ITBA20130047A1 - Composizione per la protezione e la guarigione di ulcere da decubito, vascolari e diabetiche. - Google Patents

Composizione per la protezione e la guarigione di ulcere da decubito, vascolari e diabetiche.

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ITBA20130047A1
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Description

« COMPOSIZIONE PER LA PROTEZIONE E LA GUARIGIONE DI ULCERE DA DECUBITO, VASCOLARI E DIABETICHE ».
La presente invenzione riguarda il settore dei dispositivi medici e in particolare concerne una nuova composizione per la protezione e la guarigione di ulcere da decubito, vascolari e diabetiche.
L’ulcera da decubito, detta anche comunemente piaga o correttamente lesione da pressione à ̈ una lesione tissutale con evoluzione necrotica, la quale interessa l’epidermide, il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi più gravi, la muscolatura e le ossa. Una lesione da decubito à ̈ la conseguenza diretta di una elevata o prolungata compressione, o di forze di taglio o stiramento, causanti uno stress meccanico ai tessuti con strozzatura dei vasi sanguigni. Essa à ̈ dovuta alla persistente pressione che, superando i 32 millimetri di mercurio, provoca una strozzatura dei vasi sanguigni, con conseguente necrosi tessutale; per questo à ̈ classificata anche come lesione da pressione.
Le lesioni da decubito spesso sono delle conseguenze dovute a una inadeguata assistenza in ambito domiciliare od ospedaliero e la non attivazione immediata di tecniche di prevenzione con utilizzo di moderni ausili antidecubito può provocare gravissime lesioni allo stesso paziente.
Per ulcera vascolare si intende una lesione che interessa dapprima i vasi sanguigni per poi interessare, in relazione alla sua importanza e gravità, i tessuti adiacenti, vale a dire i tessuti sottocutanei ed ossei e successivamente anche quelli cutanei.
Per ulcera diabetica si intende una lesione che può interessare, in relazione alla sua importanza e gravità, i tessuti cutanei, sottocutanei ed ossei. La sua localizzazione distrettuale più comune à ̈ nel piede coinvolgendo in senso disto-prossimale le regioni apicali delle dita, le giunture articolari delle interfalangee, le teste metatarsali (regione plantare), il tallone, le prominenze ossee del mortaio tibio-peroneoastragalico (caviglia) e la gamba, il coinvolgimento del piede à ̈ molto pericoloso per il protrarsi della patologia in quanto spesso si presentano coinvolgimenti dei tessuti sottocutanei ed ossei con infezioni e fistole che portano ad amputazioni delle regioni interessate, anche se la ricerca e la tecnologia consentono la realizzazione del trapianto dei tessuti.
Pur se dovute ad altre cause, anche le ulcere vascolari e diabetiche comportano lesioni che possono diventare, specialmente se adeguamente non curate per tempo, invalidanti, fastidiose e dolorosissime, soprattutto quando vengono coinvolti anche gli strati più profondi della pelle.
I sistemi di classificazione o stadiazione delle lesioni identificano per stadi le lesioni basandosi sulle condizioni degli strati del tessuto interessato, pur se col termine di ulcera solitamente si indica il massimo grado di pericolo della lesione, la quale però si può manifestare in vari stadi. La classificazione per stadi non ha però il compito di descrivere globalmente la stessa lesione, ma fornisce di quest'ultima una descrizione anatomica e relativamente semplice in funzione della stessa sua profondità. Tra i più usati sistemi di classificazione delle ulcere, in particolare quelle per pressione da decubito, à ̈ noto quello proposto dal National Pressure Ulcer Advisory Panel (nato durante la Consensus Conference del 1991 ), il quale le suddivide fondamentalmente in quattro stadi:
- un primo stadio iniziale che si presenta come un eritema fisso, il quale non scompare alla digito-compressione della cute integra e si manifesta sovente con lo scolorimento cutaneo, il calore o l'indurimento;
- un secondo stadio che si presenta con la lesione superficiale simile a una abrasione, una vescicola o una lieve cavità di profondità tale da coinvolgere l'epidermide e/o il derma;
- un terzo stadio con una lesione che si presenta a tutto spessore, con danno o necrosi del tessuto sottocutaneo che sì può estendere fino alla sottostante fascia muscolare senza però attraversarla; la lesione à ̈ ora una cavità profonda che può sottominare o meno il tessuto contiguo; - un quarto stadio con lesione che si presenta a tutto spessore con estesa distruzione dei tessuti, necrosi e danno ai muscoli, ossa e strutture di supporto (tendini, capsule articolari).
Ad oggi nella tecnica nota la terapia delle lesioni esterne di detti tipologie prevede l'asportazione delle parti molli ischemiche, necrotiche, degenerative o suppurative oltre che la terapia farmacologica (con analgesici ad applicazione locale di ausilio per dare sollievo al paziente), la quale si applica già dal primo stadio, unitamente alla disinfezione della lesione con disinfettanti contenenti ioduri o benazachil-cloruri o altri composti a base di perossido dì idrogeno. Secondo recenti studi sull'applicazione del sistema Cochrane, riguardante 22 studi clinici randomizzati sulla somministrazione sistemica e topica di antibiotici ed antisettici nel trattamento di ulcere di origine venosa, la somministrazione di routine di antibiotici per via orale non migliora i tassi di guarigione. Il confronto tra antibiotici ed antisettici topici, come la soluzione di povidoneiodio, preparazioni a base di perossidi, etacridina lattato, mupirocin, hanno descritto evidenze in supporto della somministrazione del farmaco antisettico topico cadexomero iodico (anch'esso non disponibile negli Stati Uniti). Per definire con maggiore precisione l'effettiva efficacia dei farmaci topici sono tuttavia necessari ulteriori dati e studi di elevata qualità. Gli antibiotici orali sono indicati nel trattamento delle ulcere venose solamente nei casi in cui si sospetta una cellulite. Quando si sospetta un'osteomielite à ̈ necessario altresì ricercare eventuali patologie arteriose; in questi casi per il trattamento dell'infezione sottostante occorre prendere in considerazione la somministrazione di antibiotici per via endovenosa.
Alcuni di questi antibiotici e disinfettanti sono però spesso solitamente dannosi per gli stessi tessuti epiteliali, ma considerati indispensabili per rimuovere o uccidere le specie batteriche che solitamente infettano le stesse lesioni.
Di contro la terapia farmacologica solitamente prevede la somministrazione di:
- Ibuprofen (ad esempio: Brufen, Moment, Subitene), quale antidolorifico;
- Naproxene (ad esempio: Aleve, Naprosyn, Prexan, Naprius) quale antidolorifico;
- Lidocaina (ad esempio: Xylocaina, Lidofast, Luan CHIR) spesso associata anche con la prilocaina (es. Ernia), quale antinfiammatorio; - Nano cristalli d'argento (ad esempio: Katoxyn Spray), quale sostanza disinfettante (antisettica) ed antibiotica;
- Becaplermin (ad esempio: Regranex gel) quale fattore di crescita ricombinante piastrinico, utilizzato anche e soprattutto per la cura delle ulcere diabetiche, pur se il farmaco in Italia non à ̈ ammesso;
- Cadexomero iodico (ad esempio: lodosorb): quale sostanza cicatrizzante indicata per velocizzare la rimarginazione della ferita (specialmente nel contesto delle piaghe da decubito, con potere battericida potenziato dalla presenza dello iodio) e per evitare la cronicizzazione delia piaga e per riattivare i meccanismi di riparazione dei tessuti danneggiati;
- Diazepam (ad esempio: Micropam, Ansiolin, Diazepam FN, Valium, Diazepam, Valpinax) ed antrolene (ad esempio: Dantrium) per contrastare gli spasmi (specialmente nel contesto delle piaghe da decubito, le quali possono essere accentuate dalle contrazioni involontarie dei muscoli) o in altri casi dantrolene;
- Tizanidina (ad esempio: Sirdalud, Navizan)
- Baclofen (ad esempio: Baclofene MYL, Lioresal);
- Idrocolloidi (in particolare per lesioni vascolari), i quali pur se costosi non sarebbero più efficaci, dal punto di vista dei tassi di guarigione, rispetto a semplici preparazioni note;
Pentoxifillina (per le ulcere vascolari), farmaco inibitore dell'aggregazione piastrinica, riducente la viscosità del sangue e migliorante il microcircolo nei pazienti non in grado di tollerare i bendaggi compressivi;
Acido acetilsalicilico (per le ulcere vascolari) valido al pari della pentoxifillina;
I loprost o prostaciclina sintetica (per le ulcere vascolari), farmaco vasodilatatore che inibisce l'aggregazione piastrinica, molto costoso. Sono altresì noti:
pomate a base di enzimi proteolitici (es. Noruxol, Citrizan, Bionect Start);
pomate a base di enzimi proteolitici antibiotici (es. Iruxol, Citrizan Antibiotico);
pomate varie a base di antibiotici e chemioterapici per uso topico, cicatrizzanti e disinfettanti (es. Sofargen, Fitostimoline, Connettivina, Connettivina Plus, Refix, Cutifass, Vulmanin, Hyelosilver); preparati a base di collagene (es. Condress Tavolette, Promogram Plus);
Sono anche note medicazioni avanzate a base di:
pellicole trasparenti o semitrasparenti in poliuretano adesive ( es. Opsite, Askine, Urgogell, Aquacel);
gel idrofilo puro (es. Aquaflo, Curagel, Elastogel, Intrasite gel, Suprasorb);
gel idrofilo associato ad altre sostanze (es. Duoderm idrogel, Hydrosorb, Nu-gel);
idrocolloidi (es. Duoderm, Nu-Derm, Comfeel, Suprasorb, Algoplaque, Superskim II);
idrocolloidi associati ad altre sostanze (es. Askina, Hydrocoll, Duoderm CGF, Versiva, Hydrotul);
- alginato puro (es. Curasorb, Algisite M, Melgisorb, Curasorb, Tegaderm alginate, Seasorb);
- Alginato composto (es. Curasorb zu; Hyalogran, Urgosorb, Askina sorb);
- Poliuretano puro in film (es. Mepore, Tagaderm, Bioelusive, Suprasorb F);
- Poliuretano puro in schiuma (Askina Foam, Cutimed, Tegaderm Foam, Ligasono, Suprasorb P, Tielle Packing);
- Poliuretano in schiuma associato ad altre sostanze (es. Cutimed Siltec, Tielle, Urgotul Absorbent, Permafoam, Versiva XC, Mepilex, Cellosorb);
- Cute bioingegnerizzata.
In commercio esistono attualmente anche medicazioni in Silicone, in Carbone attivo, in Argento, sia in versione pura o associati ad altre sostanze.
Ovviamente anche la terapia farmacologica non à ̈ esente da controindicazioni ed anch’essa si rivela spesso dannosa per gli stessi tessuti epiteliali.
Solo per trattare lesioni che non costituiscono una vera e propria preoccupazione, perché poco profonde e di facile rimarginazione (vale a dire di primo o secondo stadio) à ̈ solitamente possibile ricorrere alla terapia naturale, applicando sulla cute unguenti, creme, oli, spray o talchi utili per velocizzare la rimarginazione delle ferite, per nutrire la pelle e sfiammare la parte lesa. Di seguito, si riportano alcuni esempi di composizioni note per il trattamento di dette lesioni:
- Amido di mais, utilizzato per le sue proprietà astringenti, lenitive ed antipruriginose à ̈ indicato per trattare le piaghe da decubito, specie quelle che suppurano;
- Ossido di zinco, dotato di potenziali effetti anti-infiammatori, in grado di diminuire il tempo di guarigione, ma secondo recenti analisi non efficace nel trattamento delle ulcere di origine venosa;
- Oleolito d'iperico (Hypericum perforatum), utilizzato per il trattamento delle piaghe da decubito di lieve entità, con il fitocomplesso costituito soprattutto da iperforina (antibiotico naturale) ed ipericina (utilissima per sfiammare), mentre l’iperico trova indicazione come cicatrizzante delle ferite (la parte trattata viene solitamente coperta con una garza sterile o con una benda impregnata di oleolito d'iperico per evitare la fotosensibilizzazione della pelle);
- Aloe vera (aloe vera gel), utilizzata specialmente per il trattamento delle piaghe da decubito, per le proprietà riepitelizzanti, antinfiammatorie e rinfrescanti, utili per dare una piacevole sensazione di sollievo immediatamente dopo l'applicazione sulla piaga.
Gli svantaggi dell’attuale tecnica nota concernente detti dispositivi medici sia del tipo farmacologico che del tipo costituito da componenti naturali sono dovuti fondamentalmente al fatto che:
- non sono sempre efficaci nel caso di lesioni gravi, vale a dire del terzo e quarto stadio;
- presentano sovente costi economici non facilmente accessibili da parte di tutti i pazienti, dovuti sia alla difficoltà del reperimento dei singoli componenti sia alla complessità del procedimento industriale di fabbricazione delle stesse composizioni;
- non presentano elevata efficacia di cura delle ulcere e delle lesioni, richiedendo a volte tempi troppo lunghi per la guarigione completa delle stesse e persino fallendo nella guarigione delle ulcere gravi;
- non presentano sempre una similare facilità di applicazione;
- sono spesso applicate non tanto per le loro effettive proprietà terapeutiche, quanto più per le preferenze del medico che le somministra e tanto meno per conoscenza da parte del paziente, sovente ignorante in materia.
Scopo principale della presente invenzione à ̈ proprio quello di risolvere detti svantaggi delle composizioni farmacologiche e naturali note, fornendo un’innovativa composizione validissima nel settore dei dispositivi medici per la protezione e la guarigione di ulcere gravi da decubito, vascolari e diabetiche di pazienti anche allettati.
La composizione à ̈ stata perfezionata in seguito agli ininterrotti studi, ricerche ed esperienze cliniche trentennali del Dott. Tenereili Simone effettuate nel campo geriatrico.
Tali scopi sono conseguiti realizzando un’innovativa composizione per la protezione e la guarigione di ulcere gravi da decubito, vascolari e diabetiche come caratterizzata nelle rivendicazioni che seguono in calce alla presente descrizione.
Detti scopi e i conseguenti vantaggi, nonché le caratteristiche della composizione secondo la presente invenzione risulteranno più chiaramente evidenti dalla seguente dettagliata descrizione, con riferimento ai disegni allegati, nei quali:
- la Fig. 1 à ̈ il primo di quattro schemi raffiguranti il sistema di classificazione delle ulcere o lesioni L, in particolare quelle per pressione da decubito proposto dal National Pressure Ulcer Advisory Panel nel 1991 , come precedentemente descritto, il quale suddivide le lesioni fondamentalmente nei quattro stadi S1 , S2, S3, e S4 in cui si manifestano; in fig. 1 à ̈ rappresentato il primo stadio S1 , nel quale la lesione L non à ̈ ancora evidente e si manifesta inizialmente al pari di un eritema sulla parte esterna dell'epidermide E;
la Fig.2 rappresenta il secondo stadio S2 con la lesione L simile ora a una abrasione, una vescicola o una lieve cavità di profondità tale da coinvolgere l'epidermide E e/o il derma D;
- la Fig.3 rappresenta il terzo stadio S3 con la lesione L che si presenta a tutto spessore, con danno o necrosi del tessuto sottocutaneo T che si può estendere fino alla sottostante fascia muscolare M senza però attraversarla; la lesione L à ̈ ora una cavità profonda che può sottominare o meno il tessuto contiguo;
- la Fig.4 rappresenta il quarto stadio S4 con lesione L che si presenta a tutto spessore con estesa distruzione dei tessuti T, necrosi e danno ai muscoli M, ossa e strutture di supporto H (tendini, capsule articolari); - la Fig.5 mostra un grafico riportante in ordinata i valori in grammi delle masse minime (prima colonna A) e massime (seconda colonna B) degli elementi costituenti la composizione ottimale trovata;
- la Fig.6 mostra una tabella riportante nella prima colonna gli elementi costituenti la composizione ottimale trovata, inseriti in ordine decrescente di massa con le relative percentuali riportate nella seconda (minime %) e terza colonna (massime %) presenti nella stessa composizione;
- la Fig.7 mostra l’aspetto di una gravissima ulcera da compressione (quarto stadio S4) al primo giorno di trattamento;
- la Fiq.8 mostra l’aspetto della stessa ulcera da compressione di cui alla Fig.7 dopo circa nove mesi dal primo trattamento (secondo stadio S2 in transizione al primo stadio S1);
- la Fig.9 mostra l’aspetto di una lesione diabetica al primo giorno di trattamento;
- la Fig.10 mostra l’aspetto della stessa lesione diabetica di cui alla Fig.9 dopo solo tre settimane dal primo trattamento;
- la Fig.11 mostra l’aspetto di una lesione venosa al primo giorno di trattamento;
- la Fig.12 mostra l’aspetto della stessa lesione venosa di cui alla Fig.11 dopo circa tre mesi e mezzo dal primo trattamento;
- la Fig.13 mostra l’aspetto di un'altra gravissima ulcera da compressione (quarto stadio S4) al primo giorno di trattamento;
- la Fig.14 mostra l’aspetto della stessa ulcera da compressione di cui alla Fig.13 dopo sette mesi dal primo trattamento (primo stadio S1).
Come mostrato nelle figure 5 e 6, la presente invenzione descrive una terapia completa per la protezione e la guarigione di lesioni o ulcere gravi da decubito, vascolari e diabetiche, partendo dalla composizione di un dispositivo medico fondamentalmente costituito da una miscuglio dei seguenti elementi componenti: zucchero a velo, iodopovidone liquido al 10%; iodopovidone pomata al 5%, vaselina bianca ed olio di paraffina.
Come à ̈ possibile anche evincere da dette figure 5 e 6, il problema tecnico à ̈ risolto fornendo una composizione comprendente i seguenti composti attivi per una massa in grammi compresa tra i 137,5 e i 160,5:
- zucchero a velo (95-105 grammi);
- iodopovidone allo stato liquido con contenuto di iodopovidone al 10% (16-20 grammi)
- iodopovidone in consistenza viscosa ed untuosa al pari di una pomata con contenuto di iodopovidone al 5% (13-17 grammi);
- vaselina bianca (13-17 grammi);
- olio di paraffina (0,5-1 ,5 grammi).
Detti singoli componenti la composizione sono tutti facilmente reperibili sul mercato e a bassissimo costo, In particolare:
lo zucchero a velo à ̈ composto da una percentuale molto alta di amidi e in parte minore anche di grassi e fu prodotto per la prima volta dall'industriale tedesco Karl von Reichenbach nel 1830. Il suo innovativo impiego nella presente composizione à ̈ dovuto all' ottimale conferimento alla stessa composizione, in sinergia con gli altri componenti, delle proprietà cicatrizzanti ed antimicrobiche; - lo iodopovidone (PVP-I) à ̈ un complesso ottenuto dalla combinazione del polimero polivinilpirrolidone (PVP) con lo iodio sotto forma di ioni triioduro e fu scoperto da Walter Ripper e brevettato nel 1939. Il PVP combinato con lo iodio I forma lo iodopovidone PVP-I fu prodotto dalla industrial Toxicology Laboratories di Philadelphia da by H. A. Shelanski e M. V.
Shelanskì e commercializzato dal 1955 diventando ben presto uno dei disinfettanti a base di iodio più utilizzato al mondo. L'uso più comune di questo principio attivo, in varie forme e associazioni, à ̈ quello di disinfettante delta cute o delle ferite, per trattamenti antisettici e per l'igiene orale. Essendo solubile sia in acqua che alcol o altri solventi, di solito à ̈ presentato come soluzione idroalcolica (es. per uso esterno al 10%). Il nome del preparato più diffuso in Italia a base di iodopovidone à ̈ Betadine, ma à ̈ presente anche con altri nomi commerciali e in forma di farmaco generico. Ha vari usi in medicina, in ginecologia per trattare infezioni causate da Candida e Trichomonas, in farmacia, in cosmesi, nell'industria (dove corrisponde all'additivo E1201, mentre il PVPP E1202 à ̈ usato come stabilizzante negli alimenti); il suo impiego nella presente composizione à ̈ sia allo stato liquido con contenuto di iodopovidone al 10%, sia in consistenza viscosa ed untuosa, quale una pomata, con contenuto di iodopovidone al 5%.
- la vaselina, inventata da Robert Chesebrough nel 1891 , à ̈ una sostanza semisolida, filante di consistenza di unguento e quella di miglior qualità à ̈ usata sia in campo farmaceutico per la produzione di pomate, gel per le labbra, antifunghi, prodotti per l'infanzia e l'igiene, sia in campo cosmetico per i balsami per capelli e i lucidalabbra.
- la paraffina liquida (nome INCI: Paraffinum Liquidum, prodotta per la prima volta nel 1834), detta anche olio di paraffina, Ã ̈ molto usata nel settore cosmetico come agente filmante e nelle creme ed olii per bambini; essa viene utilizzata anche per conferire una sensazione di levigatezza.
Le proprietà di ciascun componente sono migliorate rispetto agli effetti già noti dei singoli componenti dell'impianto (pur se innovativo à ̈ l’inserimento dello zucchero a velo), grazie all'effetto sinergico degli stessi e la composizione così ottenuta costituisce un singolo dispositivo medico avente validi effetti disinfettanti, anti-infiammatori, antimicrobici, lenitivi ed analgesici in combinazione con le proprietà necessarie per ottenere un’efficace guarigione, così come mostrato nelle figure 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13 e 14 allegate, laddove si evidenziano meglio gli effetti della pomata ottenuta da detta composizione applicata ripetutamente nel tempo al fine di far regredire le ulcere e le lesioni di varia tipologia dal quarto stadio S4 al primo stadio S1 ed infine portarle alla guarigione definitiva.
La composizione della presente invenzione, può essere applicata quotidianamente sulle superfici delle lesioni, come un singolo rimedio, anche nei casi di gravissime lesioni al quarto stadio S4 (come riportato nelle figure 4, 7 e 13), al fine di diminuirne dapprima la gravità della stessa lesione sino al primo stadio (Fig.3, relativa al terzo stadio S3; Fig.2, relativa al secondo stadio S2; Fig.1 , relativa al primo stadio S1) e, quindi, alla guarigione dapprima parziale ed infine totale (figure 8, 10, 12 e 14).
La composizione oggetto delia presente invenzione permette di risolvere la guarigione delle lesioni e delle ulcere esterne, di qualsiasi tipo ed estensione, attraverso l’accelerazione e il rafforzamento del processo di guarigione, senza l'uso di un trattamento antibiotico locale.
In base alla raccolta di dati clinici e all’esperienza trentennale nel trattamento di dette lesioni ed ulcere dell’inventore della presente composizione, si à ̈ constatato che essa determina la guarigione definitiva delle ulcere con un aspetto finale delle superfici delle stesse lesioni in fase di guarigione di tipo elastico ed adeguatamente umidificato, nonché persino con arresto dell’essudato. La composizione trovata, conferendo alla lesione un’umidità adeguata, non comporta, quindi, la formazione di fessure o rotture della crosta di cicatrizzazione, come pure impedisce il verificarsi di complicazioni batteriche (infezioni) delle lesioni.
I vantaggi della presente composizione, come ben si può intuire, sono innumerevoli proprio per il fatto che lo stesso à ̈ atto ad essere applicabile, al pari di una pomata, per la cura e la guarigione delle ulcere da decubito, vascolari e diabetiche ed essi sono fondamentalmente evidenti in:
- costi minimizzati della composizione rispetto alle medicazioni menzionate e note;
- facilità di riproduzione della composizione su scala industriale;
- facilita’ di impiego;
- scomparsa del cattivo odore emanato dalla ferita;
- eliminazione dell’escara necrotica senza necessità del “debridment†chirurgico;
- rapida scomparsa del dolore, con evidente scomparsa delle sofferenze del paziente;
- risoluzione completa e rapida delle lesioni e delle ulcere anche gravi; - assenza di dolore durante la rimozione della garza aderente alla pomata, in quanto la rimozione della pomata alla rimozione della garza non traumatizza e non danneggia il tessuto di granulazione;
- creazione di un corretto microambiente umido generato dalla composizione a contatto della ferita;
- assenza di sostanze allergeniche;
- ottimale assorbimento dell’eccesso di essudato.
E’ anche evidente che alle masse in grammi descrìtte e alle percentuali di realizzazione della composizione potranno essere apportati numerosi ritocchi, adattamenti, integrazioni e varianti, compresa la sostituzione di elementi di composizione con altri funzionalmente equivalenti, senza peraltro uscire dall’ambito di protezione delle seguenti rivendicazioni.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Composizione per la protezione e la guarigione di ulcere da decubito, vascolari e diabetiche, caratterizzata dal fatto che contiene zucchero a velo.
  2. 2) Composizione per la protezione e la guarigione di ulcere da decubito, vascolari e diabetiche, secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detto zucchero a velo à ̈ presente nella composizione con una percentuale in massa compresa tra il 65% e il 70%.
  3. 3) Composizione per la protezione e la guarigione di ulcere da decubito, vascolari e diabetiche, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che contiene iodopovidone allo stato liquido con contenuto di iodopovidone in soluzione al 10%.
  4. 4) Composizione per la protezione e la guarigione di ulcere da decubito, vascolari e diabetiche, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto iodopovidone allo stato liquido con contenuto di iodopovidone in soluzione al 10% Ã ̈ presente nella composizione con una percentuale in massa compresa tra il 11% e il 13%.
  5. 5) Composizione per la protezione e la guarigione di ulcere da decubito, vascolari e diabetiche, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che contiene iodopovidone in consistenza viscosa ed untuosa al pari di una pomata con contenuto di iodopovidone al 5%.
  6. 6) Composizione per la protezione e la guarigione di ulcere da decubito, vascolari e diabetiche, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che contiene vaselina bianca.
  7. 7) Composizione per la protezione e la guarigione di ulcere da decubito, vascolari e diabetiche, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto iodopovidone in consistenza viscosa ed untuosa al pari di una pomata con contenuto di iodopovidone al 5% e detta vaselina bianca sono entrambi presenti nella composizione con una percentuale in massa compresa tra il 9% e il 11%.
  8. 8) Composizione per la protezione e la guarigione di ulcere da decubito, vascolari e diabetiche, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che contiene opzionalmente anche olio di paraffina.
  9. 9) Composizione per la protezione e la guarigione di ulcere da decubito, vascolari e diabetiche, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto olio di paraffina à ̈ presente nella composizione con una percentuale in massa inferiore all ’1%.
  10. 10) Composizione per la protezione e la guarigione di ulcere da decubito, vascolari e diabetiche, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che à ̈ fondamentalmente costituita da zucchero a velo, iodopovidone allo stato liquido con contenuto di iodopovidone in soluzione al 10%, iodopovidone in consistenza viscosa ed untuosa al pari di una pomata con contenuto di iodopovidone al 5%, vaselina bianca ed olio di paraffina.
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IT000047A ITBA20130047A1 (it) 2013-06-07 2013-06-07 Composizione per la protezione e la guarigione di ulcere da decubito, vascolari e diabetiche.

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