ITBO20130689A1 - Catetere - Google Patents

Catetere

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ITBO20130689A1
ITBO20130689A1 IT000689A ITBO20130689A ITBO20130689A1 IT BO20130689 A1 ITBO20130689 A1 IT BO20130689A1 IT 000689 A IT000689 A IT 000689A IT BO20130689 A ITBO20130689 A IT BO20130689A IT BO20130689 A1 ITBO20130689 A1 IT BO20130689A1
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IT
Italy
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cannula
catheter
membrane
patient
flap
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IT000689A
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Inventor
Stefano Provasi
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Tecnoline S R L
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    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61BDIAGNOSIS; SURGERY; IDENTIFICATION
    • A61B17/00Surgical instruments, devices or methods, e.g. tourniquets
    • A61B17/34Trocars; Puncturing needles
    • A61B17/3415Trocars; Puncturing needles for introducing tubes or catheters, e.g. gastrostomy tubes, drain catheters
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61FFILTERS IMPLANTABLE INTO BLOOD VESSELS; PROSTHESES; DEVICES PROVIDING PATENCY TO, OR PREVENTING COLLAPSING OF, TUBULAR STRUCTURES OF THE BODY, e.g. STENTS; ORTHOPAEDIC, NURSING OR CONTRACEPTIVE DEVICES; FOMENTATION; TREATMENT OR PROTECTION OF EYES OR EARS; BANDAGES, DRESSINGS OR ABSORBENT PADS; FIRST-AID KITS
    • A61F5/00Orthopaedic methods or devices for non-surgical treatment of bones or joints; Nursing devices; Anti-rape devices
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    • AHUMAN NECESSITIES
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    • A61BDIAGNOSIS; SURGERY; IDENTIFICATION
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    • A61M25/01Introducing, guiding, advancing, emplacing or holding catheters
    • A61M25/02Holding devices, e.g. on the body
    • A61M2025/0213Holding devices, e.g. on the body where the catheter is attached by means specifically adapted to a part of the human body
    • A61M2025/0233Holding devices, e.g. on the body where the catheter is attached by means specifically adapted to a part of the human body specifically adapted for attaching to a body wall by means which are on both sides of the wall, e.g. for attaching to an abdominal wall

Description

Titolo: CATETERE
* * * *
D E S C R I Z I O N E
Il presente trovato ha come oggetto un catetere. Come è noto, in ambito medico con il termine "stomia" si identifica il risultato di un intervento chirurgico con il quale si mette in diretto contatto con l'esterno, attraverso una apertura, una porzione dell'apparato intestinale o dell'apparato urinario.
Per esempio, alcune patologie localizzate nell'addome rendono necessaria la creazione di un'apertura artificiale per eliminare le feci, determinando così la formazione di una stomia addominale.
In tale contesto, con il termine "ileostomia" viene appunto indicato l'intervento con il quale, da un'apertura praticata nella parete addominale, si fa sporgere verso l'esterno un tratto dell'ileo (l'ultima porzione dell'intestino tenue, normalmente afferente all'intestino crasso), permettendo così l’evacuazione intestinale. Dopo l’operazione, le feci (o comunque il liquame normalmente destinato a formare le feci) vengono quindi eliminate attraverso l'apertura addominale e non percorrono più il tratto successivo di intestino (né tantomeno vengono espulse dall'ano). Una ileostomia temporanea può quindi essere realizzata quando si eseguono resezioni intestinali in urgenza o quando si preferisce deviare all'esterno il transito fecale, come si rende talora necessario per esempio per cause infiammatorie o tumorali, in cui vengono confezionate suture intestinali che, senza la temporanea deviazione delle feci, potrebbero non guarire.
Infatti, la temporanea deviazione delle feci verso l'esterno, attraverso il foro praticato sull'addome dal quale si fa sporgere l'ileo, consente di mettere a riposo le suture intestinali, garantendo maggiori possibilità di completa guarigione.
Dopo un adeguato periodo di tempo, per consentire appunto la guarigione, la stomia viene rimossa ed il transito intestinale viene ripristinato mediante un secondo intervento.
Appare peraltro chiaro come tale modalità di intervento sia affetta da numerosi inconvenienti.
Infatti, il portatore di ileostomia è costretto a convivere, anche solo per qualche settimana, con una situazione anatomica differente, che ovviamente genera non pochi disagi pratici e, comprensibilmente, problemi e imbarazzi psicologici di non facile gestione.
Inoltre, le attività sopra descritte impongono un duplice intervento chirurgico (per realizzare l'apertura e successivamente richiuderla), con significativo esborso a carico del paziente e ulteriori disagi. I costi e i disagi sono particolarmente elevati, in quanto va osservato che si rende solitamente necessario il contributo di un chirurgo estetico, per riportare l'addome alle condizioni e all'aspetto che presentava prima della ileostomia.
Compito precipuo del presente trovato è quello di risolvere i problemi sopra esposti, realizzando un catetere che consenta in modo pratico la deviazione delle feci verso l'esterno.
Nell'ambito di questo compito, uno scopo del trovato è quello di realizzare un catetere che consenta di mettere a riposo eventuali suture intestinali, per esempio conseguenti a interventi chirurgici di varia tipologia.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un catetere che consenta di ridurre il disagio fisico e psicologico per un paziente per il quale si è resa necessaria la deviazione delle feci verso l'esterno, attraverso l'addome.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un catetere che possa essere utilizzato nei confronti di un paziente, per il quale si è resa necessaria la deviazione delle feci verso l'esterno, attraverso l'addome, senza costringerlo a sedute e/o interventi chirurgici estetici complessi, quando il normale transito fecale viene ripristinato.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un catetere che assicuri un'elevata affidabilità di funzionamento.
Non ultimo scopo del trovato è quello di realizzare un catetere che risulti facilmente ottenibile partendo da elementi e materiali di comune reperibilità in commercio.
Un altro scopo ancora del trovato è quello di realizzare un catetere di costi contenuti e di sicura applicazione.
Questo compito e questi scopi vengono raggiunti da un catetere, comprendente una cannula almeno parzialmente inseribile nel corpo di un paziente, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di perforazione del tessuto intestinale del paziente, per l'inserimento parziale di detta cannula nell'addome del paziente fino al posizionamento di una sua prima porzione, terminale, in un predefinito lembo dell'intestino, detta prima porzione di detta cannula essendo provvista di un primo organo di ancoraggio stabile alla superficie interna del lembo, una seconda porzione, mediana, di detta cannula essendo provvista di un secondo organo di ancoraggio stabile a rispettivi tessuti interni della parete addominale del paziente, per il collegamento diretto, attraverso detta cannula, del lembo con l'esterno, e l'evacuazione di sostanze corporee attraverso una terza porzione, terminale, di detta cannula, opposta a detta prima porzione e mantenuta sporgente esternamente al corpo.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, del catetere secondo il trovato, illustrata a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni, in cui:
la figura 1 illustra il catetere secondo il trovato, in alzato frontale, in un primo assetto; la figura 2 è un particolare fortemente ingrandito di figura 1;
la figura 3 illustra il catetere secondo il trovato, in alzato frontale, in un secondo assetto;
le figure 4 e 5 mostrano l'impiego del catetere secondo il trovato, e il suo inserimento nel corpo di un paziente, in alzato frontale.
Con particolare riferimento alle figure citate, è indicato globalmente con il numero di riferimento 1, un catetere che comprende innanzitutto una cannula 2 (costituita da un corpo tubolare sostanzialmente cilindrico, realizzato in materiale biocompatibile almeno parzialmente flessibile, per esempio silicone) che può essere inserita almeno parzialmente nel corpo di un paziente A.
Secondo il trovato, il catetere 1 comprende mezzi di perforazione 3 del tessuto intestinale, in modo tale da consentire l'inserimento parziale della cannula 2 nell'addome B del paziente A fino al posizionamento di una sua prima porzione 2a, terminale, in un predefinito lembo dell'intestino C.
Il catetere 1 può essere introdotto nel corpo del paziente A attraverso una apertura (una incisione realizzata dal chirurgo per esempio) precedentemente realizzata nella parete addominale B del corpo del paziente A, ma non si esclude la possibilità di realizzare mezzi di perforazione 3 in grado di forare l'addome B autonomamente.
La prima porzione 2a della cannula 2 è quindi provvista di un primo organo 4 di ancoraggio stabile 4 alla superficie interna del lembo, mentre una seconda porzione 2b, mediana, della cannula 2 è provvista di un secondo organo 5 di ancoraggio stabile 5 a rispettivi tessuti interni D della parete addominale del paziente A.
In questo modo, grazie alla disposizione scelta, si ottiene il collegamento diretto, attraverso la cannula 2, del lembo con l'esterno, e diviene quindi possibile evacuare sostanze corporee attraverso una terza porzione 2c, terminale, della cannula 2, opposta alla prima porzione 2a e mantenuta sporgente esternamente al corpo.
Tale deviazione è resa stabile dalla presenza degli organi 4, 5, che mantengono il catetere 1 nella disposizione scelta per un periodo di tempo lungo a piacere, in funzione delle specifiche esigenze terapeutiche.
Proprio per poter verificare il corretto posizionamento della prima porzione 2a (in corrispondenza del predefinito lembo dell'intestino) e della seconda porzione 2b della cannula 2, il catetere 1 può essere fornito di una riga radio-opaca, che consente appunto di controllare la posizione del catetere 1 durante e dopo le attività di inserimento parziale dello stesso nel corpo del paziente.
Si osservi quindi come il risultato ottenuto sia del tutto equivalente ad una stomia addominale: le feci e/o il liquame che percorrono l'intestino C, diretti verso l'ano, in corrispondenza del lembo predefinito vengono deviati rispetto al loro percorso naturale e incanalati nel catetere 1 secondo il trovato (in corrispondenza della prima porzione 2a della cannula 2). Da lì, ovviamente, le sostanze corporee sopra citate percorrono il resto della cannula 2, e quindi la seconda porzione 2b (anch'essa all'interno dell'addome B) e la terza porzione 2c, con quest'ultima che sporge verso l'esterno, e quindi consente al paziente A l'evacuazione delle feci (o comunque di residui ed escrementi).
Si osservi quindi come il tratto dell'intestino C a valle del lembo predefinito, dopo l'inserimento e l'ancoraggio del catetere 1, non sia più interessato dal transito delle feci (o simili sostanze corporee), in quanto deviate verso l'esterno in una sezione a monte dell'intestino C stesso. Quindi tale tratto di intestino C può essere messo a riposo, e con esso eventuali suture intestinali (per esempio conseguenti a interventi chirurgici di varia tipologia) realizzate in tale sede, conseguendo sin da ora lo scopo prefissato. Va inoltre precisato che nella applicazione preferita del catetere 1 secondo il trovato, il predefinito lembo dell'intestino C, al quale viene ancorata la prima porzione 2a della cannula 2, è costituito dall'ileo E, così da deviare il transito di feci e simili sostanze corporee prima del loro ingresso nell'intestino crasso, che può così essere mantenuto a riposo per tutta la sua lunghezza.
A tale applicazione preferita si farà quindi costante riferimento nel prosieguo della presente trattazione, ma non si esclude di utilizzare diversamente il catetere 1 secondo il trovato, senza con ciò fuoriuscire dall'ambito di protezione qui rivendicato, e quindi, per esempio, di ancorare la prima porzione 2a e la seconda porzione 2b a diversi tratti dell'intestino C (o anche in altri condotti del corpo del paziente A). Opportunamente, i mezzi di perforazione 3 comprendono uno stelo cilindrico 6: in corrispondenza di una prima configurazione utile (nella quale il catetere 1 è per esempio illustrato in figura 1, o in figura 4), preliminare all'inserimento parziale della cannula 2 nel corpo del paziente A, lo stelo 6 è coassialmente e stabilmente infilato nella cannula 2, in modo amovibile.
Per poter quindi perforare il tessuto intestinale, lo stelo 6 presenta, in corrispondenza della prima porzione 2a della cannula 2, una prima estremità 6a acuminata, che sporge dalla cannula 2.
Per esempio, la prima estremità 6a può essere cuneiforme o conica, ma è opportuno precisare che tale prima estremità 6a potrà avere conformazione qualsiasi, in funzione delle specifiche esigenze, e per esempio conformare una doppia o tripla punta (o anche un numero maggiore di punte), senza con ciò fuoriuscire dall'ambito di protezione qui rivendicato.
Inoltre, nella sopra menzionata prima configurazione utile, da parte opposta rispetto alla prima estremità 6a una seconda estremità 6b dello stelo 6 sporge dalla cannula 2, in corrispondenza della terza porzione 2c della cannula 2, ed è quindi impugnabile da un utilizzatore, che può così sfilare lo stelo 6 dalla cannula 2 (come mostrato in figura 5), dopo aver posizionato la prima porzione 2a nel predefinito lembo dell'intestino C del paziente A. Di fatto, a seguito dello sfilamento, risulta definita una seconda configurazione utile del catetere 1 (mostrata in figura 3), in cui all'interno della cannula 2 non è più presente lo stelo 6 (in quanto, evidentemente, quando viene completato il corretto posizionamento della cannula 2 nel corpo del paziente A, la prima estremità 6a acuminata, non più necessaria, potrebbe essere pericolosa in quanto potenzialmente in grado di provocare lacerazioni e lesioni nei tessuti anatomici del paziente A).
Utilmente, in una forma di realizzazione di rilevante interesse pratico, proposta a scopo illustrativo e non limitativo dell'applicazione del trovato, il primo organo 4 di ancoraggio stabile comprende una prima membrana 7, vincolata alla prima porzione 2a della cannula 2.
La prima membrana 7 è quindi gonfiabile (per esempio, secondo modalità che verranno descritte nei prossimi paragrafi), per la sua espansione fino al riscontro contro la superficie interna del lembo, preferibilmente costituito dall'ileo E, come già si è visto, e assicurare così l'ancoraggio stabile della prima porzione 2a all'ileo E stesso (come illustrato in figura 5).
In particolare, il catetere 1 secondo il trovato comprende una prima canalina 8 che si sviluppa coassialmente lungo lo spessore della cannula 2 (o che è applicata esternamente ad essa) e che è afferente alla prima membrana 7.
La prima canalina 8 è innanzitutto intercettata da una prima valvola di regolazione 9 e, da parte opposta rispetto alla prima membrana 7, presenta una prima imboccatura 8a, per inviare un primo liquido di gonfiaggio (acqua bi-distillata per esempio) verso la prima membrana 7, e consentirne la desiderata espansione, per il conseguente ancoraggio stabile della prima porzione 2a della cannula 2 al predefinito lembo dell'intestino C. Inoltre, positivamente la prima membrana 7, successivamente alla sua espansione, presenta una incavatura 7a rivolta verso la prima porzione 2a: l'incavatura 7a (come si evince dalla figura 5 per esempio) forma di fatto una sorta di imbuto (chiuso) nel quale si possono raccogliere ulteriori sostanze corporee che accidentalmente non si sono correttamente incanalate nella cannula 2. In questo modo, tali sostanze (feci o altro liquame corporeo) vengono comunque convogliate per gravità verso rispettivi fori 10 realizzati lungo la prima porzione 2a, disposti al di sotto dell'incavatura 7a.
Analogamente, il secondo organo 5 di ancoraggio stabile comprende una seconda membrana 11, vincolata alla seconda porzione 2b della cannula 2: anche la seconda membrana 11 può quindi essere gonfiata a comando, per la sua espansione fino al riscontro contro i tessuti interni E della parete addominale, e l'ancoraggio stabile della seconda porzione 2b.
Più particolarmente, il catetere 1 comprende una seconda canalina 12 che si sviluppa coassialmente lungo lo spessore della cannula 2 (parallelamente quindi alla prima canalina 8) e che è afferente alla seconda membrana 11.
A sua volta, la seconda canalina 12 è intercettata da una seconda valvola di regolazione 13 e presenta, da parte opposta rispetto alla seconda membrana 11, una seconda imboccatura 12a, per inviare un secondo liquido di gonfiaggio (che può essere scelto anche uguale al primo, e per esempio essere acqua bi-distillata) verso la seconda membrana 11, consentendone la desiderata espansione, per il conseguente ancoraggio stabile della seconda porzione 2b della cannula 2 ai rispettivi tessuti interni D della parete addominale del paziente A.
Si osservi come non sia esclusa la possibilità di gonfiare le membrane 7, 11 con un gas, senza con ciò fuoriuscire dall'ambito del protezione qui rivendicato, ma il ricorso ad un liquido (nella modalità di realizzazione preferita) garantisce il mantenimento del completo gonfiaggio, e della conformazione assunta dalle membrane 7, 11, grazie all'incomprimibilità del liquido scelto.
Positivamente, si prevede inoltre di realizzare cateteri 1 secondo il trovato comprendenti almeno un palloncino di controllo 14, collegato ad una delle canaline 8, 12 e disposto in corrispondenza della terza porzione 2c di detta cannula 2 (in modo tale da mantenersi all'esterno del corpo del paziente A, anche quando il catetere 1 è parzialmente inserito nel corpo stesso, con la prima porzione 2a e la seconda porzione 2b).
In questo modo, il palloncino di controllo 14 viene automaticamente gonfiato a seguito dell'invio del liquido verso la corrispondente membrana 7, 11, consentendo così all'utilizzatore (il chirurgo) una immediata e agevole verifica dell'avvenuto gonfiaggio di quest'ultima (in quanto in corrispondenza di tale evento, anche il palloncino di controllo 14 risulta completamente gonfiato).
Più in dettaglio, nella soluzione realizzativa preferita, ma non esclusiva, il catetere 1 comprende due palloncini 14, ognuno dei quali associato ad una rispettiva canalina 8, 12, per consentire la verifica dell'avvenuto gonfiaggio di entrambe le membrane 7, 11.
L'impiego del catetere secondo il trovato risulta evidente da quanto sin qui mostrato: infatti, grazie alla prima estremità 6a acuminata, il catetere 1 è in grado di perforare i tessuti addominali e quindi il chirurgo (come mostrato in figura 4) può progressivamente infilare la cannula 2 nell'intestino C fino a portare la prima porzione 2a in corrispondenza del predefinito lembo (l'ileo E per esempio). In tale disposizione, mostrata in figura 5, anche la seconda porzione 2b con la seconda membrana 11 è disposta all'interno del corpo del paziente A, mentre la terza porzione 2c sporge al di fuori, e consente di mettere in comunicazione l'ileo E con l'ambiente esterno.
Dopo aver posizionato in tal modo il catetere 1, attraverso le imboccature 8a, 12a è possibile inviare acqua bi-distillata (o altro liquido di gonfiaggio) nelle rispettive membrane 7, 11, determinando (a seguito della loro espansione) l'ancoraggio corrispondentemente della prima porzione 2a e della seconda porzione 2b della cannula 2 all'ileo E e ai tessuti interni D della parete addominale del paziente A.
Per mantenere nel tempo il gonfiaggio delle membrane 7, 11, e quindi l'ancoraggio, il chirurgo può agire sulle valvole 9, 13, per impedire l'indesiderata fuoriuscita di liquido dalle imboccature 8a, 12a
Il chirurgo deve quindi limitarsi a sfilare lo stelo 6 (eventualmente, potrà farlo anche prima dell'insufflazione) per ottenere, in modo del tutto pratico e agevole, la completa deviazione verso l'esterno delle feci e/o delle altre sostanze transitanti nell'intestino C e normalmente dirette verso l'esterno.
In questo modo, il catetere 1 secondo il trovato consente di mettere a riposo eventuali suture intestinali, realizzate a valle dell'ileo E (o comunque del predefinito lembo al quale viene ancorata la prima porzione 2a) per esempio conseguenti a interventi chirurgici di varia tipologia, consentendone una completa guarigione. Il catetere 1 può essere mantenuto nella disposizione illustrata in figura 5 e sopra descritta per i giorni (settimane, mesi) necessari alla completa guarigione dell'intestino C, e durante tale periodo esso si rivela senz'altro un fastidio minimo per il paziente A, grazie all'ingombro contenuto, e l'eventuale impatto psicologico ne risulta sicuramente contenuto.
In tale intervallo di tempo, in qualsiasi momento il paziente può autonomamente sincerarsi del completo gonfiaggio delle membrane 7, 11, e quindi del corretto ancoraggio della prima porzione 2a e della seconda porzione 2b della cannula 2, mediante i palloncini di controllo 14.
A guarigione avvenuta, o comunque quando si desidera ripristinare il normale transito delle feci nell'intestino C, è sufficiente agire nuovamente sulle valvole 9, 13, per sgonfiare e svuotare le membrane 7, 11 e quindi sfilare il catetere 1, per poi provvedere a suturare l'incisione rimasta lungo l'addome A (attraverso la quale si era introdotta, e successivamente estratta, la cannula 2).
Appare quindi evidente come il catetere 1 consenta di ridurre sensibilmente il disagio fisico e psicologico di paziente A per il quale si è resa necessaria la deviazione delle feci. Infatti, grazie al catetere 1 secondo il trovato, il paziente A non deve convivere con alcuna alterazione anatomica significativa (quale invece quella costituita dalla protrusione verso l'esterno dell'ileo E, come avviene con le ileostomie di tipo noto), ma semplicemente deve sopportare la presenza di un piccolo spezzone del catetere 1 (la terza porzione 2c della cannula 2) che sporge dall'addome B (e che può essere facilmente nascosta dagli indumenti).
Il ricorso al catetere 1 quindi consente di evitare notevoli disagi pratici, problemi e imbarazzi psicologici, che viceversa affliggono i pazienti sottoposti a stomia secondo modalità tradizionali.
Inoltre, si osservi come grazie al catetere 1 secondo il trovato, non sia necessario alcun intervento di chirurgia estetica (quali quelli richiesti prima e dopo la stomia), per riportare l'addome alle condizioni e all'aspetto originari, e quindi siano ulteriormente ridotti i disagi (e i costi).
Si è in pratica constatato come il catetere secondo il trovato, assolva pienamente il compito prefissato, in quanto, il ricorso ad una cannula provvista di mezzi di perforazione del tessuto intestinale del paziente, di un primo organo di ancoraggio stabile alla superficie interna di un lembo predefinito dell'intestino e di un secondo organo di ancoraggio stabile a rispettivi tessuti interni della parete addominale del paziente, consente in modo pratico la deviazione verso l'esterno delle feci e di altre sostanze corporee normalmente transitanti nell'intestino.
Il trovato, così concepito, è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
Negli esempi di realizzazione illustrati singole caratteristiche, riportate in relazione a specifici esempi, potranno essere in realtà intercambiate con altre diverse caratteristiche, esistenti in altri esempi di realizzazione.
In pratica i materiali impiegati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica.

Claims (9)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Catetere, comprendente una cannula (2) almeno parzialmente inseribile nel corpo di un paziente (A), caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di perforazione (3) del tessuto intestinale del paziente (A), per l'inserimento parziale di detta cannula (2) nell'addome (B) del paziente (A) fino al posizionamento di una sua prima porzione (2a), terminale, in un predefinito lembo dell'intestino (C), detta prima porzione (2a) di detta cannula (2) essendo provvista di un primo organo (4) di ancoraggio stabile alla superficie interna del lembo, una seconda porzione (2b), mediana, di detta cannula (2) essendo provvista di un secondo organo (5) di ancoraggio stabile a rispettivi tessuti interni (D) della parete addominale del paziente (A), per il collegamento diretto, attraverso detta cannula (2), del lembo con l'esterno, e l'evacuazione di sostanze corporee attraverso una terza porzione (2c), terminale, di detta cannula (2), opposta a detta prima porzione (2a) e mantenuta sporgente esternamente al corpo.
  2. 2. Catetere, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di perforazione (3) comprendono uno stelo cilindrico (6), in corrispondenza di una prima configurazione utile, preliminare all'inserimento parziale di detta cannula (2) nel corpo del paziente (A), detto stelo (6) essendo coassialmente e stabilmente infilato in detta cannula (2), in modo amovibile, detto stelo (6) presentando, in corrispondenza di detta prima porzione (2a) di detta cannula (2), una prima estremità (6a) acuminata, sporgente da detta cannula (2), per la perforazione del tessuto intestinale.
  3. 3. Catetere, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che, in corrispondenza di detta prima configurazione utile, una seconda estremità (6b) di detto stelo (6), opposta a detta prima estremità (6a), sporge da detta cannula (2), in corrispondenza di detta terza porzione (2c) di detta cannula (2), ed è impugnabile da un utilizzatore, per lo sfilamento di detto stelo (6) da detta cannula (2) a seguito del posizionamento di detta prima porzione (2a) nel predefinito lembo, preferibilmente costituito dall'ileo (E), dell'intestino (C) del paziente (A).
  4. 4. Catetere, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto primo organo (4) di ancoraggio stabile comprende una prima membrana (7), vincolata a detta prima porzione (2a) di detta cannula (2), detta prima membrana (7) essendo gonfiabile a comando, per la sua espansione fino al riscontro contro la superficie interna del lembo, preferibilmente costituito dall'ileo (E), e l'ancoraggio stabile di detta prima porzione (2a).
  5. 5. Catetere, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere una prima canalina (8) coassialmente sviluppantesi lungo lo spessore di detta cannula (2) e afferente a detta prima membrana (7), detta prima canalina (8) essendo intercettata da una prima valvola di regolazione (9) e presentando, da parte opposta rispetto a detta prima membrana (7), una prima imboccatura (8a), per l'invio di un primo liquido di gonfiaggio verso detta prima membrana (7), a seguito del posizionamento di detta prima porzione (2a) nel predefinito lembo dell'intestino (C).
  6. 6. Catetere, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta prima membrana (7), successivamente alla sua espansione, presenta una incavatura (7a) rivolta verso detta prima porzione (2a), per la raccolta di ulteriori sostanze corporee e il loro convogliamento verso rispettivi fori (10) realizzati lungo detta prima porzione (2a).
  7. 7. Catetere, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto secondo organo (5) di ancoraggio stabile comprende una seconda membrana (11), vincolata a detta seconda porzione (2b) di detta cannula (2), detta seconda membrana (11) essendo gonfiabile a comando, per la sua espansione fino al riscontro contro i tessuti interni (D) della parete addominale, e l'ancoraggio stabile di detta seconda porzione (2b).
  8. 8. Catetere, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere una seconda canalina (12) coassialmente sviluppantesi lungo lo spessore di detta cannula (2) e afferente a detta seconda membrana (11), detta seconda canalina (12) essendo intercettata da una seconda valvola di regolazione (13) e presentando, da parte opposta rispetto a detta seconda membrana (11), una seconda imboccatura (12a), per l'invio di un secondo liquido di gonfiaggio verso detta seconda membrana (11), per il gonfiaggio di detta seconda membrana (11) e l'ancoraggio stabile ai rispettivi tessuti interni (D) della parete addominale del paziente (A).
  9. 9. Catetere, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un palloncino di controllo (14), collegato ad una di dette canaline (8, 12) e disposto in corrispondenza di detta terza porzione (2c) di detta cannula (2), detto palloncino di controllo (14) essendo automaticamente gonfiabile a seguito dell'invio del corrispondente liquido, per la verifica dell'avvenuto gonfiaggio della rispettiva detta membrana (7, 11).
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