ITMI20070745A1 - Stabilizzatore antirollio a pale oscillanti - Google Patents

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Description

STABILIZZATORE ANTIROLLIO A PALE OSCILLANTI.
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un nuovo tipo di stabilizzatore per imbarcazioni. Sono noti diversi sistemi che permettono di opporsi ai movimenti di rollio causati dalla variazione delle masse d'acqua intorno alla carena dal passaggio (felle onde, causa di non poco disagio nei viaggi per mare.
Uno dei primi mezzi conosciuti per limitare questo inconveniente si basò sull’uso di casse antirollio, utilizzate come contenitori per lo spostamento di masse d’acqua all’interno delle navi. Malgrado la loro efficacia, queste vennero ben presto abbandonate per l' ingombro e peso eccessivi. Altri meccanismi, conosciuti col nome di stabilizzatori giroscopici, non ebbero miglior fortuna, sia per il loro peso, sia per l’avvento delle alette o pinne stabilizzatrici. Per il loro funzionamento, le alette vengono fatte fuoriuscire ai lati dello scafo e, su comando di un sensore vengono inclinate similmente agli alettoni di un aereo, in modo da creare nell'avanzamento una spinta contraria allo sbandamento.
Questo sistema, rispetto ai precedenti, si diffuse rapidamente in conseguenza del peso ed ingombro ridotti. Nonostante i suoi pregi, presenta però i seguenti inconvenienti:
1) La forza stabilizzante risulta efficiente solamente quando l'imbarcazione è in navigazione.
2) quando la nave manovra per entrare in porto, è necessario che le alette vengano fatte rientrare all’interno dello scafo per evitare che possano accidentalmente urtare contro la banchina o danneggiare altre imbarcazioni.
3) L’apparecchiatura di movimentazione delle alette occupa un notevole spazio all’interno dello scafo.
4) L'apparato stabilizzante presenta un costo rilevante.
Scopo del presente trovato è quello di ovviare agli inconvenienti sopra lamentati ed in particolare:
Λ) installare meccanismi stabilizzanti efficaci sia in navigazione, sia quando la nave è ferma.
B) installare meccanismi stabilizzanti efficienti anche in presenza di mare molto mosso. C) installare meccanismi stabilizzanti fìssati permanentemente nella parte sommersa dello scafo, senza la necessità che debbano essere fatti rientrare all’interno della struttura quando le situazioni lo consigliano.
D) installare meccanismi stabilizzanti che presentino un minimo spazio di ingombro. E) installare meccanismi stabilizzanti tecnologicamente semplici ed economici. La presente invenzione raggiunge questo obiettivo poiché utilizza una o più alette mobili incernierate allo scafo su perni fissati con asse orizzontale, posizionate al di sotto della linea di galleggiamento e con il piano parallelo all’asse longitudinale dell'imbarcazione. La forza antirollio si esplica facendo oscillare le alette con una singola inclinazione per ogni oscillazione della imbarcazione e con intensità ed ampiezza rapportate allo sbandamento. La forza delle alette si esplica sia nella prima fase di sbandamento quando lo scafo si inclina, sia nella seconda quando l' imbarcazione e le alette stesse si orientano verso la parte opposta, imitando in questa fluttuazione il movimento di una altalena. Si sottolinea che in navigazione ed in presenza di mare calmo, cioè quando non viene ritenuto necessario il meccanismo antirollio, le alette possono essere ripiegate contro lo scafo, diminuendo così la resistenza all'avanzamento della nave e il consumo di carburante. Il meccanismo che misura l’ampiezza delle inclinazioni o sbandamenti laterali dello scafo e che poi comanda con mezzi meccanici od altro l'oscillazione delle alette è costituito da un adatto sensore, scelto tra i numerosi modelli disponibili sul mercato. Le caratteristiche che formano oggetto della presente invenzione verranno ora maggiormente descritte con alcune forme pratiche di realizzazione a puro titolo esemplificativo e non limitativo, con l'ausilio delle illustrazioni riportate dalle tavole di disegni qui allegate, numerate da 1 a 8 in cui:
- la Fig. 1 rappresenta schematicamente in pianta, uno dei tanti modi per far ruotare l'aletta (A) sui perni (B), tramite gli ingranaggi (C) inseriti nelle scatole di supporto (E), fermate ad una porzione della carena (D).
Con (F) viene indicata la fonte di energia motrice che può essere dì qualunque tipo, elettrica, meccanica, oleodinamica, ecc., comandata dal sensore non visibile in figura, in grado di produrre, con una lieve rotazione od altro, un movimento alternato alle alette.
- la Fig. 2 rappresenta in sezione laterale l'apparato antirollio di fig. 1, con l'aletta (A) oscillante sui perni (B).
- la Fig. 3, rappresenta in sezione laterale l’apparato antirollio delle figure precedenti, con l'aletta (A) ripiegata contro la carena (D), in posizione di mìnima resistenza al moto nella situazione di non funzionamento del meccanismo.
- la Fig. 4, rappresenta in sezione frontale lo scafo di una imbarcazione con l'apparato antirollio delle figure precedenti, con una coppia di alette posizionate lateralmente e fermate sulla carena con i perni (B).
- la Fig. 5, rappresenta in sezione frontale lo scafo inclinato per effetto di uno sbandamento. Con (A) vengono indicate le alette oscillanti sui perni (B) e posizionate al di sotto della linea di galleggiamento(G). Dal disegno emerge che le alette (A) vengono ruotate nella stessa direzione del movimento dell'imbarcazione, in modo da creare una spinta che si oppone al rollio.
- la Fig. 6 rappresenta in sezione frontale lo stesso scafo di Fig 5, ma inclinato in modo opposto per effetto dello sbandamento. Dal disegno emerge che anche le alette, per creare una spinta antirollio, hanno dovuto subire un cambiamento di direzione. - la Fig. 7 rappresenta invece in sezione frontale uno scafo con l'apparato antirollio con una sola aletta (A), ruotante sui perni (B), posizionati sulla estremità della deriva (H). - la Fig. 8 rappresenta invece in sezione frontale uno scafo con l'apparato antirollio con una sola aletta (A), oscillante sui perni (B), posizionati però sulla chiglia in sostituzione della deriva.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Stabilizzatore antirollio per navi o imbarcazioni in genere a vela o a motore, caratterizzato dal fatto che comprende: - una o più alette mobili vincolate ad una estremità con adatti perni posizionati nella parte esterna e sommersa della carena, che si oppongono al rollio dell’ìmbarcazìone venendo fatte oscillare adeguatamente; - un adatto sensore che misura lo sbandamento dello scafo e che trasmette i comandi ad un motore per fare inclinare con movimento altalenante antirollio le alette; - un eventuale meccanismo che permette alle alette in condizioni di non funzionamento, di ripiegarsi e bloccarsi contro la carena in posizione di minima resistenza al moto dell 'imbarcazione; 2. Stabilizzatore antirollio secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che le alette mobili fissate con una estremità nella parte sommersa della carena, hanno il piano parallelo all'asse longitudinale dell'imbarcazione . 3, Stabilizzatore antirollio secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che gli adatti perni fissati con asse orizzontale devono permettere alle alette di ruotare con moto altalenante. 4) Stabilizzatore antirollio secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che quando il meccanismo è costituito da una singola aletta, questa può essere fissata con adatti perni anche all'estremìtà della deriva. 5) Stabilizzatore antirollio secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la singola aletta mobile antirollio può essere fissata con adatti perni anche al centro della carena in sostituzione della deriva.
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