ITBO20120459A1 - Metodo ed impianto per il trattamento di una composizione - Google Patents

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ITBO20120459A1
ITBO20120459A1 IT000459A ITBO20120459A ITBO20120459A1 IT BO20120459 A1 ITBO20120459 A1 IT BO20120459A1 IT 000459 A IT000459 A IT 000459A IT BO20120459 A ITBO20120459 A IT BO20120459A IT BO20120459 A1 ITBO20120459 A1 IT BO20120459A1
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    • B01D3/02Distillation or related exchange processes in which liquids are contacted with gaseous media, e.g. stripping in boilers or stills
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Description

DESCRIZIONE
del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
"METODO ED IMPIANTO PER IL TRATTAMENTO DI UNA COMPOSIZIONE"
SETTORE TECNICO
La presente invenzione è relativa ad un metodo per il trattamento di una composizione e ad un impianto per la realizzazione di tale metodo.
La presente invenzione trova vantaggiosa applicazione nel campo degli oli e/o grassi, cui la trattazione che segue fa esplicito riferimento.
CONTESTO DELL'INVENZIONE
I processi di strippaggio con vapore (o gas) a pressioni comprese tra circa 25mmHg e 0,lmmHg sono da tempo comunemente utilizzati nell'industria per allontanare componenti minori volatili, indesiderabili o di particolare interesse, da substrati di varia natura.
I vapori (o gas) utilizzati correntemente come fluidi di strippaggio ("stripping fluid" o "sparging fluid") in questo tipo di processi sono in genere vapore acqueo, gas inerti (quali ad esempio azoto e argon) e idrocarburi leggeri (gassosi a temperatura ambiente e pressione atmosferica). Tra le applicazioni dello strippaggio con vapore (o gas) possiamo ricordare: la deacidificazione e la deodorizzazione di oli e/o grassi (esempi di composizioni di base da trattare).
La deacidificazione (detta anche raffinazione fisica) e la deodorizzazione fanno parte dei processi di raffinazione degli oli e/o grassi.
La deacidificazione degli oli e/o grassi è un processo in cui si riduce il contenuto di acidi grassi liberi e viene utilizzata come propedeutica ad una successiva neutralizzazione chimica o per portare l'acidità direttamente a valori adatti ad impieghi successivi (ad esempio, al disotto dello 0,2% - massa degli acidi grassi rispetto alla massa complessiva - per usi industriali ed al disotto dello 0,1% per usi alimentari).
La deodorizzazione è generalmente l'ultima operazione fatta nella raffinazione di oli e/o grassi. In questo processo vengono allontanate sostanze volatili, spesso maleodoranti o aventi caratteristiche indesiderabili (talvolta di valore); tra queste possiamo ricordare: fitofarmaci, acidi grassi liberi, aldeidi, chetoni, alcoli, idrocarburi, tocoferoli, steroli.
Talvolta la deodorizzazione e la deacidificazione vengono realizzate contestualmente.
La deacidificazione e la deodorizzazione di oli e/o grassi sono generalmente realizzate utilizzando come fluido di strippaggio vapore acqueo o un gas inerte.
Si noti, tuttavia, che l'uso del vapore acqueo come fluido di strippaggio presenta diversi inconvenienti:
- costo energetico (relativamente alto) legato alla vaporizzazione dell'acqua;
- produzione di acqua inquinata, che aumenta considerevolmente se, come spesso accade, il vapore acqueo viene estratto dalla zona di strippaggio a mezzo di eiettori a vapore e condensato in condensatori a miscela, generalmente del tipo a colonna barometrica, in cui il vapore acqueo viene condensato per contatto diretto con un grande flusso di acqua a bassa temperatura; e
- idrolisi dei gliceridi e formazione di emulsioni.
Ai problemi ambientali legati allo scarico di acque inquinate si è cercato di ovviare in vari modi, ad esempio trattando, raffreddando e riciclando l'acqua in uscita dai condensatori a miscela o (si veda ad esempio G.B. Martinenghi (1964) GB1080057) eliminando gli eiettori a monte dei condensatori ed utilizzando condensatori a superficie in cui il vapore acqueo brina su degli elementi raffreddati a temperature inferiori a -20°C.
In quest'ultimo tipo di impianti vengono fortemente ridotti il consumo di vapore necessario alla alimentazione degli eiettori e la produzione di acqua inquinata derivante dalla condensazione del vapore. Quanto proposto risulta tuttavia complesso e costoso, in particolare a causa del sistema di "condensazione a secco" del vapore acqueo, che richiede l'utilizzo di temperature molto basse (come detto inferiori a -20°C) e (per mantenere l'efficienza dello scambio termico) la frequente (in alcuni casi continua) pulitura delle superfici dei condensatori, le quali devono essere liberate dal ghiaccio che si forma.
Brevetti relativamente recenti suggeriscono l'uso come fluidi di strippaggio di gas inerti non condensabili. In particolare, sono qui citati i brevetti US 5,241,092 e US 5,374,751 (relativi alla deodorizzazione degli oli e/o grassi), che però mantengono l'uso di eiettori a vapor acqueo per generare il vuoto; e la domanda di brevetto statunitense con numero di pubblicazione 2004/0253353 Al che descrive l'uso di un sistema di vuoto che non utilizza vapore ("non-steam vacuum source"), il quale deve avere portata elevata e perciò costo e consumo energetico elevati. Questi metodi risolvono alcuni dei problemi legati all'uso di vapore, per esempio l'idrolisi dei gliceridi e la formazione di emulsioni, ma non quello del costo energetico, e perciò l'impatto ambientale indiretto, dell'evacuazione a mezzo di sistemi di pompaggio, del fluido di strippaggio dalla zona di strippaggio. Nessuno dei brevetti sopra menzionati fornisce o suggerisce una soluzione che permetta di ridurre drasticamente il costo dell'evacuazione dalla zona di strippaggio del fluido di strippaggio a pressioni tra circa lOmmHg e 0,lmmHg. Resta perciò aperta la domanda, da parte dell'industria, di un processo, di ridotto impatto ambientale, realizzabile con impianti semplici ed economici. In particolare, è sentita la necessità di operare a basse pressioni a costi contenuti.
A questo riguardo, si noti che realizzare lo strippaggio a basse pressioni permette di ridurre sia la quantità di fluido di strippaggio da utilizzare sia la temperatura di strippaggio e di conseguenza il costo di gestione dell'impianto, così come le perdite di prodotti in uscita nonché di migliorare la qualità di questi ultimi.
Scopo della presente invenzione è di fornire un metodo per il trattamento di una composizione ed un impianto per la realizzazione di tale metodo, i quali superino almeno parzialmente gli inconvenienti dello stato dell'arte e siano, nel contempo, di semplice ed economica realizzazione e gestione.
SOMMARIO
In accordo con la presente invenzione, vengono proposti un metodo per il trattamento di una composizione di base ed un impianto secondo quanto licitato nelle rivendicazioni indipendenti che seguono e, preferibilmente, in una qualsiasi delle rivendicazioni successive dipendenti, direttamente o indirettamente, dalle rivendicazioni indipendenti.
A meno che non sia specificato esplicitamente il contrario, i seguenti termini presentano il significato indicato qui sotto.
Per oli e/o grassi si intendono sostanze grasse di origine vegetale (come ad esempio, ma non limitatamente a, olio di colza, olio di cocco, olio di soia, olio di palma, olio di oliva) o di origine animale (come ad esempio, ma non limitatamente a, sego, strutto) o sintetizzate biologicamente da altri esseri viventi. Gli oli e/o grassi possono essere liquidi o solidi a temperatura ambiente. Gli oli e/o grassi possono essere, secondo alcune forme d'attuazione, sottoprodotti di lavorazione o rifiuti (come ad esempio, ma non limitatamente a, oli e/o grassi alimentari esausti). In particolare, si noti che gli oli ed i grassi sono normalmente miscele complesse di diversi prodotti e sono in peso prevalentemente costituiti (solitamente in percentuale superiore al 90%, più precisamente superiore al 95%) da lipidi (solitamente trigliceridi) e prodotti dell'idrolisi di questi.
BREVE DESCRIZIONE DELLE FIGURE
L'invenzione viene di seguito descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano esempi d'attuazione non limitativi, in cui:
- la figura 1 illustra schematicamente un impianto realizzato in accordo con la presente invenzione;
- la figura 2 illustra schematicamente un'ulteriore forma d'attuazione di un impianto realizzato in accordo con la presente invenzione;
- la figura 3 illustra schematicamente un'ulteriore forma d'attuazione di un impianto realizzato in accordo con la presente invenzione.
FORME D'ATTUAZIONE DELL'INVENZIONE
Nella figura 1, con 1 è indicato nel suo complesso un impianto per il trattamento di una composizione di base (in particolare, un miscela di oli e/o grassi). L'impianto 1 viene vantaggiosamente utilizzato per la deodorizzazione e/o deacidificazione di un olio e/o grasso (composizione di base). L'impianto 1 comprende un degassatore (di tipo di per sé noto e non illustrato), il quale è atto a degassare (ridurre la presenza di aria e di eventuali tracce di umidità) la composizione di base (preferibilmente degommata); ed un condotto 2 per alimentare la composizione di base (preriscaldata - dal degassatore) ad un riscaldatore 3. Tipicamente, la degassazione avviene ad una temperatura inferiore a 100°C per evitare fenomeni di ossidazione. Vantaggiosamente, la degassazione avviene ad una pressione inferiore ad 1 atm.
In particolare, la composizione di base (degommata) presenta un contenuto di fosforo inferiore a 25ppm, vantaggiosamente inferiore a lOppm. Il contenuto di ferro nella composizione di base (degommata) è, vantaggiosamente, inferiore a 0,2ppm. Il contenuto di rame nella composizione di base (degommata) è, vantaggiosamente, inferiore a 5ppb.
Il riscaldatore 3 è atto a portare la composizione di base ad una temperatura da circa 150°C (in particolare, da circa 160°C; più precisamente da 190°C) a circa 280°C (in particolare, a 260°C). La pressione all'interno del riscaldatore 3 viene solitamente mantenuta inferiore o uguale a lOmmHg (vantaggiosamente, fino a 6mmHg; più vantaggiosamente, fino a 4mmHg; ancora più vantaggiosamente, fino a 2mmHg; in particolare, da 0,lmmHg). In uso, frazioni della composizione di base eventualmente evaporate lasciano il riscaldatore 3 in fase gassosa. Tali frazioni vengono avviate attraverso un condotto 8' (raccordato ad un condotto 8) ad un condensatore 9.
L'impianto 1 comprende, inoltre, un dispositivo 4 per lo strippaggio, il quale opera ad una temperatura da circa 150° (in particolare, da circa 160°C; più precisamente, da 190°C) a circa 280° (in particolare, a 260°C). Un condotto 5 collega fluidicamente (vale a dire idraulicamente) il riscaldatore 3 al dispositivo 4 di strippaggio per portare la composizione di base al dispositivo 4 per lo strippaggio stesso.
L'impianto 1 comprende anche un evaporatore (o riscaldatore) 6, il quale è atto ad evaporare un fluido di strippaggio che viene portato al dispositivo 4 (attraverso un condotto 7). L'evaporatore 6 porta il fluido di strippaggio (ad esempio, glicerina) ad una pressione superiore o uguale a quella vigente nel dispositivo 4 per 10 strippaggio e ad una temperatura uguale o superiore alla temperatura di ebollizione del fluido di strippaggio a tale pressione.
Ad esempio, quando il fluido di strippaggio è glicerina, la temperatura deve essere almeno circa 87°C alla pressione di 0 .ImmHg e almeno circa 157°C alla pressione di 6mmHg. In particolare, l'evaporatore 6 porta 11 fluido di strippaggio ad una temperatura fino a 220°C.
Secondo alcune forme d'attuazione, il fluido di strippaggio è sostanzialmente privo di acqua.
Il dispositivo 4 comprende delle strutture per aumentare la superficie di scambio tra liquido e gas. In particolare, il dispositivo 4 per lo strippaggio comprende una colonna a riempimento o a piatti.
Secondo la forma d'attuazione illustrata, il dispositivo 4 comprende una colonna a piatti che lavora in cross-flow (di tipo di per sé noto), la composizione di base (in fase liquida) viene alimentata dall'alto al dispositivo 4, ed il fluido di strippaggio (in fase gassosa) viene alimentato in corrispondenza di uno o più piatti del dispositivo 4 stesso. La pressione all'interno del dispositivo 4 per lo strippaggio viene solitamente mantenuta inferiore o uguale a lOmmHg (vantaggiosamente, inferiore o uguale 6mmHg; più vantaggiosamente, inferiore o uguale a 4mmHg; ancora più vantaggiosamente, inferiore o uguale a 2mmHg; in particolare, da 0,lmmHg). In particolare, la pressione all'interno del dispositivo 4 per 10 strippaggio è sostanzialmente uguale alla pressione all'interno del riscaldatore 3.
Secondo alcune forme d'attuazione, il fluido di strippaggio (allo stato gassoso o allo stato liquido) viene introdotto nel dispositivo 4 direttamente nella composizione di base (ad esempio mediante gorgogliamento -quando il fluido di strippaggio è allo stato gassoso).
Vantaggiosamente, il fluido di strippaggio viene introdotto allo stato liquido (preferibilmente riscaldato a temperatura inferiore alla sua temperatura di ebollizione). In questo caso, l'evaporatore 6 è assente ovvero non porta 11 fluido di strippaggio ad una temperatura tale da essere in fase gassosa (in questo caso, pertanto, funge da semplice riscaldatore) alla pressione interna del dispositivo 4.
In uso (all'interno del dispositivo 4), la composizione di base cede alla fase gassosa (o al fluido di strippaggio) una propria prima porzione (nell'esempio di specie, contenente acidi grassi liberi ed altre sostanze volatili). La composizione di base trattata (olio deodorizzato e/o deacidificato) lascia il dispositivo 4 per lo strippaggio dal basso (in fase liquida). In particolare, la composizione di base trattata lascia il dispositivo 4 attraverso un condotto 4a. Una miscela di separazione comprendente il fluido di strippaggio e la menzionata prima porzione della composizione di base lascia il dispositivo 4 per lo strippaggio dall'alto (in fase gassosa). Tale miscela viene avviata attraverso un condotto 8 ad un condensatore 9.
Vantaggiosamente, tra il dispositivo 4 ed il condensatore 9 non è interposto alcun dispositivo atto a variare la pressione (in particolare, atto ad aumentare la pressione nel condensatore 9 rispetto al dispositivo 4) (il dispositivo 4 ed il condensatore 9 sono direttamente collegati).
Secondo la forma d'attuazione illustrata, il condensatore 9 è del tipo a miscela in controcorrente con ricircolo di parte del fluido condensato
La temperatura del condensatore 9 è tale da causare la condensazione di almeno parte della miscela di separazione (più precisamente, almeno parte del fluido di strippaggio ed almeno parte della prima porzione della composizione di base). La temperatura del condensatore 9 è tale da causare la condensazione di almeno la maggior parte, in particolare la (quasi) totalità, del fluido di strippaggio e di almeno (la maggior; in particolare, la quasi totalità) parte della prima porzione della composizione di base contenuta nella miscela di separazione.
La temperatura del condensatore 9 è tale da causare la condensazione di eventuali condensabili provenienti dal riscaldatore 3.
Tipicamente, all'interno (in particolare, all'uscita della fase gassosa) del condensatore 9 la temperatura è da 4°C. In particolare, all'interno (in particolare, all'uscita della fase gassosa) del condensatore 9 la temperatura è di almeno 12°C. All'interno (in particolare, all'uscita della fase gassosa) del condensatore 9 la temperatura è fino a 160°C (in particolare, fino a 150°C).
Vantaggiosamente, la temperatura della fase liquida in uscita dal condensatore è di almeno circa 50°C (in modo da evitare la solidificazione degli acidi grassi).
La pressione all'interno del condensatore 9 viene solitamente mantenuta inferiore o uguale a lOmmHg.
Vantaggiosamente, la pressione all'interno del condensatore 9 viene mantenuta inferiore o uguale a 6mmHg). Più vantaggiosamente, la pressione all'interno del condensatore 9 viene mantenuta inferiore o uguale a 4mmHg (ancora più vantaggiosamente, inferiore o uguale a 2mmHg; in particolare, da 0,01mmHg). In particolare, la pressione all'interno del condensatore 9 è inferiore o uguale alla pressione all'interno del dispositivo 4 per lo strippaggio (e del riscaldatore 3). In questa maniera, non è necessario prevedere alcun apparato per imporre una differente (in particolare, maggiore) pressione nel condensatore 9 rispetto al dispositivo 4. Ciò determina una riduzione dei costi per la realizzazione e per il funzionamento dell'impianto 1 rispetto agli impianti in uso.
L'impianto 1 comprende, inoltre, un gruppo di aspirazione 10 (in particolare, un gruppo di vuoto comprendente un sistema di pompaggio) il quale è atto a portare la pressione all'interno del condensatore 9 e del dispositivo 4 per lo strippaggio (e del riscaldatore 3) ai valori sopra indicati. Più precisamente, il gruppo di aspirazione 10 è collegato (attraverso un condotto 11) al condensatore 9, il quale, pertanto, è interposto tra (il dispositivo 3) il dispositivo 4 ed il gruppo di aspirazione 10.
Secondo alcune forme d'attuazione il gruppo di aspirazione 10 (di tipo di per sé noto) comprende almeno una pompa (tipicamente, una pompa a lobi - Roots): più precisamente il gruppo di aspirazione 10 comprende più pompe meccaniche e condensatori posti in serie o un sistema ad eiettori a vapore e condensatori (e pompa ad anello liquido) posti in serie (nell'esempio di specie il gruppo di aspirazione 10 comprende due eiettori a vapore posti in serie, un condensatore, una pompa ad anello d'acqua con scambiatore di calore per il raffreddamento di questa ed un separatore atto a separare la fase gassosa dalla fase liquida che viene in parte riciclata nella pompa) (e/o una combinazione di pompe ed eiettori).
In uso, i gas (e/o vapori) che non vengono condensati alle condizioni presenti all'interno del condensatore 9 (nell'esempio di specie, componenti dell'aria ed eventuali vapori di sostanze (maleodoranti) relativamente basso bollenti) vengono portati, attraverso il condotto 11, verso il gruppo di aspirazione 10 lasciando il condensatore 9 dall'alto. Vantaggiosamente, il condensatore 9 è provvisto di un demister attraverso il quale fluiscono tali gas prima di lasciare il condensatore 9. Quanto condensato all'interno del condensatore 9 (il fluido di strippaggio e, nell'esempio di specie, prevalentemente acidi grassi - e sostanze insaponificabili) esce dal basso del condensatore 9 stesso.
Secondo alcune forme di attuazione, il riscaldatore 3 ed il dispositivo 4 di strippaggio (ed il condensatore 9) sono parti di un medesimo dispositivo.
L'impianto 1 comprende, inoltre, un separatore 12, il quale è atto a ricevere quanto condensato dal condensatore 9 (attraverso un condotto 13) ed a separare (o dissociare) il fluido di strippaggio da altri componenti (in particolare, la parte - nell'esempio di specie prevalentemente acidi grassi e sostanze insaponificabili -della prima porzione della composizione di base ancora ad esso associata) . Il separatore 12 può essere di ogni tipo noto adatto allo scopo (in considerazione del tipo di composizione di base, delle condizioni operative dello strippaggio e di fluido di strippaggio utilizzati) . Nell'esempio di specie, il separatore 12 comprende un decantatore, all'interno del quale avviene (semplicemente) una separazione di fase tra una fase costituita (prevalentemente) da glicerina ed una fase costituita prevalentemente da acidi grassi (e sostanze insaponificabili) .
In aggiunta, o in alternativa, a quanto sopra detto, il separatore 12 è atto a separare il fluido di strippaggio (con metodi noti) ad esempio mediante distillazione, centrifugazione, cristallizzazione e/o filtrazione (su membrana) .
Quanto separato dal fluido di strippaggio viene allontanato dal separatore 12 attraverso un condotto 12a.
Il condotto 12a porta ad uno stoccaggio di prodotti (a volte indesiderabili, a volte di particolare interesse).
In alcuni casi, il condensatore 9 ed il separatore 12 sono parti di un medesimo dispositivo.
Secondo la forma d'attuazione illustrata, l'impianto 1 comprende anche un condotto 14 di ricircolo che collega fluidicamente il separatore 12 all'evaporatore 6. In questa maniera, il (almeno parte del) fluido di strippaggio proveniente dal separatore 12 viene riportato (in fase liquida) nell'evaporatore 6 e (successivamente) nuovamente utilizzato per lo strippaggio.
Secondo la forma d'attuazione illustrata, una riserva 15 di fluido di strippaggio è fluidicamente collegata all'evaporatore 6 (in particolare, attraverso il condotto 14). Tale riserva 15 è atta a ripristinare le perdite (e/o gli spillaggi) di fluido di strippaggio che avvengono durante la lavorazione. In particolare, la riserva 15 è fluidicamente collegata al condotto 14 mediante un condotto 16. Vantaggiosamente, il fluido di strippaggio introdotto nel circuito è fluido di strippaggio sostanzialmente privo di acqua e degassato (in condizioni di pressione e temperatura prossime a quelle presenti nel citato degassatore disposto a monte del condotto 2 dell'olio e/o grasso in entrata).
A questo riguardo, è importante sottolineare che (piccole) parti del fluido di strippaggio possono essere spillate e/o andare perse ad esempio durante la condensazione, la separazione e/o lo strippaggio. È anche possibile che piccole frazioni del fluido di strippaggio si degradino e/o reagiscano durante il funzionamento dell'impianto 1.
Secondo alcune forme d'attuazione, possono essere presenti (lungo il condotto 14; ad esempio, in corrispondenza di una derivazione - by-pass - di un tratto del condotto 14) altri dispositivi di purificazione (ad esempio, dispositivi di assorbimento, distillazione, raffreddamento e/o centrifugazione, cristallizzazione e/o filtrazione (su membrana)) per purificare il fluido di strippaggio da impurità. Esempi di impurità sono: prodotti di degradazione (ad es. del fluido di strippaggio stesso e/o della composizione di base); prodotti di reazione (ad es. tra il fluido di strippaggio e la composizione di base); impurità provenienti dalla composizione di base. Nell'esempio di specie, le impurità provenienti dalla composizione di base possono ad esempio essere: pesticidi, policlorobifenili, diossine, idrocarburi aromatici, monogliceridi.
L'impianto 1 è provvisto di un condotto 17 di ritorno per alimentare parte del fluido di strippaggio proveniente dal separatore 12 (in particolare, dal condotto 14) al condensatore 9. Vantaggiosamente, un raffreddatore 18 è disposto lungo il condotto 17 per abbassare la temperatura del fluido di strippaggio (sostanzialmente alla temperatura dei (che si desidera ottenere per i) gas in uscita dal condensatore 9). Più precisamente, il raffreddatore 18 abbassa la temperatura del fluido di strippaggio ad un valore di qualche grado - da 2°C a 10°C - al disotto della temperatura dei gas in uscita dal condensatore 9. Nell'esempio di specie, preferibilmente da 35°C, per mantenere la fluidità della glicerina, a circa 80°C, per condensare gli acidi grassi. Il calore recuperato dal raffreddatore 18 può essere usato all'interno di altre parti dell'impianto 1 (ad esempio per contribuire al riscaldamento del fluido di strippaggio che entra nel circuito e/o del citato degassatore dell'olio e/o grasso in entrata).
In uso, il fluido di strippaggio riportato nel condensatore 9 viene utilizzato come fluido di condensazione (muovendosi in controcorrente rispetto ai gas/vapori basso bollenti).
Secondo alcune non illustrate forme di attuazione, il fluido di strippaggio e scelto in modo tale che sia possibile condensare la maggior parte del (in particolare tutto il) fluido di strippaggio nel condensatore 9, senza che condensi alcun componente della prima porzione della composizione di base. La prima porzione viene perciò allontanata dall'impianto attraverso il gruppo di pompaggio 10. In tali forme di attuazione l'impianto non necessita del separatore 12, il fluido di strippaggio condensato nel condensatore 9 viene (direttamente) in parte inviato all'evaporatore 6 ed in parte riciclato, attraverso il raffreddatore 18, nel condensatore 9 stesso.
Secondo alcune non illustrate forme d'attuazione, lungo il condotto 4a è disposto un dispositivo di raffreddamento, in corrispondenza del quale la composizione proveniente dal dispositivo 4 viene raffreddata (ed eventualmente, quando si desidera completare la deodorizzazione della composizione di base, trattata sottovuoto con piccole quantità di fluido di strippaggio), vantaggiosamente per scambio termico con la composizione di base da trattare proveniente dal degassatore dell'olio e/o grasso in entrata e destinata al riscaldatore 3.
Secondo alcune forme di attuazione il dispositivo 4 (il dispositivo di raffreddamento) ed il riscaldatore 3 sono parti di un medesimo dispositivo.
La variante della figura 2 è relativa ad un impianto 1', il cui schema è simile a quello dell'impianto 1, dal quale differisce per il fatto che, il dispositivo 4 lavora in controcorrente ed il fluido di strippaggio viene alimentato dal basso del dispositivo 4 stesso; per il fatto che l'evaporatore 6 è sostituito da un miscelatore (e riscaldatore) 6' collegato al condotto 4a per mezzo di un condotto 4'a; per il fatto che un condotto 17' ed il raffreddatore 18 rispettivamente riciclano (prelevandolo da un condotto 13') e raffreddano (direttamente) parte del condensato di un condensatore 9' (che è convogliato ad uno stoccaggio, attraverso il citato condotto 13', senza passaggio per un separatore); per il fatto che un condotto 14' collega direttamente un condensatore 9" al miscelatore (e riscaldatore) 6'; per il fatto che non è presente il separatore 12; e per il fatto che è presente un serbatoio 20, per la raccolta del fluido di strippaggio spillato, collegato al condotto 14' per mezzo di un condotto 19.
Si noti, inoltri, che l'impianto 1' (anziché un unico condensatore 9) comprende due condensatori 9' e 9" disposti in serie (uno a valle dell'altro) tra il dispositivo 4 di strippaggio ed il gruppo di aspirazione 10.
Le parti dell'impianto 1' sono contrassegnate con gli stessi numeri di riferimento che contraddistinguono le corrispondenti parti dell'impianto 1.
Inoltre, laddove non venga specificato il contrario, le condizioni operative (ad esempio pressione e temperatura) ed eventualmente il funzionamento di parti dell'impianto 1 sono le medesime delle corrispondenti parti (eventualmente identificate con il medesimo numero di riferimento) dell'impianto 1.
Il dispositivo 4 per lo strippaggio comprende una colonna a riempimento (strutturato). Questo tipo di colonna è particolarmente adatto alla deacidificazione. Le colonne a riempimento possono essere usate per la deodorazione in associazione a porzioni di colonna a piatti e/o a sezioni di raffreddamento in cui l'olio permane a lungo, venendo trattato con piccole quantità di fluido di strippaggio, in condizioni di vuoto.
Il condensatore 9' è sostanzialmente uguale al condensatore 9 dell'impianto 1, il condensatore 9" è un condensatore a superficie. Il condensatore 9" viene mantenuto ad una temperatura inferiore alla temperatura a cui viene mantenuto il condensatore 9'.
L'impianto 1' viene vantaggiosamente utilizzato per la deacidificazione (raffinazione fisica) di un olio e/o grasso (composizione di base). L'olio e/o grasso è, vantaggiosamente, degommato.
Secondo alcune forme d'attuazione (ad esempio nel caso in cui la composizione di base è olio e/o grasso ed il fluido di strippaggio è dodecano), il condensatore 9' opera ad una temperatura da 60°C a 80°C. Il condensatore 9" opera ad una temperatura compresa tra 15°C e 50°C e tale da far condensare il dodecano alla pressione vigente nel condensatore stesso.
I condensatori 9' e 9" sono tra loro fluidicamente collegati mediante un condotto 11'. Il condensatore 9" è fluidicamente collegato al gruppo di aspirazione 10 attraverso un condotto 11.
In uso, una parte della prima porzione della composizione di base (nell'esempio di specie, prevalentemente acidi grassi) condensa in corrispondenza del condensatore 9' e viene prelevata dal (fondo del) condensatore 9' stesso e convogliata attraverso il condotto 13', dove una porzione viene prelevata dal condotto 17' e riciclata (dall'alto) nel condensatore 9' attraverso il raffreddatore 18, che ne abbassa la temperatura sostanzialmente alla temperatura (vantaggiosamente, qualche grado in meno) dei (che si desidera ottenere per i) gas in uscita dal condensatore 9'. Il fluido di strippaggio e le frazioni non condensate della prima porzione della composizione di base escono dal (dalla testa del) condensatore 9' e vengono portati, attraverso il condotto 11', al condensatore 9" dove il fluido di strippaggio viene condensato mentre componenti dell'aria ed eventuali vapori di sostanze (maleodoranti) relativamente basso bollenti vengono portati, attraverso il condotto 11, verso il gruppo di aspirazione 10. Vantaggiosamente, il condensatore 9" è provvisto di un demister attraverso il quale fluiscono tali componenti dell'aria ed eventuali vapori prima di lasciare il condensatore 9".
Il fluido di strippaggio lascia il condensatore 9" dal basso. Il (parte del) fluido di strippaggio raggiunge il miscelatore (e riscaldatore) 6' attraverso il condotto 14'.
Si noti che il prodotto portato allo stoccaggio attraverso il condotto 13' è, a volte di minore interesse, a volte di maggiore interesse.
In uso, una porzione della composizione di base trattata raggiunge, attraverso il condotto 4'a, il miscelatore (e riscaldatore) 6' ove viene miscelata sotto pressione, al fluido di strippaggio allo stato liquido. La miscela (riscaldata ad una temperatura prossima alla temperatura - in particolare, da 160°C a 260°C - di immissione della composizione di base nel dispositivo 4) sotto pressione, ad una pressione (superiore alla tensione di vapore del fluido di strippaggio alla temperatura della miscela stessa) sufficiente ad impedire la vaporizzazione del fluido di strippaggio, raggiunge, attraverso il condotto 7, il dispositivo 4 dove il fluido di strippaggio vaporizza.
Secondo alcune non illustrate forme di attuazione, il (parte del) fluido di strippaggio spillato, raccolto nel serbatoio 20, viene purificato con metodi noti (ad esempio assorbimento, distillazione, raffreddamento e/o centrifugazione, cristallizzazione e/o filtrazione (su membrana)) e convogliato nella riserva 15 di fluido di strippaggio.
Secondo alcune non illustrate forme d'attuazione, lungo il condotto 2 è disposto un dispositivo di scambio di calore in corrispondenza del quale vantaggiosamente la composizione di base da trattare, proveniente dal degassatore (dell'olio e/o grasso in entrata) e destinata al riscaldatore 3, viene riscaldata per scambio termico con la composizione di base trattata proveniente dal dispositivo 4 (lungo il condotto 4a).
Si noti che le descrizioni degli impianti 1 ed 1' sono schematiche (limitate alle parti dell'impianto attraversate dalla composizione di base e/o da porzioni di questa e/o dal fluido di strippaggio) e che, tra l'altro, per permettere il corretto funzionamento degli impianti l e i', sono previsti uno o più controlli, valvole ecc..
Secondo un aspetto della presente invenzione, viene fornito un metodo di trattamento di una composizione di base. La composizione di base è, preferibilmente, definita come sopra descritto.
In particolare, il metodo può essere atto a purificare la composizione di base e/o ad separare dalla composizione di base prodotti (minoritari) di interesse (come ad es.
steroli, squalene, tocoferoli, acidi grassi). Più specificamente, il metodo può essere atto a deacidificare (e/o a deodorizzare) oli e/o grassi.
Il metodo comprende una fase di strippaggio, durante la quale la composizione di base (in fase liquida) ed il fluido di strippaggio vengono tra loro posti in contatto ed almeno parte del (sostanzialmente tutto il) fluido di strippaggio forma assieme ad una prima porzione (relativamente volatile) della composizione di base una miscela di separazione, che si allontana in fase gassosa dalla composizione di base in fase liquida in corrispondenza di una zona di strippaggio.
Laddove il fluido di strippaggio venga introdotto (o immesso) in fase liquida nella composizione di base è possibile migliorare la miscelazione con quest'ultima e, conseguentemente, rendere l'allontanamento della prima porzione più efficiente. In particolare, l'efficienza è data dal rapporto tra quantità di prima porzione allontanata e quantità di fluido di strippaggio utilizzata.
L'introduzione del fluido di strippaggio in fase gassosa evita il raffreddamento della composizione di base, dovuto all'assorbimento da questa del calore di evaporazione da parte del fluido di strippaggio. In caso di introduzione del fluido di strippaggio in fase liquida è possibile predisporre dei sistemi di riscaldamento della composizione di base (ad esempio serpentine a vapore (surriscaldato) o riscaldatori elettrici, in prossimità del punto - o dei punti - di introduzione del fluido di strippaggio nella composizione di base).
Il metodo comprende anche una fase di condensazione, durante la quale la miscela di separazione in fase gassosa viene portata ad una temperatura ed una pressione tali per cui almeno parte della prima porzione della composizione di base ed almeno parte del (in particolare, la maggior parte del; più precisamente, sostanzialmente tutto il) fluido di strippaggio condensano in corrispondenza di una zona di condensazione differente dalla zona di strippaggio.
Il citato metodo può essere realizzato in impianti semi-continui, continui o di tipo batch. Vantaggiosamente, il metodo dell'invenzione è realizzato in impianti continui o semi-continui e non presenta limitazioni rispetto alle direzioni (o versi) rispettive di flusso dei fluidi nella zona di strippaggio (in particolare, in un dispositivo di strippaggio; tipicamente, una colonna di strippaggio (o un sistema a più recipienti)) che può essere ad esempio di tipo in equicorrente, in controcorrente, cross-flow o misto.
Secondo specifiche forme d'attuazione, il citato metodo è realizzato in uno degli impianti sopra descritti con riferimento alle figure da 1 a 3. In particolare nelle figure 1 e 2, il dispositivo 4 per lo strippaggio definisce la zona di strippaggio ed il condensatore 9 (i condensatori 9 e 9") definisce la zona di condensazione.
La fase di strippaggio avviene ad una temperatura da circa 150° a circa 280°C, vantaggiosamente da circa 160° a circa 260°C.
La pressione, durante la fase di strippaggio, è inferiore o uguale a lOmmHg. Vantaggiosamente, la pressione, durante la fase di strippaggio, è inferiore o uguale a 6mmHg), in particolare inferiore o uguale a 4mmHg. Vantaggiosamente, la pressione, durante la fase di strippaggio, è inferiore o uguale a circa 2mmHg. Normalmente, la fase di strippaggio avviene ad una pressione di almeno circa 0,05mmHg (in particolare, almeno circa 0,lmmHg).
La quantità di fluido di strippaggio necessaria può venire calcolata, utilizzando formule note, in funzione delle concentrazioni iniziale e finale del/i componente/i da asportare. Ad esempio per impianti batch o cross-flow, può essere utilizzata la cosiddetta "formula di Bailey", una cui versione non semplificata (e completata da altri autori) viene riportata qui di seguito:
in cui
S = quantità di fluido di strippaggio [mol] P = pressione totale nel sistema [unità di pressione] O = quantità di olio processato [mol]
Pv= tensione di vapore del componente volatile allo stato puro [stesse unità di pressione rispetto a P]
VS= quantità di componente volatile prima dello strippaggio [mol]
Ve= quantità di componente volatile dopo lo strippaggio [mol]
E = efficienza di vaporizzazione (definita come il rapporto tra la pressione parziale (Pvs) del componente volatile nella miscela di separazione e la pressione parziale (PVf) che lo stesso componente volatile avrebbe all'equilibrio con la composizione di base), è funzione della natura del componente volatile, della distanza che le bolle di fluido di strippaggio percorrono attraverso la composizione di base e delle dimensioni delle bolle, può essere ottenuta sperimentalmente ed è espressa dall'equazione :
m cui
PVs= pressione parziale del componente volatile nella miscela di separazione
PVf= pressione parziale che lo stesso componente volatile avrebbe all'equilibrio con la composizione di base L = spessore dello strato di composizione di base attraversato dalle bolle di fluido di strippaggio
D = diametro delle bolle
K = costante caratteristica del componente volatile determinata dalla sua velocità di diffusione allo stato di vapore .
Un metodo per misurare l'efficienza di vaporizzazione è indicato in "Laboratory Deodorizer with a Vaporization Efficiency of Unity", Szabó Sarkadi, D.fJ. Am. Oil Chem. Soc. 35:472475 (1958).
Il valore dell'efficienza di vaporizzazione è normalmente (in dispositivi di strippaggio moderni, correttamente dimensionati) compreso tra 0.7 ed 0.9. Esistono, tuttavia, casi in cui l'efficienza di vaporizzazione è maggiore di 1.
Tale "formula di Bailey" può essere usata per ottenere indicazioni approssimate anche per sistemi continui in controcorrente ed equicorrente.
Nella pratica, spesso per la progettazione di impianti si può fare riferimento a tabelle ricavate sperimentalmente. Gli specifici parametri operativi del processo possono essere regolati in funzione di prove sperimentali .
Secondo alcune forme d'attuazione, la fase di strippaggio avviene nel dispositivo 4 di strippaggio.
La fase di condensazione avviene a temperature inferiori alla temperatura a cui avviene la fase di strippaggio.
La fase di condensazione può essere suddivisa in più sottofasi (operanti a temperature decrescenti). Ciascuna delle sottofasi di condensazione avviene ad una temperatura tale che la tensione di vapore delle sostanze che in essa condensano è sostanzialmente inferiore alla pressione vigente nel dispositivo 4.
Le tensioni di vapore in funzione della temperatura di molti composti volatili presenti negli oli o grassi, rimossi in deodorizzazione e non, sono disponibili nella letteratura specializzata. Ad esempio in: Stage, H. 1956, "Fette, Seifen, Anstrichmittel" ed in "Bailey's Industrial OH and Fat Products" Sixth Edition, Vol. 5, pag 345. Secondo alcune forme d'attuazione, la temperatura massima a cui può avvenire (almeno parte de) la fase di condensazione può venire calcolata mediante l'equazione di Clausis-Clapeyron.
In particolare, la temperatura a cui avviene la fase condensazione (durante la quale condensa almeno parte del fluido di strippaggio) è inferiore alla temperatura indicata (in K) dalla seguente espressione (ottenuta per integrazione dell'equazione di Clausius-Clapeyron operata supponendo: ΔΗ = costante nell'intervallo di T e P considerato; V molare fase condensata trascurabile; V molare fase gassosa = RT/P - vale a dire gas perfetto):
in cui T1 la te mperatura durante la fase di strippaggio (in K), P1 indica la pressione durante la fase di strippaggio, P2indica la pressione durante la fase di condensazione (P1 e P2sono espresse nella stessa unità di misura), R indica la costante dei gas perfetti (8,314 J mol<- 1>K<- 1>), ΔHvapindica l'entalpia molare di vaporizzazione (in J mol<- 1>) del fluido di strippaggio.
I valori dell'entalpia di vaporizzazione della glicerina e di alcuni glicoli, nell'intervallo di temperature di interesse, sono disponibili nel "Dortmund Data Bank". Altri dati di entalpia di vaporizzazione, ad esempio per vari idrocarburi, sono riportati in "Perry 's Chemical Engineers ' Handbook", 8th Edn, McGraw-Hill , New York , 2008. L'entalpia di vaporizzazione può essere stimata, a partire da dati sperimentali, utilizzando un'equazione della tensione di vapore, derivata dall'equazione di Clausius-Clapeyron . Esistono inoltre metodi predittivi che consentono di stimare il valore dell'entalpia di vaporizzazione alla temperatura di ebollizione normale, basati sulla conoscenza delle costanti critiche, calcolabili a loro volta attraverso metodi di contributi di gruppo. Una raccolta critica di metodi per il calcolo dell'entalpia di vaporizzazione a temperatura di ebollizione normale è presentata in "Evaluation of correlations for prediction of thè normal boiling enthalpy", I. Cachadina, A. Mulero, Fluid Phase Equilibria, Volume 240, n° 2, 24 February 2006, pp . 173-178. Applicando la correlazione di Watson è possibile ottenere il valore dell'entalpia di vaporizzazione a temperature diverse dalla temperatura di ebollizione normale a partire dal valore dell'entalpia di vaporizzazione a quest'ultima.
In aggiunta o in alternativa, la temperatura a cui avviene la condensazione è inferiore alla temperatura determinata (per almeno un componente della miscela di separazione; in particolare, un componente del fluido di strippaggio) mediante l'equazione di Antoine. L'equazione di scrive (isolando la temperatura):
in cui:
■ P° è la pressione di vapore del componente puro,
■ T è la temperatura da determinare,
■ A, B e C sono costanti che dipendono dalla natura del componente.
■ T e P° sono indicate nelle stesse unità utilizzate nel calcolo delle costanti (normalmente tabulate per mmHg e °C e per l'uso di logaritmi decimali)
I valori dei parametri (A, B e C) dell'equazione di Antoine possono essere calcolati quando siano disponibili dati sperimentali. Esistono, inoltre, vari database contenenti i parametri dell'equazione di Antoine e/o dati per calcolarli, ad esempio il "Dortmund Data Bank" contiene dati sperimentali, strutture molecolari e parametri ausiliari per più di 20.000 sostanze chimiche di interesse industriale. Lo "Yaws' Handbook of Antoine Coefficients for Vapor Pressure (2nd Electronic Edition) " (Yaws, Cari L; Narasimhan, Prasad, K.; Gabbula, Chaitanya, 2009) e il Landolt-Bornstein : Numerical Data and Functional Relationships in Science and Technology - New Series, Subvolume 20B "Vapor Pressure and Antoine Constants for Oxygen Containing Organic Compounds" sono più volte citati in letteratura come fonti di dati riguardanti i componenti di oli e grassi. I parametri di Antoine del dodecano sono forniti da varie fonti, tra le altre da "Vapor-Liquid Equilibria for Pentane Dodecane and Heptane Dodecane at Low Pressures" (Humberto N. Maia de Oliveira, Francisco W. Bezerra Lopes, Afonso A. Dantas Neto, and Osvaldo Chiavone-Filho) e da "TRCHP TABLES, Selected Values of Properties of Hydrocarbons and Related Compounds" (Table 23-2 (1.101)-kP page 2), API Research Project 44, June 1974, Texas A&M. Valori dei parametri di Antoine per 5000 composti organici (tra i quali la glicerina, il dodecano e vari acidi grassi) sono disponibili sul sito "Iranian Chemical Engineers Portai". Anche il sito del "National Institute of Standards and Technology" americano contiene parametri di Antoine per vari composti chimici.
Vantaggiosamente, la temperatura della fase di condensazione è inferiore alla temperatura determinata con l'equazione Antoine per uno o più componenti (in particolare, almeno parte del fluido di strippaggio) che definiscono la maggior parte della miscela di separazione.
In alcuni casi, la temperatura della fase di condensazione è inferiore alla temperatura determinata con l'equazione Antoine per la maggior parte dei (in particolare tutti i) componenti della miscela di separazione.
In particolare, la fase di condensazione avviene ad una temperatura di (almeno 4°C, vantaggiosamente) almeno 12°C (più precisamente, almeno circa 15°C).
Vantaggiosamente, la fase di condensazione avviene ad una temperatura di almeno circa 45°C (più precisamente, almeno circa 50°C). In questo modo, quando la composizione di base è un olio e/o grasso, si evita la solidificazione di acidi grassi. Inoltre, il raffreddamento a queste temperature può essere effettuato senza fare uso di pompe frigorifere (per semplice scambio termico diretto o indiretto con l'ambiente).
Qualora invece si voglia realizzare (parte de) la condensazione a temperature non ottenibili per (semplice) scambio termico con l'ambiente è possibile utilizzare un dispositivo frigorifero che, direttamente o indirettamente, abbassi la temperatura nel condensatore (9; 9', 9").
Secondo alcune forme d'attuazione, la fase di condensazione avviene ad una temperatura fino a 150° (più precisamente, fino a 140°C) . Vantaggiosamente, (almeno parte de) la fase di condensazione avviene ad una temperatura fino a 100° (più precisamente, fino a 80°C).
La fase di condensazione viene realizzata ad una pressione inferiore (o uguale) alla pressione a cui viene realizzata la fase di strippaggio.
La pressione, durante la fase di condensazione, è inferiore a 20mmHg, in particolare inferiore o uguale a lOmmHg. Vantaggiosamente, la pressione, durante la fase di condensazione, è inferiore o uguale a circa 6mmHg (più precisamente, inferiore o uguale a 2mmHg). Normalmente, la fase di condensazione avviene ad una pressione di almeno circa 0,01mmHg (in particolare, almeno circa 0,05mmHg; più precisamente, almeno circa 0,1mmHg).
Vantaggiosamente, la fase di strippaggio e la fase di condensazione vengono realizzate sostanzialmente alla medesima pressione.
Tuttavia, secondo alcune forme d'attuazione (come ad esempio quelle illustrate nelle figure 1 e 2), la fase di condensazione avviene ad una pressione (leggermente) inferiore alla pressione a cui avviene la fase di strippaggio. Questo accade poiché il condensatore 9 (ovvero 9' e 9") è interposto tra il gruppo d'aspirazione 10 ed il dispositivo 4 di strippaggio. Pertanto, la depressione generata dal gruppo di aspirazione 10 diminuisce (per perdita di carico) passando (attraverso il condotto 8 ed) attraverso il condensatore 9 (ovvero 9 e 9"). Pertanto, la fase di condensazione avviene ad una pressione inferiore o uguale alla pressione a cui avviene la fase di strippaggio.
Durante la (al termine della) fase di condensazione il (almeno - la maggior - parte del) fluido di strippaggio si porta in fase liquida.
Secondo specifiche forme d'attuazione, durante la (al termine della) fase di condensazione la (almeno parte della) prima porzione si porta in fase liquida.
Vantaggiosamente, il fluido di strippaggio è sostanzialmente privo di acqua. In particolare, il fluido di strippaggio comprende (più precisamente, è costituito da) un fluido organico.
È importante notare che la somma delle pressioni parziali del fluido di strippaggio e dei componenti della composizione di base nella miscela di separazione è superiore alla pressione della fase di strippaggio (applicata dal sistema di vuoto). In altre parole il fluido di strippaggio viene selezionato in modo che, alla temperatura di strippaggio, la somma delle pressioni parziali del fluido di strippaggio e dei componenti della miscela di separazione nella composizione di base è superiore alla pressione della fase di strippaggio (applicata dal sistema di vuoto).
Il fluido di strippaggio presenta una tensione di vapore (misurata alla temperatura a cui avviene la condensazione del fluido di strippaggio stesso; più precisamente, ad una temperatura da circa 4°C (in particolare, da circa 12°C) a circa 150°C), inferiore alla pressione a cui avviene la fase di condensazione (in particolare, a 12°C - vantaggiosamente, a 20°C - possiede una tensione di vapore inferiore a lOmmHg).
Vantaggiosamente, il fluido di strippaggio presenta una tensione di vapore (misurata alla temperatura a cui avviene la fase di strippaggio; più precisamente, ad una temperatura da circa 150° a circa 280°C), uguale o superiore (più precisamente superiore) alla pressione a cui avviene la fase di strippaggio (in particolare, superiore a 0,05mmHg alla temperatura di 280°C (in alcuni casi, alla temperatura di 260°C)).
Vantaggiosamente, il fluido di strippaggio ha una tensione di vapore, (misurata) ad una temperatura da circa 4°C (in particolare, da circa 12°C) a circa 150°C (più precisamente alla temperatura a cui ne avviene la condensazione) inferiore alla pressione a cui avviene la fase di strippaggio (più precisamente, inferiore a circa lOmmHg).
Qualora il dato non sia disponibile in letteratura, la tensione di vapore può essere misurata utilizzando la metodologia descritta nella norma ASTM E1194 - 07 e/o ASTM D 2879. Laddove non sia possibile con queste od altre tecniche misurare la tensione di vapore ad una determinata temperatura, la tensione di vapore a quella temperatura può essere calcolata mediante l'equazione di Antoine già citata. In questo caso P° è la tensione di vapore da determinare e T è la temperatura alla quale tale tensione di vapore deve essere determinata.
Il fluido di strippaggio è sostanzialmente stabile alle condizioni operative dell'impianto. Vantaggiosamente, il fluido di strippaggio è sostanzialmente stabile fino ad almeno 200°C (da 4°C, in particolare da 12°C). Più precisamente, il fluido di strippaggio è sostanzialmente stabile fino ad almeno 180°C. Vantaggiosamente, il fluido di strippaggio è sostanzialmente non reattivo con i componenti della composizione di base. Vantaggiosamente, dovrebbe essere evitato l'uso di condizioni operative e/o la presenza di sostanze che possano causare o catalizzare reazioni di degradazione del fluido di strippaggio o reazioni indesiderate tra questo e la composizione si base (ad esempio reazioni di alcoli o polioli con acidi grassi). Qualora tali reazioni rappresentino un problema, e l'uso dei prodotti in uscita dall'impianto lo consenta, è possibile prevedere l'utilizzo di inibitori delle reazioni stesse.
Vantaggiosamente (poiché la quantità di fluido di strippaggio necessaria è direttamente proporzionale al suo peso molecolare), il fluido di strippaggio presenta un basso peso molecolare.
Vantaggiosamente, il fluido di strippaggio è facilmente separabile dalla rimanente parte della miscela di separazione.
Vantaggiosamente, il fluido di strippaggio è compatibile con l'uso alimentare.
Esempi non esaustivi di sostanze che possono essere usate come fluidi di strippaggio (in particolare nella deacidificazione e nella deodorizzazione degli oli e/o grassi) sono:
- dioli, trioli e tetroli con numero di atomi di carbonio inferiore o uguale a 12 e loro C1-C6alchil-eteri - alcoli con numero di atomi di carbonio da 6 a 16 - chetoni con numero di atomi di carbonio da 7 a 16 - eteri con numero di atomi di carbonio da 8 a 16 idrocarburi con numero di atomi di carbonio da 10 a 18 (in particolare, a 16)
- glicoli poliossialchilenici C4-C16, presentanti da 2 a 6 unità ossialchileniche tra loro legate (attraverso l'atomo di ossigeno).
I glicoli poliossialchilenici presentano un gruppo alchilico terminale o un idrogeno terminale legato a una unità ossialchilenica (attraverso l'ossigeno); ed un alchile terminale o un ossidrile terminale opposto al gruppo alchilico o idrogeno terminale.
I glicoli poliossialchilenici (in altre parole) presentano ad una estremità della catena un gruppo idrossile o un gruppo alcossile, legato a (un carbonio di) una unità ossialchilenica, ed all'altra estremità della catena un idrogeno o un gruppo alchile legato (sia l'idrogeno che il gruppo alchile) all'ossigeno di una unità ossialchilenica.
Nel presente testo "Cx-Cy" viene riferito ad un gruppo o molecola che si intende come presentante da x ad y atomi di carbonio.
In alcuni casi, il fluido di strippaggio comprende (è) almeno un composto scelto nel gruppo consistente di: composti di-ossigenati C2-C14, composti tri-ossigenati C3-C13, composti tetra-ossigenati C4-C12, idrocarburi alifatici o cicloalifatici (lineari o ramificati) C10-C16, eteri C10-C16, glicoli poliossialchilenici C4-C16(ed, eventualmente in particolari casi, alcoli o chetoni .
Secondo alcune forme d'attuazione, i composti di-ossigenati presentano la
in cui R<1>ed R<2>sono scelti, ciascuno indipendentemente dall'altro, nel gruppo consistente di: H, alchile
R<3>ed R<4>sono scelti, ciascuno indipendentemente dall'altro, nel gruppo consistente di: H, alchile C1-C12;
R<3>è scelto nel gruppo consistente di: legame diretto tra i due carboni adiacenti, alchilene C1-C12.
Secondo alcune forme d'attuazione, i composti triossigenati presentano la
in cui R<1>, R<2>ed R<6>sono scelti, ciascuno indipendentemente dagli altri, nel gruppo consistente di: H, alchile Ci-C6;
R<7>ed R<10>sono scelti, ciascuno indipendentemente dall'altro, nel gruppo consistente di: H, alchile C1-C10;
R ed R sono scelti, ciascuno indipendentemente dall'altro, nel gruppo consistente di: legame diretto tra i due carboni adiacenti, alchilene C1-C10;
Secondo alcune forme d'attuazione, i composti tetraossigenati presentano
in cui R<1>, R<2>R<6>ed R<11>sono scelti, ciascuno indipendentemente dagli altri, nel gruppo consistente di: H, alchile C1-C5;
R<12>ed R<16>sono scelti, ciascuno indipendentemente dall'altro, nel gruppo consistente di: H, alchile C1-C8;
R<13>, R<14>, ed R<13>sono scelti, ciascuno indipendentemente dagli altri, nel gruppo consistente di: legame diretto tra i due carboni adiacenti, alchilene C1-8e;
Secondo alcune forme d'attuazione, gli eteri presentano la struttura R<A>-0-R<B>, in cui R<A>ed R<B>sono alchili;
Secondo alcune forme d'attuazione, i glicoli poliossialchilenici presentano la seguente struttura: R<x>-O-(R<Y>-O)m-R<z>, in cui
R<x>ed R<z>sono scelti, ciascuno indipendentemente dall'altro, nel gruppo consistente di: H, alchile C1-C12; m è un numero intero da 2 a 5;
ciascun R<Y>, indipendentemente dagli altri R<Y>, è un alchilene C2-C3.
Secondo alcune vantaggiose forme d'attuazione, il fluido di strippaggio comprende (è) un composto scelto nel gruppo consistente di: glicole etilenico, glicole propilenico, glicerina, glicole dietilenico (3-ossa-1,5-pentandiolo), dodecano. Vantaggiosamente, il fluido di strippaggio comprende (è) glicerina.
La composizione di base comprende una seconda porzione, la quale presenta una tensione di vapore, (misurata) ad una temperatura da circa 150° a circa 280°C (più precisamente, alla temperatura a cui avviene la fase di strippaggio) , inferiore alla pressione di strippaggio, in particolare inferiore a 0,lmmHg (più precisamente, inferiore a 0,05mmHg) .
Più precisamente, la composizione di base comprende delle specie chimiche (principalmente trigliceridi ) che presentano una tensione di vapore (nella composizione di base o nella seconda porzione) , (misurata) ad una temperatura da circa 150° a circa 280°C (più precisamente, alla temperatura a cui avviene la fase di strippaggio) , sostanzialmente nulla (vale a dire sono sostanzialmente non volatilizzabili in tali condizioni) . Tali specie chimiche costituiscono (o definiscono) la seconda porzione della composizione di base
La seconda porzione corrisponde alla composizione di base trattata e viene recuperata dopo che la miscela di separazione è stata allontanata.
Vantaggiosamente, la seconda porzione è una porzione maggioritaria della composizione di base. In altre parole, la seconda porzione è presente, nella composizione di base da trattare, in quantità ponderale superiore alla prima porzione .
La prima porzione (in altre parole) è una porzione minoritaria della composizione di base. In altre parole, la prima porzione è presente in quantità ponderale inferiore alla seconda porzione.
Secondo alcune forme d'attuazione, la composizione di base è prevalentemente una miscela di lipidi e prodotti della loro idrolisi. In particolare, come sopra accennato, la composizione di base è un olio (o un grasso) (di origine biologica). In alternativa (o in aggiunta), la composizione di base è una miscela di oli e/o grassi (di origine biologica).
In questi casi, normalmente, il metodo viene utilizzato per ridurre l'acidità e/o l'odore della composizione di base (e/o per estrarre da essa componenti indesiderati - ad esempio PCB, diossine, pesticidi ecc. - o di particolare interesse - ad esempio steroli, tocoferoli, squalene). Secondo alcune forme d'attuazione, vengono asportati dalla miscela di base (una parte rilevante de) gli acidi grassi e/o (una parte rilevante de) i composti maleodoranti contenuti nella composizione di base.
In alcuni casi, il metodo comprende anche (almeno) una fase di dissociazione, durante la quale la miscela di separazione viene trattata in modo che la prima porzione della composizione di base (la porzione che è stata allontanata dalla composizione di base, vale a dire quando la composizione di base è un olio e/o un grasso una miscela di acidi grassi e composti volatili) ed il fluido di strippaggio vengono tra loro allontanati.
Secondo alcune forme d'attuazione, la fase di dissociazione è successiva alla fase di condensazione e prevede il trattamento della miscela di separazione in fase liquida. Più precisamente, solo la parte della prima porzione che si è condensata contestualmente al fluido di strippaggio (nella stessa sottofase) viene allontanata da questo durante la fase di dissociazione. Gli altri componenti, sono già stati allontanati durante la fase di condensazione (non essendosi condensati - o essendosi condensati in sottofasi diverse).
La fase di dissociazione avviene in corrispondenza di una zona di dissociazione (la quale è, in alcuni casi, definita dal separatore 12) e mediante una qualunque delle metodologie note (ad esempio come sopra identificate con riferimento al separatore 12).
Secondo alcune forme d'attuazione (con particolare riferimento all'impianto 1'), il metodo comprende una prima sottofase di condensazione, durante la quale viene condensata almeno la parte maggioritaria della prima porzione ed almeno una seconda sottofase di condensazione, durante la quale viene (almeno prevalentemente) condensato il fluido di strippaggio. La seconda sottofase di condensazione avviene ad una temperatura inferiore alla temperatura a cui avviene la prima sottofase di condensazione. Le due sottofasi di condensazione avvengono a pressioni circa uguali (e ad una temperatura inferiore alla temperatura a cui avviene la fase di strippaggio). Più precisamente, la seconda sottofase di condensazione avviene ad una pressione inferiore a quella della prima sottofase di condensazione.
La prima sottofase di condensazione avviene in corrispondenza di una prima sottozona di condensazione (la quale è definita del condensatore 9'); la seconda sottofase di condensazione avviene in corrispondenza di una seconda sottozona di condensazione (la quale è definita del condensatore 9") differente dalla prima sottozona di condensazione.
In altre parole, la zona di condensazione comprende una prima sottozona di condensazione, in corrispondenza della quale condensa almeno parte della detta prima porzione; ed una seconda sottozona di condensazione, la quale è differente dalla prima sottozona di condensazione ed in corrispondenza della quale il fluido di strippaggio condensa passando in fase liquida.
Secondo forme d'attuazione non illustrate, le sottofasi di condensazione possono essere più di due. Le diverse sottofasi di condensazione avvengono a temperature (inferiori alla temperatura di strippaggio) in sequenza decrescenti. In altre parole, in una sottofase di condensazione vige una temperatura inferiore a quella della/e sottofase/i a monte di questa e superiore a quella della/e sottofase/i a valle.
Le diverse sottofasi di condensazione avvengono a pressioni (inferiori alla pressione di strippaggio) in sequenza decrescenti.
Vantaggiosamente, la zona di condensazione è compresa tra la zona di strippaggio ed un dispositivo di aspirazione. Il dispositivo di aspirazione mantiene le dette pressioni durante le fasi di strippaggio e condensazione nella zona di strippaggio e, rispettivamente, nella zona di condensazione.
Vantaggiosamente, il metodo comprende una fase di ricircolo, durante la quale (almeno parte del) il fluido di strippaggio, almeno parzialmente separato dalla prima porzione, viene riportato nella zona di strippaggio.
Vantaggiosamente, il metodo comprende, inoltre, una fase di purificazione, durante la quale il fluido di strippaggio (che si trova allo stato liquido) viene separato da impurità (ad es. prodotti di degradazione del fluido di strippaggio e/o prodotti di reazione tra il fluido di strippaggio e la composizione di base e/o impurità provenienti dalla composizione di base)
In particolare, la fase di purificazione avviene dopo che il fluido di strippaggio è stato almeno parzialmente separato dalla prima porzione e prima che il fluido di strippaggio venga riportato nella zona di strippaggio.
Quanto oggetto della presente invenzione presenta notevoli vantaggi rispetto allo stato dell'arte. In particolare e a scopo meramente esemplificativo, citiamo i seguenti:
- i costi per la realizzazione degli impianti e per 1'implementazione del metodo sono relativamente bassi; in particolare, il metodo può essere condotto in impianti ove non è disponibile vapore (in particolare, vapore motore) e che non necessitano perciò di una centrale termica atta a produrlo;
- 1'implementazione del metodo ha un modesto impatto ambientale (in particolare, poiché viene consumata poca energia e vengono prodotte minime quantità di effluenti).
Più specificamente, quanto oggetto della presente invenzione presenta i seguenti vantaggi:
• (non fa o) fa bassissimo uso di vapore (in particolare, vapore motore);
• fa basso uso di elettricità;
• produce minime quantità di effluenti (in particolare, poiché è possibile operare in circuito quasi chiuso);
• non causa idrolisi dei gliceridi;
• richiede bassi investimenti per la realizzazione degli impianti e questi ultimi presentano bassa complessità.
È particolarmente interessante notare che nello stato dell'arte non è possibile identificare soluzioni che prevedano una paragonabile combinazione dei citati vantaggi .
Ulteriori caratteristiche della presente invenzione risulteranno dalla descrizione che segue di alcuni esempi meramente illustrativi e non limitativi.
Esempi
In tutti gli esempi qui di seguito riportati, l'acidità dell'olio è espressa in percentuale in peso di acido oleico rispetto alla massa totale dell'olio trattato e fu misurata, prima e dopo lo strippaggio, utilizzando il metodo NGD C 10-76.
Esempio 1
Questo esempio descrive una prova di deacidificazione di un olio vegetale realizzata senza fluido di strippaggio.
PREPARAZIONE DELL'APPARECCHIATURA: un apparecchiatura di distillazione in vetro costituita tra l'altro da:
A. pallone a 3 colli da 2000 ml;
B. sistema di introduzione glicerina allo stato liquido nella massa dell'olio, costituito da un tubo di immissione gas con valvola e da una buretta ad esso collegata;
C. vuotometro a colonna di mercurio;
D. colonna di Vigreux;
E. cilindro graduato per raccolta condensato formato nella colonna di Vigreux;
F. condensatore a bolle;
G. cilindro graduato per raccolta condensato formato nel condensatore a bolle;
H. pompa a vuoto;
I. termometro vapori;
L. bagno riscaldante;
M. termometro per olio.
L'apparecchiatura fu montata, in modo da ottenere l'impianto schematicamente illustrato nella figura 3, ed isolata con cura per evitare le perdite di calore che avrebbero provocato la condensazione delle sostanze strippate e/o del fluido di strippaggio in zone inopportune.
PREPARAZIONE DEL CAMPIONE DI OLIO DA DEACIDIFICARE: in un matraccio da 1000 mi, 10 ml di acidi grassi bidistillati di oliva furono aggiunti a 990 mi di olio di arachide raffinato commestibile. Dopo opportuna omogeneizzazione del campione, l'acidità fu misurata applicando il metodo NGD sopraindicato. Il valore dell'acidità misurata è riportato nella Tabella 1.
PROCEDIMENTO: il campione di olio da deacidificare fu introdotto nel pallone a 3 colli da 2000 mi (A) l'apparecchiatura richiusa ed un vuoto di 4mmHg di pressione assoluta creato al suo interno a mezzo della pompa a vuoto (H). Questo vuoto, misurato con il vuotometro a colonna di mercurio (C), fu mantenuto per tutta la durata dell'esperienza. L'olio fu scaldato lentamente, affinché avesse il tempo di liberare i gas eventualmente contenuti, per mezzo del bagno riscaldante (L) e poi mantenuto alla temperatura di 240°C ±10. Dopo 2 ore a questa temperatura nessuna traccia di condensato era visibile nei due cilindri di raccolta del condensato (E e G); si decise allora di arrestare il riscaldamento. Una volta raffreddato l'olio a T° inferiore a 50°C e riportata la pressione all'interno dell'apparecchiatura all'equilibrio con quella ambiente, l'apparecchiatura fu aperta ed un campione di olio prelevato per misurarne l'acidità che, misurata con il metodo NGD sopraindicato, risultò essere immutata, come riportato nella Tabella 1.
OSSERVAZIONI: La mancanza di qualunque traccia di condensato nei cilindri di raccolta e l'acidità dell'olio invariata dopo 2 ore di trattamento permisero di concludere che le condizioni operative nell'apparecchiatura, senza l'uso di fluido di strippaggio, non erano tali da permettere la riduzione, anche parziale, dell'acidità dell'olio trattato.
Esempio 2
Questo esempio descrive una deacidificazione di un olio vegetale realizzata utilizzando glicerina (introdotta in fase liquida) come fluido di strippaggio.
PROCEDIMENTO: appena raccolto il campione per la misura dell'acidità dell'olio dell'esperienza descritta nell'Esempio 1, l'apparecchiatura fu richiusa e, dopo aver portato il vuoto al suo interno a 5mmHg di pressione assoluta, si riscaldò lentamente fino a portare la temperatura dell'olio a 240°C ±10. Una volta raggiunta questa temperatura, si cominciò a introdurre molto lentamente glicerina liquida a mezzo del equipaggiamento apposito (B).
Molto presto un liquido che si separava in due fasi cominciò a raccogliersi nel cilindro graduato (E). L'esperienza fu arrestata dopo aver introdotto, in 30 minuti circa, 40 mi di glicerina. Una volta raffreddato l'olio a T° inferiore a 50°C e riportata la pressione all'interno dell'apparecchiatura all'equilibrio con quella ambiente, l'apparecchiatura fu aperta ed un campione di olio prelevato per misurarne l'acidità che, misurata con il metodo NGD sopraindicato, risultò drasticamente ridotta come riportato nella Tabella 1.
OSSERVAZIONI: nonostante il vuoto di bassa qualità rispetto a quello correntemente utilizzato nell'industria fu facile ottenere la riduzione dell'acidità dell'olio ad un valore accettabile, ad esempio, per il successivo uso di quest'ultimo nella produzione di biodiesel.
La totale insolubilità reciproca della glicerina e degli acidi grassi ne permise la separazione per semplice decantazione.
La glicerina liquida entrando in contatto con l'olio caldo generava vaporizzazioni esplosive all'interno di questo, perciò nelle esperienze successive si optò per l'immissione del fluido di strippaggio allo stato di vapore. Tuttavia presumibilmente proprio a causa dell'immissione della glicerina allo stato liquido, l'efficienza dello strippaggio fu in questo caso particolarmente buona. Si ottenne infatti una variazione di acidità dell'olio superiore a quella del'esempio 3 utilizzando una quantità di glicerina inferiore. Tale differenza di efficienza non pare giustificabile con la sola differenza di temperatura dell'olio (10°C in più in questo esempio, rispetto all'esempio 3, come riportato in Tabella 1) durante lo strippaggio.
Esempio 3
Questo esempio descrive una deacidificazione di un olio vegetale realizzata utilizzando glicerina (introdotta in fase gassosa) come fluido di strippaggio.
PREPARAZIONE DELL'APPARECCHIATURA: fu utilizzata l'apparecchiatura in vetro descritta nell'Esempio 1. Il sistema di introduzione del fluido di strippaggio in forma liquida (B), utilizzato nell'esempio 2, fu sostituito con un sistema di introduzione del fluido di strippaggio in forma di vapore (Β') (non rappresentato) simile al sistema di immissione del fluido di strippaggio in forma liquida (B) dal quale differiva per il fatto che la buretta era stata sostituita con un piccolo pallone, riscaldato per mezzo di un bagno ad olio.
PREPARAZIONE DEL CAMPIONE: il campione fu preparato e trattato secondo quanto descritto nell'Esempio 1. Il valore misurato dell'acidità del campione è riportato nella Tabella 1.
PROCEDIMENTO: fu seguito lo stesso procedimento descritto nell'esempio 2, con le eccezioni che l'olio fu portato a 230°C ±10 (anziché a 240°C ±10) e che 60 mi (anziché 40 mi) di glicerina furono introdotti in fase gassosa (anziché liquida). Il valore dell'acidità del campione misurato dopo il trattamento è riportato nella Tabella 1.
Esempio 4
Questo esempio descrive una deacidificazione di un olio vegetale realizzata utilizzando decano (introdotto in fase gassosa) come fluido di strippaggio.
Per quanto concerne la preparazione dell'apparecchiatura, la preparazione del campione ed il procedimento fu seguito quanto descritto nell'esempio 3, con le eccezioni che la pressione all'interno del pallone (A) fu mantenuta a 7mmHg (anziché 5mmHg), che l'olio fu portato a 240°C ±10 (anziché a 230°C ±10) e che furono utilizzati 120 mi di decano (anziché 60 mi di glicerina).
Una porzione del decano utilizzato fu raccolta nel cilindro (G).
Le acidità misurate sono riportate nella Tabella 1. Esempio 5
Questo esempio descrive una deacidificazione di un olio vegetale realizzata utilizzando glicole dietilenico (EDG) (introdotto in fase gassosa) come fluido di strippaggio.
Per quanto concerne la preparazione dell'apparecchiatura, la preparazione del campione ed il procedimento fu seguito quanto descritto nell'esempio 4, con le eccezioni che la pressione all'interno del pallone (A) fu mantenuta a 6mmHg (anziché 7mmHg e che furono utilizzati 100 mi di glicole dietilenico (anziché 120 mi di decano). Una porzione del glicole dietilenico utilizzato fu raccolta nel cilindro (G).
Le acidità misurate sono riportate nella Tabella 1.
Tabella 1
Nella tabella 2 sono riassunte le diverse condizioni di lavoro per gli esempi sopra descritti.
Tabella 2

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1.- Metodo per il trattamento di una composizione di base, la quale comprende una miscela di lipidi ed in particolare è in peso prevalentemente costituita da oli e/o grassi; il metodo comprendendo una fase di strippaggio, durante la quale la composizione di base ed un fluido di strippaggio sono tra loro in contatto e trattati ad una temperatura da 150° a 280°C e ad una pressione inferiore o uguale a lOmmHg ed almeno parte del fluido di strippaggio forma assieme ad una prima porzione della composizione di base una miscela di separazione, che si allontana in fase gassosa dalla composizione di base in fase liquida in corrispondenza di una zona di strippaggio; ed una fase di condensazione, durante la quale la miscela di separazione in fase gassosa viene portata ad una temperatura inferiore alla temperatura della fase di strippaggio e di almeno 4°C e ad una pressione inferiore o uguale a lOmmHg in modo che almeno parte del fluido di strippaggio condensi in corrispondenza di una zona di condensazione differente dalla zona di strippaggio. 2.- Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui la fase di condensazione avviene ad una temperatura inferiore alla temperatura calcolata secondo la seguente espressione:
    in cui Ti indica la temperaturara durante la fase di strippaggio, Pi indica la pressione durante la fase di strippaggio, P2indica la pressione durante la fase di condensazione, R indica la costante dei gas perfetti, ΔΗvap indica l'entalpia molare di evaporazione del fluido di strippaggio . 3.- Metodo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la fase di condensazione avviene ad una temperatura inferiore alla temperatura determinata, per almeno un componente della miscela di separazione (in particolare del fluido di strippaggio) , mediante l'equazione di Antoine; l'equazione si scrive (isolando la temperatura) :
    in cui: <■>P° è la pressione di vapore del componente puro, <■>T è la temperatura da determinare, <■>A, B e C sono costanti che dipendono dalla natura del componente . 4.- Metodo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la fase di strippaggio avviene ad una temperatura da 160° a 260°C e ad una pressione da 0,lmmHg a 6mmHg; la fase di condensazione avviene ad una temperatura da 12° a 150°C e ad una pressione da 0,05mmHg a 6mmHg; il fluido di strippaggio comprendendo almeno un composto organico, in particolare essendo sostanzialmente privo di acqua; la fase di condensazione venendo realizzata ad una pressione inferiore o uguale alla pressione a cui viene realizzata la fase di strippaggio. 5.- Metodo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la composizione di base comprende una seconda porzione, la quale presenta una tensione di vapore, alla temperatura a cui avviene la fase di strippaggio, inferiore alla pressione a cui avviene la fase di strippaggio; il fluido di strippaggio presenta una tensione di vapore, alla temperatura a cui avviene la fase di strippaggio, superiore alla pressione a cui avviene la fase di strippaggio ed una tensione di vapore, ad una temperatura compresa nell'intervallo di temperature a cui avviene la fase di condensazione, inferiore alla pressione a cui avviene la condensazione; in particolare, la seconda porzione è olio e/o grasso deacidificato e/o deodorizzato e/o purificato. 6.- Metodo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la composizione di base è prevalentemente una miscela lipidi, in particolare è costituita da oli e/o grassi; il metodo comprendendo una fase di recupero, durante la quale la composizione di base, da cui è stata allontanata la miscela di separazione, viene recuperata; la prima porzione essendo in peso una porzione minoritaria della composizione di base; in particolare, il metodo venendo realizzato per ridurre l'acidità e/o l'odore della composizione di base e/o separare dalla composizione di base stessa componenti particolari (indesiderati o di particolare interesse) . 7.- Metodo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui il fluido di strippaggio comprende almeno un composto scelto nel gruppo consistente di: composti di-ossigenati C2-Ci4, composti tri-ossigenati C3-C13, composti tetra-ossigenat i C4-C12, idrocarburi alifatici, lineari o ramificati e/o ciclici, C10-C16, eteri C10-C16, glicoli poliossialchilenici C4-C16, alcoli C6-C16; i composti di-ossigenati presentano la seguente struttura:
    in cui R<1>ed R<2>sono scelti, ciascuno indipendentemente dall'altro, nel gruppo consistente di: H, alchile
    R<3>ed R<4>sono scelti, ciascuno indipendentemente dall'altro, nel gruppo consistente di: H, alchile C1-C12; R<3>è scelto nel gruppo consistente di: legame diretto tra i due carboni adiacenti, alchilene C1-C12; i composti tri-ossigenati presentano la seguente struttura :
    in cui R<1>, R<2>ed R<6>sono scelti, ciascuno indipendentemente dagli altri, nel gruppo consistente di: H, alchile C1-C5; R<7>ed R<10>sono scelti, ciascuno indipendentemente dall'altro, nel gruppo consistente di: H, alchile C1-C10; R ed R sono scelti, ciascuno indipendentemente dall'altro, nel gruppo consistente di: legame diretto tra i due carboni adiacenti, alchilene C1-C10; i composti tetra-ossigenati presentano la seguente struttura:
    in cui R<1>, R<2>R<6>ed R<11>sono scelti, ciascuno indipendentemente dagli altri, nel gruppo consistente di: H, alchile C1-C5; R<12>ed R<16>sono scelti, ciascuno indipendentemente dall'altro, nel gruppo consistente di: H, alchile C1-C8; R<13>, R<14>, ed R<13>sono scelti, ciascuno indipendentemente dagli altri, nel gruppo consistente di: legame diretto tra i due carboni adiacenti, alchilene C1-C8; gli eteri presentano la struttura R<A>-O-R<b>, in cui R<A>ed R<B>sono alchili; i glicoli poliossialchilenici presentano la seguente struttura: R<x>-O-(R<Y>-O)m-R<z>, in cui R<x>ed R<z>sono scelti, ciascuno indipendentemente dall'altro, nel gruppo consistente di: H, alchile C1-C12; m è un numero intero da 2 a 5; ciascun R<Y>, indipendentemente dagli altri R<Y>, è un alchilene C2-C3. 8.- Metodo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui durante la fase di condensazione almeno parte della prima porzione della composizione di base condensa in corrispondenza della zona di condensazione; il metodo comprende una fase di dissociazione, durante la quale la miscela di separazione condensata viene trattata in modo che il fluido di strippaggio e la detta prima porzione vengono tra loro allontanati. 9.- Metodo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la zona di condensazione comprende una prima sottozona di condensazione, in corrispondenza della quale condensa almeno parte della detta prima porzione; ed una seconda sottozona di condensazione, la quale è differente dalla prima sottozona di condensazione ed in corrispondenza della quale il fluido di strippaggio condensa passando in fase liquida. 10.- Metodo secondo una delle rivendicazioni precedenti; il metodo prevede di separare almeno parzialmente il fluido di strippaggio e la prima porzione della composizione di base uno rispetto all'altro; il metodo comprendendo una fase di ricircolo, durante la quale il fluido di strippaggio, almeno parzialmente separato dalla prima porzione, viene riportato nella zona di strippaggio. 11.- Metodo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui, durante la fase di strippaggio, la composizione di base, in fase liquida ed almeno parzialmente priva della detta prima porzione, ed il fluido di strippaggio, in fase liquida, vengono tra loro posti in contatto. 12.- Metodo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la zona di condensazione è compresa tra la zona di strippaggio ed un dispositivo di aspirazione, il quale mantiene le dette pressioni durante le fasi di strippaggio e condensazione nella zona di strippaggio e, rispettivamente, nella zona di condensazione. 13.- Impianto per realizzare un metodo secondo una della rivendicazioni precedenti, comprendente almeno un dispositivo (4) per lo strippaggio, il quale è atto a realizzare la fase di strippaggio; almeno un condensatore (9; 9', 9"), il quale è atto ad effettuare la fase di condensazione ed è fluidicamente collegato al dispositivo (4) per lo strippaggio; ed un dispositivo di pompaggio (10), il quale è atto a ridurre la pressione nel dispositivo (4) di strippaggio e nel condensatore (9; 9', 9") ed è fluidicamente collegato al condensatore (9; 9 9"); il condensatore (9; 9 9") essendo interposto tra il dispositivo (4) di strippaggio ed il dispositivo di pompaggio (10); il condensatore (9; 9', 9"), il dispositivo di strippaggio (4) ed il dispositivo di pompaggio (10) essendo collegati in modo che la pressione nel condensatore (9; 9', 9") sia uguale o minore alla pressione nel dispositivo di strippaggio (4); il condensatore (9; 9', 9") non essendo atto a causare la formazione di condensati solidi. 14.- Impianto secondo la rivendicazione 13, in cui il condensatore (9; 9', 9") è privo di parti meccaniche mobili, disposte all'interno del condensatore (9; 9', 9"), atte ad evacuare condensati solidi dall'interno del condensatore (9; 9', 9") stesso; e con la condizione che, quando l'impianto (1') è dotato di più condensatori (9', 9") collegati al dispositivo (4) per lo strippaggio, l'impianto (1') stesso è privo di mezzi deviatori interposti tra il dispositivo (4) per lo strippaggio ed i condensatori (9', 9") atti a indirizzare un flusso di fluido proveniente dal dispositivo (4) per lo strippaggio verso almeno uno dei condensatori (9', 9") in modo almeno parzialmente selettivo rispetto ad almeno un altro dei condensatori (9', 9"). 15.- Impianto per realizzare un metodo secondo la rivendicazione 13 o 14, comprendente almeno un dispositivo di raffreddamento atto ad operare utilizzando il ciclo frigorifero per abbassare la temperatura nel condensatore (9; 9', 9").
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