ITMI20071366A1 - Impiego di oxiracetam nel trattamento del dolore cronico - Google Patents

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ITMI20071366A1
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oxiracetam
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Carlo Cattaneo
Carlo Farina
Carla Ghelardini
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Brane Discovery S R L
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  • Nitrogen And Oxygen Or Sulfur-Condensed Heterocyclic Ring Systems (AREA)

Description

Descrizione dell’invenzione industriale dal titolo:
IMPIEGO DI OXIRACETAM NEL TRATTAMENTO DEL DOLORE CRONICO
CAMPO DELL’INVENZIONE
La presente invenzione riguarda il campo del trattamento farmacologico del dolore cronico.
STATO DELL’ARTE
A differenza del dolore acuto che svolge un’importante azione fisiologica di allertare l’organismo verso un pericolo incombente o danno incipiente, il dolore cronico non svolge alcuna azione protettiva.
I dolori cronici vengono distinti in due categorie principali, il dolore infiammatorio cronico ed il dolore neuropatico. Quest’ultimo è dovuto ad una lesione diretta sulle vie nervose da parte della noxa, sia essa infettiva, metabolica, vascolare o altro. Nel dolore cronico infiammatorio i tessuti lesi rilasciano fattori algogeni che a loro volta danneggiano le terminazione nervose instaurando un meccanismo vizioso di mantenimento e potenziamento della percezione dolorosa.
II dolore cronico sia neuropatico che infiammatorio costituisce un importante aspetto epidemiologico di una condizione di “high unmet medicai need” cioè di un’area terapeutica al momento in netto bisogno di miglioramento perché caratterizzata da forme di trattamento poco efficaci e/o con una coorte di importanti effetti collaterali nocivi.
Una quota crescente di soggetti soffre di un tipo di dolore neuropatico iatrogeno, indotto dalle terapie antitumorali in uso nella moderna oncologia. In particolare i farmaci derivati del taxolo, cisplatino e vincristina sono quelli che più frequentemente causano la comparsa di neuropatie dolorose. Attualmente non esistono trattamenti efficaci e/o ben tollerati per questo tipo di dolore. Infatti, classici potenti antidolorofici come la lamotrigina (Renno S.l. 2006 J.CIin. Oncol. ASCO Annua! Meeting Proceeding Pari I voi. 24, No 18S:8530), gabapentina (Wong G.Y. 2005 J. Clin. Oncol. ASCO Annual Meeting Proceeding Pari I voi. 23, No 16S:8001) o nortriptilina (Hammack J.E. 2002, Pain 98:195-203) non sono assolutamente soddisfacenti dal punto di vista del loro indice terapeutico.
Gli analoghi dei nucleosidi che inibiscono la transcrittasi inversa (ddC, d4T, AZT) sono comunemente utilizzati come antivirali nel trattamento dell’AIDS. Questi farmaci spesso causano la comparsa di neuropatie periferiche di vario grado di severità dopo trattamento prolungato. Come nel caso dei chemioterapici questi sintomi possono essere così intensi da provocare Γ abbreviamento o la sospensione di queste terapie salvavita. Le caratteristiche di queste neuropatie sono chiaramente differenti da quelle causate dalla progressione dell’AIDS, infatti sono caratterizzate dall'improvvisa comparsa di dolore bruciante, molto intenso, a livello di mani e piedi dopo circa 10 settimane di trattamento. Le neuropatie causate da HIV hanno invece una progressione molto lenta (Dubinsky R.M. 1989, Muscle Nerve 12:856-860). Come nel caso delle neuropatie causate da chemioterapici, il dolore è difficilmente trattabile.
L’antidepressivo triciclico amitriptilina e il bloccante dei canali del sodio mexiletina, attivi su diverse forme di neuropatia periferica dolorosa, non hanno mostrato alcun effetto significativo su questo tipo di dolore neuropatico (Kieburtz K. 1998 Neurology 51:1682-1688). La gabapentina ha dimostrato una certa efficacia anche se pazienti con sindromi severe raramente ottengono risultati sufficienti e richiedono la somministrazione aggiuntiva di narcotici (McArthur J. C. 2001, The Hopkins HIV report. http://www.hopkins-aids.edu/publications/report/mav01 2.html).
Altre forme di dolore neuropatico possono essere causate da infezioni virali. La nevralgia post-erpetica ad esempio è causata dalla riattivazione del virus varicella-zooster, dopo molto tempo dall'infezione. Questo tipo di neuropatia è caratterizzata dallo sviluppo di una forte allodinia meccanica, frequente perdita di sensibilità agli stimoli termici e dolore spontaneo intermittente. L’intensità del dolore può essere tale da compromettere la qualità di vita dei pazienti che ne sono affetti.
Un tipo di dolore epidemiologicamente molto rilevante è il dolore al capo ed alla nuca meglio noto come cefalea. Quando la cefalea occorre in modo parossistico, ricorrente con attacchi della durata di alcune ore sino ad alcuni giorni associata a sintomi di malessere generale viene definita emicrania.
Il trattamento corrente dell’emicrania viene effettuato con antalgici di ogni tipo, dai FANS agli oppioidi e da antistaminici e derivati ergotaminici.
Nell’ultimo decennio sono stati utilizzati dei derivati triptanici, 5HT2 antagonisti che sono spesso in grado di bloccare un attacco all’insorgenza se somministrati prontamente. Tutte queste metodiche hanno seri limiti sia di efficacia che di tossicità. Nei casi più severi in cui gli attacchi dolorosi ricorrono in maniera plurisettimanale si tenta una terapia preventiva con farmaci antiepilettici, beta bloccanti e antidepressivi. Il massimo risultato ottenibile con queste terapie preventive è la riduzione del 50% della frequenza ed intensità degli attacchi, ma mai la risoluzione completa di essi.
Un'altra forma di dolore cronico è il dolore infiammatorio. È dovuto al rilascio di mediatori che sono in grado di attivare direttamente i nocicettori localizzati sulle afferenze primarie o di abbassare la soglia di attivazione di queste ultime in modo da renderle più sensibili a stimoli dolorifici e non, di varia natura. Le afferenze primarie eccitate possono a loro volta rilasciare neurotrasmettitori in grado di stimolare le cellule immunitarie richiamate dal processo infiammatorio causando il rilascio di altri mediatori infiammatori. Questo fenomeno definito ‘infiammazione neurogenica’ porta ad autoamplificare la sintomatologia del paziente. Una forma particolarmente grave e dolorosa di questo tipo di patologia è l’osteoartrite. L’osteoartrite è un tipo di artrite degenerativa che causa la rottura e in alcuni casi la perdita della cartilagine articolare di una o più articolazioni. Il sintomo più comune legato a questa patologia è il dolore a livello dell’articolazione interessata dopo movimenti ripetuti o prolungata inattività (dolore notturno e a riposo). Anche se è stata dimostrata una certa correlazione tra il dolore e l’estensione del danno articolare, l’esatta eziologia di questo tipo di dolore non è ancora nota; infatti pazienti con danni alle giunture relativamente ridotti soffrono di dolori molto intensi e viceversa, questo fa supporre che non si tratti semplicemente di dolore infiammatorio ma che vi sia anche una componente neuropatica. I trattamenti raccomandati includono FANS, steroidi e oppioidi, tutti farmaci il cui utilizzo è associato alla comparsa di severi effetti collaterali, inoltre in diversi casi la loro efficacia è incompleta (Altman R.D. 2000 Arthritis Rheum 43:1905-1915).
Oxiracetam (2-(4-idrossi-2-ossopirrolidin-1-il)-acetammide) è un derivato pirrolidinonico di formula (I)
La domanda di brevetto DE2635853 ne descrive l'applicazione farmaceutica come agente nootropico, capace cioè di migliorare l’apprendimento e la memoria di animali ed esseri umani. Caratteristica di questa molecola, rispetto ad altri pirrolidoni con azione nootropica (quali piracetam, etiracetam, ecc.) è la presenza di un sostituente idrossi in posizione 4 sull’anello pirrolidonico. Dati di risposta dose/effetto mostrano per oxiracetam una attività nootropica significativa nel ratto alla dose orale di 30 mg/kg ( J.Med.Chem ., 1993, 36, 4214-4230). Nella domanda di brevetto DE2758937 si descrive un processo per la preparazione di oxiracetam e dei suoi singoli enantiomeri.
Oxiracetam agisce sul sistema nervoso centrale attivando selettivamente le funzioni corticali, ma è sprovvisto di effetti sia stimolanti che sedativi e non influenza l’attività del sistema nervoso autonomo. Nell’uomo la biodisponibilità assoluta è pari al 75%, con un picco di concentrazione dopo 1-2 ore (1-3 ore nell’anziano), un’emivita di 1-1.25 ore (4.4 ore nell’anziano) ed un’escrezione prevalentemente renale (l’84% della dose somministrata viene trovata immodificata nelle urine).
La sua tossicità è estremamente bassa, tanto che non è stato possibile determinare un valore di DL50, risultata comunque superiore a 10,000 mg/kg per via orale e parenterale.
Anche le prove di tossicità a lungo termine con somministrazioni ripetute sino a 3,000 mg/kg/die non hanno evidenziato effetti tossici.
Il prodotto è perfettamente tollerato anche quando viene somministrato per via intramuscolare o endovenosa, ed è privo di effetti teratogeni, mutagenici o sulla funzione riproduttiva e di effetti tossici peri e postnatali.
Non modifica inoltre la capacità di guidare veicoli e non produce alcun effetto indesiderato sull’uso delle macchine, così come non sono note interazioni farmacologiche sfavorevoli di alcun tipo né sintomi da sovradosaggio.
Oxiracetam è stato autorizzato per la prima volta aN’immissione in commercio in Italia col nome commerciale di Neuromet<®>in data 21.04.1984.
Le forme farmaceutiche autorizzate sono:
• compresse da 800 mg (1 compressa due volte al giorno), • soluzioni per uso orale (flacone da 120 mi: 1 misurino da 5 mi due volte al giorno; flaconcini monodose da 5 mi: 1 flaconcino due volte al giorno),
• granulato (bustine da 1.6 g da sciogliere in acqua)
• soluzioni iniettabili (fiale da 1 g per iniezioni endovenose o intramuscolari; soluzione da 6 g/30 mi per infusione endovenosa).
Oxiracetam non è mai stato proposto per l’uso nel trattamento del dolore. Alla luce della suddetta tecnica nota resta tuttora sentita la necessità di nuovi farmaci dotati di elevata attività antiiperalgesica ed antiallodinica nei confronti del dolore cronico, ed associàta ad un ampio margine di sicurezza, quindi con un elevato indice terapeutico. Resta sentita anche la necessità di trattare specifiche forme di dolore neuropatico particolarmente resistenti al trattamento con antiiperalgesici tradizionali.
SOMMARIO
I presenti inventori hanno studiato il comportamento di oxiracetam a dosaggi diversi da quelli precedentemente descritti per questo composto, valutando anche le possibili variazioni di tossicità associate ai nuovi dosaggi. Nel corso di questi studi è stata evidenziata una nuova finestra farmacologica all’interno della quale oxiracetam esplica un forte effetto di regressione dei fenomeni dolorosi cronici di origine neuropatica ed infiammatoria senza tuttavia esplicare alcun effetto tossico. Si apre quindi la possibilità di trattare queste debilitanti patologie con un prodotto efficace e sostanzialmente atossico.
DESCRIZIONE DELLE FIGURE
Figura 1. Neuropatia da ossaliplatino
*p<0.01 verso il gruppo ossaliplatino/veicolo. Ciascun valore rappresenta la media ± E.S. di 8 ratti in due esperimenti. ;Figura 2: Neuropatia da ddC ;<Λ>ρ<0.05 verso il gruppo ddC/veicolo. Ciascun valore rappresenta la media E.S. di 10 ratti. ;Figura 3: Dolore osteoartritico da MIA nel ratto ;*p<0.01,<Λ>ρ<0.05 verso il gruppo MIA/veicolo. Ciascun valore rappresenta la media ± E.S. di 11 ratti in due esperimenti.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA
Oggetto dell’invenzione è l’impiego di oxiracetam, o un suo solvato farmaceuticamente accettabile, nella preparazione di un farmaco utile per il trattamento e/o prevenzione del dolore cronico.
Ulteriore oggetto dell’invenzione è un metodo per il trattamento e/o prevenzione del dolore cronico caratterizzato dalla somministrazione di una dose farmaceuticamente efficace di oxiracetam ad un paziente che ne necessita.
Oxiracetam è un composto chirale. Ai fini della presente invenzione, per “oxiracetam” si intendono sia le miscele racemiche dei due enantiomeri (R) ed (S) di oxiracetam, sia le miscele enantiomericamente arricchite in (R) o (S), o i singoli enantiomeri (R) o (S). L’uso, metodo e composizioni farmaceutiche oggetto dell’invenzione si intendono pertanto estesi a tali miscele o singoli enantiomeri di oxiracetam.
In accordo con l’invenzione, oxiracetam può essere somministrato da solo o in associazione con ogni altro principio attivo utile per il trattamento o prevenzione del dolore cronico o delle sue malattie scatenanti.
E’ inoltre compresa nell’invenzione la somministrazione di oxiracetam in associazione con principi attivi che comportano quale effetto collaterale l’insorgenza di dolore cronico, in particolare farmaci antitumorali ed antivirali; esempi non limitativi di tali farmaci sono tassolo, vincristina, cisplatino, ossaliplatino, nucleosidi antivirali inibitori della trascrittasi inversa (ddC, d4T, AZT), molti dei quali sono farmaci antivirali d’elezione nella terapia di infezioni da HIV.
Attraverso l’uso ed il metodo rivendicati è possibile trattare efficacemente e con alto margine di sicurezza tutti i tipi di dolore cronico sia neuropatico sia infiammatorio. Esempi preferiti di dolore cronico trattato in accordo con l’invenzione sono i seguenti:
1. dolore indotto da agenti chemioterapici o altra terapia antiblastica, ad es. radioterapia; tra gli agenti chemioterapici responsabili di neuropatie si citano in particolare tassolo, vincristina, cisplatino, ossaliplatino;
2. dolore indotto da agenti antivirali come ad es. i nucleosidi inibitori della trascrittasi inversa (ddC, d4T, AZT);
3. sindrome dolorosa regionale complessa, arto fantasma, sindromi talamiche, sindromi spinali,
4. dolore da osteoartrite, artrite reumatoide, forme osteoartrosiche autoimmuni
5. dolore da cefalea (cefalea in generale e forme emicraniche, cefalea dovuta a cause vascolari, infettive, autoimmuni, dismetaboliche e tumorali, cefalea da ipertensione endocranica, cefalea da pseudo-tumor cerebri, emicrania classica con e senza aura, emicrania emiplegica e con altre complicazioni motorie, emicrania infantile e giovanile, sindrome di Biekerstaff, ecc.).
Particolarmente efficace, e pertanto preferito ai fini dell’invenzione, è il trattamento del dolore indotto da agenti chemioterapici ed il dolore da osteoartrite, artrite reumatoide, forme osteoartrosiche autoimmuni.
Ai fini dell’invenzione, nel presente trattamento l’effetto anti-iperalgesico di oxiracetam si esplica in un intervallo di dosaggi orali compreso tra 50 e 300 mg/kg, preferibilmente tra 100 e 300 mg/Kg. L’effetto antiiperalgesico si può ottenere anche mediante vie di somministrazione diverse da quella orale, ad es. intramuscolare o endovenosa: in questi casi oxiracetam viene somministrato in quantità tali da ottenere livelli ematici paragonabili a quelli ottenuti con 50-300 mg/kg orali. Valori di riferimento utili per le somministrazioni intramuscolari sono compresi tra 25 e 150 mg/kg circa; valori di riferimento utili per le somministrazioni endovenose sono compresi tra 5 e 60 mg/kg circa.
L’invenzione include quindi composizioni farmaceutiche di oxiracetam utili per i suddetti trattamenti. Tali composizioni contengono un quantitativo di questo principio attivo superiore a quello precedentemente proposto per l’attività nootropica.
I quantitativi di principio attivo, espressi in mg/kg, sono quelli sopra citati. Queste composizioni hanno una dose unitaria adatta per amministrare i suddetti dosaggi. Tipicamente esse contengono da 2500 a 15000 mg nel caso di composizioni orali; da 1250 a 7500 mg nel caso di composizioni intramuscolari; da 250 a 3000 mg nel caso di composizioni endovenose. Oxiracetam può essere formulato farmaceuticamente secondo metodologie note. Le diverse composizioni farmaceutiche possono essere scelte in funzione delle necessità di trattamento. Tali composizioni vengono preparate per miscelazione e vengono opportunamente adattate alla somministrazione orale o parenterale, e in quanto tali, possono essere somministrate nella forma di compresse, capsule, preparazioni orali, polveri, granuli, pastiglie, soluzioni liquide iniettabili o infusibili, sospensioni o supposte.
Compresse e capsule per somministrazione orale sono normalmente presentate in forma di dose unitaria, e contengono eccipienti convenzionali quali leganti, fillers, diluenti, agenti di compressanti, lubrificanti, detergenti, disintegranti, coloranti, aromi ed umidificanti. Le compresse possono essere ricoperte secondo metodi ben noti neH’arte. Adatti fillers includono cellulosa, mannitolo, lattosio ed altri agenti similari. Adatti disintegranti comprendono amido, polivinilpirrolidone ed derivati dell’amido come amido sodio glicolato. Adatti lubrificanti includono, ad esempio, magnesio stearato. Adatti agenti umidificanti includono sodio laurilsolfato.
Queste composizioni solide orali possono essere preparate con metodi convenzionali di miscelazione, riempimento o compressione. E’ possibile ripetere le operazioni di miscelazione per disperdere il principio attivo in composizioni contenenti larghe quantità di fillers. Tali operazioni sono convenzionali.
Le preparazioni liquide orali possono essere nella forma di, ad esempio, sospensioni acquose o oleose, soluzioni, emulsioni, sciroppi, o elisir, o possono essere presentate come prodotto secco per ricostituzione con acqua o con adatto veicolo prima dell’uso. Tali preparazioni liquide possono contenere additivi convenzionali quali agenti sospendenti, ad esempio sorbitolo, sciroppo, metilcellulosa, gelatina, idrossietilcellulosa, carbossimetilcellulose, gel di alluminio stearato o grassi edibili idrogenati, agenti emulsionanti, ad esempio lecitina, sorbitan monooleato, o acacia; veicoli non acquosi (che possono includere oli edibili), ad esempio, olio di mandorle, olio di cocco frazionato, esteri oleosi come esteri di glicerina, glicol propilenico, o alcol etilico; conservanti, ad esempio metil o propil p-idrossibenzoato o acido sorbico, e se desiderato, aromi o coloranti convenzionali.
Le formulazioni orali includono anche formulazioni convenzionali a rilascio protratto, come compresse o granuli aventi un rivestimento enterico.
Per la somministrazione parenterale, si possono preparare unità di dosaggio fluide, contenenti il composto e un veicolo sterile. Il composto, in base al veicolo ed alla concentrazione, può essere sospeso o disciolto. Le soluzioni parenterali sono normalmente preparate sciogliendo il composto in un veicolo e sterilizzando mediante filtro, prima di riempire opportune fiale o ampolle e sigillarle. Vantaggiosamente è possibile anche sciogliere nel veicolo adiuvanti come anestetici locali, conservanti e agenti tamponanti. Per aumentare la stabilità, la composizione può venire congelata dopo aver riempito la fiala e rimosso l’acqua sotto vuoto. Le sospensioni parenterali sono preparate sostanzialmente nello stesso modo, con la differenza che il composto può essere sospeso nel veicolo anziché disciolto, e venire sterilizzato per esposizione ad ossido di etilene prima di essere sospeso nel veicolo sterile. Vantaggiosamente, è possibile includere un tensioattivo o un umettante nella composizione per facilitare la uniforme distribuzione del composto dell'invenzione.
Un altro modo di somministrazione dei composti dell’invenzione riguarda un trattamento topico. Formulazioni topiche possono contenere p.es. unguenti, creme, lozioni, gel, soluzioni, paste e/o possono contenere liposomi, micelle e/o microsfere.
Un ulteriore modo di somministrazione dei composti dell’invenzione riguarda il rilascio transdermico. Tipiche formulazioni transdermiche comprendono vettori convenzionali acquosi e non acquosi, come creme, oli, lozioni o paste o possono essere in forma di membrane o cerotti medicati.
Come è pratica comune, le composizioni sono normalmente accompagnate da istruzioni scritte o stampate, per l’uso nel trattamento in questione.
A titolo esemplificativo, ma non limitativo vengono di seguito riportati alcuni esempi illustranti le caratteristiche dell’invenzione.
PARTE SPERIMENTALE
1. Metodi
1.1 Neuropatia da farmaci chemioterapici
La neuropatia periferica viene indotta mediante somministrazione ripetuta di vincristina, di tassolo o di ossaliplatino a ratti maschi adulti Sprague Dawley, del peso di circa 150-200 g (fornitore Harlan)
Sono stati usati, rispettivamente, i seguenti protocolli:
• Vincristina: il farmaco viene iniettato per via endovenosa, alla dose di 150 pg/kg. Il trattamento viene effettuato ogni 2 giorni, per 5 volte, fino al raggiungimento di una dose cumulativa pari a 750 μg/kg. Il test della compressione della zampa viene effettuato 4 giorni dopo l’ultima iniezione. (Marchand F. 2003, Brain Res.
980:117-120).
« Tassolo: La neuropatia da taxolo viene causata dalla somministrazione intraperitoneale di 0.5 mg/kg una volta al giorno, nei giorni 1,3,5 e 8. La dose cumulativa somministrata è pari a 2 mg/kg. Il test farmacologico viene effettuato 14-18 giorni dopo l’ultima iniezione di taxolo (Polomano R.C. 2001, Pain 94:293-304).
• Ossaliplatino: 2.4 mg/kg vengono iniettati per via intraperitoneale per 5 giorni consecutivi seguiti da 2 giorni di sospensione (un ciclo). In totale vengono effettuati 3 cicli raggiungendo una dose cumulativa di 36 mg/kg (Cavalletti G. 2001, Eur. J. Cancer 37:2457-2463). Il test viene effettuato 48 ore dopo l’ultima somministrazione di ossaliplatino.
1.2 Neuropatia da farmaci antivirali
Ratti maschi adulti Sprague Dawley, del peso di circa 150-200 g (fornitore Harlan) sono stati trattati per via endovenosa con una singola somministrazione di 25 mg/kg degli inibitori della transcrittasi inversa, ddC (2’,3’-dideossicitidina) o d4T (2’,3’-dideidro-3’-deossitimidina). La somministrazione di questi due farmaci anti-HIV causa un’accentuata ipersensibilità allo stimolo meccanico. La riduzione massima della soglia alla compressione della zampa si sviluppa tra il giorno 5 e il giorno 10 dall’iniezione. Il test viene effettuato il giorno 10.
1.3 Cefalea
Modelli sperimentali nel ratto hanno dimostrato l’esistenza di una innervazione da parte dei nuclei del trigemino alle arterie e ai capillari venosi della dura madre. Questa area è una delle poche zone sensibili al dolore del cervello ed è reputata essere all’origine di molte forme di cefalea (Bolay H 2002 Nature Medicine 8: 136-142). Su questa base i modelli animali di stimolazione elettrica dei gangli del trigemino e conseguente neuro-infiammazione dei vasi della meninge sono stati largamente utilizzati per lo sviluppo di nuovi farmaci utili per il trattamento di questo tipo di dolore patologico. I ratti [ratti maschi adulti Sprague Dawley, del peso di circa 150-200 g (fornitore Harlan)]sono stati anestetizzati con Pentobarbital Sodium ® (60 mg/kg i.p.). Il nucleo del trigemino è stato stimolato tramite l'impianto unilaterale di un elettrodo utilizzando uno stereotassico. L’entità della neuroinfiammazione meningea è stata valutata osservando la fuoriuscita di albumina dai vasi (Blu di Evans o albumina radiomarcata con<125>l).
1.4 Dolore artritico nel ratto
L’infiammazione articolare viene indotta tramite l'iniezione di 0.1 mi dell’adiuvante completo di Freund (CFA) nella cavità dell’articolazione dell’anca in ratti anestetizzati [ratti maschi adulti Sprague Dawley, del peso di circa 150-200 g (fornitore Harlan)]. L’iperalgesia meccanica è stata valutata utilizzando il test della compressione della zampa 14 giorni dopo la somministrazione di CFA (Shan S 2007, Pain 129:64-75).
1.5 Dolore osteoartritico nel ratto
Il danno osteoartritico viene causato da una singola somministrazione di 2 mg (25 μΙ) di 2-iodoacetato di sodio direttamente nell’articolazione del ginocchio sinistro di ratti anestetizzati [ratti maschi adulti Sprague Dawley, del peso di circa 150-200 g (fornitore Harlan)] (Fernihough J.
2004, Pain 112:83-93). Questo trattamento causa la progressiva degenerazione della cartilagine dell’articolazione e la comparsa di iperalgesia, un quadro che sia a livello istologico sia comportamentale, ricalca quanto osservato nell’uomo. Il test farmacologico viene effettuato 7 giorni dopo il trattamento.
1.6 Test della compressione della zampa (paw pressure)
L’entità dell’iper-algesia meccanica nel ratto [ratti maschi adulti Sprague Dawley, del peso di circa 150-200 g (fornitore Harlan)] è stata misurata utilizzando il test della compressione della zampa. L’apparecchiatura utilizzata per il test è un analgesimetro (Ugo Basile) che esercita una forza, espressa in grammi, che viene applicata a velocità costante (32 g/s) attraverso un punzone di forma conica sulla superficie superiore delle zampe posteriori del ratto. L’entità della forza viene costantemente rilevata da un indicatore che si muove lungo una scala lineare. L’animale viene tenuto fermo nel palmo della mano e la soglia nocicettiva viene espressa come quella forza a cui l’animale reagisce ritraendo la zampa, 0 irrigidendo il corpo, o squittendo. Quando la forza raggiunge il valore di 240 g l'animale viene tolto anche se non si è ancora avuta alcuna reazione allo stimolo (Leighton G.E. 1988, Br. J. Pharmacol. 93:553-560).
1.7 Coordinazione motoria nel ratto
Il test è stato effettuato secondo il metodo descritto da Veneroni et al.
2003, Pain 102:17-25. Il test è stato effettuato 30 min dopo la somministrazione del farmaco. Il deficit neurologico è stato valutato dall’incapacità del ratto di rimanere sull’asta rotante (10 giri/min) per il periodo del test.
2. Risultati (ATTIVITÀ’ ANTI-IPERALGESICA)
2.1 Neuropatia indotta da ossaliplatino nel ratto
1 risultati del test sono esposti nella Figura 1. Alla dose di 300 mg/kg p.o. oxiracetam induce una riduzione statisticamente significativa della iperalgesia meccanica dopo 30 e 45 minuti dalla somministrazione.
2.2 Neuropatia indotta da farmaci antivirali
I risultati del test sono esposti nella Figura 2. Alla dose di 300 mg/kg p.o. oxiracetam induce una riduzione statisticamente significativa della soglia algogena meccanica dopo 15 minuti dalla somministrazione.
2.3 Dolore osteoartritico nel ratto
I risultati del test sono esposti nella Figura 3. Si osserva che oxiracetam alla dose di 100 mg/kg p.o. a 15-45 minuti dal trattamento produce un effetto statisticamente significativo nel ridurre l’iper-algesia indotta dal MIA.
3. RISULTATI (TOLLERABILITÀ’)
Per verificare se oxiracetam possa o meno indurre effetti collaterali indesiderati, il composto è stato testato nel modello del rotarod nel ratto.
3.1 Test del rotarod nel ratto
Oxiracetam ha mostrato nel test del rotarod nel ratto una TD25= 5000 mg/kg p.o.. Nello stesso test, gabapentina ha mostrato una TD-|6= 1000 mg/kg p.o..
Nel loro insieme questi dati dimostrano l’insorgenza di una forte attività anti-iperalgesica per oxiracetam all'interno degli intervalli di dosaggio caratteristici della presente invenzione. L’elevata potenza di azione è confermata dal fatto che questo composto ha presentato un’efficacia nettamente superiore a quella della gabapentina, il farmaco finora ritenuto d’elezione nella terapia tentativa di trattamento del dolore cronico. L’attività è stata riscontrata nei confronti di dolori cronici di diverse origini (ad esempio dolore indotto da chemioterapici, da agenti antivirali, da osteoartrite, da cefalea ecc.), dimostrando così l’ampio spettro di applicabilità del trattamento proposto. Inoltre, i dati mostrati nei suddetti modelli animali evidenziano una speciale efficacia di oxiracetam nei confronti del dolore cronico associabile al trattamento con chemioterapici ed il dolore da osteoartrite e patologie ad essa correlate. Nelle dosi caratteristiche della presente invenzione inoltre, oxiracetam si dimostra inoltre molto più tollerabile della gabapentina.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Uso di oxiracetam, o suo solvato farmaceuticamente accettabile, da solo o in associazione con altri principi attivi, nella preparazione di un farmaco utile per il trattamento e/o prevenzione del dolore cronico.
  2. 2. Uso secondo la rivendicazione 1, dove il dolore cronico è indotto da: osteoartrite, artrite reumatoide, forme osteoartrosiche autoimmuni, agenti chemioterapici, agenti antivirali, sindrome dolorosa regionale complessa, arto fantasma, sindromi talamiche e spinali, cefalea.
  3. 3. Uso secondo le rivendicazioni 1-2, dove il principio attivo somministrato in associazione con oxiracetam è un farmaco antitumorale o antivirale.
  4. 4. Uso secondo la rivendicazione 3, dove il principio attivo somministrato in associazione con oxiracetam è scelto tra tassolo, vincristina, cisplatino, ossaliplatino, nucleosidi antivirali inibitori della trascrittasi inversa e loro derivati.
  5. 5. Uso secondo le rivendicazioni 1-4, nella preparazione di un’unità di dosaggio: orale, utile a somministrare tra 50 e 300 mg/kg di oxiracetam; intramuscolare, utile a somministrare tra 25 e 150 mg/kg di oxiracetam; intravenosa. utile a somministrare tra 5 e 60 mg/kg di oxiracetam.
  6. 6. Uso secondo le rivendicazioni 1-5, nella preparazione di un’unità di dosaggio: orale, contenente tra 2500 e 15000 mg di oxiracetam; intramuscolare, contenente tra 1250 e 7500 mg di oxiracetam; intravenosa, contenente tra 250 e 3000 mg di oxiracetam.
  7. 7. Composizione farmaceutica per il trattamento e/o prevenzione del dolore cronico, contenente oxiracetam o suo solvato farmaceuticamente accettabili, da solo o in associazione con altri principi attivi.
  8. 8. Composizione secondo la rivendicazione 7, nella forma di un’unità di dosaggio: orale, adatta a somministrare tra 50 e 300 mg/kg di oxiracetam; intramuscolare, adatta a somministrare tra 25 e 150 mg/kg di oxiracetam; intravenosa, adatta a somministrare tra 5 e 60 mg/kg di oxiracetam.
  9. 9. Composizione secondo le rivendicazioni 7-8, nella forma di un’unità di dosaggio: orale, contenente tra 2500 e 15000 mg di oxiracetam; intramuscolare, contenente tra 1250 e 7500 mg di oxiracetam; intravenosa, contenente tra 250 e 3000 mg di oxiracetam.
  10. 10. Composizione secondo le rivendicazioni 7-9, scelta tra compresse, capsule, preparazioni orali, polveri, granuli, pastiglie, soluzioni liquide iniettabili o infusibili, sospensioni, emulsioni, sciroppi, elisir, polveri o granulati secchi, formulazioni a rilascio protratto, unguenti, creme, lozioni, gel, paste, membrane per applicazione transdermica o cerotti medicati.
  11. 11. Oxiracetman o suo solvato farmaceuticamente accettabile, da solo o in associazione con altri principi attivi, per uso nel trattamento e/o prevenzione del dolore cronico. (GER/lm)
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