ITBS20110013U1 - Indumento per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica - Google Patents

Indumento per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica

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ITBS20110013U1
ITBS20110013U1 ITBS20110013U ITBS20110013U1 IT BS20110013 U1 ITBS20110013 U1 IT BS20110013U1 IT BS20110013 U ITBS20110013 U IT BS20110013U IT BS20110013 U1 ITBS20110013 U1 IT BS20110013U1
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Ylenia Boldrini
Renato Cornacchiari
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Amarcod Ind Abbigliamento S R L
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Description

“INDUMENTO PER LA COADIUVAZIONE NEURO-MUSCOLO-SCHELETRICA”
DESCRIZIONE
Il presente trovato ha per oggetto un indumento per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica e un metodo per la realizzazione di tale indumento.
Sono noti indumenti strutturati in modo tale da fornire, una volta indossati da un utente, una coadiuvazione locale a muscoli e articolazioni. Tali indumenti tipicamente si pongono come obiettivo il miglioramento della postura, la prevenzione di infortuni derivanti dallo svolgimento di un’attività sportiva (ad esempio contusioni, distorsioni, stiramenti, slogature, strappi, fratture, ecchimosi, etc.) o la riabilitazione di una parte del corpo infortunata, sulla quale agisce l’indumento indossato.
Con riferimento a tali obiettivi, sono noti indumenti quali maglie e pantaloni destinati prevalentemente all’uso in ambito sportivo, ad esempio del tipo mostrato nel documento brevettuale EP1810649. Tali indumenti aderiscono al corpo dell’utilizzatore e sono realizzati in un materiale avente un basso coefficiente di attrito per scorrere facilmente sulla pelle del corpo, e comprendono un rivestimento, sulla superficie interna dell’indumento stesso, composto da strisce resistenti realizzate utilizzando un materiale avente un elevato coefficiente d’attrito e che non scorre facilmente sulla pelle del corpo. In tali indumenti le strisce del rivestimento interno sono realizzate in direzioni tali da riprodurre sul corpo dell’utilizzatore i medesimi effetti della tecnica nota con il nome di “taping”, ovvero la tecnica di bendaggio mediante strisce elastiche adesive che limitano la mobilità dell’articolazione e l'espansione del muscolo. Tale tecnica consente di ridurre le sollecitazioni e aumentare la stabilità delle strutture muscolo-scheletriche, prevenendo infortuni a carico di parti del corpo particolarmente delicate o sottoposte a sforzi, e può realizzare inoltre una funzione di recupero da un infortunio, contrastando ematomi e versamenti successivi al trauma e consentendo di ridurre i tempi di recupero.
La Richiedente ha tuttavia riscontrato che gli attuali indumenti per prevenire, e riabilitare da, infortuni muscolari e articolari non sono esenti da inconvenienti e sono migliorabili sotto diversi aspetti.
In particolare, la Richiedente ritiene che la riproduzione della tecnica del “taping” tramite un indumento del tipo suddescritto non consenta di ottenere gli effetti desiderati in termini di prevenzione e riabilitazione da infortuni. Infatti, la Richiedente ritiene che sia complicato, se non impossibile, riprodurre la tecnica del “taping” tramite un indumento del tipo suddescritto. Infatti il “taping” è una tecnica complessa che richiede una ben precisa modalità di incollaggio manuale delle strisce alla pelle dell’utilizzatore, in modo da ottenere il giusto tensionamento della striscia. In alcuni casi, ad esempio, la procedura di incollaggio è variabile tra una striscia e l’altra e anche all’interno della medesima striscia (mediante variazione del tiraggio delle diverse porzioni di striscia durante l’incollaggio manuale). Inoltre, il “taping” prevede di incollare in senso stretto le strisce alla pelle dell’utilizzatore, in modo da non permetter loro di scivolare in alcun modo rispetto alla pelle, pena la mancanza di funzionalità delle strisce stesse, e la conseguente assenza degli annessi effetti. Invece gli indumenti noti, essendo destinati ad essere indossati da un utilizzatore in modo convenzionale per portare automaticamente le strisce ad aderire a determinate porzioni di pelle, non consentono di ottenere l’incollaggio delle strisce né tantomeno permettono di regolare la tensione delle diverse strisce e porzioni di striscia in fase di indossamento. Inoltre, il “taping” richiede l’uso di strisce dotate di elasticità soltanto in una ben definita direzione, mentre gli indumenti noti sono dotati di strisce aventi una elasticità non selettiva, ossia di valore simile in ogni direzione di deformazione.
Ancora, le strisce degli indumenti noti, scorrendo sulla pelle e variando la loro posizione ad ogni differente indossamento, non possono essere posizionate in modo preciso e duraturo su determinate porzioni di pelle dell’utilizzatore sulle quali si desidera agire.
La Richiedente ha altresì riscontrato che gli indumenti noti sono caratterizzati da una elevata complessità e/o da un elevato costo di realizzazione.
In questa situazione lo scopo alla base del presente modello, nei suoi vari aspetti e/o forme realizzative, è mettere a disposizione un indumento per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica e un metodo per la realizzazione di tale indumento che possano essere in grado di ovviare ad uno o più degli inconvenienti citati.
In particolare, uno degli scopi del presente modello è mettere a disposizione un indumento per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica che operi secondo principi e modalità di funzionamento nuovi e differenti rispetto a quelli degli indumenti noti, consentendo di ottenere una elevata efficacia nell’azione di coadiuvazione al corpo di un utilizzatore. In particolare la Richiedente ritiene che sia vantaggioso realizzare una coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica che operi non tanto secondo il principio del “taping”, quanto secondo un principio denominato “tensegritivo” che diverrà chiaro nel seguito.
Un ulteriore scopo del presente modello è fornire un indumento per la coadiuvazione neuro-muscoloscheletrica che consente, una volta indossato da un utilizzatore, di mantenere nel tempo, anche in seguito allo svolgimento di attività motorie da parte dell’utilizzatore, un preciso posizionamento di ciascuna sua parte su rispettive porzioni di destinazione del corpo dell’utilizzatore.
Uno o più di tali scopi, e altri eventuali, che meglio risulteranno nel corso della seguente descrizione, vengono sostanzialmente raggiunti da un indumento, o un insieme di indumenti, per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica e da un metodo per la realizzazione di tale indumento, aventi le caratteristiche tecniche contenute in una o più delle unite rivendicazioni, ciascuna delle quali presa da sola (senza le relative dipendenze) o in qualsiasi combinazione con le altre rivendicazioni, nonché secondo i seguenti aspetti e/o forme realizzative esemplari, variamente combinati, anche con le suddette rivendicazioni.
In un aspetto il modello riguarda un indumento per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica comprendente:
- un corpo dell’indumento dotato di elasticità e destinato ad essere indossato da un utilizzatore per aderire ad una porzione del corpo dell’utilizzatore;
- una scheletratura elastica e continua realizzata su detto corpo dell’indumento e comprendente una pluralità di porzioni di ancoraggio e una pluralità di porzioni attive, destinate ciascuna a collimare con rispettivi settori del corpo dell’utilizzatore.
In un aspetto, detta scheletratura è strutturata in modo tale che, quando l’indumento è indossato dall’utilizzatore e quest'ultimo esercita un'attività motoria, le porzioni attive si deformano seguendo la deformazione dei rispettivi settori del corpo dell’utilizzatore e le porzioni di ancoraggio rimangono sostanzialmente invariate.
In un aspetto, le porzioni attive e le porzioni di ancoraggio sono di natura identica (e la loro distinzione deriva unicamente dalle porzioni del corpo con cui sono destinate a collimare). Si osserva peraltro che la posizione occupata dalle porzioni di ancoraggio e dalle porzioni attive sul corpo dell'indumento identifica e definisce le porzioni del corpo cui esse sono destinate rispettivamente a collimare.
In un aspetto le porzioni di ancoraggio sono posizionate in modo tale da non subire sostanziali deformazioni (ad esempio perché disposte trasversalmente alle fasce muscolari o in sezioni del corpo sostanzialmente prive di deformazioni) e le porzioni attive sono posizionate (ad esempio disposte longitudinalmente alle fasce muscolari) in modo tale da subire fenomeni di deformazione, ad esempio allungamenti o accorciamenti, quando l’indumento è indossato.
In un aspetto le porzioni di ancoraggio sono destinate a collimare con rispettivi settori del corpo in modo tale che, quando l’utilizzatore esercita un'attività motoria, esse modificano la loro estensione superficiale complessiva di un valore minore del 10%, preferibilmente minore del 5%, ancor più preferibilmente minore del 2%, rispetto alla rispettiva estensione superficiale complessiva con il corpo dell’utilizzatore in condizione di riposo. Per condizione di riposo si intende una condizione in cui il corpo dell’utilizzatore non è sottoposto a carichi o sollecitazioni e non sta eseguendo nessuna attività motoria. Tipicamente, in tale condizione, i muscoli, le ossa e le articolazioni sono in completo rilassamento.
In un aspetto le porzioni attive sono destinate a collimare con rispettivi settori del corpo in modo tale che, quando l’utilizzatore esercita un'attività motoria, esse modificano la loro estensione superficiale complessiva di un valore maggiore del 5%, preferibilmente maggiore del 7,5%, ancor più preferibilmente maggiore del 10%, rispetto alla rispettiva estensione superficiale complessiva con il corpo dell’utilizzatore in condizione di riposo.
La Richiedente ritiene che la combinazione delle suddette caratteristiche tecniche, in particolare la presenza di una scheletratura elastica, realizzata sul corpo dell’indumento e comprendente una pluralità di porzioni di ancoraggio e una pluralità di porzioni attive, destinate ciascuna a collimare con rispettivi settori del corpo dell’utilizzatore, e il fatto che tale scheletratura sia strutturata in modo tale che, quando l’indumento è indossato dall’utilizzatore e quest'ultimo esercita un'attività motoria, le porzioni attive si deformino seguendo la deformazione dei rispettivi settori del corpo dell’utilizzatore e le porzioni di ancoraggio rimangano invariate, consente di ottenere un indumento per la coadiuvazione neuromuscolo-scheletrica in grado di aumentare la stabilità articolare e migliorare la funzione muscolare delle sezioni corporee alle quali è applicato, stimolando così una funzione “tensegritiva”.
Per “tensegrità”, concetto mutuato dai principi architettonici e, per la prima volta da parte della Richiedente, applicato al settore tecnico degli indumenti, si intende la caratteristica di una struttura portante di comprendere componenti sottoposti a tensione, dotati di elevata flessibilità, contrapposti a componenti sottoposti alla compressione, dotati di elevata rigidezza, per formare una struttura in grado di sopportare sollecitazioni e mantenere una specifica forma complessiva. In una struttura così definita i rigidi componenti sottoposti alla compressione creano forze tensive sui flessibili componenti sottoposti a tensione mentre, viceversa, questi ultimi comprimono i componenti sottoposti alla compressione. In tal modo le forze sono trasmesse e distribuite uniformemente attraverso l’intera struttura; se aumenta la rispettiva sollecitazione su un singolo elemento, tale aumento verrà ripartito tra tutti i componenti del sistema. In pratica, aumenti di forze tensive sui componenti sottoposti a tensione si manifestano globalmente e sono equilibrati, attraverso tutta la struttura, da contro-aumenti di compressione sui componenti sottoposti alla compressione. Questo tipo di strutture presenta caratteristiche di stabilità e, nel contempo, di elasticità in ogni condizione operativa, sia per sollecitazioni ridotte che per sollecitazioni di elevata entità.
Il corpo umano rappresenta un esempio di struttura tensegritiva, dove i muscoli e il tessuto connettivo rappresentano i componenti sottoposti a tensione e le ossa rappresentano i componenti sottoposti alla compressione. La Richiedente, a sua conoscenza per la prima volta, ha ricreato, mediante la suddetta scheletratura, una struttura tensegritiva in grado di avvolgere il corpo di un utilizzatore e ricalcare la struttura tensegritiva umana. In tal modo l’indumento oggetto del presente modello si configura come un “esoscheletro” in grado di cooperare con la struttura corporea per offrire un’azione di coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica. Nel suddetto esoscheletro tutti gli elementi sono interconnessi in modo tale da potersi ridisporre in risposta ad ogni tensione locale, quando l’utilizzatore esercita un'attività motoria, in modo tale che ognuna delle suddette porzioni di ancoraggio e porzioni attive agisca sulla sottostante struttura neuro-muscolo-scheletrica per amplificare la risposta integrativa naturale del corpo umano. La Richiedente ritiene che, a differenza degli indumenti appartenenti all’arte nota, i quali sfruttano la differenza di attrito tra corpo dell’indumento e rivestimento interno per determinare un effetto sul corpo, l’indumento oggetto del presente modello crea una struttura tensegritiva di supporto del corpo mediante un opportuno posizionamento della scheletratura e delle porzioni che la compongono.
Pertanto l’indumento oggetto del presente modello opera in un modo completamente differente rispetto agli indumenti noti, in quanto applica un concetto di tensegrità per realizzare una struttura di coadiuvazione in grado di apportare uno o più dei seguenti benefici: supportare la contrazione e l’estensione dei fasci muscolari e del tessuto connettivale, limitare l’esecuzione di movimenti aventi un’eccessiva ampiezza, modulare la tensione muscolare e la compressione ossea, stimolare la circolazione di sangue e liquido linfatico, favorire la funzione neuronale, fornire un’azione massaggiante. Ciò determina per l’utilizzatore uno o più effetti benefici, ad esempio la prevenzione di traumi e lesioni, la riduzione dei tempo di recupero da infortuni, il miglioramento della postura, la sensazione di maggiore confort e di migliore controllo del corpo, la riduzione della sensazione di fatica e dell’effettivo affaticamento, la riduzione dell’accumulo di acido lattico e il sollievo dal dolore, il miglioramento dell’aspetto estetico del corpo dell’utilizzatore.
La Richiedente ritiene inoltre che la caratteristica tecnica secondo cui la scheletratura è continua consente di realizzare una struttura dotata della suddetta proprietà tensegritiva e in grado di esercitare con efficacia un’azione di supporto.
La Richiedente ritiene che le caratteristiche tecniche secondo cui il corpo dell’indumento e la scheletratura sono elastici consente vantaggiosamente di ottenere, in uso, la corretta adesione di ogni parte dell’indumento al corpo dell’utilizzatore, aderendo ad ogni settore del corpo sottostante l’indumento stesso. Inoltre, l’elasticità consente al corpo dell’indumento e alla scheletratura realizzata su di esso di deformarsi congiuntamente per seguire ogni movimento dell’utilizzatore.
La Richiedente ritiene inoltre che il presente modello consenta di realizzare un indumento per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica caratterizzato da una struttura semplice, razionale e di facile ed economica manifattura.
In un aspetto, le porzioni di ancoraggio non seguono l'allungamento e l'accorciamento longitudinale delle fibre muscolari sottostanti.
In un aspetto l’indumento comprende una e una sola scheletratura.
In un aspetto, detta scheletratura è composta esclusivamente da dette porzioni di ancoraggio e dette porzioni attive, interconnesse tra loro senza soluzione di continuità.
In un aspetto, le porzioni attive e/o le porzioni di ancoraggio sono sagomate in modo tale da presentare una direzione di sviluppo prevalente. Preferibilmente, le porzioni attive e/o le porzioni di ancoraggio possono avere una forma a striscia.
In un aspetto, le porzioni attive costituiscono una parte prevalente della scheletratura rispetto alle porzioni di ancoraggio. Preferibilmente, le porzioni attive rappresentano il 60%, più preferibilmente il 70%, ancor più preferibilmente il 90% della estensione superficiale complessiva della scheletratura. In un aspetto il corpo dell’indumento ha un primo coefficiente di elasticità e la scheletratura ha un secondo coefficiente di elasticità, maggiore di o uguale a detto primo coefficiente di elasticità. In tal modo, quando l'utilizzatore esercita un'attività motoria le porzioni della scheletratura generano localmente una forza di richiamo sulla sezione di corpo dell'utilizzatore con la quale collimano. Ciò consente di aumentare la precisione di posizionamento della scheletratura sul corpo dell’utilizzatore e di ottenere una sinergia tra corpo dell’indumento e scheletratura in determinati punti al fine di ottenere una efficace struttura tensegritiva.
Si noti che per “coefficiente di elasticità” si intende una grandezza che lega il valore della forza generata da un materiale alla corrispondente deformazione (allungamento) alla quale il materiale stesso è sottoposto; all’aumentare del coefficiente di elasticità aumenta la forza generata dal materiale quando viene sottoposto ad una medesima deformazione.
In un aspetto detto primo coefficiente di elasticità è costante in tutte le porzioni del corpo dell’indumento. In un aspetto detto primo coefficiente di elasticità è compreso tra 0.01 Kg/cm e 0.1 Kg/cm.
In un aspetto detto secondo coefficiente di elasticità è costante in tutte le porzioni della scheletratura. In un aspetto detto secondo coefficiente di elasticità è compreso tra 0.1 Kg/cm e 0.3 Kg/cm.
In un aspetto il corpo dell’indumento è realizzato in tessuto, tipicamente a maglia, ad esempio un tessuto composto da una combinazione di filati. In un aspetto detto tessuto ha detto primo coefficiente di elasticità.
In un aspetto l’intera scheletratura è realizzata in un unico materiale.
In un aspetto la scheletratura è realizzata in resina.
In un aspetto detta resina ha detto secondo coefficiente di elasticità.
In un aspetto le porzioni dell’indumento sulle quali è realizzata la scheletratura hanno un coefficiente di elasticità complessivo, preferibilmente maggiore del primo e del secondo coefficiente di elasticità. Esemplarmente, il coefficiente di elasticità complessivo può avere un valore compreso tra 0.3 Kg/cm e 0.6 Kg/cm.
La Richiedente ha infatti verificato, mediante test di verifica, come le zone del tessuto sulle quali è realizzata la resina hanno un coefficiente di elasticità complessivo maggiore della somma dei coefficienti di elasticità del tessuto e della resina considerati separatamente. Questo effetto sinergico tra tessuto e resina consente vantaggiosamente di ottenere una scheletratura in grado di coadiuvare efficacemente la funzione neuro-muscolo-scheletrica del corpo dell’utilizzatore.
In un aspetto il corpo dell’indumento, realizzato in tessuto, comprende una pluralità di porzioni dotate di punti maglia più fitti rispetto al resto del corpo dell’indumento e destinate a corrispondere con le porzioni di ancoraggio e le porzioni attive della scheletratura.
Preferibilmente tali porzioni dotate di punti maglia più fitti consentono di aumentare localmente il primo coefficiente di elasticità nelle porzioni destinate alla scheletratura, in modo tale che, quando l’indumento è indossato dall’utilizzatore, aumenti la stabilità del posizionamento della scheletratura.
La Richiedente ha verificato come lo sbilanciamento del tessuto nelle parti sulle quali è realizzata la scheletratura, ottenuto rendendo più fitti i punti maglia, viene meno a capo indossato, in quanto le porzioni dotate di punti maglia più fitti vengono estese dal corpo dell’utilizzatore e portate al pari del resto del corpo dell’indumento. In tal modo l’indumento avvolge perfettamente il corpo dell’utilizzatore mantenendo una tensione residua nelle porzioni sulle quali è realizzata la scheletratura.
In un aspetto la scheletratura, preferibilmente realizzata con la suddetta resina, è strutturata per avere un elevato coefficiente di attrito con la pelle umana.
In un aspetto la scheletratura è realizzata sul lato interno del corpo dell’indumento, risultando direttamente a contatto con la pelle dell'utilizzatore. In tal modo la scheletratura, avendo preferibilmente un elevato coefficiente di attrito, aderisce stabilmente alla pelle dell’utilizzatore e mantiene il suo corretto posizionamento rispetto ad esso a seguito dell’esecuzione di attività motorie.
In un aspetto, detta scheletratura presenta una struttura ramificata costituita da un’alternanza di porzioni di ancoraggio e porzioni attive e dotata di punti di confluenza tra differenti porzioni.
In un aspetto detti punti di confluenza possono essere condivisi tra due o più porzioni della scheletratura.
In un aspetto uno o più di detti punti di confluenza coincidono con una rispettiva porzione di ancoraggio. In un aspetto una o più delle porzioni attive hanno una estremità che si dirama da una rispettiva porzione di ancoraggio ed un’estremità opposta libera.
In un aspetto una o più delle porzioni attive hanno due estremità opposte terminanti su due distinte porzioni di ancoraggio.
In un aspetto le porzioni di ancoraggio e/o le porzioni attive hanno forma di strisce aventi una larghezza, calcolata ortogonalmente alla rispettiva direzione di sviluppo prevalente, compresa tra 1 cm e 6 cm. In un aspetto, le porzioni di ancoraggio hanno una larghezza (preferibilmente tra 2 e 5 cm) maggiore delle porzioni attive (aventi larghezza preferibilmente tra 1 e 3 cm). In tal modo è possibile aumentare la stabilità delle porzioni di ancoraggio e mantenere il corretto posizionamento dell’intera scheletratura. In un aspetto l’indumento comprende una coppia di scheletrature identiche disposte specularmente rispetto ad un piano di simmetria bilaterale dell’indumento. Esemplarmente, quando l’indumento è una maglia comprende due scheletrature specularmente identiche in corrispondenza ciascuna di un semibusto, una spalla e un braccio. Esemplarmente, quando l’indumento è un pantalone comprende due scheletrature specularmente identiche in corrispondenza ciascuna di un rispettivo semi-bacino, gluteo e gamba.
In un aspetto il modello riguarda un indumento secondo uno o più dei suddetti aspetti dove detta scheletratura è configurata secondo lo schema mostrato in figura 1 e 2.
In un aspetto il modello riguarda un indumento secondo uno o più dei suddetti aspetti dove detta scheletratura è configurata secondo lo schema mostrato in figura 3, 4 e 5.
In un aspetto il modello riguarda un indumento secondo uno o più dei suddetti aspetti dove detta scheletratura è configurata secondo lo schema mostrato in figura 6, 7 e 8.
Il presente modello si riferisce inoltre ad un insieme di indumenti per la coadiuvazione neuro-muscoloscheletrica ciascuno destinato a rivestire una specifica porzione del corpo di un utilizzatore.
Un metodo per la realizzazione di un indumento per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica in accordo con il presente modello può comprendere le fasi di:
a) realizzare, ad esempio mediante tessitura o lavoro a maglia, un corpo dell’indumento dotato di elasticità e destinato ad essere indossato da un utilizzatore per aderire ad una porzione del corpo dell’utilizzatore;
b) realizzare, mediante stampaggio di una resina su detto corpo dell’indumento, una scheletratura elastica e continua comprendente una pluralità di porzioni di ancoraggio e una pluralità di porzioni attive, destinate ciascuna a collimare con rispettivi settori del corpo dell’utilizzatore, dove detta scheletratura è strutturata in modo tale che, quando l’indumento è indossato dall’utilizzatore e quest'ultimo esercita un'attività motoria, le porzioni attive si deformano seguendo la deformazione dei rispettivi settori del corpo dell’utilizzatore e le porzioni di ancoraggio rimangono sostanzialmente invariate.
In tal modo è possibile ottenere l’indumento oggetto del presente modello in modo semplice ed economico. Inoltre, l’ottenimento della scheletratura mediante stampaggio consente di rendere il metodo altamente ripetibile e vantaggiosamente automatizzabile.
In un aspetto nella fase b) lo stampaggio della resina avviene impiegando resina allo stato liquido e il metodo comprende, successivamente alla fase b), una fase di asciugatura della resina. In tal modo lo stampaggio della resina risulta agevole e preciso e, una volta asciugata la resina, la scheletratura è fissata stabilmente, in un’opportuna posizione, al corpo dell’indumento e vi permane anche a indumento indossato.
In un aspetto la fase a) comprende una fase di realizzare una pluralità di porzioni del corpo dell’indumento dotate di punti maglia più fitti rispetto al resto del corpo dell’indumento e destinate a ricevere, nella fase b), la resina formante la scheletratura. In tal modo è possibile aumentare la stabilità del posizionamento della scheletratura quando l’indumento viene indossato.
In un aspetto, nella fase a) la realizzazione avviene mediante tessitura di un tubolare e/o mediante tecnologia seamless.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di alcune forme di realizzazione, tra cui anche una forma di esecuzione preferita, esemplari ma non esclusive, di un dispositivo per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica in accordo con il presente modello. Tale descrizione verrà esposta qui di seguito con riferimento agli uniti disegni, forniti a solo scopo indicativo e, pertanto, non limitativo, nei quali: .
- la figura 1 è una vista frontale di una possibile forma realizzativa di un indumento per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica in accordo con il presente modello;
- la figura 2 è una vista posteriore dell’indumento di figura 1;
- la figura 3 è una vista frontale di una ulteriore possibile forma realizzativa di un indumento per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica in accordo con il presente modello;
- la figura 4 è una vista posteriore dell’indumento di figura 3;
- la figura 5 è una vista laterale dell’indumento di figura 3;
- la figura 6 è una vista frontale di una ulteriore possibile forma realizzativa di un indumento per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica in accordo con il presente modello;
- la figura 7 è una vista posteriore dell’indumento di figura 6;
- la figura 8 è una vista laterale dell’indumento di figura 6.
Con riferimento alle figure allegate, un indumento per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica secondo il presente modello è globalmente indicato con il numero di riferimento 1. In generale, lo stesso numero di riferimento è utilizzato per gli stessi elementi, eventualmente nelle loro varianti realizzative. L’indumento 1 comprende un corpo 2 dell’indumento dotato di elasticità e destinato ad essere indossato da un utilizzatore (non mostrato) per aderire ad una porzione del corpo dell’utilizzatore stesso, ad esempio busto e arti superiori o bacino e arti inferiori.
L’indumento 1 comprende inoltre una scheletratura 5 elastica e continua realizzata sul corpo dell’indumento e comprendente una pluralità di porzioni di ancoraggio 10 e una pluralità di porzioni attive 20, 30, 40 destinate ciascuna a collimare con rispettivi settori del corpo dell’utilizzatore.
Si noti che, nelle figure, la scheletratura è rappresentata in modo schematico e la superficie mostrata del corpo dell’indumento può essere considerata, indifferentemente, come la superficie interna o esterna (corrispondenti rispettivamente alla superficie destinata ad essere in contatto con la pelle dell’utilizzatore e la superficie destinata ad essere visibile dall’esterno). In altre parole, è possibile considerare gli indumenti esemplari mostrati come dritti o al rovescio.
Tale scheletratura è strutturata in modo tale che, quando l’indumento è indossato dall’utilizzatore e quest'ultimo esercita un'attività motoria, le porzioni attive si deformano seguendo la deformazione dei rispettivi settori del corpo dell’utilizzatore e le porzioni di ancoraggio 10 rimangono sostanzialmente invariate.
Preferibilmente, le porzioni attive 20, 30, 40 e le porzioni di ancoraggio 10 sono di natura identica e la rispettiva posizione occupata sul corpo dell'indumento identifica e definisce le porzioni del corpo cui esse sono destinate rispettivamente a collimare.
Preferibilmente le porzioni di ancoraggio 10 sono posizionate in modo tale da non subire sostanziali deformazioni (ad esempio perché disposte trasversalmente alle fasce muscolari o in sezioni del corpo sostanzialmente prive di deformazioni) e le porzioni attive 20, 30, 40 sono posizionate (ad esempio disposte longitudinalmente alle fasce muscolari) in modo tale da subire fenomeni di deformazione, ad esempio allungamenti o accorciamenti, quando l’indumento 1 è indossato.
Preferibilmente le porzioni di ancoraggio 10 sono destinate a collimare con rispettivi settori del corpo in modo tale che, quando l’utilizzatore esercita un'attività motoria, esse modificano la loro estensione superficiale complessiva di un valore, ad esempio, minore del 2% rispetto alla rispettiva estensione superficiale complessiva con il corpo dell’utilizzatore in condizione di riposo.
Preferibilmente le porzioni attive 20, 30, 40 sono destinate a collimare con rispettivi settori del corpo in modo tale che, quando l’utilizzatore esercita un'attività motoria, esse modificano la loro estensione superficiale complessiva di un valore maggiore del 10%, rispetto alla rispettiva estensione superficiale complessiva con il corpo dell’utilizzatore in condizione di riposo.
Preferibilmente, in uso, le porzioni di ancoraggio 10 non seguono l'allungamento e l'accorciamento longitudinale delle fibre muscolari sottostanti.
Preferibilmente, l’indumento comprende una e una sola scheletratura 5. Preferibilmente, la scheletratura 5 è composta esclusivamente dalle suddette dette porzioni di ancoraggio e porzioni attive, interconnesse tra loro senza soluzione di continuità.
Preferibilmente, una o più delle porzioni attive e delle porzioni di ancoraggio sono sagomate in modo tale da presentare una direzione di sviluppo prevalente. Preferibilmente, le porzioni attive e/o le porzioni di ancoraggio possono avere una forma a striscia.
Preferibilmente, le porzioni attive costituiscono una parte prevalente della scheletratura 5 rispetto alle porzioni di ancoraggio 10. Esemplarmente, le porzioni attive rappresentano il 60% o più dell’estensione superficiale complessiva della scheletratura.
Preferibilmente il corpo 2 dell’indumento ha un primo coefficiente di elasticità e la scheletratura 5 ha un secondo coefficiente di elasticità, maggiore del, o uguale al, primo coefficiente di elasticità.
Preferibilmente il primo coefficiente di elasticità è costante in tutte le porzioni del corpo dell’indumento, e preferibilmente è compreso tra 0.01 Kg/cm e 0.1 Kg/cm.
Preferibilmente il secondo coefficiente di elasticità è costante in tutte le porzioni della scheletratura, e preferibilmente è compreso tra 0.1 Kg/cm e 0.3 Kg/cm.
Preferibilmente, il corpo 2 dell’indumento è realizzato in tessuto, tipicamente a maglia, ad esempio un tessuto composto da una combinazione di filati. Tale combinazione di filati può essere, ad esempio, una combinazione di poliammide e elastomero o una combinazione di poliammide e poliestere.
Esemplarmente, il corpo dell’indumento è realizzato mediante un filato di poliammide con titolazione 33/34/2 e un filato di elastomero con titolazione 17-20/20. Esemplarmente, la composizione risultante del corpo dell’indumento è 91% poliammide e 9% elastomero.
Preferibilmente il tessuto ha il suddetto primo coefficiente di elasticità. Preferibilmente l’intera scheletratura è realizzata in un unico materiale. Preferibilmente la scheletratura è realizzata in resina, preferibilmente avente il suddetto secondo coefficiente di elasticità.
Preferibilmente le porzioni dell’indumento sulle quali è realizzata la scheletratura hanno un coefficiente di elasticità complessivo maggiore del primo e del secondo coefficiente di elasticità. Esemplarmente, tale coefficiente di elasticità complessivo ha un valore compreso tra 0.3 Kg/cm e 0.6 Kg/cm.
Preferibilmente il corpo dell’indumento, realizzato in tessuto, comprende una pluralità di porzioni dotate di punti maglia più fitti rispetto al resto del corpo dell’indumento e destinate a corrispondere con le porzioni di ancoraggio e le porzioni attive della scheletratura.
Preferibilmente la scheletratura 5 ha uno spessore, preferibilmente costante, compreso tra 200 e 2000 micrometri. Esemplarmente, la scheletratura ha uno spessore di circa 700 micrometri di resina.
Alternativamente, le porzioni di ancoraggio hanno uno spessore maggiore di quello delle porzioni attive. Ad esempio, le porzioni di ancoraggio hanno uno spessore di circa 1500 micrometri e le porzioni attive uno spessore di circa 700 micrometri.
Preferibilmente la scheletratura, ad esempio realizzata con la suddetta resina, è strutturata per avere un elevato coefficiente di attrito con la pelle umana.
Preferibilmente la scheletratura è realizzata sul lato interno del corpo dell’indumento, risultando direttamente a contatto con la pelle dell'utilizzatore. In tal modo la scheletratura, avendo preferibilmente un elevato coefficiente di attrito, aderisce stabilmente alla pelle dell’utilizzatore e mantiene il suo corretto posizionamento rispetto ad esso a seguito dell’esecuzione di attività motorie.
Preferibilmente, come mostrato nelle figure, la scheletratura 5 presenta una struttura ramificata costituita da un’alternanza di porzioni di ancoraggio 10 e porzioni attive 20, 30, 40 e dotata di punti di confluenza nei quali si uniscono differenti porzioni. Preferibilmente tali punti di confluenza sono condivisi tra due o più porzioni della scheletratura.
Preferibilmente uno o più dei punti di confluenza coincidono con una porzione di ancoraggio.
Preferibilmente una o più delle porzioni attive hanno una estremità che si dirama da una rispettiva porzione di ancoraggio ed un’estremità opposta libera.
Preferibilmente una o più delle porzioni attive hanno due estremità opposte terminanti su due distinte porzioni di ancoraggio.
Preferibilmente le porzioni di ancoraggio e/o le porzioni attive hanno forma di strisce aventi una larghezza, calcolata ortogonalmente alla rispettiva direzione di sviluppo prevalente, compresa tra 1 cm e 6 cm. Negli forme realizzative esemplari delle figure tutte le porzioni attive hanno forma di striscia. Preferibilmente, le porzioni di ancoraggio 10 hanno una larghezza (preferibilmente tra 2 e 5 cm) maggiore delle porzioni attive 20, 30, 40 (aventi larghezza preferibilmente tra 1 e 3 cm), in modo tale da aumentare la propria stabilità e mantenere il corretto posizionamento dell’intera scheletratura. Esemplarmente, la larghezza di una o più delle porzioni di ancoraggio è pari a circa 3 cm e la larghezza di una o più delle porzioni attive è pari a circa 2 cm.
Preferibilmente, l’indumento comprende inoltre una o più fasce di rinforzo 60 realizzate sul corpo 2 dell’indumento, atte ad aumentare localmente il coefficiente di elasticità del corpo stesso dell’indumento. La richiedente ha infatti verificato come alcune porzioni dell’indumento, a seguito di particolari movimenti dell’utilizzatore, possono divenire flosce e non aderire perfettamente al corpo dell’utilizzatore. Aggiungendo tali fasce di rinforzo è possibile aumentare localmente il coefficiente di elasticità dell’indumento e mantenerlo teso e a contatto con il corpo dell’utilizzatore. Le fasce di rinforzo sono completamente esterne alla suddetta scheletratura e ai suoi scopi.
Le figure 1 e 2 mostrano schematicamente una prima forma realizzativa esemplare. In tale forma realizzativa l’indumento 1 è una maglia e la scheletratura 5 comprende una porzione di ancoraggio della regione sotto acromion deltoidea dell’omero 11, una porzione di ancoraggio della regione anteriore del gomito 12, una porzione attiva del muscolo bicipite 21, una porzione attiva sopraspina scapolare 22, una porzione attiva coracoidea 23, una porzione attiva sottospina scapolare 24 e una porzione attiva del muscolo gran dorsale 25.
Preferibilmente, la scheletratura comprende due porzioni attive del muscolo bicipite 21 distinte aventi preferibilmente una rispettiva prima estremità terminante sulla porzione di ancoraggio della regione sotto acromion deltoidea dell’omero 11 e una rispettiva seconda estremità terminante sulla porzione di ancoraggio della regione anteriore del gomito 12.
Preferibilmente, la scheletratura comprende due porzioni attive coracoidee 23 distinte aventi preferibilmente una rispettiva prima estremità terminante sulla porzione di ancoraggio della regione sotto acromion deltoidea dell’omero 11 e una rispettiva seconda estremità libera.
Preferibilmente, la scheletratura comprende due porzioni attive sottospine scapolari 24 distinte aventi preferibilmente una rispettiva prima estremità terminante sulla porzione di ancoraggio della regione sotto acromion deltoidea dell’omero 11 e una rispettiva seconda estremità libera.
Preferibilmente, le suddette porzioni attive sopraspina scapolare 22 e gran dorsale 25 hanno preferibilmente una rispettiva prima estremità terminante sulla porzione di ancoraggio della regione sotto acromion deltoidea dell’omero 11 e una rispettiva seconda estremità libera.
Preferibilmente l’indumento a forma di maglia può comprendere una prima fascia di rinforzo 61 destinata a collimare con una porzione della colonna vertebrale dell’utilizzatore.
Le figure 3, 4 e 5 mostrano schematicamente una seconda forma realizzativa esemplare. In tale forma realizzativa l’indumento 1 è un pantalone, destinato ad avvolgere il corpo dell’utilizzatore dalla vita alle caviglie, e la scheletratura 5 comprende una porzione di ancoraggio spirale poplitea 13, una porzione di ancoraggio sottoglutea 14, una porzione attiva del muscolo gluteo medio 31, una porzione attiva del muscolo tensore della fascia lata 32, una porzione attiva del muscolo bicipite 33, una porzione attiva del muscolo sartorio 34, una porzione attiva del muscolo vasto mediale 35, una porzione attiva del muscolo gracile 36 e una porzione attiva del muscolo semitendinoso 37.
Preferibilmente l’indumento a forma di pantalone può comprendere una seconda fascia di rinforzo 62 destinata a collimare con il muscolo peroneo dell’utilizzatore.
Preferibilmente l’indumento a forma di pantalone può comprendere una terza fascia di rinforzo 63 destinata a collimare con il muscolo tibiale dell’utilizzatore.
Le figure 6, 7 e 8 mostrano schematicamente una terza forma realizzativa esemplare. In tale forma realizzativa l’indumento 1 è un calzoncino, destinato ad avvolgere il corpo dell’utilizzatore dalla vita alle ginocchia, e la scheletratura 5 comprende una porzione di ancoraggio sottoglutea 15, una porzione attiva del muscolo gluteo medio 41, una porzione attiva del muscolo tensore della fascia lata 42, una porzione attiva del muscolo bicipite 43, una porzione attiva del muscolo sartorio 44, una porzione attiva del muscolo vasto mediale 45, una porzione attiva del muscolo gracile 46 e una porzione attiva del muscolo semitendinoso 47.
Preferibilmente, come nelle forme realizzative mostrate esemplarmente nelle figure, l’indumento comprende una coppia di scheletrature 5 identiche disposte specularmente rispetto ad un piano di simmetria bilaterale dell’indumento. Ad esempio, quando l’indumento è una maglia comprende due scheletrature specularmente identiche in corrispondenza ciascuna di un semi-busto, una spalla e un braccio, mentre quando l’indumento è un pantalone o un calzoncino comprende due scheletrature specularmente identiche in corrispondenza ciascuna di un rispettivo semi-bacino, gluteo e gamba. Il presente modello si presta vantaggiosamente ad essere applicata a differenti tipologie di indumenti, ad esempio per le diverse porzioni di corpo. Ad esempio, gli indumenti ricompresi nel presente modello possono essere magliette, pantaloni, calze, ginocchiere, gomitiere, guanti.
Inoltre, ad esempio in base ad un effetto prevalente desiderato sul corpo di un utilizzatore (ad esempio prevenzione, riabilitazione, confort) è possibile modificare la scheletratura dell’indumento per ottenere determinati effetti di coadiuvazione.
Un possibile metodo per la realizzazione di un suddetto indumento 1 comprende le fasi di realizzare, mediante tessitura, il corpo 2 dell’indumento e successivamente realizzare, mediante stampaggio di una resina sul corpo dell’indumento, la scheletratura 5 comprendente le porzioni di ancoraggio 10 e le porzioni attive 20, 30, 40.
Preferibilmente, lo stampaggio della resina avviene impiegando resina allo stato liquido e, successivamente, è prevista una fase di asciugatura della resina stessa.
Preferibilmente, durante la tessitura del corpo dell’indumento, è possibile realizzare una pluralità di porzioni dotate di punti maglia più fitti rispetto al resto del corpo dell’indumento e destinate a ricevere la resina formante la scheletratura.
Preferibilmente, la realizzazione del corpo dell’indumento avviene mediante tessitura di un tubolare e/o mediante tecnologia seamless. In tal modo è possibile eliminare o ridurre le cuciture, ed inoltre è possibile ottenere le suddette porzioni dotate di punti maglia più fitti in modo semplice, rapido ed economico.
Preferibilmente il suddetto metodo comprende la fase di tingere l’indumento e/o la fase di stirare e/o confezionare l’indumento.

Claims (3)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Indumento (1) per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica comprendente: - un corpo (2) dell’indumento dotato di elasticità e destinato ad essere indossato da un utilizzatore per aderire ad una porzione del corpo dell’utilizzatore; - una scheletratura (5) elastica e continua realizzata su detto corpo dell’indumento e comprendente una pluralità di porzioni di ancoraggio (10) e una pluralità di porzioni attive (20; 30; 40), destinate ciascuna a collimare con rispettivi settori del corpo dell’utilizzatore.
  2. 2. Indumento (1) secondo la rivendicazione 1 dove detta scheletratura è strutturata in modo tale che, quando l’indumento è indossato dall’utilizzatore e quest'ultimo esercita un'attività motoria, le porzioni attive (20; 30; 40) si deformano seguendo la deformazione dei rispettivi settori del corpo dell’utilizzatore e le porzioni di ancoraggio (10) rimangono sostanzialmente invariate. 3. Indumento (1) secondo la rivendicazione 1 o 2 dove le porzioni attive (20; 30; 40) e le porzioni di ancoraggio (10) sono di natura identica e la loro distinzione deriva unicamente dalle porzioni del corpo con cui sono destinate a collimare. 4. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove le porzioni di ancoraggio sono posizionate in modo tale da non subire sostanziali deformazioni e le porzioni attive sono posizionate in modo tale da subire fenomeni di deformazione, ad esempio allungamenti o accorciamenti, quando l’indumento è indossato. 5. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove le porzioni di ancoraggio sono destinate a collimare con rispettivi settori del corpo in modo tale che, quando l’utilizzatore esercita un'attività motoria, esse modificano la loro estensione superficiale complessiva di un valore minore del 10%, preferibilmente minore del 5%, ancor più preferibilmente minore del 2%, rispetto alla rispettiva estensione superficiale complessiva con il corpo dell’utilizzatore in condizione di riposo. 6. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove le porzioni attive sono destinate a collimare con rispettivi settori del corpo in modo tale che, quando l’utilizzatore esercita un'attività motoria, esse modificano la loro estensione superficiale complessiva di un valore maggiore del 5%, preferibilmente maggiore del 7,5%, ancor più preferibilmente maggiore del 10%, rispetto alla rispettiva estensione superficiale complessiva con il corpo dell’utilizzatore in condizione di riposo. 7. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove le porzioni di ancoraggio non seguono l'allungamento e l'accorciamento longitudinale delle fibre muscolari sottostanti. 8. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti comprendente una e una sola scheletratura. 9. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove detta scheletratura è composta esclusivamente da dette porzioni di ancoraggio e dette porzioni attive, interconnesse tra loro senza soluzione di continuità. 10. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove le porzioni attive e/o le porzioni di ancoraggio sono sagomate in modo tale da presentare una direzione di sviluppo prevalente. 11. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove le porzioni attive e/o le porzioni di ancoraggio hanno una forma a striscia. 12. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove le porzioni attive costituiscono una parte prevalente della scheletratura rispetto alle porzioni di ancoraggio. 13. Indumento (1) secondo la rivendicazione precedente dove le porzioni attive rappresentano il 60%, più preferibilmente il 70%, ancor più preferibilmente il 90% della estensione superficiale complessiva della scheletratura. 14. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove il corpo dell’indumento ha un primo coefficiente di elasticità e la scheletratura ha un secondo coefficiente di elasticità, maggiore di o uguale a detto primo coefficiente di elasticità. 15. Indumento (1) secondo la rivendicazione 14 dove detto primo coefficiente di elasticità è costante in tutte le porzioni del corpo dell’indumento. 16. Indumento (1) secondo la rivendicazione 14 o 15 dove detto primo coefficiente di elasticità è compreso tra 0.01 Kg/cm e 0.1 Kg/cm. 17. Indumento (1) secondo la rivendicazione 14 dove detto secondo coefficiente di elasticità è costante in tutte le porzioni della scheletratura. 18. Indumento (1) secondo la rivendicazione 14 o 17 dove detto secondo coefficiente di elasticità è compreso tra 0.1 Kg/cm e 0.3 Kg/cm. 19. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove il corpo dell’indumento è realizzato in tessuto, preferibilmente un tessuto composto da una combinazione di filati. 20. Indumento (1) secondo la rivendicazione precedente dove detta combinazione di filati è una combinazione di poliammide e elastomero o una combinazione di poliammide e poliestere. 21. Indumento (1) secondo la rivendicazione 19 dove detto tessuto ha detto primo coefficiente di elasticità. 22. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove l’intera scheletratura è realizzata in un unico materiale. 23. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove la scheletratura ha uno spessore compreso tra 200 e 2000 micrometri. 24. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove le porzioni di ancoraggio hanno uno spessore maggiore di quello delle porzioni attive. 25. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove la scheletratura è realizzata in resina. 26. Indumento (1) secondo la rivendicazione 25 dove detta resina ha detto secondo coefficiente di elasticità. 27. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove le porzioni dell’indumento sulle quali è realizzata la scheletratura hanno un coefficiente di elasticità complessivo, preferibilmente maggiore del primo e del secondo coefficiente di elasticità. 28. Indumento (1) secondo la rivendicazione precedente dove il coefficiente di elasticità complessivo ha un valore compreso tra 0.
  3. 3 Kg/cm e 0.6 Kg/cm. 29. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove il corpo dell’indumento, realizzato nel suddetto tessuto, comprende una pluralità di porzioni dotate di punti maglia più fitti rispetto al resto del corpo dell’indumento e destinate a corrispondere con le porzioni di ancoraggio e le porzioni attive della scheletratura. 30. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove la scheletratura è strutturata per avere un elevato coefficiente di attrito con la pelle umana. 31. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove la scheletratura è realizzata sul lato interno del corpo dell’indumento, risultando direttamente a contatto con la pelle dell'utilizzatore. 32. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove detta scheletratura presenta una struttura ramificata costituita da un’alternanza di porzioni di ancoraggio e porzioni attive e dotata di punti di confluenza tra differenti porzioni. 33. Indumento (1) secondo la rivendicazione precedente dove detti punti di confluenza possono essere condivisi tra due o più porzioni della scheletratura. 34. Indumento (1) secondo la rivendicazione 32 o 33 dove uno o più di detti punti di confluenza coincidono con una rispettiva porzione di ancoraggio. 35. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove una o più delle porzioni attive hanno una estremità che si dirama da una rispettiva porzione di ancoraggio ed un’estremità opposta libera. 36. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove una o più delle porzioni attive hanno due estremità opposte terminanti su due distinte porzioni di ancoraggio. 37. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove le porzioni di ancoraggio e/o le porzioni attive hanno forma di strisce aventi una larghezza, calcolata ortogonalmente alla rispettiva direzione di sviluppo prevalente, compresa tra 1 cm e 6 cm. 38. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove le porzioni di ancoraggio hanno una larghezza maggiore delle porzioni attive. 39. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove le porzioni di ancoraggio hanno una larghezza compresa tra 2 e 5 cm. 40. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove le porzioni attive hanno una larghezza compresa tra 1 e 3 cm. 41. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove l’indumento comprende una coppia di scheletrature identiche disposte specularmente rispetto ad un piano di simmetria bilaterale dell’indumento. 42. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti comprendente una o più fasce di rinforzo realizzate sul corpo dell’indumento e configurate per aumentare localmente detto primo coefficiente di elasticità. 43. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove detta scheletratura è configurata secondo lo schema mostrato in figura 1 e 2. 44. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove detta scheletratura è configurata secondo lo schema mostrato in figura 3, 4 e 5. 45. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove detta scheletratura è configurata secondo lo schema mostrato in figura 6, 7 e 8. 46. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, dove il corpo dell’indumento ha forma di maglia e la scheletratura (5) comprende una porzione di ancoraggio della regione sotto acromion deltoidea dell’omero (11), una porzione di ancoraggio della regione anteriore del gomito (12), una porzione attiva del muscolo bicipite (21), una porzione attiva sopraspina scapolare (22), una porzione attiva coracoidea (23), una porzione attiva sottospina scapolare (24) e una porzione attiva del muscolo gran dorsale (25). 47. Indumento (1) secondo la rivendicazione precedente dove la scheletratura comprende due porzioni attive del muscolo bicipite (21) distinte aventi preferibilmente una rispettiva prima estremità terminante sulla porzione di ancoraggio della regione sotto acromion deltoidea dell’omero (11) e una rispettiva seconda estremità terminante sulla porzione di ancoraggio della regione anteriore del gomito (12). 48. Indumento (1) secondo la rivendicazione 46 o 47 dove la scheletratura comprende due porzioni attive coracoidee (23) distinte aventi preferibilmente una rispettiva prima estremità terminante sulla porzione di ancoraggio della regione sotto acromion deltoidea dell’omero (11) e una rispettiva seconda estremità libera. 49. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 46 a 48 dove la scheletratura comprende due porzioni attive sottospine scapolari (24) distinte aventi preferibilmente una rispettiva prima estremità terminante sulla porzione di ancoraggio della regione sotto acromion deltoidea dell’omero (11) e una rispettiva seconda estremità libera. 50. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 46 a 49 dove le suddette porzioni attive sopraspina scapolare (22) e gran dorsale (25) hanno preferibilmente una rispettiva prima estremità terminante sulla porzione di ancoraggio della regione sotto acromion deltoidea dell’omero (11) e una rispettiva seconda estremità libera. 51. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 46 a 50 comprendente una prima fascia di rinforzo (61) destinata a collimare con una porzione della colonna vertebrale dell’utilizzatore. 52. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, dove il corpo dell’indumento ha forma di pantalone, destinato ad avvolgere il corpo dell’utilizzatore dalla vita alle caviglie, e la scheletratura (5) comprende una porzione di ancoraggio spirale poplitea (13), una porzione di ancoraggio sottoglutea (14), una porzione attiva del muscolo gluteo medio (31), una porzione attiva del muscolo tensore della fascia lata (32), una porzione attiva del muscolo bicipite (33), una porzione attiva del muscolo sartorio (34), una porzione attiva del muscolo vasto mediale (35), una porzione attiva del muscolo gracile (36) e una porzione attiva del muscolo semitendinoso (37). 53. Indumento (1) secondo la rivendicazione precedente comprendente una seconda fascia di rinforzo (62) destinata a collimare con il muscolo peroneo dell’utilizzatore. 54. Indumento (1) secondo la rivendicazione 52 o 53 comprendente una terza fascia di rinforzo (63) destinata a collimare con il muscolo tibiale dell’utilizzatore. 55. Indumento (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, dove il corpo dell’indumento ha forma di calzoncino, destinato ad avvolgere il corpo dell’utilizzatore dalla vita alle ginocchia, e la scheletratura (5) comprende una porzione di ancoraggio sottoglutea (15), una porzione attiva del muscolo gluteo medio (41), una porzione attiva del muscolo tensore della fascia lata (42), una porzione attiva del muscolo bicipite (43), una porzione attiva del muscolo sartorio (44), una porzione attiva del muscolo vasto mediale (45), una porzione attiva del muscolo gracile (46) e una porzione attiva del muscolo semitendinoso (47). 56. Insieme di indumenti per la coadiuvazione neuro-muscolo-scheletrica comprendente due o più indumenti (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti ciascuno destinato a rivestire una specifica porzione del corpo di un utilizzatore.
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