ITMC20080143A1 - Mescolatore di fluidi ad alberi rotanti e relativo gruppo di tenuta. - Google Patents

Mescolatore di fluidi ad alberi rotanti e relativo gruppo di tenuta.

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ITMC20080143A1
ITMC20080143A1 IT000143A ITMC20080143A ITMC20080143A1 IT MC20080143 A1 ITMC20080143 A1 IT MC20080143A1 IT 000143 A IT000143 A IT 000143A IT MC20080143 A ITMC20080143 A IT MC20080143A IT MC20080143 A1 ITMC20080143 A1 IT MC20080143A1
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sleeve
wall
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Orazio Nunzio D
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    • F16J15/00Sealings
    • F16J15/16Sealings between relatively-moving surfaces
    • F16J15/34Sealings between relatively-moving surfaces with slip-ring pressed against a more or less radial face on one member
    • F16J15/3464Mounting of the seal
    • F16J15/348Pre-assembled seals, e.g. cartridge seals

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Description

DESCRIZIONE
a corredo di una domanda di brevetto per invenzione industriale avente per titolo:
“MESCOLATORE DI FLUIDI AD ALBERI ROTANTI E RELATIVO GRUPPO DI TENUTA†.
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente domanda di brevetto per invenzione industriale ha per oggetto un mescolatore di fluidi, ad alberi rotanti, provvisto di un gruppo di tenuta che ha lo scopo di impedire al fluido miscelato una fuoriuscita all'esterno. La presente invenzione si riferisce in generale a mescolatori di qualsiasi tipo di fluido con proprietà adesive che tende a solidificarsi ed in particolare a mescolatori di calcestruzzo, malta, cemento e simili.
Di norma tali mescolatori sono a sviluppo orizzontale e comprendono una vasca in cui à ̈ mescolato il fluido mediante un doppio albero munito di palettatura che, ruotando all'interno della vasca, favorisce il mescolamento tra i costituenti elementari del prodotto e un moto multidirezionale che evita agglomerazioni del prodotto. Tali sistemi necessitano, quindi, di un doppio sistema di tenuta per ciascun albero rotante.
Un perfetto contenimento del prodotto evita inquinamento ambientale, oggi particolarmente degno di attenzione, ed evita che il prodotto in lavorazione all'interno della vasca si impoverisca delle frazioni liquide, con una perdita di qualità del prodotto.
In Fig. 1 viene illustrato un gruppo di tenuta secondo la tecnica nota, simile a quello descritto nel brevetto EP 1 033 165 a nome O.M.G. In tale figura viene illustrato un albero rotante (1) con asse orizzontale, che attraversa la parete (2) di una vasca che contiene il materiale da mescolare. La parete (2) della vasca comprende una parete di supporto (20) rivolta verso l'esterno della vasca e una parete di protezione (21) rivolta verso l'interno della vasca.
La parete di protezione (21) presenta un foro (22) di diametro maggiore rispetto al dimetro esterno dell'albero (1) per consentire il passaggio dell'albero (1). Come risultato, tra la superficie esterna dell'albero (1) e il perimetro del foro (22), si genera un'intercapedine anulare che definisce un canale di entrata (23) in cui si infiltra il materiale mescolato nella vasca, nella direzione della freccia (F). Il gruppo di tenuta ha lo scopo di evitare la fuoriuscita verso l'esterno del materiale che entra nel canale di entrata (23).
Un manicotto metallico (3) Ã ̈ calettato all'albero (1) mediante un calettatore conico (30) e viti (31) serrate con una ben definita coppia, in modo da rendere il manicotto (3) solidale all'albero (1).
Il manicotto (3) à ̈ montato girevolmente in una flangia di supporto (4) fissata solidalmente alla parete di supporto (20) della vasca. In questo modo il manicotto (3) solidale all'albero (1) può ruotare supportato girevolmente entro la flangia di supporto (4). Nella flangia di supporto (4) à ̈ ricavato un canale (40) per l'immissione di grasso lubrificante che si interpone tra la superficie volvente del manicotto (3) e la superficie interna della flangia di supporto (4). Una pompa dosatrice con serbatoio di contenimento del grasso, corredata di distributore sequenziale e relative tubazioni di adduzione del grasso, provvede al periodico dosaggio del grasso nel sistema.
La tenuta del fluido viene realizzata con una guarnizione ad anello (9) fissata nella flangia di supporto (4) a valle del canale di ingresso (23). La guarnizione (9) Ã ̈ costituita da un elemento elastico (normalmente in gomma poliuretanica) che striscia deformata su una parte conica del manicotto (3), impedendo la fuoriuscita del fluido che attraversa il canale di ingresso (23).
Tuttavia tale sistema di tenuta noto presenta diversi inconvenienti, dovuti alla gestione del lubrificante:
a) esaurimento del grasso dal serbatoio, con conseguente marcia per periodi più o meno lunghi senza lubrificazione e conseguente danneggiamento del sistema di tenuta;
b) mancata funzionalità del distributore, il grasso viene erogato parzialmente o non correttamente, con conseguente danneggiamento del sistema di tenuta nel tempo;
c) nelle condizioni di lunga inattività della macchina per varie motivazioni, il grasso che staziona nelle tubazioni tende ad indurire, riducendo o bloccando l'afflusso di grasso all'utenza con conseguente non corretta lubrificazione e danneggiamento del sistema di tenuta;
d) malgrado la presenza della guarnizione (9), parte del grasso pompato si riversa all'interno della vasca e si mescola con l'impasto del prodotto; il contenimento dell'usura presente sul labbro della guarnizione richiede, infatti, elevate quantità di lubrificante (grasso) che finiscono per mescolarsi all'impasto alterandone le proprietà.
Scopo della presente invenzione à ̈ di eliminare gli inconvenienti della tecnica nota, fornendo un mescolatore di fluidi ad alberi rotanti provvisto di un gruppo di tenuta che sia efficiente, affidabile e richieda una minima manutenzione. Altro scopo della presente invenzione à ̈ di fornire un mescolatore di fluidi con gruppo di tenuta che sia di semplice montaggio e gestione.
Questi scopi sono raggiunti in accordo all'invenzione, con le caratteristiche elencate nell'annessa rivendicazione indipendente 1.
Realizzazioni vantaggiose appaiono dalle rivendicazioni dipendenti.
Il mescolatore di fluidi secondo l'invenzione comprende: - una vasca atta a contenere il fluido da mescolare, - un albero rotante che attraversa un foro ricavato nella parete della vasca, generando un canale, tra la superficie esterna dell'albero e il perimetro del foro della parete della vasca, in cui entra il fluido dalla vasca verso una camera all'esterno della vasca, in cui ruota l'albero, ed
- un gruppo di tenuta atto ad impedire la fuoruscita del fluido dalla camera verso l'esterno.
Il gruppo di tenuta comprende un primo anello di tenuta montato sull'albero rotante e un secondo anello di tenuta montato su una flangia di supporto fissata alla parete della vasca, in modo che il primo anello di tenuta strisci a stretto contatto con il secondo anello di tenuta impedendo il passaggio di fluido dalla camera verso l'esterno.
Appaiono evidenti i vantaggi del mescolatore secondo l'invenzione che consente di eliminare l'impianto di lubrificazione.
Vantaggiosamente, il gruppo di tenuta à ̈ disposto in modo tale da massimizzare il rapporto volume/superficie della camera di contenimento del fluido a valle del canale di ingresso, in modo da evitare la solidificazione del fluido in tale camera.
Ulteriori caratteristiche dell'invenzione appariranno più chiare dalla descrizione dettagliata che segue, riferita a sue forme di realizzazione puramente esemplificative e quindi non limitative, illustrate nei disegni annessi, in cui:
la Fig. 1 Ã ̈ una vista in sezione assiale di una porzione di mescolatore di fluidi con un gruppo di tenuta secondo la tecnica nota;
la Fig. 2 Ã ̈ una vista in sezione assiale di una porzione di mescolatore di fluidi avente un gruppo di tenuta secondo una prima forma di realizzazione dell'invenzione;
la Fig. 3 Ã ̈ un particolare ingrandito racchiuso nell'ellisse a tratteggio Z di Fig. 2, illustrante il canale di entrata del fluido e la relativa camera di contenimento del fluido;
la Fig. 4 Ã ̈ una vista in sezione assiale, parzialmente interrotta, illustrante un perfezionamento del mescolatore di fluidi di Fig. 3; e
la Fig. 5 Ã ̈ un particolare ingrandito di Fig. 4, in cui sono indicati i volumi della camera di contenimento del fluido entrante dal canale di entrata di fluido.
Per eliminare il problema della gestione del lubrificante, la richiedente ha provato a realizzare un gruppo di tenuta come quello illustrato in Fig. 2, in cui elementi uguali o corrispondenti a quelli già descritti in Fig. 1, sono indicati con gli stessi numeri di riferimento e si omette la loro descrizione dettagliata.
Un cannotto (5) viene reso solidale all'albero (1) per mezzo di grani di fissaggio (51). Sul cannotto (5) viene montata scorrevole, in direzione assiale, una slitta (7) avente una forma anulare. La slitta (7) porta un primo anello di tenuta Il primo anello di tenuta (6A) va in battuta, in direzione parallela all'asse di rotazione dell'albero (1), contro un secondo anello di tenuta (6B) portato da un supporto fisso (42) che viene fissato alla flangia di supporto (4), mediante viti (43). Mezzi a molla (8) sono interposti tra un riscontro circolare (70) solidale al cannotto (5) e la slitta (7) che porta il primo anello di tenuta (6A). I mezzi a molla (8) sono uniformemente distribuiti sulla circonferenza attorno al cannotto (5) in modo da consentire una spinta uniforme della slitta (7). In questo modo, il primo anello di tenuta (6A) viene sollecitato in battuta contro il secondo anello di tenuta (6B) in una direzione assiale. Il primo anello di tenuta (6A) ruota assieme all'albero (1) strisciando sul secondo anello di tenuta (6B) che rimane fisso. La forza di spinta dei mezzi a molla (8) garantisce un contatto continuo di strisciamento tra le piste degli anelli di tenuta (6A, 6B), ottenendo in questo modo la tenuta del fluido che dalla vasca entra nel canale di entrata (23) e si dirige verso gli anelli di tenuta (6A, 6B).
È da notare che gli anelli di tenuta (6A, 6B) non necessitano di alcuna lubrificazione con grasso e si eliminano quindi i problemi connessi alla gestione della lubrificazione.
Come mostrato nelle Figg. 2 e 3, come insegna la tecnica nota, la forma geometrica e la disposizione del supporto fisso (42) e del cannotto (5) sono state progettate in modo tale da tenere il fluido il più lontano possibile dalle superfici di strisciamento degli anelli di tenuta (6A, 6B). Infatti a valle del canale di ingresso (23) si definisce una camera (24), fuori dalla vasca, che si riempie di fluido fino al contatto con gli anelli di tenuta (6A, 6B). Per minimizzare il contatto del fluido con gli anelli di tenuta (6A, 6B), sono state diminuite il più possibile le dimensioni della camera (24).
Inoltre si à ̈ dovuto garantire un efficace raffreddamento del calore generato dall'attrito tra gli anelli di tenuta (6A, 6B) prevedendo dei condotti (44) (Fig. 2) nella flangia di supporto (4) per il passaggio del fluido di raffreddamento degli anelli di tenuta (6A, 6B).
Come meglio mostrato in Fig. 3, il canale di ingresso del fluido (23) che si forma tra l'albero (1) ed il foro (22) della parte di protezione (21) della vasca, prosegue con la camera di fluido (24) che presenta una prima porzione (24A), a forma di “L†in sezione assiale, che si genera tra la parete (21), il manicotto (5) ed il supporto fisso (42). La prima porzione di camera (24A) prosegue con:
- una seconda porzione di camera (24B) formata tra il manicotto (5) ed il secondo anello di tenuta (6B), e
- una terza porzione di camera (24C) formata tra il manicotto (5) e il primo anello di tenuta (6A).
Bisogna considerare che il fluido che entra nella camera (24), in relazione al basso rapporto volume di fluido/superficie bagnata, solidifica facilmente, causando i seguenti problemi: a) incollaggio del cannotto (5) con il supporto fisso (42), per la solidificazione del materiale nella prima porzione di camera (24A),
b) incollaggio del cannotto (5) con il secondo anello di tenuta (6B), per la solidificazione del materiale nella seconda porzione di camera (24B), e
c) incollaggio del cannotto (5) con il primo anello di tenuta (6A), per la solidificazione del materiale nella terza porzione di camera (24C).
Alla ripartenza del mescolatore, dopo un prolungato arresto, si ha la facile rottura del fluido solidificato nella prima e nella seconda porzione di camera (24A , 24B) tra il cannotto (5) ed il supporto fisso (42) che porta il secondo anello di tenuta (6B). Infatti il cannotto (5) ruota rispetto al supporto fisso (42).
Tuttavia il fluido solidificato contenuto nella terza porzione di camera (24C) tra il cannotto (5) ed il primo anello di tenuta (6A) non viene rimosso, poiché sia il cannotto (5) che il primo anello di tenuta (6A) ruotano assieme all'albero (1). Come risultato il fluido solidificato nella terza porzione di camera (24C) blocca lo spostamento elastico assiale della slitta (7), favorito dai mezzi a molla (8), non assicurando più il contatto tra le piste di strisciamento degli anelli di tenuta (6A, 6B), e vanificando così la tenuta.
Una volta che si à ̈ verificata la solidificazione del materiale nella terza porzione di camera (24C), le operazioni da fare richiedono lo smontaggio dell'intero gruppo di tenuta, il suo sbloccaggio rimuovendo il materiale incrostato nell'intercapedine (24C) ed il suo lavaggio, con ovvi problemi anche di tipo ambientale.
Ciò che in realtà si cerca di evitare con il gruppo di tenuta (cioà ̈ la perdita di fluido durante l'impasto) si ripresenta periodicamente per le necessarie operazioni di lavaggio e ripristino della funzionalità operativa della tenuta stessa. Poiché tali operazioni di fermo macchina sono frequenti, ed o il tempo di essiccamento del calcestruzzo à ̈ sufficientemente breve, il problema si pone in modo continuo.
La richiedente ha scoperto che sono proprio le dimensioni ridotte della camera (24) a realizzare tale malfunzionamento. Infatti, al diminuire della distanza tra le superfici che formano la camera (24) (che per semplicità potrebbe essere considerata come una camera cilindrica), le superfici esposte al contatto con il fluido tendono ad aumentare in rapporto al volume di fluido contenuto nella camera (24).
Se si considera un solido, al diminuire delle dimensioni del solido il rapporto tra le superfici che racchiudono il solido ed il volume del solido stesso tende ad aumentare, favorendo l'aumento di eventuali forze superficiali rispetto a quelle di volume relative alla quantità di fluido contenuto.
In relazione a quanto detto sopra, la tendenza ad essiccare che caratterizza il fluido in questa piccola regione anulare à ̈ maggiore rispetto alla situazione in cui il volume di fluido tende a crescere. La tendenza ad essiccare, infatti, à ̈ proporzionale alle superfici di contatto del fluido, in quanto à ̈ connessa allo scambio termico che si ha attraverso le superfici di contatto. La generazione di calore connessa alle trasformazioni che riguardano il fluido à ̈ proporzionale al volume (alla massa del fluido presente nella camera (24)); la capacità di scambiare calore à ̈ proporzionale alle superfici della camera (24). Se al diminuire delle dimensioni della camera (24) il rapporto superficie/volume tende a crescere, aumenta la tendenza del fluido ad essiccare (aumenta lo scambio termico attraverso le superfici rispetto a quello generato internamente) e, quindi, l'adesività del fluido alle superfici stesse.
In base a tali considerazioni, la richiedente à ̈ giunta alla conclusione che il volume del fluido nella camera (24) a monte degli anelli di tenuta (6A, 6B) debba essere sufficientemente grande, così da evitare la tendenza che il fluido ha ad essiccare e, quindi, a rimanere attaccato alle superfici.
Per ottenere tale risultato, la richiedente ha modificato il gruppo di tenuta di Fig. 2, mettendo a punto il gruppo di tenuta perfezionato illustrato nelle Figg. 4 e 5.
Nel gruppo di tenuta perfezionato, l'albero rotante (1) presenta un cannotto con collare (10) disposto ad una certa distanza dalla parete (21) della vasca. Sul collare del cannotto (10) Ã ̈ monatto un manicotto (5) che porta un primo anello di tenuta (6A).
Una slitta di forma circolare (7) Ã ̈ montata scorrevole assialmente entro la flangia (4) fissata alla parete di supporto (20) della vasca. La slitta (7) porta il secondo anello di tenuta (6B) che va in battuta contro il primo anello di tenuta (6A). La slitta (7) Ã ̈ sollecitata verso il primo anello di tenuta (6A) da una molla (8) interposta tra la slitta (7) ed un riscontro (70) che viene fissato alla flangia fissa (4).
È da notare che il primo anello di tenuta (6A) à ̈ montato all'estremità del manicotto (47) distale rispetto alla parete di rivestimento (21) della vasca. Invece il secondo anello di tenuta (6B) à ̈ montato all'estremità della slitta (7) prossimale rispetto alla parete di rivestimento (21) della vasca.
La distribuzione della forza elastica lungo la circonferenza della slitta (7) appare un ulteriore elemento di criticità in relazione ai seguenti parametri:
a) la forza elastica deve essere sufficientemente elevata da consentire un'efficace pressione tra le piste di scivolo degli anelli di tenuta (6A, 6B) in modo da garantire la tenuta del fluido;
b) la forza elastica deve essere equidistribuita sulla circonferenza della slitta (7) in modo da garantire un contatto continuo uniforme anche in presenza di un disallineamento tra l'asse degli anelli della tenuta (6A, 6B) e quello del foro che alloggia la flangia di supporto della tenuta; tale problema può essere risolto, tramite la predisposizione di una serie di molle (8) sulla circonferenza della slitta (7) che assicurano una amplificazione della spinta elastica e l'equi-distribuzione della forza elastica stessa su tutta la circonferenza della slitta (7).
Per il pre-assemblaggio del gruppo di tenuta, sono previsti quattro grani di pre-carico (71) a 90° fra loro che bloccano il riscontro (70) sul cannotto con collare (10) in modo da comprimere la molla (8). In fase di montaggio del gruppo tenuta sulla macchina una volta che il gruppo à ̈ fissato alla parete di sostegno (20) ed all'albero (1) per mezzo dei relativi bulloni e grani, i quattro grani di pre-carico (71) vengono allentati per svincolare il riscontro (70) dal cannotto con collare (10) reso solidale all'albero (1).
La superficie interna della flangia fissa (4) à ̈ stata opportunamente sagomata, in modo da massimizzare la camera di fluido (24). Infatti la superficie interna della flangia (4) presenta, a partire dalla parete (21) della vasca, un foro cilindrico (45) di maggiore diametro che prosegue con un foro troncoconico (46) con diametro decrescente, che termina con un foro circolare (47) in cui à ̈ montata scorrevole assialmente la slitta (7).
Come mostrato in Fig. 5, la camera di fluido (24) prevede:
- un primo volume toroidale (Va) definito tra la parete della vasca (21) e l'estremità del cannotto con collare (10) dell'albero e del manicotto (5) montato sul cannotto con collare (10),
- un secondo volume toroidale (Vb) definito tra la parete (21) della vasca, il foro cilindrico (45) di maggiore diametro della flangia (4) e il manicotto (5),
- un terzo volume toroidale troncoconico (Vc) definito tra il foro troncoconico (46) della flangia (4), il manicotto (5) e il primo anello di tenuta (6A),
- un quarto volume toroidale (Vd) definito tra il foro cilindrico (47) di minore diametro della flangia, l'estremità della slitta (7) e il secondo anello di tenuta (6B).
I volumi (Va, Vb, Vc) sono a contatto con la parte rotante costituita dall'albero (1), dal cannotto con collare (10), dal manicotto (5) e dal primo anello di tenuta (6A). Pertanto il fluido contenuto nei volumi (Va, Vb, Vc) viene facilmente rimosso. Invece la parte critica à ̈ rappresentata dal fluido contenuto nel volume (Vd).
Una serie di prove condotte al variare delle dimensioni del volume di fluido (Va, Vb, Vc, Vd) che arriva agli anelli di tenuta (6A, 6B), ha consentito la definizione delle seguenti quote:
A = lunghezza del foro cilindrico (45) della flangia (4);
B = distanza tra la superficie esterna del manicotto (5) e la superficie del foro cilindrico (45) della flangia (4);
C = distanza dall'estremità del manicotto (5) prossimale alla parete della vasca e la superficie di contatto del primo anello di tenuta (6A) distale alla parete della vasca;
Dna = diametro nominale dell'albero (1); e
α = angolo di conicità del foro troncocconico (46) della flangia (4).
In particolare:
A, B C ed α definiscono il volume di fluido nella camera (24) a monte degli anelli di tenuta (6A, 6B);
C definisce la superficie di contatto tra la parte rotante (5, 6A) ed il fluido, quella attraverso la quale alla ripartenza dell'albero si trasmette la coppia che consente di rompere e, quindi, trascinare il fluido solidificato presente nel volume (Va, Vb, Vc, Vd);
l'angolo α favorisce, durante la rotazione della parte rotante (5, 6A), il completo riempimento del fluido all'interno della camera (24) davanti ai due anelli di tenuta (6A, 6B).
Secondo l'invenzione la camera (24) generata dai volumi (Va, Vb, Vc, Vd) deve essere sufficientemente grande da favorire una ridotta adesività del fluido contenuto entro di essa alle superfici della stessa camera e, quindi, un minore essiccamento. Grazie ad un opportuno dimensionamento delle superfici rotanti che sono proporzionali alla quota (C), si ottiene il trasporto di una coppia di rotazione (alla ripartenza dell'albero (1)) che consente la frantumazione del prodotto solidificato (grazie alla sua bassa resistenza meccanica) e, quindi, consente l'avviamento dell'albero stesso.
Ad avviamento avvenuto, il nuovo fluido che entra nel canale di ingresso (23) ed accede alla camera (24) si rimescola con quello essiccato nella camera (24) (ma frantumato dall'avvio dell'albero) e va a costituire parte del prodotto finito. Con tale soluzione, viene eliminato il problema dell'incollaggio del materiale sull'anello di tenuta portato dalla slitta (7), che impedisce lo scorrimento assiale della slitta prodotto dalle molle (8) e quindi il contatto delle piste di scivolo degli anelli di tenuta (6A, 6B).
Sulla base delle determinazioni sperimentali, si à ̈ pervenuto ai seguenti limiti costruttivi che evitano i fenomeni di incollaggio appena descritti.
α > 15 gradi angolari;
A/Dna > 0,1;
B/Dna > 0,1;
C/Dna > 0,2.
Alle presenti forme di realizzazione dell'invenzione possono essere apportate numerose variazioni e modifiche di dettaglio, alla portata di un tecnico del ramo, rientranti comunque entro l'ambito dell'invenzione espresso dalle rivendicazioni annesse.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Mescolatore di fluidi comprendente: - una vasca atta a contenere il fluido da mescolare, - un albero rotante (1) che attraversa un foro (22) ricavato nella parete (2) della vasca, generando un canale (23), tra la superficie esterna dell'albero (1) e il perimetro del foro (22) della parete della vasca, in cui entra il fluido dalla vasca verso una camera (24) all'esterno della vasca, in cui ruota l'albero (1), ed - un gruppo di tenuta atto ad impedire la fuoruscita del fluido dalla camera (24) verso l'esterno, caratterizzato dal fatto che detto gruppo di tenuta comprende un primo anello di tenuta (6A) montato solidale all'albero rotante (1) e un secondo anello di tenuta (6B) montato solidale a una flangia di supporto (4) fissata alla parete di sostegno (20) della vasca, in modo che il primo anello di tenuta (6A) strisci a stretto contatto con il secondo anello di tenuta (6B) impedendo il passaggio di fluido dalla camera (24) verso l'esterno.
  2. 2) Mescolatore di fluidi secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che almeno uno dei due anelli di tenuta (6A, 6B) à ̈ sollecitato in direzione assiale da mezzi a molla (8) verso l'altro anello di tenuta, in modo da assicurare la continuità ed uniformità del contatto di strisciamento tra essi.
  3. 3) Mescolatore di fluidi secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che: - il primo anello di tenuta (6A) Ã ̈ portato da un manicotto (5) fissato solidalmente su un cannotto con collare (10) solidale con l'albero (1), - il secondo anello di tenuta (6B) Ã ̈ portato da una slitta (7) di forma circolare montata scorrevole assialmente entro detta flangia di supporto (4), e - detti mezzi a molla (8) sono interposti tra detta slitta (7) ed un riscontro (70) fissato solidalmente a detta flangia di supporto (4).
  4. 4) Mescolatore di fluidi secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che il primo anello di tenuta (6A) à ̈ disposto all'estremità di detto manicotto (5) distale rispetto a detta parete di rivestimento (21) della vasca.
  5. 5) Mescolatore di fluidi secondo la rivendicazione 3 o 4, caratterizzato dal fatto che il secondo anello di tenuta (6B) à ̈ disposto all'estremità di detta slitta (7) prossimale rispetto alla parete di rivestimento (21) della vasca.
  6. 6) Mescolatore di fluidi secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 3 a 5, caratterizzato dal fatto che detta flangia di supporto (4) presenta, partendo dalla parete (2) della vasca, un foro cilindrico (45) di maggiore diametro che prosegue con un foro troncoconico (46) a diametro decrescente che termina in un foro cilindrico di minore dimetro (47) in cui à ̈ montata detta slitta (7) che porta il secondo anello di tenuta (6B).
  7. 7) Mescolatore di fluidi secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che: - il rapporto (A/Dna) tra la lunghezza (A) in direzione assiale di detto foro cilindrico di maggiore diametro (45) della flangia (4) ed il diametro nominale (Dna) dell'albero (1) Ã ̈ maggiore o uguale a 0,1; e - il rapporto (B/Dna) tra la distanza (B) in direzione radiale tra detto manicotto (5) che porta il primo anello di tenuta (6A) e foro cilindrico di maggiore diametro (45) della flangia (4) ed il diametro nominale (Dna) dell'albero (1) Ã ̈ maggiore o uguale a 0,1.
  8. 8) Mescolatore di fluidi secondo la rivendicazione 6 o 7, caratterizzato dal fatto che detto foro troncoconico (46) della flangia (4) ha un angolo di conicità (α) maggiore o uguale a 15°.
  9. 9) Mescolatore di fluidi secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 3 a 8, caratterizzato dal fatto che tra l'estremità del manicotto (5) prossimale alla parete della vasca e l'estremità di contatto del primo anello di tenuta (6A) distale dalla pararete della vasca à ̈ definita una lunghezza (C) in direzione assiale, e il rapporto (C/Dna) tra detta lunghezza (C) ed il diametro nominale (Dna) dell'albero à ̈ maggiore o uguale a 0,2.
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