ITBS20140015U1 - Dispositivo di regolazione per impianti termici - Google Patents

Dispositivo di regolazione per impianti termici

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ITBS20140015U1
ITBS20140015U1 ITBS2014U000015U ITBS20140015U ITBS20140015U1 IT BS20140015 U1 ITBS20140015 U1 IT BS20140015U1 IT BS2014U000015 U ITBS2014U000015 U IT BS2014U000015U IT BS20140015 U ITBS20140015 U IT BS20140015U IT BS20140015 U1 ITBS20140015 U1 IT BS20140015U1
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Umberto Bertolotti
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Ivar Spa
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Description

DESCRIZIONE
“DISPOSITIVO DI REGOLAZIONE PER IMPIANTI TERMICI”
Il presente trovato ha per oggetto un dispositivo di regolazione per impianti termici. In particolare il trovato è relativo ad un dispositivo per regolare il flusso di un fluido, in genere acqua calda, negli impianti per il riscaldamento di ambienti in fabbricati ad uso abitativo, commerciale o di altro tipo.
E’ noto che gli impianti per il riscaldamento dei fabbricati si suddividono principalmente in impianti ad alta temperatura ed in impianti a bassa temperatura. Gli impianti ad alta temperatura comprendono essenzialmente una caldaia, una serie di elementi radiatori, denominati tipicamente termosifoni o caloriferi, disposti nei vari locali del fabbricato ed una pluralità di collettori e condutture di collegamento tra la caldaia e gli elementi radiatori. Gli impianti a bassa temperatura comprendono invece, oltre ad una caldaia, una pluralità di elementi radianti in forma di condutture che sono generalmente inserite al di sotto del pavimento dei locali ed almeno una coppia di collettori che collegano gli elementi radianti alla caldaia. Mentre gli impianti del primo tipo operano con acqua ad una temperatura nell'ordine di circa ottanta gradi centigradi, gli impianti del secondo tipo devono necessariamente operare con temperature nell'ordine di circa quaranta gradi, dato che per temperature superiori si rischia il deterioramento della pavimentazione. Sono inoltre noti sistemi di riscaldamento misti che comprendono un circuito in alta temperatura ed un circuito in bassa temperatura, tra loro opportunamente collegati.
Sono noti dispositivi che consentono di regolare in modo opportuno il flusso di acqua calda che circola negli impianti a bassa temperatura, impiegabili sia nel caso in cui questi sono collegati direttamente ad una caldaia, che nel caso in cui fanno parte di un impianto misto e sono quindi collegati ad un impianto ad alta temperatura che è a sua volta connesso alla caldaia.
Tali dispositivi consentono di regolare la temperatura nel circuito in bassa temperatura, e sono costituiti da un numero elevato di componenti. I dispositivi di regolazione comprendono generalmente un ingresso dell’acqua ad alta temperatura (ad esempio dalla caldaia), una mandata di acqua calda nel circuito a bassa temperatura, un ritorno di acqua dal circuito a bassa temperatura ed un’uscita dell’acqua verso la caldaia. Tali dispositivi possono comprendere una valvola termostatica che comanda l’ingresso di acqua ad alta temperatura, una pompa per far circolare l’acqua, uno o più rubinetti di scarico per l’acqua, disposti nelle parti inferiori delle condutture per svuotare l’impianto quando questo viene chiuso per la manutenzione ed una o più valvole di sfiato disposte nelle parti superiori delle condutture per espellere automaticamente le bolle d’aria. Inoltre i dispositivi di regolazione noti consentono in genere di miscelare una certa quantità di acqua di ritorno dal circuito in bassa temperatura con l'acqua calda proveniente dalla caldaia, per determinare in modo opportuno la temperatura dell’acqua in ingresso nel circuito in bassa temperatura.
Negli impianti a bassa temperatura è inoltre noto l'impiego di un termostato di sicurezza che arresta il sistema ed interrompe l'entrata di acqua calda proveniente dalla caldaia quando la temperatura dell'acqua nell'impianto supera un valore massimo predeterminato (nell'ordine di circa 50 gradi).
I dispositivi di regolazione noti sopra descritti presentano alcuni inconvenienti e svantaggi.
Infatti, a causa della necessità di collegare in modo opportuno un numero molto elevato di componenti per ottenere il funzionamento desiderato, tali dispositivi presentano sempre una struttura molto complessa ed ingombrante.
Inoltre, i dispositivi di regolazione stessi sono generalmente costituiti da un numero di parti molto elevato, con numerosi raccordi e con collegamenti che si incrociano secondo percorsi tortuosi.
Tali aspetti comportano innanzi tutto una notevole complessità del dispositivo ed un aumento dei relativi costi di produzione, installazione e manutenzione.
Inoltre va rilevato che le operazioni di installazione e manutenzione di tali dispositivi di regolazione risultano particolarmente complesse, lunghe e laboriose. Infine va rilevato che tali dispositivi risultano sempre molto ingombranti, comportando ulteriori problemi di installazione dato che i dispositivi stessi sono spesso alloggiati in apposite cassette previste nei muri insieme ai collettori degli impianti di riscaldamento.
E’ inoltre noto sul mercato e dal documento WO 2004/070280, a nome della stessa Richiedente, un dispositivo di regolazione per impianti termici comprendente un primo corpo in cui è definito almeno un primo percorso per un fluido estendentesi almeno da un primo ingresso ad una prima uscita, ed un secondo percorso per il fluido estendentesi almeno da un secondo ingresso ad una seconda uscita ed un secondo corpo in cui è definito almeno un terzo percorso per il fluido estendentesi almeno da un terzo ingresso, connesso alla prima uscita, ad una terza uscita. E’ prevista un’apertura di ricircolo per miscelare il fluido che scorre nel secondo percorso con il fluido che scorre nel primo percorso. Il primo ingresso e la seconda uscita sono collegabili ad una caldaia o ad un circuito di riscaldamento ad acqua in alta temperatura mentre il secondo ingresso e la terza uscita sono operativamente collegabili ad un circuito di riscaldamento ad acqua in bassa temperatura. E’ inoltre previsto un condotto di bypass, collegante il secondo percorso e il terzo percorso, ed una valvola di bypass disposta nel condotto di bypass per consentire il passaggio di fluido dal terzo al secondo percorso quando la pressione del fluido nel dispositivo supera un valore predeterminato.
Anche il dispositivo di regolazione noto sopra descritto presenta alcuni inconvenienti e svantaggi. Infatti, come visibile anche nelle figure del documento WO 2004/070280, il condotto di bypass è definito da un pezzo di tubo che entrando nel primo corpo forma una stretta curva a gomito e che è collegato al secondo corpo per mezzo di un raccordo in ottone definente una altrettanto stretta curva a gomito. Tale struttura rende poco agevole l’assemblaggio del dispositivo e/o la sua manutenzione. In particolare, il raccordo a gomito è di tipo irreversibile: in pratica il raccordo (sul lato destinato al secondo corpo) è dotato di un anello metallico tipo seeger che entra in una opportuna sede del secondo corpo ed impedisce il disaccoppiamento del raccordo dal corpo stesso. Dal lato del tubo, il raccordo consente un montaggio reversibile del tubo ma, in caso di perdite sul raccordo, non è più possibile sostituirlo. E’ invece necessario cambiare l’intero secondo corpo. Inoltre, anche il collegamento a gomito del pezzo di tubo al primo corpo rende difficile all’operatore l’operazione manuale di montaggio o di smontaggio del tubo stesso.
In questa situazione il compito tecnico posto alla base del presente trovato è ideare un dispositivo di regolazione per impianti termici che sia in grado di ovviare sostanzialmente agli inconvenienti citati. Nell’ambito di detto compito tecnico è un importante scopo ideare un dispositivo di regolazione per impianti termici che presenti una struttura semplice e razionale. Un altro scopo del presente trovato è ideare un dispositivo di regolazione per impianti termici che presenti dimensioni particolarmente ridotte e risulti di struttura compatta. E’ altresì scopo del presente trovato mettere a disposizione un dispositivo di regolazione per impianti termici che sia di semplice realizzazione. Un ulteriore scopo è ideare un dispositivo di regolazione per impianti termici che risulti di rapida ed agevole installazione. E’ altresì scopo del presente trovato mettere a disposizione un dispositivo di regolazione per impianti termici che risulti affidabile ed efficiente. Un ulteriore scopo è ideare un dispositivo di regolazione per impianti termici che offra un’elevata sicurezza operativa, anche in caso di guasto di alcuni componenti. E’ inoltre scopo del presente trovato ideare un dispositivo di regolazione per impianti termici che consenta una regolazione ottimale della temperatura nei singoli impianti domestici anche nel caso di impianti di riscaldamento collegati ad un sistema centralizzato o di teleriscaldamento. Un ulteriore scopo del trovato è proporre un dispositivo che permetta un’agevole assemblaggio e disassemblaggio dello stesso, in particolare dei tubi che collegano il primo ed il secondo corpo, sia in fase di montaggio iniziale che per le successive operazioni di manutenzione. E’ in particolare scopo del presente trovato proporre un dispositivo che preveda l’eliminazione dei raccordi ed il collegamento diretto e reversibile dei tubi ai punti di collegamento dei corpi, in modo tale da poter sostituire i tubi senza i problemi dovuti ai raccordi.
Ulteriori scopi consistono nel realizzare un dispositivo di regolazione per impianti termici che presenti costi di realizzazione, installazione e manutenzione particolarmente contenuti. Il compito tecnico precisato e gli scopi specificati sono raggiunti da un dispositivo di regolazione per impianti termici avente le caratteristiche espresse nelle annesse rivendicazioni.
Viene ora riportata, a titolo di esempio indicativo e non limitativo, la descrizione di una forma di esecuzione preferita ma non esclusiva di un dispositivo di regolazione per impianti termici secondo il trovato, illustrato negli uniti disegni, nei quali:
- la figura 1 mostra un particolare di un impianto per il riscaldamento di ambienti con associato un dispositivo secondo il trovato;
- la figura 2 è una vista laterale dell’impianto di figura 1;
- la figura 3 presenta una vista prospettica di un dispositivo di regolazione per impianti termici in accordo con il presente trovato;
- la figura 4 mostra una vista frontale del dispositivo di figura 3;
- la figura 5 mostra una vista laterale del dispositivo di figura 3;
- la figura 6 mostra una sezione del dispositivo di figura 3 praticata secondo le linee VI-VI;
- la figura 7 mostra una seconda sezione del dispositivo di figura 3 praticata secondo le linee VII-VII;
- la figura 8 mostra una vista dal basso del dispositivo di figura 3;
- la figura 9 mostra una terza sezione del dispositivo di figura 8 praticata secondo le linee IX-IX;
- la figura 10 mostra una quarta sezione del dispositivo di figura 8 praticata secondo le linee X-X;
- la figura 11 mostra una porzione ingrandita ed in sezione del dispositivo di figura 3 in accordo con una prima forma realizzativa;
- la figura 12 mostra una diversa forma realizzativa della porzione di cui alla precedente figura.
Nel presente testo, conformemente con la terminologia del settore, con il termine “acqua in bassa temperatura” si intende acqua per il riscaldamento di ambienti la quale si trova a temperature nell’ordine di circa 30-50 gradi centigradi, e più precisamente di circa 35–42 gradi centigradi, mentre con “acqua in alta temperatura” si intende acqua, fornita da una caldaia o simile o circolante in un impianto ad alta temperatura, la quale si trova ad una temperatura nell’ordine di circa 80 gradi centigradi.
Con riferimento alle figure citate, un dispositivo di regolazione per impianti termici secondo il trovato è globalmente indicato con il numero di riferimento 1.
Come visibile nelle figure 1 e 2 il dispositivo 1 è associato ad un impianto per il riscaldamento di ambienti ed in particolare il dispositivo 1 è interposto tra un circuito 2 ad alta temperatura ed un circuito 3 in bassa temperatura. Il circuito 2 in alta temperatura comprende almeno un collettore 4 di andata ed un collettore 5 di ritorno dell’acqua calda, ai quali sono collegate una serie di tubazioni di raccordo 6 che collegano i collettori 4, 5 ai singoli elementi radianti. Per agevolare il collegamento con le tubazioni 6 i collettori 4, 5 sono preferibilmente disposti su due piani distinti.
In figura 1 sono visibili alcuni elementi convenzionali per i circuiti di riscaldamento, quali staffe 7 per il fissaggio dei collettori 4, 5 ad una parete, rubinetti di scarico 8 per svuotare il circuito 2 quando questo viene chiuso per la manutenzione, valvole 9 automatiche di sfiato per scaricare eventuali bolle d’aria formatesi nel circuito 2 ed una coppia di raccordi 10 provvisti di valvole di chiusura con relativi rubinetti ad azionamento manuale. Il circuito 2 in alta temperatura è collegato ad una caldaia o ad altra fonte di acqua calda (non mostrate in figura) mediante tali raccordi 10. Va rilevato che il dispositivo 1 potrebbe in alternativa essere direttamente collegato, in modo del tutto analogo, alla caldaia o ad altra fonte di acqua calda, nel caso in cui non vi sia un circuito 2 in alta temperatura. Il circuito 3 in bassa temperatura comprende anch’esso un collettore 11 di andata dell’acqua ed un collettore 12 di ritorno, tra loro operativamente collegati ed ai quali sono collegati relativi elementi radianti, tipicamente tubi 13, che portano l’acqua in bassa temperatura nell’ambiente da riscaldare, tipicamente disposti al di sotto del pavimento dell’ambiente. Il circuito 3 è provvisto di un punto di immissione di acqua e di un punto di estrazione di acqua in bassa temperatura, i quali sono collegati al dispositivo 1 di regolazione.
Anche tali collettori 11, 12 sono fissati ad una parete mediante staffe 7. Il circuito 3 in bassa temperatura è in genere provvisto di opportuni organi 13a di regolazione del flusso di acqua che viene immesso in ciascuna tubazione, i quali possono ad esempio essere teste di tipo manuale, elettrico o termostatico. Il dispositivo 1 di regolazione è interposto tra il circuito 3 in bassa temperatura ed il circuito 2 in alta temperatura, o la caldaia, per regolare in modo opportuno l’immissione di acqua calda in alta temperatura nel circuito 3 in bassa temperatura. Il dispositivo 1 di regolazione consente inoltre di pre-miscelare l’acqua in alta temperatura in arrivo dalla caldaia con una predeterminata portata di acqua in bassa temperatura prelevata dal circuito 3 in bassa temperatura.
Il dispositivo 1 di regolazione comprende un primo corpo 14 in cui è definito almeno un primo percorso 15, ad esempio un condotto, per un fluido, tipicamente acqua, estendentesi almeno da un primo ingresso 15a, connesso al collettore 4 di andata del circuito 2 dell’acqua in alta temperatura o alla caldaia, ad una prima uscita 15b (figura 10). Il corpo 14 comprende inoltre un secondo percorso 16 per il fluido estendentesi almeno da un secondo ingresso 16a, connesso al collettore 12 di ritorno del circuito 3 in bassa temperatura, ad una seconda uscita 16b (figura 10). Il primo percorso 15 è operativamente collegato al secondo percorso 16 tramite un’apertura di ricircolo 17 che consente di pre-miscelare una predeterminata quantità di acqua in bassa temperatura di ritorno che scorre nel secondo percorso 16 con l’acqua ad alta temperatura in ingresso che scorre nel primo percorso 15. Vantaggiosamente la seconda uscita 16b è interposta tra il secondo ingresso 16a e l’apertura di ricircolo 17.
Il dispositivo 1 comprende inoltre un secondo corpo 18 in cui è definito almeno un terzo percorso 19 per il fluido estendentesi almeno da un terzo ingresso 19a, operativamente connesso alla prima uscita 15b, ad una terza uscita 19b, collegata al collettore 11 di andata del circuito 3 di riscaldamento in bassa temperatura (figura 9).
Nel secondo corpo 18 è vantaggiosamente definito inoltre un quarto percorso 20 per il fluido estendentesi almeno da un quarto ingresso 20a, operativamente connesso alla seconda uscita 16b, ad una quarta uscita 20b operativamente collegata al collettore 5 di ritorno del circuito 2 di riscaldamento ad acqua in alta temperatura o alla linea di ritorno della caldaia. Il quarto ingresso 20a è connesso alla seconda uscita 16b mediante un condotto di collegamento 21 (figure 4 e 8). Il condotto di collegamento 21 è delimitato/definito da una tubazione di collegamento 210 la quale presenta una prima estremità 211 ed una seconda estremità 212. La prima estremità 211 è direttamente collegata, senza l’interposizione di raccordi indipendenti, al primo corpo 14 in corrispondenza della seconda uscita 16b (figure 3, 4, 5). La seconda estremità 212 è direttamente collegata, senza l’interposizione di raccordi indipendenti, al secondo corpo 18 in corrispondenza del quarto ingresso 20a (figure 3, 4, 5). La prima estremità 211 e la seconda estremità 212 sono collegate ai rispettivi primo e secondo corpo 14, 18 in modo reversibile, ovvero con la possibilità di essere smontate senza danneggiare/rompere i corpi 14, 18 e/o la tubazione 210. La tubazione di collegamento 210 è preferibilmente formata da un pezzo unico di tubo opportunamente sagomato/curvato.
Per realizzare i collegamenti reversibili, il primo corpo 14 presenta in corrispondenza della seconda uscita 16b una rispettiva porzione filettata 215 (figura 7). Un dado 213 girevolmente installato sulla prima estremità 211 della tubazione di collegamento 210 è impegnato a tenuta ed in modo removibile con detta porzione filettata 215. Il secondo corpo 18 presenta in corrispondenza del quarto ingresso 20a una rispettiva porzione filettata 216 (illustrata solo nella figura ingrandita 11). Un dado 214 girevolmente installato sulla seconda estremità 212 della tubazione di collegamento 210 è impegnato a tenuta ed in modo removibile con detta porzione filettata 216 (figure 4 e 8).
I collegamenti reversibili della tubazione di collegamento 210 illustrati nelle figure 1-10 definiscono rispettive tenute piatte, di per sé note e preferibilmente realizzate secondo la struttura illustrata nella figura 11. La prima estremità 211 e la seconda estremità 212 del tubo di collegamento 210 presentano ciascuna un bordo anulare radialmente esterno 300 contro il quale va a poggiarsi il rispettivo dado 213, 214. Il bordo anulare radialmente esterno 300 rimane collocato, quando il dado 213, 214 è impegnato sulla porzione filettata 215, 216, tra il dado stesso e la rispettiva porzione filettata 215, 216 con l’interposizione di una guarnizione anulare piatta 301. L’avvitamento ed il serraggio del dado 213, 214 sulla porzione filettata 215, 216 determina la compressione della guarnizione anulare piatta 301 e del bordo anulare radialmente esterno 300 tra detto dado 213, 214 e detta porzione filettata 215, 216.
In una diversa forma realizzativa, i collegamenti reversibili della tubazione di collegamento 210 definiscono rispettive tenute a stringere, di per sé note e preferibilmente realizzate secondo la struttura illustrata nella figura 12. La prima estremità 211 e la seconda estremità 212 del tubo di collegamento 210 non posseggono il bordo anulare radialmente esterno e sono inserite nelle rispettive porzioni filettate 215, 216. Una guarnizione tubolare 400 è radialmente interposta tra ciascuna delle citate prima estremità 211 e seconda estremità 212 e la rispettiva porzione filettata 215, 216. Il dado 213, 214 è impegnato sulla filettatura della porzione filettata 215, 216. Un’ogiva 410, preferibilmente in ottone, circonda la tubazione di collegamento 210 ed è disposta in posizione radialmente interna rispetto al dado 213, 214. Il dado 213, 214 e l’ogiva 410 sono accoppiati in corrispondenza di una superficie conica 420. L’ogiva 410 presenta inoltre una porzione radialmente esterna 411 rispetto alla guarnizione 400. Tale porzione radialmente esterna 411 è circondata da una superficie conica radialmente interna 500 appartenente alla rispettiva porzione filettata 215, 216. Le tenute a stringere garantiscono l’aggraffaggio della tubazione 210 e la tenuta del raccordo tramite la compressione radiale dell’ogiva 410 sulla tubazione 210 e sulla guarnizione 400. L’ogiva 410 viene compressa radialmente sulla tubazione 210 e spinta assialmente verso la porzione filettata 215, 216 e verso la guarnizione 400 dall’avvitamento del dado 213, 214. La porzione radialmente esterna 411 interagisce con la superficie conica radialmente interna 500 e viene spinta radialmente da quest’ultima contro la guarnizione 400.
In ulteriori forme realizzative, non illustrate, uno dei collegamenti reversibili della tubazione di bypass 250 definisce una rispettiva tenuta a stringere e l’altro una tenuta piatta o viceversa.
In alternativa il secondo corpo 18 potrebbe comprendere il solo terzo percorso 19 e la seconda uscita 16b potrebbe essere operativamente collegata direttamente al circuito 2 in alta temperatura o alla caldaia. Vantaggiosamente il primo ingresso 15a ed il secondo ingresso 16a sono disposti contrapposti rispetto al primo corpo 14 e sostanzialmente allineati tra loro. Preferibilmente la prima uscita 15b ha un asse longitudinale sostanzialmente perpendicolare rispetto agli assi del primo ingresso 15a e del secondo ingresso 16a. Anche la terza uscita 19b e la quarta uscita 20b sono vantaggiosamente disposte contrapposte rispetto al secondo corpo 18 e sostanzialmente allineate tra loro ed il terzo ingresso 19a ha un asse longitudinale sostanzialmente perpendicolare rispetto agli assi della terza 19b e della quarta uscita 20b. Il primo 14 ed il secondo corpo 18 sono preferibilmente realizzati in rispettivi pezzi unici, ad esempio in fusioni di metallo, ma potrebbero anche essere realizzati in più parti montate tra loro. Il dispositivo 1 comprende inoltre una pompa 22 per la circolazione dell’acqua operativamente disposta tra la prima uscita 15b ed il terzo ingresso 19a. Va rilevato che la pompa è rappresentata schematicamente in sezione nelle figure 6, 9 e 10 come un corpo pieno, in quanto di per sé di tipo noto, Ovviamente la pompa è provvista di un collegamento per il fluido tra la prima uscita 15b ed il terzo ingresso 19 e di noti mezzi per spingere il fluido nella direzione desiderata. Come visibile nelle figure 3, 5 e 6 il primo corpo 14 ed il secondo corpo 18 sono opportunamente disposti su piani distinti e corrispondenti il primo 14 al piano del collettore di andata 4 del circuito 2 in alta temperatura ed del collettore di ritorno 12 del circuito 3 in bassa temperatura, ed il secondo 18 al piano del collettore di ritorno 5 del circuito 2 in alta temperatura e di andata 11 del circuito 3 in bassa temperatura. La prima uscita 15b ed il terzo ingresso 19a sono vantaggiosamente complanari e quindi sporgenti dai rispettivi corpi 14, 18, per agevolare il montaggio della pompa 22. Il dispositivo 1 comprende inoltre mezzi 23 per variare la quantità di acqua che passa dal secondo percorso 16 al primo percorso 15, i quali sono operativamente associati al primo corpo 14 in corrispondenza dell’apertura di ricircolo 17. Tali mezzi 23 sono vantaggiosamente regolabili per variare la portata di acqua in bassa temperatura di ritorno da miscelare con l’acqua in alta temperatura in arrivo dal primo ingresso 15a, in modo da inviare al terzo percorso 19 del secondo corpo 18 ed al collettore 11 di andata del circuito 3 in bassa temperatura acqua opportunamente pre-miscelata secondo le esigenze di riscaldamento.
Ciò consente di non inserire direttamente nel circuito 3 in bassa temperatura acqua in alta temperatura, che potrebbe essere dannosa per l’impianto, causando improvvisi innalzamenti della temperatura nel circuito 3 stesso. Inoltre in questo modo è possibile migliorare l’efficienza dell’impianto ricircolando nel circuito 3 a bassa temperatura una certa quantità di acqua in bassa temperatura ed aggiungendo solo l’acqua in alta temperatura strettamente necessaria. I mezzi 23 per variare possono ad esempio comprendere un detentore 23 regolabile manualmente per definire la massima potenzialità del circuito 3 di riscaldamento in bassa temperatura. Il dispositivo 1 comprende inoltre mezzi 24 di regolazione del flusso di acqua passante nel primo ingresso 15a, associati al primo corpo 14 nel primo percorso 15. Tali mezzi 24 di regolazione del flusso comprendono una testa termostatica 24a, operativamente attiva per azionare un otturatore 24b disposto nel primo percorso 15 per variare il flusso di acqua in alta temperatura in ingresso nel dispositivo 1. I mezzi 24 di regolazione comprendono inoltre un sensore 24c disposto nel terzo percorso 19 ed operativamente connesso alla testa termostatica 24a, la quale può regolare opportunamente la quantità di acqua calda in alta temperatura che viene immessa nel dispositivo 1 e quindi nel circuito 3 in bassa temperatura in base alla temperatura rilevata nell’acqua pre-miscelata in ingresso al circuito 3 in bassa temperatura. In alternativa i mezzi 24 di regolazione del flusso possono comprendere un motore elettrico dotato di opportuni sensori ed operativamente attivo per azionare un detentore disposto nel primo percorso 15 per variare il flusso di acqua in alta temperatura in ingresso.
Il dispositivo 1 può comprendere inoltre mezzi di controllo del funzionamento del dispositivo 1 stesso (non illustrati nelle figure in quanto di tipo convenzionale), operativamente connessi ai mezzi 24 di regolazione del flusso in ingresso. Tali mezzi possono essere convenzionali sistemi di controllo elettromeccanici o elettronici, e possono essere collegati ad opportuni mezzi di comando del funzionamento dell’impianto generale di riscaldamento.
Vantaggiosamente il dispositivo 1 comprende inoltre almeno un condotto di bypass 25, visibile nelle figure 5, 6 e 7, collegante il secondo percorso 16 ed il terzo percorso 19, nel quale è disposta una valvola di bypass 26 che consente il passaggio di acqua dal terzo al secondo percorso 16 quando la pressione dell’acqua nel dispositivo 1 supera un valore predeterminato. Tale condotto di bypass 25 consente ad esempio di evitare il danneggiamento dell’impianto e della pompa nel caso in cui la circolazione di acqua nel circuito 3 in bassa temperatura dovesse essere impedita, ad esempio per la chiusura contemporanea di tutte le teste 13a di regolazione per i vari elementi radianti 13. In alternativa è possibile prevedere un arresto della pompa 22 comandato da un sistema di controllo complessivo del dispositivo 1.
Il condotto di bypass 25 è in parte ricavato/integrato all’interno del primo corpo 14 (come visibile in figura 7) ed in parte definito da una tubazione di bypass 250 che si estende tra il primo corpo 14 ed il secondo corpo 18. La tubazione di bypass 250 presenta una prima estremità 251 ed una seconda estremità 252. La prima estremità 251 è direttamente collegata, senza l’interposizione di raccordi indipendenti, al primo corpo 14. La seconda estremità 252 è direttamente collegata, senza l’interposizione di raccordi indipendenti, al secondo corpo 18. La prima estremità 251 e la seconda estremità 252 sono collegate ai rispettivi primo e secondo corpo 14, 18 in modo reversibile, ovvero con la possibilità di essere smontate senza danneggiare/rompere i corpi 14, 18 e/o la tubazione di bypass 250. Preferibilmente, la valvola di bypass 26 è disposta in un alloggiamento ricavato all’interno del primo corpo 14 (figura 7). Tale alloggiamento e la valvola 26 sono adiacenti ed in comunicazione di fluido con un tratto 253 del condotto di bypass 25 ricavato nel primo corpo 14. Detto tratto 253 presenta una prima estremità collegata alla valvola di bypass 26 ed una seconda estremità, opposta alla prima, collegata alla prima estremità 251 della tubazione di bypass 250. La tubazione di bypass 250 è preferibilmente formata da un pezzo unico di tubo opportunamente sagomato/curvato. Preferibilmente, come illustrato, la tubazione di bypass 250 presenta una porzione rettilinea a lunghezza maggiore recante la prima estremità 251, una porzione rettilinea a lunghezza minore recante la seconda estremità 252 ed una porzione curva intermedia di raccordo tra le due porzioni rettilinee. Preferibilmente, detto tratto 253 è rettilineo ed è allineato con la porzione rettilinea a lunghezza maggiore ad esso collegata.
Per realizzare i collegamenti reversibili, il primo corpo 14 presenta in corrispondenza della seconda estremità del tratto 253 una rispettiva porzione filettata 256 (figura 7). Un dado 254 girevolmente installato sulla prima estremità 251 della tubazione di bypass 250 è impegnato a tenuta ed in modo removibile con detta porzione filettata. Il secondo corpo 18 presenta inoltre una rispettiva porzione filettata 257 (figura 7) per il collegamento alla seconda estremità 252 della tubazione di bypass 250. Un dado 255 girevolmente installato sulla seconda estremità 252 della tubazione di bypass 250 è impegnato a tenuta ed in modo removibile con detta porzione filettata.
I collegamenti reversibili della tubazione di bypass 250 illustrati nelle figure 1-10 definiscono rispettive tenute piatte, di per sé note e preferibilmente realizzate secondo la struttura illustrata nella figura 11 e già precedentemente descritta con riferimento alla tubazione di collegamento 210. In una diversa forma realizzativa, i collegamenti reversibili della tubazione di bypass 250 definiscono rispettive tenute a stringere, di per sé note e preferibilmente realizzate secondo la struttura illustrata nella figura 12 e già precedentemente descritta con riferimento alla tubazione di collegamento 210.
In ulteriori forme realizzative, non illustrate, uno dei collegamenti reversibili della tubazione di collegamento 210 definisce una rispettiva tenuta a stringere e l’altro una tenuta piatta o viceversa.
Il dispositivo 1 comprende inoltre almeno un termostato di sicurezza (non illustrato nelle figure) operativamente connesso al dispositivo 1 stesso ed in particolare alla pompa 22 per la circolazione del flusso per arrestare l’immissione di acqua in alta temperatura nel primo ingresso 15a quando la temperatura nel terzo percorso 19 supera un valore di soglia predeterminato, ad esempio 50 gradi centigradi. Tale termostato costituisce un’ulteriore sicurezza contro il danneggiamento del circuito 3 in bassa temperatura e delle strutture in contatto con esso. Il dispositivo 1 è provvisto inoltre di termometri 27 disposti in corrispondenza di alcuni percorsi dell’acqua per indicare la temperatura dell’acqua nel relativo percorso. Il dispositivo 1 comprende inoltre almeno un elemento di chiusura 28 regolabile, ad esempio un detentore o una valvola a sfera, per bloccare il flusso di fluido nel dispositivo 1 ed almeno un rubinetto 8 di scarico per svuotare il dispositivo 1. In particolare sono previsti elementi di chiusura 28 in corrispondenza della prima uscita 15b e del terzo ingresso 19a, per isolare la pompa 22, ed in corrispondenza della quarta uscita 20b. Il dispositivo 1 comprende inoltre alcune valvole 9 di sfiato automatiche per l’espulsione di bolle d’aria che si possono formare nell’impianto. L’impianto di riscaldamento è provvisto inoltre di noti mezzi di comando del funzionamento dell’impianto, i quali comprendono un sistema di regolazione della temperatura nel locale, che può essere a comando manuale o automatico, e che provvede a comandare l’immissione nel dispositivo 1 di acqua in alta temperatura quando la temperatura ambientale rilevata nel locale è al di sotto di un valore predeterminato.
Il funzionamento di un dispositivo di regolazione per impianti termici in accordo con il presente trovato, sopra illustrato in senso prevalentemente strutturale, è il seguente. Il detentore regolabile 23 in corrispondenza dell’apertura di ricircolo 17 viene regolato in sede di installazione del dispositivo 1, per determinare la massima potenzialità del circuito 3 di riscaldamento in bassa temperatura. La testa termostatica 24a provvede automaticamente, sulla base delle temperature rilevate dal sensore 24c disposto nel terzo percorso 19, a regolare opportunamente il flusso di acqua in alta temperatura che viene immessa nel dispositivo 1 e miscelata con una certa quantità di acqua in bassa temperatura di ritorno nel secondo percorso 16. L’acqua miscelata esce quindi dalla prima uscita 15b e viene spinta dalla pompa 22 attraverso il terzo percorso 19 del secondo corpo 18 e quindi nel collettore 11 di andata del circuito 3 in bassa temperatura. L’acqua di ritorno dal circuito 3 in bassa temperatura entra dal secondo ingresso 16a e viene in parte inviata attraverso l’apertura di ricircolo 17 ed in parte esce dalla seconda uscita 16b ed arriva nel quarto percorso 20 del secondo corpo 18, da dove viene reintrodotta nel circuito 2 in alta temperatura attraverso la quarta uscita 20b. Ovviamente, trattandosi di circuiti chiusi, dato un certo flusso di acqua in alta temperatura in ingresso nel dispositivo 1, vi è un corrispondente flusso di acqua in bassa temperatura che esce dalla seconda uscita 16b e quindi dalla quarta uscita 20b. Quando la testa termostatica 24a chiude il primo ingresso 15a completamente, tutta l’acqua in bassa temperatura viene ricircolata nel circuito 3 in bassa temperatura. Valori indicativi per le temperature operative dell’acqua nelle varie parti del dispositivo 1 possono essere ad esempio i seguenti: nel primo ingresso 15a l’acqua è a circa 70-80°C, nella prima uscita 15b, dopo la premiscelazione, circa 40-42 °C, così come nella terza uscita 19b e quindi nel collettore 11 di andata in bassa temperatura, mentre nel secondo ingresso 16a e nel collettore 12 di ritorno della bassa temperatura l’acqua è a circa 30-32°C. Naturalmente numerose modifiche e varianti possono essere apportate ad un dispositivo secondo il presente trovato ed ai relativi componenti senza per questo uscire dall’ambito del concetto inventivo che lo caratterizza. Va rilevato che tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti ed in pratica tutti i materiali impiegati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze.
Il trovato consegue importanti vantaggi. Innanzitutto va rilevato che un dispositivo di regolazione per impianti termici secondo il trovato presenta una struttura molto semplice e razionale. Inoltre va rilevato che tale dispositivo di regolazione presenta dimensioni molto contenute ed una struttura complessiva compatta. Inoltre il trovato risulta di semplice realizzazione e di rapida ed agevole installazione. Un dispositivo secondo il trovato è inoltre affidabile ed efficiente e garantisce un’elevata sicurezza operativa. Tale dispositivo consente inoltre una regolazione ottimale della temperatura sia nei singoli impianti domestici che anche nel caso di impianti di riscaldamento centralizzati. Infine va sottolineato che un dispositivo di regolazione secondo il presente trovato ha costi di realizzazione, installazione e manutenzione molto contenuti. In particolare, le tubazioni di bypass e di collegamento possono essere montate sul primo e sul secondo corpo in fase di assemblaggio con estrema facilità e smontate per manutenzione e/o riparazione con altrettanta facilità senza il rischio di danneggiare una o più parti del dispositivo. Inoltre, non essendoci raccordi di collegamento tra detti tubi ed i corpi ai quali sono collegati, non vi è nemmeno il rischio che detti raccordi possano danneggiarsi rendendo necessaria la loro sostituzione o addirittura la sostituzione dell’intero corpo se essi sono vincolati irremovibilmente allo stesso. E’ da notare che la realizzazione di parte del condotto di bypass all’interno del primo corpo contribuisce a rendere l’assieme più compatto e strutturalmente più robusto.

Claims (32)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di regolazione per impianti termici comprendente: un primo corpo (14) in cui è definito almeno un primo percorso (15) per un fluido estendentesi almeno da un primo ingresso (15a) ad una prima uscita (15b), ed un secondo percorso (16) per il fluido estendentesi almeno da un secondo ingresso (16a) ad una seconda uscita (16b); un secondo corpo (18) in cui è definito almeno un terzo percorso (19) per il fluido estendentesi almeno da un terzo ingresso (19a), operativamente connesso a detta prima uscita (15b), ad una terza uscita (19b), detto primo percorso (15) essendo operativamente collegato a detto secondo percorso (16) tramite un’apertura di ricircolo (17) per miscelare una predeterminata quantità del fluido che scorre nel secondo percorso (16) con il fluido che scorre nel primo percorso (15); almeno un condotto di bypass (25) collegante detto secondo percorso (16) e detto terzo percorso (19), ed una valvola di bypass (26) disposta nel condotto di bypass (25) per consentire il passaggio di fluido dal terzo (19) al secondo percorso (16) quando la pressione del fluido nel dispositivo (1) supera un valore predeterminato; in cui il condotto di bypass (25) comprende una tubazione di bypass (250) presentante una prima estremità (251) collegata direttamente ed in modo reversibile al primo corpo (14) ed una seconda estremità (252) collegata direttamente ed in modo reversibile al secondo corpo (18).
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, in cui il condotto di bypass (25) presenta un tratto (253) ricavato nel primo corpo (14) e adiacente alla valvola di bypass (26).
  3. 3. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, in cui la tubazione di bypass (250) presenta una porzione rettilinea direttamente collegata ed allineata a detto tratto (253).
  4. 4. Dispositivo secondo la rivendicazione 2 o 3, in cui la tubazione di bypass (250) presenta una porzione curva posta in prossimità del secondo corpo (18).
  5. 5. Dispositivo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la tubazione di bypass (250) è formata da un unico pezzo di tubo.
  6. 6. Dispositivo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui il collegamento reversibile della prima e/o della seconda estremità (251, 252) della tubazione di bypass (250) comprende una tenuta piatta.
  7. 7. Dispositivo secondo una delle rivendicazioni precedenti da 1 a 5, in cui il collegamento reversibile della prima e/o della seconda estremità (251, 252) della tubazione di bypass (250) comprende una tenuta a stringere.
  8. 8. Dispositivo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detta seconda uscita (16b) è interposta tra detto secondo ingresso (16a) e detta apertura di ricircolo (17).
  9. 9. Dispositivo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto primo ingresso (15a) e detta seconda uscita (16b) sono operativamente collegabili ad una caldaia o ad un circuito (2) di riscaldamento ad acqua in alta temperatura e dal fatto che detto secondo ingresso (16a) e detta terza uscita (19b) sono operativamente collegabili ad un circuito (3) di riscaldamento ad acqua in bassa temperatura.
  10. 10. Dispositivo secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che in detto secondo corpo (18) è definito inoltre un quarto percorso (20) per il fluido estendentesi almeno da un quarto ingresso (20a), operativamente collegato a detta seconda uscita (16b), ad una quarta uscita (20b) operativamente collegabile alla caldaia o al circuito (2) di riscaldamento ad acqua in alta temperatura.
  11. 11. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, in cui il quarto ingresso (20a) è connesso alla seconda uscita (16b) mediante un condotto di collegamento (21) delimitato da una tubazione di collegamento (210) presentante una prima estremità (211) collegata direttamente ed in modo reversibile al primo corpo (14) ed una seconda estremità (212) collegata direttamente ed in modo reversibile al secondo corpo (18).
  12. 12. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, in cui la tubazione di collegamento (210) è formata da un unico pezzo di tubo.
  13. 13. Dispositivo secondo la rivendicazione 11 o 12, in cui il collegamento reversibile della prima e/o della seconda estremità (211, 212) della tubazione di collegamento (210) comprende una tenuta piatta.
  14. 14. Dispositivo secondo la rivendicazione 11 o 12, in cui il collegamento reversibile della prima e/o della seconda estremità (211, 212) della tubazione di collegamento (210) comprende una tenuta a stringere.
  15. 15. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre una pompa (22) per la circolazione del fluido operativamente disposta tra detta prima uscita (15b) e detto terzo ingresso (19a).
  16. 16. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre mezzi (23) per variare la quantità di fluido che passa da detto secondo percorso (16) a detto primo percorso (15), operativamente associati al primo corpo (14) in corrispondenza di detta apertura di ricircolo (17).
  17. 17. Dispositivo secondo la rivendicazione 16, caratterizzato dal fatto che detti mezzi (23) per variare comprendono un detentore regolabile.
  18. 18. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto primo corpo (14) e/o detto secondo corpo (18) sono realizzati come pezzi unici.
  19. 19. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto primo corpo (14) e/o detto secondo corpo (18) sono realizzati mediante più parti montate fra loro.
  20. 20. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto primo ingresso (15a) e detto secondo ingresso (16a) sono disposti contrapposti rispetto al primo corpo (14) e sostanzialmente allineati tra loro.
  21. 21. Dispositivo secondo la rivendicazione 20, caratterizzato dal fatto che detta prima uscita (15b) ha un asse longitudinale sostanzialmente perpendicolare rispetto agli assi di detto primo ingresso (15a) e di detto secondo ingresso (16a).
  22. 22. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 10 a 21, caratterizzato dal fatto che detta terza uscita (19b) e detta quarta uscita (20b) sono disposte contrapposte rispetto al secondo corpo (18) e sostanzialmente allineate tra loro.
  23. 23. Dispositivo secondo la rivendicazione 22, caratterizzato dal fatto che detto terzo ingresso (19a) ha un asse longitudinale sostanzialmente perpendicolare rispetto agli assi di detta terza (19b) e detta quarta uscita (20b).
  24. 24. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre mezzi (24) di regolazione del flusso di fluido passante in detto primo ingresso (15a) associati a detto primo corpo (14) in detto primo percorso (15).
  25. 25. Dispositivo secondo la rivendicazione 24, caratterizzato dal fatto che detti mezzi (24) di regolazione del flusso comprendono una testa termostatica (24a), operativamente attiva per azionare un otturatore (24b) disposto nel primo percorso (15) per variare il flusso di liquido in ingresso, ed un sensore (24c) disposto in detto terzo percorso (19) ed operativamente connesso a detta testa termostatica (24a).
  26. 26. Dispositivo secondo la rivendicazione 24, caratterizzato dal fatto che detti mezzi (24) di regolazione del flusso comprendono un motore elettrico operativamente attivo per azionare un detentore disposto nel primo percorso (15) per variare il flusso di liquido in ingresso.
  27. 27. Dispositivo secondo le rivendicazioni 24, 25 o 26, caratterizzato dal fatto che comprende mezzi di controllo del funzionamento del dispositivo (1) operativamente connessi a detti mezzi (24) di regolazione del flusso.
  28. 28. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre almeno un termostato di sicurezza operativamente connesso al dispositivo (1) per bloccare il passaggio di fluido nel primo ingresso (15a) quanto la temperatura nel terzo percorso (19) supera un valore di soglia predeterminato.
  29. 29. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre almeno un termometro (27) disposto in corrispondenza di almeno uno di detti percorsi del fluido per indicare la temperatura del fluido nel relativo percorso.
  30. 30. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre almeno un elemento di chiusura (28) regolabile per bloccare il flusso di fluido nel dispositivo (1) ed almeno un rubinetto di scarico (8) per svuotare il dispositivo (1).
  31. 31. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre almeno una valvola (9) di sfiato automatica per l’aria.
  32. 32. Impianto per il riscaldamento di ambienti caratterizzato dal fatto di comprendere un dispositivo (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti.
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