IT202100011702A1 - Impianto di refrigerazione utilizzante un fluido criogenico come sorgente di freddo - Google Patents

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IT202100011702A1
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IT
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evaporator
fluid
liquid
isothermal
temperature
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IT102021000011702A
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Inventor
Mattia Zoccoli
Angelo Zenoni
Alessandro Bertuletti
Original Assignee
Soc It Acetilene E Derivati S I A D S P A In Breve S I A D S P A
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Description

Descrizione del brevetto d?invenzione avente per titolo:
?IMPIANTO DI REFRIGERAZIONE UTILIZZANTE UN FLUIDO CRIOGENICO COME SORGENTE DI FREDDO?
CAMPO DELL?INVENZIONE
La presente invenzione ? relativa ad un impianto di refrigerazione, in particolare un impianto di refrigerazione mobile che sfrutta un fluido criogenico come sorgente di freddo.
CONTESTO DELL'INVENZIONE E TECNICA NOTA Nell?ambito del trasporto refrigerato, emerge l?esigenza di ridurre l?impatto ecologico sia dal punto di vista delle emissioni che dell?inquinamento acustico garantendo in modo continuativo la catena del freddo.
Queste difficolt? sono ancor pi? marcate per il trasporto dell?ultimo miglio che si sviluppa nei centri urbani, sempre pi? difficilmente accessibili a causa delle limitazioni di inquinamento ambientale ed acustico, di massa e volume dei veicoli. Nella distribuzione cittadina, inoltre, la capacit? di preservare la catena del freddo ? pi? che mai messa alla prova a causa dell?elevato numero di consegne ? e quindi di aperture del vano refrigerato ? in un lasso di tempo decisamente breve.
Le merci deperibili vengono trasportate su strada tramite veicoli a temperatura controllata ossia dotati di casse isotermiche allestite con gruppi frigoriferi.
La cassa isotermica ha lo scopo di isolare termicamente l?ambiente interno da quello esterno, il gruppo frigorifero ha invece la capacit? di liberare frigorie e quindi di contrastare il calore in ingresso dalle pareti della cassa isotermica controllando effettivamente la temperatura.
I sistemi frigoriferi tradizionali liberano frigorie lavorando a ?ciclo chiuso?. In altre parole, utilizzano un fluido refrigerante in grado di cambiare di stato da liquido a gas, da gas a liquido e ripetere la trasformazione in un ciclo, appunto.
Il passaggio dallo stato liquido a gas avviene in un evaporatore e comporta un rilascio di frigorie da parte del fluido che causa il raffreddamento dell?aria circolante all?interno della cassa isotermica.
Il passaggio da gas a liquido richiede invece un lavoro meccanico, ottenuto sfruttando un compressore alimentato a sua volta dal motore a combustione del veicolo. Tale compressore comprime il gas refrigerante permettendone la liquefazione nel condensatore a valle e, quindi, la ripetizione del ciclo chiuso di refrigerazione.
Gli svantaggi della configurazione tradizionale sono numerosi:
? Utilizzano fluidi refrigeranti generalmente dannosi per l?ambiente, infiammabili, esplosivi, tossici e costosi
? Emissioni del veicolo incrementate a causa del funzionamento del compressore legato al motore del veicolo
? Potenza refrigerante non costante a causa del numero di giri variabile del motore
? Inquinamento acustico causato del funzionamento del compressore ? Maggior manutenzione necessaria e conseguenti tempi di fermo a causa di molte parti mobili
? Refrigerazione non indipendente dal motore del veicolo
? Velocit? di abbattimento della temperatura non sufficiente ad avere nell?immediato (si intendono tempi ragionevoli per la logistica) la temperatura entro i set normativi; quindi, ? spesso necessario l?utilizzo di elettricit? per il funzionamento dei gruppi frigo in notturna.
L?utilizzo di fluidi criogenici pu? rappresentare una soluzione a tutti i punti elencati sopra.
Le attuali soluzioni criogeniche possono iniettare direttamente il refrigerante nella cassa isotermica, causando per? sotto-ossigenazione ed evidenti problemi di sicurezza.
Altre soluzioni sfruttano invece uno scambiatore di calore in cui circola il fluido criogenico - evitando cos? la sua dispersione nella cassa isotermica (brevetto US 10634395) - la cui tecnologia non ? stata per? ottimizzata. Presentano infatti ancora diverse criticit?, anche in termini di sicurezza: non ? stato previsto uno scale down per l?utilizzo anche su veicoli di piccole dimensioni in termini di peso e spazio occupato dai materiali, viene inoltre descritto un funzionamento generale includendo anche fluidi criogenici per i quali ? invece necessario attuare accortezze specifiche ed indispensabili per il buon funzionamento del sistema e per la sicurezza delle persone e dei beni coinvolti.
La presente invenzione si basa quindi su quest?ultimo tipo di soluzione a cui apporta diverse novit? impiantistiche e di funzionamento al fine di: ? migliorare l?efficienza del sistema di refrigerazione, riducendo il consumo di fluido criogenico ed aumentando l?autonomia; ? ridurre il numero di componenti ottenendo un sistema complessivamente pi? leggero e meno ingombrante;
? ottenere un controllo ottimale della temperatura rispettando cos? la catena del freddo;
? incrementare la sicurezza dell?impianto in caso di alta pressione o perdita di fluido.
Questi ed altri scopi sono raggiunti dall?impianto secondo l'innovazione che presenta le caratteristiche dell'annessa rivendicazione indipendente 1.
Realizzazioni vantaggiose dell'invenzione sono esposte nelle rivendicazioni dipendenti.
SOMMARIO
Sostanzialmente, l?impianto di refrigerazione di una cassa isotermica con almeno un vano isotermico comprendente:
almeno un serbatoio disposto esternamente o internamente alla cassa, contenente liquido criogenico in equilibrio con la sua fase gas, connesso, tramite una tubazione in grado di resistere ad alte pressioni e basse temperature, ad almeno un evaporatore posto all?interno di detta cassa, in grado di liberare frigorie in detto almeno un vano grazie al passaggio di fase liquido - gas del fluido criogenico;
un tubo di sfiato per emettere il gas refrigerante esausto all?esterno della cassa isotermica;
una pluralit? di ventole situate adiacenti a detto almeno un evaporatore per distribuire uniformemente aria raffreddata in detto almeno un vano; in cui ? prevista una valvola di regolazione posta a valle di detto almeno un evaporatore e a monte di detto tubo di sfiato, gestita da una logica di controllo, per regolare il flusso di fluido refrigerante attraverso l'almeno un evaporatore, sulla base di input forniti da:
? un sensore di temperatura, posto in uscita dell?evaporatore, fronte aria;
? un sensore di pressione, posto sull?ingresso dell?evaporatore, fronte fluido;
? un sensore di temperatura, posto all?uscita dell?evaporatore, fronte fluido,
in modo da erogare una portata costante e specifica di fluido refrigerante al variare di tutti gli altri parametri.
Il sistema di refrigerazione include quindi:
? uno o pi? evaporatori all'interno della cassa isotermica,
? uno o pi? serbatoi criogenici posti davanti, sotto o all'interno della cassa isotermica, riempiti con fluido criogenico allo stato liquido e collegato/i ad un evaporatore mediante tubazione;
? una valvola di regolazione posta a valle dell?unico/dell?ultimo evaporatore per regolare il flusso di fluido attraverso l'evaporatore/gli evaporatori;
? ventilatori montati sull'evaporatore/sugli evaporatori,
? un sistema di controllo dei parametri che modula opportunatamente l?apertura della valvola di regolazione ed accende opportunamente un certo numero di ventilatori;
? un tubo di sfiato per emettere il gas refrigerante esausto all?esterno della cassa isotermica.
Il sistema secondo l?invenzione non ha un motore o un compressore. Non ha parti in movimento ad eccezione delle pale del ventilatore.
Due sensori di temperatura all'interno della cassa isotermica controllano la temperatura dell?aria in entrata ed in uscita dall?evaporatore Quando la temperatura misurata dal sensore in ingresso sale al di sopra del setpoint predeterminato, il sistema di controllo apre opportunatamente la valvola di regolazione che fa fluire il refrigerante attraverso l?evaporatore o gli evaporatori.
L?attivazione delle ventole ? modulata in funzione del DeltaT rilevato tra ingresso e uscita evaporatore, in modo che la quantit? di aria sia commisurata alla disponibilit? di ?freddo? e quindi sia preservata la massima efficienza di scambio termico e di conseguenza si sia risparmiato sul consumo di fluido refrigerante.
In altre parole: quando il salto di temperatura tra aria in ingresso ed aria in uscita ? al di sotto di un certo set, viene attivata una sola ventola cosicch? lo scambio di temperatura coinvolga una minor quantit? d?aria che ha quindi la possibilit? di raffreddarsi maggiormente. Quando il salto di T cresce fino a superare un secondo set, anche la seconda ventola si attiva e cos? via.
Gli evaporatori sono scambiatori di calore con serpentine in rame e alette in alluminio per il massimo trasferimento di calore. Sono dotate di ventilatori cosicch? il movimento dell'aria fornisca una temperatura uniforme in tutto il vano.
Le ventole di circolazione e il sistema di controllo sono alimentati da pannelli solari e/o da una batteria dedicata che si ricarica grazie alla batteria del veicolo quando in movimento permettendone il funzionamento anche a veicolo spento. Grazie al ridotto numero di componenti, il consumo elettrico ? basso e questo permette un?autonomia importante anche a veicolo spento.
Il sistema pu? essere sia mono-temperatura (e quindi mono vano isotermico) che multi-temperatura (e quindi multi-vano isotermico). Ogni scomparto contiene un evaporatore dedicato rispetto al volume da refrigerare e alla temperatura di refrigerazione. Come mezzo per rendere il sistema di refrigerazione pi? efficiente, l?uscita di uno scomparto rappresenta l?alimentazione per lo scomparto successivo.
Nel caso di sistema multi-temperatura, per ottenere la massima efficienza energetica il circuito di refrigerazione dei vari scomparti ? realizzato in serie ottimizzando la ventilazione in funzione della temperatura del fluido in ingresso, cos? da sfruttarne eventuali frigorie residue, oltre che al DeltaT della temperatura in uscita gi? citato in precedenza.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Viene qui fornita una descrizione dettagliata prendendo come riferimento configurazioni di installazione del sistema di refrigerazione che non devono essere intese come le uniche possibili, e quindi come limitazioni alle rivendicazioni, ma esclusivamente come basi rappresentative.
Per la descrizione verr? considerata l?anidride carbonica come fluido refrigerante in quanto richiede accortezze aggiuntive rispetto agli altri liquidi criogenici. Sar? quindi possibile descrivere con completezza tutte le funzioni della tecnologia nel suo utilizzo pi? complesso, includendo di fatto il funzionamento nel caso di fluidi la cui gestione ? meno articolata (come azoto, argon, aria, ?).
Nei disegni:
- la Figura 1 ? una vista dall?alto di un impianto mono-temperatura; - la Figura 2 ? vista laterale dell?impianto mono-temperatura della Figura 1;
- la Figura 3 ? una vista dall?alto di un impianto multi-temperatura; - la Figura 4 ? una vista laterale dell?impianto multi-temperatura della figura 3.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELL?INVENZIONE
Facendo inizialmente riferimento all?impianto mono-temperatura delle G. 1 e 2, l?anidride carbonica liquida ? stoccata in un serbatoio 1, in equilibrio con la sua fase gas, ad una pressione indicativamente compresa tra 10 ? 16 barg.
Si evita di lavorare a pressioni pi? basse in quanto, al raggiungimento di 5.1 bar, l?anidride carbonica cambia di fase con formazione di ghiaccio secco rendendo di fatto l?erogazione impossibile.
Collateralmente, si evita di lavorare a pressioni pi? alte in quanto l?equilibrio liquido-gas comporta uno ed un solo valore di temperatura per valore di pressione selezionato. Alzando la pressione si ottiene un incremento di temperatura del fluido, come mostra la tabella qui sotto riportata. Ci? sarebbe controproducente per lo scopo applicativo della tecnologia.
Al fine di preservare lo stato di equilibrio del fluido contenuto nel contenitore, il serbatoio criogenico ? isolato termicamente dall?esterno grazie ad una doppia parete con intercapedine sottovuoto riempita di materiale isolante.
Il serbatoio 1 ? connesso all?evaporatore 2 tramite una tubazione 3 in grado di resistere ad alte pressioni e basse temperature.
Su questo tratto sono installate due valvole solenoidi 4 e 5 in grado di: ? erogare fase gas quando 4 ? aperta;
? erogare fase liquida quando 5 ? aperta;
? isolare il serbatoio dal resto del sistema quando 4 e 5 sono entrambe chiuse.
Al primo avvio dell?impianto dopo uno spegnimento, ? necessario infatti ?pressurizzare l?impianto? per evitare la formazione di ghiaccio secco nel caso di erogazione di liquido. Di conseguenza viene aperta preliminarmente la valvola 4 cos? da erogare gas e portare la pressione dell?impianto a quella di esercizio.
A questo punto la valvola 4 si chiude ed ? possibile erogare liquido tramite apertura della valvola solenoide 5.
Durante la fase di funzionamento, in cui ? necessario erogare liquido al sistema, la valvola 4 ? sempre chiusa e la valvola 5 ? sempre aperta.
Allo spegnimento del sistema invece, per garantire la massima sicurezza, l?impianto viene ?scaricato? e portato a pressione ambiente. Con il fine di preservare il contenuto del serbatoio e non ?scaricarlo?, entrambe le valvole 4 e 5 sono chiuse durante tale processo.
Lo scambio termico avviene nell?evaporatore 2, posto internamente alla cassa isotermica 6 e capace di liberare frigorie nel vano di carico 7 grazie al passaggio di fase liquido - gas del fluido criogenico.
Il principio ? quello di fornire un?elevata area superficiale di scambio termico, ottenuta grazie alla struttura dell?evaporatore 2 costituita da un fascio tubiero alettato, in cui forzare il passaggio di aria tramite l?utilizzo di ventole 8. Le ventole si attivano consequenzialmente a seconda del salto di temperatura registrato sul fronte aria dalla coppia di trasmettitori di temperatura posta in ingresso 9 ed in uscita 10 dall?evaporatore 2, rispettivamente. Cos? facendo, il flusso d?aria viene parzializzato a seconda del raffreddamento che subisce nell?attraversare l?evaporatore 2 garantendo cos? la massima efficienza. Se infatti la differenza di temperatura sul fronte aria ? superiore ad un determinato set, altra aria sar? forzata tramite l?accensione di un ulteriore ventola cos? da raffreddare un quantitativo maggiore di aria e viceversa.
Di fatto l?obiettivo ? mantenere costante un determinato valore di differenza di temperatura sul fronte aria cos? da sfruttare sempre la massima capacit? refrigerante rispetto al quantitativo di aria ricircolata.
In uscita dall?evaporatore, il gas esausto incontra la valvola di regolazione 11 che ? il cuore del sistema. La valvola, infatti, modula la propria apertura per gestire il flusso di refrigerante in circolo attraverso tutto l?impianto.
Il suo funzionamento, inteso come logica di apertura, si basa sulla lettura di diversi input forniti da:
? trasmettitore di temperatura 10: posto in uscita dell?evaporatore, fronte aria;
? trasmettitore di pressione 12: posto sull?ingresso dell?evaporatore, fronte fluido;
? trasmettitore di temperatura 13: posto all?uscita dell?evaporatore, fronte fluido.
Il trasmettitore di pressione 12 misura la pressione del fluido allo stato liquido mentre il trasmettitore di temperatura 13 ne misura la temperatura allo stato gassoso. La combinazione di questi parametri si traduce in una specifica percentuale di apertura della valvola di regolazione 11. Ci? ? dovuto al fatto che il passaggio di fase, che avviene nell?evaporatore 2, causa un?espansione del fluido con conseguente effetto di back-pressure per il quale ? necessario modulare l?apertura della valvola a seconda dell?entit? del fenomeno.
Il PLC del sistema (non mostrato) elabora in continuo i dati in ingresso per restituire puntualmente la corretta apertura della valvola di regolazione 11.
In altre parole: il trasmettitore di temperatura 10 definisce se vi ? la necessit? di raffreddare o meno l?aria nel vano di carico 7 attivando o non attivando la valvola di regolazione 11 e, quando attiva, il trasmettitore di pressione 12 fornisce un?informazione sulle condizioni di ingresso del fluido nell?impianto mentre quello di temperatura 13 su quelle in uscita, le quali ne definiscono la percentuale esatta di apertura.
Il risultato ? una valvola di regolazione 11 con la capacit? di erogare una portata costante e specifica di fluido refrigerante al variare di tutti gli altri parametri.
Il gas esausto a questo punto viene convogliato esternamente e liberato in atmosfera 14.
Allo spegnimento dell?impianto, la logica di funzionamento prevede la sua messa in sicurezza:
? le valvole 4 e 5 si chiudono, cos? da bloccare l?erogazione di ulteriore fluido,
? la valvola di regolazione 11 si apre, per permettere l?uscita del fluido eventualmente ancora in circolo
? le ventole 8 rimangono attive per un tempo prestabilito, cos? da evaporare completamente l?eventuale liquido ancora in circolo garantendo la fuoriuscita di sola fase gas dall?impianto.
Con riferimento ora alle G: 3 e 4 viene descritto un sistema multitemperatura, utilizzando gli stessi numeri di riferimento per indicare elementi descritti nella realizzazione delle G. 1 e 2, anche se differentemente disposti.
La distribuzione a temperatura controllata pu? richiedere anche il trasporto contemporaneo di prodotti da gestire a temperature diverse. Diviene necessario avere pi? vani isotermici in cui stoccare separatamente merci fresche (tendenzialmente a 0-4?C) e/o surgelate (tendenzialmente a -20?C) e/o secche (tendenzialmente a temperatura ambiente). Per ogni scompartimento, un apposito scambiatore di calore ? installato per garantire lo scambio termico necessario.
Si sottolinea nuovamente come le figure siano rappresentative e non limitative. La descrizione su due diversi scomparti non deve quindi essere intesa come l?unica esistente ma esclusivamente come base descrittiva valida anche per un numero maggiore di scomparti.
Il sistema multi-temperatura, a sua volta, pu? essere inteso come un?estensione delle caratteristiche gi? descritte con riferimento a .1 e .2, saranno quindi evidenziati dettagliatamente solo gli aspetti emblematici di questa configurazione.
L?anidride carbonica liquida ? stoccata nel serbatoio 1 che ? connesso al primo evaporatore 2 tramite la tubazione 3.
Al fine di garantire la massima efficienza, il fluido criogenico attraversa in serie i vari scambiatori, dal vano isotermico a temperatura pi? bassa a quello a temperatura pi? alta. In questo modo, il refrigerante in uscita dal primo scambiatore possiede ancora frigorie per raffreddare il vano isotermico successivo che richiede una temperatura pi? alta del precedente e cos? via. Si ricorda che, termodinamicamente, il fluido non pu? uscire dal vano isotermico ad una temperatura pi? alta di quella del vano stesso.
Sul serbatoio 1 sono installate le due valvole solenoidi 4 e 5 in grado di erogatore fase gas o fase liquida all?impianto e di isolare il serbatoio dal resto del sistema.
Lo scambio termico avviene, tramite l?utilizzo di ventole 8, nell?evaporatore 2, posto internamente alla cassa isotermica 6 e capace di liberare frigorie nel vano di carico 7 grazie al passaggio di fase liquido - gas del fluido criogenico.
Le ventole 8 si attivano sulla base dei segnali registrati dai trasmettitori di temperatura 9 e 10.
In uscita dal primo evaporatore 2, il fluido criogenico entra nel secondo evaporatore 15 montato nel vano isotermico 16, il quale richiede una temperatura superiore a quella del vano isotermico 2.
Lo scambio termico avviene tramite l?utilizzo di ventole 17 sfruttando il calore latente del passaggio di fase liquido/gas del fluido criogenico, nel caso in cui le ventole 8 siano rimaste spente durante l?erogazione del liquido attraverso l?evaporatore 2, oppure sfruttando il calore sensibile dal riscaldamento del gas freddo, nel caso contrario.
Un bypass opzionale 18 pu? essere implementato al fine di erogare liquido selettivamente ai diversi evaporatori 2, 15.
Le ventole 17 si attivano sulla base dei segnali registrati dai trasmettitori di temperatura 19, 20 secondo la logica di funzionamento gi? descritta per le ventole 8.
In uscita dall?ultimo evaporatore 15, il gas esausto incontra la valvola di regolazione 11 che modula la propria apertura per gestire il flusso di refrigerante in circolo attraverso tutto l?impianto.
Il suo funzionamento, inteso come logica di apertura, ? analogo a quello descritto per la configurazione mono-temperatura. In questo caso ? per? necessario il mantenimento della temperatura per entrambi i vani isotermici 7, 16. Vi ? quindi l?input aggiuntivo fornito dal trasmettitore di temperatura 20, posto in uscita del secondo evaporatore, fronte aria.
In questo modo, sia il trasmettitore di temperatura 10 posto sull?aria in uscita dal primo evaporatore 2, sia il trasmettitore di temperatura 20 posto sull?aria in uscita dal secondo evaporatore 15, definiscono indipendentemente se vi ? la necessit? di raffreddare o meno l?aria nel vano di carico 7 e/o nel vano di carico 16, rispettivamente, con attivazione della valvola di regolazione 11 e delle rispettive ventole 8, 17. La percentuale di apertura ? definita dai segnali del trasmettitore di pressione 12 e da quello di temperatura 13, come gi? descritto in precedenza.
Il risultato ? una valvola di regolazione 11 con la capacit? di erogare una portata costante e specifica di fluido refrigerante al variare di tutti gli altri parametri refrigerando selettivamente pi? vani isotermici.
Il gas esausto a questo punto viene convogliato esternamente e liberato in atmosfera 14.
In fase di spegnimento, la logica gi? descritta viene attuata mantenendo attive anche le ventole 17.
Da quanto esposto, appaiono evidenti i vantaggi dell?impianto secondo l'invenzione.
Tuttavia, l'invenzione non ? limitata alla particolare forma di realizzazione descritta in precedenza e illustrata nei disegni allegati, ma ad essa possono essere apportate svariate modifiche di dettaglio alla portata del tecnico del ramo, senza per questo uscire dall'ambito dell'invenzione stessa come definito dalle rivendicazioni allegate.

Claims (10)

RIVENDICAZIONI
1. Impianto di refrigerazione di una cassa isotermica (6) con almeno un vano isotermico (7) comprendente:
almeno un serbatoio (1) disposto esternamente o internamente alla cassa (6), contenente liquido criogenico in equilibrio con la sua fase gas, connesso, tramite una tubazione (3) in grado di resistere ad alte pressioni e basse temperature, ad almeno un evaporatore (2) posto all?interno di detta cassa (6), in grado di liberare frigorie in detto almeno un vano (7) grazie al passaggio di fase liquido - gas del fluido criogenico;
un tubo (14) di sfiato per emettere il gas refrigerante esausto all?esterno della cassa isotermica (6);
una pluralit? di ventole (8) situate adiacenti a detto almeno un evaporatore (2) per distribuire uniformemente aria raffreddata in detto almeno un vano (7);
caratterizzato dal fatto di prevedere una valvola di regolazione (11) posta a valle di detto almeno un evaporatore (2) e a monte di detto tubo (14) di sfiato, gestita da una logica di controllo, per regolare il flusso di fluido refrigerante attraverso l'almeno un evaporatore, sulla base di input forniti da:
? un sensore di temperatura (10), posto in uscita dell?evaporatore, fronte aria;
? un sensore di pressione (12), posto sull?ingresso dell?evaporatore, fronte fluido;
? un sensore di temperatura (13), posto all?uscita dell?evaporatore, fronte fluido,
in modo da erogare una portata costante e specifica di fluido refrigerante al variare di tutti gli altri parametri.
2. Impianto di refrigerazione secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta logica di controllo aziona sequenzialmente detta pluralit? di ventole (8) in base al salto di temperatura dell?aria tra ingresso e uscita di detto almeno un evaporatore (2), misurato da un sensore (9) posto all?ingresso dell?evaporatore, e da detto sensore (10) posto all?uscita, in modo da parzializzare il flusso d?aria a seconda del raffreddamento che subisce nell?attraversare detto almeno un evaporatore (2), garantendo cos? la massima efficienza.
3. Impianto di refrigerazione secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che su detta tubazione (3) di connessione dell?almeno un serbatoio (1) all?almeno un evaporatore (2) sono installate due valvole solenoidi (4) e (5), per l?erogazione, rispettivamente, della fase gas e della fase liquida: la valvola (4) di erogazione della fase gas viene aperta all?avvio dell?impianto per portare la pressione a quella di esercizio; la valvola (5) di erogazione liquido viene aperta durante la fase di funzionamento, con la valvola (4) chiusa.
4. Impianto di refrigerazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che allo spegnimento dell?impianto, la logica di controllo provvede a:
chiudere le valvole di erogazione gas (4) e di erogazione liquido (5) per bloccare l?erogazione di ulteriore fluido;
aprire la valvola di regolazione (11), per permettere l?uscita del fluido eventualmente ancora in circolo;
mantenere attive ventole (8) per un tempo prestabilito, cos? da evaporare completamente l?eventuale liquido ancora in circolo garantendo la fuoriuscita di sola fase gas dall?impianto.
5. Impianto di refrigerazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta logica di controllo provvede a bloccare l?erogazione del fluido criogenico nel caso venga aperta la porta della cassa (6) o comunque si registri una perdita o una caduta di pressione nella cassa (6).
6. Impianto di refrigerazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta logica di controllo valuta l?autonomia residua di fluido criogenico in base al tempo di apertura della valvola di regolazione (11) dall?ultimo rifornimento.
7. Impianto di refrigerazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto fluido criogenico ? anidride carbonica liquida stoccata nell?almeno un serbatoio (1) ad una pressione compresa tra circa 10 e 16 barg.
8. Impianto di refrigerazione secondo la rivendicazione 1 e una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta cassa (6) comprende una pluralit? di vani isotermici (7; 16) a temperature differenti, ciascuno provvisto di un rispettivo evaporatore (2; 15) disposti in serie e provvisti di rispettivi sensori di temperatura in ingresso (9; 19) e uscita (10; 20), nonch? di rispettive pluralit? di ventole (8; 17), detto sensore di temperatura (13) e detta valvola di regolazione (11) essendo posti a valle dell?ultimo evaporatore della serie.
9. Impianto di refrigerazione secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che ? previsto un bypass opzionale (18) al fine di erogare liquido selettivamente ai diversi evaporatori (2; 15).
10. Impianto di refrigerazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta cassa isotermica (6) ? la cassa di un veicolo commerciale leggero (peso complessivo < 3,5 t) o pesante (peso complessivo > 3,5 t).
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