ITMI20001081A1 - Unita' terminale remota in particolare per sistemi di controllo delladistribuzione di energia elettrica - Google Patents

Unita' terminale remota in particolare per sistemi di controllo delladistribuzione di energia elettrica Download PDF

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ITMI20001081A1
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Giuseppe Bertolini
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Description

Descrizione di un brevetto d'invenzione
Forma oggetto della presente invenzione una unità terminale remota (RTU) ed un metodo, per l'interfacciamento di una unità funzionale di un impianto da controllare con un modulo di elaborazione principale di detto impianto, secondo la parte precaratterizzante della rivendicazione principale.
Nel presente contesto con impianto è da intendersi qualsiasi impianto che possa essere scomposto in aree ciascuna con un ben definito tipo di funzionalità, in cui a ciascuna di dette aree corrisponde una o più unità funzionali, collegate e/o controllate da un'unità terminale remota (RTU a sua volta collegata tramite un vettore di trasmissione ad un centro di controllo (SCADA) di detto impianto e/o di altri impianti similari. Dette unità funzionali comprendono una pluralità di organi e trasduttori e/o strumenti ad essi associati, atti a svolgere la funzione caratteristica di detta aerea. Un impianto del tipo sopra indicato è ad esempio previsto in un sistema di telecontrollo di una rete per la distribuzione dell'energìa elettrica; tale impianto è costituito, ad esempio, da sottostazioni, cabine di energia, centrali di produzione, in cui le unità funzionali da controllare sono, con riferimento alle sottostazioni elettriche, ad esempio, i trasformatori, gli interruttori, gli organi di rilevamento delle grandezze continue tipiche della linea di alta e media tensione {tensione, corrente, temperature...), gli organi di regolazione di dette grandezze.
Nel presente contesto, inoltre, con segnali scambiati tra l'unità funzionale dell'impianto e l'unità terminale remota è da intendersi qualsiasi tipo di segnale, ovvero sia segnali continui che digitali. Con riferimento al controllo di una rete elettrica tali segnali includono: segnali digitali, relativi a stati di allarme generati dagli organi di allarme generalmente presenti nell'unità funzionale da controllare, segnali analogici, generati da organi di rilevamento all'andamento di grandezze continue tipiche della rete (tensione, corrente, temperature...) anch'essi generalmente presenti nell'unità da controllare, segnali di comando costituiti da segnali a due stati, quali ad esempio segnali di apertura-chiusura di interruttori, generati dall'unità terminale remota segnali continui di regolazione, generati anch'essi dall'unità terminale remota.
Le unità funzionali di un impianto possono essere situate in posizioni tra loro contigue o relativamente distanti e sono collegate all'unità terminale remota mediante uno o più cavi multiconduttore, in cui ciascun conduttore è atto a trasmettere un ben definito tipo di segnale ed in cui per ciascun cavo è noto ed è fisso per ciascun conduttore quale é il tipo di segnale trasmesso sul conduttore stesso. Tali cavi multiconduttori contengono generalmente un mix di segnali di tipi diversi: digitali, analogici, di comando, di regolazione. Nelle unità terminali remote note, generalmente si prevede prima del dispositivo di interfaccia vero e proprio un dispositivo permutatore di impianto, il quale è direttamente collegato ai cavi multiconduttori delle unità funzionali, e provvede a separare i segnali presenti in detti cavi, e le relative informazioni, secondo la loro diversa tipologia. Il dispositivo permutatore di impianto è collegato all'unità terminale remota mediante cavi "specializzati" in ciascuno dei quali vengono trasmessi segnali solo di un determinato tipo, e relativi alle varie unità funzionali collegate al dispositivo permutatore stesso. Nelle note unità terminali remote sono previsti moduli "specializzati" ciascuno collegato ad uno dei cavi "specializzati"; così, ad esempio, nelle reti elettriche i dispositivi di interfaccia noti prevedono un modulo "specializzato" per il trattamento dei segnali analogici, uno per quelli digitali, uno per i comandi e uno per le regolazioni.
La soluzione nota presenta numerosi svantaggi, primo fra tutti la difficoltà di collegamento dei conduttori dei cavi con i rispettivi connettori del dispositivo permutatore; tale operazione viene generalmente realizzata manualmente ed incide notevolmente sui tempi e sui costi di realizzazione degli impianti. Inoltre, la presenza del dispositivo permutatore influisce notevolmente sull'affidabilità del sistema in quanto si verificano sovente errati o mancati contatti dei conduttori dei cavi. L'attestazione dei cavi sul dispositivo intermedio permutatore e, successivamente, alla vera e propria unità terminale remota interfaccia provoca una 5Ìgnificativa emissione di radiazioni e un aumento della suscettibilità ai disturbi indotti sui segnali trasmessi in detti cavi. La presenza del dispositivo permutatore, inoltre, influenza negativamente i tempi di reazione e/o controllo dei moduli funzionali.
Scopo del presente trovato è quello di realizzare una unità terminale remota di interfaccia, che semplifichi e velocizzi le operazioni necessarie per il collegamento delle unità funzionali con il modulo di elaborazione principale e che al contempo aumenti l'affidabilità di detto interfacciamento.
Ulteriori scopi del dispositivo sono quelli di ridurre le radiazione emesse, la suscettibilità agli errori, e di facilitarne le operazioni di manutenzione .
Ulteriori scopi prevedono di aumentare la velocità di reazione e/o controllo del dispositivo.
Questi ed altri scopi che appariranno evidenti ad un esperto del ramo vengono raggiunti da una unità terminale remota conforme alla parte caratterizzante della rivendicazione principale.
Per una migliore comprensione della presente invenzione si allegano a titolo esemplificativo, ma non limitativo disegni in cui:
la figura 1 mostra una vista schematica di un impianto comprendente una unità terminale remota secondo l'invenzione;
la figura 2 mostra una vista schematica di un modulo funzionale di una unità terminale remota secondo l'invenzione;
le figure 3A,B; 4A,B mostrano schematicamente circuiti di alcuni componenti del modulo funzionale di figura 2;
la figura 5 mostra una vista schematica di un ulteriore componente del modulo di figura 2;
la figura 6 mostra uno schema circuitale di una prima variante semplificata dell'invenzione,
la figure 7 ne mostra uno schema realizzativo dell'unità terminale remota;
le figure 8A,8B ne mostrano, rispettivamente, viste laterali e frontali;
la figura 9 ne mostra una vista schematica frontale inserita in un armadio di contenimento.
Con riferimento alle figure 1-5 è rappresentato un impianto da controllare comprendente una pluralità di aree, a ciascuna delle quali corrisponde una unità funzionale remota lA-ln ciascuna collegata direttamente attraverso un cavo 2A-2n ad una unità terminale remota 3 secondo l'invenzione. Le quattro aree funzionali ed le relative unità funzionali 1A-D sono, ad esempio, relative ad un trasformatore {1A), un interruttore (1B) , una linea ad alta tensione (1C), ed una linea a media tensione (1D). I cavi 2A-2n sono del tipo multiconduttore, in cui ciascun conduttore è atto a trasferire un particolare ben determinato tipo di segnale ed in cui è noto e fisso il tipo di segnale trasmesso da ciascun conduttore. Ad esempio i primi dieci conduttori del cavo 2A possono essere atti a trasferire segnali analogici di misura, i successivi cinque conduttori segnali digitali di allarme, i successivi sette conduttori segnali di comando, gli ulteriori quattro conduttori segnali di regolazione.
Sia le unità funzionali ΙΑ-ln che i cavi 2A-2n sono di tipo convenzionale e non verranno pertanto, nel seguito descritti in dettaglio. L'unità terminale remota secondo l'invenzione, indicata complessivamente con 3, comprende per ciascuna unità funzionale un corrispondente modulo funzionale 3A-3n dedicato, collegato direttamente al cavo 2A-2n della relativa unità funzionale, ed in cui detti moduli funzionali dell'impianto sono tutti collegati attraverso un bus 10 ad una unità di elaborazione principale 4. Secondo l'esempio rappresentato in figura 1 l'unità remota presenta il modulo 3A relativo alla funzione di trasformatore, il modulo 3B relativo alla funzione interruttore, il modulo 3C relativo alle funzioni di linee di alta tensione, ed il modulo 3D relativo alle funzioni di linea di media tensione. Con riferimento alla figura 2 in essa è mostrata l'architettura di un modulo funzionale (3A) dell'unità terminale remota secondo l'invenzione, gli altri moduli presentando una architettura uguale. Il modulo 3A presenta mezzi di connessione 5 atti a cooperare con un usuale organo di connessione 12 previsto all'estremità del cavo 2A; grazie a detti mezzi e organi di connessione, è possibile collegare ciascuno dei conduttori 6 del cavo 2A con un opportuno circuito di interfaccia 7A-D, atto a trattare il particolare tipo di segnale trasmesso nel conduttore collegato. A loro volta i circuiti di interfaccia 7A-D sono collegati attraverso un bus interno 8 ad una unità di elaborazione 9, interna a ciascun modulo, a sua volta collegata attraverso il secondo bus 10 (fig.
1) al modulo di elaborazione principale 4. Più in particolare, i mezzi di connessione 5 comprendono un convenzionale connettore 5A per cavi multiconduttori, elettricamente collegato ad un circuito stampato 5B, realizzato "su misura" per il particolare cavo 2A, tenendo conto del fatto che la distribuzione dei diversi tipi di segnali nei vari conduttori 6 del cavo 2A, è nota a priori, ed è fissa. Il circuito stampato 5B è realizzato in modo da tenere conto della nota distribuzione dei vari tipi di segnali nei conduttori e facendo in modo di collegare correttamente ciascun conduttore 6 con il circuito di interfaccia 7A-D atto a trattare il tipo di segnale trasmesso su ciascun conduttore. Secondo l'invenzione dunque, non è più necessario prevedere una permutatore intermedio, ma è sufficiente un semplice circuito stampato per realizzare il corretto collegamento tra i circuiti di interfaccia 7A-D ed il cavo 2A. I circuiti di interfaccia 7A-D sono di tipo noto e, a titolo di esempio, nelle figure 3A,3B 4A,4B sono, rispettivamente, rappresentati un circuito di interfaccia per segnali analogici continui di misure, senza isolamento {fig. 3A) e con isolamento (fig. 3B), e un circuito di interfaccia per segnali digitali, senza isolamento (fig. 4A) e con isolamento (fig. 4B). I circuiti presentano un usuale organo di protezione 13A,B, 14A,B e usuali organi adattatori dei segnali 15A,B, 16A,B e con riferimento alle figure 3A,3B un convertitore analogico digitale 17. I circuiti di interfaccia per i segnali di comando e regolazione non sono rappresentati essendo anch'essi convenzionali per l'esperto del ramo e comprendono convertitori analogico-digitale, organi adattatori e di protezione e organi di pilotaggio ed esecuzione di segnali di comando e regolazione.
E' da sottolineare che ciascun modulo può prevedere circuiti atti a trattare tutti i diversi tipi di segnale tipici dell'impianto da controllare o solo alcuni di tali circuiti; la presenza di tutti o parte di tali circuiti è legata alla tipologia dell'unita funzionale da interfacciare. In ogni caso, ciascun modulo funzionale prevederà sempre almeno due distinti circuiti di interfaccia, così da esser in grado di gestire sempre almeno due distinti tipi di segnali.
I bus 8 e 10 sono di tipo convenzionale, vantaggiosamente il bus 10 è tipo CAN.
L'unità interna di elaborazione 9 del modulo funzionale 3A è atta a gestire i circuiti di interfaccia 7A-D verso l'unità funzionale 1A, ovvero è atta a raccogliere i dati (segnali digitali e misure analogiche) della relativa unità funzionale ed a trasmetterli all'unità dì elaborazione principale 4, e, viceversa, è atto a ricevere i dati (comandi e regolazioni) da detta unità di elaborazione principale 4 ed a trasmetterli alla relativa unità funzionale. L'unità interna 9 è però anche atta a controllare autonomamente la relativa unità funzionale in base ai dati ricevuti; ad esempio è atta a generare determinati comandi e regolazioni in uscita, in relazione al superamento di valori limite ricevuti dalle misure in ingresso o dalle condizioni di allarme rilevate dai segnali digitali in ingresso.
In figura 5 è mostrato uno schema a blocchi dell'unità interna dì elaborazione 9 comprendente memorie RAM 9A, memorie FLASH 9B, un circuito a microprocessore 9C collegato al relativo WATCH DOG 9D, ed un circuito 9E atta a mettere in comunicazione il modulo con il bus 10.
L'unità di elaborazione 9 non viene descritta in dettaglio essendo di immediata realizzazione per l'esperto del ramo alla luce di quanto fin qui illustrato programmando in modo usuale un microprocessore di tipo convenzionale. Analogo discorso vale per il modulo di elaborazione principale 4 di tipo convenzionale per l'esperto del ramo. E' da sottolineare che il modulo di elaborazione principale come usuale nelle unità terminali remote, è collegato ad un centro di controllo (non rappresentato) di supervisione e regolazione (SCADA) dell'intero sistema elettrico o di un sottosistema, di cui fa parte l'unità terminale remota.
Vantaggiosamente, ciascun modulo funzionale (3A-3n) è realizzato su un unico circuito stampato.
Grazie all'unità terminale remota, secondo l'invenzione, che permette di evitare l'utilizzo dei tradizionali permutatori di impianto, si riesce a migliorare notevolmente l'affidabilità, poiché si riducono i punti di eventuale mancato contatto dei conduttori, si riducono le radiazioni emesse dai conduttori e la suscettibilità ai disturbi indotti, in quanto i cavi, normalmente protetti con schermature adeguate, vengono direttamente attestati al dispositivo senza essere collegati a partitori intermedi. Grazie all'unità terminale remota secondo l'invenzione risultano facilitati anche gli interventi di manutenzione, grazie al fatto che ciascun modulo funzionale del dispositivo è bìunivocamente collegato ad una specifica funzione del campo. Grazie al fatto che ciascun modulo funzionale presenta al suo interno una unità di elaborazione atta, in alcuni casi, a controllare autonomamente dal modulo di elaborazione principale, l'unità funzionale, si riesce ad ottenere anche un aumento della velocità di reazione in processi di automazione interni al modulo funzionale, ovvero in processi che non prevedono l'interazione di più moduli; ciò comporta altresì un aumento della disponibilità di elaborazione in quanto ogni modulo funzionale è dotato di autonoma capacità di elaborazione.
Si vuole infine ribadire che la forma di realizzazione fin qui descritta è stata fornita a titolo puramente esemplificativo e che sono possibili numerose varianti tutte rientranti nel medesimo concetto inventivo, così, ad esempio i moduli funzionali, in una versione semplificata del dispositivo, potrebbero essere privi di unità di elaborazione interna al modulo funzionale, ed essere solo collegati all'unità di elaborazione principale 4. Inoltre, l'unità terminale remota potrebbe essere atta ad interfacciare anche una sola unità funzionale, e/o le unità funzionali remote potrebbero prevedere più di un cavo multiconduttore di collegamento con il dispositivo. Inoltre, in una ulteriore versione semplificata dell'unità terminale remota è possibile che due o più moduli funzionali condividano un certo numero di circuiti di uno stesso modulo funzionale conseguendo, in tal modo una consistente riduzione dei costi. I circuiti che possono essere condivisi sono l'unità interna di elaborazione e/o, il convertitore analogico/digitale dell'interfaccia misure, e/o il circuito di pilotaggio esecuzione dell'interfaccia comandi, e/o il convertitore digitale/analogico dell'interfaccia regolazioni.
Nelle figure 6-9 è mostrata una variante semplificata di una unità terminale remota secondo l'invenzione, particolarmente adatta al telecontrollo di cabine elettriche per la distribuzione dell'energia su linee a bassa tensione, (220V) in cui, essendo il controllo più semplice rispetto agli utilizzi precedentemente descritti, è sufficiente disporre di una unità terminale remota di struttura meno complessa. Anche per questo tipo di unità terminale remota i problemi tecnici da superare sono sostanzialmente gli stessi precedentemente illustrati e sono individuabili nell'eliminazione dei permutatori di impianto, nel disporre di una unità terminale remota compatta, con bassi consumi, e che possa essere modularmente assemblata cosi da potersi adattare alle diverse complessità dell'impianto da controllare.
Nella soluzione rappresentata in figura 6 i componenti comuni con le precedenti forme di realizzazione non vengono nuovamente illustrati e sono indicati con la stessa numerazione usata precedentemente. L'impianto elettrico da controllare, indicato generalmente con 1A, ad esempio una cabina elettrica per la distribuzione dell'energia elettrica a bassa tensione, è considerato come una unica area, alla quale corrisponde una ben definita unità funzionale 1A collegata all'unità terminale remota, indicata complessivamente con U, da uno o più cavi multiconduttori 2A-2n identici a quelli precedentemente descritti. L'unità terminale remota prevede, sostanzialmente, un unico modulo funzionale 3A, comprendente una piastra base 20, alla quale sono amovibilmente collegate: una piastra 21 di attestazione dei cavi 2A-2n, una pluralità di circuiti di interfaccia: parte di espansione e amovibili 22A,B,C nel seguito indicati anche come moduli di interfaccia e parte fissi 22D,22E, ed una piastra di alimentazione 23. La piastra base 20 e quella di attestazione 21 sono, preferibilmente, realizzate, ciascuna, mediante un solo circuito stampato, comune per tutto l'impianto da controllare. La piastra base 20, rappresentata in dettaglio in figura 7, prevede primi convenzionali connettori 24 per la piastra di attestazione 21, una pluralità di secondi convenzionali connettori 25A-25C per i moduli di interfaccia di espansione 22A-22C, un terzo convenzionale connettore 26 per la piastra di alimentazione 23, un primo circuito di interfaccia 22D per segnali digitali provenienti dall'impianto ed un secondo circuito di interfaccia 22E per segnali di comandi da inviare al'impianto, un circuito di elaborazione principale 4, comune per tutti i circuiti di interfaccia (di espansione e fissi) 22A-22E, un circuito 28 di comunicazione dell'unità terminale remota con un centro di controllo 29, ad esempio un centro di controllo (SCADA) dell'intero sistema o di un sottosistema di distribuzione dell'energia elettrica, ed un circuito 27 di conversione, atto a fornire ai diversi componenti della piastra 20 la necessaria alimentazione elettrica. La piastra prevede inoltre un convenzionale bus di apparato 10 per il collegamento dei vari circuiti.
La piastra di attestazione 21 prevede un supporto al quale sono rigidamente vincolati convenzionali organi connettori 31A-31n (figura 9) a cui vengono amovibilmente attestati i cavi 2A-2n; detti organi connettori sono collegati ad un circuito stampato, realizzato in modo tale che ciascuno dei diversi conduttori presenti in ciascun cavo risulti collegato ad un diverso ramo di detto circuito stampato. Quest'ultimo prevede per ciascun cavo le permutazioni necessarie a separare i diversi tipi di segnali trasmessi nel cavo stesso ed ad indirizzare i diversi tipi di segnali all'interfaccia 22A-22E corrispondente al diverso tipo di segnale. Nel caso più semplice in cui l'unità terminale remota controlla una unità funzionale particolarmente ridotta ed in cui nei cavo 2A-2n sono trasmessi solo trentadue segnali digitali provenienti da detta unità funzionale, e otto segnali di comandi, elaborati dal circuito 4 la piastra di attestazione 21 prevede un circuito stampato con quaranta rami: di cui trentadue connessi all'interfaccia 22D relativa ai segnali digitali di ingresso e otto connessi all'interfaccia 22E relativa ai comandi in uscita. Sempre secondo l'esempio di cui sopra, qualora l'unità funzionale dovesse trasmettere all'unità terminale remota un ulteriore tipo di segnali, ad esempio segnali analogici di ingresso, o, viceversa si dovesse inviare a tale area segnali di regolazione, alla piastra base 20 andrebbero aggiunti moduli di interfaccia di espansione (22A-22C) comprendenti interfacce atte a trattare detti tipi di segnali, ed il circuito stampato della piastra di attestazione 21 dovrebbe essere realizzato in modo da collegare i conduttori su cui si trasmettono i segnali di tipo nuovo (segnali analogici e/o regolazioni) ai relativi opportuni moduli di interfaccia di espansione. Analogo discorso vale nel caso che l'unità funzionale remota dovesse trasmettere all'unità terminale remota un numero di segnali digitali o di comandi superiore.
Sostanzialmente l'unità terminale remota secondo la variante testé descritta è uguale a quella precedentemente descritta, salvo il fatto che essa viene, sostanzialmente, a coincidere con un solo modulo funzionale del tipo precedentemente descritto, il cui circuito di elaborazione interna è integrato con il circuito di elaborazione principale 4 (precedentemente descritto). Inoltre a differenza dei moduli funzionali, precedentemente descritti, quello secondo la presente variante presenta moduli di interfaccia di espansione 22A-22C e mezzi di connessione dei cavi amovibilmente associabili alla piastra base 20, in modo da permettere la realizzazione di una unità terminale remota presentante una struttura base 20 fissa alla quale, successivamente, è possibile aggiungere componenti realizzati a seconda della struttura dell'impianto da controllare.
La piastra di alimentazione 23 è di tipo convenzionale ed è collegata a quella base 20 mediante un usuale cavo e relativi mezzi di connessione, ed è atta ad adattare la tensione primaria in ingresso (48V, 110V continui, 220V alternati) alla tensione di uscita (24V continui). Grazie al fatto che la piastra di alimentazione è amovibilmente connessa alla piastra base è possibile, a seconda della tensione primaria in ingresso connettere alla piastra base la piastra di alimentazione opportuna.
Nelle figure 8A, 8B sono mostrate, rispettivamente, viste schematiche laterali e frontali di una possibile forma di realizzazione della variante sin qui illustrata, in cui sono stati rappresentati solo la piastra di attestazione 21 con i relativi cavi 2A-2n, gli organi 31A-31n per l'attestazione dei cavi alla piastra, gli organi 24 per la connessione amovibile della piastra 21 a quella base 20, un solo modulo di interfaccia di espansione, 22A ed i relativi organi 25A per la sua connessione amovibile alla piastra base 20 (della quale non sono stati rappresentati gli ulteriori componenti). In figura 9 è rappresentata schematicamente l'installazione di una unità terminale remota secondo la variante sin qui illustrata all'interno di un convenzionale armadietto di protezione 33, dotato di una porta 33A.
I vantaggi della variante sin qui illustrata possono essere riassunti nel fatto di prevedere una unità terminale remota che non necessita di un ripartitore di impianto, in cui su un unica piastra base a circuito stampato sono realizzate tutte le funzioni necessarie per il telecontrollo di una cabina elettrica, ovvero: un unico circuito 4 di elaborazione, un circuito di comunicazione 28, due circuiti di interfaccia 22D-22E per segnali digitali dall'unità funzionale remota e segnali di comando ed un circuito di alimentazione 23. L'unità terminale remota secondo la variante in esame offre inoltre i vantaggi di rendere possibile la sua espansione mediante moduli di interfaccia di espansione 22A-22C amovibilmente connessi alla piastra base 20, la possibilità di adattarsi all'impianto da controllare mediante la realizzazione di specifiche piastre di attestazione 21 anch'esse amovibilmente connesse alla piastra base 20, e la possibilità di adattarsi a diverse tensioni primarie di alimentazione mediante l'impiego di piastre di alimentazione 23 specifiche anch'esse amovibilmente connesse alla piastra base.
E' da sottolineare che la forma di realizzazione fin qui illustrata della variante è stata fornita a titolo esemplificativo e che sono possibili numerose ulteriori varianti tutte rientranti nel medesimo concetto inventivo, così, ad esempio, alla piastra base 20 potrebbero essere amovibilmente collegate solo la piastra di attestazione 21, e/o almeno un modulo di interfaccia espansione 22A-22C, e/o la piastra di alimentazione 23. Inoltre, il numero dei circuiti di interfaccia fissi 22D,E e/o di espansione 22A-C potrebbe essere diverso da quello sin qui descritto.

Claims (23)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Unità terminale remota per l'interfacciamento di almeno una unità funzionale remota (ΙΑ-ln) di un impianto da controllare, con un modulo di elaborazione principale (4), detta almeno una unità funzionale (ΙΑ-ln) essendo collegata a primi mezzi di connessione (5;21) dell'unità terminale remota attraverso almeno un cavo (2A-2n) multiconduttore, in cui ciascun conduttore (6) è atto a trasmettere un determinato tipo di segnale ed in cui è noto il tipo di segnale trasmesso da ciascun conduttore, detti segnali essendo di almeno un primo ed un secondo tipo, in cui per ciascuna unità funzionale (ΙΑ-ln) collegata all'unità terminale remota, è previsto un modulo funzionale (3A-3n) di interfaccia dedicato, che detto modulo di interfaccia prevede per ciascuno dei diversi tipi di segnale ricevuti o inviati all'unità funzionale (ΙΑ-ln) un circuito di interfaccia (7A-D; 22A-E) dedicato, che i primi mezzi di connessione (5;21) sono conformati in modo da collegare direttamente ciascuno di detti conduttori ( 6) con il circuito di interfaccia dedicato al tipo di segnale trasmesso in detto conduttore, e che sono previsti secondi mezzi (8, 9, 10) atti a connettere i circuiti di interfaccia con il modulo di elaborazione principale (4).
  2. 2. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che ciascun modulo funzionale (3A-3n) comprende una unita di elaborazione interna (9).
  3. 3. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che per ciascuna unità funzionale è previsto un distinto modulo funzionale (3A-3n).
  4. 4. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che per ciascuno tipo di segnali di ciascuna unità funzionale (ΙΑ-ln) è previsto un distinto circuito di interfaccia (7A-D; 22A-E).
  5. 5. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 2 caratterizzata dal fatto che l'unità di elaborazione interna (9) è atta sia a gestire i circuiti di interfaccia (7A-D) tra la relativa unità funzionale (ΙΑ-ln) e il modulo di elaborazione principale (4), sia a controllare autonomamente rispetto a detto modulo di elaborazione principale (4) la relativa unità funzionale in base ai dati ricevuti.
  6. 6. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che i primi mezzi di connessione (5) prevedono un connettore (5A) atto ad attestare il cavo (2A~2n<) >di un'unità funzionale (ΙΑ-ln) al relativo modulo funzionale (3A-3n), ed un circuito stampato (5B) direttamente collegato a detto connettore e ai circuiti di interfaccia (7A-D), detto circuito stampato essendo realizzato in modo da connettere ciascun conduttore (6) di detto cavo, con un circuito di interfaccia atto a trattare il tipo di segnale trasmesso nel conduttore.
  7. 7. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che il cavo (2A-2n) di collegamento con l'unità funzionale (ΙΑ-ln) comprende conduttori (6) atti a trasmettere segnali di tipo diverso tra loro.
  8. 8. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto di prevedere almeno un primo circuito di interfaccia (7A) per i segnali digitali trasmessi dall'unità funzionale {1A-In), un secondo circuito di interfaccia (7B) per i segnali di misure analogici trasmessi dall'unità funzionale (ΙΑ-ln), un terzo circuito di interfaccia (7C) per i segnali di comandi trasmessi dal modulo di elaborazione principale (4), ed un quarto circuito di interfaccia (7D) per i segnali di regolazione trasmessi dal modulo di elaborazione principale (4).
  9. 9. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto di essere utilizzato in un sistema di telecontrollo di una rete per la distribuzione dell'energia elettrica in cui l'impianto da controllare prevede sottostazioni elettriche, cabine di energia, centrali di produzione, ed in cui le unità funzionali comprendono trasformatori (1A), interruttori (1B), linee di alta tensione (1C), linee di media tensione (1D).
  10. 10. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che l'unità di elaborazione interna (9) di un modulo funzionale (3A-3n) è condivisa da una pluralità di unità funzionali (lA-ln).
  11. 11. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il modulo di elaborazione principale (4) è condiviso da una pluralità di unità funzionali remote (1A-In).
  12. 12. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che i circuiti di interfaccia (7A-D) comprendono mezzi di protezione (13A,B, 14A,B), e/o mezzi adattatori (15A,B, 16A,B) e/o mezzi isolatori e/o convertitori analogico/digitale o digitale/analogico, e/o mezzi di pilotaggio ed esecuzione di segnali di comandi e regolazioni.
  13. 13. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 12, caratterizzata dal fatto che i mezzi convertitori analogico/digitale e/o quelli digitale/analogico, e/o i mezzi di pilotaggio esecuzione di segnali di comando di un modulo funzionale (3A-3n) sono condivisi da una pluralità di unità funzionali remote (ΙΑ-ln).
  14. 14. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto di prevedere un elemento circuitale di base (20) e mezzi (24, 26, 25A-25C) per la connessione amovibile a detto elemento circuitale dei primi mezzi di connessione (21) e/o di almeno un modulo di interfaccia di espansione (22A-22C), e/o di mezzi di alimentazione elettrica (23).
  15. 15. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 14 caratterizzata dal fatto che l'elemento circuitale di base (20) e/o i primi mezzi di connessione (21) prevedono, ciascuno, un solo circuito stampato, comune per tutto l'impianto da controllare.
  16. 16. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 14 caratterizzata dal fatto che l'elemento circuitale di base (20) prevede primi mezzi (24) per la connessione amovibile dei primi mezzi di connessione (21), una pluralità di secondi mezzi (25A-25C) per la connessione amovibile di moduli di interfaccia di espansione (22A-22C), un terzo mezzo (26) per la connessione amovibile dei mezzi di alimentazione (23), un primo ed un secondo circuito di interfaccia (22D,22E), per due diversi tipi di segnali, un circuito di elaborazione principale (4), comune per tutto l'impianto un circuito (28) di comunicazione dell'unità terminale remota con un centro di controllo (29), un circuito (27) di conversione, atto a fornire la necessaria alimentazione elettrica.
  17. 17. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 16 caratterizzata dal fatto che il primo ed secondo circuito di interfaccia (22D,22E) per due diversi tipi di segnali, sono rigidamente vincolati all'elemento circuitale di base (20)
  18. 18. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 16 caratterizzata dal fatto che l'elemento circuitale di base (20) prevede un bus di apparato (10) per la connessione dei circuiti e moduli di detta unità terminale remota.
  19. 19. Unità terminale remota secondo la rivendicazione 16 caratterizzata dal fatto che i primi mezzi di connessione (21) prevedono un supporto al quale sono rigidamente vincolati organi connettori (31A-31n) a cui sono amovibilmente attestati i cavi (2A-2n), che detti organi connettori sono direttamente collegati ad un circuito stampato, realizzato in modo da connettere direttamente ciascun conduttore di detti cavi (2a-2n) con un circuito di interfaccia (22A-22E) atto a trattare il tipo di segnale trasmesso nel conduttore .
  20. 20. Unità terminale remota secondo una delle rivendicazione da 14 a 19 caratterizzata dal fatto di essere utilizzata per il telecontrollo di un impianto comprendente una cabina elettrica per la distribuzione dell'energia su linee a bassa tensione.
  21. 21. Unità terminale remota secondo una delle rivendicazioni 1, 14-20, caratterizzata dal fatto di prevedere un solo modulo funzionale (3A) collegata ad un impianto comprendente una unica unità funzionale remota (1A).
  22. 22. Metodo per l'interfacciamento di almeno una unità terminale remota (ΙΑ-ln) di una rete di distribuzione di energia elettrica con un modulo di elaborazione principale (4) detta almeno una unità funzionale remota (ΙΑ-ln) essendo collegata direttamente a mezzi di connessione (5,21) di una unita terminale remota secondo una delle rivendicazioni da 1 a 20 attraverso almeno un cavo (2A-2n) multiconduttore, in cui ciascun conduttore (6) è atto a trasmettere un determinato tipo di segnale ed in cui è noto il tipo di segnale trasmesso da ciascun conduttore, detti segnali essendo di almeno un primo ed un secondo tipo.
  23. 23. Metodo secondo la rivendicazione 22 caratterizzato dal fatto di interfacciare ciascun conduttore (6) con un circuito di interfaccia (7A-D; 22A-22E)specifico per il particolare tipo di segnale trasmesso dal conduttore stesso e per ciascuna unità funzionale remota.
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