ITBO20110350A1 - Metodo ed impianto per produrre terra stabilizzata - Google Patents

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    • C04CEMENTS; CONCRETE; ARTIFICIAL STONE; CERAMICS; REFRACTORIES
    • C04BLIME, MAGNESIA; SLAG; CEMENTS; COMPOSITIONS THEREOF, e.g. MORTARS, CONCRETE OR LIKE BUILDING MATERIALS; ARTIFICIAL STONE; CERAMICS; REFRACTORIES; TREATMENT OF NATURAL STONE
    • C04B28/00Compositions of mortars, concrete or artificial stone, containing inorganic binders or the reaction product of an inorganic and an organic binder, e.g. polycarboxylate cements
    • C04B28/02Compositions of mortars, concrete or artificial stone, containing inorganic binders or the reaction product of an inorganic and an organic binder, e.g. polycarboxylate cements containing hydraulic cements other than calcium sulfates
    • C04B28/10Lime cements or magnesium oxide cements

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Description

METODO ED IMPIANTO PER PRODURRE TERRA STABILIZZATA
DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE
La presente invenzione si riferisce alla terra stabilizzata.
La terra stabilizzata, come noto, à ̈ un materiale dotato di proprietà meccaniche stabili nel tempo, impiegato nell’edilizia e nelle opere civili per realizzare manufatti quali fondazioni stradali, rilevati, sottofondi per capannoni, ed altro ancora.
Nel seguito, tratteremo il caso, puramente esemplificativo, della realizzazione o del rifacimento di fondazioni stradali.
Attualmente, le fondazioni stradali sono realizzate mediante terra stabilizzata ottenuta a partire da materiale terroso inerte prelevato in situ.
I materiali inerti, o semplicemente †̃inerti’, sono ben noti nel campo delle costruzioni e sono sostanzialmente materiali minerali granulari come ghiaia, sabbia, silt, limo e argilla.
In pratica, il procedimento noto per produrre terra stabilizzata à ̈ il seguente: si preleva materiale inerte dalla medesima zona in cui va posta in opera la fondazione, o da zone limitrofe, e la si unisce a secco con calce, così da migliorane le proprietà meccaniche.
Tale procedimento presenta degli inconvenienti.
Un primo inconveniente à ̈ legato al fatto che diverse località geografiche rendono disponibili materiali inerti che differiscono per caratteristiche importanti, quali la granulometria dei loro componenti, la plasticità, il grado di umidità, e differiscono anche a causa di situazioni contingenti e non prevedibili come la compresenza di detriti (ad esempio frammenti di mattoni o pezzi di legno o di plastica), derivanti da precedenti manufatti edili, ecc.
Inoltre, le proprietà dei materiali inerti variano anche, in parte, con le condizioni meteorologiche.
Ne consegue che per cercare di ottenere una terra stabilizzata con proprietà meccaniche rispondenti alle esigenze d’opera, e soddisfacenti i parametri imposti dalla normativa di settore, si à ̈ attualmente costretti ad aggiustare empiricamente il procedimento citato, ad esempio variando la quantità di calce impiegata, il ché porta sovente ad uno uso sovrabbondante della stessa.
Oltre a ciò, si à ̈ frequentemente costretti ad eseguire, in corso d’opera, dispendiosi e ritardanti test di laboratorio per verificare che il procedimento stia portando all’ottenimento di una terra stabilizzata con caratteristiche accettabili. Inoltre, tali premure potrebbero non essere sufficienti.
Infatti, soprattutto ma non solo nel caso in cui si debbano realizzare manufatti di dimensioni significative, il procedimento noto non può assicurare del tutto che la terra stabilizzata prodotta e poi posta in opera abbia ovunque uniformi caratteristiche meccaniche, come la resistenza al taglio ed alla compressione oppure abbia uniforme grado di igroscopicità, ecc…
Detto in altre parole, la terra stabilizzata prodotta col procedimento noto non à ̈ certificabile come avente una uniforme struttura ed uniformi proprietà meccaniche. Ulteriormente, tale procedimento noto implica, di volta in volta, un dispendioso trasporto in situ di quelle macchine, peraltro già di per sé costose, che sono state congeniate proprio per l’attuazione del procedimento medesimo.
Scopo della presente invenzione à ̈ superare questi inconvenienti ed altri ancora tramite un metodo per produrre terra stabilizzata, conforme alla rivendicazione 1, ed un impianto per tale metodo, conforme alla rivendicazione 11.
Il metodo proposto prevede le seguenti fasi:
- rendere disponibile materiale fangoso comprendente una prefissata quantità di materiale inerte,
- rendere disponibile una miscela stabilizzante comprendente acqua ed una prefissata quantità di materiale legante,
- mescolare detto materiale fangoso e detta miscela stabilizzante a formare una miscela intermedia uniforme avente una data quotaparte di materiale legante ed una data quotaparte di materiale inerte, e
- sottoporre la miscela intermedia a filtropressatura così da ottenere un prodotto fatto di terra stabilizzata.
Dal momento che il metodo proposto prevede di unire il materiale fangoso (esempi del quale saranno fatti in seguito) e la miscela stabilizzante allo stato liquido, conoscendo la quantità di materiale inerte (vale a dire equivalentemente conoscendo la densità del materiale fangoso, cioà ̈ la concentrazione del materiale inerte) e la quantità di materiale legante (vale a dire la concentrazione di materiale legante nella miscela legante, cioà ̈ la densità di quest’ultima), à ̈ possibile predeterminare le caratteristiche meccaniche della terra stabilizzata che voglio ottenere.
Inoltre, visto che la miscela intermedia à ̈ disidratata in modo efficiente mediante filtropressatura (operazione di per sé nota), allora si ottiene un prodotto solido, fatto di terra stabilizzata, che à ̈ accumulabile, palabile, ha qualità meccaniche uniformi ovunque (ed à ̈ quindi certificabile nelle sue proprietà), ed inoltre non si deteriora col tempo, perché la sua ulteriore disidratazione spontanea non solo non ne inficia le proprietà, ma addirittura le migliora, rendendolo di fatto un prodotto che può essere stoccato per tempi lunghi senza particolari accorgimenti di mantenimento.
Quindi il metodo proposto ovvia a tutti gli inconvenienti della tecnica nota, perché il prodotto da esso ottenuto ha caratteristiche predeterminabili e riproducibili ad libitum (quindi non v’à ̈ necessità di fare dei test appositi per mettere in opera un dato particolare manufatto), non dipende dalla dislocazione geografica del sito dell’opera da realizzare, ne dalle condizioni atmosferiche, e tanto meno abbisogna di spostare complicate ed onerose macchine in situ.
In pratica, il metodo dell’invenzione consente di ottenere un prodotto che à ̈ possibile stoccare e rendere immediatamente disponibile alla bisogna, trasportandone la quantità necessaria e sufficiente in situ, a tutto vantaggio della velocità e dell’economicità dell’opera, per non dire del sicuro risparmio dovuto al fatto di poter evitare sprechi di legante (come la calce).
A proposito di ciò, chiariamo, per quanto ampiamente noto alla persona esperta del settore, che per materiale legante, o semplicemente †̃legante’, si intende una sostanza che, miscelata con acqua, produce una sostanza plastica che à ̈ in grado di unirsi ad altri materiali e poi irrigidirsi in modo da dotare tali materiali di una notevole resistenza meccanica.
Il legante à ̈ in grado di stabilizzare gli inerti.
Come sarà spiegato meglio dopo, i leganti di preferenza impiegati nel metodo comprendono calce e/o cemento.
Il metodo proposto à ̈ attuabile tramite l’impianto dell’invenzione, il quale comprende:
- almeno un primo serbatoio per contenere materiale fangoso contenente acqua e materiale inerte,
- almeno un secondo serbatoio per contenere una miscela stabilizzante comprendente acqua e materiale legante,
- primi mezzi di misura associati al primo serbatoio e atti a misurare la quantità del materiale inerte contenuto nel primo serbatoio,
- secondi mezzi di misura associati al secondo serbatoio per misurare la quantità del materiale legante contenuto nel secondo serbatoio stesso,
- una vasca di miscelazione, disposta a valle del primo e del secondo serbatoio e connessa ad essi in modo da poter ricevere il loro contenuto,
- almeno un dispositivo di miscelazione per miscelare il materiale contenuto nella vasca, e
- una filtropressa, disposta a valle della vasca di miscelazione, connessa a quest’ultima così da poter ricevere la miscela prodotto dal dispositivo di miscelazione.
Dal momento che l’impianto prevede i primi e secondi mezzi di misura, allora à ̈ possibile stabilire a priori la quantità di materiale inerte e di legante che vengono mescolati in fase liquida, mescolatura che avviene grazie al fatto di prevedere la vasca di miscelazione, nella quale, in virtù del dispositivo di miscelazione, si ottiene la succitata miscela intermedia uniforme, dalla quale produrre il prodotto fatto di materiale inerte mediante l’azione dell’opportuna filtropressa (di per sé nota).
Ne consegue che l’impianto proposto à ̈ in grado di realizzare il metodo dell’invenzione.
I mezzi di misura possono comprendere, in via esemplificativa ma non esaustiva, celle di carico associate al primo ed al secondo serbatoio, oppure noti misuratori massici disposti entro condotti che trasportano a pressione il materiale fangoso o la miscela stabilizzante.
Tali mezzi possono essere collegati ad unità di elaborazione per automatizzare l’impianto.
Il materiale fangoso à ̈ di preferenza formato solo da acqua e da materiale inerte mentre, la miscela legante à ̈ preferibilmente formata solo da acqua e legante.
È chiaro che conoscendo la massa o la portata del materiale fangoso e della miscela legante (determinati dai mezzi di misura), e ovviamente conoscendo il peso specifico degli inerti e del legante, posso dedurre la quantità di questi ultimi. In pratica, un possibile funzionamento dell’impianto consiste nel modificare l’alimentazione di acqua, di legante e di materiale inerte nei rispettivi serbatoi in base alle risultanze dei mezzi di misurazione.
Per portare il materiale fangoso e la miscela legante alla vasca di miscelazione si possono impiegare mezzi di trasporto come coclee e/o impiegare il pompaggio in condotte, visto che i materiali in questione sono liquidi o trasportati in un liquido. Attualmente, sono vendute delle vasche di miscelazione già dotate del dispositivo di miscelazione, il quale può essere un agitatore meccanico di tipo noto.
Di seguito verranno dettagliate forme di realizzazione specifiche dell’invenzione e vantaggiose caratteristiche tecnico-funzionali correlate a tali forme di realizzazione che sono solo in parte derivabili dalla descrizione suesposta, in accordo con quanto riportato nelle rivendicazioni e con l’ausilio dell’allegata tavola di disegno, nella quale la figura 1 à ̈ una rappresentazione schematica dell’impianto dell’invenzione.
Come già anticipato, la miscela stabilizzante può comprendere latte di calce, oppure può comprendere cemento impastato con acqua o anche entrambi.
In dettaglio, inerti con la granulometria della ghiaia o superiore non sono particolarmente utili per produrre terra stabilizzata, ed inoltre, visto che il procedimento dell’invenzione prevede l’unione di inerti e leganti in fase liquida, à ̈ fortemente preferito, sia al fine dell’efficienza del processo in sé che al fine di avere un prodotto in terra stabilizzata uniforme (e quindi efficiente), impiegare solo inerti avente granulometria della sabbia fine (meglio se inferiore ai 74 µm).
Quindi, il materiale inerte del materiale fangoso può comprende limo e/o argilla e/o silt, e nel caso in cui sia costituito da uno o più di questi tre inerti allora, di preferenza, la miscela stabilizzante à ̈ costituita da latte di calce che à ̈ il legante migliore per elementi di bassa granulometria.
In generale, l’inerte può comprendere anche sabbia ed allora la miscela stabilizzante à ̈ meglio comprenda cemento, che à ̈ il legante migliore per gli inerti di granulometria grossolana.
In questo caso, il prodotto ottenuto dal metodo à ̈ †̃limo stabilizzato’, come si dice nel gergo tecnico, cioà ̈ un particolare tipo di terra stabilizzata.
Sempre in questo caso, la miscela stabilizzante può essere costituita solo da cemento oppure da latte di calce e cemento.
in dettaglio, se il legante à ̈ costituito da latte di calce, di preferenza la quantità di inerti e quella di legante introdotti nel processo saranno di preferenza scelti in modo che la percentuale di calce nel prodotto finito sia del 3%, in modo da avere un ottimo compromesso tra incremento delle proprietà meccaniche e spesa per la calce.
Un buon compromesso può comunque essere una percentuale di calce tra il 2,5 ed il 4,5.
In ogni caso, può essere adatta ad ottenere un buon prodotto in terra stabilizzata di anche una percentuale di calce tra il 2,5 ed 10.
In dettaglio, un prodotto avente tra il 6% ed il 10% di calce ha notevoli proprietà meccaniche.
Se il legante à ̈ costituito sia da cemento che da calce, allora si ottiene il prodotto con un ottimo compromesso tra efficacia e costi se questo ha il 2% di calce e l’1% di cemento.
In generale, un buon compromesso per il cemento à ̈ rappresentato da una percentuale di cemento compresa tra l’1 ed il 3.
In ogni caso, percentuali di calce come quelle già citate ed una percentuale di cemento compresa tra lo 0,9 ed il 5 portano ad un ottimo prodotto.
Ricordiamo per chiarezza espositiva, che l’impianto dell’invenzione, adatto a realizzare il metodo come sin qui descritto (ma ulteriori e vantaggiose forme di realizzazione dello stesso saranno precisate in seguito), comprende, tra gli altri, i seguenti componenti (si veda la figura 1):
- un primo serbatoio (7) per contenere materiale fangoso contenente a sua volta acqua e materiale inerte,
- un secondo serbatoio (3,4) per contenere una miscela stabilizzante comprendente acqua e materiale legante,
- una vasca di miscelazione (8) (con annesso dispositivo di miscelazione), disposta a valle del primo e del secondo serbatoio (7,3,4) e connessa ad essi in modo da poter ricevere il loro contenuto, ed
- una filtropressa (9), disposta a valle della vasca di miscelazione (8).
L’impianto produce il prodotto in terra stabilizzata indicato con †̃11’ nello schema di figura 1.
L’impianto può prevedere un serbatoio per il latte di calce (3) ed un altro serbatoio (4) per il cemento impastato con acqua.
Il funzionamento di questa versione generale dell’impianto à ̈ già stata spiegata, e varianti particolari saranno descritte in seguito.
In una sua preferita versione, il processo prevede che il materiale terroso iniziale sia il prodotto del processo di lavaggio dei materiali di cava.
Questo à ̈ particolarmente vantaggioso perché normalmente tale tipo di materiale à ̈ considerato un rifiuto da smaltire (con tutti i costi annessi) mentre il metodo dell’invenzione lo impiega come materia prima, il ché porta a notevoli vantaggi economici.
Una forma di realizzazione del metodo adatta a processare questo tipo di materiale terroso, ma anche altri materiali che in sostanza comprendano ghiaia, sabbia ed inerti di granulometria inferiore, prevede anche le seguenti fasi per ottenere il più volte citato materiale fangoso (quello che può essere contenuto nel primo serbatoio (7), per intenderci):
- provvedere materiale terroso iniziale comprendente materiale inerte (ad es.
derivante da lavaggio di materiali di cava),
- lavaggio del materiale terroso iniziale mediante acqua ad ottenere una miscela primaria in cui materiali inerti con granulometria inferiore a quella della ghiaia sono dispersi o sciolti nell’acqua,
- separare la miscela primaria da ghiaia ed elementi di granulometria eguale o maggiore compresi in detto materiale iniziale,
- vagliare la granulometria della miscela primaria ad ottenere una miscela secondaria in cui siano presenti materiali inerti aventi una granulometria inferiore ad un valore prefissato, e
- addensare la miscela secondaria mediante flocculazione così da ottenere un materiale fangoso avente una prefissata quotaparte di materiale inerte.
Il materiale fangoso così ottenuto à ̈ formato da acqua ed inerti di granulometria particolarmente fine (sabbia finissima, limo, argilla, e silt) ed à ̈ particolarmente adatto all’impiego nel processo in cui il legante sia latte di calce.
In sostanza, questa forma di realizzazione del metodo à ̈ vantaggiosamente in grado di ottenere un prodotto in terra stabilizzata in cui vi siano solo inerti con granulometria fine, pur partendo da materiale terroso che abbia degli elementi di granulometria grossolana, quali ciottoli, ghiaia ed anche sabbia con grani grossi. I ciottoli, la ghiaia e la sabbia più grossa sono un sottoprodotto anch’esso impiegabile nelle costruzioni, ma sovente sin trovano nell’ambiente mischiati ad argilla e ad inerti di piccola granulometria, il ché li rende non immediatamente impiegabili.
Il metodo secondo questa forma di realizzazione permette il doppio risultato di impiegare sabbia fine, limi, argilla e silt per realizzare il prodotto in terra stabilizzata ed al contempo di rendere disponibili a parte, e totalmente separati da questi inerti di granulometria fine, i ciottoli, la ghiaia e la sabbia grossolana che sono quindi immediatamente impiegabili.
Tale processo à ̈ attuabile mediante una versione dell’impianto comprendente anche i componenti di seguito descritti.
Il primo componente à ̈ una macchina di frantumazione (2), del tipo atto a ricevere materiale terroso iniziale (1), comprendente materiale inerte.
La macchina (2) comprende: un dispositivo per il lavaggio con acqua di tale materiale terroso (1), il quale dispositivo di lavaggio atto ad ottenere una miscela primaria in cui materiali inerti con granulometria inferiore a quella della ghiaia sono dispersi o sciolti nell’acqua; una fresa per frantumare ciottoli e ghiaia compresi nel materiale terroso (1); ed un dispositivo di vaglio per separare la miscela primaria dai frammenti di ciottoli e ghiaia, ottenendo così una miscela secondaria.
La macchina di frantumazione (2) à ̈ di per sé nota, sebbene non in combinazione con gli altri componenti dell’impianto, e ad essa spesso ci si riferisce anche con l’espressione †̃impianto di frantumazione’.
La miscela secondaria così ottenuta à ̈ anche chiamata †̃torbida’, nel gergo del settore.
Il dispositivo di vaglio può essere qualunque disponibile in commercio o noto alla persona esperta del ramo, purché adatto alla funzione.
Il dispositivo di lavaggio comprende mezzi per pompare acqua a pressione per liquefare la parte più fine della terra.
Il secondo componente del’impianto à ̈ una macchina di selezione granulometrica (5), disposta a valle della macchina di frantumazione (2) e connessa ad essa in modo da per poter ricevere la miscela secondaria, la quale macchina di selezione (5) à ̈ atta a trattenere sabbia avente una granulometria superiore ad un prefissato valore.
in particolare tale macchina di selezione (5) può comprendere scolatrici a tazze e/o idrocicloni, ed in generale dispositivi che hanno la funzione di asportare la frazione di sabbia più grossolana, lasciando al più (oltre che agli inerti finissimi) della sabbia che abbia granulometria inferiore a detto prefissato valore, il quale può essere, come già detto, pari a 74 µm.
Il terzo componente à ̈ un dispositivo addensatore (6) adatto ad addensare una miscela tramite flocculazione, disposto a valle della macchina di selezione (5) granulometrica e disposto a monte di detto primo serbatoio (7).
Il dispositivo addensatore (6) à ̈ connesso con la macchina di selezione (5) in modo da poter ricevere da questa la miscela secondaria privata della sabbia avente una granulometria superiore al prefissato valore, ed à ̈ anche connesso al primo serbatoio (7) in modo da alimentare a quest’ultimo del materiale fangoso avente una prefissata quotaparte di materiale inerte.
Un possibile esempio di dispositivo addensatore (6) à ̈ il cosiddetto addensatore meccanico, che à ̈ sostanzialmente formato da una vasca conica, o perlomeno con fondo conico, che ospita all’interno un albero rotante dotato di bracci radiali che portano delle alette, la cui azione di mescolamento à ̈ di ausilio alla reazione chimica attuata da un additivo di flocculazione (ampiamente noto) aggiunto alla miscela secondaria (la torbida), al fine di addensare dell’inerte contenuto nella miscela secondaria, facendolo depositare in corrispondenza del fondo conico, da cui, attraverso un’apposita apertura, esso à ̈ poi portato all’esterno (in questo caso al primo serbatoio (7)), tramite ad esempio un condotto.
In questo modo, al primo serbatoio (7) à ̈ alimentato il fango necessario per il metodo dell’invenzione, più denso rispetto alla torbida, ed eventualmente con una densità prefissata se il dispositivo addensatore (6) à ̈ comandato in tal senso, nelle modalità note alla persona esperta del ramo.
Attualmente, anche la terra di scavo tal quale viene considerata sostanzialmente un rifiuto.
Il metodo dell’invenzione può vantaggiosamente impiegare anche tale terra di scavo per ottenere il prodotto in terra stabilizzata, quando attuato nella sua versione in cui prevede che, prima della fase di lavaggio del materiale terroso iniziale per ottenere la miscela primaria, vengano asportati detriti dal materiale terroso.
Tali detriti possono essere resti di manufatti edili o civili ed essere costituiti da frammenti di mattone, pezzi di legno o di plastica o simili.
Di preferenza, l’impianto dell’invenzione prevede che l’acqua estratta dalle miscele sia dal dispositivo addensatore sia dalla filtropressa siano riportate alla macchina di frantumazione, mediante condutture e pompe o simili mezzi, la quale macchina (2) la impiega per lavare il materiale terroso iniziale.
Si intende che quanto sopra à ̈ stato descritto a titolo esemplificativo e non limitativo, per cui eventuali varianti costruttive si intendono rientranti nell'ambito protettivo della presente soluzione tecnica, come nel seguito rivendicata.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Metodo per produrre terra stabilizzata, comprendente le fasi di: - rendere disponibile materiale fangoso comprendente una prefissata quantità di materiale inerte, - rendere disponibile una miscela stabilizzante comprendente acqua ed una prefissata quantità di materiale legante, - mescolare detto materiale fangoso e detta miscela stabilizzante a formare una miscela intermedia uniforme avente una data quotaparte di materiale legante ed una data quotaparte di materiale inerte, e - sottoporre la miscela intermedia a filtropressatura così da ottenere un prodotto fatto di terra stabilizzata.
  2. 2. Metodo secondo la rivendicazione precedente, in cui la miscela stabilizzante comprende latte di calce.
  3. 3. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la miscela stabilizzante comprende cemento impastato con acqua.
  4. 4. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il materiale inerte del materiale fangoso comprende sabbia e/o limo e/o argilla e/o silt.
  5. 5. Metodo secondo la rivendicazione 2, in cui la quotaparte di calce nel prodotto in terra stabilizzata à ̈ tra il 2,5 ed il 10 percento.
  6. 6. Metodo secondo la rivendicazione 2 e la rivendicazione 3, in cui il prodotto terra stabilizzata comprende una percentuale di calce compresa tra il 2,5 ed il 10 ed una percentuale di cemento compreso tra l’1 e il 5.
  7. 7. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui il materiale fangoso citato à ̈ ottenuto mediante le seguenti fasi: - provvedere materiale terroso iniziale comprendente materiale inerte, - lavaggio del materiale terroso iniziale mediante acqua ad ottenere una miscela primaria in cui materiali inerti con granulometria inferiore a quella della ghiaia sono dispersi o sciolti nell’acqua, - separare la miscela primaria da ghiaia ed elementi di granulometria eguale o maggiore compresi in detto materiale iniziale, - vagliare la granulometria della miscela primaria ad ottenere una miscela secondaria in cui siano presenti materiali inerti aventi una granulometria inferiore ad un valore prefissato, e - addensare la miscela secondaria mediante flocculazione così da ottenere un materiale fangoso avente una prefissata quotaparte di materiale inerte.
  8. 8. Metodo secondo la rivendicazione precedente, in cui il materiale terroso iniziale à ̈ prodotto da un processo di lavaggio dei materiali di cava.
  9. 9. Metodo secondo la rivendicazione 10, in cui, prima della fase di lavaggio del materiale terroso iniziale per ottenere la miscela primaria, vengono asportati detriti dal materiale terroso.
  10. 10. Metodo secondo la rivendicazione precedente, in cui il materiale terroso iniziale comprende terra da scavo tal quale.
  11. 11. Impianto per produrre terra stabilizzata, caratterizzato dal fatto di comprendere: - almeno un primo serbatoio (7) per contenere materiale fangoso contenente acqua e materiale inerte, - almeno un secondo serbatoio (3,4) per contenere una miscela stabilizzante comprendente acqua e materiale legante, - primi mezzi di misura associati al primo serbatoio (7) e atti a misurare la quantità del materiale inerte contenuto nel primo serbatoio, - secondi mezzi di misura associati al secondo serbatoio (3,4) per misurare la quantità del materiale legante contenuto nel secondo serbatoio stesso, - una vasca di miscelazione (8), disposta a valle del primo e del secondo serbatoio (7,3,4) e connessa ad essi in modo da poter ricevere il loro contenuto, - almeno un dispositivo di miscelazione per miscelare il materiale contenuto nella vasca (8), e - una filtropressa (9), disposta a valle della vasca di miscelazione (8), connessa a quest’ultima così da poter ricevere la miscela prodotto dal dispositivo di miscelazione.
  12. 12. Impianto secondo la rivendicazione precedente, comprendente inoltre, a monte del primo serbatoio (7): - una macchina di frantumazione (2) atta a ricevere materiale terroso iniziale (1) comprendente materiale inerte, a sua volta comprendente: un dispositivo per il lavaggio con acqua di tale materiale terroso (1), il quale dispositivo di lavaggio à ̈ atto ad ottenere una miscela primaria in cui materiali inerti con granulometria inferiore a quella della ghiaia sono dispersi o sciolti nell’acqua; una fresa per frantumare ciottoli e ghiaia compresi nel materiale terroso; ed un dispositivo di vaglio per separare la miscela primaria dai frammenti di ciottoli e ghiaia, ottenendo così una miscela secondaria, - una macchina di selezione granulometrica (5), disposta a valle della macchina di frantumazione (2) e connessa ad essa in modo da per poter ricevere la miscela secondaria, la macchina di selezione (5) essendo atta a trattenere sabbia avente una granulometria superiore ad un prefissato valore, - un dispositivo addensatore (6) adatto ad addensare una miscela tramite flocculazione, disposto a valle della macchina di selezione granulometrica (5) e disposto a monte di detto primo serbatoio (7), il dispositivo addensatore (6) essendo connesso con la macchina di selezione (5) in modo da poter ricevere da questa la miscela secondaria privata di sabbia avente una granulometria superiore al prefissato valore, e connesso al primo serbatoio (7) in modo da alimentarvi materiale fangoso avente una prefissata quotaparte di materiale inerte.
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