ITMI20000274A1 - Struttura di protezione delle connessioni di un cavo elettrico multipolare ad un connettore e/o ad un motore elettrico e motore elettrico mu - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE
La presente invenzione ha per oggetto una struttura in materiale plastico per la protezione contro gli infortuni delle connessioni dei cavetti singoli provenienti o meno da un cavo elettrico multipolare, ad un connettore o ad un motore elettrico e, più particolarmente, ad un motore elettrico comprendente detta struttura in almeno una sua forma realizzativa.
E' noto il problema di collegare uno spezzone di cavo elettrico ad un altro spezzone di cavo, o di collegarlo ad un motore elettrico o ad un'apparecchiatura utilizzatrice.
si tratta in genere di un cavo multipolare composto da una guaina che contiene due o più cavetti a loro volta costituiti ciascuno da una guaina isolante contenente un conduttore metallico della corrente elettrica.
E' pure ben noto che per effettuare il collegamento elettrico è necessario preparare il cavo; ciò si ottiene usualmente asportando la guaina del cavo multipolare per alcuni centimetri e liberando cosi i cavetti, poi asportando l'isolante dall’estremità dei cavetti per alcuni millimetri in modo da liberare il conduttore metallico.
Se i cavetti sono da collegare direttamente a punti di un motore elettrico o di un'apparecchiatura utilizzatrice, si può procedere a questo collegamento in vari modi, ad esempio unendo per saldatura il conduttore metallico liberato con il terminale del motore o dell'apparecchiatura al quale deve essere data corrente, oppure, se il motore o l'apparecchiatura è più modernamente munita di ricettori metallici della corrente del tipo SIAMEZE della AMTRONICS o simili, incastrando con apposito attrezzo noto il conduttore metallico nel SIAMEZE stesso.
Se il cavo è invece da collegare ad un altro spezzone di cavo o ad un motore elettrico o altro che per il collegamento alla linea possiedono già dei terminali metallici lamellari tipo FASTON della A.M.P. o simili, abitualmente si preparano il cavo e/o i cavetti alla stessa maniera, indi si aggraffano ai conduttori metallici dei cavetti i terminali metallici del tipo FASTON o simile, eterosessuali, e quindi innestabili nei precedenti, che innestati poi l’uno nell'altro creano quella continuità che trasmette la corrente elettrica.
Per poterli maneggiare senza pericolo, detti terminali metallici aggraffati ai cavetti vengono prima solitamente infilati ciascuno in una capsula isolante conformata internamente in modo da permettere l'ingresso del terminale ma non la fuoriuscita. Le capsule sono poi abitualmente tutte riunite in un sol corpo formando una cosiddetta scatoletta di connessione che le tiene parallele e allineate in modo che con una sola operazione tutti i terminali di uno spezzone si innestano nei corrispondenti terminali dell'altro o del motore.
Queste procedure non contemplano però la protezione dei cavetti, che sono abbandonati liberamente nel tratto compreso tra la loro uscita dal cavo multipolare fino all'aggraffatura sui terminali metallici, il tratto cioè nel quale il cavo multipolare è stato privato di guaina, e solo talvolta sono tenuti raggruppati con una delle note fascette isolanti che ha un'estremità affusolata e dentellata e che, dopo avere avvolti i cavetti si infila nell'alveolo dentellato presente all'altra sua estremità e si serra indissolubilmente. Le procedure note non contemplano inoltre nemmeno la solidarizzazione del cavo multipolare con la scatoletta di connessione oppure con il motore elettrico o altro, si che nel caso di uso maldestro di trazione esercitata sul cavo stesso ad esempio per disconnettere il collegamento o per sollevare il motore, la forza si scarica sui cavetti e da questi sull'aggraffatura degli stessi ai terminali, con pericolo di sganciamento dell'aggraffatura e conseguente interruzione del collegamento elettrico e soprattutto di ritrovarsi un'estremità metallica del cavetto sotto corrente libera di vagare con pericolo di infortunio.
Per ovviare ai succitati inconvenienti, cioè per proteggere i cavetti vaganti e per ancorare il cavo, sono state proposte varie strutture, in alcuni casi molto complesse, costituite da più pezzi in metallo o in materiale plastico, comportanti più operazioni di assemblaggio, con il risultato di richiedere elevati costi produttivi per la quantità di materiale richiesto e per la manodopera necessaria. Conseguentemente, allo stato attuale, per pure ragioni di costo, i cavetti vaganti non sempre vengono protetti e i cavi multipolari adeguatamente ancorati.
Scopo pertanto della presente invenzione è quello di realizzare una struttura di protezione, in materiale plastico isolante, per tutte le connessioni di cavetti e/o di un cavo multipolare elettrico ad un connettore, ad un motore e a qualsiasi altra apparecchiatura utilizzatrice, concepita e strutturata in modo da ovviare agli svantaggi presentati dalle attuali strutture di protezione, ma soprattutto in grado di risultare strutturalmente semplice, di richiedere un limitato impiego di manodopera e in particolare di poter essere ottenuta integralmente mediante un'unica opera-zione di stampaggio, senza sottosquadri o cassetti laterali, in modo da risultare particolarmente economica.
Questi ed altri scopi ancora, che più chiaramente saranno evidenziati in seguito, vengono raggiunti da una struttura in materiale isolante, per la protezione delle connessioni di singoli cavetti o dei cavetti di un cavo elettrico multipolare ad un connettore, ad un motore o ad altra analoga apparecchiatura elettrica, la quale struttura è sostanzialmente costituita, secondo il presente trovato, da una struttura stampata in materia plastica isolante, composta da due alette delle quali almeno una con bordi rialzati, incernierate entrambe su un lato, in modo tale che, affacciate l'una all'altra, siano in grado di contenere e proteggere i cavetti unipolari sopra descritti e, se questi provengono da un cavo multipolare sguainato, nel tratto compreso fra l'uscita dal cavo multipolare e l'aggraffatura sul terminale metallico, dette due alette, sostanzialmente due semigusci, comprendendo, ad una loro estremità, due semicoppe che affacciate abbracciano il cavo multipolare nel tratto ancora munito di guaina e, con mezzi particolari facenti parte della struttura stessa, lo ancorano ad essa solidamente, dirigendo anche l'uscita del cavo nella direzione voluta, impedendo di scaricare sui cavetti e sulle aggraffature dei cavetti ai terminali un'eventuale errata trazione effettuata sul cavo, detta struttura stampata in materia plastica isolante essendo realizzata in un sol colpo senza sottosquadri o cassetti laterali e conformata in modo da raggiungere la sua forma definitiva piegando ed agganciando l'uno contro l'altro detti due semigusci.
Più particolarmente, e secondo una sua prima forma realizzativa, per il collegamento di un cavo multipolare a dei reofori lamellari, tipo FASTON o simili, detti due semigusci sono incernierati direttamente su una faccia di una scatoletta prismatica contenente detti contati FASTON ad innesto frontale, in modo da costituire, dopo chiusura degli stessi semigusci, un corpo unico isolante, in grado di assicurare sia l'ancoraggio del cavo, sia la protezione dei cavetti posizionati all'interno dei semigusci, nonché la protezione dei contatti FASTON ad innesto frontale contenuti nella scatoletta.
Secondo un'altra forma realizzativa, per l'applicazione all'interno di un motore o altro apparecchio pure rientrante nell'ambito del presente trovato, detta struttura di protezione prevede due semigusci o simili, sviluppati in lunghezza, ed incernierati fra loro lungo un lato longitudinale, in modo tale da consentire, dopo loro chiusura con adatti mezzi di ancoraggio, pure ricavati in corpo unico con la struttura stessa, la protezione da parti rotanti del motore di cavetti destinati a collegare, ad esempio, due opposte bobine di campo o a proteggere altre parti sotto corrente del motore, detta struttura di protezione essendo inoltre provvista di mezzi per il suo ancoraggio a parti fisse del motore. La struttura potrà anche provvedere ad assicurare l’ancoraggio del cavo.
In entrambe dette forme realizzative del presente trovato, il bloccaggio del cavo multipolare ad un’estremità di detti semigusci è realizzata mediante impiego di almeno una linguetta dentellata, preferibilmente realizzata in corpo unico con la struttura, ed inseribile in un alveolo o cavità, pure internamente dentellata.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione, verranno chiaramente illustrati dalla seguente dettagliata descrizione, fatta con riferimento alle allegate tavole di disegno, date a solo titolo indicativo e non limitativo, nelle quali:
la figura 1 mostra, in vista prospettica, una struttura realizzata secondo una prima variante della presente invenzione, applicata ad una scatoletta di tre connettori per terminali metallici FASTON femmina per reofori lamellari ed illustrata con un'aletta o semiguscio aperto come viene dallo stampaggio e l'altro chiuso a 90°;
la figura 2 mostra la stessa scatoletta dotata della struttura oggetto della presente invenzione pronta per essere innestata, contenente al suo interno i terminali metallici visibili solo di testa, i cavetti non visibili perché racchiusi fra i due semigusci chiusi "a 90°, e il cavo visibile in uscita;
le figure 3 e 4 mostrano in due viste in pianta la struttura delle figure precedenti, applicata ad una scatoletta cosi come si presenta subito dopo lo stampaggio;
la figura 5 mostra una sezione della figura 3 lungo la linea V-V in cui tutti i fori sono a 90° col piano delle alette e perciò realizzabili senza sottosquadri;
la figura 6 mostra una sezione mediana della struttura e della scatoletta assemblati di figura 2 presa sul piano VI-VI della stessa figura, nella posizione affacciata ai corrispondenti reofori FASTON maschi di un altro connettore (o motore o altro) sul quale il connettore può essere innestato;
la figura 7 illustra il particolare dell'aggraffatura del cavo secondo una particolarità della presente invenzione;
le figure 8 e 9 mostrano secondo due viste in pianta la struttura della presente invenzione nella sua variante per essere applicata ad un motore elettrico o altro. L’esempio si riferisce ad una struttura abbastanza estesa in lunghezza per essere adattata, ad esempio, ad un motore con due bobine di campo, posizionate ai due lati opposti del rotore, ed illustrate nelle successive figure 13 e 14;
la figura 10 mostra la struttura di figura 9 vista secondo una sezione presa sul piano X-X della stessa figura 9;
la figura 11 mostra la stessa struttura di figura 9 vista secondo una sezione sul piano XI-XI che illustra in posizione aperta le due semicoppe destinate a bloccare il cavo;
la figura 12 mostra la stessa struttura di figura 9 vista secondo una sezione sul piano XII-XII e illustra i ganci che servono a tener chiuse, dopo averne ruotata una rispetto all'altra di 180<a>, le due alette, ed i ganci che tengono solidarizzata al motore la struttura, dopo averla posizionata sul motore infilando entro pioli, emergenti dal motore, le apposite finestre ricavate nella struttura.
La figura 13 illustra l'interno di un motore elettrico perfezionato, modificato per l’applicazione della struttura di figura 9.
In particolare la figura 13 illustra un motore alimentato direttamente a mezzo cavo multipolare, ed utilizzante la struttura di figura 9, per solidarizzare il cavo al monoblocco del motore.
La figura 14 illustra un motore che utilizza in parte la struttura di figura 9 ed inoltre si avvale della struttura di figura 2 per l'alimentazione della corrente poiché, secondo l'invenzione, un suo elemento interno è opportunamente modificato e possiede reofori lamellari atti ad essere in essa innestati.
Con riferimento alle figure da 1 a 7, illustranti la prima variante, l'invenzione è costituita da due semigusci o alette 1 ed la sostanzialmente speculari, realizzate in materiale plastico isolante in un corpo unico con un elemento parallelepipedo 2 costituente la scatoletta di un connettore, al quale esse sono collegate tramite cerniere 3-3a (figura 1) situate su due spigoli di una faccia di estremità di detto parallelepipedo 2.
Più particolarmente, all'interno del corpo parallelepipedo 2 sono ricavate tre cavità passanti, 4, 4a, 4b ciascuna delle quali costituente la sede di accoglimento e trattenimento stabile per uno dei reofori prescelti, indicativamente indicati del tipo FASTON femmina 18 nella figura 2 e nella figura 6.
Ogni semiguscio 1-la è corredato di due opposti bordi 5-5a e 6-6a rialzati a 90° circa rispetto al piano del relativo semiguscio e di larghezza tale che, a semigusci affacciati l'uno all'altro, le coppie di bordi 5-6 e 5a-6a combaciano e/o si sovrastano, formando cosi una scatola che contiene e protegge i cavetti 17 liberati dal cavo 16 (figure 1 e 6). Alle opposte estremità delle alette o semigusci 1 e la sono ricavate, in un corpo unico con le alette stesse, due semicoppe indicate rispettivamente con 7 e 7a che a semigusci affacciati abbracciano il cavo 16 (figure 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7).
Sui bordi della semicoppa 7 sono ricavati due alveoli 8-8a dentellati internamente per ricevere e bloccare le estremità di due fascette dentellate 9-9a; infatti, sui bordi della semicoppa 7a sono ricavate, in modo sporgente dagli opposti lati della semicoppa, dette due fascette dentellate 9 e 9a elasticamente deformabili, che a semigusci affacciati, si infilano negli alveoli 8-8a {figura 7).
Nella figura 6 sono evidenziate le tre capsule isolanti separate 4, 4a, 4b atte a proteggere i reofori 18 e riunite alla base in un'unica struttura 2 alla quale sono collegate le due alette 1 e la.
La struttura così concepita può essere munita di mezzi per assicurare l'aggancio all'elemento 13 al quale deve essere connessa, ricavando su due lati contrapposti della scatoletta 2 due linguette 10 e IOa elasticamente cedevoli e provviste all’estremità di denti 11 e 11a dedicati ad agganciarsi a corrispondènti elementi 12 e 12a dell'elemento 13 da connettere, il quale sarà munito dei reofori lamellari FASTON maschio 14, come illustrato nella figura 6.
Per rendere più maneggevole l'insieme, le superiici esterne delle due alette 1-la possono essere rese più ruvide da zigrinature 15-15a.
Nelle figure 1-2-6 il cavo indicativamente illustrato tripolare, nella sua parte priva di guaina è indicato con 16, i cavetti isolati con 17 ed i reofori aggraffati alla parte priva di guaina dei cavetti FASTON femmina, con 18.
Nella sua seconda forma realizzativa, la struttura di protezione è realizzata in modo da poter essere utilizzata direttamente su un motore elettrico o su un'apparecchiatura che dispongano di reofori per collegamento a mezzo saldatura o di reofori del tipo SIAMEZE o simili, questi ultimi indicati nelle figure 13 e 14. In sostanza, detta struttura è una struttura autonoma, solidarizzata al motore o all’apparecchiatura con suoi mezzi, attraverso i quali trasmette loro gli eventuali sforzi di trazione esercitati sul cavo. Può essere utilizzata anche per proteggere delle altre parti sotto corrente del motore riponendole dentro alla camera formata dalle sue due alette, o schermandole con una sola delle alette, come ad esempio le saldature o i SIAMEZE stessi, o altri cavetti che collegano parti del motore o dell'apparecchiatura. Nei piccoli motori con due bobine di campo può ad esempio proteggere i collegamenti fra una bobina e l'altra; inoltre, la struttura può contenere il salvamotore e/o proteggerne i cavetti.
Più particolarmente, e con riferimento alle figure da 8 a 12, detta struttura è costituita da un semiguscio 19 e da un'aletta 20 realizzati in materiale plastico isolante e collegati fra di loro a mezzo di cerniere 21 ricavate su due spigoli contigui dei due suddetti elementi {figura 9) 19 e 20.
Il semiguscio 19 è munito di bordi 22-22a rialzati a 90° rispetto al piano del semiguscio e di larghezza tale che, piegando a 180° l'aletta in modo che essa si affacci al semiguscio, formano con essa una scatola chiusa.
Ad un'estremità del semiguscio 19 e dell’aletta 20 possono essere realizzate due semicoppe 23-23a se, come avviene nella maggior parte dei casi, alla struttura si richiede anche la funzione di bloccare il cavo.
Sul bordo esterno della semicoppa 23 è realizzato un alveolo 25 (figura 9) dentellato internamente per ricevere e bloccare l'estremità di una fascetta dentellata 26, ricavata sul bordo esterno della semicoppa 23a.
Per assicurare la solidarizzazione della struttura al motore sono previste due finestre 27-27a che si vanno ad incastrare in due pioli (non rappresentati) emergenti dal motore e due linguette elasticamente cedevoli 28-28a che si agganciano ai pioli stessi per mezzo dei denti 29-29a.
La chiusura dell'aletta 20 sul semiguscio 19 è assicurata da due linguette elastiche 30-30a (figure 11 e 12) uscenti dalle alette e che, dopo la rotazione di 180" delle alette stesse, si agganciano coi loro denti 31-31a ai corrispondenti denti 32-32a del semiguscio.
La chiusura delle due semicoppe 23 e 23a per serrare fra di loro il cavo è assicurata dalla linguetta 26 che quando l'aletta 20 viene ruotata di 180° e affacciata al semiguscio 19, penetra nell'alveolo 25 e ci si incastra indissolubilmente, contribuendo così anche alla chiusura dell'aletta 20 sul semiguscio 19.
Questi mezzi di chiusura possono essere sostituiti da altri noti, senza uscire dall'ambito dell'invenzione.
La funzione della struttura, sia nella prima versione per attacchi FAETON, sia nella seconda versione per agganci SIAMEZE è praticamente identico, salvo naturalmente le differenze dovute al diverso collegamento richiesto dai due diversi terminali.
In entrambi i casi l'operatore deve anzitutto procurarsi il cavo multipolare, asportarne la guaina per alcuni centimetri liberando così i cavetti singoli isolati, e sguainare questi ultimi per alcuni millimetri mettendo a nudo il filo metallico interno.
Nella sua prima forma realizzativa, l'operatore aggraffa al filo i terminali tipo FASTON o simili, indi infila i FASTON nella cavità 4-4a ecc. dell'elemento parallelepipedo 2 e posiziona i cavetti nel semiguscio 1; nella sua seconda forma realizzativa incastra i fili nei SIAMEZE, indicati in posizione nella figura 13 e nella figura 14, presenti nel motore o nell'apparecchiatura e posiziona i cavetti relativi nel semiguscio 19. L'operatore poi ripiega una verso l'altra di 90° o di 180° le due alette 1 e la, oppure l'aletta 20 sul semiguscio 19 fino a farle combaciare fra di loro, racchiudendo così nello spazio fra di esse i cavetti isolati che fuoriescono dai terminali ai quali sono stati agganciati.
Mentre ripiega i semigusci posiziona il cavo, nella parte provvista di guaina, fra le apposite semicoppe 7-7a (figura 1) oppure 23 e 23a ricavate all'estremità dei semigusci che vengono così ad affacciarsi l'una all'altra. Infilando le due linguettine 9 e 9a della semicoppa 7 nei corrispondenti alveoli 8 e 8a, oppure la linguettina 26 della semicoppa 23a nell'alveolo 25 della semicoppa 23 e stringendo fortemente l'una contro l'altra le due semicoppe, sì da far scattare i dentelli delle linguettine nei dentelli degli alveoli, blocca il cavo fra le due semicoppe e contemporaneamente concorre a chiudere la scatola composta dalle due ali.
Le due semicoppe affacciate possono essere strette l'una contro l'altra anche da una linguetta dentellata esterna alla struttura, o con altro mezzo noto, senza per questo uscire dall'ambito dell'invenzione.
La particolarità dell'invenzione, come già detto in precedenza, è che la struttura viene realizzata integralmente mediante un'unica operazione di stampaggio, e ciò è consentito dal fatto che essa può essere stampata con le opposte alette 1-la oppure 19-20 divaricate a 180° fra loro, ed a 90° con gli assi di estrazione di tutti i fori od alloggiamenti previsti, senza sottosquadri e senza cassetti laterali, con evidenti vantaggi sia pratici che economici.
Nelle figure 13 e 14 sono illustrati l'applicazione delle strutture ad un motore elettrico ed i particolari perfezionamenti ad alcuni suoi elementi strutturali.
La figura 13 mostra i collegamenti elettrici e la solidarizzazione fra loro dei rocchetti isolanti all'interno di un motore elettrico perfezionato secondo l'invenzione, perfezionamento ottenuto con l'applicazione della struttura 19 modificando sostanzialmente alcuni elementi del motore, detto motore essendo alimentato con un cavo multipolare 33 solidarizzato al motore dalla struttura stessa. Per esemplificazione il motore è supposto in questa versione munito di salvamotore.
La figura 14 mostra l'interno di un analogo motore perfezionato secondo l'invenzione con l'applicazione della stessa struttura 19 ma alimentato tramite tre reofori metallici a linguetta 14 (tipo FASTON o simili) appositamente ricavati modificando sostanzialmente un altro elemento del motore, detti reofori essendo atti a ricevere la corrente da una scatoletta come a figura 2 comprendente connettori femmina 18, presenti in figura 6.
In entrambe le figure con 34 è indicato il foro entro il quale ruota il rotore, qui non rappresentato, con 35 lo statore (oggetto di un altro brevetto e qui non descritto), con 36 un rocchetto, portante un avvolgimento di campo, modificato per accogliere la struttura 19, e con 37 l'altro rocchetto portante l'altro avvolgimento a 180°, modificato per accogliere la struttura 19 e, nella figura 14, modificato anche per essere collegato alla struttura di figura 2.
La struttura 19 è qui riprodotta senza l'aletta 20 per semplificare il disegno e la descrizione. Poiché è necessario che i due rocchetti siano immobilizzati nella loro positura e rigidamente collegati fra di loro, questo è ottenuto con l'introduzione della struttura stessa, la quale crea un collegamento rigido fra i due rocchetti isolanti incastrandosi con le sue due sedi 27 e 27a (figure 8-9) nei due pioli quadri 38 e 38a appositamente ricavati nei rocchetti 36 e 37 e agganciandosi con i denti 29 e 29a delle linguette elastiche 28 e 28a qui non visibili, a corrispondenti risalti dei detti pioli 38-38a.
Nella figura 13 con 39 è indicata la sacca ricavata secondo l'invenzione nel rocchetto 36 per contenere il salvamotore e con 40 e 41 i due cavetti uscenti dal salvamotore stesso. Dei due cavetti, uno, il 40 viene incastrato nel SIAMEZE 42 dello stesso rocchetto 36 e l'altro 41, adagiato entro la struttura 19 che gli impedisce di vibrare e lo protegge da eventuali contatti col rotore ruotante o da sfregamenti con altre parti metalliche del motore, viene trasferito all'altro rocchetto 37 ed incastrato nel SIAMEZE 43.
Il cavo 33 completo di guaina viene adagiato sulla semicoppa 23 (figure 8-9) dopo essere stato sguainato nel resto dello spezzone. Le estremità dei tre cavetti così liberati vengono sguainate per alcuni millimetri. Al cavetto di terra 44 viene aggraffato un terminale a spina, qui non visibile, che viene infilato in apposito foro 45 del pacco di lamierini dello statore per effettuare la presa di terra prevista dalle Norme. Gli" altri due cavetti portanti la corrente, adagiati nella struttura 19 e da essa protetti, vengono incastrati il cavetto 46 nel SIAMEZE 47 del rocchetto 36 e il cavetto 48 nel SIAMEZE 49 del rocchetto 37. Ai SIAMEZE 42 e 47 e rispettivamente 43 e 49 vengono pure incastrati i capi degli avvolgimenti 50 e 51 contenuti rispettivamente nei rocchetti 36 e 37 e qui solo schematicamente indicati.
Ruotando di 180° l'aletta 20, qui non illustrata, sulla struttura 19 e facendo scattare tutte le chiusure previste si ottiene di bloccare il cavo 33 e di proteggere dalle vibrazioni e dagli sfregamenti i cavetti del salvamotore ed i cavetti che portano la corrente nel loro percorso internamente al motore, oltre naturalmente aver ottenuto con l’incastro della struttura nei due rocchetti l'importante funzione di solidarizzare tutta la struttura isolante del motore che resta caratterizzato dall'assenza totale di viti, bulloni, saldature o altri mezzi di connessione.
E' una caratteristica dell’invenzione che pur essendo la struttura 19-20 stampabile in un sol colpo senza sottosquadri o cassetti laterali essa non necessiti di alcun accessorio nè di alcuna operazione con utensili per agganciarsi e solidarizzarsi con le altre strutture isolanti del motore nè per sovrapporre l'aletta 20 al corpo 19, nè per bloccare il cavo 33 tra le semicoppe 23 e che nemmeno le strutture del motore necessitino di alcun accessorio nè di alcuna operazione con utensili per tale solidarizzazione.
Nella figura 14 è illustrato un motore elettrico simile al precedente ma munito, per prendere la corrente, dei noti reofori SIAMEZE terminanti con contatti lamellari tipo FASTON 14. L'alimentazione della corrente al motore avviene qui innestando nei suddetti contatti lamellari 14 dei contatti FASTON femmina 18 contenuti in una struttura di figura 1+2 due dei quali, collegati ai cavetti 46 e 48 portano la corrente e il terzo 44 collegato al cavetto di massa. La semicoppa 23 della struttura 19 non è qui visibile in quanto, non essendoci necessità di bloccare il cavo 33 dato che questo termina nella struttura di figura 1+2, essa è stata asportata. I fili 52 e 53 delle estremità terminali dell'avvolgimento 50 del rocchetto 36 vengono adagiati nella struttura 19 che li protegge da vibrazioni e da sfregamenti col rotore e altre parti a massa del motore, e trasferiti sul rocchetto 37 ove vengono incastrati nei SIAMEZE 49 e 54. I terminali dell'avvolgimento 51 vengono incastrati nei SIAMEZE 43 e 49. I fili 52 e 53 possono essere sostituiti da spezzoni di cavetto come illustrati in figura se la produzione di serie degli avvolgimenti dei due rocchetti richiede di ancorare le estremità degli avvolgimenti ai rispettivi rocchetti per ragioni tecniche.
Il motore oggetto della presente invenzione collegato secondo la figura 14 utilizza entrambe le realizzazioni della struttura di protezione descritte nelle figure 2 e 6 e rispettivamente 8 e 9 e, liberato dalla schiavitù del cordone o cavo (che ogni cliente richiede della lunghezza a lui conveniente) riduce molto la scorta di magazzino necessaria per soddisfare le richieste della clientela.
L’invenzione può comportare altre varianti. L'alimentazione potrà ad esempio essere con 6 oppure 7 cavetti, se il motore è trifase. I reofori potranno essere di tipo più moderno o più antico, potranno avere forme o dimensioni diverse, potranno essere disposti su più di una fila. Le strut ture potranno avere forme diverse per adattarsi ad apparecchiature utiliz zatrici qui non contemplate.
Tutto ciò senza uscire dall'ambito di protezione del trovato stesso.
Claims (5)
- RIVENDICAZIONI 1. Struttura di protezione delle connessioni di un cavo elettrico multipolare ad un connettore, ad un motore o ad altra apparecchiatura elettrica, atta a contenere i cavetti unipolari provenienti dall'estremità, privata della guaina protettiva, di detto cavo e a bloccare il cavo stesso nella sua parte provvista della guaina, caratterizzata dal fatto che è costituita da due semigusci o alette, almeno uno dei quali munito di bordi rialzati realizzati per stampaggio dì materiale plastico isolante e provvisti di mezzi a cerniera costituiti da cordoni plastici rettilinei atti a permettere, ruotando detti semigusci o alette l'uno contro l'altro, dì affacciarsi fino a combaciamento costituendo così una scatola chiusa atta a contenere e proteggere detti cavetti unipolari provenienti da un'estremità di detto cavo multipolare, ciascuno di detti semigusci o alette essendo provvisti, ad una loro estremità, di una semicoppa, destinate a portarsi affacciate a coppie contro detto cavo nella sua parte provvista di guaina fino a combaciamento fra loro dopo rotazione di detti semigusci l'uno verso l'altro, dette semicoppe essendo poi provviste di mezzi per la realizzazione di un ancoraggio stabile del cavo fra le stesse semicoppe costituiti da almeno una linguetta dentellata, solidale ad una semicoppa, e da corrispondenti alveoli o aperture dentellate solidali con l'altra semicoppa, detti semigusci, dette semicoppe, dette linguette e relativi alveoli essendo tutti realizzati in corpo unico mediante una sola operazione di stampaggio di materiale plastico isolante e con le due alette divaricate a 180° fra loro ed a 90° con gli assi di estrazione di tutti i fori di alloggiamento previsti.
- 2. Struttura di protezione secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che dette cerniere per la rotazione di detti due semigusci o alette sono realizzate su due opposti lati di una faccia frontale di un corpo scatolare contenente terminali metallici lamellari tipo FASTON o simili, in modo da ottenere una struttura di protezione isolante solidale ad un connettore elettrico del tipo ad innesto frontale e tale anche da contenere, oltre ai terminali metallici del connettore, i cavetti unipolari protetti da detti semigusci e dette due semicoppe di ancoraggio del cavo alla struttura stessa.
- 3. Struttura di protezione secondo la rivendicazione 1, particolarmente destinata all'impiego all'esterno di un motore elettrico, caratterizzata dal fatto che, alle estremità dei due semigusci, sono previsti due alveoli o aperture atti ad essere inseriti su corrispondenti pioli emergenti dal corpo motore, mentre il bloccaggio stabile della struttura al motore è assicurato da due linguette elasticamente cedevoli sagomate in modo da agganciarsi a scatto su detti pioli.
- 4. Struttura di protezione secondo le rivendicazioni 1 e 3, caratterizzata dal fatto che è realizzata priva di dette semicoppe nei casi di alimentazione del motore tramite mezzi diversi da un cavo multipolare.
- 5. Motore elettrico del tipo che prevede l'avvolgimento distribuito su due rocchetti posizionati a 180° l'uno dall'altro rispetto all'asse del rotore, caratterizzato dal fatto che detti due rocchétti sono provvisti di due pioli emergenti sui quali inserire gli alveoli ricavati nella struttura di protezione secondo la rivendicazione 3 che così la rendono solidale ai due rocchetti collegandoli rigidamente, e dal fatto che detto motore viene alimentato da un cavo multipolare ancorato al motore stesso dalle due semicoppe della struttura di rivendicazione 3. 6· Motore elettrico del tipo che prevede l'avvolgimento distribuito su due rocchetti posizionati a 180° l'uno dall’altro rispetto all’asse del rotore, caratterizzato dal fatto che detti due rocchetti sono provvisti di due pioli emergenti sui quali inserire due alveoli ricavati nella struttura di protezione secondo la rivendicazione 4 che cosi funziona da rigido collegamento fra di loro e da protezione dei conduttori che devono elettricamente collegarli, e dal fatto che detto motore possiede due o più terminali metallici solidali ad uno di detti rocchetti e ai quali fanno capo gli estremi degli avvolgimenti, essendo detto motore alimentato attraverso una struttura di protezione secondo la rivendicazione 2 comprendente terminali metallici della stessa famiglia ma eterosessuali che si inseriscono nei detti terminali posseduti dal motore.
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