ITMI20010403A1 - Procedimento ed impianti di produzione e di confezionamento per monodose solubile atta a migliorare con aromi e sapori le bevande ed i cibi - Google Patents

Procedimento ed impianti di produzione e di confezionamento per monodose solubile atta a migliorare con aromi e sapori le bevande ed i cibi Download PDF

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ITMI20010403A1
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IT
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carbohydrates
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IT2001MI000403A
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Giuseppe Cafano
Raffaele Cafano
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B Ma Snc Di Cafano Giuseppe E
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Description

D E S C R I Z I O N E
Descrizione dell’INVENZIONE INDUSTRIALE dal titolo:
“Procedimento ed impianti di produzione e di confezionamento per monodose solubile atta a migliorare con aromi e sapori le bevande ed i cibi in genere all’atto della loro consumazione
l’invenzione concerne mezzi per il miglioramento con aromi e sapori, delle bevande e dei cibi in genere all’atto della loro consumazione.
Il miglioramento delle bevande e dei cibi con additivi aromatizzanti, insaporenti, coloranti, energetici, vitaminici, antidolorifici, salini, integratori in genere, presentano attualmente notevoli problemi.
Ad esempio insufflando in soluzione acquosa o alcolica od oleosa una massa di zucchero in un miscelatore, l’additivo è soggetto a perdere i suoi principi attivi in quanto si trova sulla superficie dei cristalli di zucchero ed esposto all’aria presente nella bustina di confezionamento di monodosi. A contatto con l’aria in specie gli aromi alcoolati evaporano e quelli provenienti da succhi di frutta si ossidano
L'additivazione di supporti quali, ad esempio sali, maltodestrine, lattosio, fibre di varia natura, spezie varie, si deteriora in breve tempo a causa dell’esposizione aH’aria ed a causa, nelle spezie, della decomposizione delle molecole favorita dalla catalisi provocata dalla presenza di metalli pesanti.
In sintesi i problemi causati dagli additivi sono legati:
- alla forma fisica dei componenti
- alla densità degli stessi
- alla protezione contro l’ossidazione e la volatilità
- al fissaggio dei principi attivi anche in presenza di temperature elevate 70° - 80°, delle bevande
- alla demiscelazione dei componenti per stress di confezionamento e di trasporto, per cattivo stoccaggio
- ad interazioni chimiche
- alla formazione di grumi nelle bevande usando ad esempio, sostanze come vaniglia, cannella e cacao
- alla rottura dei granuli di additivi per sfregamento con i cristalli di carboidrati
- a costi eccessivi e vita commerciale breve.
L’invenzione in oggetto risolve tali problemi con mezzi comodi ed economici così come verrà qui di seguito illustrato.
Oggetto dell'invenzione è un procedimento ed impianti di produzione e di confezionamento di monodosi solubili atte a migliorare le bevande ed i cibi in genere anche cotti, all’atto della loro consumazione,
Tali monodosi comprendono componenti additivi in granuli aromatizzanti, insaporenti, coloranti, energetici, vitaminici, antidolorifici, salini, integratori in genere, componenti veicolanti e mezzi di protezione dei principi attivi di tali additivi.
I componenti veicolanti sono edulcoranti, sali, fibre, alimenti disidratati ed alimenti liofilizzati, in granuli, fisicamente omogeneizzati in granulazione, grossezza e densità, con gli additivi.
Gli edulcoranti possono essere carboidrati e possono essere associati a prodotti derivati dalla pianta Stevia Rebaudiana Bertoni o a prodotti derivati dalla radice di liquirizia.
Gli edulcoranti possono anche essere sintetici.
La monodose ha un peso compreso tra due e quindici grammi se gli edulcoranti sono naturali e calorici e sino a cinque grammi se gli edulcoranti sono acalorici.
La protezione degli additivi è ottenuta mediante incapsulamento delle loro particelle di principi attivi.
In un tipo d’attuazione tale incapsulamento delle particelle dei principi attivi degli additivi avviene per loro incorporazione, mediante finissima omogeneizzazione, in una miscela di carboidrati le cui strutture molecolari sono state rese amorfe e mediante successiva estrusione del composto ottenuto. II ciclo di incapsulamento delle particelle dei principi attivi degli additivi, comprende vantaggiosamente le seguenti fasi:
- immissione in una caldaia di una miscela cristallina di carboidrati in granuli scelti tra quelli che hanno temperatura di transizione, cioè della temperatura necessaria al passaggio dei carboidrati dallo stato cristallino a quello amorfo, più bassa ed omogenea possibile
- trasformazione della miscela cristallina di carboidrati in una massa amorfa mediante riscaldamento ed aggiunta di liquidi plasticizzanti - aggiunta degli additivi in minutissima dispersione a mezzo ugelli atomizzatori
- rapido raffreddamento del composto
- immissione del composto nella camera di un estrusore
- estrusione del composto
- taglio dei fili estrusi in bastoncini di lunghezza corrispondente a quella del granulo dei carboidrati usati
- lavaggio dei bastoncini con nebulizzatore
- asciugamento dei bastoncini sino ad una umidità del 2-5%
Alle capsule di additivo, all’atto della estrusione, viene conferita una forma a spigoli vivi.
In un altro tipo d’attuazione l'incapsulamento delle particelle dei principi aitivi degli additivi si ottiene con la centrifugazione d’un composto comprendente acqua, frazioni liquide degli additivi ed una miscela di sostanze solubili, e con l’eliminazione, mediante una corrente d’aria calda, dell’umidità in eccesso.
Le sostanze solubili della miscela possono essere costituite da carboidrati in prevalenza amidi e glucidi o da gelatine o da gomma arabica.
In un tipo d’attuazione l’incapsulamento delle particelle dei principi attivi degli additivi si ottiene con la formazione, sui granuli di carboidrati impregnati dell’additivo, mediante atomizzazione, di una barriera protettiva solubile, la barriera protettiva comprende edulcoranti naturali o sintetici o misti naturali e sintetici.
In un altro tipo d’attuazione l’incapsulamento delle particelle dei principi attivi degli additivi avviene a secco per mezzo di liposomi di lecitina di soia e comprende la saturazione a temperatura ambiente, d'una prima miscela fluida di additivi, liposomi e carboidrati a prevalenza maltodestrine e l'aggiunta a tale miscela fluida di una seconda miscela allo stato secco di carboidrati a prevalenza destrosio e amidi, in un impianto comprendente un contenitore cilindrico orizzontale.
All’interno di tale contenitore, in corrispondenza del suo asse geometrico, è predisposto un albero con pale ortogonali.
Detto cilindro è dotato di un lento moto di rotazione attorno all’albero sull’ordine di qualche giro al minuto primo mentre l’albero è dotato di moto di rotazione più veloce e in senso opposto.
Il ciclo di incapsulamento si svolge vantaggiosamente secondo le seguenti fasi:
- immissione nel contenitore della prima miscela fluida
- immissione nella miscela fluida in movimento, mediante atomizzatore, della seconda miscela allo stato secco,
- frantumazione continua mediante le pale, dei grumi nei quali tende a solidificare il composto ottenuto dalle due miscele e ciò sino al raggiungimento, per effetto anche della rotazione e del sfregamento reciproco di tali grumi, di macrocapsule di liposomi forma sempre più vicina alla sfera - asciugamento delle macrocapsule in corrente d’aria
- calibratura delle macrocapsule mediante un setaccio
Una ulteriore protezione dei principi attivi degli additivi è ottenuta da confezioni.
Se la monodose è in granuli la confezione è costituita da una bustina sigillata.
Vantaggiosamente il confezionamento in bustina sigillata è ottenuto mediante uno specifico impianto di confezionamento il quale termine del riempimento delle bustine determina il loro appiattimento per l’espulsione dellaria interna da appositi canali successivamente chiusi.
Vantaggiosamente limpianto consente il confezionamento contemporaneo di una pluralità di bustine associate lateralmente in un nastro comprendente le due pareti delle bustine e comprende:
- una serie di dosatori affiancati, del prodotto oggetto del procedimento - una coppia di cilindri opposti riscaldati per la saldatura longitudinale delle bustine lasciando dei canali trasversali per lo sfogo d’aria
- una coppia di cilindri opposti riscaldati per la saldatura trasversale, il taglio del bordo inferiore della bustina in fase di riempimento e del bordo superiore della bustina precedente
- una coppia di alberi con lame circolari , longitudinali, per la separazione di striscie di bustine affiancate
- una coppia di cilindri opposti di pressione per l’appiattimento delle bustine riempite, con espulsione del'aria interna
- una coppia di cilindri caldi opposti, per le saldature longitudinali di sigillatura dei canali trasversali dai quali è stata tolta l’aria interna alle bustine
Vantaggiosamente le confezioni presentano forme, colorazioni, scritte, indicazioni corrispondenti ai componenti della monodose.
Uno speciale tipo di confezione tipo blister comprende la monodose alloggiata in una piccola tazzina, usa e getta.
Un altri speciale tipo di confezione è ottenuta alloggiando la monodose in un cilindretto con coperchio a strappo fornito di linguetta e con base conformata alla funzione di cucchiaino.
Se la monodose si presenta a forma di zolletta la confezione è ottenuta con un foglio avvolto a rotolo sulla zolletta e quindi sottoposto ad una sovrapposizione di lembi ad una estremità ed a torsione all'altra estremità dando luogo ad un fiocco oppure a torsione alle due estremità dando luogo a due fiocchi.
Per il potenziamento della protezione il foglio usato per il confezionamento e quindi anche per le bustine, può essere multicomposto con un foglio interno in polietilene, uno intermedio a spessore micrometrico in metallo non elastico ed uno esterno in carta.
I procedimenti descritti possono consentire anche speciali applicazioni. Una applicazione vantaggiosa consiste nell’incapsulare additivi destinati a raggiungere lo stomaco, in microcapsule di dimensioni micrometriche o nanometriche con guscio solubile in pH acido, racchiuse in una capsula più grande con guscio solubile nelle bevande, che comprende l’additivo destinato a migliorare quest’ultime, per cui tale capsula più grande e l’additivo in essa contenuto, si sciolgono nella bevanda mentre le microcapsule ingerite, sciogliendosi a contatto dei succhi grastrici, liberano i principi attivi degli additivi contenuti in tali microcapsule.
Sono evidenti i vantaggi dell’invenzione
Vengono messi a disposizione del consumatore, anche veicolandoli attraverso bustine di zucchero edulcorante sintetico monodose, innumerevoli additivi con grande libertà di scelta deH’aroma e del sapore ed a basso co sto.
Risulta possibile con poco rischio commerciale offrire sul mercato anche gusti insoliti o di fantasia creati con mix vari.
L’incapsulazione ottenuta mediante atomizzazione di granuli di additivi con una barriera protettiva solubile ed immediatamente essicata in aria calda, consiste essenzialmente nel convertire in secco la frazione liquida dell’additivo e ricoprirlo con guscio solubile.
Questa sostanza preserva perfettamente l'aroma e il sapore in quanto l’additivo è all’interno della prima, non può interagire con agenti esterni e quando viene a contatto con bevande e cibi consente ai principi attivi degli additivi di sprigionarsi completamente.
Nel caso di aromi estratti con alcool per esempio si opera una separazione dallo stesso per mezzo di un leggero riscaldamento e subito la componente aromatica priva di alcool viene incapsulata dalla sostanza inerte atomizzata e spruzzata nella caldaia di riscaldamento.
Si ottiene, così, una sostanza al gusto alcolico ma senza lo stesso.
L’incapsulazione è l’unico mezzo che permette la veicolazione di aromi alcolici con percentuale di alcool anche del 20 - 30 %.
II procedimento di incapsulamento a secco è molto importante in quanto evitata la distorsione deH’aroma o del sapore delle essenze pregiate quando sono veicolate in sciroppi di zucchero sotto forma liquida.
E’ noto che nel caso di diete ipocaloriche ed iposodiche si tende ad eliminare rispettivamente i grassi di condimento ed il sale e quindi il dado da cucina che contiene glutammato monosodico sostituendoli con spezie aromatiche, con problemi di gusto e di appetibilità.
In particolare è noto che il glutammato monosodico può presentare effetti collaterali con emicrania, nausea, capogiri.
Tali problemi vengono risolti veicolando in una monodose, con carboidrati polisaccaridi non assimilabili come le fibre o altro prodotto acalorico, additivo all’aroma o al sapore di cucina.
E’ così possibile personalizzare al’aroma ed al sapore ad esempio, del tartufo, del gorgonzola, della cipolla e di infiniti altri, un piatto comune in famiglia come di pastasciutta o di brasato o di qualsiasi altro cibo.
E’ possibile aromatizzare od insaporire come desiderato il prodotto “fresco” in maniera estemporanea come latte, ricotta, yogurt, acqua e di ottenere anche gusti alcolici senza alcool, caffè senza caffeina.
Mediante la monodose con capsule di additivo che si sciolgono nella bevanda e capsule di antidolorifico che si sciolgono in ambiente al PH acido quale ad esempio succhi gastrici, è possibile ad esempio dolcificando un caffè od un bicchiere di latte con detta monodose, far passare il principio attivo antidolorifico direttamente nello stomaco.
La possibilità di disporre in uso domestico ed in maniera economica di una grande varietà di aromi e di sapori in piccoli quantitativi, rende il prodotto paragonabile al comune dado da cucina solo che può essere veicolato con il dolce anzicch’è con il salato.
E’ possibile inoltre migliorare e rendere più appetibile un bicchiere d’acqua ottenuta dal proprio depuratore domestico applicato al rubinetto, senza ricorrere a sciroppi e simili.
Il cucchiaino con monodose incorporata può risolvere un problema anche di grande importanza quello cioè non solo di disporre d’un mezzo per migliorare le bevande ma altresì di potere utilizzare tale mezzo provvedendo alla necessaria agitazione della bevanda dopo averla additivata.
In sintesi:
con i vari procedimenti d’incapsulamento qui di seguito indicati
- estrusione di una miscela amorfa di uno o più carboidrati e di uno o più additivi
- atomizzazione in un miscelatore di granuli di additivi con soluzioni concentrate di sciroppo di zucchero ed essiccamento in aria
- atomizzazione con carboidrati, di granuli di zucchero impregnati di additivo
- utilizzo di liposomi di lecitina di soia,
con la stabilizzazione nelle bustine di confezionamento dei granuli di additivo rispetto ai granuli di edulcorante mediante la forma spigolosa dei granuli di additivo, l'appiattimento delle bustine stesse e la totale estrazione dell’aria,
col confezionamento delle monodosì mediante fogli multicomposti comprendente carta, metallo e polietilene,
è possibile ottenere la durata per lungo tempo, anche sino a quattro anni, dei principi attivi degli additivi aromatizzanti, insaporenti, energetici, vitaminici, antidolorifici, integratori in genere, contro gli attuali mesi.
L’additivo, attualmente sottoutilizzato commercialmente, riceve una notevolissima valorizzazione commerciale.
Le caratteristiche e gli scopi del ritrovato risulteranno ancora più chiari dagli esempi d’attuazione che seguono corredati da figure schematiche .
Fig. 1) Impianto per l’incapsulamento di additivi comprendente l’estrusione a secco, nella fase iniziale, in sezione longitudinale con particolare della piastra forata
Fig. 2) Impianto idem come sopra, al termine dell’estrusione
Fig. 3) Impianto per il lavaggio degli estrusi, in sezione longitudinale Fig. 4) Capsula estrusa, in prospettiva
Fig. 5) Particolare di una monodose comprendente additivi incapsulati mediante l'impianto di estrusione e granuli di edulcorante
Fig. 6) Particolare d’una capsula, ottenuta da incapsulamento di un granulo di additivo
Fig. 7) Particolare di una capsula, ottenuta con l’incapsulamento di più additivi
Fig. 8) Particolare di una capsula di forma irregolare, ottenuta con l’incapsulamento di un granulo di carboidrati
Fig. 9) Impianto per incapsulamento degli additivi mediante liposomi, con pale frangi-grumi, in sezione longitudinale
Fig. 10) Particolare delle pale frangi-grumi all’inizio dell’incapsulamento Fig.1 1) Idem come sopra durante l’incapsulamento
Fig. 12) Idem come sopra al termine dell’incapsulamento
Fig.13) Particolare di una capsula comprendente i liposomi
Fig. 14) Particolare d’un liposoma
Fig. 15) Particolare dei componenti di una bustina per il confezionamento d’una monodose
Fig. 16) Impianto per il confezionamento in bustine di monodosi, in vista frontale
Fig. 17) Dosatore multiplo, sezionato
Fig. 18) Coppia di cilindri per le prime saldature longitudinali delle bustine creando canali per sfogo aria, associata a coppia di cilindri per la saldatura trasversale ed il taglio del bordo inferiore della bustine in fase di riempimento e del bordo superiore delle bustine riempite
Fig. 19) Striscia di quattro bustine sigillate, in prospettiva
Fig. 20) Striscia di due bustine sigillate, in prospettiva
Fig. 21 ) Striscia di sei bustine sigillate, in prospettiva
Fig. 22) Bustina per il confezionamento d'una monodose dopo la prima saldatura con canale di sfogo aria, in vista frontale
Fig. 23) La bustina della fig. 22) dopo il taglio e la saldatura trasversali, in vista frontale
Fig. 24) La bustina della fig. 23) sigillata in vista frontale
Fig. 25) Bustina rettangolare, in vista frontale
Fig. 26) Bustina quadrata, in vista frontale
Fig. 27) Confezionamento in blister con pluralità di bustine associate, in vista frontale
Fig. 28) Idem come sopra in vista laterale
Fig. 29) Confezionamento della monodose in bicchierino, in vista frontale Fig. 30) Idem come sopra , in vista dall’alto
Fig. 31 ) Idem come sopra, in sezione trasversale
Fig. 32) Blister con una pluralità di confezioni a bicchierino, in vista frontale Fig. 33) Zolletta con confezione ad un fiocco, in prospettiva
Fig. 34) Zolletta con confezione a due fiocchi, in prospettiva
Fig. 35) Confezione della monodose a cilindretto, in blister, in vista frontale Fig. 36) Il cilindretto, in vista frontale
Fig. 37) Idem come sopra in vista dall’alto
Fig. 38) Il cilindretto all’atto del versamento della monodose in un bicchiere, in vista frontale
Fig. 39) Idem come sopra con uso del cilindretto per il mescolamento della bevanda, in vista frontale
L’impianto 10 ha lo scopo di consentire un procedimento di incapsulamento per estrusione a secco degli additivi destinati al prodotto in monodose oggetto dell’invenzione. .
Detto impianto 10 comprende il basamento 11, la camera 12 di compressione con tramoggia di caricamento 13, il pistone 14 comandato mediante la vite senza fine 15, dal volantino 16, la piastra di estrusione 17 con fori 18 ed il nastro trasportatore 20.
Ovviamente il movimento del pistone può anche essere motorizzato.
Come è chiaro dal particolare, i fori 18 della piastra di estrusione 17 hanno forma di stella con spigoli vivi 19.
In una caldaia, non disegnata per semplicità, si immette una miscela allo stato cristallino, di carboidrati come maltodestrine, scegliendole tra quelle che hanno temperatura di transizione molecolare, cioè la temperatura che consente il passaggio dallo strato cristallino a quello amorfo, la più bassa ed omogenea possibile.
Si aggiungono, se occorrono, coadiuvanti per la stabilità in stato amorfo della miscela ed acqua.
Si procede quindi al riscaldamento della massa in modo da non superare la detta temperatura di transizione e si aggiunge a mezzo ugelli atomizzatori una soluzione o miscela degli additivi creando un composto 25 con minutissima ed omogenea miscela tra la massa stessa e gli additivi.
Se gli additivi sono a base di sostanze non solubili nell’acqua si viene a creare una emulsione nel quale la parte idrofoba sarà dispersa in minutissime particelle a mezzo di omogeneizzatore.
La dispersione in minutissime particelle della massa viene mantenuta a mezzo di sostanze emulsionanti come ad esempio lecitina di soia.
Si raffredda il composto così ottenuto in maniera veloce per non dare tempo ed energia alle molecole di carboidrati di ritornare al loro stato naturale. Dopo il raffreddamento il composto 25 che si presenta come una massa vetrosa, amorfa e plastica additivata alla prestabilita concentrazione, si immette nella camera 12 dell’estrusore.
Azionando il volantino 16 o un motore elettrico non indicato nelle figure, si determina l’estrusione del composto 25 in astine 30 (fig. 2) aventi ovviamente sezione trasversale corrispondente a quella dei fori 18 della matrice 17.
Dette astine 30 vengono tagliate in bastoncini 32 (vedi fig. 3) di lunghezza pressocchè corrispondente a quella dei granuli dei carboidrati, così come forniti dalle industrie destinati a completare la monodose oggetto della invenzione.
Detti bastoncini 32, mediante il nastro trasportatore 20 vengono trasferiti all’impianto di lavaggio 40 fornito di atomizzatori 41 che asporta le particelle di additivi come le 33 che rimangono pressocchè all’esterno del bastoncino. Si procede ad un essiccamento sino a portare i bastoncini 32 sino ad una umidità residua del 2 - 5 % .
I bastoncini dopo il lavaggio e l’asciugamento costituiscono le capsule 35 (vedi fig. 4) comprendente gli spigoli 36 all’estremo della sezione a stella e una pluralità di particelle 37 di additivi disseminati nella loro massa.
Gli spigoli vivi 36 hanno Io scopo di ostacolare il movimento all'interno della confezione della monodose edulcorante ed additivata oggetto dell'invenzione.
Tale fenomeno appare più chiaramente dalla fig. 5) dove sono schematizzati i componenti della monodose, capsula 35 e particelle 200 di edulcorante.
Come è chiaro la capsula 35 tende con le estremità degli spigoli 36 appuntiti ad agganciarsi alle particelle 200 di edulcorante.
La capsula 50 della fig. 6) è ottenuta nebulizzando i granuli di additivo così come l’industria lo consegna, posti in movimento in un miscelatore munito di atomizzatore, mediante una soluzione molto concentrata di sciroppo di carboidrati e ciò allo scopo di omogenizzarii in granulazione, grossezza e densità con i granuli dei componenti veicolanti.
Subito dopo il procedimento, si genera l’essiccamento in corrente d'aria. La fig. 6) illustra una capsula 50 con un nucleo 51 ottenuto da un additivo, protetto da un guscio 52 di carboidrati.
La fig. 7) illustra una capsula 55 con un nucleo 56 comprendente più additivi come 57 e 58 a loro volta incapsulati, protetti da un guscio 59.
La fig. 8) illustra una capsula 70 di forma irregolare ottenuta da un granulo 71 di zucchero impregnato di additivo 72 e protetto da un guscio 73 di carboidrati.
Al posto dello zucchero può essere usato un edulcorante sintetico oppure una miscela di entrambi come ad esempio aspartame o saccarosio o acesulfame K con fruttaSio o lattosio o sorbitolo.
Come noto i liposomi sono minuscole sfere di fosfolipidi da lecitine di soia comprendente una membrana esterna idrofila, una interna idrofoba atta a trattenere sostanze oleose ed una cavità interna per la ritenzione di molecole idrofile.
Essi possono quindi incapsulare contemporaneamente sia acqua che grassi e quindi essenze naturali non alcoliche.
La fig. 9) illustra un impianto 80 idoneo ad ottenere l’incapsulamento a secco di additivi per mezzo di liposomi di lecitina di soia.
L’impianto 80 comprende sui supporti a pavimento 81 , l'albero 83 liberamente girevole sotto l’azione, mediante il collegamento cinematico comprendente gli ingranaggi 84 e 85, del motore elettrico 86 giacente sulla mensola 82.
Su tale albero 83 è calettato una serie di gruppi 87 di pale (fìgg. 9-12).
Attorno a tale albero 83 è predisposto con libera rotazione ma in modo stagno, il contenitore cilindrico 90 orizzontale.
La rotazione di tale contenitore 90 è ottenuta mediante le pulegge 91 e 92 rispettivamente fissate su una fiancata di tale contenitore e sull’albero del motore elettrico 95 su supporto 94 a pavimento.
Tali pulegge sono collegate dalla cinghia continua 93.
Il contenitore 90 ruota alla velocità pressocchè di qualche giro al minuto primo in senso opposto all'albero 83 più veloce.
II serbatoio 100 di una miscela secca di polisaccaridi è posto in comunicazione mediante il collettore 101 con l’interno del contenitore 90.
L’apparato pressurizzato 105 è collegato al serbatoio 100 mediante la tubazione 106.
All’interno del contenitore 90 viene immessa una miscela di liposomi e maltodestrina che li veicola e di additivi liquidi da incapsulare dando luogo ad un impasto fluido.
Si dà il via alla rotazione sia del contenitore 90 che dell’albero 83 mentre viene aggiunta per mezzo del raccordo 101, la miscela secca 102 di polisaccaridi che fuoriesce all'interno del contenitore 90 attraverso gli ugelli 107 del collettore-distributore 108.
La miscela 103 (fig. 10) di liposomi di maltodestrina e di polisaccaridi per effetto della rotazione del contenitore 90, tende a solidificarsi in grumi che per l’azione dei gruppi di pale 87 che ruotano in senso inverso, danno luogo a capsule sferiche sempre più piccole 104 e 110 con nucleo 111 protette dal guscio 112 di carboidrati con migliaia di liposomi 115 (vedi figg. 12 e 13).
La fig. 14) illustra in modo convenzionale uno dei liposomi 115 che comprende partendo dall’interno, la massa d’acqua 116 attorniata dalla frazione oleosa 117 circondata dal guscio idrofilo 118.
Un confezionamento idoneo della monodose, è la bustina illustrata nelle figg. 22-26 ottenuta (fig. 15) da un foglio interno 130 in polietilene più un foglio metallico intermedio 131 ed un foglio esterno di carta 132.
Il confezionamento delle bustine può avvenire contemporaneamente con altre 180-182 affiancate a nastro (figg. 19-21).
La fig. 16) illustra un impianto di confezionamento 120 comprendente i supporti laterali 121 verticali e una serie di dispositivi orizzontali come qui di seguito descritti.
La serie di dosatori 125 comprende ognuno un corpo dosatore 126 (fig. 17) pressocchè cilindrico con all’interno il dosatore 127 a croce, un canale iniziale 128 e un canale finale 129.
II canale iniziale 128 viene alimentato dalla miscela da confezionare 135 comprendente le capsule 35 di additivi ed i componenti veicolanti 136.
Nel canale finale 129 è visibile la monodose 140 che uscendo da tale canale penetra all'interno della camera creata dai fogli 141, 142 multicomposti come già illustrato nella fig. 15).
A valle della serie di dosatori 125 è predisposta (fig. 16) la serie 145 di coppie di cilindri per le saldature longitudinali verticali tra una bustina di confezionamento e l’altra affiancata.
Tali cilindri presentano (vedi particolare della fig. 18), le insenatura 146 e 147 in pari posizione radiale che si contrappongono.
I nastri di bustine affiancate e riempite passando tra tali coppie di cilindri 145 danno luogo per ogni bustina 170 alle saldature longitudinali verticali 171 come indicato della fig. 22) che mette in evidenza i passaggi 172 per lo sfogo d’aria.
Subito sotto alla coppia di cilindri 145 è predisposta la coppia 150 (figg. 18 e 23) di cilindri per le saldature trasversali 175 e 176 e per il taglio rispettivamente all'inizio delle bustine superiori in fase di riempimento ed alla fine delle bustine inferiori riempite.
Tali cilindri 150 come è chiaro dalla fig. 18) presentano le lame 153 a sezione triangolare e le controlame 151 che combaciando, determinano il taglio trasversale tra le bustine inferiori e le successive superiori.
Subito dopo tale coppia 150 di cilindri saldanti e taglienti, è predisposta una serie di lame 155, 156 circolari longitudinali e quindi trasversali alle strisce orizzontali di bustine affiancate lateralmente, che determinano la separazione delle bustine in vari gruppi come 180,181 e 182.
Al di sotto di tali lame 155, 156 è predisposta la serie di cilindretti pressori 160.
Per effetto della loro azione le bustine vengono appiattite e al tempo stesso l’aria interna viene estratta completamente.
Subito dopo è inserita la coppia 165 di cilindri per le saldature longitudinali che danno luogo alle sigillature finali 177 delle bustine chiudendo i passaggi 172 (figg.23), 24) .
La fig. 25) illustra una bustina 185 pronta per l’uso, di sezione rettangolare. La fig. 26) illustra una bustina 186 di forma quadrata.
Le figg. 27), 28) illustrano un’associazione in blister 187 di sei monodosi come 188, 189.
Le figg. 29)-31 ) illustrano una monodose 190 confezionata in un bicchierino di plastica 191 , con chiusura superiore 192 a strappo.
La fig. 32) mostra i bicchierini 191 già descritti associati in una confezione blister 193.
La fig. 33) illustra il confezionamento 195 di una zolletta di zucchero 196 mediante un foglio policomposto di polietilene, metallo e carta avvolto a rotolo sulla zolletta e quindi sottoposto ad una sovrapposizione di lembi ad una estremità ed a torsione all’altra estremità dando luogo ad un fiocco 197. La fig. 34) illustra una confezione 198 similare alla precedente, di una zolletta 199 ottenuta con un foglio policomposto avvolto a rotolo sulla zolletta e quindi sottoposto a torsione alle due estremità dando luogo a due fiocchi 201.
La fig. 35) illustra una confezione in bustina 205 con all’interno un involucro 206 a forma di cilindretto per monodose 207 e con testina a strappo 208 illustrato anche nelle figg. 36, 37).
La zona 209 inclinata funziona da cucchiaino .
La fig. 38) mostra l’uso dell’involucro 206 cilindrico all’atto del versamento della monodose 207 nel bicchierino 210.
La fig. 39) illustra l’uso del cilindretto 206 per miscelare a guisa di cucchiaino la monodose nella bibita 211.
Dato che il ritrovato in oggetto è stato descritto e rappresentato solamente a titolo di esempio indicativo e non limitativo e per la dimostrazione delle sue caratteristiche essenziali, si intende che potrà subire numerose varianti a seconda delle esigenze industriali, commerciali ed altro, nonché includere altri sistemi a mezzi il tutto senza uscire dal suo ambito.
Pertanto deve essere inteso che nella domanda di privativa sia compresa ogni equivalente applicazione dei concetti ed ogni equivalente prodotto attuato e/o operante secondo una o più qualsiasi delle caratteristiche indicate nelle seguenti rivendicazioni.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Procedimento ed impianti di produzione e di confezionamento di monodosi solubili atte a migliorare le bevande ed i cibi in genere anche cotti, all’atto della loro consumazione, caratterizzato da ciò che tali monodosi comprendono componenti additivi in granuli, aromatizzanti, insaporenti, coloranti, energetici, vitaminici, antidolorifici, salini, integratori in genere, componenti veicolanti e mezzi di protezione dei principi attivi di tali additivi.
  2. 2) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 1), caratterizzato da ciò che i componenti veicolanti sono edulcoranti, sali, fibre, alimenti disidratati ed alimenti liofilizzati.
  3. 3) Procedimento ed impianto come alla rivendicazione 1), caratterizzato da ciò che i componenti veicolanti sono in granuli fisicamente omogeneizzati in granulazione, grossezza e densità, con gli additivi.
  4. 4) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 2), caratterizzato da ciò che gli edulcoranti sono carboidrati .
  5. 5) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 2), caratterizzato da ciò che gli edulcoranti sono associati a prodotti derivati dalla pianta Stevia Rebaudiana Bertoni.
  6. 6) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 2), caratterizzato da ciò che gli edulcoranti sono associati a prodotti derivati dalla radice di liquirizia.
  7. 7) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 2), caratterizzato da ciò che gli edulcoranti sono sintetici.
  8. 8) Procedimento ed impianti come alle rivendicazioni 1) e 2), caratterizzato da ciò che la monodose ha un peso compreso tra due e quindici grammi se gli edulcoranti sono naturali e calorici e sino a cinque grammi se gli edulcoranti sono acalorici.
  9. 9) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 1 ), caratterizzato da ciò che la protezione degli additivi è ottenuta mediante incapsulamento delle loro particelle di principi attivi.
  10. 10) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 9), caratterizzato da ciò che l'incapsulamento delle particelle dei principi attivi degli additivi avviene per loro incorporazione, mediante finissima omogeneizzazione, in una miscela di carboidrati le cui strutture molecolari sono state rese amorfe e mediante successiva estrusione del composto ottenuto.
  11. 11 ) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 9), caratterizzato da ciò che l’incapsulamento delle particelle dei principi attivi degli additivi, comprende le seguenti fasi; - immissione in una caldaia di una miscela cristallina di carboidrati in granuli scelti tra quelli che hanno temperatura di transizione, cioè della temperatura necessaria al passaggio dei carboidrati dallo stato cristallino a quello amorfo, più bassa ed omogenea possibile - trasformazione della miscela cristallina di carboidrati in una massa amorfa mediante riscaldamento ed aggiunta di liquidi plasticizzanti - aggiunta degli additivi in minutissima dispersione a mezzo ugelli atomizzatori - rapido raffreddamento del composto - immissione del composto nella camera di un estrusore - estrusione del composto - taglio dei fili estrusi in bastoncini di lunghezza corrispondente a quella del granulo dei carboidrati usati - lavaggio dei bastoncini con nebulizzatore - asciugamento dei bastoncini sino ad una umidità del 2-5% 12) Procedimento ed impianti come alle rivendicazioni 10) e 11), caratterizzato da ciò che alle capsule di additivo, all’atto della estrusione, viene conferita una forma a spigoli vivi. 13) Procedimento ed impiantì come alla rivendicazione 9), caratterizzato da ciò che l’incapsulamento delle particelle dei principi attivi degli additivi si ottiene con la centrifugazione d’un composto comprendente acqua, frazioni liquide degli additivi ed una miscela di sostanze solubili, e con l'eliminazione, mediante una corrente d’aria calda, dell’umidità in eccesso. 14) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 13), caratterizzato da ciò che le sostanze solubili sono costituite da carboidrati in prevalenza amidi e glucidi. 15) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 13), caratterizzato da ciò che le sostanze solubili sono costituite da gelatine. 16) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 13), caratterizzato da ciò che le sostanze solubili sono costituite da gomma arabica. 17) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 9), caratterizzato da ciò che l'incapsulamento delle particelle dei principi attivi degli additivi si ottiene con la formazione, sui granuli di carboidrati impregnatì dell’additivo, mediante atomizzazione, di una barriera protettiva solubile. 18) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 17), caratterizzato da ciò che la barriera protettiva comprende edulcoranti naturali. 19) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 17), caratterizzato da ciò che la barriera protettiva comprende edulcoranti sintetici. 20) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 17), caratterizzato da ciò che la barriera protettiva comprende edulcoranti misti naturali e sintetici. 21) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 9), caratterizzato da ciò che l'incapsulamento delle particelle dei principi attivi degli additivi avviene a secco per mezzo di liposomi di lecitina di soia. 22) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 21), caratterizzato da ciò che l'incapsulamento delle particelle dei principi attivi degli additivi per mezzo di liposomi di lecitina di soia, comprende la saturazione a temperatura ambiente, d’una prima miscela fluida di additivi, liposomi e carboidrati a prevalenza maltodestrine e l'aggiunta a tale miscela fluida di una seconda miscela allo stato secco di carboidrati a prevalenza destrosio e amidi, in un impianto comprendente un contenitore cilindrico orizzontale all'interno del quale, in corrispondenza dell’asse geometrico, è predisposto un albero con pale ortogonali, essendo dotato tale cilindro di un lento moto di rotazione attorno all’albero sull’ordine di qualche giro al minuto primo, essendo tale albero dotato di moto di rotazione più veloce e in senso opposto da ciò che il ciclo di incapsulamento si svolge secondo le seguenti fasi: - immissione nel contenitore, della prima miscela fluida - immissione nella miscela fluida in movimento, mediante atomizzatore, della seconda miscela allo stato secco, - frantumazione continua mediante le pale, dei grumi nei quali tende a solidificare il composto ottenuto dalle due miscele e ciò sino al raggiungimento, per effetto anche della rotazione e del sfregamento reciproco di tali grumi, di macrocapsule di liposomi a forma sempre più vicina alla sfera - asciugamento delle macrocapsule in corrente d’aria - calibratura delle macrocapsule mediante un setaccio 23) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 1), caratterizzati da ciò che la protezione dei principi attivi degli additivi è ottenuta da confezioni. 24) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 23), caratterizzati da ciò che le confezioni presentano forme, colorazione, scritte, indicazioni, corrispondenti ai componenti della monodose. 25) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 23), caratterizzati da ciò che le confezioni sono ottenute mediante l'avvolgimento della monodose con un foglio multicomposto comprendente un foglio interno in polietilene, uno intermedio a spessore micrometrico in metallo non elastico ed uno esterno in carta. 26) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 1), caratterizzati da ciò che la monodose è in granuli. 27) Procedimento ed impianti come alle rivendicazioni 25) e 26), caratterizzati da ciò che le confezioni sono costituite da bustine sigillate. 28) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 27), caratterizzati da ciò che il confezionamento in bustina sigillata è ottenuto mediante un impianto di confezionamento. 29) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 28), caratterizzato da ciò che l'impianto di confezionamento al termine del riempimento della bustina determina il suo appiattimento con espulsione dell'aria interna da appositi canali successivamente chiusi. 30) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 28), caratterizzati da ciò che l'impianto di confezionamento consente il confezionamento contemporaneo di una pluralità di bustine associate lateralmente in un nastro comprendente le due pareti delle bustine e comprende: - una serie di dosatori affiancati, del prodotto oggetto del procedimento - una coppia di cilindri opposti riscaldati per la saldatura longitudinale delle bustine lasciando dei canali trasversali per lo sfogo d’aria - una coppia di cilindri opposti riscaldati per la saldatura trasversale ed il taglio del bordo inferiore della bustina in fase di riempimento e del bordo superiore della bustina precedente riempita - una coppia di alberini con lame circolari , longitudinali, per la separazione di strisele di bustine affiancate - una coppia di cilindri opposti di pressione per l’appiattimento delle bustine riempite, con espulsione deH’aria interna - una coppia di cilindri caldi opposti, per le saldature longitudinali di sigillatura dei canali trasversali dai quali è stata tolta l'aria interna alle bustine 31) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 1) , caratterizzati da ciò che la monodose viene inserita in una piccola tazzina, usa e getta, confezionata in blister. 32) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 1), caratterizzati da ciò che la monodose è inserita in un cilindretto con coperchio a strappo fornito di linguetta e con base conformata alla funzione di cucchiaino. 33) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 1), caratterizzati da ciò che la monodose si presenta a forma di zolletta. 34) Procedimento ed impianti come alle rivendicazioni 23) e 33) caratterizzati da ciò che ogni confezione è ottenuta con un foglio avvolto a rotolo sulla zolletta e quindi sottoposto ad una sovrapposizione di lembi ad una estremità ed a torsione all’altra estremità dando luogo ad un fiocco. 35) Procedimento ed impianti come alle rivendicazioni 23) e 33), caratterizzati da ciò che la confezione è ottenuta con un foglio avvolto a rotolo sulla zolletta e quindi sottoposto a torsione alle due estremità dando luogo a due fiocchi. 36) Procedimento ed impianti come alla rivendicazione 9), caratterizzati da ciò che s’incapsulano additivi destinati a raggiungere lo stomaco, in microcapsule di dimensioni micrometriche o nanometriche con guscio solubile in pH acido, racchiuse in una capsula più grande con guscio solubile nelle bevande, che comprende l’additivo destinato a migliorare quest’ultime, per cui tale capsula più grande e l’additivo in essa contenuto, si sciolgono nella bevanda mentre le microcapsule ingerite, sciogliendosi a contatto dei succhi grastrici, liberano i principi attivi degli additivi contenuti in tali
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