devices Or Systems Thereof (AREA)
  • Arrangements For Transmission Of Measured Signals (AREA)

Description

DESCRIZIONE
Forma oggetto della presente invenzione un apparato contacolpi, in particolare un apparato contacolpi adatto ad essere impiegato su armi da fuoco leggere quali fucili, carabine e pistole.
Come ogni apparato meccanico, le armi da fuoco leggere devono essere sottoposte a cicli di manutenzione al raggiungimento di predeterminati stati di usura. Una manutenzione tempestiva risulta di estrema importanza per garantire la sicurezza sia dell’utilizzatore dell’arma da fuoco sia delle persone che lo circondano.
È noto che l’usura cui sono soggette le armi da fuoco leggere dipende da svariati fattori quali l’esposizione agli agenti atmosferici e ambientali, il numero e il tipo dei colpi sparati, eccetera.
Mentre alcuni fattori sono facilmente verificabili, il numero di colpi sparati risulta un fattore al tempo stesso decisivo e di difficile valutazione.
Sono noti alcuni dispositivi contacolpi per armi leggere, impiegati soprattutto per fini statistici durante sessioni di addestramento al poligono. Tali dispositivi contacolpi comprendono generalmente un microprocessore e dei sensori adatti a monitorare alcune grandezze fisiche: onde sonore, radiazioni infrarosse, accelerazioni, onde d’urto, ecc. L’insieme del microprocessore e del/i sensore/i è in grado di rilevare e di registrare l’avvenuto sparo di un colpo, mediante la valutazione di almeno una delle grandezze fisiche e/o di almeno una delle loro variazioni. Tali dispositivi contacolpi sono alimentati da una batteria che ne garantisce il funzionamento. Da ciò deriva che l’esaurimento e/o la rimozione della batteria compromette il funzionamento del apparato contacolpi e interrompe quindi il conteggio dei colpi sparati. Inoltre le batterie sono spesso progettate per funzionare in intervalli di temperatura piuttosto limitati, mentre l’impiego delle armi leggere, ad esempio da caccia, può avvenire con temperature al di fuori di tali intervalli.
Deve dunque essere cura dell’utente evitare l’uso dell’arma in condizioni di non funzionamento della batteria e quindi dell’intero apparato contacolpi. Tale uso comporterebbe infatti l’intempestività dell’intervento di manutenzione sull’arma e quindi una minor sicurezza d’impiego.
Scopo della presente invenzione è quello di escogitare e mettere a disposizione un apparato contacolpi che consenta di ovviare almeno parzialmente agli inconvenienti qui sopra lamentati con riferimento alla tecnica nota.
In particolare, compito della presente invenzione è quello di mettere a disposizione un apparato contacolpi che fornisca in modo affidabile e continuo il numero di colpi sparati, al fine di procedere ad una valutazione attendibile dello stato di usura dell’arma.
Tale scopo e tali compiti vengono raggiunti mediante un apparato contacolpi in accordo con la rivendicazione 1.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del apparato contacolpi secondo l’invenzione risulteranno dalla descrizione di seguito riportata di esempi preferiti di realizzazione, dati a titolo indicativo e non limitativo, con riferimento alle annesse figure, in cui: - la figura 1 illustra una vista complessiva di un’arma da fuoco su cui può essere applicato un apparato secondo l’invenzione;
- la figura 2 illustra una vista complessiva di un’altra arma da fuoco su cui può essere applicato un apparato secondo l’invenzione;
- la figura 3 illustra una vista complessiva di un’ulteriore arma da fuoco su cui può essere applicato un apparato secondo l’invenzione;
- la figura 4 illustra schematicamente una forma di realizzazione di un dispositivo compreso nell’apparato secondo l’invenzione;
- la figura 5 illustra schematicamente un’altra forma di realizzazione di un dispositivo compreso nell’apparato secondo l’invenzione;
- la figura 6 illustra schematicamente un’altra forma di realizzazione di un dispositivo compreso nell’apparato secondo l’invenzione
- la figura 7 illustra schematicamente un’altra forma di realizzazione di un dispositivo compreso nell’apparato secondo l’invenzione
- la figura 8 illustra schematicamente un apparato secondo l’invenzione in una prima condizione di funzionamento;
- la figura 9 illustra schematicamente l’apparato di figura 4 in una seconda condizione di funzionamento;
- la figura 10 illustra schematicamente una forma di realizzazione di un apparato secondo l’invenzione;
- la figura 11 illustra schematicamente una curva rappresentativa del segnale elettrico generato dal dispositivo delle figure da 4 a 9.
Con riferimento alle figure da 1 a 3, col riferimento 100 sono state indicate delle armi da fuoco leggere o armi da fuoco individuali sulle quali può trovare applicazione l’apparato contacolpi secondo l’invenzione. Nello specifico di figura 1, l’arma 100 è un fucile da caccia semiautomatico 101 ma, senza uscire dall’ambito dell’invenzione, potrebbe essere un fucile di tipologia differente, ad esempio un fucile a canne sovrapposte o a canne parallele, un fucile da tiro sportivo, un fucile a pompa o qualsiasi altro tipo di fucile.
Nello specifico di figura 2, l’arma 100 è una carabina semiautomatica di tipo blowback 102 ma, senza uscire dall’ambito dell’invenzione, potrebbe essere una carabina di tipologia differente, ad esempio una carabina semiautomatica a presa di gas, o una carabina bolt action o qualsiasi altro tipo di carabina.
Nello specifico di figura 3, l’arma 100 è una pistola semiautomatica 103 ma, senza uscire dall’ambito dell’invenzione, potrebbe essere una pistola di tipologia differente, ad esempio un revolver o qualsiasi altro tipo di pistola.
Il fucile 101 è in sé noto e di seguito non verrà descritto nel dettaglio ma solo per quanto può essere utile alla descrizione dell’invenzione. Esso comprende un calcio 104, comprendente a sua volta una pala 105, un calciolo 106 e una coccia 107. Il fucile 101 comprende inoltre una canna 108 che sormonta un’astina 109 e che termina, alla sua estremità distale, in una volata 110. Analogamente anche la carabina 102, in sé nota, comprende un calcio 104, comprendente a sua volta una pala 105 e un calciolo 106. La carabina 102 comprende inoltre una canna 108 che sormonta un’astina 109 e che termina, alla sua estremità distale, in una volata 110.
In modo simile, anche la pistola 103, in sé nota, comprende una impugnatura, una canna 108 che sormonta un fusto 111 e che termina, alla sua estremità distale, in una volata 110.
Con riferimento alle figure 4, 5 e 10 verrà di seguito descritto un apparato contacolpi 1 secondo l’invenzione. L’apparato contacolpi 1 comprende un dispositivo 10 adatto a trasformare in un segnale elettrico parte dell’energia connessa ad una accelerazione impressa all’arma 100 da un evento. L’apparato contacolpi 1 comprende inoltre un’unità di elaborazione 11 adatta ad essere alimentata dal segnale elettrico generato dal dispositivo 10 e ad analizzare il segnale elettrico stesso. Vantaggiosamente, l’unità di elaborazione 11 è adatta a registrare l’evento in una memoria 12 organizzata per gestire un contatore incrementale.
Più in particolare, il dispositivo 10 è adatto a generare un segnale elettrico sfruttando parte dell’energia meccanica liberata al momento dello sparo. Il dispositivo 10 è dunque un generatore elettrico.
In accordo con alcune forme di realizzazione, il dispositivo 10 sfrutta la forza che si genera per effetto dell’accelerazione di rinculo su una apposita massa 13. Qui e di seguito si assume che la direzione e il verso dello sparo siano compatibili con l’orientamento delle armi illustrato nelle figure da 1 a 3. L’arma 100 spara quindi da destra verso sinistra. Di conseguenza si assume che l’accelerazione di rinculo impressa dallo sparo all’arma 100 e al dispositivo 10 sia nella medesima direzione e in verso opposto. Si assume dunque in relazione a tutte le figure allegate che l’accelerazione dovuta allo sparo sia impressa all’arma 100 da sinistra verso destra. Tale situazione dinamica può anche essere considerata da un sistema di riferimento solidale all’arma 100 e all’alloggiamento 14. Qui e di seguito sarà questo il sistema di riferimento utilizzato per descrivere il funzionamento dell’invenzione.
Naturalmente tali ipotesi sono state fatte con il solo scopo di semplificare la successiva trattazione, e nulla cambierebbe se fosse fatta un’ipotesi differente.
In accordo con alcune possibili forme di realizzazione, schematizzate in figura 4, la forza descritta sopra è sfruttata per comprimere dei cristalli piezoelettrici. In particolare, la massa 13 è accolta in un alloggiamento 14 in modo da poter scorrere liberamente anche se impercettibilmente. L’alloggiamento 14 è solidale all’arma 100 e preferibilmente parallelo alla canna 108 dell’arma 100. La massa 13 appoggia alla sua destra ad un fine corsa 16, mentre alla sua sinistra appoggia su un agglomerato di cristalli piezoelettrici 15. Il rinculo impresso all’arma 100 dallo sparo si trasmette in modo diretto all’alloggiamento 14 accelerandolo da sinistra verso destra. L’inerzia tende invece a mantenere la massa 13 nella sua collocazione spaziale precedente al rinculo.
Secondo il sistema di riferimento solidale all’arma 100, è la massa 13 che subisce una accelerazione da destra verso sinistra per effetto del rinculo. L’accelerazione cui è sottoposta la massa 13 dà origine ad una forza di compressione sull’agglomerato di cristalli piezoelettrici 15 che, a sua volta, dà origine ad una differenza di potenziale tra i suoi estremi.
La differenza di potenziale creata dalla compressione dei cristalli piezoelettrici si tramuta in un segnale elettrico destinato ad alimentare l’unità di elaborazione 11 e destinato ad essere da essa elaborato.
In accordo con altre possibili forme di realizzazione, schematizzate nelle figure da 5 a 9, il dispositivo 10 è un generatore ad induzione elettromagnetica di tipo lineare. La massa 13 comprende un magnete permanente 17 e la forza descritta sopra è sfruttata per muoverlo rispetto agli avvolgimenti di una bobina 18. In particolare, la massa 13 e il magnete permanente 17 sono scorrevolmente accolti in un alloggiamento 14 solidale all’arma e preferibilmente parallelo alla canna dell’arma 100. La massa 13 è cedevolmente mantenuta in una posizione di riposo dalla quale si può spostare a seguito dell’accelerazione di rinculo. La posizione di riposo della massa 13 è quella rappresentata nelle figure da 5 a 8, mentre la figura 9 rappresenta la massa 13 durante il movimento indotto dall’accelerazione.
Poiché il magnete 17 ha una densità relativamente elevata, esso può al tempo stesso fungere anche da massa 13 per le sue caratteristiche inerziali. Di seguito dunque si farà indifferentemente riferimento alla massa 13 e/o al magnete 17, senza per questo intendere che siano due elementi diversi.
Secondo il sistema di riferimento solidale all’alloggiamento 14, il magnete permanente 17 subisce una accelerazione da destra verso sinistra per effetto del rinculo. L’accelerazione di rinculo dà quindi origine al moto del magnete permanente 17 attraverso la bobina 18 in cui, a sua volta, è indotta una corrente elettrica.
La corrente indotta nella bobina 18 rappresenta al tempo stesso l’energia necessaria ad alimentare l’unità di elaborazione 11 e il segnale destinato ad essere elaborato dalla stessa unità di elaborazione 11.
Come si può notare le forme di realizzazione delle figure 5, 6 e 7 adottano soluzioni diverse.
In accordo con una forma di realizzazione, schematizzata in figura 5, il magnete 17 è mantenuto nella posizione di riposo da una molla 19 che spinge la massa 13 contro un fine corsa 16, quando l’alloggiamento 14 sia disposto sostanzialmente in orizzontale. La molla 19 deve essere realizzata in materiale amagnetico e può ad esempio essere una molla ad elica cilindrica. Essa è sufficientemente cedevole da consentire, a seguito dell’accelerazione di rinculo, che il magnete 17 la comprima passando così attraverso la bobina 18.
In accordo con una forma di realizzazione, schematizzata in figura 6, il magnete 17 è mantenuto nella posizione di riposo dalla repulsione magnetica operata da un secondo magnete 20 solidale all’alloggiamento 14. Tale repulsione è ottenuta orientando i due magneti 17 e 20 in modo tale che si oppongano l’una all’altra le facce della stessa polarità (Nord con Nord o Sud con Sud). La repulsione magnetica è sufficientemente intensa da spingere il magnete 17 contro il fine corsa 16, quando l’alloggiamento 14 sia disposto sostanzialmente in orizzontale. Tale condizione di riposo è schematizzata nelle figure 6 e 8. Al tempo stesso la repulsione magnetica è sufficientemente cedevole da consentire, a seguito dell’accelerazione di rinculo, che il magnete 17 la vinca passando così attraverso la bobina 18. Tale condizione transitoria di movimento è schematizzata nella figura 9.
In accordo con una forma di realizzazione, schematizzata in figura 7, il magnete 17 è mantenuto nella posizione di riposo dalla repulsione magnetica operata da due contrapposti magneti 20 e 21, entrambi solidali all’alloggiamento 14. Tale repulsione è ottenuta orientando i tre magneti 17, 20 e 21 in modo tale che si oppongano facce della stessa polarità (Nord con Nord e Sud con Sud). Le contrapposte repulsioni magnetiche mantengono il magnete 17 al centro dell’alloggiamento 14, quando l’alloggiamento 14 sia disposto sostanzialmente in orizzontale. Le contrapposte repulsioni magnetiche sono sufficientemente cedevoli da consentire, a seguito dell’accelerazione di rinculo, che il magnete 17 le vinca muovendosi così attraverso la bobina 18.
Nella descrizione del dispositivo 10 si è detto sopra che l’alloggiamento 14 è solidale all’arma e preferibilmente parallelo alla canna. Con tale espressione si intende che la configurazione migliore per il funzionamento dell’apparato contacolpi 1 è quella in cui l’asse dell’alloggiamento 14 è perfettamente parallelo all’asse della canna 108. Nell’ambito dell’invenzione sono però altrettanto funzionali altre configurazioni nelle quali l’asse dell’alloggiamento 14 non sia perfettamente parallelo all’asse della canna ma formi con esso un angolo compreso entro i 5°. Tali configurazioni possono essere adottate per differenti motivi. Un angolo può essere imposto da necessità di tipo logistico, ad esempio per consentire l’alloggiamento del dispositivo 10 in parti dell’arma già esistenti senza modificarne la configurazione interna e l’aspetto complessivo. Altri angoli possono essere imposti qualora il dispositivo 10 sia montato nella pala 105 di un calcio 104 la cui piega (angolo nel piano della pala) e la cui deviazione (angolo laterale) siano regolabili dall’utente. In tal caso naturalmente la configurazione neutra può in linea di principio prevedere un perfetto parallelismo tra l’asse dell’alloggiamento 14 e l’asse della canna 108, ma nella configurazione personalizzata per il singolo utente tale parallelismo sarà in generale abbandonato.
In accordo con alcune possibili forme di realizzazione non rappresentate nelle allegate figure, il magnete 17 può essere mantenuto nella posizione di riposo da due molle contrapposte o da una combinazione di una forza meccanica operata da una molla e dalla repulsione magnetica operata da magneti.
In accordo con alcune possibili forme di realizzazione, il dispositivo 10 è realizzato in modo da garantire il funzionamento anche con l’arma 100 puntata verso il basso. In tale posizione infatti l’accelerazione di gravità agisce sulla massa 13 alterando l’equilibrio rappresentato nelle figure 5, 6 e 7. In accordo con tali forme di realizzazione, la posizione della bobina 18 lungo l’alloggiamento 14, la massa 13 del magnete 17 e la forza (meccanica o magnetica) che tiene in posizione il magnete 17, sono definiti in modo che, con l’arma 100 puntata verso il basso, il magnete 17 si disponga nei pressi dell’estremità distale della bobina 18. Tale configurazione consente infatti di massimizzare la variazione di flusso magnetico attraverso la bobina 18 nonostante la posizione dell’arma 100 determini, al momento dello sparo, un movimento relativo di allontanamento tra il magnete 17 e la bobina 18.
In accordo con una forma di realizzazione dell’invenzione, i magneti 17, 20 e 21 sono del tipo neodimio-ferro-boro (NdFeB), o samario-cobalto (SmCo), o simili. Essi infatti devono preferibilmente mantenere le loro caratteristiche in tutte le condizioni ambientali nelle quali può funzionare l’arma 100. I magneti descritti sopra possono mantenere le loro caratteristiche anche a temperature superiori a 100°C, garantendo così l’affidabilità del dispositivo 10 in ogni condizione.
Per quanto riguarda la bobina 18, si noti che la rappresentazione data nelle allegate figure è puramente schematica e non descrive né il reale numero di spire, né la mutua disposizione delle spire, né il reale diametro del filo. Tali parametri devono essere determinati in modo da consentire che la variazione del campo magnetico dovuta al moto del magnete 17 generi una corrente sufficiente agli scopi preposti. Una bobina adatta agli scopi può ad esempio comprendere 2000 spire di filo AWG38 (American Wire Gauge), avente cioè una sezione di 0,008 mm<2>circa e un diametro di 0,1 mm circa.
In accordo con una forma di realizzazione, l’alloggiamento 14 comprende almeno uno sfiato 22 che consente di compensare le differenze di pressione generate dal movimento del magnete 17 all’interno dell’alloggiamento 14. Nelle figure allegate sono rappresentati due sfiati 22 disposti in prossimità delle estremità dell’alloggiamento 14. Altre possibili soluzioni possono essere ad esempio un'unica feritoia che percorre in lunghezza l’intero alloggiamento 14 o un unico sfiato realizzato attraverso il magnete 17.
In accordo con una forma di realizzazione, l’alloggiamento 14 è a sua volta compreso in un guscio esterno (non rappresentato per chiarezza) che ne garantisce l’isolamento rispetto ai contaminanti ambientali quali acqua, polvere, sabbia, ecc. L’accesso di tali contaminanti all’interno dell’alloggiamento 14 potrebbe infatti intralciare o impedire il movimento del magnete 17, alterando quindi il funzionamento del dispositivo 10.
In accordo con una forma di realizzazione, la parete interna dell’alloggiamento 14 e/o la superficie esterna della massa 13 comprendono mezzi per ridurre l’attrito radente. Tali mezzi possono ad esempio essere un film lubrificante o un rivestimento a base di materiali a basso coefficiente d’attrito quali ad esempio il poli-tetrafluoroetilene (PTFE).
Come già detto sopra, l’apparato contacolpi 1 comprende inoltre un’unità di elaborazione 11. Essa è adatta ad essere alimentata dal segnale elettrico generato dal dispositivo 10 e ad analizzare il segnale elettrico stesso. In accordo con alcune forme di realizzazione l’unità di elaborazione 11 comprende una CPU (Central Processing Unit) che, a seconda delle specifiche esigenze, può comprendere uno o più microprocessori e/o un DSP (Digital Signal Processor).
Inoltre l’unità di elaborazione 11 è anche adatta a registrare l’evento in una memoria 12 organizzata per gestire un contatore incrementale. La memoria 12 è adatta a mantenere informazioni nel tempo anche in assenza di alimentazione elettrica. Essa ad esempio può contenere alcune informazioni necessarie all’unità di elaborazione 11, alcune informazioni per l’identificazione dell’apparato contacolpi 1 e/o alcune informazioni per l’identificazione dell’arma 100 (ad esempio il numero di matricola).
In accordo con alcune forme di realizzazione, la memoria 12 può essere, a seconda delle specifiche esigenze, del tipo EPROM (Erasable and Programmable Read Only Memory), del tipo EEPROM (Electrically Erasable and Programmable Read Only Memory), del tipo flash, o simili.
Più in particolare, l’unità di elaborazione 11 è adatta ad attivarsi a seguito della ricezione del segnale elettrico generato dal dispositivo 10 in uno dei modi descritti sopra.
L’unità di elaborazione 11 è inoltre adatta ad acquisire parametri significativi del segnale elettrico, ad esempio campionandone i valori con una frequenza prestabilita.
L’unità di elaborazione 11 è quindi in grado di confrontare i parametri significativi acquisiti con dei valori predefiniti, così da poter classificare l’evento che ha generato il segnale elettrico. Qualora i parametri significativi acquisiti soddisfino predeterminate relazioni con i valori predefiniti, l’unità di elaborazione 11 è in grado di registrare l’evento nella memoria 12.
Tutto ciò è necessario per poter correttamente contare i soli colpi effettivamente sparati, senza contare anche altri eventi che inducano il dispositivo 10 a generare un segnale elettrico. Per come è stato sopra descritto il dispositivo 10 sarà infatti chiaro alla persona esperta come esso generi necessariamente un segnale elettrico anche a seguito di svariati eventi diversi dallo sparo. Qualsiasi scuotimento, urto o movimento improvviso dell’arma può in generale indurre un’accelerazione relativa tra la massa 13 e l’alloggiamento 14.
Durante lo studio e lo sviluppo dell’apparato contacolpi 1, sono stati studiati svariati tipi di segnale in uscita dal dispositivo 10 e sono state individuate le caratteristiche fondamentali dei segnali generati da uno sparo. Tali caratteristiche sono riconoscibili al variare di tutti i parametri che possono influenzare l’effetto dello sparo sul dispositivo 10.
Nel caso di un fucile da caccia semiautomatico, 101 tali parametri possono essere ad esempio la massa dei pallini sparati, la quantità e la qualità della polvere impiegata, l’angolo formato dall’arma con l’orizzonte al momento dello sparo, la forza con cui l’utilizzatore oppone la spalla al rinculo, ecc.
Al variare di tutte queste condizioni, il dispositivo 10 montato su un fucile 101 da caccia semiautomatico genera un segnale che è qualitativamente riconoscibile e che è paragonabile a quello schematizzato in figura 11. Il segnale è rappresentato in termini di tensione (Volt) in funzione del tempo (millisecondi). I valori numerici che caratterizzano la curva possono cambiare al variare delle condizioni elencate sopra, ma la forma complessiva della curva sarà qualitativamente simile a quella riportata. Tale segnale sarà di seguito analizzato a titolo di esempio, senza alcun valore limitativo dell’invenzione. Altre tipologie di armi (ad esempio una carabina 102 o una pistola 103) potranno generare curve con caratteristiche differenti che non sono qui analizzate.
Dalla curva di figura 11 possiamo vedere che il segnale generato dal dispositivo 10 a seguito di un colpo sparato comprende un primo picco principale e un secondo picco secondario. Il primo picco raggiunge un picco massimo di tensione il cui valore può variare tra circa 5 e circa 30 Volt. La durata del picco è compresa tra circa 4 e circa 6 millisecondi entro i quali l’unità di elaborazione 11 deve attivarsi, analizzare il segnale ed eventualmente registrare l’evento nella memoria 12.
A fronte di ciò sarà evidente alla persona esperta come sia vantaggioso l’impiego, in qualità di unità di elaborazione 11, di un microprocessore di attivazione rapida e di bassi consumi. Una famiglia di microprocessori che soddisfano tali requisiti è ad esempio commercializzata con il nome commerciale MSP430 da Texas Instruments Incorporated, con sede a Dallas, USA.
Tornando all’analisi del segnale di figura 11, la tensione corrispondente alla prima parte della rampa ascendente del picco (ad esempio la tensione fornita nel primo millisecondo) è sufficiente ad attivare l’unità di elaborazione 11. Una volta attivata, l’unità di elaborazione 11 è programmata per campionare i valori di tensione del segnale, ad esempio ogni 50 microsecondi.
L’unità di elaborazione 11 elabora i valori campionati eseguendo algoritmi basati ad esempio sulla media e/o sul picco e confronta i risultati con degli intervalli predefiniti e disponibili nella memoria. Se da questo confronto risulta che il segnale rientra entro gli intervalli predefiniti, l’unità di elaborazione 11 considera che esso è stato generato da uno sparo e registra l’evento in un contatore incrementale compreso nella memoria 12. Se invece il segnale non rientra negli intervalli predefiniti, l’unità di elaborazione 11 considera che esso non è stato generato da uno sparo ma da un altro evento come un forte scuotimento o una caduta e non registra nulla.
Considerando ancora il segnale di figura 11, si nota come dopo il primo picco ve ne sia un secondo, molto diverso. Il massimo relativo della tensione raggiunto con il secondo picco è nettamente inferiore al massimo assoluto raggiunto con il primo; in particolare il massimo relativo è pari a circa un quarto del massimo assoluto. A fronte di ciò la durata temporale del secondo impulso è di circa 8-9 millisecondi, maggiore dunque di quella del primo. Sulla base di tali e di altre considerazioni, l’unità di elaborazione 11 correttamente non considera questo secondo impulso. Esso infatti non deriva da un secondo colpo sparato in rapida sequenza ma è l’effetto del movimento delle masse mobili che riarmano il fucile semiautomatico.
Al fine di distinguere i segnali generati da spari rispetto a segnali generati da altri eventi è anche bene considerare quanto segue.
Un evento piuttosto frequente durante le battute di caccia è la caduta del fucile 101 dalla parte del calcio 104. Il fucile 101 è infatti spesso trasportato a tracolla, con la volata 110 orientata verso l’alto e con il calciolo 106 orientato verso il terreno. Da questa posizione la caduta del fucile 101 determina un urto del calciolo a terra e quindi una accelerazione improvvisa impressa a tutto il fucile 101. L’accelerazione ha verso opposto a quello dell’accelerazione di rinculo.
Spesso il terreno è sufficientemente morbido da dissipare buona parte dell’energia di caduta. In tal caso il segnale generato dal dispositivo 10 ha bassa intensità ed è facilmente riconoscibile come non derivante da uno sparo.
Nel caso in cui il terreno fosse invece rigido, il segnale generato a seguito di una simile caduta potrebbe essere paragonabile a quello generato da uno sparo. Considerazioni simili possono essere fatte anche per altri eventi. Ad esempio per le sollecitazioni cui è sottoposta una carabina 102 quando sia utilizzata, dalla parte del calcio 105, come ariete per sfondare una porta durante operazioni di polizia o simili.
A tale proposito però si può notare che i dispositivi 10 rappresentati nelle figure da 4 a 6 sono asimmetrici. In altre parole tali dispositivi hanno come verso di funzionamento preferenziale quello dell’accelerazione data dal rinculo. Nel caso di una accelerazione come quella descritta sopra che ha segno opposto rispetto all’accelerazione di rinculo, i dispositivi asimmetrici generano un picco di tensione nettamente inferiore.
Naturalmente l’asimmetria del dispositivo 10 non permette di distinguere una caduta del fucile 101 con orientamento inverso, in cui cioè sia la volata 110 ad urtare su un terreno rigido. Tale caduta è però statisticamente meno frequente, oltre che più dannosa per l’arma 100 di quanto possa essere lo sparo di un colpo.
Nelle figure 8 e 9 è schematizzato il funzionamento dell’apparato contacolpi 1 secondo l’invenzione. Il dispositivo 10, del tipo di quello descritto sopra con riferimento alla figura 6, è collegato all’unità di elaborazione 11. Nelle figure è schematicamente rappresentato anche un voltmetro che non è compreso nell’invenzione ma che esemplifica in modo chiaro il funzionamento dell’apparato. L’accelerazione a e la velocità v indicate in figura 9 sono quelle del magnete 17 rispetto ad un sistema di riferimento solidale all’arma 100.
Figura 10 rappresenta una possibile forma di realizzazione dell’apparato contacolpi 1 secondo l’invenzione comprendente inoltre alcuni accessori descritti oltre. La forma di realizzazione di figura 10 comprende tutti gli accessori, ma ciascuno di essi può essere aggiunto o rimosso dal dispositivo indipendentemente dagli altri, a seconda delle specifiche esigenze tecniche o commerciali. Per questo motivo gli accessori sono collegati all’apparato contacolpi 1 da linee tratteggiate.
In accordo con una possibile forma di realizzazione, l’apparato contacolpi 1 comprende inoltre un’interfaccia utente 23.
L’interfaccia utente 23 comprende a sua volta mezzi per visualizzare le informazioni elaborate dall’unità di elaborazione 11; essa può comprendere ad esempio un display 24. Il display 24 può essere del classico tipo a cristalli liquidi o LCD (Liquid Crystal Display) che richiede di essere alimentato per visualizzare le informazioni, oppure può essere del tipo bistabile detto colesterico che richiede alimentazione solo per aggiornare le informazioni mostrate ma che poi le mantiene visibili per un tempo indefinito. Ancora, il display può essere monocromatico o a colori, e in ciascuna di queste versioni può essere retroilluminato.
L’interfaccia utente 23 comprende inoltre mezzi per definire quali informazioni debbano essere visualizzate; essa può comprendere ad esempio una tastiera 25. La tastiera 25 può essere del tipo tradizionale o può essere integrata nel display, secondo una logica cosiddetta touch-screen.
In accordo con una possibile forma di realizzazione, l’apparato contacolpi 1 comprende almeno un contacolpi parziale azzerabile dall’utilizzatore e adatto a tenere il conto dei colpi sparati in una singola battuta di caccia o sessione di tiro. Tale contacolpi parziale non è un elemento aggiuntivo ma è ottenuto mediante una funzione dell’unità di elaborazione 11 ed è attivabile dall’utilizzatore mediante appositi comandi.
In accordo con una possibile forma di realizzazione, l’apparato contacolpi 1 comprende anche un indicatore di un parametro correlato all’energia liberata dai colpi sparati dall’arma 100. Tale indicatore non è un elemento aggiuntivo ma è ottenuto mediante una funzione dell’unità di elaborazione 11. Tramite l’analisi del segnale in uscita dal dispositivo 10, l’unità di elaborazione 11 può stimare un parametro indicativo dell’energia liberata in occasione di ogni singolo colpo sparato. Questo tipo di indicazione può consentire innanzitutto di stimare in modo più dettagliato l’usura dell’arma 100. Ad esempio nel caso di un fucile da caccia 101, l’impiego di cartucce ad alta grammatura (ad esempio quelle da 31⁄2” dette supermagnum) comporta naturalmente un’usura più intensa di quella dovuta all’impiego di cartucce a bassa grammatura (ad esempio quelle da<23⁄4”>dette standard). Tale indicatore può quindi fornire un dato ulteriore per determinare gli intervalli di manutenzione del fucile 101.
Una ulteriore funzione dell’indicatore è quella di visualizzare sul display il parametro indicativo dell’energia liberata dal singolo colpo sparato. Ciò consente all’utilizzatore di valutare all’atto pratico la differenza tra le cartucce disponibili sul mercato, al di là delle dichiarazioni rilasciate dal fabbricante.
In accordo con una possibile forma di realizzazione, l’apparato contacolpi 1 comprende inoltre un sensore di pressione 26, adatto ad acquisire dati relativi alla pressione atmosferica. Sulla base di tali dati è possibile integrare nell’apparato contacolpi 1 le funzioni del barometro e dell’altimetro.
In accordo con una possibile forma di realizzazione, l’apparato contacolpi 1 comprende inoltre un orologio 27. Grazie all’orologio 27, è ad esempio possibile registrare nel contatore la data e l’ora alle quali ciascun colpo è stato sparato.
In accordo con una possibile forma di realizzazione, l’apparato contacolpi 1 comprende inoltre un termometro 28.
In accordo con altre possibili forme di realizzazione, l’apparato contacolpi 1 può comprendere inoltre uno qualsiasi degli accessori 29 che vengono comunemente inseriti nei dispositivi elettronici portatili quali ad esempio gli orologi o i telefoni cellulari.
In accordo con una possibile forma di realizzazione, l’apparato contacolpi 1 comprende inoltre un’interfaccia 30 che gli consente di comunicare con un differente dispositivo elettronico, ad esempio con un altro apparato contacolpi 1 ad esso simile, con un personal computer, con un computer palmare, con uno smart phone, con un’unità di memoria esterna, e così via.
L’interfaccia 30 può richiedere la connessione fisica tramite una coppia spina-presa, ad esempio secondo lo standard USB. L’interfaccia 30 può anche sfruttare tecnologie cosiddette wireless, quali l’infrarosso, il cosiddetto bluetooth, il Wi-Fi e simili.
In accordo con una possibile forma di realizzazione, l’apparato contacolpi 1 comprende anche un registro adatto a tenere nota degli eventi notevoli per la vita operativa dell’arma, ad esempio gli interventi di manutenzione condotti da tecnici abilitati. Tale registro non è un elemento aggiuntivo ma è ottenuto mediante una funzione dell’unità di elaborazione 11 e/o della memoria 12. Tale registro è preferibilmente protetto da una apposita chiave, hardware o software, che lo rende accessibile solo per i tecnici abilitati e non per l’utilizzatore.
L’accesso mediante l’interfaccia 30 al contatore dei colpi sparati, all’indicatore del parametro correlato all’energia, al registro, alla memoria 12, ecc, può consentire ad un centro di manutenzione autorizzato di generare ed aggiornare facilmente e con costanza una scheda relativa al singolo esemplare di arma 100.
In accordo con una possibile forma di realizzazione, l’apparato contacolpi 1 comprende inoltre una batteria 31. Come la persona esperta può facilmente comprendere, gli accessori elencati e descritti sopra non potranno in generale essere alimentati dal segnale in uscita dal dispositivo 10 e richiederanno dunque la presenza di una alimentazione indipendente quale la batteria 31. È opportuno notare qui che la presenza e lo stato di carica della batteria possono influenzare solo il funzionamento degli accessori, ma non il funzionamento del dispositivo 10 e dell’unità di elaborazione 11. In altre parole, in assenza della batteria 31, sarà impossibile visualizzare sul display 24 il numero di colpi sparati, ma l’unità di elaborazione 11 continuerà correttamente a contarli e a registrarli nella memoria 12.
In accordo con alcune possibili forme di realizzazione dell’invenzione, il dispositivo 10 è realizzato in modo tale da contenere i pesi e gli ingombri, così da non stravolgere l’assetto tradizionale dell’arma 100, ad esempio del fucile 101.
Si consideri come esempio una specifica realizzazione pratica dell’apparato contacolpi 1 comprendente: un dispositivo 10 del tipo schematizzato in figura 6; una unità di elaborazione 11 della famiglia MSP430 di Texas Instruments; un semplice display 24 di tipo LCD non retroilluminato; una tastiera 25 con tre tasti; e una batteria 31 al litio di tipo CR2032 (3V e 230mAh). Tale forma di realizzazione ha una massa complessiva limitata a circa 50 grammi. È evidente alla persona esperta come una massa aggiuntiva di 50 grammi non alteri sostanzialmente l’assetto complessivo del fucile 101, il quale può avere una massa ragionevolmente compresa tra i 2,5 e i 4,5 Kg.
Per quanto riguarda le dimensioni dell’apparato, il dispositivo 10 è il componente più ingombrante e misura circa 55 millimetri di lunghezza e 20 mm di diametro esterno. L’unità di elaborazione 11, l’interfaccia utente 23 e la batteria 31 sono state vantaggiosamente montate su una scheda 32 (indicata a tratteggio in figura 10) che misura nel complesso circa 40 × 30 millimetri e 15 millimetri di spessore.
Un semplice collegamento mediante fili può consentire di allontanare il dispositivo 10 dalla scheda 32. In tal modo è possibile dare a ciascun componente una collocazione ottimale.
In accordo con una forma di realizzazione dell’invenzione applicata ad un fucile 101, il dispositivo 10 trova spazio nella pala 105 del calcio 104, mentre la scheda 32 è montata nella coccia 107.
In accordo con altre forme di realizzazione, l’apparato contacolpi 1 può trovare collocazioni differenti, ad esempio nell’astina 109, laddove essa non ospiti già il magazzino delle cartucce e/o il meccanismo per la ricarica semiautomatica dell’arma 100.
Tali considerazioni possono essere considerate valide anche per l’applicazione dell’apparato contacolpi 1 alla carabina 102, la quale ha in generale una configurazione e una massa complessive simili a quelle del fucile 101.
Per quanto riguarda invece la pistola 103, la questione della massa e degli ingombri dell’apparato contacolpi 1 diventa nettamente più problematica. La pistola 103 infatti ha una massa complessiva sensibilmente inferiore e non ha in generale parti che possano essere scavate come la pala 105 del calcio 104. Un apparato contacolpi 1 specificamente ridimensionato per essere applicato ad una pistola 103, potrebbe ad esempio trovare posto sotto il fusto 111, davanti al ponticello del grilletto.
In accordo con altre forme di realizzazione l’apparato contacolpi 1 può essere realizzato come accessorio indipendente e adatto ad essere applicato ad un’arma 100 non espressamente pensata per adottarlo, può in altre parole essere realizzato e proposto come accessorio del tipo cosiddetto after market. L’apparato contacolpi 1 può ad esempio essere nella sua interezza racchiuso in un involucro adatto ad essere applicato ad un’arma 100. L’applicazione dell’apparato contacolpi 1 all’arma deve tenere conto della necessità di assicurare un vincolo rigido durante l’uso dell’arma. Tale applicazione può ad esempio avvenire mediante una guida standard di tipo Picatinny o mediante altri accoppiamenti di forma studiati appositamente o ancora mediante altri mezzi di fissaggio quali, viti, rivetti, colla, legacci o simili.
In accordo con una forma di realizzazione, l’apparato contacolpi 1 soddisfa i medesimi requisiti di funzionamento che sono richiesti all’arma 100 sulla quale è montato, in termini di temperatura, umidità, shock, ecc.
In accordo con una forma di realizzazione, l’apparato contacolpi 1 comprende un accesso protetto da una apposita chiave, che può essere di tipo hardware o software. Tramite tale accesso, qualora sia necessario, è possibile ad operatori abilitati ispezionare, aggiornare, ri-programmare l’apparato 1 e anche azzerare il contatore.
Alla luce della descrizione riportata sopra, sarà evidente alla persona esperta come l’apparato contacolpi 1 secondo l’invenzione sia un indicatore affidabile dello stato di usura dell’arma 100.
In particolare l’apparato contacolpi 1, basando il suo funzionamento sul fenomeno del rinculo, è adatto a qualsiasi tipo di arma 100. L’apparato contacolpi 1, non essendo dipendente dall’alimentazione fornita dalla batteria 31, non può essere disattivato né inavvertitamente né volontariamente dall’utilizzatore.
L’apparato contacolpi 1 rappresenta dunque per l’arma 100 quello che il contachilometri rappresenta per un’automobile.
Alle forme di realizzazione dell’apparato contacolpi 1 descritte sopra, un tecnico del ramo, per soddisfare esigenze contingenti, potrà apportare modifiche, adattamenti e sostituzioni di elementi con altri funzionalmente equivalenti, senza uscire dall'ambito delle seguenti rivendicazioni. Ognuna delle caratteristiche descritte come appartenente ad una possibile forma di realizzazione può essere realizzata indipendentemente dalle altre forme di realizzazione descritte.

Claims (76)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Apparato contacolpi (1) per un’arma da fuoco leggera (100), comprendente: - un dispositivo (10) adatto a trasformare in un segnale elettrico parte dell’energia connessa ad una accelerazione impressa all’arma (100) da un evento; e - un’unità di elaborazione (11) adatta ad essere alimentata dal segnale elettrico e adatta ad analizzare il segnale elettrico stesso.
  2. 2. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui l’unità di elaborazione (11) è inoltre adatta a registrare l’evento in una memoria (12).
  3. 3. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, il dispositivo (10) è adatto a generare un segnale elettrico sfruttando parte dell’energia meccanica liberata al momento dello sparo, il dispositivo (10) comprendendo dunque un generatore elettrico.
  4. 4. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, il dispositivo (10) comprende una massa (13) e sfrutta la forza che si genera sulla massa (13) per effetto dell’accelerazione.
  5. 5. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, il dispositivo (10) comprendendo un alloggiamento (14) solidale all’arma (100) e in cui l’asse dell’alloggiamento (14) forma un angolo inferiore ai 5° con una canna (108) dell’arma (100), nell’alloggiamento (14) essendo accolta la massa (13).
  6. 6. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui la massa (13) è accolta nell’alloggiamento (14) in modo da poter scorrere liberamente anche se impercettibilmente.
  7. 7. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, in cui il dispositivo (10) comprende inoltre un agglomerato di cristalli piezoelettrici (15).
  8. 8. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui la forza che si genera sulla massa (13) per effetto dell’accelerazione è sfruttata per comprimere l’agglomerato di cristalli piezoelettrici (15).
  9. 9. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, in cui il dispositivo (10) è un generatore ad induzione elettromagnetica di tipo lineare.
  10. 10. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 1 a 5, in cui il dispositivo (10) comprende una bobina (18) e la massa (13) comprende un magnete permanente (17) ed è scorrevolmente accolta nell’alloggiamento (14).
  11. 11. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui il dispositivo (10) comprende una molla (19) adatta a mantenere cedevolmente la massa (13) in una posizione di riposo contro un fine corsa (16) quando l’alloggiamento (14) sia disposto sostanzialmente in orizzontale.
  12. 12. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui la molla (19) è realizzata in materiale amagnetico.
  13. 13. Apparato (1) secondo la rivendicazione 11 o 12, in cui la molla (19) è una molla ad elica cilindrica.
  14. 14. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 11 a 13, in cui la molla (19) è sufficientemente cedevole da consentire, a seguito dell’accelerazione di rinculo, che la massa (13) la comprima e passi così attraverso la bobina (18).
  15. 15. Apparato (1) secondo la rivendicazione 10, in cui il dispositivo (10) comprende inoltre almeno un secondo magnete (20) solidale all’alloggiamento (14), detto magnete permanente (17) e detto secondo magnete (20) essendo orientati in modo tale che si oppongano l’una all’altra le facce della stessa polarità (Nord con Nord o Sud con Sud) e si generi così una repulsione magnetica.
  16. 16. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui la repulsione magnetica è adatta a mantenere cedevolmente la massa (13) in una posizione di riposo contro un fine corsa (16) quando l’alloggiamento (14) sia disposto sostanzialmente in orizzontale.
  17. 17. Apparato (1) secondo la rivendicazione 15 o 16, in cui la repulsione magnetica è sufficientemente cedevole da consentire, a seguito dell’accelerazione di rinculo, che la massa (13) la vinca e passi così attraverso la bobina (18).
  18. 18. Apparato (1) secondo la rivendicazione 10, in cui il dispositivo (10) comprende inoltre due contrapposti magneti (20, 21) solidali all’alloggiamento (14), detto magnete permanente (17) e detti contrapposti magneti (20, 21) essendo orientati in modo tale che si oppongano l’una all’altra le facce della stessa polarità (Nord con Nord e Sud con Sud) e si generino così due contrapposte repulsioni magnetiche.
  19. 19. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui le contrapposte repulsioni magnetiche sono adatte a mantenere cedevolmente la massa (13) in una posizione di riposo al centro dell’alloggiamento (14) quando l’alloggiamento (14) sia disposto sostanzialmente in orizzontale.
  20. 20. Apparato (1) secondo la rivendicazione 18 o 19, in cui le contrapposte repulsioni magnetiche sono sufficientemente cedevoli da consentire, a seguito dell’accelerazione di rinculo, che la massa (13) le vinca e si muova così attraverso la bobina (18).
  21. 21. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 10 a 20, in cui la posizione della bobina (18) lungo l’alloggiamento (14), la massa (13) del magnete (17) e la forza che tiene in posizione il magnete (17), sono definiti in modo che, con l’arma (100) puntata verso il basso, il magnete (17) si dispone nei pressi dell’estremità distale della bobina (18).
  22. 22. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 10 a 21, in cui i magneti (17, 20, 21) sono del tipo neodimio-ferro-boro (NdFeB) o samario-cobalto (SmCo).
  23. 23. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 10 a 22, in cui la bobina (18) ha numero di spire, mutua disposizione delle spire e diametro del filo tali da consentire che la variazione del campo magnetico dovuta al moto del magnete (17) generi un segnale elettrico adatto ad alimentare l’unità di elaborazione (11).
  24. 24. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui la bobina (18) comprende circa 2000 spire di filo AWG38 (American Wire Gauge).
  25. 25. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 5 a 24, in cui l’alloggiamento (14) comprende almeno uno sfiato (22) adatto a compensare le differenze di pressione generate dal movimento del magnete (17) all’interno dell’alloggiamento (14).
  26. 26. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 5 a 25, in cui il dispositivo (10) comprende un guscio esterno adatto a comprendere l’alloggiamento (14) e a garantirne l’isolamento rispetto ai contaminanti ambientali quali acqua, polvere, sabbia, ecc.
  27. 27. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 5 a 26, in cui la parete interna dell’alloggiamento (14) o la superficie esterna della massa (13) comprendono mezzi per ridurre l’attrito radente.
  28. 28. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui i mezzi per ridurre l’attrito radente sono un film lubrificante o un rivestimento a base di materiali a basso coefficiente d’attrito quali il politetrafluoroetilene (PTFE).
  29. 29. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, in cui l’unità di elaborazione (11) comprende una CPU (Central Processing Unit).
  30. 30. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui la CPU comprende almeno un microprocessore e/o un DSP (Digital Signal Processor).
  31. 31. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 2 a 30, in cui la memoria (12) è adatta a mantenere informazioni nel tempo anche in assenza di alimentazione elettrica.
  32. 32. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 2 a 31, in cui la memoria (12) è adatta a contenere informazioni necessarie all’unità di elaborazione (11), informazioni per l’identificazione dell’apparato contacolpi (1) e/o informazioni per l’identificazione dell’arma (100).
  33. 33. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 2 a 32, in cui la memoria (12) è selezionata dal gruppo comprendente memorie di tipo EPROM (Erasable and Programmable Read Only Memory), di tipo EEPROM (Electrically Erasable and Programmable Read Only Memory), di tipo flash, o simili.
  34. 34. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, in cui l’unità di elaborazione (11) è adatta ad attivarsi a seguito della ricezione del segnale elettrico generato dal dispositivo (10).
  35. 35. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, in cui l’unità di elaborazione (11) è inoltre adatta ad acquisire parametri significativi del segnale elettrico, ad esempio campionandone i valori con una frequenza prestabilita.
  36. 36. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, in cui l’unità di elaborazione (11) è programmata per campionare i valori di tensione del segnale elettrico ogni 50 microsecondi.
  37. 37. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, in cui l’unità di elaborazione (11) è adatta a confrontare i parametri significativi del segnale elettrico acquisiti con dei valori predefiniti, così da classificare l’evento che ha generato il segnale elettrico.
  38. 38. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, in cui l’unità di elaborazione (11) è in grado, qualora i parametri significativi del segnale elettrico acquisiti soddisfino predeterminate relazioni con i valori predefiniti, di registrare l’evento in una memoria (12).
  39. 39. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, in cui l’unità di elaborazione (11) è adatta ad attivarsi, analizzare il segnale elettrico ed eventualmente registrare l’evento in una memoria (12) in un intervallo di tempo compreso tra circa 4 e circa 6 millisecondi.
  40. 40. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, in cui il dispositivo (10) è asimmetrico e ha verso di funzionamento preferenziale diretto come l’accelerazione di rinculo.
  41. 41. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, comprendente inoltre un’interfaccia utente (23).
  42. 42. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui l’interfaccia utente (23) comprende mezzi (24) per visualizzare le informazioni elaborate dall’unità di elaborazione (11).
  43. 43. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui i mezzi per visualizzare le informazioni comprendono un display (24).
  44. 44. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui il display (24) è del tipo a cristalli liquidi o LCD (Liquid Crystal Display).
  45. 45. Apparato (1) secondo la rivendicazione 43, in cui il display (24) è del tipo bistabile detto colesterico.
  46. 46. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 43 a 45, in cui il display (24) è del tipo monocromatico.
  47. 47. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 43 a 46, in cui il display (24) è del tipo a colori.
  48. 48. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 43 a 47, in cui il display (24) è del tipo retroilluminato.
  49. 49. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione da 41 a 48, in cui l’interfaccia utente (23) comprende inoltre mezzi (25) per definire quali informazioni debbano essere visualizzate.
  50. 50. Apparato (1) secondo la rivendicazione 49, in cui i mezzi per definire quali informazioni debbano essere visualizzate comprendono una tastiera (25).
  51. 51. Apparato (1) secondo la rivendicazione 50, in cui la tastiera (25) è integrata in un display (24), secondo una logica cosiddetta touch-screen.
  52. 52. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, comprendente inoltre un contacolpi parziale azzerabile dall’utilizzatore.
  53. 53. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, comprendente inoltre un indicatore di un parametro correlato all’energia liberata dai colpi sparati.
  54. 54. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, comprendente inoltre un sensore di pressione (26) adatto ad acquisire dati relativi alla pressione atmosferica per consentire all’apparato (1) di svolgere le funzioni del barometro e dell’altimetro.
  55. 55. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, comprendente inoltre un orologio (27).
  56. 56. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui l’orologio (27) è adatto a collaborare con l’unità di elaborazione (11) per registrare data e l’ora alle quali ciascun colpo è stato sparato.
  57. 57. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, comprendente inoltre un termometro (28).
  58. 58. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, comprendente inoltre un’interfaccia (30) che gli consente di comunicare con un differente dispositivo elettronico.
  59. 59. Apparato (1) secondo la rivendicazione 58, in cui l’interfaccia (30) richiede una connessione fisica tramite una coppia spina-presa.
  60. 60. Apparato (1) secondo la rivendicazione 58 o 59, in cui l’interfaccia (30) utilizza lo standard USB.
  61. 61. Apparato (1) secondo la rivendicazione 58, in cui l’interfaccia (30) sfrutta tecnologie wireless.
  62. 62. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, comprendente inoltre un registro adatto a tenere nota degli interventi di manutenzione condotti sull’arma (100) da tecnici abilitati.
  63. 63. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui il registro è protetto da una apposita chiave che lo rende accessibile solo per i tecnici abilitati e non per l’utilizzatore.
  64. 64. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, comprendente inoltre una batteria (31).
  65. 65. Apparato (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui la presenza e lo stato di carica della batteria (31) non influenzano il funzionamento del dispositivo (10) e dell’unità di elaborazione (11).
  66. 66. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, in cui l’apparato (1) soddisfa i medesimi requisiti di funzionamento che sono richiesti all’arma (100) sulla quale è montato, in termini di temperatura, umidità, shock.
  67. 67. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, comprendente inoltre un accesso protetto da una apposita chiave, hardware o software, tramite cui è possibile ad operatori abilitati ispezionare, aggiornare, ri-programmare l’apparato (1) e azzerare il contatore.
  68. 68. Apparato (1) secondo una qualsiasi rivendicazione precedente, realizzato come accessorio indipendente del tipo cosiddetto after market, adatto ad essere applicato ad un’arma (100) non espressamente pensata per adottarlo.
  69. 69. Arma da fuoco leggera (100) comprendente un apparato contacolpi (1) secondo con una qualsiasi rivendicazione precedente.
  70. 70. Arma da fuoco leggera (100) secondo la rivendicazione precedente in cui l’arma da fuoco leggera (100) è un fucile (101).
  71. 71. Arma da fuoco leggera (100) secondo la rivendicazione 69 in cui l’arma da fuoco leggera (100) è una carabina (102).
  72. 72. Arma da fuoco leggera (100) secondo la rivendicazione 70 o 71 in cui l’arma da fuoco leggera (100) comprende una canna (108) e un calcio (104) comprendente a sua volta una pala (105) e una coccia (107).
  73. 73. Arma da fuoco leggera (100) secondo la rivendicazione precedente in cui il dispositivo (10) trova spazio nella pala (105) del calcio (104), e l’unità di elaborazione (11) è montata nella coccia (107).
  74. 74. Arma da fuoco leggera (100) secondo la rivendicazione 69 in cui l’arma da fuoco leggera (100) è una pistola (103) comprendente una canna (108) che sormonta un fusto (111).
  75. 75. Arma da fuoco leggera (100) secondo la rivendicazione precedente in cui il dispositivo (10) trova spazio sotto il fusto (111).
  76. 76. Arma da fuoco leggera (100) secondo una qualsiasi rivendicazione da 69 a 75 in cui il dispositivo (10) comprende un alloggiamento (14) solidale all’arma (100) e in cui l’asse dell’alloggiamento (14) forma un angolo inferiore ai 5° con una canna (108) dell’arma (100).
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