ITAN20130218A1 - Camera di galleggiamento perfezionata. - Google Patents

Camera di galleggiamento perfezionata.

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ITAN20130218A1
ITAN20130218A1 IT000218A ITAN20130218A ITAN20130218A1 IT AN20130218 A1 ITAN20130218 A1 IT AN20130218A1 IT 000218 A IT000218 A IT 000218A IT AN20130218 A ITAN20130218 A IT AN20130218A IT AN20130218 A1 ITAN20130218 A1 IT AN20130218A1
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Francesco Valli
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Description

DESCRIZIONE
a corredo di una domanda di brevetto per invenzione industriale avente per titolo:
“CAMERA DI GALLEGGIAMENTO PERFEZIONATA”.
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente domanda di brevetto per invenzione industriale ha per oggetto una camera di galleggiamento.
Le peculiarità e i vantaggi della presente invenzione risulteranno più evidenti a seguito di una breve descrizione dell’arte anteriore di riferimento.
Già da qualche tempo i centri benessere, i beauty center, gli istituti terapici e altri simili istituzioni hanno iniziato a mettere a disposizione della propria clientela le cosiddette camere di galleggiamento.
Una tipica camera di galleggiamento consiste in una camera perfettamente isolata dall’ambiente esterno che risulta destinata a contenere sul fondo, per un’altezza di circa 250 mm., una soluzione di acqua salata avente normalmente un peso specifico compreso tra 1,225 e 1,275 e mantenuta ad una temperatura prossima a quella del corpo umano.
La notevole salinità dell’anzidetta soluzione assicura che una persona possa galleggiare stabilmente su di essa – nella classica posizione “del morto” – senza la necessità di fare alcunché.
Si può dire altrimenti che l’utente di una camera di galleggiamento assume una condizione simile a quella di colui che si corica su di un letto a pancia in su, in una condizione, cioè, che gli assicura un completo abbandono e un sicuro relax in un ambiente volutamente privo di stimoli sensoriali.
Si può affermare altrimenti che la finalità specifica di ogni camera di galleggiamento è quella fare in modo che l’utente abbia l’illusione di trovarsi in un ambiente a gravità zero, ritenuto in grado di migliorare la salute fisica e mentale dell’utente.
In effetti la parziale immersione nell’acqua ad elevata concentrazione salina rappresenta già di per sé il rimedio per alcune patologie del paziente, mentre la rilassante permanenza nella camera di galleggiamento per un periodo sufficientemente lungo (previsto preferibilmente nell’ordine dei 40 minuti) costituisce un’ottima cura per i soggetti affetti da stress, da autentici dolori fisici e da disturbi di natura psico-fisica.
Si segnala ancora che ogni camera di galleggiamento prevede alcuni ulteriori accorgimenti volti ad assicurare all’utente l’effettivo raggiungimento dell’anzidetta condizione di astrazione e di relax.
In questa specifica prospettiva è infatti previsto che le tradizionali camere di galleggiamento adottino soluzioni di illuminazione interna, anche sommerse, particolarmente “delicate” e suggestive, prevedano la presenza di diffusori acustici destinati a diffondere musiche ugualmente destinate a favorire il massimo abbandono dell’utente e siano isolate acusticamente per impedire che eventuali rumori esterni possa recare disturbo all’utente.
Dal punto di vista costruttivo una tradizionale camera di galleggiamento è formato da una sorta di cabina, preferibilmente realizzata con pannelli in vetroresina, dotata di una porta stagna di accesso.
Va detto peraltro che i pannelli in vetroresina utilizzati per costruire l’anzidetta cabina sono dotati di un efficace isolamento acustico; ciò al fine di impedire che all’interno della cabina medesima si trasmettano eventuali rumori generatisi all’esterno.
Sul fondo di tale cabina è realizzata la vera e propria vasca destinata a contenere quell’anzidetto strato d’acqua sul quale deve galleggiare l’utente; essendo altresì previsto che questa vasca sia corredata di una o più unità di riscaldamento ad alimentazione elettrica aventi il compito di mantenere costante, secondo il valore programmato, la temperatura dell’acqua.
Generalmente è anche previsto che l’acqua impiegata in una simile camera di galleggiamento circoli all’interno di un sistema chiuso – non collegato, cioè, con la rete idrica – lungo il quale però opera una stazione di pulizia e di disinfezione attraverso la quale l’acqua viene fatta passare più volte tra una fase di utilizzo e l’altra della camera medesima (cioè tra l’uscita dalla vasca di un utente e l’ingresso dell’utente successivo).
Le ulteriori dotazioni di una tipica camera di galleggiamento consistono nel quadro di comando degli anzidetti apparati luminosi ed acustici e in un interruttore d’allarme installato nei pressi della vasca anzidetta e dunque in una posizione facilmente raggiungibile da parte dell’utente che dovesse accusare un malore o trovarsi comunque in difficoltà durante la propria sessione di galleggiamento.
Ebbene un’attenta valutazione di una simile tecnica anteriore ha permesso di accertare la presenza di alcuni limiti funzionali che non permettono una fruizione veramente soddisfacente delle camere di galleggiamento finora conosciute.
Si allude, ad esempio, al fatto che dette camere sono naturalmente soggette alla formazione di condensa e dunque a manifestare un gocciolamento per gravità in corrispondenza delle loro pareti interne.
Ebbene un simile gocciolamento, allorquando si manifesti a partire dal soffitto della camera di galleggiamento generando una sorta di effetto pioggia, si manifesta a carico della vasca prevista sul fondo della camera stessa e del corpo stesso dell’utente che si trovi parzialmente immerso in tale vasca.
Inutile dire che una situazione si rivela particolarmente deprecabile visto che compromette quell’auspicato isolamento sensoriale che l’utente dovrebbe raggiungere nel modo più completo ed assoluto all’interno di una camera di galleggiamento.
Un’ulteriore negativa interferenza ai danni dell’utente deriva anche dal fatto che generalmente le attuali camere di galleggiamento risultano piuttosto anguste, tanto da lasciare all’utente pochissimo spazio attorno alla vasca vera e propria.
Naturalmente una simile condizione limita notevolmente i movimenti dell’utente che rischia facilmente, magari ad ogni minimo allargamento delle braccia, di venire a contatto con le pareti della camera di galleggiamento e di compromettere, ancora una volta, quel suo stato di astrazione totale che la camera medesima dovrebbe invece garantire.
Con riferimento alle camere di galleggiamento tradizionali vanno segnalato criticamente anche le modalità utilizzate per la disinfezione dell’acqua caricata nelle loro rispettive vasche.
Fino ad ora infatti una simile disinfezione viene sempre eseguita con perossido di idrogeno, vale a dire con una sostanza prodotto che in realtà non appare in grado di fornire garanzie assolute in termini di efficacia, soprattutto in un contesto – come quello, per l’appunto, delle camere di galleggiamento – in cui il ricambio completo dell’acqua viene effettuato non con grande frequenza.
In effetti un simile ricambio completo viene effettuato non più di una o due volte all’anno, anche se occorre precisare che comunque l’elevata concentrazione salina tende già di per sé a mantenere l’acqua igienicamente sicura.
Un ultimo inconveniente che si ritiene di dover segnalare con riferimento alle camere di galleggiamento tradizionale risiede nella spiccata scivolosità del fondo delle rispettive vasche che può facilmente far perdere l’equilibrio agli utenti che si calino al loro interno, con il rischio che gli stessi possano incorrere in pericolose cadute.
Proprio l’attenta riflessione sulle problematiche tipiche delle camere di galleggiamento tradizionali ha fornito la spunto per progettare la camera di galleggiamento secondo il trovato, la cui principale finalità è quella di migliorare le condizioni di utilizzo di una camera di galleggiamento.
Più precisamente con la presente invenzione si intende, da un lato, garantire all’utente la possibilità di raggiungere e mantenere perfettamente quell’auspicata condizione di isolamento sensoriale che costituisce la ragion d’essere di ogni camera di galleggiamento.
Dall’altro lato, invece, si vuole che l’utente possa usufruire della camera di galleggiamento secondo il trovato secondo modalità tali da non generare alcun rischio la salute dello stesso: né al contatto con l’acqua della rispettiva vasca, né in occasione dell’ingresso e dell’uscita dalla vasca medesima.
Si precisa infine che, nell’occasione, si è voluto introdurre nella camera di galleggiamento secondo il trovato anche alcune dotazioni innovative che, pur senza essere mirate al superamento degli inconvenienti della tecnica anteriore, sono sicuramente in grado di incrementare in maniera significativa l’utilità generale di questo nuovo dispositivo.
Per maggiore chiarezza esplicativa la descrizione del trovato prosegue con riferimento alle tavole di disegno allegate, aventi solo valore illustrativo e non certo limitativo, in cui: - le figure 1 e 2 sono due viste complessive esterne, con differenti prospettive, della camera di galleggiamento in questione;
- la figura 3 è una vista interna della camera medesima, che ne mostra il soffitto a volta;
- la figura 4 è un’ulteriore vista interna di detta camera che ne mostra la vasca prevista sul fondo.
Con riferimento alle figure anzidette, la nuova camera di galleggiamento (CG) consiste in una cabina (1), preferibilmente parallelepipeda, la cui zona di fondo è configurata come una vasca (2) atta a contenere una quantità d’acqua mantenuta stabilmente ad una temperatura di circa 35° C, nonché dotata di un’elevata concentrazione salina che le consente di favorire il galleggiamento statico dell’utente che vi si immerga.
La cabina medesima (1) risulta dotata di una porta di accesso (3) che risulta dotata, per ragioni di sicurezza e di comodità, di doppia maniglia: l’una sull’esterno, l’altra sull’interno.
In particolare questa porta (3) dà accesso direttamente alla vasca (2) ed è previsto che il bordo inferiore (3a’) dell’apertura (3a) che essa tampona si disponga ad una quota di poco superiore al pelo libero dell’acqua caricata nella vasca anzidetta (2).
Un tale accorgimento, da un lato, assicura che tutti gli utenti (pur se dotati di difficoltà motorie) possano facilmente entrare ed uscire dalla vasca (2) e, dall’altro, garantisce un adeguato contenimento dell’acqua della vasca stessa, dato che l’anzidetto bordo rialzato (3a’) si trova in pratica a fungere da argine rispetto all’eventuale fortuito deflusso dell’acqua verso l’esterno.
Si precisa ancora che l’anzidetta cabina (1) risulta preferibilmente formata da una struttura portante in legno tamponata con pannelli rigidi in vetroresina; essendo altresì previsto che tali pannelli siano isolati termicamente ed acusticamente rispetto all’ambiente circostante.
Un simile duplice isolamento, infatti, non ha solo lo scopo di isolare completamente l’utente da ogni interazione con l’esterno, ma anche quello di ridurre i consumi energetici (e i quindi i costi di esercizio) del sistema di riscaldamento dell’acqua e di mantenere condizioni microclimatiche interne il più possibile costanti e confortevoli.
Quest’ultima condizione è anche favorita dal fatto che l’anzidetta porta (3) è posizionata lateralmente e non superiormente (come avviene nelle camere di galleggiamento tradizionali), potendo così evitare la fuoriuscita di aria calda durante l’ingresso e l’uscita dell’utente dalla vasca (2).
Sia la porta (3) che le pareti della cabina (1) sono prive di qualsiasi apertura finestrata verso l’esterno – o, per meglio dire, verso l’ambiente che ospita la camera di galleggiamento (CG) – con l’effetto di isolare completamente l’utente ed evitando ad esso qualsiasi stimolo visivo esterno che ne compromettere l’auspicata condizione di isolamento sensoriale.
Le uniche aperture in dotazione alla cabina (1) sono rappresentate da alcune prese d’aria che favoriscono la ventilazione e la circolazione dell’aria all’interno della cabina stessa (1).
In ogni caso la configurazione di tali aperture – non mostrate nelle figure allegate – è stata comunque studiata al fine di ridurre al massimo la possibilità che attraverso di esse si possano trasmettere rumori o altri stimoli uditivi provenienti dall’esterno.
Va detto altresì che l’aria che assicura la ventilazione della cabina (1) proviene dallo stesso ambiente che ospita la camera di galleggiamento (CG) e viene costantemente monitorata per avere la sicurezza che rispetti parametri termoigrometrici e di salubrità ottimali.
Una peculiarità particolarmente significativa della cabina anzidetta (1) risiede nel fatto che presentare in sommità un soffitto sostanzialmente a cupola (4), simile ad una tipica ad una “volta a crociera”.
Questa soluzione, infatti, favorisce lo scorrimento spontaneo della condensa (che potrebbe comunque formarsi sul soffitto nonostante le prese d’aria presenti) dall’anzidetto soffitto a cupola (4) in direzione delle pareti laterali (5) della cabina (1), evitando il fenomeno dello stillicidio verticale.
È come dire che in tal modo le gocce di condensa non sono in condizione di cadere in verticale, per semplice gravità, e dunque di colpire direttamente ed energicamente l’acqua contenuta nella vasca (2) e l’utente stesso che galleggia in tale vasca (2).
Si può dire allora che l’aver impedito l’anzidetto stillicidio verticale ha consentito di evitare all’utente della camera di galleggiamento secondo il trovato (CG) sia un elemento di disturbo tattile (che si manifesterebbe se le gocce ne colpissero direttamente il corpo), che un elemento di disturbo sensorialeuditivo (che si manifesterebbe a causa del rumore che le gocce genererebbero nell’impatto con l’acqua della vasca).
In questo modo si preserva la particolare atmosfera che si vuole creare all’interno della camera di galleggiamento (CG), senza produrre alcun disturbo per l’utente e senza interromperne lo stato di deprivazione sensoriale.
Per motivi funzionali ed estetici è altresì previsto che la superficie esterna dell’anzidetta cabina (1) sia rivestita con pannelli in HPL (si tratta di un laminato plastico stratificato dalle elevate caratteristiche fisiche e meccaniche), preferibilmente avvitati all’anzidetta struttura portante in legno della cabina medesima (1).
Questo materiale è estremamente durevole, resistente all’acqua e al vapore (ideale quindi per applicazioni in ambienti umidi), agli agenti chimici e ai solventi, alle forti variazioni di temperatura, facilmente pulibile e con elevate caratteristiche igieniche.
La facile lavorabilità dell’HPL consente inoltre di disporre di pannelli caratterizzati da elementi decorativi e cromatici che rendano la funzione esteticamente interessante e in grado di inserirsi in un ambiente accogliente e gradevole anche alla vista.
Si ribadisce altresì che il volume di base dell’anzidetta cabina (1), al di sotto della quota occupata dall’anzidetta bordo inferiore (3a’) dell’apertura di accesso (3), costituisce la vasca di galleggiamento vera e propria (2).
Detta vasca (2) contiene preferibilmente circa 250 mm. di acqua salina; è come dire che detta vasca (2) presenta una profondità molto modesta, tale per cui l’acqua contenuta al suo interno non consentirebbe il galleggiamento ad un corpo immerso, se non grazie a quell’anzidetta elevata concentrazione salita che la caratterizza.
Le dimensioni della vasca (2), specie in larghezza, sono tali da evitare che l’utente, nel corso suo galleggiamento, possa portarsi fortuitamente a contatto (magari soltanto allargando le braccia) con le anzidette pareti (5) della cabina (1).
Se ciò dovesse accadere, infatti, ne risulterebbe compromessa l’auspicata condizione di assenza di qualsiasi stimolo sensoriale.
L’aver conferito alla cabina in questione (1) dimensioni alquanto generose garantisce che l’ambiente interno che essa definisce – a dispetto del fatto di essere volutamente poco illuminato e privo di finestre – non sia in condizione di generare nell’utente una fastidiosa sensazione di claustrofobia, come invece in presenza di quegli spazi angusti che spesso caratterizzano le camere di galleggiamento tradizionali.
Un’altra importante peculiarità della camera di galleggiamento secondo il trovato (CG) è quella di adottare, in corrispondenza della propria vasca (2), una superficie antiscivolo (preferibilmente ottenuta grazie ad una grana ruvida o zigrinata), atta ad assicurare un grip ottimale ai piedi dell’utente nelle fasi di ingresso e di uscita dalla vasca medesima (2).
L’importanza di aver adottato un simile accorgimento può essere apprezzata pienamente ove solo si consideri che l’acqua destinata a qualsiasi camera di galleggiamento è resa di per sé particolarmente scivolosa a causa dell’elevata concentrazione di solfato di magnesio.
Si consideri altresì che l’acqua presente all’interno della camera di galleggiamento secondo il trovato (CG) risulta viene trattata in modo da garantire che l’intero sistema idrico risulti sicuro dal punto di vista igienico sanitario.
A tale riguardo è prevista l’adozione di un impianto (IM) responsabile del ricircolo, della pulizia e della disinfezione, sostanzialmente costituito da:
- un’elettropompa
- un filtro a cartuccia
- un dosatore automatico di disinfettante (bromo)
- un sistema a raggi UV
- una bocchetta di immissione dell’acqua
- uno skimmer di ripresa dell’acqua
- un pannello di controllo principale per la gestione di tutti i precedenti componenti
Tutte queste apparecchiature (insieme al pannello di controllo principale) vengono ospitate di preferenza all’interno di un armadio previsto sull’esterno della cabina (1) in una posizione facilmente accessibile, chiuso da uno sportello ad anta (S).
Si avverte peraltro che il funzionamento dell’impianto anzidetto non è continuo ma si svolge tra un ciclo di utilizzo e l’altro della camera di galleggiamento (CG), attivandosi automaticamente dopo l’uscita dell’utente dalla vasca (2) e senza che un operatore debba intervenire manualmente: per circa 15 minuti l’intero volume dell’acqua della vasca (2) passa attraverso il sistema di pulizia e disinfezione e ritorna in vasca per 4 volte, assicurando la completa pulizia dell’acqua per l’utente successivo.
La scelta di abilitare il ricircolo e il trattamento dell’acqua solo dopo che l’utente sia uscito dalla vasca (2), serve ad evitare all’utente medesimo un duplice elemento disturbo: vale a dire: il fastidio provocato dal rumore prodotto dalla pompa di ricircolo e dall’acqua in movimento e il disagio dovuto alla formazioni di correnti (causate dall’eventuale immissione e ripresa di acqua attraverso le bocchette) che tenderebbero a trascinare il corpo dell’utente durante il galleggiamento.
L’anzidetto impianto di trattamento dell’acqua è configurato come un sistema “chiuso” che non necessita di collegamento alla rete idrica; eventuali operazioni di reintegro dell’acqua – trascinata via dagli utenti che escono dalla vasca (2) o evaporata – vengono svolte manualmente previo controllo quotidiano del livello idrico in vasca.
Come detto, la circolazione dell’acqua è affidata ad un’elettropompa in materiale polimerico (PP), mentre l’immissione avviene tramite apposita bocchetta e la ripresa tramite uno skimmer, entrambi realizzati in ABS.
Questi ultimi due componenti sono posizionati in corrispondenza di una medesima estremità della vasca (2), ma sono posizionati ad una certa distanza onde evitare che possano provocare un “cortocircuito di fluido” che potrebbe interferire negativamente con il compimento dell’anzidetto ricambio periodico dell’interno volume d’acqua
Le condotte associate all’anzidetto impianto idrico sono realizzate in PVC; in effetti l’impiego dei materiali polimerici (quali PP, ABS e PVC) per la realizzazione dei vari componenti dell’impianto medesimo si rende necessario in quanto si è in presenza di un’acqua fortemente aggressiva ed incrostante.
Grazie agli anzidetti materiali polimerici si evitano infatti corrosioni ed operazioni di manutenzione troppo frequenti, in particolare sugli organi di regolazione (es. valvole) il cui numero è ridotto al minimo indispensabile.
Per quanto attiene l’igienizzazione dell’acqua della vasca (2) è previsto che la sua pulizia sia affidata al filtro anzidetto e che la sua disinfezione sia affidata all’anzidetto dosatore di bromo a lambimento (brominatore), posizionato a valle del filtro; in funzione della portata d’acqua trattata e del numero dei cicli di utilizzo della camera di galleggiamento (CG), detto dosatore mantiene nella vasca (2) una concentrazione efficace di disinfettante attorno ai 3-5 ppm.
Una particolare attenzione si richiama proprio sulla scelta, adottata nella camera di galleggiamento secondo il trovato (CG), di utilizzare il bromo come disinfettante e non più quel perossido di idrogeno impiegato in tutte le camere di galleggiamento tradizionali.
In particolare si è scelto di utilizzare il bromo in quanto si tratta di un disinfettante assai più efficace del perossido di idrogeno ed altresì dotato di caratteristiche molto simili a quelle del cloro.
A quest’ultimo riguardo va sottolineato però che il bromo, contrariamente al cloro, è in grado di esercitare la propria azione disinfettante anche alle alte temperature, ed inoltre non produce esalazioni gassose, non ha odore, non irrita gli occhi né la pelle, non scolora la pelle né i capelli e si dissolve in acqua meglio del cloro.
Tra bromo e cloro vi sono anche alcune differenze su alcune differenze sulle varie specie di microrganismi.
La reazione chimica del bromo in acqua è la seguente: Br2 H2O = HBrO HBr
Bromo acqua = acido ipobromoso acido bromidrico La differenza sostanziale tra i due prodotti è che il bromo combinato (le bromoammine) è meno stabile rispetto al cloro combinato, per cui risulta essere meno fastidioso per le persone.
Il bromo risulta anche meno sensibile alle variazioni di pH e di temperatura rispetto al cloro (a Ph elevati l’azione battericida è superiore a quella del cloro).
Vista la ridotta capacità ossidante del bromo, la concentrazione nell’acqua nella vasca (2) della camera di galleggiamento secondo il trovato (CG) va tenuta più alta rispetto al caso in cui fosse utilizzato cloro, vale a dire su valori compresi tra i 2 e i 4-6 ppm.
Nell’uso specifico della camera di galleggiamento in questione (CG) è previsto l’utilizzo del bromo nella forma di bromo – cloro - dimetilidantoina (o BCDMH), comunemente usata per disinfettare e ossidare l’acqua di piscine e SPA; un insieme di bromo (66%) e cloro (27%), in forma di pastiglie, che normalmente viene introdotta in acqua attraverso dei distributori a lambimento (brominatori), dello stesso tipo di quello, sopra menzionato, previsto in dotazione alla medesima camera di galleggiamento (CG).
Per aumentare ulteriormente il grado di sanificazione dell’acqua della vasca (2) è previsto preferibilmente – in aggiunta all’anzidetto sistema di disinfezione a base di bromo – l’impiego di un impianto a raggi UV.
Grazie ad una simile dotazione è possibile, una volta o due al giorno (in base al numero degli utenti), esporre ad un trattamento shock di sanificazione dell’acqua della vasca (2) al fine di eliminare le impurità e gli agenti patogeni eventualmente presenti.
Esporre l’acqua ad una potente radiazione ultravioletta, infatti, produce un duplice importante risultato, vale a dire: - l’abbattimento del cloro combinato (il cloro in minima parte è presente nella BCDMH), evitando lo sviluppo di sottoprodotti tossici del cloro, responsabili delle tipiche irritazioni e sgradevoli odori
- una disinfezione estremamente efficace con eliminazione degli agenti patogeni più temuti (Pseudomonas, Escherichia coli, etc.)
I raggi UV consentono di non alterare la composizione chimica dell’acqua; inoltre l’assenza di sostanze chimiche disinfettanti aggressive serve ad evitare danni nei confronti dei materiali e delle apparecchiature dell’anzidetto impianto di trattamento dell’acqua della vasca (2).
Si consideri peraltro che l’anzidetto trattamento con i raggi UV dell’acqua della vasca (2) potrà rilevarsi pienamente efficace alla sola condizione che l’acqua stessa risulti perfettamente limpida e priva di minuscole particelle solide entro cui potrebbero annidarsi i microorganismi da rimuovere.
È chiaro infatti che tali microorganismi, se fossero effettivamente contenuti all’interno delle anzidette particelle solide, non sarebbero più esposti alla radiazione battericida (visto che in questo senso non aiuta neppure l’elevata quantità di sale presente nell’acqua da trattare).
Su tali basi si comprende dunque quanto sia importante che l’acqua della vasca (2) sia sottoposto frequentemente all’anzidetta azione filtrante e che il filtro preposto a questa attività sia soggetto a frequenti manutenzioni atte a garantirne nel tempo la massima efficacia funzionale.
Peraltro l’utilizzo di un filtro a cartuccia rende tali operazioni di manutenzione alquanto agevoli.
Nell’ambito delle manutenzioni di ruotine della camera di galleggiamento secondo il trovato (CG) è previsto che anche il pH dell’acqua della vasca (2) sia mantenuto sotto controllo quotidianamente mediante operazioni di misurazione manuali; essendo previsto che l’eventuale correzione del livello del pH venga eseguita con immissione (anch’essa manuale) di apposite sostanze chimiche.
Un’ulteriore scelta progettuale peculiare della camera di galleggiamento secondo il trovato (CG) attiene l’impiantistica adottata per assicurare il riscaldamento costante, a bassa temperatura, dell’acqua della vasca (2).
Contrariamente alla tecnologia più tradizionale, che prevede l’utilizzo di scambiatore di calore istallato lungo l’impianto di ricircolo dell’acqua ed alimentato ad acqua o ad energia elettrica, la camera di galleggiamento in questione (CG) fa ricorso a due piastre riscaldanti a bassa potenza elettrica, posizionate sotto il fondo della vasca (2).
Tali piastre consistono in pratica in altrettanti sottili materassini flessibili autoadesivi in silicone, in grado di adattarsi anche a superfici curve, al cui interno sono inserite delle resistenze a spirale alimentate elettricamente.
All’interno della sovrastante vasca (2) è previsto poi un sensore di temperatura che coopera con un termostato su cui impostare il valore predefinito della temperatura dell’acqua.
In tal modo viene controllato i cicli di funzionamento delle due anzidette piastre riscaldanti, nella prospettiva di assicurarsi che le stesse mantengano l’acqua della vasca (2) sempre al valore di temperatura preimpostato.
In effetti è altresì prevista l’adozione di due termostati di sicurezza (uno per ciascuna delle anzidette piastre riscaldanti) atti ad interrompere istantaneamente l’alimentazione delle piastre medesime in caso di superamento dell’anzidetto valore limite di temperatura dell’acqua.
Un simile impianto di riscaldamento dell’acqua si rivela alquanto affidabile, di facile gestione e manutenzione; esso inoltre isola il fondo della vasca (2) dalle dispersioni termiche e fornisce una pronta risposta ad ogni piccola variazione di temperatura, assicurando sempre condizioni di benessere ottimali, senza sbalzi per l’utente.
Del resto questo stesso impianto riduce anche al massimo l’emissione di onde elettromagnetiche che risulterebbero dannose sia per il resto della strumentazione elettronica sia per la salute dell’utente.
Per migliorare le condizioni di comfort dell’utente, è previsto ancora che la camera di galleggiamento secondo il trovato (CG) sia dotato di un’ulteriore impiantistica per la diffusione e la regolazione della musica e delle luci all’interno della cabina (1).
I comandi relativi a tale impiantistica sono inseriti in un pannello di controllo principale che risulta ospitato – insieme con i comandi dell’anzidetto impianto di trattamento dell’acqua – all’interno di un armadio tecnico montato all’esterno della cabina (1), in una posizione non visibile, ma facilmente raggiungibile da un operatore addetto.
Costui, infatti, ha il compito di controllare ed eventualmente modificare i parametri di funzionamento degli anzidetti impianti in dotazione alla camera di galleggiamento in questione (2) mediante una consolle dotata di “touch screen” a colori.
Più precisamente una simile consolle fornisce informazioni sull’andamento del ciclo di trattamento dell’acqua della vasca (2) con visualizzazione della fase in atto e dei tempi.
Agendo su tale consolle è anche possibile personalizzare le diverse fasi del trattamento dell’acqua e adattarle alle esigenze degli utenti, accorciandone o allungandone la durata.
La medesima consolle permette anche di intervenire sul funzionamento degli anzidetti impianti musicali e luminosi, regolando l’intensità dell’illuminazione ed il volume della musica all’interno della cabina (1).
È previsto preferibilmente che detta consolle ospiti anche un interfono che, grazie ad un microfono presente all’interno della cabina (1), permette all’utente, in caso di necessità, di comunicare a distanza con l’operatore che gestisce tale consolle all’esterno della camera di galleggiamento in parola (CG).
La cabina medesima (1) risulta altresì dotata di un oblò (O) attraverso il quale un operatore esterno può sincerarsi visivamente, in caso di necessità, delle condizioni del soggetto immerso nella vasca (2).
Un ulteriore pannello di comando, atto a consentire la regolazione dell’intensità delle luci e del volume della musica, risulta preferibilmente montato all’interno della cabina (1), in una posizione comodamente raggiungibile dall’utente immerso nella vasca (2).
Si tratta di un pannello elettronico illuminato comprensivo di sei interruttori piezoelettrici luminosi che permettono per l’appunto all’utente di regolare autonomamente i livelli di illuminazione ed il volume dell’audio durante la propria sessione di galleggiamento (o Float Session).
È previsto peraltro che tale pannello illuminato, poco prima dell’inizio di ogni sessione di galleggiamento, passi in dissolvenza ad una luce più debole in modo da essere visibile al buio, ma senza disturbare l’utente.
Sul medesimo pannello è istallato anche un interruttore di allarme che genera l’emissione di un segnale acustico in corrispondenza dell’anzidetta consolle di comando montata all’esterno della cabina (1); ciò al fine di richiamare l’attenzione dell’operatore addetto qualora l’utente abbia una qualunque difficoltà.
Con riferimento all’anzidetto pannello di controllo montato all’interno della cabina (1), si ritiene opportuno chiarire ulteriormente alcune ulteriore specifiche soluzioni di natura tecnico-costruttiva
Si ribadisce infatti che un simile pannello prevede che: - i suoi anzidetti interruttori illuminati forniscano dei bassi livelli di illuminazione all’interno della camera di galleggiamento (CG) nel corso di ciascuna sessione di galleggiamento, di modo che l’utente sia in grado di orientarsi se apre gli occhi al buio
- l’anzidetto interruttore di allarme, per motivi di emergenza, sia immediatamente distinguibile dagli altri (magari tramite una vistosa colorazione in rosso)
- la presenza dei comandi che consentono a ciascun utente la regolazione personalizzata del volume della musica, visto non tutti gli utenti hanno lo stesso livello di udito e non tutte le tracce musicali hanno l’audio allo stesso volume
- la presenza dei comandi che consentono la regolazione personalizzata del livello di illuminazione all’interno della cabina (1), visto che non tutti gli utenti sono perfettamente a proprio agio in ambienti bui e confinati
- la possibilità di regolare la luminosità degli stessi pulsanti piezoelettrici di tale pannello, che peraltro può essere regolata anche tramite l’anzidetto pannello remoto, montato all’esterno della cabina (1).
La possibilità di effettuare tutte queste regolazioni (che non è assolutamente prevista nelle camere di galleggiamento tradizionali) consente di modificare l’atmosfera acustica e visiva all’interno della camera di galleggiamento secondo il trovato (CG) in base alle richieste degli utenti, con l’obiettivo di creare, per ognuno di essi, le migliori condizioni per il raggiungimento di uno stato di benessere.
In una preferita forma di realizzazione della presente invenzione è previsto che l’audio e la musica vengano diffusi, all’interno della cabina (1), ad opera di quattro diffusori acustici, dei quali almeno un paio sono situati sotto il pelo dell’acqua caricata nella vasca (2).
Tale accorgimento è stato pensato per fornire all’utente la sensazione di essere completamente “avvolto” dalla musica.
L’impostazione del volume generale – effettuabile, come detto, dal pannello elettronico interno alla cabina (1) o dalla console remota – è consentita tramite un amplificatore posizionato all’interno dell’armadio tecnico.
A loro volta le luci previste all’interno della cabina (1) sono costituite da 2 LED regolabili, anch’essi montati al di sotto del pelo libero dell’acqua della vasca (2).
Per accrescere la sensazione di comfort e benessere suscitata dalla camera di galleggiamento secondo il trovato (CG) è anche previsto che gli interni della stessa possono essere realizzati in maniera tale da risultare esteticamente gradevoli ed accattivanti, sfruttando anche eventuali giochi di luci a differenti cromie; solo per fare un esempio si potrebbe decidere di predisporre un “soffitto stellato” fatto con LED luminosi ad intensità regolabile dall’utente.
Normalmente sia l’audio che le luci sono attive in tutte le fasi del ciclo di funzionamento (con diverse modalità) della camera di galleggiamento (CG), ma potrebbero magari essere disattivati dallo specifico utente che volesse, nel corso della vera e propria sessione di galleggiamento, mettersi in una condizione di buio e silenzio totali.

Claims (19)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Camera di galleggiamento consistente in una cabina (1) che adotta: - una vasca (2), prevista sul fondo di detta cabina (1) ed altresì atta ad essere riempita con una soluzione di acqua ad elevata concentrazione salina - una porta di accesso (3) - mezzi riscaldanti atti a mantenere costantemente ad una temperatura prefissata l’acqua contenuta nella vasca anzidetta (2) - mezzi atti ad eseguire il ricircolo e la sanificazione dell’acqua contenuta nella vasca anzidetta (2) - mezzi atti ad eseguire il ricircolo esterno-interno dell’aria nei confronti della cabina anzidetta (1) - mezzi atti all’illuminazione interna della cabina anzidetta (1) - mezzi atti alla diffusione di musica o messaggi audio all’interno della cabina anzidetta (1); camera di galleggiamento (CG) caratterizzata per il fatto che l’anzidetta cabina (1) reca internamente un soffitto a volta (4) perfettamente raccordato con le pareti verticali (5) della cabina medesima (1) e dunque atto ad impedire lo stillicidio verticale della condensa formatasi sul soffitto medesimo.
  2. 2) Camera di galleggiamento secondo la rivendicazione 1, in cui l’anzidetta vasca (2) reca un fondo dotato di lavorazione superficiale ruvida, atta ad impedire che i piedi nudi dell’utente vi possano scivolare incontrollatamente.
  3. 3) Camera di galleggiamento secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui gli anzidetti mezzi riscaldanti consistono in una o più piastre a bassa potenza elettrica, applicate direttamente al di sotto della parete di fondo dell’anzidetta vasca (2); essendo previsto che dette piastre scaldanti siano inserite in un impianto elettrico che comprende anche un sensore di temperatura montato all’interno della vasca medesima (2) ed un termostato su cui impostare il valore predefinito della temperatura dell’acqua caricata nella vasca medesima (2).
  4. 4) Camera di galleggiamento secondo la rivendicazione 3, in cui ciascuna delle anzidette piastre riscaldanti è corredata di un rispettivo termostato atto ad interrompere immediatamente l’alimentazione elettrica delle stesse in caso di superamento dell’anzidetto valore prefissato di temperatura dell’acqua.
  5. 5) Camera di galleggiamento secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la superficie esterna dell’anzidetta cabina (1) risulta tamponata con pannelli in HPL (laminato plastico).
  6. 6) Camera di galleggiamento secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui gli anzidetti mezzi atti ad eseguire il ricircolo dell’acqua della vasca (2) consiste in un condotto idraulico interposto ad una bocchetta di ripresa dell’acqua e ad uno skimmer montati sulle pareti dell’anzidetta vasca (2), lungo il quale sono dislocati un’elettropompa ed un filtro.
  7. 7) Camera di galleggiamento secondo la rivendicazione 6, in cui l’anzidetto condotto, l’anzidetta bocchetta di ripresa e l’anzidetto skimmer sono realizzati in materiali polimerici.
  8. 8) Camera di galleggiamento secondo la rivendicazione 6, in cui l’anzidetta bocchetta e l’anzidetto skimmer sono posizionati in corrispondenza di una medesima estremità della vasca (2), ad una distanza atta ad impedire loro di generare un “cortocircuito di fluido”.
  9. 9) Camera di galleggiamento secondo una delle precedenti rivendicazioni, in cui gli anzidetti mezzi atti ad eseguire la sanificazione dell’acqua caricata nella vasca (2) consistono in un dosatore di bromo a lambimento, posizionato a valle dell’anzidetto filtro lungo il condotto idraulico anzidetto.
  10. 10) Camera di galleggiamento secondo una delle precedenti rivendicazioni, in cui gli anzidetti mezzi atti ad eseguire la sanificazione dell’acqua consistono altresì in un impianto a raggi UV associato alla vasca anzidetta (2) in maniera tale da rivolgere le proprie radiazioni all’acqua in essa contenuta.
  11. 11) Camera di galleggiamento secondo una delle precedenti rivendicazioni, in cui gli anzidetti mezzi atta ad eseguire il ricircolo dell’aria in favore della cabina anzidetta (1) consistono in una pluralità di prese d’aria previste sulle anzidette pareti (5) della cabina medesima.
  12. 12) Camera di galleggiamento secondo una delle precedenti rivendicazioni, in cui l’anzidetta porta d’accesso (3) è dislocata in una delle pareti laterali (5) della cabina (1) con il compito di tamponare una conforme apertura, il cui bordo inferiore (3a’) giace al di sopra del livello massimo raggiungibile dall’acqua caricata nella vasca anzidetta (2).
  13. 13) Camera di galleggiamento secondo una delle precedenti rivendicazioni, in cui gli anzidetti mezzi di illuminazione interna consistono in alcuni LED luminosi, dei quali almeno uno montato all’interno della vasca (2), al di sotto del pelo libero dell’acqua.
  14. 14) Camera di galleggiamento secondo una delle precedenti rivendicazioni, in cui gli anzidetti mezzi di diffusione di messaggi vocali o musica consistono in alcuni diffusori acustici, dei quali almeno uno montato all’interno della vasca (2), al di sotto del pelo libero dell’acqua.
  15. 15) Camera di galleggiamento secondo una delle precedenti rivendicazioni, in cui è prevista l’adozione di una consolle di comando remota, situata cioè al di fuori dell’anzidetta cabina (1), attrezzata con i comandi dell’anzidetto impianto idraulici, degli anzidetti mezzi di illuminazione interna e degli anzidetti mezzi di diffusione della musica o dei messaggi vocali.
  16. 16) Camera di galleggiamento secondo la rivendicazione 15, in cui l’anzidetta consolle di comando remota si avvale di un display “touch screen” a colori.
  17. 17) Camera di galleggiamento secondo una delle precedenti rivendicazioni, in cui è prevista l’adozione di una seconda consolle di comando, montata all’interno della cabina (1), attrezzata con i comandi degli anzidetti mezzi di illuminazione interna e degli anzidetti mezzi di diffusione della musica o dei messaggi vocali.
  18. 18) Camera di galleggiamento secondo la rivendicazione 17, in cui l’anzidetta seconda consolle di comando incorpora un comando per attivare una segnalazione d’allarme, e dunque una richiesta di soccorso, all’esterno della cabina (1).
  19. 19) Camera di galleggiamento secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui è previsto un impianto interfonico che consente la comunicazione tra l’utente che staziona all’interno della cabina anzidetta (1) e coloro che si trovano al di fuori della stessa.
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