ITBO980691A1 - Metodo ed apparato per eseguire un trattamento terapeutico intramiocardico . - Google Patents

Metodo ed apparato per eseguire un trattamento terapeutico intramiocardico . Download PDF

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Gianni Plicchi
Tonino Bombardini
Emanuela Marcelli
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Tre Esse Progettazione Biomedi
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Description

TESTO DELLA DESCRIZIONE
Il trovato concerne in generale un metodo ed il relativo apparato per eseguire trattamenti terapeutici per via intramiocardica, mediante Tinfusione controllata in tale sede anatomica di fluidi terapeutici di differente natura e composizione. Con tale metodo ed apparato è possibile trattare pazienti che soffrono di ischemia cardiaca e che non sono suscettibili di terapia chirurgica con bypass coronarico o con angioplastica coronarica a mezzo di cateteri. Attualmente si osservano molti pazienti con malattia coronarica avanzata a tal punto da non essere più trattabile con le citate soluzioni. La rivascolarizzazione completa non è possibile nel 20% dei pazienti che vengono sottoposti a bypass. I pazienti non trattabili con le soluzioni dianzi dette, sono ad esempio inclusi nelle seguenti tipologie: pazienti con malattia coronarica diffusa che coinvolge i vasi distali; pazienti con ischemia sintomatica, che deriva da un vaso malato di dimensioni troppo piccole per essere bypassato; pazienti che sono privi di condotti adeguati per essere bypassati; pazienti con occlusione cronica totale e con vasi distali piccoli e/o non visualizzabili.
Una nuova terapia che si sta attualmente diffondendo per il trattamento di questo tipo di pazienti, consiste nell’iniezione percutanea nel muscolo cardiaco, di sostanze geniche, ad esempio di plasmidi di DNA, che inducono la formazione di nuovi vasi sanguigni. Almeno sei differenti sistemi vettore sono stati utilizzati per il trasferimento genico alle cellule muscolari cardiache e precisamente: DNA privo di adiuvanti virali o fisici che aumentano il rilascio genico; DNA incapsulato in liposomi modificati; DNA complessato con liposomi cationici; vettori retrovirali; vettori adenovirali; vettori virali adenoassociati. Questa terapia viene attualmente eseguita praticando una piccola incisione nel torace per iniettare nel miocardio i suddetti plasmidi, monitorando continuamente il paziente con ecocardiografìa transesofagea per controllare il movimento della parete cardiaca durante la fase di iniezione percutanea, allo scopo di evitare che il plasmide venga iniettato nel sangue, aH’intemo della cavità del ventricolo sinistro. Le recenti esperienze cliniche sulla iniezione di plasmidi nel miocardio, durante un intervento di chirurgia o di minitoracotomia, sono molto interessanti, ma lasciano irrisolti molti problemi quando questa procedura viene usata come sola ed unica terapia, in particolare problemi relativi alla ottimizzazione del sito più adatto per Γ iniezione ed al numero ed al dosaggio delle iniezioni intramiocardiche. E’ poi evidente che la soluzione chirurgica limita la possibilità di eseguire trattamenti multipli e ripetuti nel tempo.
Si è pensato che un sistema a catetere adatto per l’iniezione intramiocardica di plasmidi, possa superare i limiti dell’attuale soluzione chirurgica precedentemente indicata.
Dalla pubblicazione “Percutaneous Transluminal Gene Transfer into Canine Myocardium in Vivo by Replication-Defective Adenovirus” Jian Jun Li et al. (Cardiovascular Research 1995; 30: 97-105) si rileva che precedenti esperienze di iniezione percutanea di geni nel miocardio di cani, tramite adenovirus, sono state effettuate con un catetere ad iniezione composto da un catetere guida e da un catetere guidato, con un ago sulla sua estremità finale, inserito nel ventricolo sinistro del cuore. Sotto fluoroscopia, l’ago è stato inserito nel miocardio e la sua posizione di corretto inserimento è stata confermata per aspirazione del sangue. Se l’ago è inserito nella parete del muscolo cardiaco, il suo lume viene chiuso dal muscolo stesso e pertanto l’aspirazione del sangue risulta impedita.
Diversi cateteri a iniezione sono stati studiati per migliorare l’iniezione di un farmaco in un punto interno del corpo umano. Cateteri a iniezione sono stati ad esempio prodotti dalla Wilson Cook Medicai Ine. (Cook Italia Srl) dedicati espressamente al trattamento endoscopico scleroterapico delle varici esofagee. La Boston Scientific Corporation commercializza degli aghi per terapia iniettiva di liquidi, con un catetere dedicato, a due lumi e con associato un ago estensibile e retraibile e con un ampio lume di lavaggio per assicurare la visione in campo sanguinante mediante endoscopio.
Nessuno dei cateteri con aghi a iniezione proposti dalla attuale tecnologia è stato specificatamente sviluppato e nemmeno può essere adattato per risolvere il problema della iniezione percutanea e trans vascolare di plasmidi nel miocardio umano. Con un catetere ad ago di tipo noto, è difficile mantenere una posizione fissa all’interno della parete in movimento del miocardio ed è quindi difficile iniettare con sicurezza dei plasmidi nella detta parete. Uguali difficoltà sono state incontrate coi cateteri dei pacemaker quando devono essere posizionati in un punto diverso dall’apice del ventricolo destro, ad esempio nel setto interatriale o interventricolare. In questi casi si usa un elettrodo elicoidale da avvitare nella parete dell’endocardio, per assicurare una immediata stabilità dell’impianto nell’attesa che il tessuto cresca su di esso.. L’uso di un elettrodo elicoidale e cavo per L iniezione di liquidi nel corpo umano, è stato descritto nel brevetto USA n. 5.431.649, per uno scopo diverso da quello della presente invenzione, ossia per il trattamento ipertermico di neoplasie prostatiche e per trattamenti di ablazione miocardica mediante radiofrequenza, con una perfusione di soluzione salina attraverso la cavità dell’elettrodo elicoidale.
Un importante fattore che impedisce l’uso per lo scopo di cui trattasi dei sistemi dianzi detti di perfusione via catetere, sta nella impossibilità di offrire un metodo sicuro, riproducile e documentabile, per dimostrare che l’iniezione dei plasmidi viene effettuata in un’area selezionata del miocardio e non nel flusso sanguigno, in quanto per questo scopo è inapplicabile la soluzione dianzi detta, di confermare la posizione dell’ago per aspirazione, a causa dell’alto rischio di false situazioni create dalla chiusura del lume dell’ago da parte di grumi di sangue.
In una recente pubblicazione “Transcatheter Subendocardial Infusion. A Novel Technique for Mapping and Ablation of Ventricular Myocardium” Andreas Goette et ai (Circulation 1996; 94: 1149-1455), è stato descritto un catetere di infusione equipaggiato con un elettrodo corrispondente all’ago di iniezione posto sulla estremità distale di tale catetere e dotato di un secondo elettrodo ad anello in prossimità dello stesso ago. A tale ago di iniezione convergono due lumi ricavati all’interno del catetere, attraverso i quali è possibile effetuare una somministrazione sequenziale di miscele fluide. Attraverso un lume del catetere viene iniettato un mezzo di contrasto per il mappaggio mediante fluoroscopia del punto di iniezione dell’ago nel miocardio del ventricolo sinistro, mentre attraverso il secondo lume del catetere viene successivamente iniettata una miscela fluida con etanolo, per realizzare una ablazione chimica di un volume del miocardio. Questo procedimento, col relativo catetere, consentono di individuare con ragionevole certezza l’area del miocardio nella quale viene inserito l’ago, ma lasciano irrisolte le limitazioni derivanti dalla difficoltà per un ago rettilineo, come identificato nella sopracitata pubblicazione, di mantenere il corretto posizionamento in un miocardio battente e di evitare il rimescolamento tra i fluidi immessi attraverso i due lumi del catetere, essendo questi ultimi intercomunicanti attraverso il lume comune dell’ago d’iniezione. L’elasticità propria del materiale col quale possono essere realizzati i lumi del catetere e le notevoli curvature alle quali è sottoposto il catetere stesso nella fase di inserimento nel corpo umano, non escludono che per effetto della pressione esercitata su un fluido che si desidera iniettare, si verifichi un parziale trasferimento di tale fluido dal proprio lume in pressione all’altro lume che è a pressione inferiore, con la conseguenza di una imprevedibile e costante miscelazione dei due fluidi e di una possibile limitazione del volume del fluido effettivamente iniettato nel miocardio, in quanto una parte di tale fluido, anziché essere scaricato dall’ago, rifluisce nel lume del catetere che ha una pressione inferiore a quella del lume attivo.
In conclusione: l’arte nota, con le procedure ed i dispositivi descritti, basati su un sistema di catetere con ago di iniezione, non consentono la realizzazione pratica di un apparato e di una metodologia per l’iniezione di plasmidi per via unicamente intramiocardica, a causa dei problemi legati al movimento dell’endocardio e per la impossibilità di separare completamente la fase di iniezione dei fluidi terapeutici da quella di iniezione del fluido di contrasto.
II trovato intende risolvere questi ed altri problemi della tecnologia già conosciuta, con un catetere dotato di due o più lumi longitudinali e dotato sulla sua estremità finale di un ago cavo a due o più lumi, ognuno dei quali è collegato con un corrispondente lume del catetere ed è dotato di una propria apertura di scarico. I lumi del catetere sono collegati a sistemi esterni per rilasciare separatamente dei fluidi di contrasto per sistemi diagnostici per immagine, esterni, attraverso i quali è possibile verificare la corretta posizione dell’ago nel tessuto cardiaco e per rilasciare dei fluidi terapeutici, ad esempio dei plasmidi. Secondo una forma preferita di realizzazione del trovato, l’ago associato al catetere è di tipo elicoidale ed è dotato di un arresto di fine-corsa che limita l’avvitamento dell’ago stesso nel miocardio.
Maggiori caratteristiche del trovato, ed i vantaggi che ne derivano, appariranno meglio evidenti dalla seguente descrizione di una forma preferita di realizzazione dello stesso, illustrata a puro titolo d’esempio, non limitativo, nelle figure delle due tavole allegate di disegno, in cui:
- la fig. 1 è una vista laterale di insieme e con parti in sezione del sistema a catetere secondo una forma esecutiva preferita dell’invenzione;
- la fig. 2 illustra una sezione trasversale ed intermedia del catetere, rilevata secondo la linea II -II di figura 1 ;
- le figg. 3 e 4 illustrano ulteriori dettagli della parte terminale del catetere con un ago multilume, sezionata rispettivamente secondo le linee III-III e IV-IV di figura 2 e con parti in vista;
- la fig. 3a illustra una variante esecutiva, relativa all’ago rettilineo;
- le figg. 5 e 6 sono delle sezioni trasversali dell’ago multilume, rilevate rispettivamente secondo le linee V-V e VI- VI di figura 3.
Nelle figure 1 e 2, con 1 è indicato schematicamente un catetere guida preformato od a deformazione variabile (steereable), di tipo noto, che viene inserito nel circuito ematico che porta al ventricolo sinistro del cuore ed all inte o del quale viene successivamente inserito il sistema a catetere di cui trattasi che comprende un catetere 2, di lunghezza e di sezione adatte, realizzato con un qualsiasi materiale adatto allo scopo, ad esempio in Polimide e provvisto internamente di una calza 102 a maglie incrociate e/o di altri adatti mezzi (vedi anche fig. 3) che consentono di applicare allo stesso catetere una coppia torcente, senza che questo si deformi, così che una rotazione applicata alla estremità iniziale del catetere comporti una uguale rotazione della estremità finale del medesimo catetere. Il catetere 2 è dotato internamente di più lumi longitudinali, ad esempio di una coppia di lumi principali e contrapposti 3 e 4, ad esempio con sezione a settore di cerchio e tra questi presenta con disposizione simmetrica e tra loro in allineamento tre lumi secondari 5, 6 e 7, ad esempio a sezione tonda, uno dei quali è posto di preferenza coassialmente nel catetere, per l alloggiamento del mandrino guida 8 del tipo usualmente impiegato per la messa in opera dei cateteri tradizionali per pacing.
Sull’estremità finale del catetere 2, per mezzo di un apposito inserto 12 viene fissato in posizione di allineamento longitudinale con lo stesso catetere, un ago multilume, che può essere rettilineo come indicato con 9’ nella figura 3a o che preferibilmente è a forma di elica cilindrica, come indicato ad esempio con 9 nelle figure 3 e 4. Resta inteso che neH’ambito del trovato rientrano anche aghi elicoidali diversi da quello illustrato, ad esempio del tipo rettilineo e con una o più eliche esterne, ad esempio analogamente alle viti da legno. Dalla figura 5 si rileva che l’ago è dotato di due lumi longitudinali 10 ed 11 che sono strettamente affiancati e divisi da una parete comune 309 per l’intera lunghezza del corpo dello stesso ago. La base dell’agò ha una conformazione forcuta ed i corrispondenti rami 109 e 209, interessati dalla rispettiva prosecuzione dei lumi 10 ed 11 dello stesso ago, sono innestati nei corrispondenti lumi 3 e 4 del catetere.
Sia nel caso di figura 3 che in quello di figura 3a, i lumi interni dell’ago sono dotati di rispettive aperture laterali di scarico, una delle quali è indicata con 110 ed è collocata a breve distanza dalla punta dell’ago, mentre l’altra indicata con 111 è posta più a monte, nella parte intermedia od in corrispondenza della base dello stesso ago (vedi anche figura 6).
Sulla estremità finale del catetere è previsto un dispositivo a scomparsa, utile come battuta di fine corsa per arrestare la penetrazione dell’ago 9 o 9’ nella parete del miocardio che deve essere trattata. Per questo scopo può essere ad esempio usato un palloncino 13 di forma toroidale, di materiale impermeabile e flessibile, fissato lateralmente sulla estremità finale del catetere 2 e dotato di almeno un condotto interno 113 che attraversa l’inserto 12 ed è predisposto per l’innesto in uno dei lumi secondari del catetere, ad esempio nel lume 6 (fig. 2).
Dalla figura 4 si rileva che al corpo dell’ago 9 o 9’ è collegata l’estremità di un conduttore elettrico 14 che interessa il catetere per tutta la lunghezza e che è alloggiato in uno dei lumi secondari, ad esempio in quello 7 (fig. 2), unitamente ad un eventuale ulteriore conduttore elettrico 15 collegato ad un eventuale anello 16 di materiale elettricamente conduttore, fissato esternamente sulla estremità finale del catetere ed utile come elettrodo di riferimento per le varie operazioni che coinvolgono l’ago come conduttore di impulsi elettrici. I conduttori 14 e 15 sono tra loro opportunamente isolati. Se la calza 102 del catetere viene realizzata con un materiale elettricamente conduttore, la stessa può sostituire uno qualsiasi dei detti conduttori elettrici 14 o 15. Resta inteso che la funzione di elettrodo di riferimento può essere assolta da mezzi diversi dall’anello 16 dianzi detto, ad esempio con soluzioni note nel settore dell elettrostimolazione cardiaca.
Dalla figura 1 si rileva che il tratto iniziale del catetere attraversa il corpo di un distributore 17 rispetto al quale lo stesso catetere può ruotare ma non spostarsi assialmente, ad esempio per la presenza di apposite battute di estremità 18 e 19. Sulla estremità iniziale del catetere è fissato il pomello 20 per mezzo del quale è possibile impartire una rotazione allo stesso catetere, mentre per quanto detto in precedenza il distributore 17 può rimanere fermo. I conduttori elettrici 14 e 15 sono collegati con la loro estremità iniziale con dei piccoli anelli elettricamente conduttori 21 e 22, fissati esternamente in punti diversi del corpo del catetere, tra loro isolati e coi quali cooperano delle spazzole 23, 24 del distributore 17, a loro volta connesse con rispettivi conduttori ad un apparato composito, esterno e fisso 25, del quale si dirà più avanti.
I lumi 3, 4 e 6 del catetere vengono chiusi nella estremità iniziale-esterna e nel tratto che attraversa il distributore 17 sono dotati di rispettive aperture radiali che interessano punti tra loro distanti del catetere e che sfociano in rispettive camere anulari 26, 27 e 28 dello stesso distributore, isolate reciprocamente e verso l’esterno da guarnizioni anulari di tenuta 29, 30, 31, 32. A tali camere sono attestati degli attacchi cavi 33, 34 e 35 ai quali possono essere collegati dei condotti flessibili 36, 37, 38 dotati sull’altra estremità di attacchi Luer ai quali è possibile connettere delle siringhe 39, 40, 41, utili ad esempio, la prima per iniettare od aspirare del liquido nel e dal palloncino 13, rispettivamente per riempirlo ed attivarlo come indicato in figura 4 o per portarlo nella condizione di ingombro ridotto come dalla figura 3, mentre la siringa 40 serve ad esempio per iniettare del liquido di contrasto che uscirà ad esempio daH’apertura 111 dell’ago 9 o 9’ e la siringa 41 servirà ad esempio per iniettare i plasmidi di DNA che verranno scaricati ad esempio dall’apertura di estremità 110 dello stesso ago.
Il sistema a catetere come descritto funziona e viene impiegato nel modo seguente. Dopo aver posizionato nel paziente il catetere guida 1, si inserisce in questo il catetere 2, per mezzo dell’apposito mandrino guida 8. Il palloncino di estremità 13 è in condizione di ingombro ridotto. Ad inserimento avvenuto del catetere, si attiva il palloncino 13 per mezzo della siringa 39 e per mezzo del pomello esterno 20 si ruota il catetere stesso nel senso utile all’avvitamento dell’ago elicoidale 9 nel miocardio, fino al completo avvitamento dell’ago stesso. La corretta posizione dell’ago potrà essere verificata dall’esterno attraverso l’apparato 25 che rileva ad esempio una impedenza bioelettrica e/o l’ECG, sfruttando il conduttore elettrico 14 collegato all’ago ed il conduttore 15 collegato all’elettrodo anulare 16 di riferimento. Per migliorare i risultati di questa verifica, l’ago 9 o 9’ potrà essere vantaggiosamente rivestito con un sottile strato di materiale elettricamente isolante, ad esempio di Parilene, per quasi tutta la lunghezza, come indicato schematicamente con segno a trattini e con 45 nelle figure 3a e 4, ad eccezione che per un giusto tratto di punta che rimane elettricamente conduttore.
Ad avvitamento avvenuto dell’ago nel miocardio, attraverso la siringa 40 si inietta in tale parete una giusta quantità di contrasto la quale, se l’ago è correttamente inserito, permane per un tempo relativamente lungo nella stessa parete e può essere facilmente rilevata da sistemi diagnostici per immagine esterni, di tipo noto, sotto forma di una traccia sferiforme e persistente. Se l’ago non fosse correttamente inserito nel miocardio, il contrasto iniettato si perderebbe nel fiume ematico. Il contrasto iniettato può ad esempio essere del tipo adatto per il rilevamento a mezzo raggi X, oppure con sistemi per immagine ad ultrasuoni od a risonanza nucleare magnetica. Se si impiega un ago bilume come dalle figure 3 e 3a, il fluido di contrasto viene di preferenza scaricato dall orifizio 111 dell’ago stesso, in quanto se poi si rileva con la suddetta procedura, che l’ago è correttamente inserito nel miocardio, v’è l’assoluta certezza che anche l’altro orifizio di scarico 110, dedicato allo scarico del fluido terapeutico, è correttamente inserito nel miocardio medesimo.
Dopo aver verificato e documentato con appositi mezzi il corretto inserimento dell’ago, si procede ala iniezione nel miocardio dei plasmidi di DNA, attraverso la siringa 41. Per potenziare il trasferimento dei suddetti plasmidi nelle cellule del tessuto cardiaco, l’apparato esterno 25 può essere predisposto per far giungere nel tessuto stesso, attraverso il circuito elettrico attestato all’ago 9, degli impulsi elettrici di adatte caratteristiche, sincronizzati con l’onda R dell’attività spontanea del cuore. Sempre per questo scopo, l’apparato esterno 25 può essere adatto per generare degli ultrasuoni che vengono fatti pervenire all’ago 9 e quindi alla zona perfusa del miocardio, attraverso un conduttore di adatte caratteristiche, indicato in figura 1 schematicamente con 42 e che ad esempio viene attestato all’ago attraverso il lume assiale 5, dopo aver rimosso il mandrino guida 8. Resta inteso che il catetere può essere dotato di un lume secondario specificatamente dedicato al contenimento di un conduttore di ultrasuoni collegato all’ago 9 o 9’.
Resta inteso che la descrizione si è riferita ad alcune forme preferite di realizzazione del trovato, alle quali possono essere apportate numerose varianti e modifiche, soprattutto costruttive, senza per altro abbandonare il principio informatore dell’invenzione, come sopra esposto, come illustrato e come a seguito rivendicato. Nelle rivendicazioni, i riferimenti riportati tra parentesi sono puramente indicativi e non limitativi dell’ambito di protezione delle stesse rivendicazioni

Claims (32)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Sistema a catetere, particolarmente adatto per eseguire trattamenti terapeutici per via intramiocardica, del tipo che comprende un corpo cavo di catetere, dotato sulla estremità finale di un ago cavo per l’iniezione di fluidi attraverso il detto catetere, caratterizzato dal fatto che: - il corpo del catetere (2) è dotato di due o più lumi longitudinali (3, 4); - l’ago di estremità (9, 9’) del catetere (2) è dotato di due o più lumi longitudinali (10, 11), con rispettive aperture laterali (110, 111) e collegati attraverso apposite diramazioni di base (109, 209) con corrispondenti lumi (3, 4) del catetere; - dei mezzi esterni di somministrazione di fluidi (40, 41) sono collegati coi lumi (3, 4) del catetere per rilasciare separatamente un fluido di contrasto per sistemi diagnostici per immagine esterni, e dei fluidi terapeutici.
  2. 2) Sistema a catetere secondo la rivendicazione 1), in cui l’ago multìlume è di tipo rettilineo (9’).
  3. 3) Sistema a catetere secondo la rivendicazione 1), in cui l’ago multilume è di tipo elicoidale (9).
  4. 4) Sistema a catetere secondo la rivendicazione I), in cui le aperture di scarico (110, 111) dei lumi dell’ago sono poste in posizioni longitudinali diverse dell’ago stesso, ad esempio una in corrispondenza della punta dell’ago e l’altra più a monte, per alimentare separatamente dei fluidi nella zona da curare.
  5. 5) Sistema a catetere secondo le rivendicazioni precedenti, in cui l’ago multilume (9, 9’) è elettricamente conduttivo.
  6. 6) Sistema a catetere secondo la rivendicazione 5), in cui l’ago multilume (9, 9’) ed elettricamente conduttivo, è rivestito con una sottile pellicola di materiale elettricamente isolante (45) per quasi tutta la lunghezza, ad eccezione che per un giusto tratto di punta che rimane elettricamente conduttore.
  7. 7) Sistema a catetere secondo la rivendicazione 6), in cui il materiale elettricamente isolante (45) che riveste in parte l’ago multilume (9, 9’) comprende materiale denominato Parilene.
  8. 8) Sistema a catetere secondo la rivendicazione 5) in cui il corpo del catetere comprende almeno un primo conduttore elettrico longitudinale (14), collegato con una estremità all’ago multilume (9, 9’) e predisposto per il collegamento con l’estremità esterna con un apparato elettrico esterno (25).
  9. 9) Sistema a catetere secondo la rivendicazione 3), in cui il corpo del catetere (2) è dotato di una struttura interna e longitudinale, ad esempio a forma di calza a maglie incrociate (102), che consente di applicare alla estremità esterna del catetere una coppia torcente e far si che questa determini una corrispondente rotazione dell’ago multilume (9, 9’) fissato sulla estremità finale dello stesso catetere.
  10. 10) Sistema a catetere secondo le rivendicazioni precedenti, in cui il corpo del catetere (2) è dotato di almeno un secondo conduttore elettrico longitudinale (15), elettricamente isolato da quello collegato all’ago e predisposto per il collegamento dell’estremità esterna ad un apparato elettrico esterno (25) e per il collegamento della sua estremità finale ad un anello elettricamente conduttore (16), posto sulla estremità finale del catetere ed avente funzione di elettrodo di riferimento per tutte le operazioni che coinvolgono l’ago multilume (9, 9’) nella funzione di conduttore di impulsi elettrici.
  11. 11) Sistema a catetere secondo le rivendicazioni precedenti in cui i detti conduttori elettrici (14, 15) sono alloggiati, con giusto isolamento reciproco, in un lume longitudinale secondario (7) del corpo del catetere (2).
  12. 12) Sistema a catetere secondo la rivendicazione 10), in cui uno qualsiasi dei detti conduttori elettrici (14, 15) può essere costituito dalla detta calza di torsione (102) se realizzata con materiale elettricamente conduttore.
  13. 13) Sistema a catetere secondo le rivendicazioni precedenti, in cui l’apparato elettrico esterno (25) comprende una sorgente di energia elettrica e di impulsi elettrici.
  14. 14) Sistema a catetere secondo le rivendicazioni precedenti, in cui l’apparato elettrico esterno (25) comprende un apparato per il monitoraggio di segnali elettrofisiologici.
  15. 15) Sistema a catetere secondo le rivendicazioni precedenti, in cui l’apparato elettrico esterno (25) comprende un apparato di misura della impedenza bioelettrica.
  16. 16) Sistema a catetere secondo le rivendicazioni precedenti, in cui il corpo del catetere comprende almeno un conduttore di energia ultrasonora (42), filiforme, a sviluppo longitudinale e flessibile, acusticamente accoppiato all’ago multilume di estremità (9, 9’) dello stesso catetere e predisposto per il collegamento con l’estremità esterna ad un apparato esterno (25) di alimentazione di ultrasuoni.
  17. 17) Sistema a catetere secondo le rivendicazioni precedenti, in cui il corpo del catetere (2) comprende sulla sua estremità finale, alla base dell’ago multilume (9, 9’), un dispositivo di arresto (13) del tipo a scomparsa, con un comando esterno (39) di attivazione e di disattivazione, per limitare la penetrazione del detto ago (9, 9’) nel miocardio.
  18. 18) Sistema a catetere secondo la rivendicazione 17), in cui il dispositivo di arresto comprende un palloncino toroidale (13), fatto di materiale flessibile ed impermeabile, che con un attacco (113) della propria camera interna è collegato alla estremità finale di un lume longitudinale secondario (6) del corpo del catetere (2), che con l’estremità esterna è predisposto per il collegamento ad un sistema esterno (39) per alimentare e per aspirare del fluido nel e dal detto palloncino, rispettivamente per riempirlo ed attivarlo nella funzione di finecorsa che gli compete, o per neutralizzarlo ed assicurarlo nella condizione di ingombro ridotto, utile nella fase di inserimento e di estrazione del catetere.
  19. 19) Sistema a catetere secondo le rivendicazioni precedenti, il cui il corpo del catetere (2) ha i lumi principali (3, 4) adibiti al trasporto del fluido di contrasto e del fluido terapeutico, ad esempio con una forma a settore di cerchio e tra loro contrapposti specularmente, essendo tra questi lumi posti con simmetria il lume secondario assiale (5) per il passaggio del mandrino (8) di guida del catetere nella fase di impiego e lateralmente a questo lume essendo previsti, da una parte il lume secondario (6) per il passaggio del fluido di riempimento e svuotamento del palloncino di finecorsa (13) e dall’altra parte il lume secondario (7) per il passaggio dei conduttori elettrici (14, 15) attestati all’ago multilume (9, 9’) ed all’elettrodo anulare di riferimento (16).
  20. 20) Sistema a catetere secondo le rivendicazioni precedenti, in cui i lumi del catetere, ad esclusione di quello assiale (5) sono chiusi sulla estremità iniziale-esterna e sul tratto iniziale dello stesso catetere (2) è montato senza possibilità di spostamento assiale, un distributore girevole (17) dotato attorno al medesimo catetere di camere anulari (26, 27, 28) isolate reciprocamente e verso l’esterno da guarnizioni anulari di tenuta (29, 30, 31, 32) e nelle quali camere sono attestati, con dei rispettivi fori radiali, i due lumi principali (3, 4) collegati agli attacchi di base (109, 209) dell’ago multilume (9,9’) ed il lume secondario (6) attestato al palloncino di finecorsa (13), essendo tali camere dotate di rispettivi attacchi cavi (33, 34, 35) per il collegamento a condotti flessibili (36, 37, 38) ed a siringhe (39, 40, 41) contenenti rispettivamente il fluido di riempimento e svuotamento del detto palloncino, il fluido di contrasto, ed il fluido terapeutico.
  21. 21) Sistema a catetere secondo la rivendicazione 20), in cui il collettore (17) è realizzato con materiale elettricamente isolante ed è dotato di conduttori elettrici con spazzole (23, 24) che consentono di collegare un apparato elettrico esterno (25) coi conduttori elettrici (14, 15) collegati all’ago multilume (9, 9’) ed all’elettrodo anulare di riferimento (16), essendo le dette spazzole a contatto con anelli elettricamente conduttori (21, 22) fissati sul corpo del catetere, tra loro opportunamente distanziati ed isolati e fissi ai terminali dei detti conduttori elettrici (14, 15) che escono dal relativo lume di guida (7) attraverso fori laterali.
  22. 22) Procedimento per trattamenti terapeutici intramiocardici, col sistema a catetere di cui alle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dalle seguenti fasi operative: - inserimento nella camera voluta del cuore, attraverso convenzionali cateteri guida (1) preformati od a deformazione variabile (steereable), di un catetere (2) a due o più lumi longitudinali e dotato sulla sua estremità finale di un ago multilume (9, 9’), i cui attacchi di base (109, 209) sono collegati a corrispondenti lumi del catetere i quali sono a loro volta collegati con la loro estremità esterna a corrispondenti sistemi (40,41) per il rilascio in una zona desiderata airintemo del miocardio di fluidi di trattamento terapeutico e di fluidi di contrasto per sistemi diagnostici per immagine esterni; - inserimento dell’ago multilume (9, 9’) nel punto desiderato del miocardio; - verifica e documentazione del totale e corretto inserimento dell’ago nel miocardio, con l’iniezione nello stesso miocardio di un fluido di contrasto, attraverso i lumi del catetere e dell’ago dedicati a tale fluido; - rilascio nella parete del miocardio nella quale è inserito l’ago multilume (9, 9’), di un fluido terapeutico, attraverso i lumi del catetere e dell’ago dedicati a tale fluido.
  23. 23) Procedimento secondo la rivendicazione 22), caratterizzato dal fatto che il fluido di contrasto viene scaricato attraverso l’apertura di scarico (111) dell’ago multilume (9, 9’) che è più vicina alla base dello stesso ago.
  24. 24) Procedimento secondo la rivendicazione 22), in cui la detta fase di rilascio dei detti mezzi di contrasto, prevede ad esempio l’impiego dei mezzi di contrasto per raggi X o per sistemi diagnostici per immagine ad ultrasuoni od a risonanza-nucleare-magnetica.
  25. 25) Procedimento secondo la rivendicazione 22), in cui la detta fase di inserimento dell’ago multilume (9, 9’) nel punto desiderato della parete del miocardio, comprende una fase di rotazione del catetere ed del relativo ago su questo montato, in particolare se di tipo elicoidale, previa espansione ed attivazione del palloncino di fine corsa (13) posto alla base dello stesso ago (9, 9’).
  26. 26) Procedimento secondo la rivendicazione 22), in cui la detta fase di rilascio di fluidi di trattamento terapeutico comprende il rilascio di sistemi vettore per effettuare un trasferimento genico alle cellule cardiache, ad esempio di plasmidi di DNA.
  27. 27) Procedimento secondo la rivendicazione 22), caratterizzato dal comprendere una fase di collegamento del conduttore elettrico associato all’ago multilume (9, 9’) del catetere, con un apparato esterno (25) che genera energia elettrica e che per mezzo di impulsi elettrici sincronizzati con l’onda R dell’attività spontanea del cuore, potenzia il trasferimento dei plasmidi di DNA nelle cellule del miocardio perfuso.
  28. 28) Procedimento secondo la rivendicazione 22), caratterizzato dal comprendere una fase di collegamento del conduttore di ultrasuoni (42) associato all’ago multilume (9, 9’), con un generatore esterno di ultrasuoni, per potenziare il trasferimento dei plasmidi di DNA nelle cellule del miocardio perfuso.
  29. 29) Procedimento secondo la rivendicazione 22), caratterizzato dal comprendere una fase di verifica dello stato di penetrazione dell’ago multilume (9,9’) nel miocardio, collegando il conduttore elettrico associato al detto ago, con un apparato esterno (25) di monitoraggio dell’elettrogramma intramiocardico.
  30. 30) Procedimento secondo la rivendicazione 22), caratterizzato dal comprendere una fase di verifica dello stato di penetrazione dell’ago nel miocardio, collegando il conduttore elettrico associato all’ago multilume (9, 9’) con un apparato esterno (25) di misura dell’impedenza bioelettrica.
  31. 31) Procedimento per l’attuazione di trattamenti terapeutici intramiocardici, caratterizzato dalla combinazione di una o più delle precedenti rivendicazioni di procedimento.
  32. 32) Procedimento ed apparato per l’attuazione di trattamenti terapeutici intramiocardici, concepiti e realizzati in tutto od in parte come descritto, come illustrato e per gli scopi sopra esposti.
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