ITAN20130129A1 - Gruppo sospensioni per motocicli. - Google Patents
Gruppo sospensioni per motocicli.Info
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Description
DESCRIZIONE
a corredo di una domanda di brevetto per invenzione industriale avente per titolo:
“GRUPPO SOSPENSIONI PER MOTOCICLI†.
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente domanda di brevetto per invenzione industriale ha per oggetto un gruppo sospensioni per motocicli.
I motocicli moderni sono dotati di sospensioni che permettono uno spostamento dell’asse di rotazione delle ruote rispetto al telaio. Le sospensioni hanno un’importanza fondamentale sia per il comfort di guida sia per l’assetto del motociclo. Ogni sospensione à ̈ dotata di tre elementi fondamentali:
- un elemento elastico,
- uno smorzatore idraulico, e
- un cinematismo che regola i movimenti della sospensione.
Esistono varie configurazioni di sospensione anteriore che nel corso degli anni sono state studiate e sviluppate da vari costruttori. Il tipo di sospensione anteriore più diffusa à ̈ denominata forcella telescopica.
Nelle Figg. 1 e 2 à ̈ illustrata una porzione di una forcella telescopica. Questo tipo di sospensione à ̈ costituita da due coppie di tubi coassiali (1, 2). Il tubo di minore diametro (1) à ̈ denominato stelo e il tubo di maggiore diametro (2) à ̈ denominato fodero. Lo stelo (1) scorre in modo telescopico entro il fodero (2). Opportune boccole interposte tra stelo e fodero riducono l’attrito di scorrimento. Nelle moderne realizzazioni, gli steli sono incernierati su un perno della ruota anteriore, mentre i foderi sono collegati a un manicotto dello sterzo.
In questo tipo di sospensione l’elemento elastico à ̈ costituito da una molla elicoidale con filo a sezione circolare. In Fig. 3 à ̈ illustrata una molla elicoidale (3). Ciascuna molla (3) à ̈ montata in modo coassiale allo stelo (1) della forcella telescopica.
Con riferimento alle Figg. 4 e 5, la molla (3) à ̈ fissata, tramite opportune sedi, ad uno smorzatore idraulico, detto cartuccia (4). La cartuccia (4) comprende un cilindro (40) riempito di olio di opportuna viscosità e un pistone (41) montato scorrevole nel cilindro (40) e comprendente opportune valvole. Un’asta interna (5) à ̈ fissata al pistone (41) e sporge assialmente dal cilindro. L’asta interna (5) fa scorrere il pistone (41), all’interno del cilindro pieno di olio fungendo così da smorzatore idraulico.
Con riferimento a Fig. 5A, viene illustrato un meccanismo di precarico della molla, secondo la tecnica nota.
L’asta interna (5) presenta superiormente una filettatura esterna sulla quale à ̈ avvitato un dado (50) e un perno interno (51) che sporge superiormente dall’asta interna (5). Il dado (50) funge da battuta per il perno interno (51).
Un tappo superiore (52) à ̈ destinato ad impegnarsi all’estremità superiore del fodero (2) della forcella. Il tappo superiore (52) à ̈ internamente cavo ed à ̈ attraversato dal perno interno (51) che sporge superiormente rispetto al tappo superiore (52). Un pomello di regolazione (53) à ̈ fissato al perno interno (51), al di sopra del tappo superiore (52), per poter essere azionato manualmente dall’operatore. Il pomello (53) à ̈ fissato al perno interno mediante una ghiera di fissaggio (53’).
Il perno interno (51) presenta una flangia radiale (54). Un gruppo cuscinetti a rulli (55) Ã ̈ disposto tra la flangia radiale (54) del perno interno e il tappo superiore (52), per consentire la rotazione del perno interno rispetto al tappo superiore.
Nella parte superiore del tappo (52) sono montate delle sfere (56) che interferiscono con il pomello di regolazione (53) per consentire il frazionamento della movimentazione del pomello di regolazione (53) e di conseguenza una più rapida regolazione del precarico della molla.
Una bussola di spinta (57) à ̈ montata in una sede del tappo superiore (52). Un’estremità della molla (3) va in battuta su un distanziale (100) il quale preme sulla bussola di spinta Una boccola in ottone (58) à ̈ montata per interferenza in una sede della bussola di spinta (57). La boccola in ottone (58) ha una filettatura interna M16, con passo 1 mm, che si impegna con una filettatura esterna del perno interno (51).
Nella parte inferiore del tappo (52) Ã ̈ previsto un grano di bloccaggio (59) con asse radiale, per bloccare la rotazione della bussola di spinta (57).
In questo modo, quando l’operatore ruota manualmente il pomello di regolazione (53) provoca una rotazione del perno interno (51). Dato che la boccola in ottone (58) ha una filettatura M16 di passo 1 millimetro, per ogni giro completo del pomello di regolazione (53), la bussola di spinta (57) si muove verso il basso o verso l’alto di una misura pari a 1 mm. Quindi, per ogni rotazione completa del pomello di regolazione (53) in senso orario od antiorario si può rispettivamente aumentare o diminuire il precarico della molla di 1 millimetro.
Questa soluzione garantisce la possibilità di ottenere un differente precarico della molla della sospensione, con costi modesti, ingombri ridotti e un’ottima affidabilità .
Per quanto riguarda la scelta della molla (3) da utilizzare all’interno della sospensione di un determinato motociclo, bisogna tenere conto di diversi fattori quali il tipo di utilizzo per cui il motociclo à ̈ destinato, il tipo di superficie su cui esso sarà condotto e le esigenze di guida del conducente.
Tenendo presente i livelli di comfort di guida che si vogliono offrire al conducente, la scelta delle molle à ̈ effettuata in modo tale da mantenere l’assetto ottimale del veicolo in tutte le situazioni di guida; in particolare, i due parametri che determinano la rigidezza della sospensione, e conseguentemente l’assetto della moto durante la marcia, sono la costante elastica della molla e il suo precarico iniziale.
Con riferimento a Fig. 6 Ã ̈ illustrata una cartuccia (4) che consente varie tarature idrauliche e rigidezze della molla (3). La molla (3) ha una costante elastica simile a quella montata sul veicolo di produzione.
Come à ̈ noto, ciascuna molla (3) à ̈ caratterizzata da una propria costante elastica (K). La costante elastica (K) à ̈ una caratteristica propria della molla che rappresenta la forza (F) (espressa in newton) esercitata dalla molla per ogni millimetro di compressione. Essendo la forza (F) espressa in newton e l’escursione (x) con cui viene compressa la molla in millimetri, la costante elastica (K) avrà dimensioni (N/mm).
Le forcelle telescopiche permettono la regolazione del precarico iniziale della molla tramite un registro meccanico esterno. La regolazione del precarico à ̈ un aspetto di fondamentale importanza nella messa a punto del veicolo, ma a volte non risulta sufficiente ed à ̈ necessario sostituire la molla con un’altra molla di rigidezza differente.
Molti clienti hanno la necessità di avere la sospensione anteriore del loro motociclo con una rigidezza significativamente differente sia rispetto alle molle montate in origine sia rispetto alle molle fornite nel kit cartucce adatto alla moto in oggetto. La necessità può essere dettata da diversi fattori quali un uso del mezzo su diversi fondi stradali, le esigenze di guida del conducente o le sue caratteristiche fisiche.
In questi casi la necessità di variare la rigidezza della sospensione anteriore à ̈ un aspetto fondamentale nella messa a punto del veicolo e comporta la necessità di utilizzare molle con costanti elastiche differenti a seconda di una grande quantità di fattori, come ad esempio le condizioni di aderenza dell’asfalto, la conformazione del circuito, le caratteristiche di guida del pilota, le geometrie scelte per l’assetto della moto, ecc.
Per fare fronte a queste necessità à ̈ necessario progettare una vasta gamma di molle elicoidali di compressione con differenti costanti elastiche. Tenendo conto che la quasi totalità delle molle utilizzate all’interno delle forcelle ha una costante elastica compresa tra 9,0 e 11 N/mm, generalmente bisogna fare produrre e avere disponibili in magazzino molle da forcella con le seguenti costanti elastiche: 9,0 N/mm; 9,5 N/mm; 10,0 N/mm; 10,5 N/mm; 11,0 N/mm.
Scopo della presente invenzione à ̈ quello di ovviare agli inconvenienti della tecnica nota, fornendo un gruppo sospensioni per motocicli che permetta di variare la costante elastica delle molle all’interno della sospensione senza dover sostituire fisicamente la molla e senza dover adeguare di conseguenza il precarico della molla (infatti il precarico della molla rimane invariato).
Questo scopo à ̈ raggiunto in accordo all'invenzione con le caratteristiche elencate nell'annessa rivendicazione indipendente 1.
Realizzazioni vantaggiose appaiono dalle rivendicazioni dipendenti.
Il gruppo sospensioni per motocicli comprende:
- un fodero destinato ad essere collegato ad una prima porzione del motociclo,
- uno stelo montato scorrevole telescopicamente entro il fodero e destinato ad essere collegato ad una seconda porzione di un motociclo,
- un cilindro fissato allo stelo e riempito di olio,
- un pistone scorrevole nel cilindro,
- un’asta interna fissata al pistone e a un tappo di chiusura fissato al fodero, e
- una molla elicoidale disposta attorno a detta asta interna tra detto cilindro e detto tappo di chiusura,
La peculiarità dell’invenzione à ̈ rappresenta dal fatto che il gruppo sospensioni comprende un sistema di regolazione della costante elastica della molla mantenendo inalterato il precarico della molla. Il sistema di regolazione della costante elastica della molla comprende:
- un distanziale montato in detto coperchio di chiusura del fodero e provvisto di una filettatura interna, e
- una bussola di regolazione provvista di filetti elicoidali esterni che definiscono una sede elicoidale esterna nella quale si avvita almeno una spira di detta molla elicoidale.
I filetti elicoidali della bussola di regolazione sono atti ad essere avvitati nella filettatura interna del distanziale in modo da regolare il numero di spire non attive della molla che corrisponde al numero di spire avvitate in detta bussola di regolazione.
Appaiono evidenti i vantaggi del gruppo sospensioni secondo l’invenzione che, tramite una regolazione meccanica su di un unico modello di molla, permette di ottenere delle costanti elastiche che coprano tutta la fascia richiesta dagli utenti finali, passando da un valore a un altro con una regolazione che non comporta altre modifiche se non la variazione della costante elastica.
Con questa sospensione innovativa, a rigidezza variabile, si possono fornire forcelle e kit di cartucce per la maggior parte dei motocicli producendo e tenendo in magazzino un unico tipo di molla elicoidale di compressione, che potrà essere adattato alle singole esigenze, grazie alla bussola di regolazione della costante elastica.
Con questa soluzione tecnica si ottiene un notevole risparmio di risorse economiche per la produzione e lo stoccaggio delle molle da forcella e una maggiore rapidità d’intervento per i clienti che desiderano modificare la costante elastica delle molle della forcella del loro motociclo.
Ulteriori caratteristiche dell'invenzione appariranno più chiare dalla descrizione dettagliata che segue con riferimento alle tavole di disegno allegate, aventi solo valore illustrativo e non limitativo, dove:
Fig. 1 Ã ̈ una vista in prospettiva di un gruppo sospensione per motocicli secondo la tecnica nota;
la Fig. 2 Ã ̈ una vista come Fig. 1, in cui una porzione di una cartuccia della sospensione sporge superiormente dal fodero;
la Fig. 3 Ã ̈ una vista in prospettiva di una molla del gruppo di sospensione di Fig. 1;
la Fig. 4 à ̈ una vista come Fig. 2, in cui una porzione dello stelo à ̈ stata asportata;
la Fig. 5 Ã ̈ una vista in sezione, assiale parzialmente interrotta, del gruppo sospensione di Fig. 1;
la Fig. 5A Ã ̈ un particolare ingrandito di Fig. 5;
la Fig. 6 Ã ̈ una vista in prospettiva di una cartuccia del gruppo sospensioni di Fig. 5;
la Fig. 7 à ̈ una vista in prospettiva di una bussola di regolazione della costante della molla, secondo l’invenzione; la Fig. 8 à ̈ una vista in prospettiva illustrante la bussola di Fig. 7 e la molla montata sulla bussola;
la Fig. 9 à ̈ una vista in sezione assiale di un distanziale secondo l’invenzione;
la Fig. 10 Ã ̈ una vista in prospettiva illustrante una porzione inferiore del distanziale di Fig. 9;
la Fig. 11 à ̈ una vista in prospettiva, parzialmente interrotta, illustrante l’accoppiamento tra la bussola e il distanziale secondo l’invenzione;
la Fig. 12 Ã ̈ una vista in prospettiva del distanziale di Fig. 9;
la Fig. 13 à ̈ una vista in sezione di una porzione superiore del distanziale secondo l’invenzione, in cui à ̈ ricavata una sede per una boccola di un sistema di precarico molla;
la Fig. 14 à ̈ una vista in sezione, come Fig. 5A, ma illustrante il sistema di sospensioni secondo l’invenzione;
la Fig. 15 à ̈ una vista in prospettiva di una cartuccia del sistema di sospensioni secondo l’invenzione, regolato con 23 spire attive della molla;
la Fig. 15A Ã ̈ una vista ingrandita di una porzione della cartuccia di Fig. 15;
la Fig. 16 Ã ̈ una vista in sezione assiale della porzione di cartuccia di Fig. 15; e
la Fig. 17 à ̈ una vista come Fig. 15A, ma illustrante il sistema di sospensioni secondo l’invenzione, regolato con 19 spire attive della molla.
In seguito elementi uguali o corrispondenti a quelli già descritti, sono indicati con gli stessi numeri di riferimento e si omette la loro descrizione dettagliata.
Con riferimento a Fig. 7, una volta definite le caratteristiche strutturali della molla (3) del gruppo sospensione, si passa alla progettazione di una bussola (6) di regolazione della costante elastica della molla. L’idea di base à ̈ quella di realizzare una bussola (6) cilindrica di dimensioni tali da poter essere inserita sia all’interno del fodero (2) sia all’interno dello stelo (1) della forcella. Infatti, nel corso della deformazione della sospensione, la parte inferiore della bussola (6) entrerà all’interno della parte superiore dello stelo (1).
La bussola (6) ha un foro passante assiale (60). In questo modo l’asta interna (5) della forcella può passare attraverso il foro passante (60) della bussola (6).
La bussola (6) ha una sede elicoidale (61) che si sviluppa sulla superficie esterna della bussola. La sede elicoidale (61) à ̈ definita da una pluralità di filetti elicoidali (62) con profilo rettangolare. Vale a dire la sede elicoidale (61) à ̈ come una filettatura esterna della bussola.
Con riferimento anche a Fig. 8, la molla elicoidale (3) viene disposta nella sede elicoidale (61) della bussola. La molla elicoidale (3) può essere avvitata o svitata sulla sede elicoidale (61) della bussola, a seconda delle esigenze, per disattivare o attivare un numero di spire della molla desiderato. Infatti le spire della molla avvolte sulla bussola sono disattivate; invece le spire della molla che non sono avvolte nella bussola sono attive.
La bussola comprende una pluralità di fori radiali (63) aperti esternamente. Preferibilmente à ̈ previsto un foro radiale (63) su ciascun filetto (62) e i fori radiali (63) sono allineati.
Preferibilmente i fori radiali (63) sono filettati per consentire l’avvitamento di una vite (64) che fungerà da fermo alla rotazione della molla (3). In questo modo, la molla (3) può lavorare con il numero di spire attive voluto e di conseguenza con la costante elastica desiderata.
Per poter soddisfare le necessità della molla, sulla superficie esterna della bussola (6) sono previste almeno sei rivoluzioni complete della sede elicoidale (61) e almeno cinque fori filettati (63) per accogliere la vite di fermo (64).
Il passo della sede elicoidale (61) della bussola à ̈ di 11 millimetri che à ̈ una stima del passo che avrà la molla (3) nella configurazione di precarico. Questa scelta del passo della sede elicoidale della bussola, à ̈ dettata, oltre che da una questione di ingombri, dal fatto che si desidera che la molla (3), nel momento in cui si trova avvolta nella sede elicoidale, tenda sempre a sforzare sul lato superiore della sede, dove sarà inserita la vite di fermo (64). In questo modo il filo della molla sarà sempre premuto, grazie alla forza da lui stesso generata, contro la vite di fermo (64). La vite di fermo (64) ha un duplice compito: cioà ̈ evitare la rotazione della molla (3) rispetto alla bussola (6) e scongiurare l’uscita del filo della molla (3) dalla sede elicoidale (61) della bussola.
Dopo aver progettato la bussola (6) che rende possibile la variazione della costante elastica della molla (3), bisogna ideare e progettare un sistema meccanico che permetta di recuperare il precarico della molla (3) che viene indirettamente variato a seguito della modifica della costante elastica della molla (3).
Con riferimento a Fig. 9, l’idea di base à ̈ quella di avere un distanziale cilindrico (7) che permetta di variare la luce a disposizione della molla, tra la sua battuta superiore e la sua battuta inferiore. Questa variazione deve avvenire contemporaneamente alla modifica della regolazione della costante elastica della molla, in modo che l’utente finale possa ottenere l’effetto desiderato con un'unica modifica.
Per soddisfare questa necessità , il distanziale (7) deve essere in grado sia di far ruotare la bussola (6) intorno al suo asse sia di far traslare assialmente la bussola (6).
A tale scopo il distanziale (7) deve prevedere una guida che consenta un movimento roto-traslatorio assiale della bussola (6). Tale guida del distanziale deve fare in modo che per una determinata rotazione della bussola (6) intorno al suo asse, venga automaticamente recuperata anche la distanza assiale necessaria per lasciare invariata la regolazione del precarico della molla (3).
Per ottenere questo risultato, il distanziale (7) à ̈ cilindrico internamente cavo con un foro assiale (70). Nella superficie interna del distanziale (7) à ̈ ricavata una filettatura interna (71) con profilo rettangolare di passo 11 millimetri. Tale filettatura interna (71) del distanziale à ̈ complementare ai filetti elicoidali (62) della bussola. Quindi la filettatura interna (71) del distanziale funge da guida per il movimento roto-traslatorio della bussola (6) e la bussola (6) può essere avvitata entro il distanziale (7).
Con questo sistema, bloccando la rotazione e la traslazione assiale sia della molla (3) che del distanziale (7), per una rotazione di 360° della bussola (6), la bussola (6) viene guidata dall’accoppiamento filettato a compiere anche una traslazione assiale di 11 millimetri. Questo movimento della bussola, verso l’alto (rotazione della bussola in senso orario) o verso il basso (rotazione della bussola in senso antiorario), consente di recuperare la modifica al precarico della molla (3) che à ̈ stata indirettamente causata dall’avvolgimento o dallo svolgimento di un determinato numero di spire della molla sulla bussola (6).
Per ogni rotazione completa della bussola (6) entro il distanziale (7), una spira della molla (3) viene svolta dalla bussola (6) e viene quindi attivata, fino a quando la molla (3) sarà tutta svolta dalla bussola (6) e la filettatura esterna (62) della bussola avrà sei rivoluzioni complete in presa entro la filettatura interna (71) del distanziale.
Con riferimento alle Figg. 10 e 11, il distanziale (7) ha un bordo inferiore (72) in cui à ̈ ricavata una sede arcuata (73) che accoglie la testa della vite di fermo (64) avvitata nella bussola (6).
In questo modo la testa della vite, che viene avvitata in uno dei cinque fori filettati della bussola, bloccherà contemporaneamente la rotazione della molla (3) rispetto alla bussola (6) e la rotazione della bussola (6) rispetto al distanziale (7).
Con riferimento a Fig. 12, il distanziale (7) prevede due aperture passanti (74), di forma sostanzialmente rettangolare, disposte in posizioni diametralmente opposte. Le due aperture (74) servono per permettere il passaggio di una chiave per il montaggio e lo smontaggio di un tappo superiore della forcella, come sarà mostrato in seguito.
Il distanziale (7) deve permettere una regolazione del precarico della molla mediante un registro esterno alla forcella come à ̈ attualmente in uso nei prodotti disponibili sul mercato e come illustrato in Fig. 5A. Per utilizzare buona parte dei componenti già in produzione, il distanziale (7) viene integrato nel sistema meccanico di regolazione del precarico già esistente.
Come mostrato nelle Figg. 13 e 14, nella parte superiore del distanziale (7) à ̈ stata creata una sede interna (75) atta ad accogliere la boccola (58) utilizzata nei sistemi di precarico secondo la tecnica nota. In questo modo, il sistema di variazione della costante elastica secondo l’invenzione può essere integrato in un meccanismo di regolazione del precarico della molla preesistente.
In accordo all’invenzione, à ̈ possibile eliminare la bussola di spinta (57) della tecnica nota (illustrata in Fig. 5A) e montare il distanziale (7) dell’invenzione nel tappo superiore (52) al posto della bussola di spinta. La molla (3) viene avvitata sulla bussola di regolazione (6) dell’invenzione e la bussola di regolazione (6) viene avvitata entro il distanziale (7).
Nelle Figg. 15, 15A e 16 viene illustrata una cartuccia (4) secondo l’invenzione, in cui la molla (3) ha 24 spire. Il sistema di regolazione della costante elastica à ̈ regolato in modo da avere una sola spira della molla avvitata nella bussola di regolazione (6) e 23 spire della molla attive. In questo caso la vite di fermo (64) à ̈ avvitata nel foro più basso della bussola di regolazione.
Con riferimento in particolare a Fig. 16, se si desidera regolare il precarico della molla (3), l’operatore ruota manualmente il pomello di regolazione (53) e provoca una rotazione del perno interno (51). Dato che la boccola (58) ha una filettatura M16 di passo 1 millimetro, per ogni giro completo del pomello di regolazione (53), il distanziale (7) si muove verso il basso o verso l’alto di una misura pari a 1 mm.
Quindi, per ogni rotazione completa del pomello di regolazione (53) in senso orario od antiorario si può rispettivamente aumentare o diminuire il precarico della molla di 1 millimetro.
Con riferimento in particolare a Fig. 15A, invece, se si vuole modificare la costante elastica della molla (3), si svita la vite di fermo (64) dal foro più basso della bussola di regolazione e si svita la bussola di regolazione (6) dal distanziale (7), in modo che la molla (3) si avviti gradualmente sulla sede elicoidale (61) della bussola di regolazione. La movimentazione della bussola di regolazione (6) può essere effettuata semplicemente utilizzando una chiave a settore commerciale.
Con riferimento a Fig. 17, ad esempio, la vite di fermo (64), viene avvitata nel foro (63) più alto della bussola di regolazione. In questo modo, 5 spire della molla sono avvitate sulla sede elicoidale della bussola (6) e solo 19 spire della molla sono attive.
Alla presente forma di realizzazione dell'invenzione, possono essere apportate variazioni e modifiche equivalenti, alla portata di un tecnico del ramo, che rientrano comunque entro l'ambito dell'invenzione.
Claims (8)
- RIVENDICAZIONI 1. Gruppo sospensioni per motocicli comprendente: - un fodero (2) destinato ad essere collegato ad una prima porzione del motociclo, - uno stelo (1) montato scorrevole telescopicamente entro il fodero (2) e destinato ad essere collegato ad una seconda porzione di un motociclo, - un cilindro (40) fissato allo stelo (1) e riempito di olio, - un pistone (41) scorrevole nel cilindro (40), - un’asta interna (5) fissata al pistone (41) e a un tappo di chiusura (52) fissato al fodero (2), - una molla elicoidale (3) disposta attorno a detta asta interna (5) tra detto cilindro (40) e detto tappo di chiusura (52), caratterizzato dal fatto di comprendere un sistema di regolazione della costante elastica della molla (3), detto sistema di regolazione della costante elastica della molla comprendendo: - un distanziale (7) montato in detto tappo di chiusura (52) e provvisto di una filettatura interna (71), - una bussola di regolazione (6) provvista di filetti elicoidali (62) che definiscono una sede elicoidale esterna (61) nella quale si avvita almeno una spira di detta molla elicoidale (3), detti filetti elicoidali (62) della bussola di regolazione essendo atti ad essere avvitati in detta filettatura interna (71) del distanziale in modo da regolare il numero di spire non attive della molla (3) che corrisponde al numero di spire avvitate in detta bussola di regolazione.
- 2. Gruppo sospensioni secondo la rivendicazione 1, in cui detta bussola di regolazione (6) comprende mezzi di fermo (64) che sporgono radialmente dalla bussola di regolazione, per bloccare una spira terminale di detta molla e per bloccare la rotazione della bussola di regolazione rispetto al distanziale (7).
- 3. Gruppo sospensioni secondo la rivendicazione 2, in cui detta bussola di regolazione comprende una pluralità di fori filettati radiali (63) e detti mezzi di fermo (64) comprendono una vite di fermo (64) che si avvita in uno di detti fori filettati radiali (63).
- 4. Gruppo sospensioni secondo la rivendicazione 3, in cui detto distanziale ha un bordo inferiore (72) provvisto di una sede arcuata (73) atta ad alloggiare la testa di detta vite di fermo (64).
- 5. Gruppo sospensioni secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto distanziale (7) ha due aperture (74) disposte in posizioni diametralmente opposte per consentire l’inserimento di un utensile di montaggio.
- 6. Gruppo sospensioni secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta sede elicoidale (61) della bussola di regolazione comprende almeno sei rivoluzioni complete e almeno cinque fori filettati (63) per accogliere la vite di fermo (64).
- 7. Gruppo sospensioni secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta sede elicoidale (61) della bussola di regolazione ha un passo di 11 millimetri.
- 8. Gruppo sospensioni secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre un sistema di regolazione del precarico di detta molla (3) comprendente: - un pomello di regolazione (53) fissato ad un perno interno (51) collegato ad un’estremità di detta asta interna (5), e - una boccola (58) avvitata a detto perno interno, in modo che una rotazione del perno interno (51) provoca una traslazione della boccola (58) che spinge detta molla (3), in cui detto distanziale (7) comprende una sede (75) atta ad accogliere una boccola (58).
Priority Applications (1)
Application Number | Priority Date | Filing Date | Title |
---|---|---|---|
IT000129A ITAN20130129A1 (it) | 2013-07-24 | 2013-07-24 | Gruppo sospensioni per motocicli. |
Applications Claiming Priority (1)
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IT000129A ITAN20130129A1 (it) | 2013-07-24 | 2013-07-24 | Gruppo sospensioni per motocicli. |
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ITAN20130129A1 true ITAN20130129A1 (it) | 2015-01-25 |
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ID=49261582
Family Applications (1)
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IT000129A ITAN20130129A1 (it) | 2013-07-24 | 2013-07-24 | Gruppo sospensioni per motocicli. |
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Country | Link |
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IT (1) | ITAN20130129A1 (it) |
Citations (4)
Publication number | Priority date | Publication date | Assignee | Title |
---|---|---|---|---|
DE3609437A1 (de) * | 1986-03-20 | 1987-09-24 | Vdo Schindling | Anordnung zur einstellung der federkonstanten einer schraubenfeder |
WO1996015021A2 (en) * | 1994-11-16 | 1996-05-23 | Rockshox, Inc | Bicycle fork suspension |
DE19916017A1 (de) * | 1999-04-09 | 2000-10-26 | Denk Engineering Peter Denk | Federeinrichtung |
WO2011051884A1 (en) * | 2009-10-27 | 2011-05-05 | Matteo Corso | Spring stiffness and pretension adjusting system |
-
2013
- 2013-07-24 IT IT000129A patent/ITAN20130129A1/it unknown
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