ITFI20000145A1 - Carrello "intelligente" per servizi commerciali - Google Patents

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ITFI20000145A1
ITFI20000145A1 IT2000FI000145A ITFI20000145A ITFI20000145A1 IT FI20000145 A1 ITFI20000145 A1 IT FI20000145A1 IT 2000FI000145 A IT2000FI000145 A IT 2000FI000145A IT FI20000145 A ITFI20000145 A IT FI20000145A IT FI20000145 A1 ITFI20000145 A1 IT FI20000145A1
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IT
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weight
objects
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IT2000FI000145A
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Tommaso Innocenti
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Description

Descrizione dell’invenzione industriale dal titolo:
“CARRELLO “INTELLIGENTE” PER ESERCIZI COMMERCIALI”
-Riassunto:
Carrello per esercizi commerciali “intelligente” perché dotato di un calcolatore che, mentre il cliente colloca all’interno gli articoli prescelti, gli identifica e gli registra, singolarmente, uno per uno; il computer comunica le informazioni registrate sugli articoli prescelti al calcolatore centrale dell’esercizio in modo tale che, quando il consumatore ha terminato la scelta dei prodotti e si reca con il carrello verso l’uscita, la fase di pagamento risulta notevolmente semplificata.
L’elaboratore elettronico, di cui il carrello è dotato, inoltre verifica continuamente, utilizzando la misura del peso complessivo degli oggetti contenuti, la corrispondenza tra quanto registrato e quanto realmente depositato e pone in essere predeterminate funzioni qualora tale corrispondenza venga meno oppure dall’interazione con il consumatore e con il calcolatore centrale.
Alcune definizioni:
Computer o come sinonimo calcolatore o come ulteriore sinonimo elaboratore elettronico: unità funzionale programmabile, costituita da una o più unità di elaborazione (unità con uno o più processori e memorie interne) associate fra loro, controllata da programmi memorizzati internamente, che può svolgere calcoli di notevole entità, comprensivi di numerose operazioni aritmetiche (i.e. seguendo le regole dell’aritmetica) e logiche (i.e. seguendo le regole della logica simbolica), senza che sia essenzialmente necessario l’intervento umano durante il suo funzionamento.
Anche più genericamente, qualsiasi macchina in grado di accettare input strutturato, elaborarlo con metodo digitale (rappresentando i valori per mezzo di segnali discreti, i bit delle cifre binarie 0 e 1) secondo regole prescritte e produrre i risultati come output.
Dispositivo o periferica di input: elemento hardware impiegato per fornire informazioni al calcolatore.
Dispositivo o periferica di output: elemento hardware impiegato per ricevere informazioni dal calcolatore.
Dispositivo o periferica di input-output: elemento hardware impiegato tanto per fornire informazioni al calcolatore che per riceverne, secondo la situazione corrente.
Caratteri: insieme di elementi usato per la rappresentazione, l’organizzazione o il controllo di dati.
Scanner ottico o come sinonimo lettore ottico: periferica di input di un elaboratore elettronico che impiega dispositivi che riconoscono la luce per effettuare l’esplorazione di carta o altro materiale, tradurre chiari e scuri (o colori) in segnali digitali che possano venire manipolati dal software per il riconoscimento ottico dei caratteri o da programmi di grafica.
Anche più genericamente dispositivo che è in grado di esaminare otticamente per parti successive una particolare forma o configurazione di elementi, di generare segnali, di tipo analogico o digitale, corrispondenti alla forma o configurazione esaminata e di trasmetterli come dati.
Codice a barre: codice che rappresenta dei caratteri per mezzo di configurazioni di barre parallele, di spessore e distanza variabili, che possono essere lette otticamente mediante una scansione trasversale. Anche più genericamente codice di identificazione stampato come una serie di barre verticali di diversa larghezza e impiegato per garantire un input rapido e privo di errori in vari ambienti rappresentando informazioni binarie leggibili da un lettore ottico. La codifica può comprendere numeri, lettere e una combinazione di entrambi; alcuni codici comprendono una verifica interna degli errori e possono venire letti in entrambe le direzioni.
UPC. acronimo di Universal Produci Code. : sistema di numerazione di prodotti commerciali tramite codici a barre composto da 12 cifre: un carattere numerico di sistema, un numero di cinque cifre assegnato al produttore, un codice di prodotto assegnato dal produttore e una cifra di controllo modulo 10.
Scanner di codice a barre: tipo di scanner che utilizza solitamente un raggio laser per leggere ed interpretare codici a barre; la lettura degli UPC negli esercizi commerciali è un tipico esempio di utilizzo di scanner di codice a barre.
Dispositivo di telericetrasmissione dati: una periferica di inputoutput che permette di far colloquiare, i.e. trasmettere e ricevere dati, un computer con un altro tramite una metodologia di ricetrasmissione a distanza tipo infrarossi, radioonde, ecc.
Tastiera: periferica di input di un computer formata da una serie di interruttori identificati da una corrispondente serie di tasti.
Bilancia elettronica: strumento per determinare il peso dei corpi in cui il peso in esame determina una variazione delle caratteristiche elettriche (resistenza, capacità ecc.) di opportuni materiali che costituiscono la parte sensibile dello strumento. Il carico meccanico è convertito in un proporzionale segnale elettrico, acquisibile e fruibile da un elaboratore elettronico (la bilancia elettronica è pertanto un dispositivo di input).
Alimentazione elettrica: la fornitura o l applicazione di correnti e tensioni ad apparati e dispositivi elettrici ed elettronici.
Batteria: sorgente di alimentazione elettrica formata da due o più celle in un contenitore che producano corrente elettrica quando due elettrodi all’ interno del contenitore entrano in contatto con un elettrolite.
Carrello per esercizi commerciali: telaio, generalmente formato da tubi di metallo, montato su ruote (spesso quattro e girevoli); ha forma e peso tali che una sola persona può facilmente trasportarlo all’interno di esercizi commerciali e collocarci dentro i vari articoli commercializzati. Talvolta i carrelli per esercizi commerciali hanno una forma che permette di unirli, l’uno dentro l’altro, in file per minimizzare il loro ingombro quando inutilizzati e, per limitarne i furti, un sistema di sgancio da tali file solo dopo l’inserimento di monete.
Diagramma di flusso o flowchart: diagramma che mostra il percorso dei dati attraverso un programma o un sistema di gestione delle informazioni e le operazioni eseguite. I diagrammi di flusso impiegano annotazioni e simboli come rettangoli (che indicano elaborazioni), rombi (che indicano verifiche di condizioni logiche) e ovali (per l’inizio o il termine delle operazioni) per descrivere varie operazioni; questi simboli sono collegati da linee e frecce per indicare il flusso dei dati da un punto all’altro.
Allo stato attuale della tecnica, i carrelli per esercizi commerciali sono impiegati nel seguente modo: il cliente (o come sinonimo consumatore), prelevato un carrello all’ingresso dell’esercizio commerciale, lo porta con sé all’ interno e vi colloca i vari articoli (o come sinonimo prodotti) che intende acquistare. Arrivato alla cassa, il consumatore riprende i prodotti posti nel carrello ponendogli su un apposito nastro scorrevole o piano da dove sono raggiunti dall’operatore addetto; questi, prima gli sottopone, ad uno ad uno, a scansione con uno scanner di codice a barre e poi gli deposita, sempre uno per uno, in un specifico piano (talvolta coincidente con quello su cui il cliente gli aveva posti), singoli o direttamente dentro degli appositi contenitori. Quando l’addetto alla cassa ha letto con 10 scanner tutti gli articoli prescelti (i cui dati, acquisiti dalla lettura dei singoli UPC, sono elaborati dal calcolatore-cassa), ne comunica il costo totale al cliente e ne discute le modalità di pagamento. Il consumatore, terminato l’acquisto, prende i prodotti, singoli o in appositi contenitori (buste, borse, scatole, ecc.), da dove depositati dall’addetto e gli trasporta via manualmente, oppure gli ricolloca nel carrello che poi guida fino a dove ha previsto di prenderne.
La tecnica attuale pertanto mostra un metodo di impiegare il carrello, un “modo con cui farci la spesa” nel quale, sintetizzandolo temporalmente le varie fase, ogni singolo articolo :
1-E’ scelto e inserito nel carrello da parte del consumatore.
2-E’ portato alla cassa all’ interno del carrello e quindi posato, sempre dal cliente, su un apposito piano.
3 -E’ raggiunto dall’ addetto alla cassa che lo legge con lo scanner e lo deposita poi in un apposito vano.
4-E’ prelevato da parte del cliente dal vano in cui è stato depositato dall’addetto e, solitamente, ricollocato nel carrello.
Ogni singolo prodotto è pertanto “preso in mano”, manipolato almeno quattro volte (tre dal cliente, uno dall’ addetto) e fa un tragitto spaziale con altrettante tappe (carrello, piano pre-cassa, piano post-cassa e, spesso, di nuovo carrello); questi quattro passaggi avvengano in un tempo che è sottratto al cliente e all’addetto alla cassa.
L’invenzione, rispetto alle sopraccitate quattro fasi, prevede un carrello per esercizi commerciali in cui gli articoli prescelti vi sono collocati una e una sola volta perché prima del loro stesso inserimento sono subito identificati e registrati dal computer di cui il carrello dispone. L’invenzione prevede che il calcolatore “riconosca” i vari prodotti attraverso la scansione ottica del loro codice a barre identificativo (operazione effettuata dallo stesso cliente con lo scanner di cui il carrello dispone) per continuità con lo stato attuale della tecnica; qualora l’individuazione degli articoli negli esercizi commerciali si basasse su altre tecnologie (ad esempio magnetiche o altre ottiche non a codice a barre), l’invenzione può essere comunque impiegata previa sostituzione dello scanner con un’altra periferica di input, specifica per la metodologia di identificazione dei prodotti utilizzata.
I quattro sopramenzionati “passaggi di mano” di ogni singolo articolo si riducono quindi all’unico focale sia per il cliente che per lo stesso esercizio commerciale: la scelta e rinserimento nel carrello; i restanti tre non sono più presenti perché il consumatore non preleva più gli oggetti dal carrello (se non, chiaramente, quando, terminato l’acquisto, si allontana dall’esercizio commerciale).
L’addetto alla cassa compie soltanto le operazioni relative alle modalità di pagamento, non esplicando più né la finizione di lettura ottica con scanner dei codici a barre di ciascun prodotto, né quelle, accessorie alla prima, di prendere ogni singolo prodotto dal piano dove lo ha collocato il cliente prima della scansione e di depositarlo in un altro piano dopo.
I vantaggi dell’invenzione sono evidenti sia per il cliente che per gli esercenti commerciali: per il primo limitarsi a far identificare il prodotto scelto e ad inserirlo nel carrello significa risparmiarsi il lavoro fisico e il tempo di “prenderlo in mano” altre due volte e di aspettare la lettura dell’addetto. Il consumatore ha inoltre più tempo e calma per disporre accuratamente i prodotti nel carrello, eventualmente depositandoli subito in appositi contenitori (buste, borse, scatole, ecc.).
Negli esercizi commerciali può essere impiegato meno personale (con tutte i benefici reddituali, finanziari e organizzati connessi) perché ciascun addetto alla cassa, avendo meno finizioni da svolgere, può servire proporzionalmente un maggior numero di clienti; gli esercenti inoltre possono dedurre utilissime informazioni di marketing dalla conoscenza della scaletta temporale di inserimento dei prodotti nel carrello.
In un'attuazione vantaggiosa del trovato, il carrello per esercizi commerciali è un telaio, generalmente formato da tubi di metallo, montato su ruote (spesso quattro e girevoli) con forma e peso tali che una sola persona può facilmente spingerlo allintemo di esercizi commerciali e collocarci dentro i vari articoli commercializzati; la sua forma permette inoltre di unirne svariati, l’uno dentro l’altro, in file per minimizzarne l’ingombro quando inutilizzati.
Il carrello è dotato di elaboratore elettronico, scanner di codice a barre (o di altro specifico dispositivo di input per l’identificazione dei prodotti), dispositivo di telericetrasmissione di dati, di un’essenziale tastiera, bilancia elettronica, display e/o led e/o spie luminose e/o generatori di suoni, batteria per l’alimentazione elettrica di tutti questi apparecchi elettronici e di una presa per la ricarica della stessa batteria.
Il calcolatore ha come periferiche di input lo scanner (o altro specifico dispositivo di input per l’identificazione dei prodotti), la tastiera (per ricevere dati e istruzioni dal cliente), la bilancia (per la misurazione del peso contenuto dal carrello), come periferica di input-output il dispositivo di telericetrasmissione (per dialogare bidirezionalmente con il computer centrale dell’esercizio), come periferiche di output display e/o led e/o spie luminose e/o generatori di suoni (per informare e avvisare il consumatore).
Lo scanner di codice a barre (o altro specifico dispositivo di input per l identificazione dei prodotti) è disposto verso l interno, dove vengono collocati i vari articoli, nel lato da dove il carrello viene spinto, in una posizione tale:
-da rendere l’operazione di scansione (o più generalmente per altri dispositivi di input l identificazione) dei prodotti effettuata dal cliente parte armonica dello stesso gesto della loro collocazione, un movimento naturale e fluido
-da essere sporcabile il meno possibile,
-da non danneggiare nel suo funzionamento persone e/o cose.
La bilancia elettronica è strutturata in maniera tale da determinare sempre e soltanto il peso degli articoli collocati all* interno del carrello, con una predeterminata sensibilità e peso massimo, minimizzando tutte le eventuali interferenze della misura del carico dinamico.
La tastiera è collocata nel lato dove il carrello è spinto dal cliente, per essergli agevolmente utilizzabile; la medesima disposizione vale anche per display e/o led e/o spie luminose e/o generatori di suoni affinché l’output, visivo e/o sonoro, raggiunga facilmente il consumatore.
Il dispositivo di telericetrasmissione di dati è posizionato in modo tale da poter colloquiare agevolmente con corrispondenti periferiche del computer centrale dell’esercizio.
Il calcolatore, lo scanner (o altro specifico dispositivo di input per l’identificazione dei prodotti), la bilancia elettronica, la tastiera, il dispositivo di teletrasmissione, display e/o led e/o spie luminose e/o generatori di suoni, la batteria e la presa per ricaricarla sono strutturati in modo da:
-minimizzarne ingombro esterno, peso e rischi di danneggiamento (in seguito ad urti, esposizioni a temperature estreme, contatti con liquidi vari)
-massimizzare manovrabilità e facilità di impiego del carrello -consentire facilmente interventi di manutenzione;
comunque, hanno dimensioni, forma, peso e materiali ottimizzati rispetto al loro utilizzo e compatibili con il resto del carrello, secondo i parametri progettuali e le finalità perseguite predeterminati in sede di realizzazione pratica (come ad esempio industriabilità, ergonomicità, design).
Il funzionamento dell' invenzione e del suo impiego (ossia “modo con cui farci la spesa”) è il seguente: innanzitutto ogni articolo acquistabile presso gli esercizi commerciali dove è utilizzata l’invenzione deve avere un UPC o altro sistema di identificazione (o come sinonimo individuazione o come ulteriore sinonimo riconoscimento), a codice a barre o non, che permetta al computer di riconoscere il prodotto, specificandone univocamente peso codificato (cioè il peso misurato ed assegnato al prodotto quando è stato definito il suo codice identificativo), prezzo e tutte le altre informazioni ritenute utili dall’esercente.
Il cliente, scelto l’articolo, lo fa identificare al calcolatore, prima di collocarlo nel carrello stesso, attraverso la sua scansione con lo scanner di codice a barre del carrello (oppure attraverso altre metodologie tecniche attuate con corrispondenti specifiche periferiche); è consigliabile che un segnale sonoro e/o uno visivo informi il consumatore dell’effettiva e corretta individuazione. L’elaboratore elettronico, oltre ad identificare il prodotto ài , ne registra peso codificato, prezzo e l’orario di riconoscimento.
Qualora il consumatore voglia depositare i prodotti prescelti direttamente in appositi contenitori (buste, borse, scatole, ecc.), deve effettuare il riconoscimento anche di questi ultimi.
Per l’acquisto di servizi e la comunicazione all’esercente di buoni sconti, tessere identificative del cliente (“tessere fedeltà” e simili) è necessaria la loro individuazione (così come allo stato attuale della tecnica avviene alla cassa ad opera dell’addetto).
E’ prevista la possibilità che, se il cliente non desidera più un articolo già registrato, possa annullarne la computazione ponendo in essere la seguente procedura:
-pressione di un apposito tasto,
-prelevamento del prodotto non più desiderato daH’intemo del carrello,
-sua nuova identificazione
(anche in questo caso, è consigliabile che un segnale sonoro e/o uno visivo infoimi il consumatore dell’effettiva e corretta identificazione).
La bilancia elettronica misura il peso complessivo degli oggetti collocati nel carrello ad ogni intervallo di tempo preimpostato (tendenzialmente tale intervallo deve essere più breve possibile, compatibilmente con le capacità dell’intero sistema).
Per costruzione la misura del peso codificato di ciascun prodotto, identificata e registrata dal computer, è, con una minima tolleranza preimpostata, sempre corrispondente al peso reale dell’oggetto e nessun articolo pesa come un qualsiasi altro.
Poiché il trovato prevede che nessun addetto dell’esercizio ispezioni il carrello, affinché il cliente non ponga in essere comportamenti anomali, l’elaboratore elettronico, tra un’identificazione e l’altra, confronta continuamente il dato del peso complessivo degli oggetti collocati nel carrello, fornito a brevi intervalli dalla bilancia, con la somma dei pesi codificato di ciascun articolo sin allora registrato, verificando così la corrispondenza tra quanto fatto computare al computer e quanto realmente depositato nel carrello.
In particolare i comportamenti anomali del cliente sono divisibili in due categorie: quelli che possono danneggiare lo stesso esercizio e quegli irregolari, favore voh all’ interesse dell’esercente e contrari a quello del cliente. Appartengono al primo gruppo l introduzione nel carrello di un articolo diverso da quello registrato e la collocazione di un prodotto senza farlo identificare dal computer, perché in entrambi i casi i prodotti resteranno sconosciuti al calcolatore e quindi non computati al consumatore; fanno parte del secondo invece la registrazione di un prodotto poi non collocato nel carrello e il prelevamento dallo stesso carrello di un articolo già registrato senza l’apposita procedura di annullamento precedentemente descritta, poiché in entrambi i casi il prodotto sarà computato al cliente. L’esercente può scegliere che l’elaboratore elettronico informi il cliente della sua anomala condotta soltanto se questa potenzialmente danneggia l’esercizio, i.e. se è ascrivibile alla prima categoria (tollerando quindi eventuali comportamenti favorevoli all’esercente a spese del cliente) oppure in tutti i casi, a qualunque gruppo essi appartengano.
Coerentemente a questa scelta dell’esercente, il computer continua ad informare (visivamente con led, spie, messaggi sul display e/o sonoramente) il cliente dell’ anomalia riscontrata, sino a che questa non sia regolarizzata; accertata la correttezza del comportamento del consumatore, il calcolatore autorizza l identificazione e il collocamento nel carrello dell’articolo successivo.
I cliente depone il prodotto susseguente allintemo del carrello mentre il computer e la bilancia ne monitorano la condotta come sopra descritto; il consumatore può così gradualmente, articolo per articolo, riempire il proprio carrello.
Collocati tutti gli articoli che desidera, il cliente si predispone al pagamento, recandosi con il carrello in un’apposita area dell’esercizio commerciale, prossima all’uscita, dove l’elaboratore elettronico centrale dell’esercizio acquisisce dal computer sito nel carrello, tramite un dispositivo di telericetrasmissione fisso che dialoga con la corrispondente periferica sul carrello, tutti i dati raccolti sui prodotti prescelti e sul comportamento del consumatore (potenzialmente rielaborabili per qualunque processo informativo). Eventualmente la realizzazione pratica può prevedere un metodo di telericetrasmissione dati tra il computer del carrello e quello centrale (come le onde radio) tale da consentire un loro dialogo non soltanto localizzato, cioè in fase di pagamento, ma continuo e costante, dall’ingresso nell’esercizio all’uscita.
Il dialogo tra i due computer facilita la stessa fase di pagamento, non solo grazie all’immediata computazione dei prodotti prescelti, ma anche perché consente una più spedita immissione di dati personali e finanziari del cliente nonché una più celere ed efficace verifica della correttezza degli stessi. Queste operazioni risultano cruciali specialmente se il consumatore opta per il pagamento con carte di credito, di debito e altre forme di denaro virtuale, perciò la loro semplificazione può permettere (la scelta è demandata alla realizzazione pratica) che il cliente paghi autonomamente, senza alcun contatto con il personale dell’esercizio, salvo esplicite richieste, utilizzando i dispositivi già presenti sul carrello (Io scanner o altri dispositivi di identificazione per la lettura delle carte, il display per la visualizzazione dell’importo e altre comunicazioni, la tastiera per l ipotizzabile digitazione di codici segreti personali; l’eventuale stampa di scontrino e altra documentazione può essere effettuata con una piccola stampante che il carrello può agevolmente accogliere, integrata tra le periferiche di output del calcolatore, alimentata dalla medesima batteria).
All’applicazione concreta del trovato è demandata anche la scelta di consentire o no al consumatore l’accesso alle informazioni (come la spesa parziale, ossia il costo di tutti i prodotti fino al momento prescelti), elaborate dal calcolatore sito nel carrello.
Il carrelto oggetto dell’invenzione è proposto principalmente per essere impiegato dai clienti di esercizi commerciali, ma può essere utilizzato in qualunque ambiente dove è necessario il controllo e l’elaborazione di quanto collocato al suo interno.
L'invenzione verrà ora spiegata con riferimento ai disegni allegati. Le figure 1, 2 e 3 (tavola 1) presentano le proiezioni ortogonali del carrello schematizzato, la 4 e la 5 (tavola 2) una sua visione d’insieme, sia completo (la 4) che privo di cesto (la 5), mentre la 6 (tavola 3) e la 7 (tavola 4) sono raffigurazioni di come il programma per il controllo de! comportamento del cliente, residente nel calcolatore del carrello, possa funzionare (il tipo di grafico utilizzato è il diagramma di flusso).
Il carrello rappresentato nelle prime cinque figure è strutturato come un telaio, formato dall’ intreccio di dieci tubi a sezione rettangolare quattro ruote girevoli, che sorregge un cesto (la parte in cui possono essere collocati i prodotti).
Il tubo del telaio più alto è sormontato da una maniglia per agevolare la spinta e la manovrabilità del carrello da parte del cliente; sul medesimo tubo, dalla parte interna (quella rivolta al senso di marcia preimpostato), è collocato lo scanner di codice a barre (o altro specifico dispositivo di input per l’identificazione dei prodotti), mentre dalla parte esterna, sono posti la tastiera, il display e il generatore di suoni.
La parte della bilancia elettronica sensibile al carico dinamico è collocata al centro del telaio, immediatamente sotto a dove questo sorregge il cesto (che è perciò il piatto della bilancia, il recipiente in cui sono depositati gli oggetti pesati).
L’elaboratore elettronico, il dispositivo di telericetrasraissione di dati, la batteria per l’alimentazione elettrica e la presa per la ricarica della stessa batteria sono alloggiati insieme all’ interno di un apposito involucro, anch’esso sito nella parte centrale del telaio, sottostante il cesto.
Nelle prime tre figure il carrello è disegnato parallelo al piano frontale rispetto al punto di vista, in modo tale che il senso di marcia preimpostato sia da destra a sinistra rispetto allo stesso punto di vista, nella 4 e nella 5 in senso inverso; negli stessi disegni è A il telaio del carrello, B, C, D ed E le quattro ruote, F il cesto, G la maniglia, H lo scanner di codice a barre (o altro specifico dispositivo di input per l’identificazione dei prodotti), I la tastiera, J il display, L dove è collocata la parte della bilancia elettronica sensibile al carico dinamico, M l’involucro in cui sono alloggiati le altre componenti della bilancia elettronica, l’elaboratore elettronico, il dispositivo di telericetrasmissione di dati, la batteria per l’alimentazione elettrica e la presa per la ricarica.
Il carrello è rappresentato nelle prime cinque figure volutamente schematizzato per esigenze illustrative; pertanto particolari, proporzioni e forme possono differire dalla realizzazione pratica. Le figure 1, 2, e 3 (tavola 1) mostrano le proiezioni ortogonali del carrello: la figura 1 è la visione dall'alto del carrello; la figura 2 è la vista frontale, la figura 3 è quella laterale. Il cesto ha la forma di un tronco di piramide a base trapezoidale isoscele, con la base della piramide corrispondente alla superficie posteriore del cesto T, dove questo è sorretto dal telaio, e leggermente inclinata rispetto alla perpendicolare al terreno; nel trapezio isoscele, base del tronco di piramide, la base maggiore è in alto, è il bordo posteriore del cesto vicino al tubo superiore del telaio in cui è collocato lo scanner H. La figura 4 e 5 (tavola 2) presentano un quadro d’insieme del trovato sia completo (figura 4) che privo del cesto (figura 5); proprio quest’ultima permette di evidenziare (anche in virtù della minor inclinazione della parte centrale del telaio) la particolare forma della parte inferiore del telaio V (l’unione di tre tubi posti a forma di trapezio isoscele cui è stato tolta la base maggiore, cioè tre segmenti consecutivi, il primo e il terzo di ugual misura, con i due angoli nei due estremi comuni, ottusi e di medesima ampiezza) e la struttura della parte centrale U (con un intreccio di quattro tubi corrispondente alla forma a trapezio della parte inferiore) che non solo sorregge il cesto ma che ospita anche l’involucro M (nella figura disegnato con linee miste a tratti medi).
I due diagrammi di flusso delle figure 6 e 7 propongono, semplificandole e a titolo esemplificativo, due diverse varianti della strutturazione logica delle operazioni di verifica della corrispondenza tra quanto fatto riconoscere e registrare dal cliente al calcolatore e quanto realmente depositato nel carrello; la loro definizione finale è quindi demandata alla realizzazione pratica del trovato.
La figura 6 (tavola 3) raffigura il diagramma di flusso che descrive la struttura logica della verifica del comportamento del cliente nell’ipotesi che l’esercente abbia optato per avvertirlo di qualunque anomalia; al contrario la figura 7 (tavola 4) mostra la corrispondente flowchart nell’ipotesi che l’esercente abbia scelto di segnalare solo e soltanto i comportamenti che lo possono danneggiare.
Nei due diagrammi, cosi come nella loro descrizione, per fini di semplificazione grafica, sono stati utilizzati i seguenti simboli, (il corrispondente significato è in parentesi): = (uguale a), (sommato a), ∑j pj (sommatoria di pj), ∃ (esiste), ∃ (non esiste), ≠ (diverso da), > (maggiore di), < (minore di), t.c. (tale che) e out (oppure nel senso che un’alternativa esclude la/e altra/e).
Il diagramma della figura 7: sia ai il generico iesimo prodotto scelto e fatto identificare dal consumatore al computer (ovale n°l), con i che va da uno a n (ai è il primo articolo prescelto dal cliente, 3⁄4 l’ultimo); affinché la iesima individuazione sia valida, la precedente i-1 esima identificazione, registrazione ed introduzione del prodotto deve essere corretta. Il calcolatore, oltre ad identificare il prodotto ai, ne registra (rettangolo n°l del diagramma di flusso) peso codificato pi, prezzo ci e l’orario di riconoscimento ti (orario come data, ora, minuti e secondi). Per costruzione la misura del peso codificato di ciascun prodotto, individuata e registrata dal computer, pi , è, con una minima tolleranza preimpostata, sempre corrispondente al peso reale dell’oggetto; due diversi articoli non possono avere ugual peso.
Un prodotto identificato, correttamente registrato e collocato nel carrello nelle precedenti i meno uno identificazioni e qui ancora depositato si definisce regolarizzato.
Per indagini di marketing, risulta utile la conoscenza di quale articolo è stato collocato nel carrello (ossia 3⁄4), quando (ossia ti) e in che ordine (ossia i).
La bilancia elettronica misura e comunica al calcolatore il peso complessivo degli oggetti collocati nel carrello, Ρχ , ad ogni intervallo di tempo preimpostato x, tendenzialmente più breve possibile (rettangolo n°2).
Sia Pj.i il peso complessivo degli articoli regolarizzati, i.e. degli oggetti collocati nel carrello come risulta dalla precedente identificazione, registrazione ed introduzione del prodotto ai_i o anche il Ρχ all’ultimo intervallo x prima della iesima individuazione (pertanto all’inizio, i.e. con i uguale a uno, sarà PM, in tal caso indicato con P0, nullo in quanto il carrello è vuoto).
L’elaboratore elettronico, tra la generica iesima identificazione e la successiva, la i+ Iesima, per monitorare la corrispondenza tra quanto registrato e quanto realmente depositato nel carrello, confronta continuamente il dato del peso complessivo degli oggetti collocati nel carrello, Ρχ, fornito a brevi intervalli dalla bilancia, con la somma dei pesi codificati degli i articoli sin allora registrati, cioè ∑j pj con j che va da uno ad i.
Essendo corretta la precedente individuazione, registrazione e collocazione, la i- Iesima, segue che P;.] è uguale a ∑j pj con j che va da uno ad i meno uno, per cui si può dedurre che ∑j pj con j che va da uno ad i è uguale a ∑j pj con j che va da uno ad i meno uno più pi e pertanto il computer, nella sua verifica, può confrontare Ρχ con Ρi-1 sommato a pi (rombo n°l).
Le possibilità sono perciò tre: Ρχ - Pn pj out Ρχ > Pi-1 + pi out Px < Pi-1 + pi; se il calcolatore riscontra la prima, passa alla sezione n°l, se la seconda alla n°2, se la terza alla n°3.
Sezione n°l: Px = Pi-1 + pi significa che il cliente ha già deposto nel carrello l’articolo ai, appena fatto registrare; il confronto quindi prova la correttezza del suo comportamento (rettangolo n°3).
A questo punto il calcolatore esamina se il consumatore stia ponendo in essere o no una nuova identificazione, la i+1 esima: per fare ciò controlla se esiste l’orario della nuova individuazione o no, ossia, con terminologia simbolica, se ti+1 3 out ti+1 3 (rombo n°2). Se ti+1 3 significa che il cliente non ha ancora sottoposto a riconoscimento un altro prodotto e quindi il calcolatore continua la propria verifica (nella flowchart si toma al rettangolo n°2); se invece ti+13, significa che il consumatore ha già fatto identificare un altro articolo, ai+1, e quindi (rettangolo n°4) l’elaboratore elettronico associa all’ultimo peso fornito dalla bilancia, Ρχ, il valore di peso di riferimento per il controllo della i+1 esima individuazione, Pi, che, valida, subito inizia (ovale n°2).
Sezione n°2: per Ρχ > Pi-1 + pi il calcolatore considera due ipotesi: il consumatore ha introdotto un articolo più pesante del prodotto sottoposto a riconoscimento oppure ha collocato nel carrello un altro articolo senza farlo identificare (rettangolo n°5); comunque sia questo comportamento è anomalo (più specificatamente danneggia potenzialmente l’esercente) e pertanto il computer attiva un idoneo allarme (visivo e/o sonoro) avvisando così il cliente del problema riscontrato (rettangolo n°6) e, di fatto, invitandolo a provvedere.
A questo punto il calcolatore controlla se il consumatore, nonostante l allarme, stia ponendo in essere o no una nuova identificazione, la i+1 esima: per fare ciò attua una verifica su ti+1 analoga a quella eseguita nel rombo n°2 (analoga e non uguale perché le conseguenze logiche differiscono), sezione n°l, cioè esamina se ti+i 3 out ti+1 2 (rombo n°3).
Se ti+1 2 significa che il cliente non ha ancora sottoposto a individuazione un altro prodotto e quindi il calcolatore continua il proprio controllo (nella flowchart ritorno al rettangolo n°2) lasciando al consumatore il tempo per correggere la propria condotta (nella fattispecie è sufficiente che depositi nel carrello l’articolo registrato o che rimuova quello non identificato). Se invece ti+1 3, significa che, incurante dell’ allarme, il cliente ha già fatto riconoscere un altro articolo, ai+1 e perciò l’elaboratore elettronico annulla l’ultima individuazione, la i+1 esima, e informa, con output sonoro e/o visivo il consumatore dell 'annullamento (rettangolo n°7), lasciandogli ancora tempo per sanare il proprio comportamento (nel diagramma ritorno al rettangolo n°2).
Sezione n°3: se Ρχ < Pi-1 + pi , l’elaboratore elettronico confronta Ρχ con Pi-1 (rombo n°4), esaminando cioè se Ρχ = Pi-1 out Px ≠ Pi-1. Da Px = PM il computer deduce che il cliente non ha ancora collocato il prodotto registrato nel carrello (rettangolo n°8) e perciò effettua il medesimo controllo del rombo n°3, sezione n°2, ossia il confronto tra le stesse grandezze con uguali conseguenze logiche (nel diagramma passaggio al rombo n°3): se, infatti, trova che il consumatore non ha già sottoposto a individuazione un altro prodoto, il calcolatore continua il proprio monitoraggio lasciandogli tempo per depositare l’articolo ai (nella flowchart ritorno al rettangolo n°2), altrimenti annulla, avvertendo il cliente, la i+1 esima identificazione (retangolo n°7) e poi reitera tuta la procedura (nella diagramma ritorno al retangolo n°2).
Se invece Ρχ ≠ Pi-1 il computer deduce (retangolo n°9) che il consumatore si è comportato in un imprecisato modo anomalo (come ad esempio collocando nel carrello un prodoto diverso, più leggero di quello registrato, oppure rimuovendo un articolo regolarizzato senza annullarne prima la computazione) e attiva (nel diagramma passaggio al retangolo n°6) un idoneo allarme (il medesimo del retangolo n°6, sezione n°2 perché, nonostante le due anomalie abbiano diverse cause, diverse “origini”, il calcolatore, non distinguendone gli effetti, le accomuna).
Il diagramma di flusso della figura 7 (tavola 4), mostrando la strutura logica della verifica del comportamento del cliente nell’ipotesi che l’esercente abbia optato di segnalare solo e soltanto i comportamenti che lo possono danneggiare, differisce di conseguenza da quello della figura 6 (tavola 3) solamente per le operazioni inerenti ad anomalie favorevoli all’esercizio.
Poiché i processi logici riguardanti i comportamenti anomali vantaggiosi per l’esercente sono tutti compresi nella sezione n°3, la descrizione della flowchart della figura 7 (tavola 4) è pertanto limitata unicamente a questa ultima con riferimento all’esposizione del diagramma di figura 6 (tavola 3) per le restanti due sotosezioni.
Sezione n°3: se Ρχ < Pi-1 + pi , l’elaboratore elettronico confronta Ρχ con Pi-1 (rombo n°4); le possibilità sono perciò tre: Ρχ = Pn out Px > Pn out Ρχ < Pi-1 ; se il calcolatore riscontra la prima, passa alla sottosezione n°l, se la seconda alla n°2, se la terza alla n°3.
Sottosezione n°l : Ρχ = Pj.i significa che il cliente non ha ancora collocato il prodotto registrato nel carrello (rettangolo n°8); il computer allora effettua lo stesso controllo del rombo n°2, sezione n°l, ossia il confronto tra le medesime grandezze con uguali conseguenze logiche (nel diagramma passaggio al rombo n°2): se infatti trova che il consumatore non ha già sottoposto a riconoscimento un altro prodotto, il calcolatore continua la propria verifica lasciandogli tempo per depositare Γ articolo 3⁄4 (nella flowchart ritorno al rettangolo n°2), altrimenti (rettangolo n°4) assegna all’ultimo peso fornito dalla bilancia, Px, il valore di peso di riferimento per il controllo della la i+1 esima individuazione, Pi che subito inizia (ovale n°2). In questo modo, con Ρχ = Pi-1 = Pi , a tutto vantaggio dell’esercente, il cliente passa pertanto alla successiva, i+1 esima identificazione senza nessuna segnalazione che l’articolo ai , nonostante non sia depositato nel carrello, gli è comunque computato.
Sottosezione n°2: per Px > Pi-1 sussistono due alternative (rettangolo n°9): il consumatore ha posto nel carrello un prodotto diverso, più leggero di quello registrato, oppure ha depositato un articolo dopo averne prelevato, senza la prevista procedura di annullamento, uno o più regolarizzati; essendo entrambe anomalie potenzialmente svantaggiose per l’esercente, il computer attiva (nel diagramma passaggio al rettangolo n°6) un idoneo allarme (lo stesso del rettangolo n°6, sezione n°2 perché, nonostante le due anomalie abbiano diverse cause, diverse “origini”, il calcolatore, non distinguendone gli effetti, le accomuna).
Sottosezione n°3: da Ρχ < Pi-1 Γ elaboratore elettronico deduce (rettangolo n°10) che il cliente ha sicuramente tolto dal carrello un prodotto regolarizzato senza l’apposita procedura di annullamento; quindi per ulteriori approfondimenti appura Γ esistenza di PK-Se PK 3 significa che il consumatore ha prelevato, per la prima volta dopo la iesima identificazione, un articolo regolarizzato non cancellandone la computazione; tale condotta, benché anomala, è potenzialmente vantaggiosa per l’esercente, quindi il calcolatore tende a favorirla creando PK pari all’ultimo peso rivelato dalla bilancia il valore Ρχ , ossia PK 3 tale che Ρκ = Px (rettangolo n°l 1) e ponendo in essere la medesima verifica del rombo n°2, sezione n°l, ossia il confronto tra le stesse grandezze con uguali conseguenze logiche (nel diagramma passaggio al rombo n°2).
Se invece PK 3, l’elaboratore elettronico deduce (rettangolo n°12) che il cliente aveva già prelevato dal carrello un articolo regolarizzato non ponendo in essere la specifica procedura di annullamento e quindi le ipotesi che verifica sono tre (rombo n°6): il consumatore non ha né depositato né tolto altro oggetto oppure sta continuando a rimuovere prodotti regolarizzati ignorando l’apposita procedura oppure ha depositato un altro diverso oggetto, cioè Ρχ = PK out Ρχ < PK out
PK < PX < Pi-1
Se il computer riscontra la prima ipotesi, Ρχ = ΡK, inferisce anche (rettangolo n°13) che talè comportamento non regolare è tendenzialmente favorevole all’esercente e, per quando sopra esposto, effettua la medesima verifica del rombo n°2, sezione n°l, ossia il confronto tra le stesse grandezze con uguali conseguenze logiche (nel diagramma passaggio al rombo n°2).
Questo passaggio al controllo del rombo n°2 è effettuato tutte le volte che il computer certifica che il comportamento del cliente per ora non danneggia l’esercente ma, al contrario, lo favorisce, cioè quando il consumatore colloca correttamente il nuovo prodotto registrato nel carrello (sezione n°l, condotta vantaggiosa perché il cliente continua a “aumentare gli articoli della spesa”) oppure quando lo deve ancora depositare (sezione n°3, sottosezione n°l) oppure ancora quando sta rimuovendo un articolo regolarizzato senza annullarne prima la computazione (sezione n°3, sottosezione n°3).
Se invece riscontra che Ρχ < Ρk, il calcolatore comprende non solo che la condotta anomala del cliente è favorevole all’esercente, ma anche che Io sta diventando sempre di più (gli articoli regolarizzati rimossi senza annullarne la computazione sono almeno due) e quindi decide di favorirla associando (rettangolo n°14) a PK l’ultimo peso rivelato dalla bilancia il valore Px , ossia PK = Ρχ (passaggio nella flowchart al rettangolo n°l 1) ponendo poi in essere, per quanto esposto sopra, lo stesso controllo del rombo n°2, sezione n°l (nel diagramma passaggio al rombo n°2).
Infine, se Ρκ < Ρχ < Pi-1, significa che il cliente dopo aver prelevato dal carrello uno o più articoli regolarizzati non ponendo in essere la
specifica procedura di annullamento, ne ha introdotto un altro
(rettangolo n°15). Il computer con il solo controllo del rombo n°6
non distingue se l’oggetto depositato è uno di quelli che il
consumatore può collocare (come quello registrato a; e i
regolarizzati prima prelevati erroneamente) oppure un altro diverso,
quindi, rimandando l’approfondimento all’intero processo logico,
considera tale anomalia potenzialmente svantaggiosa per l’esercente
e attiva (nel diagramma passaggio al rettangolo n°6) un idoneo
allarme (lo stesso del rettangolo n°6, sezione n°2).
In pratica i particolari di esecuzione potranno comunque variare
senza uscire dall'ambito del trovato e quindi dal dominio del
brevetto di invenzione.

Claims (1)

  1. Rivendicazioni: 1 -Carrello, utilizzato in ambienti dove è necessario il controllo e l’elaborazione di quanti e quali predefiniti e codificati oggetti sono collocati all’interno dello stesso carrello da un operatore (come ad esempio gli esercizi commerciali, nei quali l’operatore è lo stesso cliente), caratterizzato dal fatto di essere dotato di un computer per il riconoscimento e il monitoraggio degli oggetti depositati. 2-Carrello secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il computer di cui è dotato: -identifica singolarmente, uno per uno, gli oggetti mentre l’operatore gli deposita all’intemo del carrello e ne registra le principali caratteristiche tra cui il peso codificato (il peso misurato ed assegnato all’oggetto quando è stato definito il suo codice identificativo), -comunica l’identità degli oggetti registrati e collocati al calcolatore centrale dell’ambiente in cui è utilizzato, -verifica continuamente la corrispondenza tra quanto registrato e quanto veramente depositato dall’operatore confrontando la misura reale del peso complessivo degli oggetti contenuti con la somma dei pesi codificati di ciascun oggetto registrato (poiché per costruzione la misura del peso codificato di ciascun oggetto, identificata e registrata dal computer, è, con una minima tolleranza preimpostata, sempre corrispondente al peso reale dell’oggetto e nessun articolo pesa come un qualsiasi altro, gli oggetti depositati nel carrello sono quegli registrati se e soltanto se i due valori di peso confrontati sono uguali), -pone in essere predeterminate funzioni qualora tale corrispondenza venga meno e dall’interazione con l’operatore e con l’elaboratore elettronico centrale. 2-Carrello secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il computer di cui è dotato, è provvisto di: periferica di input specifica per la metodologia di identificazione di oggetti utilizzata (ad esempio scanner ottico se gli oggetti sono identificati tramite codice a barre), dispositivo di telericetrasmissione di dati per dialogare bidirezionalmente con il calcolatore centrale, di un’essenziale tastiera per la digitazione di caratteri e l attivazione di funzioni da parte dell’operatore, bilancia elettronica per la misurazione del peso contenuto dal carrello, display e/o led e/o spie luminose e/o generatori di suoni per informare e avvisare l’operatore, eventuale stampante per la produzione di documentazione, batteria per l alimentazione elettrica e di un meccanismo per la ricarica della stessa batteria. Se gli oggetti sono identificati tramite codice a barre, la loro scansione è posta in essere, prima della loro collocazione allintero, dallo stesso operatore con lo scanner di cui il carrello dispone.
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