IT202100005897A1 - Calandra e metodo per il trattamento di materiali nastriformi. - Google Patents

Calandra e metodo per il trattamento di materiali nastriformi. Download PDF

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Gionata Mazzoni
Piero Bontempo
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Futura Spa
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Description

DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda una calandra, ed un metodo per il trattamento di materiali nastriformi.
Pi? in particolare, una calandra ed un metodo in conformit? della presente invenzione riguardano il trattamento di materiali nastriformi mediante rulli riscaldati.
Il trattamento di materiali nastriformi, in particolare tessuto-non-tessuto (TNT), ? descritto in US3507943 che illustra un sistema comprendente una calandra formata da due rulli goffratori riscaldati i quali definiscono una gola attraversata da un nastro di materiale del tipo TNT contenente fibre termoplastiche. Il materiale che attraversa la gola tra i due rulli ? sottoposto ad una azione combinata di pressione e calore che determina una modifica della disposizione e dello stato fisico delle fibre contenute nel materiale stesso. In particolare, in funzione della pressione esercitata dai rulli sul materiale sottoposto al trattamento, della temperatura di esercizio dei rulli, dello spessore e della composizione del materiale, nonch? in funzione della lavorazione superficiale dei rulli, sul materiale possono essere formate deformazioni corrispondenti a schemi prestabiliti. Altri sistemi comprendenti una calandra che utilizza rulli riscaldati per il trattamento di TNT sono descritti in US4005169 WO2020/183504.
I rulli della calandra, tra i quali passa il materiale sottoposto al trattamento, possono essere disposti in configurazione cosiddetta punta-punta o ?tip-to-tip?, ovvero una configurazione nella quale i rilievi, o ?punte?, di un rullo devono essere sempre in corrispondenza dei rilievi dell?altro rullo della calandra, cio? i due rulli devono essere sempre in fase.
Un inconveniente riscontrato nelle calandre cos? configurate risiede nel fatto che, nell?uso, i rulli tendono a perdere la fase assiale, il che implica la produzione di manufatti non conformi alle specifiche di produzione e, pertanto, perdite economiche.
Lo scopo principale della presente invenzione ? quello di fornire un sistema in grado di eliminare, o quantomeno ridurre drasticamente, i predetti inconvenienti.
A questo risultato si ? pervenuti, in conformit? della presente invenzione, adottando l?idea di realizzare una calandra e attuare un metodo operativo aventi le caratteristiche indicate nelle rivendicazioni indipendenti. Altre caratteristiche della presente invenzione sono oggetto delle rivendicazioni dipendenti.
Grazie alla presente invenzione, ? possibile eliminare, o quanto meno contenere entro limiti prefissati, la perdita di fase assiale dei rulli incisi di una calandra per il trattamento caldo di materiali nastriformi, con evidenti benefici economici legati alla riduzione della produzione di materiale fuori specifica. Inoltre, un meccanismo di controllo integrato in una calandra in conformit? della presente invenzione ? un meccanismo relativamente semplice, sia dal punto di vista costruttivo che funzionale, e pu? essere facilmente montato su calandre gi? esistenti.
Questi ed ulteriori vantaggi e caratteristiche della presente invenzione saranno pi? e meglio evidenti ad ogni tecnico del ramo grazie alla descrizione che segue ed agli annessi disegni, forniti a titolo esemplificativo ma da non considerarsi in senso limitativo, nei quali:
? la Fig.1 rappresenta una schematica vista laterale in trasparenza di una calandra in conformit? della presente invenzione in assetto di esercizio; ? la Fig.2 rappresenta una schematica vista laterale in trasparenza di una calandra in conformit? della presente invenzione in assetto di liberazione dei rulli (R1, R2);
? la Fig.3 rappresenta una schematica vista frontale di una calandra in conformit? della presente invenzione;
? la Fig.4 rappresenta una vista in sezione secondo la linea C-C di Fig.3;
? la Fig.5 rappresenta una vista in sezione secondo la linea D-D di Fig.3; ? le Figg.6 e 7 rappresentano schematicamente le leve (308) e (310) in assetto di esercizio;
? le Figg. 8 e 9 rappresentano schematicamente la leva (316) in posizione di esercizio (Fig.9) ed in posizione di liberazione di un rullo (Fig.8);
? le Figg.10 e 11 sono due schemi che rappresentano delle forze agenti sui rulli della calandra illustrata nelle figure precedenti;
? le Figg.12 e 13 sono due viste prospettiche di una calandra in conformit? della presente invenzione;
? la Fig.14A rappresenta la calandra di Fig.11 in cui alcune parti sono omesse per meglio evidenziarne altre;
? la Fig.14B ? un particolare della Fig.12;
? la Fig.15 rappresenta una schematica vista in sezione orizzontale del gruppo di Fig.14A per evidenziare la struttura interna di un rullo della calandra; ? le Figg.16A-16C sono particolari ingranditi della Fig.15;
? la Fig.17 rappresenta una schematica vista in sezione orizzontale della calandra illustrata nelle figure precedenti;
? le Figg. 18A e 18B sono due particolari che illustrano un giunto (G1) in assetto di innesto sul perno di un rullo (Fig.18A) e rispettivamente in assetto di disinnesto (Fig.18B), in cui ? visibile un encoder (E1) predisposto per rilevare l?allungamento assale di un rullo (R1) della calandra;
? la Fig.18C ? un particolare della Fig.18A;
? le Figg.19A e 19B sono due schemi che illustrano l?apertura e la chiusura di una valvola (108) per l?immissione del fluido di riscaldamento in un rullo della calandra mostrata nelle figure precedenti;
? le Figg.19C e 19D sono due viste in sezione in corrispondenza di due estremit? di un rullo della calandra;
? le Figg.20A e 20B sono due viste di una calandra in conformit? di una ulteriore forma di attuazione della presente invenzione, in cui ciascun rullo ? azionato da un rispettivo motore;
? la Fig.20C ? un particolare della Fig.20B;
? la Fig.21 rappresenta schematicamente una ulteriore modalit? di attuazione della presente invenzione;
? la Fig.22 ? uno schema a blocchi semplificato relativo ad una possibile modalit? di controllo del riscaldamento dei rulli in una calandra in conformit? della presente invenzione;
? la Fig.23 ? uno schema a blocchi semplificato relativo ad una possibile modalit? di controllo degli attuatori in una calandra in conformit? della presente invenzione;
? la Fig.24 rappresenta schematicamente una condizione di sfasamento assiale di due rulli.
Una calandra (1) in conformit? della presente invenzione ? del tipo comprendente una struttura formata da una intelaiatura portante con traversi metallici (10) e pareti laterali (11H, 11K) che delimitano uno spazio nel quale sono collocati due rulli (R1, R2) i quali sono orientati con i rispettivi assi longitudinali ortogonalmente alle stesse pareti (11H, 11K) e sono posizionati in modo da definire una gola (N) che pu? essere attraversata dal materiale (W) da trattare. I detti rulli (R1, R2) sono rulli riscaldabili e sono supportati amovibilmente dalla detta struttura (10, 11H, 11K) in modo tale da poter essere rimossi e sostituiti con altri rulli riscaldabili quando desiderato. I rulli (R1, R2) sono destinati a ruotare con velocit? angolare prestabilita, in direzioni opposte, attorno ai rispettivi assi longitudinali. A tale scopo, ? predisposta una unit? motrice (UM) alla quale i rulli (R1, R2) possono essere collegati per controllarne la rotazione come detto in precedenza. Per semplificazione, il materiale (W) ? rappresentato unicamente in Fig.4, mediante una linea tratteggiata orizzontale al di sopra della quale ? disposta una freccia che indica la direzione seguita dal materiale stesso.
Il materiale nastriforme (W) ? del tipo normalmente utilizzato per realizzare manufatti in tessuto-non-tessuto. Ad esempio, tale materiale pu? essere costituito esclusivamente da fibre termoplastiche od anche da mix di fibre termoplastiche e fibre non termoplastiche come cellulosa, ovvero materiale destinato ad essere lavorato mediante passaggio in una calandra a rulli riscaldabili.
Ciascun rullo (R1, R2) comprende una superficie esterna (100) dotata di rilievi (RR) predisposti secondo uno schema predefinito. I rulli (R1, R2) sono disposti in configurazione cosiddetta ?punta-punta?, cio? sono reciprocamente disposti in modo tale che i rilievi (RR) di un rullo corrispondano radialmente ai rilievi (RR) dell?altro rullo.
Inoltre, ciascun rullo (R1, R2) presenta un perno ad ognuna delle testate (T1, T2), con un primo perno (101) collegabile all?unit? motrice (UM) ed un secondo perno (102) attraverso il quale pu? essere immesso un fluido per il riscaldamento del rullo. I detti perni (101, 102) sono allineati lungo l?asse longitudinale del rullo che coincide con l?asse di rotazione (r-r) di quest?ultimo quando esso ? posizionato in assetto di esercizio sulla predetta struttura.
Una calandra cos? strutturata ? descritta in WO2020/183504.
La descrizione che segue ? fornita per esemplificare una possibile modalit? di realizzazione di una calandra che pu? essere provvista di un meccanismo di controllo in conformit? della presente invenzione. Il detto meccanismo di controllo sar? descritto successivamente, per meglio illustrarne il funzionamento. Resta inteso che la struttura della calandra, cos? come i rulli e gli organi che vincolano i rulli alla struttura della calandra, i mezzi di movimentazione dei rulli e le modalit? di riscaldamento dei rulli stessi, potranno essere configurati in qualsiasi altro adatto modo rispetto a quanto descritto nel seguito.
Ad esempio, la detta unit? motrice (UM) comprende un motore elettrico (M) collegato a due giunti elastici assiali (G1, G2) mediante una trasmissione a cinghia o a catena (non visibile nei disegni) contenuta in un carter (CM) posizionato esternamente alla struttura (10, 11H, 11K). Ciascun giunto (G1, G2) ? predisposto in corrispondenza dell?asse di rotazione (r-r) di un rispettivo rullo (R1, R2) ed ? provvisto di un terminale (200) scorrevole assialmente rispetto al giunto stesso. Sul terminale (200) ? collegato un braccio (201) con interposizione di un cuscinetto (202). Dalla parte opposta, il braccio (201) ? collegato ad un attuatore idraulico (203) che a sua volta ? solidale ad una parete laterale (11K) della detta struttura. Il terminale (200) ? sagomato per potersi accoppiare con una presa di forza (103) predisposta sull?estremit? del primo perno (101) del rispettivo rullo (R1, R2). In conformit? dell?esempio rappresentato nei disegni allegati, la presa di forza (103) ? calettata sul primo perno (101) mediante anelli di calettamento (104). Poich? i giunti sono in numero di due, ovvero in numero pari al numero dei rulli (R1, R2), sono previsti due attuatori (203) agenti ognuno su un rispettivo braccio (201) ed ognuno dei bracci (201) ? collegato al terminale (200) del corrispondente giunto (G1, G2). In Fig.18A il giunto (G1) ? in assetto di innesto sul primo perno (101) mentre in Fig. 18B ? in assetto di disinnesto. Il posizionamento del giunto in assetto di innesto/disinnesto sul primo perno (101) ? controllato dall?attuatore (203). Come illustrato in Fig.18B, in assetto di disinnesto del giunto, tra il terminale (200) e la presa di forza (103) si forma uno spazio (y) sufficiente per consentire la rimozione del rullo come ulteriormente descritto nel seguito.
In conformit? dell?esempio mostrato negli annessi disegni, la predetta struttura comprende una coppia di pareti laterali (11H, 11K) per ciascun lato, ovvero una coppia di pareti laterali (11H, 11K) dal lato dell?unit? motrice (UM) ed una coppia di pareti laterali (11H, 11K) dal lato opposto, cos? da presentare due pareti pi? esterne (11K) e due pareti pi? interne (11H). La distanza tra le pareti interne (11H) ? minore della distanza tra le pareti esterne (11K). Le pareti laterali interne (11H) presentano, sui rispettivi lati frontali (F), due rientranze sovrapposte (300) atte ad alloggiare parzialmente corrispondenti cuscinetti (105) presentati dai rulli (R1, R2) in prossimit? delle rispettive testate (T1, T2). Inoltre, sul lato frontale (F) di ciascuna parete laterale interna (11H) ? montato un attuatore (301), ad esempio un attuatore idraulico, il cui stelo (302) ? vincolato ad una estremit? anteriore di una leva (303). Quest?ultima ha una parte concava, con la concavit? rivolta verso l?alto, ed ? incernierata alla rispettiva parete laterale interna (11H) mediante un perno (340) ad asse orizzontale predisposto a tergo della rientranza (300) inferiore, ovvero a tergo della rientranza (300) pi? vicina al basamento (BA) della struttura. In pratica, il detto perno (340) ? da parte opposta rispetto al punto (305) di collegamento dello stelo (302) all?estremit? anteriore della leva (303). La parte concava della leva (303), che ? intermedia tra il detto punto di collegamento (305) ed il perno (340), coopera con la rispettiva rientranza inferiore (300) per delimitare inferiormente l?alloggiamento di un corrispondente cuscinetto (105) del rullo inferiore (R2). Gli attuatori (301) sono sincronizzati, cosicch? le due leve (303) ruotano in sincronismo attorno ai rispettivi perni (340).
Su ciascuna parete laterale esterna (11K), e pi? precisamente sul lato rivolto verso la rispettiva parete laterale interna (11H), ? applicata una leva (304) che presenta un lato anteriore preferibilmente concavo (350) con la concavit? rivolta verso il basso, ? vincolata allo stelo (306) di un corrispondente attuatore idraulico (307), ed ? incernierata alla parete (11K) mediante un perno con asse orizzontale (308) in posizione intermedia tra il suo lato anteriore concavo (350) ed il punto (309) di collegamento allo stelo dell?attuatore (307). Il lato anteriore di ciascuna leva (304) ? destinato ad impegnare dall?alto un cuscinetto (106) presentato da ciascun rullo (R1, R2) ad una prestabilita distanza dal cuscinetto (105) precedentemente menzionato. Al di sopra della leva (304) ne ? prevista un?altra (310) che ? identica alla prima (304) ma ? posizionata specularmente, cio? con la concavit? della rispettiva estremit? anteriore (311) rivolta verso l?alto anzich? verso il basso. La detta ulteriore leva (310) ? vincolata anch?essa allo stelo (312) di un corrispondente attuatore idraulico (313) ed ? incernierata alla parete (11K) mediante un rispettivo perno (314) ad asse orizzontale in posizione intermedia tra il suo lato anteriore (311) ed il punto (315) di collegamento allo stelo dell?attuatore (313). Il lato anteriore dell?ulteriore leva (310) ? destinato ad impegnare dal basso un corrispondente cuscinetto (106).
Sul lato frontale (F) di ciascuna parete laterale interna (11H) ? montata una ulteriore leva (316) che sul suo lato posteriore ? collegata ad un corrispondente attuatore idraulico (317), sul suo lato anteriore presenta una parte concava (318) che in assetto di esercizio della calandra ? rivolta verso la parte posteriore (P) della parete (11H), ed ? incernierata alla parete (11H) mediante un rispettivo perno (319) ad asse orizzontale in posizione intermedia tra il suo lato anteriore (318) ed il punto (320) di collegamento allo stelo dell?attuatore (317).
In pratica, su ciascuna parete laterale esterna (11K) sono applicate:
- una leva inferiore (304) comandata da un attuatore (307) che ne controlla la rotazione attorno ad un perno (308) ad asse orizzontale mediante il quale la stessa leva ? collegata alla parete (11K), una estremit? anteriore libera (350) della detta leva inferiore (304) essendo preferibilmente concava con la concavit? rivolta verso il basso; ed
- una leva superiore (310) comandata da un attuatore (313) che ne controlla la rotazione attorno ad un perno (314) ad asse orizzontale mediante il quale la stessa leva ? collegata alla parete (11K), una estremit? anteriore libera (311) della detta leva superiore (310) essendo preferibilmente concava con la concavit? rivolta verso l?alto.
Analogamente, su ciascuna parete laterale interna (11H) sono applicate:
- una leva inferiore (303) comandata da un attuatore (301) che ne controlla la rotazione attorno ad un perno (340) ad asse orizzontale mediante il quale la stessa leva ? collegata alla parete (11H), una parte intermedia della detta leva inferiore (303) essendo preferibilmente concava con la concavit? rivolta verso l?alto; ed - una leva superiore (316) comandata da un attuatore (317) che ne controlla la rotazione attorno ad un perno (319) ad asse orizzontale mediante il quale la stessa leva ? collegata alla parete (11H), una parte anteriore (318) della detta leva superiore (316) essendo preferibilmente concava con la concavit? rivolta verso la parte posteriore (P) della stessa parete (11H) quando la calandra ? in assetto di esercizio.
Pertanto, la calandra qui esemplificativamente descritta ? provvista, su ciascuno dei suoi lati destro e sinistro, di due leve inferiori (303, 304) e due leve superiori (316, 310) poste ad una prestabilita distanza (d) l?una dall?altra e atte ad entrare in contatto con corrispondenti cuscinetti (105, 106) predisposti sui rulli (R1, R2) per esercitare sugli stessi cuscinetti (105, 106) forze (F1, F2, F3, F4) orientate secondo direzioni non coincidenti. In pratica, per ciascun lato destro o sinistro di entrambi i rulli (R1, R2), le dette leve (303, 304, 310, 316) formano due ganasce agenti lungo piani paralleli distanziati di un valore (d) prestabilito.
Con riferimento all?esempio rappresentato nei disegni allegati, le leve inferiori (303) e (308) esercitano una spinta (F1) verso l?alto sui cuscinetti (105) adiacenti alle testate (T1, T2) del rullo inferiore (R2) e, rispettivamente, una spinta (F2) verso il basso sui cuscinetti (106) pi? esterni dello stesso rullo (R2). Le leve superiori (310) e (316) esercitano una spinta (F3) verso l?alto sui cuscinetti (106) esterni del rullo superiore (R1) e, rispettivamente, una spinta (F4) verso il lato posteriore (P) della calandra sui cuscinetti (105) adiacenti alle testate (T1, T2) dello stesso rullo superiore (R1).
Conseguentemente, la flessione dei rulli (R1, R2) ne risulta ridotta. Infatti, le dette forze (F1, F2, F3, F4) agiscono su piani paralleli e non coincidenti.
Con riferimento all?esempio mostrato nei disegni allegati, all?interno di ciascun rullo (R1, R2) ? predisposto un condotto (HT) per alimentare un fluido di riscaldamento, come ad esempio un olio diatermico del tipo normalmente disponibile in commercio. Ad esempio, pu? essere utilizzato un olio diatermico del tipo indicato nella tabella 1 che segue, in cui le lettere A-E hanno il seguente significato:
A: Produttore
B: Tipo
C: Viscosit? a 40?C (cSt o mm<2>/s)
D: Viscosit? a 100?C (cSt o mm<2>/s)
E: Densit? a 15?C (Kg/m<3>)
F: Temperatura di autocombustione (?C)
(Tabella 1)
Ad esempio, l?olio diatermico prescelto ? immesso nel condotto (HT) ad una temperatura compresa tra 170?C e 200?C in funzione dello specifico trattamento da attuare sul materiale (W) introdotto tra i rulli (R1, R2) della calandra.
Il detto condotto (HT) ? predisposto lungo l?asse longitudinale del rullo (R1, R2) ed ha una estremit? di ingresso (107) formata nel secondo perno (102) del rullo. La detta estremit? di ingresso (107) del condotto (HT) ? provvista di una valvola (108) attraverso la quale il fluido di riscaldamento pu? essere immesso nel condotto (HT) e che permette altres? di otturare l?ingresso (107). La valvola (108) ? solidale all?ingresso (107) del tubo (HT), cio? ? solidale al rullo (R1, R2). In assetto di esercizio, la valvola (108) ? aperta per consentire al fluido di riscaldamento di circolare nel condotto (HT), mentre ? chiusa quando il rullo (R1, R2) deve essere rimosso dalla calandra, come ulteriormente descritto nel seguito. Ad una prestabilita distanza da ciascuna testata (T1, T2) ? predisposto un setto (S1, S2) cosicch?, internamente al rullo (R1, R2) ed in prossimit? di ciascuna testata (TR), si forma una corrispondente camera (C1, C2), con una prima camera (C1) pi? distante dall?ingresso (107) ed una seconda camera (C2) pi? vicina a tale ingresso. Il condotto (HT) termina nella prima camera (C1), cio? l?uscita (109) del condotto (HT) ? nella prima camera (C1). Quest?ultima presenta pi? fori (110) di comunicazione con uno scambiatore (111) coassiale ed esterno al condotto (HT). La seconda camera (C2) presenta anch?essa pi? fori (110) di comunicazione con lo scambiatore (111). Nel secondo perno (102) ? predisposto un secondo condotto (RF) per realizzare una linea di ritorno del fluido di riscaldamento. Il detto secondo condotto (RF) ? coassiale ed esterno al primo condotto (HT), ed ha una sezione di ingresso (112) formata nella seconda testata (T2) ed una sezione di uscita (113) sulla quale ? applicata una corrispondente valvola (114) che permette al fluido di riscaldamento di uscire attraverso la sezione (113) del secondo condotto (RF) e permette altres? di otturare la stessa sezione (113). La valvola (113) ? solidale all?uscita (113) del condotto ((RF)), cio? ? solidale al rullo (R1, R2). In assetto di esercizio, la valvola (113) ? aperta per consentire al fluido di riscaldamento di attraversare il secondo condotto (RF), mentre ? chiusa quando il rullo (R1, R2) deve essere rimosso dalla calandra.
Pertanto, il fluido di riscaldamento immesso a pressione prestabilita nel condotto (HT) attraverso l?ingresso (107) riempie la prima camera (C1), circola nello scambiatore (111), entra nella seconda camera (C2) e fuoriesce attraverso il secondo condotto (RF). L?ingresso (107) del condotto di mandata (HT) e l?uscita (113) del condotto di ritorno (RF) si collegano, attraverso le rispettive valvole (108, 114), ad un sistema di riscaldamento e di alimentazione del fluido di per s? noto, rappresentato unicamente nello schema di Fig. 22 con il riferimento ?HTS?.
In conformit? dell?esempio mostrato negli annessi disegni, il secondo perno (102) ? attraversato sia dal condotto (HT) di mandata che dal condotto (RF) di ritorno del fluido di riscaldamento e le valvole (108, 114) sono entrambe dallo stesso lato essendo predisposte entrambe sulla estremit? libera del secondo perno (102). Inoltre, le valvole (108, 114) presentano rispettive bocchette (180, 141) per innestarvi i tubi (non visibili nei disegni) per l?alimentazione e rispettivamente per l?evacuazione del fluido di riscaldamento
La camicia (100) del rullo (R1, R2) ? coassiale ed esterna allo scambiatore (111) dal quale riceve il calore veicolato dal fluido di riscaldamento.
Ad esempio, lo scambiatore (111) interno al rullo (R1, R2) ? costituito da una serpentina elicoidale il cui diametro esterno corrisponde al diametro interno della camicia (100) per assicurare un corretto scambio termico. Ad esempio, la detta serpentina ? formata da un tubo a sezione trasversale rettangolare avvolto ad elica. In conformit? dell?esempio descritto, lo scambiatore (111) si estende per tutta la lunghezza del rullo (R1, R2), tra le due testate (T1, T2).
Preferibilmente, sull?estremit? del perno (102) ? montato un giunto idraulico formato da un corpo internamente cavo (400) che ha un primo condotto assiale interno (401) nel quale si inserisce una parte terminale del condotto (HT) ed un secondo condotto (402), coassiale ed esterno al primo (401), che costituisce un prolungamento del condotto (RF) di ritorno del fluido di riscaldamento. Il condotto (401) termina con la valvola (108), mentre il condotto (402) termina con la valvola (114). Il corpo (400) del giunto ? solidale al rullo (R1, R2) e, mediante una apposita appendice (403), viene bloccato alla corrispondente parete (11K) della calandra (1) quando il rullo ? disposto in posizione di esercizio. In tal modo, le valvole (108, 114) risultano sempre nella medesima posizione durante la rotazione del rullo (R1, R2). Infatti, il perno (102) ruota internamente al giunto (400) sul quale sono montate le valvole (108, 114). Preferibilmente, le predette valvole (108, 114) sono applicate sul lato del giunto (400) che, in assetto di esercizio del rullo (R1, R2), ? rivolto verso il lato posteriore (P) della calandra (1).
Le valvole (108, 114) sono normalmente chiuse e sono aperte da rispettivi attuatori (508, 514) montati in posizioni prestabilite su una parete laterale (11K) della calandra (1). Con particolare riferimento all?esempio mostrato in Fig.14B, sulla parete (11K) sono predisposte due coppie di attuatori (508, 514), ovvero una coppia di attuatori (508, 514) per ciascun rullo (R1, R2). Il funzionamento di questa parte della calandra (1) ? descritto nel seguito con riferimento agli schemi di Fig.19A e 19B i quali si riferiscono ad una sola valvola (108) ma ? inteso che il funzionamento ? lo stesso per tutte le valvole, sia quelle di ingresso (108) che quelle di uscita (114) del fluido di riscaldamento: in fase di immissione del fluido di riscaldamento nel condotto (HT), il pistone (581) dell?attuatore (508) spinge sulla base anteriore (181) della valvola (108), il cui movimento si trasmette all?elemento inferiore (182) del gruppo interno (182, 184) mediante il ponte (183) che mette in collegamento l?elemento inferiore (182) del gruppo con quello superiore (184), per cui il fluido riscaldante ? libero di transitare attraverso la valvola come indicato dalle frecce ?T? in Fig.19A; viceversa, in fase di chiusura della valvola (108), il pistone dell?attuatore (508) ? retratto come indicato in Fig.19B, per cui il corpo inferiore (182) del predetto gruppo (182, 184) ? distanziato dal corpo superiore (184), cosicch? il fluido non pu? transitare attraverso l?elemento inferiore (182), sul quale ? innestata la bocchetta (180), ed ? impedita la fuoriuscita del fluido attraverso la stessa bocchetta (180).
Come illustrato in particolare nelle Figg.22 e 23, ciascun perno (101, 102) pu? essere provvisto di una canalizzazione interna predisposta per farvi transitare aria allo scopo di ridurne la temperatura e cos? preservare l?integrit? dei cuscinetti (105, 106). Pertanto, il controllo della temperatura di esercizio dei cuscinetti (105, 106) pu? essere ottenuto senza predisporre i circuiti di raffreddamento esterni normalmente previsti nelle calandre a rulli caldi. Con riferimento all?esempio visibile in Fig.22 e Fig.23, in ciascun perno (101, 102) pu? essere formato un canale (CC) sviluppato parallelamente all?asse (r-r) di rotazione del rullo. Il detto canale (CC) forma una camera termicamente isolante nel perno che isola i cuscinetti rispetto al calore trasmesso dal fluido riscaldante. Eventualmente, nel canale (CC) pu? essere presente aria od anche un materiale termicamente isolante. Come illustrato nei disegni allegati, il detto canale (CC) si sviluppa al di sotto dei cuscinetti (105, 106).
Il detto canale (CC) pu? anche essere in comunicazione con l?esterno mediante una prima serie di fori radiali (RC) predisposti in prossimit? della relativa testata (T1, T2), dove il diametro del perno ? maggiore, ed una seconda serie di fori (SC) ad una prestabilita distanza (a) dalla prima serie di fori (RC), dove il diametro del perno ? minore. Gli assi dei fori della seconda serie (SC) convergono sull?asse di rotazione (r-r) del rullo presentando un ingresso pi? distante dalla testata ed una uscita pi? vicina alla stessa. La detta distanza (a) ? maggiore della distanza tra i cuscinetti (105, 106), per cui l?aria che fluisce nel canale (CC) pu? raffreddare entrambi i cuscinetti. Come illustrato in Fig.24, nel perno (102) sul quale sono montate le predette valvole (108, 114) il canale (CC) ? coassiale ed esterno al condotto (RF) di ritorno del fluido. L?aria esterna entra nel canale (CC) attraverso i fori (SC) e fuoriesce attraverso i fori radiali (RC) determinando un adeguato isolamento termico dei cuscinetti (105, 106) dei rulli (R1, R2). In Fig.18C ? illustrato un ugello (UR) che soffia aria in direzione dei fori (SC) per ulteriormente agevolare, se richiesto, la circolazione di aria attraverso il canale (CC).
La canalizzazione di raffreddamento ad aria ? predisposta in entrambi i perni (101, 102) dei rulli (R1, R2) ma tale canalizzazione potrebbe anche essere predisposta nel solo perno (102). In Fig.22 anche il perno (101) ? provvisto della suddetta canalizzazione di raffreddamento.
Su ciascun perno (101, 102) dei rulli (R1, R2) possono essere applicate due boccole (B), ognuna delle quali ? preferibilmente collocata in posizione intermedia tra due corrispondenti cuscinetti (105, 106) ed ? atta ad essere impegnata dai bracci di un carroponte (non illustrato nei disegni) la cui funzione ? di movimentare i rulli (R1, R2) tra la calandra (1) ed una o pi? stazioni di parcheggio o attesa dei rulli.
Per consentire ad esempio il prelievo di un rullo (R1, R2) dalla calandra (1), le leve (303, 304, 310, 316) vengono fatte ruotare attorno ai rispettivi perni, ognuna dal corrispondente attuatore (301, 307, 313, 317), in modo da liberare i cuscinetti (105, 106) e svincolare il rullo dalle sedi (300). In tale fase, il collegamento del rullo all?unit? motrice viene disinnestato, liberando la relativa presa di forza (103), e l?alimentazione del fluido riscaldante viene interrotta chiudendo le valvole (108, 114) mediante gli attuatori (508, 514). La procedura di disimpegno del rullo interessato al prelievo da parte del carroponte, come pure la procedura di chiusura delle valvole (108, 114) e la procedura di liberazione dei cuscinetti (105, 106), ? gestita in modo automatico da una unit? di controllo degli attuatori (UE) che controlla gli attuatori precedentemente descritti. Uno schema a blocchi relativo al controllo degli attuatori da parte dell?unit? di controllo degli attuatori (UE) ? in Fig.23.
Come detto in precedenza, la descrizione che precede ? stata fornita allo scopo di esemplificare una possibile configurazione di una calandra che pu? essere dotata di un meccanismo di controllo in conformit? della presente invenzione, restando inteso che tale meccanismo ? generalmente applicabile a calandre diversamente strutturate per ci? che attiene alla struttura portante, ai rulli ed agli organi che vincolano i rulli alla struttura della calandra, ai mezzi di movimentazione dei rulli ed alle modalit? di riscaldamento dei rulli stessi. Pertanto, un meccanismo di controllo in conformit? della presente invenzione pu? essere ugualmente applicato a calandre, in particolare per il trattamento a caldo di materiali nastriformi passanti in una gola formata da due rulli incisi caldi reciprocamente disposti in configurazione punta-punta, in cui la struttura portante pu? prevedere due sole pareti di supporto dei rulli, in cui il sistema di riscaldamento dei rulli non ? configurato come descritto in precedenza ma ? configurato secondo criteri differenti, in cui i rulli sono vincolati alla struttura portante mediante organi di vincolo diversi dalle leve (304, 310, 303, 316) precedentemente descritte, ed in cui i rulli sono trascinati in rotazione attorno ai rispettivi assi longitudinale mediante organi motori diversi dall?unit? motrice (UM) precedentemente descritta. Ad esempio, come rappresentato nelle Figg.20A-20C, l?unit? motrice (UM) comprende due motori elettrici (M), uno per ciascun rullo della calandra.
Vantaggiosamente, in conformit? della presente invenzione, al fine di assicurare il mantenimento della fase assiale dei rulli (R1, R2) viene eseguito un controllo della uniformit? di riscaldamento dei rulli stessi. Una possibile modalit? di implementazione pratica di tale controllo comporta la rilevazione dell?allungamento assiale dei rulli (R1, R2) dovuto al riscaldamento degli stessi. In termini generali, ad un allungamento assiale differente dei due rulli che ecceda un valore limite prestabilito (ad esempio 3/10 mm) in conformit? della presente invenzione viene associata una perdita di fase assiale non accettabile. Ad esempio, la detta rilevazione pu? essere eseguita mediante un encoder lineare (E1, E2) collocato su un lato di ciascuno dei rulli (R1, R2) per misurarne l?allungamento assiale dovuto al riscaldamento degli stessi.
Come schematicamente indicato in Fig. 22, ognuno dei detti encoder (E1, E2) ? collegato ad una unit? di controllo programmabile (UCP) che riceve i segnali elettrici prodotti dagli stessi encoder e li confronta. Se l?allungamento assiale di un rullo differisce dall?allungamento assiale dell?altro rullo per un valore che supera una soglia prestabilita, l?unit? di controllo (UCP) genera un segnale di allarme. Il detto segnale di allarme pu? attivare un dispositivo di segnalazione acustico e/o luminoso (SAL) e/o una procedura di ripristino automatico delle condizioni di regolare esercizio della calandra.
La segnalazione acustica e/o luminosa pu? servire ad allertare gli operatori addetti alla conduzione della calandra i quali, in tal modo, potranno intervenire per ripristinare le condizioni di regolare esercizio della calandra, cio? per riportare la differenza di allungamento assiale dei rulli (R1, R2) al di sotto della soglia prestabilita regolando manualmente la quantit? di fluido caldo immesso nei rulli. La procedura di ripristino automatico delle condizioni di regolare esercizio della calandra comporta una regolazione automatica della quantit? di fluido caldo immesso nei rulli. In questo caso, ad esempio, l?unit? di controllo (UCP) ? collegata alle valvole (108) collocate sugli ingressi (107) di immissione del fluido caldo nei rulli (R1, R2), le valvole (108) essendo elettrovalvole pilotabili dall?unit? di controllo (UCP). Attraverso la chiusura e l?apertura controllata delle elettrovalvole (108), l?unit? di controllo (UCP) pu? regolare la temperatura di esercizio di ciascuno dei rulli (R1, R2) in modo tale da portare la differenza di allungamento assiale dei rulli stessi ad un valore inferiore alla soglia prestabilita. Il segno, positivo o negativo, della differenza di lunghezza assiale cos? rilevata consente di individuare il rullo pi? caldo. Ad esempio, se la differenza D=dL1-dL2 tra gli allungamenti (dL1, dL2) dei rulli (R1, R2) ? di segno positivo, il sistema di controllo interpreta tale condizione come indicativa di un maggiore allungamento assiale del rullo (R1) rispetto al rullo (R2). Viceversa, se la differenza D=dL1-dL2 tra gli allungamenti (dL1, dL2) dei rulli (R1, R2) ? di segno negativo, il sistema di controllo interpreta tale condizione come indicativa di un maggiore allungamento assiale del rullo (R2) rispetto al rullo (R1). Conseguentemente, l?unit? di controllo (UCP) riduce la portata del fluido riscaldante immesso nel rullo pi? caldo se la detta differenza di. allungamento assiale supera il valore di soglia prestabilito. La Fig.24 rappresenta una condizione operativa nella quale, esemplificativamente, il rullo superiore (R1) subisce un allungamento maggiore rispetto al rullo inferiore (R2), per cui la differenza D=dL1-dL2 ? di segno positivo. Nei dettagli ingranditi della stessa figura, si vede che il maggiore allungamento assiale del rullo (R1) ha determinato una perdita di corrispondenza tra i rilievi (RR) de due rulli, in particolare in corrispondenza di un lato della calandra (lato destro nel disegno).
In alternativa, l?unit? di controllo (UCP) modifica il set point dell?unit? di riscaldamento del rullo pi? caldo se la detta differenza di allungamento assiale supera il valore di soglia prestabilito. In questo caso, l?unit? di controllo (UCP) non interviene sulle valvole (108) ma comanda una riduzione del set point dell?unit? di riscaldamento che alimenta il fluido al rullo pi? caldo. In Fig.22 il collegamento tra l?unit? di controllo (UCP) e le unit? di riscaldamento (HTS) ? rappresentato dalle frecce tratteggiate ?UH?. Vale anche in questo caso quanto detto in relazione al segno della differenza tra gli allungamenti assiali dei rulli (R1, R2).
In entrambi i casi sopra esemplificati, il sistema di riscaldamento dei rulli (R1, R2) comprende pi? unit? di riscaldamento (HTS) controllabili individualmente, ognuna delle quali alimenta un fluido caldo ad un rispettivo rullo della calandra.
In pratica, l?allungamento assiale dei rulli (R1, R2) viene controllato mediante un controllo attivo della temperatura di esercizio dei rulli stessi, tale controllo attivo essendo realizzato mediante rilevatori (ad esempio, gli encoder E1, E2 citati) i quali sono configurati per rilevare gli allungamenti assiali dei rulli e sono collegati alla unit? di controllo (UCP) che ? configurata per regolare la temperatura di esercizio dei rulli in funzione delle rilevazioni eseguite dai rilevatori al fine di mantenere una possibile differenza di allungamento assiale dei rulli al di sotto di una soglia prefissata.
Con riferimento all?esempio di realizzazione illustrato nelle Figg.18A-18C, ciascun encoder (E1, E2) ? un encoder magnetico montato su un braccio (201) del meccanismo di innesto/disinnesto della trasmissione del moto ai rulli (R1, R2). In questo esempio, ciascun encoder (E1, E2) comprende un cursore magnetico (MS) fissato ad una piastra (PM) che, a sua volta, ? fissata su un fianco del rispettivo braccio (201). Pertanto, ogni traslazione del braccio (201) parallela all?asse (r-r) del relativo rullo (R1, R2) comporta una uguale traslazione del cursore magnetico (MS) sul relativo encoder che, pertanto, produce un segnale di posizione correlato alla posizione del braccio (201). La freccia ?SA? in Fig.18C (particolare ingrandito della Fig.18A) indica una spinta esercitata sul braccio (201) dall?allungamento del rullo (R1) cui corrisponde una traslazione del cursore (MS) dell?encoder (E1) visibile nel disegno.
L?allungamento assiale di uno qualsiasi dei rulli della calandra (allungamento secondo la direzione dell?asse r-r) implica una spinta, esercitata da tale rullo sul rispettivo cuscinetto (202), che determina una traslazione del corrispondente braccio (201) parallelamente all?asse (r-r) del rullo e, conseguentemente, una traslazione del cursore magnetico (MS) che viene trasdotta dall?encoder in un segnale di posizione trasmesso all?unit? di controllo (UCP) programmata per intervenire come descritto in precedenza. Poich? gli attuatori (203) sono attuatori pneumatici od idraulici operanti a pressione relativamente ridotta, gli attuatori (203) non ostacolano l?allungamento dei rulli e conseguentemente non ostacolano la traslazione dei bracci (201) e quindi la traslazione dei cursori magnetici (MS).
In conformit? dell?esempio mostrato in Fig.21, su una staffa (210) mediante la quale l?attuatore (203) ? collegato alla parete (11K) della calandra ? applicata un?appendice (211) sulla quale ? montato un sensore induttivo (IS). Quest?ultimo rileva la distanza del braccio (201) dalla appendice (211). Pertanto, analogamente al caso precedentemente esemplificato, ogni traslazione del braccio (201) parallela all?asse (r-r) del relativo rullo (R1, R2) comporta una uguale traslazione del braccio (201) viene rilevata dal sensore induttivo (IS). Anche la freccia ?SA? in Fig.21 indica una spinta esercitata sul braccio (201) dall?allungamento del rullo (R1). In questo esempio, ? previsto un sensore induttivo (IS) per ciascuno dei rulli della calandra.
Inoltre, anche in questo caso il sensore (IS) costituisce un trasduttore che produce un segnale di posizione del braccio (201) utilizzato dall?unit? di controllo (UCP) nel modo precedentemente descritto.
In pratica, in conformit? della presente invenzione ? previsto di rilevare l?allungamento assiale di ciascun rullo della calandra, allungamento assiale dovuto al riscaldamento degli stessi rulli, mediante sensori a tale scopo configurati e predisposti nella calandra, e, mediante una unit? di controllo programmabile, confrontare gli allungamenti dei rulli e generare un segnale di allarme se la differenza tra tali allungamenti eccede un valore limite prestabilito.
L?unit? di controllo degli attuatori (UE) pu? essere fisicamente integrata con l?unit? di controllo (UCP).
Dalla descrizione che precede, una calandra in conformit? della presente invenzione ? una calandra per il trattamento di materiali nastriformi (W), comprendente una struttura fissa (10, 11H, 11K, 300) atta a supportare due rulli riscaldati (R1, R2) reciprocamente disposti in modo da formare una gola (N) attraversabile da materiali nastriformi (W), in cui ciascun rullo (R1, R2) presenta rilievi superficiali (RR) disposti secondo uno schema prestabilito, in cui i rulli (R1, R2) sono reciprocamente disposti in configurazione punta-punta, in modo tale che in un assetto di esercizio operativo della calandra i rilievi (RR) di un rullo (R1) risultano radialmente contrapposti ai rilievi (RR) dell?altro rullo (R2) in corrispondenza della detta gola (N), in cui ciascuno dei detti rulli (R1, R2) ? collegato ad una unit? motrice (UM) che ne determina la rotazione con velocit? angolare prestabilita attorno al proprio asse longitudinale (r-r), in cui i detti rulli (R1, R2) sono riscaldati da mezzi di riscaldamento configurati per riscaldare individualmente ciascun rullo (R1, R2) della calandra, ed in cui ciascun rullo (R1, R2) subisce un allungamento assiale in conseguenza del suo riscaldamento, e comprende mezzi di rilevazione (E1, E2; IS) atti a rilevare l?allungamento assiale di ciascun rullo (R1, R2) ed una unit? di controllo programmabile (UCP) collegata ai detti mezzi di rilevazione e ai detti mezzi di riscaldamento, la detta unit? di controllo programmabile essendo programmata per determinare la differenza tra gli allungamenti assiali dei rulli (R1, R2) rilevati dai detti mezzi di rilevazione ed emettere un segnale di allarme se il valore assoluto di tale differenza ? maggiore di un valore limite prestabilito.
In conformit? di particolari modalit? di attuazione dell?invenzione, una calandra in conformit? della presente invenzione pu? presentare una o pi? delle seguenti caratteristiche:
- i detti mezzi di rilevazione sono costituiti da encoder magnetici (E1, E2). - i detti encoder (E1, E2) sono encoder lineari.
- i detti mezzi di rilevazione sono costituiti da sensori induttivi (IS).
- i detti mezzi di rilevazione sono disposti ed agenti in corrispondenza di una estremit? dei detti rulli (R1, R2).
- il detto segnale di allarme controlla l?attivazione di un segnalatore acustico e/o luminoso.
- il detto segnale di allarme controlla i detti mezzi di riscaldamento dei rulli (R1, R2) riducendo la temperatura del rullo che subisce l?allungamento maggiore, la detta unit? di controllo (UCP) determinando il segno, positivo o negativo, della detta differenza.
- i rulli (R1, R2) sono condotti in rotazione attorno ai rispettivi assi longitudinali mediante una unit? motrice (UM) comprendente uno o due motori elettrici (M).
- i detti rulli (R1, R2) sono provvisti di condotti interni (HT, RF) nei quali pu? circolare un fluido alimentato dai detti mezzi di riscaldamento.
Un metodo per il trattamento di materiali nastriformi mediante una calandra comprendente una struttura fissa (10, 11H, 11K, 300) atta a supportare due rulli riscaldati (R1, R2) reciprocamente disposti in modo da formare una gola (N) attraversabile da materiali nastriformi (W), in cui ciascun rullo (R1, R2) presenta rilievi superficiali (RR) disposti secondo uno schema prestabilito, in cui i rulli (R1, R2) sono reciprocamente disposti in configurazione punta-punta, in modo tale che in un assetto di esercizio operativo della calandra i rilievi (RR) di un rullo (R1) risultano radialmente contrapposti ai rilievi (RR) dell?altro rullo (R2) in corrispondenza della detta gola (N), in cui ciascuno dei detti rulli (R1, R2) ? collegato ad una unit? motrice (UM) che ne determina la rotazione con velocit? angolare prestabilita attorno al proprio asse longitudinale (r-r), in cui i detti rulli (R1, R2) sono riscaldati da mezzi di riscaldamento configurati per riscaldare individualmente ciascun rullo (R1, R2) della calandra, ed in cui ciascun rullo (R1, R2) subisce un allungamento assiale in conseguenza del suo riscaldamento, in conformit? della presente invenzione comporta di rilevare l?allungamento assiale di ciascun rullo (R1, R2) mediante mezzi di rilevazione dell?allungamento assiale (E1, E2; S) dei rulli (R1, R2) e di determinare la differenza tra gli allungamenti assiali dei rulli (R1, R2) rilevati dai detti mezzi di rilevazione (E1, E2; S) ed emettere un segnale di allarme se il valore assoluto di tale differenza ? maggiore di un valore limite prestabilito.
In conformit? di particolari modalit? di attuazione di un metodo in conformit? dell?invenzione,
- la rilevazione dell?allungamento assiale dei rulli (R1, R2) ? eseguita da mezzi di rilevazione costituiti da encoder magnetici (E1, E2) o sensori induttivi (IS). - se si utilizzano encoder magnetici, tali encoder (E1, E2) sono preferibilmente encoder lineari.
- i detti mezzi di rilevazione sono preferibilmente disposti ed agenti in corrispondenza di una estremit? dei detti rulli (R1, R2).
- il detto segnale di allarme controlla l?attivazione di un segnalatore acustico e/o luminoso.
- il detto segnale di allarme ? emesso da una unit? di controllo (UCP) che controlla i detti mezzi di riscaldamento dei rulli (R1, R2) riducendo la temperatura del rullo che subisce l?allungamento maggiore, la detta unit? di controllo (UCP) determinando il segno, positivo o negativo, della detta differenza in funzione delle rilevazioni eseguite dai detti mezzi di rilevazione. In pratica i particolari di esecuzione possono comunque variare in maniera equivalente per ci? che attiene ai singoli elementi descritti e illustrati e alla loro disposizione reciproca, senza per questo uscire dall?idea di soluzione adottata e perci? restando nei limiti della tutela conferita dal presente brevetto in conformit? delle rivendicazioni che seguono.

Claims (14)

RIVENDICAZIONI
1. Calandra per il trattamento di materiali nastriformi (W), comprendente una struttura fissa (10, 11H, 11K, 300) atta a supportare due rulli riscaldati (R1, R2) reciprocamente disposti in modo da formare una gola (N) attraversabile da materiali nastriformi (W), in cui ciascun rullo (R1, R2) presenta rilievi superficiali (RR) disposti secondo uno schema prestabilito, in cui i rulli (R1, R2) sono reciprocamente disposti in configurazione punta-punta, in modo tale che in un assetto di esercizio operativo della calandra i rilievi (RR) di un rullo (R1) risultano radialmente contrapposti ai rilievi (RR) dell?altro rullo (R2) in corrispondenza della detta gola (N), in cui ciascuno dei detti rulli (R1, R2) ? collegato ad una unit? motrice (UM) che ne determina la rotazione con velocit? angolare prestabilita attorno al proprio asse longitudinale (r-r), in cui i detti rulli (R1, R2) sono riscaldati da mezzi di riscaldamento configurati per riscaldare individualmente ciascun rullo (R1, R2) della calandra, ed in cui ciascun rullo (R1, R2) subisce un allungamento assiale in conseguenza del suo riscaldamento, caratterizzata dal fatto che comprende mezzi di rilevazione (E1, E2; IS) atti a rilevare l?allungamento assiale di ciascun rullo (R1, R2) ed una unit? di controllo programmabile (UCP) collegata ai detti mezzi di rilevazione e ai detti mezzi di riscaldamento, la detta unit? di controllo programmabile essendo programmata per determinare la differenza tra gli allungamenti assiali dei rulli (R1, R2) rilevati dai detti mezzi di rilevazione ed emettere un segnale di allarme se il valore assoluto di tale differenza ? maggiore di un valore limite prestabilito.
2. Calandra secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che i detti mezzi di rilevazione sono costituiti da encoder magnetici (E1, E2).
3. Calandra secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che i detti encoder (E1, E2) sono encoder lineari.
4. Calandra secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che i detti mezzi di rilevazione sono costituiti da sensori induttivi (IS).
5. Calandra secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che i detti mezzi di rilevazione sono disposti ed agenti in corrispondenza di una estremit? dei detti rulli (R1, R2).
6. Calandra secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che il detto segnale di allarme controlla l?attivazione di un segnalatore acustico e/o luminoso.
7. Calandra secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che il detto segnale di allarme controlla i detti mezzi di riscaldamento dei rulli (R1, R2) riducendo la temperatura del rullo che subisce l?allungamento maggiore, la detta unit? di controllo (UCP) determinando il segno, positivo o negativo, della detta differenza.
8. Calandra secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che i rulli (R1, R2) sono condotti in rotazione attorno ai rispettivi assi longitudinali mediante una unit? motrice (UM) comprendente uno o due motori elettrici (M).
9. Calandra secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che entrambi i detti rulli (R1, R2) sono provvisti di condotti interni (HT, RF) nei quali pu? circolare un fluido alimentato dai detti mezzi di riscaldamento.
10. Metodo per il trattamento di materiali nastriformi mediante una calandra comprendente una struttura fissa (10, 11H, 11K, 300) atta a supportare due rulli riscaldati (R1, R2) reciprocamente disposti in modo da formare una gola (N) attraversabile da materiali nastriformi (W), in cui ciascun rullo (R1, R2) presenta rilievi superficiali (RR) disposti secondo uno schema prestabilito, in cui i rulli (R1, R2) sono reciprocamente disposti in configurazione punta-punta, in modo tale che in un assetto di esercizio operativo della calandra i rilievi (RR) di un rullo (R1) risultano radialmente contrapposti ai rilievi (RR) dell?altro rullo (R2) in corrispondenza della detta gola (N), in cui ciascuno dei detti rulli (R1, R2) ? collegato ad una unit? motrice (UM) che ne determina la rotazione con velocit? angolare prestabilita attorno al proprio asse longitudinale (r-r), in cui i detti rulli (R1, R2) sono riscaldati da mezzi di riscaldamento configurati per riscaldare individualmente ciascun rullo (R1, R2) della calandra, ed in cui ciascun rullo (R1, R2) subisce un allungamento assiale in conseguenza del suo riscaldamento, caratterizzato dal fatto che comporta di rilevare l?allungamento assiale di ciascun rullo (R1, R2) mediante mezzi di rilevazione dell?allungamento assiale (E1, E2; S) dei rulli (R1, R2) e di determinare la differenza tra gli allungamenti assiali dei rulli (R1, R2) rilevati dai detti mezzi di rilevazione (E1, E2; S) ed emettere un segnale di allarme se il valore assoluto di tale differenza ? maggiore di un valore limite prestabilito.
11. Metodo secondo la rivendicazione 10 caratterizzato dal fatto che la rilevazione dell?allungamento assiale dei rulli (R1, R2) ? eseguita da mezzi di rilevazione costituiti da encoder magnetici (E1, E2) o sensori induttivi (IS).
12. Metodo secondo la rivendicazione 10 caratterizzato dal fatto che i detti mezzi di rilevazione sono disposti ed agenti in corrispondenza di una estremit? dei detti rulli (R1, R2).
13. Metodo secondo la rivendicazione 10 caratterizzato dal fatto che il detto segnale di allarme controlla l?attivazione di un segnalatore acustico e/o luminoso.
14. Metodo secondo la rivendicazione 10 caratterizzato dal fatto che il detto segnale di allarme ? emesso da una unit? di controllo (UCP) che controlla i detti mezzi di riscaldamento dei rulli (R1, R2) riducendo la temperatura del rullo che subisce l?allungamento maggiore, la detta unit? di controllo (UCP) determinando il segno, positivo o negativo, della detta differenza in funzione delle rilevazioni eseguite dai detti mezzi di rilevazione.
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