ITBO20060414A1 - Metodo per sollevare un manufatto edilizio. - Google Patents

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ITBO20060414A1
ITBO20060414A1 IT000414A ITBO20060414A ITBO20060414A1 IT BO20060414 A1 ITBO20060414 A1 IT BO20060414A1 IT 000414 A IT000414 A IT 000414A IT BO20060414 A ITBO20060414 A IT BO20060414A IT BO20060414 A1 ITBO20060414 A1 IT BO20060414A1
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IT
Italy
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lifting
foundation
building
pole
ground
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IT000414A
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Inventor
Vincenzo Collina
Gioacchino Marabello
Roberto Zago
Lamberto Zambianchi
Original Assignee
Soles Societa Lavori Edili E Serbatoi Spa
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    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E02HYDRAULIC ENGINEERING; FOUNDATIONS; SOIL SHIFTING
    • E02DFOUNDATIONS; EXCAVATIONS; EMBANKMENTS; UNDERGROUND OR UNDERWATER STRUCTURES
    • E02D35/00Straightening, lifting, or lowering of foundation structures or of constructions erected on foundations
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B66HOISTING; LIFTING; HAULING
    • B66FHOISTING, LIFTING, HAULING OR PUSHING, NOT OTHERWISE PROVIDED FOR, e.g. DEVICES WHICH APPLY A LIFTING OR PUSHING FORCE DIRECTLY TO THE SURFACE OF A LOAD
    • B66F7/00Lifting frames, e.g. for lifting vehicles; Platform lifts
    • B66F7/10Lifting frames, e.g. for lifting vehicles; Platform lifts with platforms supported directly by jacks
    • B66F7/16Lifting frames, e.g. for lifting vehicles; Platform lifts with platforms supported directly by jacks by one or more hydraulic or pneumatic jacks
    • B66F7/20Lifting frames, e.g. for lifting vehicles; Platform lifts with platforms supported directly by jacks by one or more hydraulic or pneumatic jacks by several jacks with means for maintaining the platforms horizontal during movement
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
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    • E02DFOUNDATIONS; EXCAVATIONS; EMBANKMENTS; UNDERGROUND OR UNDERWATER STRUCTURES
    • E02D27/00Foundations as substructures
    • E02D27/32Foundations for special purposes
    • E02D27/48Foundations inserted underneath existing buildings or constructions
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E04BUILDING
    • E04GSCAFFOLDING; FORMS; SHUTTERING; BUILDING IMPLEMENTS OR AIDS, OR THEIR USE; HANDLING BUILDING MATERIALS ON THE SITE; REPAIRING, BREAKING-UP OR OTHER WORK ON EXISTING BUILDINGS
    • E04G23/00Working measures on existing buildings
    • E04G23/06Separating, lifting, removing of buildings; Making a new sub-structure
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E04BUILDING
    • E04GSCAFFOLDING; FORMS; SHUTTERING; BUILDING IMPLEMENTS OR AIDS, OR THEIR USE; HANDLING BUILDING MATERIALS ON THE SITE; REPAIRING, BREAKING-UP OR OTHER WORK ON EXISTING BUILDINGS
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Description

B02GQ6A o 00 ^<«>
26 MA6, 2006
D E S CR I Z ION E
del brevetto per invenzione industriale di
1) SO.L.E.S. - SOCIETÀ LAVORI EDILI E SERBATOI S.P.A., di nazionalità italiana,
con sede a VIA GRAMADORA, 5
VILLA SELVA
47100 FORLI' (FC)
2) MATTIOLI S.P.A.
di nazionalità italiana,
con sede a VIA CRIMEA, 94 OLU 35141 PADOVA <
2 Z
< Inventori : COLLINA Vincenzo; Z (3 < MARABELLO Gioacchino; O O
< 2 ZAGO Roberto;
ZAMBIANCHI Lamberto;
*******************
La presente invenzione è relativa ad un metodo per sollevare un manufatto edilizio.
Nel settore edilizio, è frequente la necessità di sollevare un manufatto edilizio. Ad esempio, un intervento di sollevamento si rende necessario quando si vuole elevare un edificio realizzato in prossimità di corsi d'acqua o in prossimità del mare sopra al livello raggiungibile dalle acque per effetto di fenomeni di piena o di fenomeni di marea; un tipico esempio di questa situazione si ha dalla città di
Venezia, in cui il piano terra degli edifici è
ciclicamente soggetto ad allagamenti per effetto di
fenomeni di marea denominati comunemente "fenomeni di
acqua alta".
In alternativa, un intervento di sollevamento è
necessario quando si vuole realizzare un locale
interrato sotto all'edificio e non si vuole o non si
può scavare sotto all'edificio stesso. Oppure, un
intervento di sollevamento è necessario quando si vuole
aumentare l'altezza utile di un piano in modo da
rendere il piano stesso pienamente agibile. Z e 2 s Il brevetto IT1303956B propone un metodo per il o 3⁄4 o 8 2 sollevamento di un manufatto edilizio, secondo il quale
viene realizzata una nuova struttura di fondazione al
suolo del manufatto edilizio provvista di una pluralità
di fori passanti e per ciascun foro passante di un
elemento di collegamento fissato alla struttura stessa
in posizione adiacente al foro e sporgente verso l'alto
per almeno una sua parte; successivamente un palo viene
disposto attraverso ciascun foro e viene applicata
staticamente una prima spinta sul palo per infiggere il
palo stesso nel suolo (la prima spinta viene applicata
tramite un dispositivo di spinta disposto al di sopra
del palo, cooperante con una estremità superiore del palo, e collegato alla parte sporgente dell'elemento di collegamento, il quale funge, durante 1'infissione, da elemento di reazione per il dispositivo di spinta). Una volta infissi tutti i pali nel suolo, viene applicata staticamente una seconda spinta tra ciascun palo e la struttura di fondazione per sollevare il manufatto edilizio rispetto al suolo; una volta ultimato il ciascun palo viene fissato assialmente di fondazione.
da di brevetto W02006016277A1 propone un ufci§| metodo per sollevare un manufatto edilizio appoggiato 1< 3
Z ® ad un corpo di sostegno che appoggia a sua volta al C<D8 o a o 5 suolo, secondo il quale viene realizzata una nuova < * strutt di fondazione del manufatto edilizio prow ista di una pluralità di fori passanti e di una pluralità di elementi di collegamento. ciascuno dei quali fissato alla struttura fondazione
pross iità di un foro; successivamente attraverso ciascu: foro viene disposto un palo, il quale presenta una estremità inferiore in appoggio al corpo di sostegno ed una estremità superiore fuoriuscente dal foro. A questo punto, viene applicato a ciascun palo un dispositivo di spinta, il quale è da un lato appoggiato all'estremità superiore del palo e dall'altro lato è vincoljato al corrispondente elemento di collegamento; infine , viene applicata staticamente una spinta su
ciascun palo mediante i dispositivi di spinta per
sollevare il manufatto edilizio rispetto al corpo di
sostegno. Una volta ultimato il sollevamento, ciascun
palo viene fissato assialmente alla struttura di
fondazione. La differenza tra il metodo per il
sollevamento proposto dal brevetto IT1303956B ed il
metodo per il sollevamento proposto dalla domanda di
brevetto W02006016277A1 è essenzialmente nel fatto che 8 secondo il brevetto IT1303956B ciascun palo viene
IZ
infisso singolarmente nel suolo prima di iniziare il <z |3⁄4 Z ®<®>.1 sollevamento, mentre secondo la domanda di brevetto
W02006016277A1 il sollevamento viene eseguito senza s infiggere prima i pali nel suolo in quanto tra
l'edificio ed il suolo è presente un corpo di sostegno
preesistente.
In caso di un manufatto edilizio che presenta
dimensioni notevoli e/o particolari situazioni
strutturali, i metodi di sollevamento noti e sopra
descritti possono venire perfezionati in quanto è stato
osservato che durante la fase di sollevamento la
struttura del manufatto edilizio può essere soggetta a
sollecitazioni particolarmente gravose che possono
rendere necessari interventi di consolidamento molto
onerosi.
Scopo della presente invenzione è fornire un metodo per sollevare un manufatto edilizio, il quale sia di semplice ed economica attuazione e sia un perfezionamento dei metodi di sollevamento noti e sopra descritti.
In accordo con la presente invenzione, viene fornito un metodo per sollevare un manufatto edilizio secondo quanto stabilito nelle rivendicazioni allegate.
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano alcuni esenpio di attuazione non limitativi, in cui:
- le figure 1, 2, 4, 9 e 15 sono viste schematiche ed in sezione di un edificio che viene sollevato utilizzando il metodo oggetto della presente invenzione;
- le figure 3 e 12 sono due viste schematiche ed in pianta di una nuova struttura di fondazione dell'edificio della figura 1;
- la figura 5 è una vista schematica ed in sezione laterale di un palo di fondazione che viene infisso nel suolo ed è accoppiato ad un dispositivo di infissione;
- la figura 6 è una vista in sezione secondo la linea VI-VI del palo della figura 5;
- la figura 7 è una vista in sezione laterale ed in scala ingrandita di una configurazione
iniziale prima dell'infissione nel suolo del
palo della figura 5;
- la figura 8 è una vista prospettica e
parzialmente sezionata di una configurazione
iniziale prima dell'infissione nel suolo del
palo della figura 5;
- la figura 10 è una vista schematica ed in
sezione laterale di un palo di fondazione 2. accoppiato ad un dispositivo di sollevamento; 5* z<
- la figure 11 è una vista prospettica di un palo Zc! CD
<C· o di fondazione accoppiato ad un dispositivo di o< sollevamento;
- la figura 13 è una vista schematica ed in
sezione laterale di un palo di fondazione al
termine del sollevamento; e
- la figura 14 è una vista schematica ed in
sezione di un diverso edificio che viene
sollevato utilizzando il metodo oggetto della
presente invenzione.
Nella figura 1, con 1 è indicato nel suo conplesso
un edificio il quale appoggia sul suolo 2 mediante una
struttura 3 di fondazione e deve venire sollevato
rispetto al suolo 2. L'edifico 1 presenta un numero di
muri 4 poitanti, ciascuno dei quali appoggia sulla struttura 3 di fondazione e si eleva fino ad un tetto 5 supportando quattro solai 6. L'edificio 1 presenta, inoltre, dei muri non portanti, i quali ηοη solo illustrati nelle figure allegate.
Inizialmente viene effettuato un rilievo dell'edificio 1 finalizzato alla determinaziore del valore e della distribuzione delle masse costijtuenti l'edificio 1 stesso. Tale rilievo consiste nella rappresentazione grafica della pianta nei vari 1livelli,
di tutta la muratura in alzata con individuazione dei vani porta e finestre, e delle eventuali 1esioni presenti nella muratura; conoscendo lo spessore e la densità delle murature è quindi possibile determinare i pesi e la loro distribuzione.
Inoltre, viene eseguita una analisi Statica dell'edificio 1 in modo da controllare che l'edificio 1 stesso sia in grado di sopportare senza da i le sollecitazioni indotte dal sollevamento; se nece^sario, possono venire eseguite opere di consolidamento e di irrobustimento dell'edificio 1 prima di effettuare il sollevamento .
In seguito viene effettuata ima indagine del suolo 2 al di sotto dell'edificio 1 per avere una conoscenza dettagliata di ciò che si può trovare al di sotto della quota zero fino ad una profondità di almeno 5 m. La conoscenza della natura del suolo 2 al di sotto dell'edificio 1 è necessario per scegliere il tjLpo di fondazione da eseguire (ad esempio pali lunghi pali corti o anche plinti).
Secondo quanto illustrato nelle figure 2 e 3, in una fase iniziale viene realizzata una platea 7 di irrigidimento, la quale costituisce parte di una nuova struttura di fondazione, si estende lungo tut:to la pianta dell'edificio 1 ed è realizzata in cemento o111 armato pre-compresso mediante una post-tersione; ES 2 Z
secondo una diversa forma di attuazione non illustrata, <
O
< la platea 7 di irrigidimento è realizzata in cemento o o< 2 armato normale (cioè non pre-compresso). Generalmente, per realizzare la platea 7 viene prima scavato il suolo
2 almeno per realizzare uno scavo avente una prof:ondità pari allo spessore della platea 7 stessa. La piatea 7 viene progettata in modo da assorbire con la sua rigidezza e resistenza la sollecitazione creata dalla eccentricità fra le reazioni fondali e la distriliuzione dei carichi trasmessi dai muri 4 portanti.
Tipicamente la platea 7 viene realizzata a conci conpresi fra i vari maschi murari. Per creaie una continuità strutturale fra i vari conci della platea 7 ed i muri 4 portanti, la platea 7 viene post-tensiionata mediante una pluralità di cavi 8 di post-t€ìnsione metallici (illustrati con linea tratteggiata nelle figure 2 e 3); ciascun cavo 8 di post-tensione viene annegato all'interno della platea 7 e viene fatto passare attraverso rispettivi fori passanti (non illustrati) ricavati attraverso i muri 4 portanti. Grazie alla presenza dei cavi 8 di post-tensione, i vari conci della platea 7 serrano tra loro i muri 4 portanti creando una sostanziale continuità strutturale; in questo modo, saranno i muri 4 portanti stessi interclusi tra i diversi conci contigui della platea 7 a stabilire la continuità flessionale e tagliante. Secondo una diversa forma di attuazione non illustrata, i cavi 8 di post-tensione vengono sostituiti da analoghe barre di acciaio ad alta resistenza.
Se i muri 4 portanti sono poco coerenti, è possibile aumentare la coesione dei muri 4 portanti stessi mediante iniezione di resine o mediante operazioni del tipo cuci e scuci.
Durante la realizzazione della platea 7, alcune zone della platea 7 stessa vengono predisposte per la successiva infissione di pali 9 di fondazione (illustrati nelle figure 4, 5 e 9), per l'ancoraggio di dispositivi 10 di infissione (uno dei quali è illustrato nella figura 5) e per l'ancoraggio di dispositivi 11 di sollevamento (uno dei quali è illustrato nella figura 9). I pali 9 di fondazione sono distribuiti sulla planimetria dell'edificio 1 in modo tale da bilanciare nel modo migliore possibile il peso dell'edificio 1 stesso e della platea 7.
Secondo quanto illustrato nelle figure 7 e 8, per ciascun palo 9 di fondazione la platea 7 conprende un foro 12 (cilindrico o di altra sezione) verticale o internamente rivestito mediante un tubo 13 guida metallico, il quale viene fissato alla platea 7 attraverso almeno un anello 14 di fissaggio metallico inglobato nella platea 7 stessa, e sporge dalla platea 7 verso l'alto per una sua parte superiore.
Preferibilmente, tra la platea 7 ed il suolo 2 viene interposto uno strato 15 di conglomerato cementizio relativamente povero, denominato comunemente "magrone".
Normalmente l'anello 14 di fissaggio è disposto in prossimità del suolo 2, cioè in corrispondenza della porzione inferiore della platea 7. Generalmente potrebbe essere sufficiente un unico anello 14 di fissaggio; tuttavia potrebbero essere presenti più anelli 14 di fissaggio disposti a diversi livelli.
Attorno a ciascun foro 12 viene disposto un numero di tiranti 16 di ancoraggio filettati, ciascuno dei quali è collegato all'anello 14 di fissaggio ed attraversa la platea 7 per sporgere verticalmente all'esterno della platea 7 stessa; alla parte superiore di ciascun tirante 16 di ancoraggio sporgente all'esterno della platea 7 viene avvitato un connettore 17 (illustrato nelle figure 8 e 11) a cui può venire avvitato da banda opposta un prolungamento del tirante 16 di ancoraggio stesso. I tiranti 16 di ancoraggio sono uniformemente distribuiti attorno al foro 12 ed il loro numero è generalmente conpreso tra 6 e 12 per ciascun foro 12; tuttavia, è inportante sottolineare che in situazione particolari potrebbe essere sufficiente solo due tiranti 16 di ancoraggio per ciascun foro 12.
Secondo quanto illustrato nella figura 5, ciascun palo 9 di fondazione è un palo metallico e conprende uno stelo 18 a sezione generalmente costante, normalmente costituito da una pluralità di segmenti tubolari di lunghezza costante fra loro saldati di testa, ed una testa 19 allargata inferiore definente una estremità inferiore del palo 9 di fondazione stesso. Ovviamente, lo stelo 18 potrebbe avere una sezione diversa da quella circolare © potrebbe essere pieno internamente,· ad esempio lo stelo 18 potrebbe essere definito da una putrella a forma di "I".
Ciascuno stelo 18 è di forma tubolare, è provvisto di un condotto 20 interno passante e presenta dimensioni trasversali minori di quelle del relativo foro 12 per poter passare in modo relativamente agevole
j
attraverso il foro 12 stesso. Ciascuna te|sta 19 è definita da una piastra 21 piana di forma sostanzialmente circolare e presentante un bordo esterno frastagliato; ovviamente la piastra 21 plana può avere anche una forma diversa ad esempio 8*quadrata o rettangolare con bordo frastagliato o
3E* z liscio. Ciascuna testa 19, inoltre, presenta dimensioni < a<
Z 2 <<3I trasversali maggiori o uguali di quelle de3⁄4 relativo o g j o 3⁄4
< 3 foro 12, è inizialmente separata dallo stelo 18 e s viene, durante la realizzazione della platea 7, disposta a sostanziale contatto del suolo 2 sotto la platea 7 stessa ed in posizione coassiale al foro 12.
Di conseguenza, ciascuno stelo 18 si impegna con la testa 19 per formare il palo 9 di fondazione, solo quando lo stelo 18 stesso viene disposto attraverso il foro 12.
Per garantire un collegaihento meccanico sufficientemente solido tra ciascuno stelo 18 e la testa 19, la testa 19 stessa è provvista di un elemento
22 di giunzione, il quale impegna lo stello 18 per
j
I ì
fissare trasversalmente lo stelo 18 alla tesjta 19. Ad esempio, nelle forme di attuazione illustrale ciascun
elemento 22 di giunzione è definito da un elemento tubolare cilindrico, il quale si eleva perpendicolarmente dalla piastra 20 e presenta dimensioni tali da impegnare con gioco relativamente ridotto una porzione inferiore del condotto 20 interno dello stelo 18. Ovviamente, l'elemento 15 di giunzione potrebbe essere conformato diversamente.
Una porzione terminale inferiore di ciajscun tubo 8K13 guida porta collegato almeno un anello 23 eli tenuta,Z5
< « il quale è realizzato in materiale elastico ed è atto σZ g2 j < 3 ad impegnare la superficie cilindrica esterna dello OO 3⁄43⁄4
< !
stelo 18 del palo 9 di fondazione, quando il palo 9 di fondazione stesso viene disposto attraverso il corrispondente foro 12.
Durante la realizzazione della platea 7, inoltre, in corrispondenza di ogni foro 12 viene Realizzato almeno un condotto 24 di iniezione, il quale definito da un tubo metallico attraversante la platea R stessa e
ì
presenta una estremità superiore fuoriuscente dalla platea 7 ed una estremità inferiore terminante adiacente al foro 12 a contatto di una superficie
j
|
superiore della piastra 21 della testa 19.
Secondo quanto illustrato nelle figure 4 e 5, una volta completata la platea 7 attraverso ciascun foro 12 viene infisso nel suolo 2 un palo 9 di fondazione; in particolare, viene infisso un solo palo 9 di fondazione alla volta, o comunque vengono infissi contemporaneamente un ridotto numero di pali 9 di fondazione, in modo da ridurre al minimo indispensabile le sollecitazioni a cui viene sottoposta la platea 7.
In funzione delle caratteristiche strutturali della platea 7, in funzione delle caratteristiche del suolo 2, ed in funzione delle caratteristiche dell'edificio 1, a ciascun palo 9 di fondazione viene s assegnata una portata nominale, ovvero un peso che il 22 palo 9 di fondazione stesso deve sopportare senza cedimenti, cioè senza rompersi e/o senza sprofondare li gl ulteriormente nel suolo 2. Per garantire il rispetto della propria portata nominale, ciascun palo 9 di fondazione viene generalmente infisso fino a che il palo 9 di fondazione stesso non è in grado di sopportare una spinta applicata dal dispositivo 10 di infissione superiore al valore della portata nominale stessa senza sprofondare ulteriormente nel suolo 2.
Tale modalità operativa è resa possibile dal fatto di infiggere nel suolo 2 un palo 9 di fondazione alla volta; durante 1'infissione di un palo 9 di fondazione, quindi, quasi l'intero peso della platea 7 e dell'edificio 1 può venire utilizzato come forza di reazione alla spinta del dispositivo 10 di infissione.
In particolare, ciascun palo 9 di fondazione viene infisso Con una forza pari a 1,5÷3 volte la portata nominale del palo 9 di fondazione stesso; in questo modo si ha una totale garanzia di sicurezza per l'edificio 1, sia in corso d'opera, sia alla fine del sollevamento.
Con particolare riferimento alla figura 5 viene di seguito descritta la modalità di infissione di un palo
9 di fondazione nel suolo 2. oUJ^Per infiggere un palo 9 di fondazione nel suolo 2,
10 stelo 18 viene inizialmente disposto attraverso il Si Sì foro 12 per impegnarsi (secondo la modalità descritta 8<1
2 in precedenza) con la testa 19, la quale è disposta sotto la platea 7 a contatto del suolo 2 ed in posizione coassiale al foro 12. Una volta che uno stelo
18 si è impegnato con la testa 19 per definire il palo
9 di fondazione, sopra al palo 9 di fondazione stesso viene disposto un dispositivo 10 di infissione, il quale coopera con una estremità superiore del palo 9 di fondazione stesso ed è collegato con i tiranti 16; secondo una diversa forma di attuazione non illustrata,
11 dispositivo 10 di infissione potrebbe essere collegato con il tubo 13 guida.
Secondo una possibile forma di attuazione illustrata nella figura 5, il dispositivo 10 di infissione comprende un martinetto 25 idraulico, il quale viene disposto tra una estremità superiore del palo 9 di fondazione ed una piastra 26 superiore, la quale è attraversata dai tiranti 16 ed è provvista di un numero di fori 27 passanti per scorre liberamente lungo i tiranti 16 stessi; lo scorrimento verso l'alto della piastra 26 superiore viene bloccato mediante un numero di bulloni 28 che vengono avvitati sui tiranti 16 sopra alla piastra 26 superiore stessa.
Una volta accoppiato nel modo sopra descritto il dispositivo 10 di infissione con il rispettivo palo 9 di fondazione, il dispositivo 10 di infissione stesso viene azionato per espandersi applicando staticamente una spinta sul palo 9 di fondazione per infiggere il palo 9 di fondazione stesso nel suolo 2. La forza di reazione alla spinta esercitata dal dispositivo 10 di infissione è fornita dal peso della platea 7 e dell'edificio 1 ed è trasmessa dai tiranti 16, i quali fungono da elementi di reazione in quanto mantengono fissa la distanza esistente tra la piastra 26 superiore e la platea 7 durante la espansione del martinetto 25 idraulico, provocando di conseguenza la discesa verso il basso del palo 9 di fondazione.
Ovviamente , il dispositivo 10 di infissione può essere realizzato diversamente, sempre restando fermo il fatto qhe deve applicare staticamente una spinta sul i . palo 9 di fondazione per infiggere il palo 9 di fondazione stesso nel suolo 2. Ad esempio il dispositivjo 10 di infissione potrebbe essere del tipo di quello descritto nella domanda di brevetto ΪΤ2004Β000792 qui incorporata per riferimento.
Durante 1'infissione del palo 9 di fondazione nel suolo 2, la testa 19 determina la formazione nel suolo
2 stesso di un canale 29 di forma e dimensioni oni trasversali sostanzialmente uguali a quelle della testa <
2 19 stessa, Il canale 29 presenta una zona cilindrica <z o< interna occupata dallo stelo 18 ed una zona tubolare o o< a esterna sostanzialmente libera. Contemporaneamente alla 2 infissione del palo 9 di fondazione nel suolo 2, si procede ad iniettare in pressione all'interno della zona tubolare esterna del canale 29 del materiale 30 cementizio allo stato sostanzialmente plastico attraverso il condotto 24 di iniezione. In particolare, il materiale 30 cementizio è sostanzialmente costituito da micrp-calcestruzzo in modo da risultare particolarmente fluido e venire, quindi, iniettato agevolmente in pressione attraverso il condotto 24 di iniezione.; La presenza dell'anello 23 di tenuta, evita che il materiale 30 cementizio alimentato in pressione possa trafilare verso l'alto attraverso lo spazio compreso tra la superficie esterna dello stelo 18 e la superficie interna del tubo 13 guida.
Quando il suolo 2 presenta la tendenza a ritirasi nel tempo (ad esempio nel caso di strati torbosi), al materiale 30 cementizio possono venire aggiunti degli additivi (ad esempio bentonite) che riducono l'attrito
(e quindi l'adesione) del suolo 2 rispetto al materiale
30 cementizio stesso durante la sua asciugatura, in quanto se si riduce l'adesione del suolo 2 al materiale
o 30 cementizio, il suolo 2 può ritirarsi nel tempo iu.
11 liberamente ed in modo naturale. Al materiale 30 sz<|§ z 3⁄4· cementizio possono venire aggiunti degli additivi 24.1N oO §8 impermeabilizzanti che rendono il materiale 30 < ~ cementizio sostanzialmente impermeabile all'acqua anche prima della maturazione,· l'utilizzo di tali additivi si rende necessario quando il palo 9 di fondazione deve attraversare una falda acquifera, particolarmente se l'acqua della falda acquifera è in pressione e/o scorre con una velocità relativamente sostenuta. Lo scopo di tali additivi impermeabilizzanti è di impedire il dilavamento del materiale 30 cementizio, con il conseguente degrado delle caratteristiche del materiale
30 cementizio stesso. Prove sperimentali hanno inoltre evidenziato che quando si attraversa una falda d'acqua in pressione è inportante iniettare il materiale 30 cementizio ad una pressione che risulti superiore alla pressione esercitata dall'acqua in modo da evitare la formazione di interruzioni nel materiale 30 cementizio.
Secondo quanto descritto in precedenza, ciascuno stelo 18 è diviso in più segmenti, i quali vengono infissi, secondo le modalità sopra descritte, in successione attraverso il foro 12 e vengono uniti l'uno con l'altro mediante saldatura. In particolare, una volta eseguita 1'infissione di un primo segmento dello
oui stelo 18, il dispositivo 10 di infissione viene <
2 disaccoppiato dalla estremità superiore del primo z< z segmento stesso per permettere l'introduzione di un CD <u o< » secondo segmento, il quale viene saldato di testa al primo segmento (eventualmente interponendo un tronchetto di giunzione) ; successivamente il dispositivo 10 di infissione viene accoppiato alla estremità superiore del secondo segmento per continuare il ciclo di infissione. Generalmente, i segmenti componenti uno stesso stelo 18 sono tra loro uguali; comunque in alcune situazioni, i segmenti componenti uno stesso stelo 18 potrebbero essere tra loro differenziati per lunghezza, forma o spessore.
Secondo quanto illustrato nella figura 9, una volta terminata l'infissione di tutti i pali 9 di fondazione, viene effettuato il sollevamento dell'edificio 1.
Per effettuare il sollevamento, a ciascun palo 9 di fondazione viene accoppiato un dispositivo 11 di spinta, il quale da un lato viene appoggiato ad una estremità superiore del palo 9 di fondazione stesso e dall'altro lato viene collegato ai tiranti 16. In uso, ciascun dispositivo 11 di spinta viene azionato per generare staticamente una spinta tra il palo 9 di
o fondazione e la platea 7, la quale spinta viene Ui trasmessa alla platea 7 attraverso i tiranti 16.
Secondo quanto illustrato nelle figure 10 e 11, i<l3 Z<φ>a § < T3 ciascun dispositivo 11 di spinta comprende un SÌ martinetto 31 idraulico principale a corsa lunga ed un martinetto 32 idraulico secondario a corsa corta disposti meccanicamente in serie uno sopra l'altro; preferibilmente tra i due martinetti 31 e 32 idraulici è interposta una piastra 33 intermedia, la quale è attraversata dai tiranti 16 ed è provvista di un numero di fori 34 passanti per scorre liberamente lungo i tiranti 16 stessi. I martinetti 31 e 32 idraulici sono disposti tra una piastra 35 inferiore, la quale è appoggiata ad una estremità superiore del palo 9 di fondazione, è attraversata dai tiranti 16, ed è provvista di un numero di fori 36 passanti per scorre liberamente lungo i tiranti 16, e la piastra 26 superiore, la quale è attraversata dai tiranti 16 ed è provvista di un numero di fori 27 passanti per scorre liberamente lungo i tiranti 16 stessi; lo scorrimento verso l'alto della piastra 26 superiore viene bloccato mediante un numero di bulloni 28 che vengono avvitati sui tiranti 16 sopra alla piastra 26 superiore stesso.
In uso, ciascun martinetto 31 o 32 idraulici viene azionato per espandersi ed applicare quindi una spinta tra il palo 9 di fondazione e la platea 7, la quale spinta viene trasmessa alla platea 7 attraverso i tiranti 16, i quali fungono da elementi di reazione mantenendo costante la distanza esistente tra la piastra 26 superiore e la platea 7 durante l'espansione del martinetto 31 o 32 idraulico.
Secondo una preferita forma di attuazione, ai tiranti 16 sono avvitati dei bulloni 37 di sicurezza, i quali sono disposti sopra alla piastra 35 inferiore e vengono mantenuti in prossimità della piastra 35 inferiore in modo da limitare la corsa verso il basso della platea 7 in caso di guasto improvviso (rottura idraulica con conseguente perdita di pressione oppure rottura meccanica) del martinetto 31 o 32 idraulico.
Secondo quanto illustrato nella figura 9, una volta messi in opera nel modo sopra descritto tutti i dispositivi il di sollevamento è possibile iniziare il sollevamento dell'edificio 1 azionando i martinetti 31 e 32 idraulici. In funzione dell'altezza di sollevamento che si vuole raggiungere, lo stelo 18 di ciascun palo 9 di fondazione può essere un corpo monolitico, oppure può essere composto dall'unione di più segmenti tubolari, i quali vengono progressivamente inseriti attraverso il foro 12 man mano che l'edificio 1 viene sollevato rispetto al suolo 2 e vengono uniti l'uno con l'altro mediante saldatura. In altre parole, una volta terminata la corsa utile di un primo segmento dello stelo 18, il dispositivo 11 di sollevamento viene disaccoppiato dalla estremità superiore del primo segmento stesso per permettere l'introduzione di un secondo segmento, il quale viene saldato di testa al primo segmento (eventualmente interponendo un tronchetto di giunzione) ,· successivamente il dispositivo 11 di sollevamento viene accoppiato alla estremità superiore del secondo segmento per continuare il ciclo di sollevamento.
Secondo una preferita forma di attuazione illustrata nella figura 12, i pali 9 di fondazione ed i dispositivi 11 di sollevamento vengono divisi in tre gruppi operativi (illustrati con linea tratteggiata nella figura 12 ed indicati con le cifre romane I, II e III), i quali sono tra loro equivalenti, simmetrici, ed indipendenti. I gruppi operativi devono essere tra loro il più possibile equivalenti, cioè devono comprendere ciascuno all'incirca uno stesso numero di dispositivi
11 <3⁄4i sollevamento, e devono èssere tra loro il più possibile simmetrici, cioè nei limiti del possibile i baricentri A di spinta dèi tre gruppi operativi dovranno corrispondere ai ver:ici di un triangolo prefèribilmente equilatero centrato sul baricentro B del peso dell'edificio 1 e della platea 7. O I dispositivi 11 di solleviaitilento di ciascun gruppo
operativo vengono collegati ad una propria centralina iZ <z!: C3 I < 38 idraulica principale che alimènta tutti i martinetti
oo '
< 2 31 idraulici principali e ad uneL propria centralina 39 idraùlica secondaria che alimenta tutti i martinetti 32 idraulici secondari; è importan ze sottolineare che le centtaline 38 e 39 idrauliche pi un gruppo operativo sono indipendenti dalle centrai}.:ne 38 e 39 idrauliche degli altri gruppi operativi.
All'inizio del sollevamento mediante la centralina
39 idraulica secondaria i circuiti idraulici dei mart{Inetti 32 idraulici secondari di ciascun gruppo operativo vengono collegati in parallelo ad una pompa
I
(non, illustrata); di conseguinza, vengono espansi insieme tutti i martinetti 32 idraulici secondari di tutti i tre gruppi operativi pet una corsa molto breve (deljl'ordine del centimetro) questo modo tutti i martinetti 32 idraulici secoridari di tutti i tre gruppi operativi vengono messi in pressione. Successivamente i circuiti idraulici dei martinetti 32 idraulici secondari di ciascun gruppo operativo vengono scollegati dalla pompa e vengonó collegati tra loro in parallelo; in questo modo a pressione idraulica all'jÌntemo di tutti i martinetti 32 idraulici secondari di uno stesso gruppo operativo viene s mantenuta costante per effetf:to del principio dei vasi I<zI<· comunicanti . Si oO 53 A questo punto viene iniziato il sollevamento vero < e proprio dell'edificio 1; mediante la centralina 38 idraulica principale i circuiti idraulici dei martinetti 31 idraulici prineipali di ciascun gruppo operativo vengono collegati in parallelo ad una pompa
(non illustrata). Il solievarplento vero e proprio dell'edificio 1 viene effet:uat0 espandendo insieme i martinetti 31 idraulici prineibali di un solo gruppo operativo alla volta mentre martinetti 31 idraulici principali degli altri due gruippi operativi vengono mantenuti in pausa; in altie parole, il sollevamento vero e proprio dell'edificio prevede di espandere insieme i martinetti 31 idrailic1 principali di un solo gruppo operativo alla volta Per effettuare ad ogni
passo un sollevamento di 2÷3 cm. Questa modalità
ì
produce piccole rotazioni d^ll'èdificio 1 rispetto al pianp orizzontale e tali rofazioni sono permesse per l'efietto di compensazione nCalizzato dai martinetti 32
I
idraulici secondari; d.n altre parole, ogni rotazione delltedificio 1 è indotta dai dispositivi 11 di sollevamento di un unico gr^ippc» operativo e conporta che alcuni martinetti 32 idraulici secondari degli altr† due gruppi operat ivi non coinvolti nel sollevamento si espandano o si comprimano leggermente
Z « per accompagnare 1'innalzai^lento differenziato delle 3 <£ .S N O 3⁄4 O a varié zone dell'edificio 1
Si deve considerare ché edificio 1 consolidato
j
dalla platea 7 dal punto di \ista statico si trova appoggiato su tre punti (i baricentri A di spinta) dotaci di una cerniera sferica [simulata dal parallelo idraulico fra i martinetti 32 id|raulici secondari). Per questo motivo è possibile eseguire il sollevamento attivando un gruppo operative per volta e tutto l'edificio 1 ruoterà attorni» a l'asse passante per i
ì
baricentri A di spinta degli altri due gruppi operativi in pausa senza che insorgano stati di coazione di natura iperstatica.
Il sollevamento dell'ed Ìfiqio 1 viene normalmente eseguito ad una velocità m|oltcf bassa (calcolata nei
baricentri A di spint. dei tre gruppi operativi) in modo da essere sempre in condizioni isostatiche. La bassà velocità operativa permette di garantire un elevato margine di nell'operazione di sollevamento, in quanto eliminando totalmente le azioni dinamiche è possibile fare Riferimento alle norme per condizioni statiche. Irioltre il sollevamento può venire arrestato in qualsiasi istante per consentire monitoraggi , tarature o modifiche dell'impianto elettrico di controllo o dell'impianto idraulico.
Generalmente 1'edificio 1 subisce ad ogni passo di z o sollèvamento una inclinazione rispetto alla verticale o o< . di frazioni di grado; la componente lungo tale piano s inclinato della forza peso de l'edificio 1 è molto modesta e facilmente (qualora necessario) equilibrabile con opportuni tiranti attivabili mediante martinetti idraulici di compensazione.
Durante il sollevameiito, 1'edificio 1 viene costantemente monitorato da luna unità 40 di controllo, la qRale è collegata a dei siensRri 41 di pressione per misurare la pressione effettiva nelle varie centraline
38 e 39 idrauliche ed è egata ad una ie di estensimetri 42 a grande base applicati ai muri 4 portenti dell'edificio 1 misurare le nsioni indotte dal sollevamento l'edificio stesso.
Inoltre, durante il sollevamento la platea 7 viene costantemente monitorata dalla unità 40 di controllo, la quale è collegata ad una rete di inclinometri (non illustrati) accoppiati alla platea 7 per calcolare in tempo reale il grafico della deformata della platea 7 stessa ed è collegata ad un dispositivo ottico di precisione (non illustrato) che rileva una serie di capisaldi topografici per verificare saltuariamente i oui dati forniti dagli inclinometri. In altre parole, la
z unità 40 di controllo effettua un monitoraggio della < 1< z ® gl deformazione flessionale della platea 7 mediante un O (A < ~ sistema principale costituito dagli inclinometri e mediante un sistema secondario ridondante costituito
dal dispositivo ottico di precisione.
E' importante sottolineare che la deformazione flessionale della platea 7 deve venire mantenuta entro valori molto piccoli e soprattutto deve venire mantenuta assolutamente stabile per tutta la durata del sollevamento in quanto dipende sostanzialmente dalle inevitabili distanze (che rimangono sempre costanti) fra la distribuzione del peso dell'edificio 1 e le azioni di spinta dei dispositivi 11 di sollevamento. Se durante il sollevamento viene superato un limite prefissato della deformazione flessionale della platea
7 risulta necessario realizzare un migliore bilanciainento delle azioni dei dispositivi 11 di sollevamento.
Un ulteriore trimmaggio della platea 7 potrebbe venire ottenuto mediante la registrazione dei cavi 8 di post-tensione disposti in modo contrapposto e quindi in grado di fornire delle reazioni prestabilite.
Secondo quanto illustrato nella figura 13, una volta terminato il sollevamento il condotto 20 interno di ciascun palo 9 di fondazione viene riempito con del materiale 43 cementizio allo stato sostanzialmente
z ® O o plastico, in particolare con del "calcestruzzo". Una < N oo 5« volta terminato il riempimento del condotto 20 interno di un palo 9 di fondazione, il palo 9 di fondazione stesso viene fissato assialmente alla platea 7 vincolando (generalmente mediante saldatura) alla parte sporgente del tubo 13 guida una piastra 44 di fissaggio (oppure una flangia anulare), la quale viene disposta sopra al palo 9 di fondazione per impegnare l'estremità superiore del palo 9 di fondazione stesso.
Secondo una diversa forma di attuazione non illustrata, internamente al tubo 13 guida e tra l'estremità superiore del palo 9 di fondazione e la piastra 44 di fissaggio viene interposto un corpo di materiale elastico (ad esempio neoprene); l'inserimento di tale corpo di materiale elastico è generalmente rivolto ad aumentare le caratteristiche anti-sismiche
della platea 7.
Preferibilmente, ciascun palo 9 di fondazione
viene infisso in modo che la estremità superiore
risulti disposta ad un livello inferiore rispetto alla
superficie superiore della platea 7, quindi la parte
sporgente del tubo 13 guida viene tagliata, ed infine
la piastra 44 di fissaggio viene fissata alla restante
0
parte del tubo 13 guida in modo da risultare
sostanzialmente complanare con la superficie superiore
della platea 7. Tale forma di attuazione permette di
O
rendere la superficie superiore della platea 7 O 5</> < ~ interamente calpestabile.
Prima di fissare assialmente il palo 9 di
fondazione alla platea 7, risulta possibile precaricare il palo 9 di fondazione stesso con una spinta
verso il basso di intensità determinata per tutto il
tempo occorrente ad eseguire la saldatura della piastra
44 di fissaggio al tubo 13 guida,- in altre parole,
durante la saldatura della piastra 44 metallica al tubo
13 guida, al palo 9 di fondazione viene applicata una
spinta verso il basso di intensità determinata. Il
fatto di pre-caricare il palo 9 di fondazione durante
il fissaggio del palo 9 di fondazione stesso alla
platea 7 permette al palo 9 di fondazione di maturare rapidamente eventuali cedimenti evitando che tali cedimenti si verifichino in tempi lunghi; risulta chiaro che porre rimedio al cedimento di uno o più pali
9 di fondazione in corso d'opera è relativamente semplice ed economico, mentre porre rimedio al cedimento di uno o più pali 9 di fondazione dopo la fine dei lavori è molto più complesso e costoso.
E' importante sottolineare che al termine del sollevamento viene creato uno spazio libero sotto alla platea 7; tale spazio libero può venire reso agibile e
venire quindi utilizzato per la realizzazione di un Z e a 8 locale interrato (ovviamente solo nel caso in cui il o g ϋ » < -numero dei pali 9 di fondazione sia limitato). In alternativa, tale spazio libero creato tra la superficie inferiore della platea 7 ed il suolo 2 sottostante può venire riempito con materiali tradizionali di tipo cementizio oppure con materiali non tradizionali (ad esempio schiume poliuretaniche).
Qualora l'entità del sollevamento fosse elevata, (dell'ordine del metro), è possibile rivestire la sola parte emergente dei pali 9 di fondazione così da produrre dei veri e propri pilastri di supporto limitando il tamponamento alle zone sottostanti i muri
4 portanti; in questo caso l'edificio 1 sarebbe strutturalmente assimilabile ad una palafitta.
Secondo una diversa forma di attuazione illustrata nella figura 14, la platea 7 non appoggia direttamente al suolo 2, ma appoggia su di una ulteriore platea 45 di fondazione provvista di un elevato numero di pali 46 infissi nel suolo 2 al di sotto di un corso di acqua 47 o di un bacino di acqua 47 (ad esempio una laguna); tale soluzione costruttiva è tipica di un edificio 1 realizzato sull'acqua, in quanto i pali 46 sono infissi oin . nel suolo 2 al di sotto del livello dell'acqua 47 e
mantengono l'edificio 1 al di sopra del livello z ®
3<£.1N dell'acqua 47. Se è presente l'ulteriore platea 45 O «
<<_>2 sulla cui appoggia la platea 7, risulta chiaro che le teste 19 di almeno una parte dei pali 9 di fondazione appoggiano sulla ulteriore platea 45; in questo caso, è evidente che i pali 9 di fondazione che appoggiano sulla ulteriore platea 45 non vengono infissi nel suolo
2 .
Secondo quanto illustrato nella figura 15, al termine del sollevamento è possibile ripristinare mediante delle nuove opere 48 murarie la continuità tra la vecchia struttura 3 di fondazione ed i muri 4 portanti dell'edificio 1, dando così una ulteriore sicurezza e una garanzia di durata, essendo in tal caso l'edificio 1 provvisto di due sistemi di fondazioni ciascuno di per sé in grado di sostenere l'edificio 1 stesso. In particolare, tra le nuove opere 48 murarie ed i muri 4 portanti dell'edificio 1 vengono interposti dei mai^tinetti 49 piatti, i quali vengono espansi per caricarlae almeno parzialmente la vecchia struttura 3 di fondazione. Ciascun martinetto 49 piatto comprende due lamiere metalliche tra loro saldate per creare tra le due lam:iere stesse una tasca che viene riempita con un fluido in pressione per espandere il martinetto 49 0LU piatto; preferibilmente, il fluido utilizzato per t 3⁄4 riempire la tasca di un martinetto 49 piatto è una 1< < z ® resina che tende a solidificarsi nel tempo in modo da ®< .9
O TN OC
u IA < ~ stabilizzare la situazione indipendentemente dalla tenuta nel tempo della tasca.
Seicondo la forma di attuazione sopra descritta, la platea 7 viene interamente realizzata immediatamente prima tìel sollevamento. Secondo una diversa forma di attuazione la platea 7 potrebbe essere già preesisterte almeno in parte; in questo caso i fori 12 vengono realizzati mediante carotaggio.
NeIle forme di attuazione illustrate nelle figure allegate, l'edificio 1 presenta solo dei muri 4 portanti; secondo una diversa forma di attuazione non illustrata, l'edificio 1 potrebbe avere anche altri elementi portanti (tipicamente delle colonne portanti) in abbinamento o in sostituzione ai muri 4 portanti.
1 ha uno o più muri 4 portanti in comune don altri edifici attigui è necessario staccare dal muro 4 portante in comune tutti i solai 6 collegati al muro 4 portante in comune in modo da permettere un sollevamento dei solai 6 rispetto al muro 4 portante in comune; al termine del sollevamento i solai 6 devono venire nuovamente collegati al muro 4 portante in comune. Ovviamente, prima di staccare un solaio 6 da un muro 4 portante comune, il solaio 6 stesso deve venire
oUJ adeguatamente puntellato mediante una telaio metallico provvisorio disposto adiacente al, ma non in contatto z<z «s con il, muro 4 portante in comune. La sopra descritta o<£sIM oO metodologia si potrebbe applicare anche nel caso di < «
2 edifici particolarmente grandi (indicativamente aventi una base superiore a 1000 mq), i quali vengono suddivisi in più parti che vengono sollevate indipendentemente una dalle altre.
Ovviamente , il metodo di sollevamento sopra descritto può trovare vantaggiosa applicazione al sollevamento di un qualsiasi tipo di manufatto edilizio diverso da un edificio; ad esempio il metodo di sollevainento sopra descritto può trovare vantaggiosa applica zione al sollevamento di un fabbricato industriale oppure di un ponte.

Claims (26)

  1. R IV EN D ICA ZION I 1) Metodo per sollevare un manufatto (1) edilizio rispetto al suolo (2); il metodo comprende le fasi di: realizzare una platea (7) provvista di una pluralità di fori (12) passanti, ciascuno dei quali è
    ato da un numero di tiranti (16) sporgenti verso l'alto; disporre attraverso ciascun foro (12) un palo (9) oui di fondazione; O£ < accoppiare a ciascun palo (9) di fondazione un z< o cΦ < o o dispositivo (11) di sollevamento, il quale è da un lato o< 2 appoggiato ad una estremità superiore del palo (9) di fondazione ed dall'altro lato è vincolato ai ondenti tiranti (16) aventi la funzione di i di reazione; plicare una spinta sui pali (9) di fondazione e i dispositivi (11) di sollevamento per re il manufatto (1) edilizio rispetto al suolo ssare assialmente ciascun palo (9) di fondazione alla piatea (7) una volta ultimato il sollevamento; il metodo è caratterizzato dal fatto di comprerdere le ulteriori fasi di: dividere i dispositivi (11) di sollevamento in tre gruppi operativi, i quali sono tra loro equivalenti,
    simmetrici, ed indipendenti; azionare insieme dispositivi (11) di sollevamento di un solo gruppo operativo alla volta in modo tale che il sollevamento dell'edificio (1) avvenga in maniera isostatica azionando insieme i dispositivi (11) di sollevamento di un solo gruppo operativo alla volta mentre i dispositivi (11) di sollevamento degli altri due gruppi operativi vengono mantenuti in pausa.
  2. 2) Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui i oLU N tre gruppi operativi sono tra loro il più possibile < 8 s z 5 equivalenti, cioè comprendono ciascuno all'incirca uno < <1> C3 < stesso numero di dispositivi (11) di sollevamento, e O O < 2 sono tra loro il più possibile simmetrici, cioè i baricentri (A) di spinta dei tre gruppi operativi corrispondono ai vertici di un triangolo centrato sul baricentro (B) del peso dell'edificio (1) e della platea (7).
  3. 3) Metodo secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui il sollevamento dell'edificio (1) viene eseguito ad una velocità massima limitata per rimanere in condizioni statiche di carico e prevede di effettuare una corsa di circa 2÷3 cm per ogni passo.
  4. 4) Metodo secondo la rivendicazione 1, 2 o 3, in cui ciascun dispositivo (11) di sollevamento comprende almeno un martinetto (31) idraulico,· i martinetti (31) idraulici di ciascun gruppo operativo mantenuto fermo vengono collegati tra loro in parallelo per mantenere costante la pressione idraulica all'interno dei martinetti (31) idraulici stessi per effetto del principio dei vasi comunicanti.
  5. 5) Metodo secondo la rivendicazione 4, in cui ciascun dispositivo (11) di sollevamento comprende un martinetto (31) idraulico principale a corsa lunga ed oiu un martinetto (32) idraulico secondario a corsa corta E disposti meccanicamente in serie uno sopra l'altro; < O σ cS o < durante il sollevamento i martinetti (32) idraulici o <o secondari di ciascun gruppo operativo vengono collegati tra loro in parallelo per mantenere costante la pressione idraulica all'interno dei martinetti (32) idraulici secondati stessi per effetto del principio dei vasi comunicanti.
  6. 6) Metodo secondo la rivendicazione 5, in cui i dispositivi (11) di sollevamento di ciascun gruppo operativo vengono collegati ad una propria centralina (38) idraulica principale che alimenta tutti i martinetti (31) idraulici principali e ad una propria centralina (39) idraulica secondaria che alimenta tutti i martinetti (32) idraulici secondari; le centraline (38, 39) idrauliche di un gruppo operativo sono indipendenti dalle centraline (38, 39) idrauliche degli altri gruppi operativi.
  7. 7) Metodo secondo la rivendicazione 5 o 6 e comprendente le ulteriori fasi di: collegare all'inizio del sollevamento mediante la centralina (39) idraulica secondaria i circuiti idraulici dei martinetti (32) idraulici secondari di ciascun gruppo operativo in parallelo ad una pompa ; espandere insieme tutti i martinetti (32) idraulici secondari di tutti i tre gruppi operativi per oni una corsa molto breve; t< scollegare successivamente i circuiti idraulici < < o dei martinetti (32) idraulici secondari di ciascun 4 N oo< « gruppo operativo dalla pompa; collegare tra loro in parallelo i circuiti idraulici dei martinetti (32) idraulici secondari di ciascun gruppo operativo per mantenere costante la pressione idraulica all'interno dei martinetti (32) idraulici secondari stessi per effetto del principio dei vasi comunicanti; iniziale il sollevamento vero e proprio dell'edificio (1) utilizzando unicamente i martinetti (31) idraulici principali.
  8. 8) Metodo secondo la rivendicazione 5, 6 o 7, in cui in ciascun dispositivo (11) di spinta i martinetti (31, 32) idraulici sono disposti tra una piastra (35) inferiore, la quale è appoggiata ad una estremità superiore del palo (9) di fondazione, è attraversata dai tiranti (16), ed è provvista di un numero di fori (36) passanti per scorre liberamente lungo i tiranti (16), ed una piastra (26) superiore, la quale è attraversata dai tiranti (16) ed è provvista di un numero di fori (27) passanti per scorre liberamente lungo i tiranti (16) stessi; lo scorrimento verso l'alto della piastra (26) superiore viene bloccato mediante un numero di bulloni (28) che vengono avvitati lz Ji < < sui tiranti (16) sopra alla piastra (26) superiore rf<Q>stesso . O co <<_>
  9. 9) Metodo secondo la rivendicazione 9, in cui in ciascun dispositivo (11) di spinta ai tiranti (16) sono avvitati dei bulloni (37) di sicurezza, i quali sono disposti sopra alla piastra (35) inferiore e vengono mantenuti in prossimità della piastra (35) inferiore in modo da limitare la discesa verso il basso della platea (7).
  10. 10) Metodo secondo una delle rivendicazioni da 1 a 9, in cui durante il sollevamento l'edificio (1) viene costantemente monitorato da una unità (40) di controllo, la quale è collegata ad una serie di estensimetri (42) a grande base applicati ai muri (4) portanti dell'edificio (1) per misurare le tensioni indotte dal sollevamento sull'edificio (1) stesso.
  11. 11) Metodo secondo una delle rivendicazioni da 1 a 9, in cui durante il sollevamento la platea (7) viene costantemente monitorata da una unità (40) di controllo, la quale è collegata ad una rete di inclinometri accoppiati alla platea (7) per calcolare in tempo reale il grafico della deformata della platea (7) stessa.
  12. 12) Metodo secondo la rivendicazione 11, in cui la oαιP-8 unità (40) di controllo è collegata ad un dispositivo z =8 ottico di precisione che rileva una serie di capisaldi < < Z a topografici per verificare saltuariamente i dati SI <o ~3⁄4 forniti dagli inclinometri.
  13. 13) Metodo secondo una delle rivendicazioni da 1 a 12, in cui la platea (7) costituisce parte di una nuova struttura di fondazione, si estende lungo tutto la pianta dell'edificio (1) ed è costituita da conglomerato cementizio pre -compresso mediante una post-tensione.
  14. 14) Metodo secondo la rivendicazione 13, in cui la platea (7) viene realizzata a conci compresi fra i vari maschi murari; per creare una continuità strutturale fra i vari conci della platea (7) ed i muri (4) portanti, la platea (7) viene post-tensionata mediante una pluralità di cavi o barre (8) di post-tensione metallici, ciascuno dei quali viene annegato all'interno della platea (7) e viene fatto passare attraverso rispettivi fori passanti (non illustrati) ricavati attraverso i muri (4) portanti.
  15. 15) Metodo secondo una delle rivendicazioni da 1 a 14, in cui per ciascun palo (9) di fondazione la platea (7) comprende un foro (12) verticale internamente rivestito mediante un tubo (13) guida metallico, il o quale viene fissato alla platea (7) attraverso almeno ιιι <t= un anello (14) di fissaggio metallico inglobato nella 2 o<Φ platea (7) stessa, e sporge dalla platea (7) verso σ oc o< l'alto per una sua parte superiore. <o 2
  16. 16) Metodo secondo la rivendicazione 13, in cui attorno a ciascun foro (12) viene disposto un numero di tiranti (16) di ancoraggio filettati, ciascuno dei quali è collegato all'anello (14) di fissaggio ed attraversa la platea (7) per sporgere verticalmente all'esterno della platea (7) stessa.
  17. 17) Metodo secondo una delle rivendicazioni da 1 a 16, in cui prima di iniziare il sollevamento i pali (9) di fondazione vengono infissi nel suolo (2).
  18. 18) Metodo secondo la rivendicazione 17, in cui ciascun palo (9) di fondazione è un palo metallico e comprende uno stelo (18) costituito da una pluralità di segmenti tubolari di lunghezza costante fra loro saldati di testa, ed una testa (19) allargata inferiore definente una estremità inferiore del palo (9) di fondazione stesso.
  19. 19) Metodo secondo la rivendicazione 18, in cui l'infissione di un palo (9) di fondazione nel suolo (2) comprende le fasi di: disporre inizialmente lo stelo (18) attraverso il foro (12) per impegnarsi con la testa (19), la quale è o disposta sotto la platea (7) a contatto del suolo (2) ui ed in posizione coassiale al foro (12); z< £< z <5 disporre sopra al palo (9) di fondazione un §3⁄4.l o N3⁄4O K dispositivo (10) di infissione, il quale coopera con < -una estremità superiore del palo (9) di fondazione stesso ed è collegato con i tiranti (16) che fungono da elementi di reazione,· azionare il dispositivo (10) di infissione per espandere il dispositivo (10) di infissione stesso applicando una spinta sul palo (9) di fondazione per infiggere il palo (9) di fondazione stesso nel suolo (2).
  20. 20) Metodo secondo la rivendicazione 19, in cui durante 1'infissione del palo (9) di fondazione nel suolo (2), la testa (19) determina la formazione nel suolo (2) stesso di un canale (29); contemporaneamente alla infissione del palo (9) di fondazione nel suolo (2), viene iniettato in pressione all'inte†no del canale (29) del materiale (30) cementizio allo stato sostanzialmente plastico attraverso un condotto (24) di iniezione, il quale è definito da un tubo metallico attraversante la platea (7) stessa, e presenta una estremità superiore fuoriuscente dalla platea (7) ed una estremità inferiore terminante adiacente ài foro (12) a contatto di una superficie superiori della oiu . piastra (21) della testa (19). 21) Metodo secondo una delle rivendicazion i da 17 < Z ffl a 20, in cui vengono infissi contemporaneam .ante un i< O o «oCΉg o ridotto numero di pali (9) di fondazione, in modo da < « ridurre al minimo indispensabile le sollecita zioni a cui viene sottoposta la platea (7).
  21. 21) Metodo secondo una delle rivendicazion. i da 17 a 21, in cui una volta terminato il sollevai^lento un condotto (20) interno di ciascun palo (9) di fo ^dazione viene riempito con del materiale (43) cementi io allo stato sostanzialmente plastico.
  22. 22) Metodo secondo la rivendicazione 21, m cui una volta terminato il riempimento del condotto (20) interno di un ciascun palo (9) di fondazione, il palo (9) di fondazione stesso viene fissato assialmehte alla platea (7) vincolando alla parte sporgente cel tubo (13) guida una piastra (44) di fissaggio, 1a quale viene disposta sopra al palo (9) di fondazione per impegnare l'estremità superiore del palo (9) di fondazione stesso.
  23. 23) Metodo secondo la rivendicazione 22, in cui internamente al tubo (13) guida e tra l'estremità superiore del palo (9) di fondazione e la pias ;ra (44) di fissaggio viene interposto un corpo di maferiale elastico.
  24. 24) Metodo secondo una delle rivendicazion da 1 a
    23 e comprendente l'ulteriore fase di ripristiifi i,are , al z ® o termine del sollevamento, la continuità tra una vecchia 3⁄4.iN O w struttura (3) di fondazione pre-esistente e gli elementi portanti dell'edificio (1) mediante delle nuove opere (48) edili.
  25. 25) Metodo secondo la rivendicazione 24, in cui tra le nuove opere (48) edili e gli elementi Dortanti dell'edificio (1) vengono interposti dei martinetti (49) piatti, i quali vengono espansi per saricare almeno parzialmente la vecchia struttura (3) di fondazione.
  26. 26) Metodo secondo la rivendicazione 25, in cui ciascun martinetto (49) piatto comprende due lamiere metalliche tra loro saldate per creare tra le due lamiere stesse una tasca che viene riempita con un fluido in pressione per espandere il martinetto (49) piatto; 27) Metodo secondo la rivendicazione 26, in cui il fluido utilizzato per riempire la tasca di un martinetto (49) piatto è una resina che tende a solidificarsi nel tempo. 28) Metodo per sollevare un manufatto (1) edilizio rispetto al suolo (2); il metodo comprende le fasi di: realizzare una platea (7) provvista di una oIli pluralità di fori (12) passanti, ciascuno dei quali è r*. 8 z circondato da un numero di tiranti (16) sporgenti verso £o < Φ l'alto; CD Co <o o disporre attraverso ciascun foro (12) un palo (9) < di fondazione;
    accoppiare a ciascun palo (9) di fondazione un dispositivo (11) di sollevamento, il quale è da un lato appoggiato ad una estremità superiore del palo (9) di fondazione ed dall'altro lato è vincolato ai corrispondenti tiranti (16) aventi la funzione di elementi di reazione,· applicare una spinta sui pali (9) di fondazione mediante i dispositivi (11) di sollevamento per sollevare il manufatto (1) edilizio rispetto al suolo (2); e fissare assialmente ciascun palo (9) di fondazione alla platea (7) una volta ultimato il sollevamento; il metodo è caratterizzato dal fatto che la platea (7) è costituita da conglomerato cementizio precompresso mediante una post-tensione. 29) Metodo secondo la rivendicazione 28, in cui la platea (7) viene realizzata a conci compresi fra i vari maschi murari; per creare una continuità strutturale fra i vari conci della platea (7) ed i muri (4) portanti, la platea (7) viene post-tensionata mediante una pluralità di cavi o barre (8) di post-tensione oω Γ>-£ metallici, ciascuno dei quali viene annegato ζ 2 all'interno della platea (7) e viene fatto passare <: ο ο attraverso rispettivi fori passanti (non illustrati) ο< ο< ricavati attraverso i muri (4) portanti. 30) Metodo per sollevare un manufatto (1) edilizio rispetto al suolo (2); il metodo comprende le fasi di: realizzare una platea (7) provvista di una pluralità di fori (12) passanti, ciascuno dei quali è circondato da un numero di tiranti (16) sporgenti verso l'alto; disporre attraverso ciascun foro (12) un palo (9) di fondazione; accoppiare a ciascun palo (9) di fondazione un dispositivo (11) di sollevamento, il quale è da un lato appoggiato ad una estremità superiore del palo (9) di fondazione ed dall'altro lato è vincolato ai corrispondenti tiranti (16) aventi la funzione di elementi di reazione,· applicare una spinta sui pali (9) di fondazione mediante i dispositivi (11) di sollevamento per sollevare il manufatto (1) edilizio rispetto al suolo (2); e fissare assialmente ciascun palo (9) di fondazione alla platea (7) una volta ultimato il sollevamento; oin il metodo è caratterizzato dal fatto di comprendere l'ulteriore fase di ripristinare, al 2<■>£ < « Z a>termine del sollevamento, la continuità tra una vecchia g.s ϋo 5b < struttura (3) di fondazione pre-esistente e gli elementi portanti dell'edificio (1) mediante delle nuove opere (48) edili. 31) Metodo secondo la rivendicazione 30, in cui tra le nuove opere (48) edili e gli elementi portanti dell'edificio (1) vengono interposti dei martinetti (49) piatti, i quali vengono espansi per caricare almeno parzialmente la vecchia struttura (3) di fondazione . 32 Metodo secondo la rivendicazione 31, in cui ciascun martinetto (49) piatto comprende due lamiere metalliche tra loro saldate per creare tra le due lamiere stesse una tasca che viene riempita con un fluido in pressione per espandere il martinetto (49) piatto; o UJ 33) Metodo secondo la rivendicazione 32, in cui il t- £ < fluido utilizzato per riempire la tasca di un < martinetto (49) piatto è una resina che tende a e> o O <n solidificarsi nel tempo. < p.i.:1) SO.L.E.S. - SOCIETÀ LAVORI EDILI E SERBATOI S.P.A. 2 ) MATTIOLI S . P . A. MACCAGNAN MATTEO Iscrizione Albo N.987
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