IT202000015298A1 - Uno scovolino dentale con impugnatura con presa sub-termino laterale e tripodale - Google Patents

Uno scovolino dentale con impugnatura con presa sub-termino laterale e tripodale Download PDF

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IT202000015298A1
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Simone Picci
Cristofaro Sarah De
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Simone Picci
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Description

Descrizione a corredo della domanda di brevetto per invenzione industriale dal titolo:
UNO SCOVOLINO DENTALE CON IMPUGNATURA CON PRESA SUB-
TERMINO LATERALE E TRIPODALE
Ambito dell?invenzione
L?ambito tecnico relativo alla presente invenzione si riferisce al settore degli scovolini dentali, ovvero quei dispositivi interdentali attraverso cui ? possibile operare la pulizia tra dente e dente, in modo tale da consentire la rimozione dei residui di cibo e/o della placca batterica.
In particolare l?invenzione si riferisce ad un innovativo scovolino dentale avente una impugnatura atta a facilitarne la sua manovrabilit?.
Brevi cenni alla tecnica nota
La pulizia dei denti, come ben noto, ? essenziale per mantenere i denti integri e dunque evitare la formazione delle carie.
Esistono molteplici prodotti per l?igiene dentale tra cui i ben noti spazzolini da denti, collutorio e filo interdentale.
Lo spazzolino da denti esercita una azione di spazzolatura sulle superfici esterne dei denti ma non riesce a raggiungere lo spazio tra dente e dente.
Lo spazio tra dente e dente ? un punto critico in cui spesso avviene accumulo di placca batterica e dunque questi risultano punti pi? critici per la formazione delle carie e problemi gengivali.
Uno strumento valido per l?igiene orale ? il filo interdentale il quale, per?, ha l?inconveniente di potersi spezzare o sfilacciare soprattutto se durante il passaggio incontra asperit? dei denti e ci? causa oltretutto il blocco di filamenti tra dente e dente. Tali filamenti risultano fastidiosi e difficilmente removibili e dunque, attraverso l?uso del filo interdentale, si rischia persino di poter aumentare il quantitativo di materiale estraneo presente tra dente e dente.
Inoltre il filo interdentale rischia di danneggiare gravemente le papille gengivali causando fuoriuscita di sangue.
Al fine di superare tali inconvenienti tecnici sono stati ideati altri strumenti ad uso personale per l?igiene dentale, ovvero gli scovolini dentali.
Uno scovolino dentale ? uno strumento di pulizia dei denti similare ad uno stecchino classico in cui la parte terminale prevede una serie di setole predisposte radialmente rispetto ad un fusto di supporto il quale, generalmente, termina con una punta.
Il dispositivo ? generalmente abbastanza flessibile e, grazie alla sua conformazione a punta, ? possibile inserire lo scovolino tra dente e dente agendo alla base del dente.
Esso ? facilmente manovrabile per cui pu? essere inserito secondo varie direzioni di penetrazione e, grazie alle setole, ? possibile effettuare una operazione di pulizia interdentale senza le problematiche che si possono avere attraverso l?uso di un filo interdentale.
Gli scovolini noti in commercio hanno una parte posteriore che serve per l?afferraggio e attraverso cui si possono manovrare per effettuare la pulizia.
La movimentazione pu? richiedere la rotazione dello scovolino intorno al suo asse longitudinale e una sua traslazione lungo il suo asse longitudinale secondo un moto avanti-indietro.
E? dunque importante che lo scovolino abbia una zona di afferraggio idonea che consenta di manovrarlo in modo agevole.
Allo stato attuale della tecnica non risultano essere presenti sul mercato scovolini dentali il cui sistema di afferraggio favorisce al meglio la manovrabilit? dello stesso, in particolare la combinazione di una rotazione e una traslazione.
Una scarsa manovrabilit? implica ovviamente un uso scorretto e non idoneo dello scovolino e dunque una pulizia non soddisfacente.
Sintesi dell?invenzione
? quindi scopo della presente invenzione fornire uno scovolino dentale che risolva i suddetti inconvenienti tecnici.
In particolare ? scopo della presente invenzione fornire uno scovolino dentale configurato per avere un facile afferraggio e risultare manovrabile in modo agevole e funzionale.
Questi ed altri scopi sono dunque ottenuti con il presente scovolino dentale (1), in accordo alla rivendicazione 1.
Tale scovolino dentale (1) comprende una parte anteriore (2) provvista di una pluralit? di setole predisposte lungo la sua lunghezza longitudinale (in particolare la parte anteriore ? formata da un fusto anteriore su cui sono predisposte tali setole) ed una parte posteriore (3), detta parte posteriore essendo formato da un fusto posteriore (3a) ed una testa di presa (3b).
In accordo all?invenzione, il detto fusto posteriore (3a) ? predisposto tra la testa di presa (3b) e la parte anteriore (2).
In particolare il segmento in questione ? delimitato dai punti (3p?) e (3p).
Il detto fusto posteriore (3a) ha una lunghezza longitudinale compresa in un range tra i 3 mm e i 25mm e dunque i due punti (3p?) e (3p) hanno una distanza reciproca che ? compresa nel range suddetto.
In questo modo la lunghezza ? sufficiente ed ottimale per consentire ad un utilizzatore di afferrare lo scovolino tra le dita attraverso il fusto.
Al fine di ruotarlo e manovrarlo agevolmente, ulteriormente detto fusto (3a) mantiene tra i suddetti punti (3p?) e (3p) una sezione trasversale con forma e dimensione costante.
Inoltre il perimetro esterno del detto fusto (3a) in sezione trasversale ? in forma di una poligonale chiusa.
In questo modo l?utilizzatore pu? agevolmente ruotare tra le dita lo scovolino agendo sul fusto.
Inoltre, ulteriormente, detta testa di presa (3b) si allarga partendo da detto fusto e conformando almeno due superfici sostanzialmente piane contrapposte per consentire la presa.
In questo modo la testa di presa si assimila ad una testa di una chiave che consente una facile azione di rotazione dello scovolino ed una presa sicura.
In accordo a tale soluzione sono risolti tutti i suddetti inconvenienti tecnici.
Il fusto con forma in sezione trasversale a poligonale chiusa crea delle superfici piane di presa che agevolano la rotazione.
Un fusto cilindrico a sezione circolare non consente di applicare una torsione elevata in quanto le dita scivolano sulla superficie circolare. La forma poligonale crea dei sottosquadri che sono delle superfici piane rispetto a cui ? possibile applicare una torsione maggiore esattamente con lo stesso principio con cui l?estremit? di una brugola con testa esagonale si inserisce in apposito foro esagonale nella testa di una vite. La punta esagonale si blocca nel sottosquadro formato dal foro esagonale della testa della vite e consente di applicare la torsione. Se la testa della brugola fosse tonda e il foro tondo essa girerebbe a vuoto.
Con questo principio, la sezione trasversale in forma di poligonale chiusa consente di applicare una torsione certamente maggiore rispetto al caso di una forma curva chiusa come un cerchio in quanto i lati piani che si uniscono tra loro secondo un certo angolo formano spigoli vivi che favoriscono la presa e la applicazione di una torsione.
Una forma vantaggiosa ? ad esempio quella esagonale ma non sono escluse altre forme ad esempio a pentagono e similari.
Le due superfici contrapposte sostanzialmente piane che si diramano allargandosi da detto fusto formano, a loro volta, una testa allargata avente due superfici piane per l?afferraggio, esattamente come la testa di una chiave. Questo consente di aumentare notevolmente il momento torsionale che viene applicato, esattamente con lo stesso principio di una chiave quando girata in una serratura.
L?effetto combinato, dunque, di un fusto a poligonale chiusa unitamente alla formazione di una testa allargata che forma almeno due superfici contrapposte di afferraggio sostanzialmente piane, consente una grande manovrabilit? dello strumento in questione.
Il sistema pu? essere ruotato e traslato avantiindietro in modo molto funzionale.
Il range di lunghezza indicato per il fusto posteriore (3a) ? sufficiente a garantire una buona presa e manovrabilit? e la sua sezione costante consente la stessa manovrabilit? in qualsiasi zona del fusto venga afferrato.
Vantaggiosamente, dunque, la testa di presa pu? dunque anche essa formare, in sezione trasversale, una poligonale chiusa come il fusto dunque formata da una successione di lati (in sezione trasversale) che si uniscono tra loro a spigolo vivo secondo un certo angolo e di cui due lati formano le superfici ampie pi? o meno piane per la presa e tra loro contrapposte.
Vantaggiosamente tale testa di presa pu? comprendere un lato perimetrale (4a, 4b, 4c) di predeterminata larghezza che si sviluppa secondo una curva che si richiude sul fusto (3a) e ai cui due bordi si collegano rispettivamente una parete di chiusura (FP_Inf, PF_Sup) per la formazione di superficie sostanzialmente piana per l?afferraggio.
In questo modo la detta testa assume una conformazione a chiave di serratura che ne facilita la presa e la rotazione.
Vantaggiosamente la detta testa di presa pu? avere un foro passante (10) trasversalmente alla direzione di sviluppo longitudinale dello scovolino dentale.
In questo modo si ha una sensibilit? maggiore sull?afferraggio.
Vantaggiosamente due lati (4a, 4b) con una certa angolazione tra loro si diramano esternamente dal fusto per la formazione della testa di presa ed in cui un terzo lato (4c) si congiunge a detti due lati.
Questa forma si avvicina molto alle classiche chiavi da serratura.
Vantaggiosamente la detta poligonale chiusa del fusto ? una successione di lati (a, b, c) che si uniscono tra loro in successione secondo un certo angolo, preferibilmente a spigolo vivo o con una certa stondatura.
Vantaggiosamente detti lati sono rettilinei.
Vantaggiosamente alla estremit? (3p) del fusto si dirama la testa di presa che crea dette superfici piane allargate in modo tale che la testa di presa risulti pi? larga rispetto al diametro del fusto.
Vantaggiosamente la distanza tra le due superfici piane allargate della testa di presa coincide con lo spessore complessivo dello scovolino e dunque con la dimensione diametrale del fusto.
Vantaggiosamente tale scovolino pu? essere realizzato per iniezione in stampo.
Vantaggiosamente almeno la parte posteriore dello scovolino comprende materiale anti-scivolamento.
Vantaggiosamente la detta testa di presa ? in sezione trasversale formata da una poligonale chiusa.
In accordo a quanto sopra descritto, la parte anteriore dello scovolino pu? comprendere una successione di setole di dimensioni crescenti a partire dalla estremit? della parte anteriore e spostandosi verso la parte posteriore.
In questo modo, in uso ed in aggiunta a quanto sopra detto, lo scovolino dentale risulta versatile in quanto adattabile a varie anatomie della bocca, in particolare a spazi interdentali diversi.
Vantaggiosamente la parte anteriore pu? ad esempio comprendere sette zone in successione, ogni zona essendo adibita ad accogliere una predeterminata tipologia dimensionale di setole.
La parte anteriore ? dunque formata da un fusto anteriore ove sono poste tali setole.
In particolare, vantaggiosamente, la successione di setole previste vanno dalla tipologia ISO 1 predisposte nella zona comprendente l?estremit? di punta della parte anteriore sino alla tipologia ISO 7 nella zona finale della parte anteriore.
Vantaggiosamente la parte anteriore (2) pu? essere di forma conica con una rastremazione conica che dalla parte di connessione alla parte posteriore (3) si rastrema verso la punta e configurata per generare sette zone ISO dalla ISO 7 sino alla ISO 1 in successione.
Vantaggiosamente, nel caso di sette dimensioni diverse, la zona della parte anteriore avente un diametro tale da accogliere le setole della ISO 1 ha una lunghezza longitudinale di 3mm mentre le rimanenti sei zone hanno una lunghezza di 5mm.
Vantaggiosamente, in combinazione a quanto descritto, una pluralit? di spazzole 20 sono dunque previste su detta parte anteriore ed in cui dette spazzole 20, in una vista frontale ortogonale alla direzione longitudinale L di sviluppo della parte anteriore ove sono poste, definiscono ogni una un profilo sostanzialmente triangolare.
In tal modo, il profilo triangolare delle spazzole consente di replicare sostanzialmente uno spazio interdentale tra due denti adiacenti, anch'esso con forma sostanzialmente triangolare.
L'azione dello scovolino dentale con spazzole a profilo triangolare, consente pertanto una pi? efficace pulizia interdentale.
Infatti, le spazzole triangolari consentono uno spazzolamento dello spazio interdentale pi? efficiente, andando a rimuovere e distaccare i residui su ogni parete o bordo laterale dei denti adiacenti interessati alla pulizia.
In altre parole, il profilo triangolare delle spazzole consente di definire un accoppiamento di forma tra le spazzole stesse e lo spazio interdentale, cos? da ottimizzare la pulizia dello stesso e prevenire cos? formazione di carie o problemi gengivali.
Vantaggiosamente la parte anteriore forma, per come detto, lo stelo anteriore il quale ha una forma troncoconica e comprende una estremit? prossimale, collegata a detta porzione posteriore atta ad essere impugnata da un utilizzatore, ed una estremit? distale opposta a detta estremit? prossimale.
In tal modo, la conformazione troncoconica dello stelo anteriore consente di ottenere uno scovolino dentale che presenta una sezione o ampiezza radiale crescente, considerata come ampiezza radiale data dalla combinazione dello stelo e delle spazzole a profilo triangolare, lungo detta direzione longitudinale a partire da detta estremit? distale verso detta estremit? prossimale.
La variazione di ampiezza consente pertanto di ottenere uno strumento che si adatta a qualsiasi spazio interdentale, dal pi? piccolo a quello di maggiori dimensioni. In corrispondenza dell'estremit? distale si avr? pertanto una sezione in grado di pulire spazi interdentali pi? ridotti, mentre in corrispondenza di una posizione intermedia tra dette estremit? e man mano scorrendo verso detta estremit? prossimale, una ampiezza adatta a pulire spazi interdentali di maggiori dimensioni. Oltre ad adattarsi allo spazio interdentale la sezione radiale variabile sopradescritta, consente un miglior uso ed in particolare un inserimento pi? agevolato dello scovolino all'interno dello spazio interdentale.
Inoltre, permette di ottenere un'azione di spazzolamento trasversale pi? efficace generata da un movimento dello scovolino secondo una direzione trasversale rispetto allo spazio interdentale stesso. Tale movimento coadiuvato dalla sezione variabile consente di ottenere un'azione delle spazzole che oltre ad agire sui bordi interni dello spazio interdentale, agisce anche in parte sulla parte esterna del dente in prossimit? di detti bordi, grazie alla conformazione a sezione crescente. lo scovolino dentale infatti man mano che viene sospinto entro la cavit? dentale genera un?azione delle spazzole di maggiore dimensione sul bordo esterno del dente.
In particolare, dette spazzole sono distribuite lungo detto stelo anteriore secondo un passo variabile, in cui la distanza tra due spazzole consecutive tra loro aumenta lungo detta direzione longitudinale a partire da detta estremit? distale verso detta estremit? prossimale.
In una forma realizzativa preferita, dette spazzole sono montate su detto stelo anteriore secondo una geometria elicoidale che si sviluppa lungo detta direzione longitudinale. In tal modo, le spazzole hanno una distribuzione ad elica secondo lo sviluppo longitudinale dello stelo. Tale distribuzione ad elica consente di ottenere una spaziatura tra due spazzole consecutive affinch? non vi sia interferenza tra queste durante la fase di pulizia.
Preferibilmente dette spazzole sono realizzate in un materiale plastico flessibile, atto a deformarsi durante l'azione di sfregamento nello spazio interdentale a contatto con i bordi dei denti. In tal modo, la flessibilit? e deformabilit? delle spazzole consente di aumentare l'efficacia dell'azione pulente e allo stesso tempo non danneggiare o irritare la sensibilit? dei denti stessi.
In una forma realizzativa preferita, detto profilo sostanzialmente triangolare ? definito da tre vertici connessi tra loro da pareti laterali con profilo sostanzialmente curvo.
In particolare, dette pareti laterali hanno un profilo curvo convesso definito rispetto al centro del profilo triangolare. In altre parole, dette pareti laterali definiscono una sorta di bombatura che si sviluppa da parte esterna.
Tale bombatura della parete consente di migliorare ulteriormente l?azione di pulizia dello spazio interdentale. Si ottiene infatti un incremento di contatto strisciante delle spatole con i bordi dei denti, che determina un?azione di spazzolamento pi? attiva.
Preferibilmente, i vertici di detto profilo triangolare hanno un profilo semicircolare. Ciascun profilo semicircolare in corrispondenza di un vertice ? raccordato a dette pareti laterali a profilo curvo.
In tal modo, il profilo semicircolare dei vertici consente anche in tal caso di migliorare l?azione di spazzolamento soprattutto nelle zone di contatto tra dente e dente. In aggiunta, consente di evitare fastidi e profili acuminati delle spazzole che comporterebbero fastidi durante lo spazzolamento. In sostanza il profilo triangolare delle spazzole ? conformato in modo tale che non vi siano spigoli vivi con pareti a profilo curvo raccordate tra loro mediante profili semicircolari in corrispondenza dei vertici.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori caratteristiche e i vantaggi del presente scovolino dentale, secondo l?invenzione, risulteranno pi? chiaramente con la descrizione che segue di alcune sue forma realizzative, fatta a titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni annessi, in cui:
- La figura 1 e la figura 2 mostrano due viste assonometriche dello scovolino in accordo all?invenzione; - La figura 3 mostra un esempio di afferraggio attraverso il manico;
- La figura 4 e la figura 5 sono ulteriori viste volte ad evidenziare la conformazione della parte posteriore dello scovolino destinata all?afferraggio e che prevede una parte allargata piana che si collega ad una porzione allungata con forma in poligonale chiusa (detta anche tripodale);
- La figura 6 mostra l?anima, generalmente in policarbonato realizzata con processo di stampaggio ad iniezione mentre la figura 7 mostra il rivestimento che viene applicato sull?anima e che ? generalmente un elastomero termoplastico (TPE) il quale viene applicato per sovrastampaggio ad iniezione;
- La figura 7A mostra un dettaglio ingrandito della geometria delle setole;
- La figura 7B mostra un dettaglio ingrandito della setola in vista frontale;
- La figura 8 e 9 mostrano invece la parte relativa alle setole le quali sono distribuite lungo la lunghezza dello scovolino in modo tale che siano presenti in successione ben sette misure diverse, dalla ISO 1 alla ISO 7, come da indicazione ISO 16409:2016, utilizzata come linea guida per il dimensionamento; In particolare la figura 8 mostra in corrispondenza della testa allargata i fori per l?iniezione;
- Le figure 9A, 9C, 9D mostrano una pi? precisa geometria delle setole in accordo anche alla loro dimensione ISO mentre la figura 9B mostra una conformazione dello spazio interdentale che ricalca la geometria della spazzola;
- Le figure 10 e 11 ed 11A mostrano un esempio di uso evidenziando, al contempo, la conformazione della testa allargata;
- Le figure 12A, 12B e 12C mostrano ulteriori viste complessive dello scovolino dentale in accordo all?invenzione;
- La figura 13A mostra ulteriormente una porzione della parte posteriore, in particolare il fusto posteriore, che si collega al fusto anteriore su cui sono predisposte le setole;
- La figura 13B ? sostanzialmente uguale alla figura 13A e mostra una met? simmetrica in vista assonometrica della parte posteriore e del fusto con le setole (o spazzole che dir si voglia).
Descrizione di alcune forme realizzative preferite La figura 1 mostra dunque uno scovolino dentale 1 oggetto dell?invenzione.
Esso ? di forma generalmente allungata e prevede una parte anteriore 2 ed una parte posteriore 3.
Un breve raccordo (R), ad esempio a forma di una smussatura, pu? essere previsto tra la parte anteriore e la parte posteriore.
La parte posteriore ? quella strutturata, per come chiarito nel seguito, in modo tale che l?utilizzatore possa afferrare e manovrare agevolmente lo scovolino.
La parte anteriore 2 ? invece la parte adibita ed effettuare il lavoro di pulizia dentale ed infatti, per come chiarito nel seguito, ? provvista di setole (o spazzole che dir si voglia) distribuite lungo la sua lunghezza.
La parte anteriore, dunqe, forma uno stelo anteriore, o fusto anteriore che dir si voglia, su cui sono predisposte le setole mentre la parte posteriore ? quella destinata all?afferraggio.
Come mostrato dunque in figura 6, lo scovolino ha una forma generalmente allungata che pu? ricordare uno stuzzica-dente.
Esso ? realizzato con un anima in materiale che una certa flessibilit? e che viene poi rivestito con un rivestimento dotato di ?grip? per la presa e con flessibilit? maggiore.
La parte anteriore 2 risulta pi? flessibile della parte posteriore per via del suo minor diametro che oltretutto si rastrema progressivamente sino alla punta. Il rivestimento esterno ? di natura gommosa e conforma, per come chiarito nel seguito, le setole le quali risultano dunque altamente deformabili e dunque esplicano una elevata azione di pulizia.
L?anima ? infatti mostrata in figura 6. In accordo alla figura 6 si evidenzia la parte posteriore 3 da cui si diparte la parte anteriore 2 la quale ? in forma di uno stelo con forma complessiva conica che si rastrema lungo il suo sviluppo longitudinale sino ad una punta estrema.
La parte posteriore, dunque, comprende un fusto posteriore rettilineo (3a) la cui dimensione della sezione trasversale ? maggiore rispetto alla quasi totalit? della parte anteriore 2.
La parte posteriore si raccorda infatti alla parte anteriore con un raccordo R in forma di smussatura. Tuttavia potrebbe aversi una soluzione in cui un breve tratto iniziale della parte anteriore ha la stessa dimensione diametrale, in sezione trasversale, della parte posteriore 3.
In ogni caso, la parte posteriore 3, che funge da zona di afferraggio e manovra dello scovolino, risulta pi? rigida rispetto alla parte anteriore 2 su cui sono predisposte le setole le quali, insieme al fusto anteriore 2 su cui sono predisposte, sono dotate di una certa flessibilit?.
L?anima descritta in figura 6 ? generalmente realizzata in Policarbonato ed in particolare, vantaggiosamente, prevede l?uso di un materiale policarbonato commercialmente noto con il nome di ?PC Makrolon 2458?, di cui ? disponibile svariata documentazione tecnica anche su rete internet.
Il processo di produzione dell?anima ? generalmente stampaggio ad iniezione.
Su tale anima, come mostrato in figura 7, viene poi applicato il rivestimento che conforma anche le setole.
Il rivestimento ? importante in quanto genera la successione di setole che sono un tutt?uno con il rivestimento e si predispongono lungo la lunghezza longitudinale della parte anteriore. Il medesimo rivestimento riveste la parte posteriore 3, in particolare la parte a sezione pi? o meno costante 3a e la parte 3b.
Il rivestimento ? generalmente un elastomero termoplastico TPE e preferibilmente la configurazione preferita dell?invenzione ha individuato il THERMOLAST M (nome commerciale) come materiale pi? performante. Anche tale materiale ? ampiamente noto ed ? presente innumerevole documentazione internet su di esso.
Il rivestimento viene sovrastampato ad iniezione sull?anima.
Il rivestimento ? generalmente di un colore diverso dall?anima e alcune parti dell?anima non vengono rivestite.
In questo modo il contrasto di colore (ad esempio anima bianca e rivestimento scuro) si evidenzia per via delle parti di anima non ricoperte dal rivestimento e questo conferisce un enorme vantaggio nel poter visivamente percepire la rotazione che lo scovolino compie.
Infatti, visualizzando ad esempio la figura 4, si evidenziano alcune strisce 15 di anima che emergono in quanto parti non coperte dal rivestimento. In questo modo quando lo scovolino ruota l?utilizzatore ha visivamente percezione della sua rotazione perch? vede in movimento le strisce dell?anima.
Entrando maggiormente nella descrizione dell?invenzione si individuano tre aspetti che preferibilmente coesistono nello stesso scovolino ma che potrebbero essere presenti in modo indipendente l?uno dall?altro in uno scovolino.
Gli aspetti tecnici suddetti riguardano:
- La conformazione della parte posteriore 3 per agevolare l?afferraggio e la manovrabilit? dello scovolino;
- La dimensione delle setole predisposte lungo la parte anteriore 2, in modo tale che lo stesso scovolino abbia lungo la sua parte anteriore 2 una successione di setole di misure diverse;
- La geometria della setola;
Questi aspetti, che verranno subito di seguito dettagliati, preferibilmente sono contestualmente tutti presenti nel medesimo scovolino in quanto consentono, in modo sinergico, di ottimizzare la funzionalit? del prodotto. La geometria delle setole, unitamente alla loro dimensione variabile lungo la lunghezza della parte anteriore 2 e unitamente alle caratteristiche tecniche della parte posteriore 3 consentono di ottenere uno scovolino molto performante in quanto manovrabile in modo agevolato e con le setole che hanno una geometria idonea ad effettuare una pulizia corretta. La pulizia e il lavoro ottimale delle setole dipende e oltretutto migliora quando si ha una manovrabilit? facilitata dello scovolino.
Tuttavia nulla esclude, per come gi? detto, che le tre caratteristiche suddette non siano tutte presenti contestualmente, in quanto ogni una di esse consente l?ottenimento di notevoli vantaggi.
CONFORMAZIONE PARTE POSTERIORE 3:
La parte posteriore 3 prevede una parte di fusto posteriore (3a) di forma generalmente allungata che si collega ad una parte allargata (3b), come mostrato ad esempio in figura 6 o in figura 1.
In accordo all?invenzione, la parte a fusto posteriore (3a) non ? a sezione trasversale circolare, ma bens? la sua sezione trasversale ? una poligonale chiusa, per cui ? un cilindro con sezione trasversale costituito da una poligonale chiusa.
In tal senso, dunque, la sezione trasversale (sezione ortogonale all?asse longitudinale del fusto 3a) ? una successione di segmenti rettilinei o sostanzialmente rettilinei che formano una area chiusa.
Preferibilmente, dunque, la sezione trasversale della parte di fusto ? un esagono esattamente come ad esempio il fusto di una penna marca e modello ?bic?.
In questo modo lo scovolino ? facilmente manovrabile anche quando afferrato dal fusto. In particolare la conformazione in sezione trasversale a poligonale chiusa, ad esempio esagonale, consente di poterlo impugnare come una penna e poterlo ruotare facilmente tra le dita (vedasi figura 4 e figura 5).
Il sottosquadro che forma ogni lato della poligonale consente molto pi? facilmente di poter applicare una forza rotativa durante l?uso evitando, a differenza di una forma a sezione trasversale circolare, che le dita scivolino sulla superficie circolare del fusto durante l?uso quando ad esempio lo scovolino inserito tra dente e dente incontra una resistenza alla rotazione.
I lati della poligonale chiusa potrebbero avere una leggera curvatura formando ad esempio una concavit? che aiuta a seguire il profilo del polpastrello del dito o potrebbe avere una leggera concavit? opposta, anche se la soluzione rettilinea o con concavit? che segue la forma del polpastrello in presa sono le due forme preferita. Quella rettilinea ? maggiormente preferita.
La poligonale chiusa intesa dunque nella presente descrizione ? dunque una successione di lati preferibilmente rettilinei e che si collegano tra loro formando tra loro un certo angolo maggiore di 0 gradi e minore di 180 gradi, e con connessione a spigolo vivo o con uno spigolo dotato di stondatura.
La parte di fusto posteriore (3a) ? dunque un tratto cilindrico generalmente rettilineo compreso tra le zone (3p) e (3p?) indicate in figura 1 e posta a monte della zona anteriore 2 ove sono predisposte le setole (cio? il fusto o stelo anteriore).
Tale tratto, in accordo all?invenzione, ? dunque a sezione trasversale costante, cio? che mantiene lungo la lunghezza longitudinale la sua dimensione in area trasversale e forma costante (vedasi le figure allegate).
La lunghezza del detto tratto compreso tra i punti (3p) e (3p?) ? compreso tra 3mm e 25mm. Un range di misura preferito ? tra 15mm e 20mm, ad esempio 19mm.
Queste misure indicate sono ottimali perch? hanno una lunghezza sufficiente a consentire all?utilizzatore di tenere tra le dita lo scovolino e poterlo ruotare tra le dita agendo sul fusto a forma di poligonale chiusa.
Questa parte di fusto termina poi con la testa allargata (3b), con una forma che richiama la parte di presa di una chiave per aprire una serratura.
La testa allargata (3b) ? ottenuta facendo partire due segmenti, il segmento (4a) e il segmento (4b) dal punto (3p) che rappresenta il punto di raccordo tra la parte di fusto (3a) e la testa allargata (3b).
I due lati si congiungono con un lato trasversale (4c) conferendo nel complesso una conformazione triangolare.
La caratteristica importante della testa allargata (3b) ? che essa forma una superficie di presa anteriore e posteriore sostanzialmente ampia e sostanzialmente piana esattamente come la testa di una chiave, una contrapposta all?altra.
La conformazione triangolare non ? dunque essenziale e questa potrebbe sostituirsi con una forma ad esempio ovale, circolare o di altro genere.
Ci? che invece ? importante ? che si vengono a generare almeno due facce contrapposte di presa, una opposta all?altra, sostanzialmente piane a m? di testa di una chiave.
La figura 2 mostra infatti la faccia piana superiore (FP_Sup) e quella inferiore (FP_Inf) tra loro parallele e generalmente piane.
Tali facce possono essere continue oppure, come nella configurazione preferita dell?invenzione, pu? essere previsto un foro passante 10 (vedasi ad esempio figura 1).
Tale foro ha il vantaggio tecnico di consentire alle due dita che afferrano la testa allargata, uno da una parte della faccia e l?altro dalla parte opposta, di potersi toccare durante l?afferraggio attraverso il detto foro 10, consentendo dunque all?utilizzatore di avere una percezione tattile dell?afferraggio ed in particolare della forza di afferraggio.
La superficie (4a') di figura 2 e la sua contrapposta sono dunque preferibilmente piane e definiscono, a meno del foro, il piano di afferraggio per le dita. Non ? tuttavia escluso che abbiano un minimo di concavit? per seguire la forma ergonomica del polpastrello di un dito o avere un minimo di concavit? opposta.
In tal senso leggere concavit? ergonomiche sono da intendersi tali per cui le superfici di afferraggio sono due comunque due superfici che offrono una certa area pi? o meno piana di afferraggio.
La figura 5 mostra dunque le modalit? di afferraggio dello scovolino assimilandolo ad una penna quando afferrato dalla parte del fusto poligonale e ad una chiave quando afferrato dalla testa allargata.
In accordo a tale soluzione lo scovolino pu? essere manovrato in modo molto versatile.
Entrando ulteriormente nel dettaglio descrittivo, la figura 10 e la figura 11 e 11A mostrano lo scovolino dentale che penetra, attraverso la sua parte anteriore, tra dente e dente per effettuare la pulizia.
Le figure suddette mostrano la forma con poligonale chiusa del fusto posteriore evidenziando alcuni lati (a, b, c?) che lo compongono e uniti tra loro dagli spigoli con un certo angolo.
Alla stessa maniera la figura 11 mostra in modo molto evidente lo spessore della testa allargata ottenuto dal lato perimetrale (lp) che conforma appunto il perimetro di un certo spessore e dunque i lati (4a, 4b, 4c) di figura 2. Esso pu? essere con profilo trasversale curvo o pu? preferibilmente essere una successione di spezzate rettilinee. Da una parte e dell?altra del lato perimetrale, dunque in corrispondenza dei suoi due bordi, si dipartono le superfici piane o sostanzialmente piane (FP_Sup, FP_Inf) anche visibili in figura 2 e che, come da figura 5, servono per l?afferraggio e la rotazione come per una chiave.
A prescindere dal fatto che il lato perimetrale (lp) possa essere un profilo trasversale curvo o possa essere una successione di spezzate rettilinee, in ogni caso esso si unisce a spigolo vivo con le due facce di presa anteriore e posteriore (FP_Sup, FP_Inf) piane per cui definendosi nel complesso una testa allargata in forma anche essa di una poligonale chiusa come descritto per il fusto.
SETOLE DI DIFFERENTE MISURA:
Come poi mostrato in figura 8 e 9, la parte anteriore forma un fusto anteriore che accoglie le setole le quali, in accordo all?invenzione, sono predisposte lungo la lunghezza longitudinale del detto fusto anteriore.
In accordo ad un altro aspetto dell?invenzione esse non sono tutte della stessa misura ma, al contrario, esse sono di misura diversa partendo da una misura pi? piccola in corrispondenza della parte terminale a punta della detta parte anteriore 2 e aumentando la dimensione delle setole via via che ci si sposta verso il fusto 3.
Pi? in particolare la figura 8 mostra un diametro di fusto anteriore configurato per formare sette ISO e, di conseguenza, la predisposizione di sette diversi tipi di setole che vanno dalla ISO 1 alla ISO 7, via via che ci si sposta dalla punta verso la zona 3.
La ISO di riferimento ? ISO 16409:2016.
In questo modo lo stesso scovolino ricopre una vasta gamma di misure. Infatti, a seconda della conformazione dei denti e gengive, ogni soggetto potrebbe avere una apertura tra dente e dente di dimensione diversa tale per cui un ISO 1, ad esempio, penetrerebbe senza consentire un contatto tra dente e setole in quanto il foro di accesso ? eccessivamente grande rispetto al diametro complessivo delle setole.
Avere in successione una sequenza crescente di dimensioni diametrali (da ISO 1 a ISO 7) consente di poter proseguire con la penetrazione sino a quando le setole pi? idonee inizieranno ad avere il contatto con le pareti ed eseguire dunque una pulizia adeguata.
Entrando maggiormente nel dettaglio strutturale di tale aspetto di invenzione, come mostrato in figura 8, le ISO si distribuiscono secondo tale modalit? preferita:
Dimensione di setole ISO 1 predisposte lungo un tratto di 3mm a partire dalla punta del tratto 2 verso il tratto 3.
Dimensione delle altre ISO, in successione da ISO 2 a ISO 7 predisposte ogni una per un tratto di 5mm.
I diametri nominali del fusto costituente la parte anteriore su cui sono predisposte le setole sono sempre riportate in figura 8.
Le setole di ISO 1 sono predisposte su un fusto di diametro nominale fino a 0.6mm.
Le setole di ISO 2 sono predisposte su un fusto di diametro nominale che arriva da 0.6mm sino a 0.8mm.
Le setole di ISO 3 sono predisposte su un fusto di diametro nominale che arriva da 0.8mm sino a 0.1mm.
Le setole di ISO 4 sono predisposte su un fusto di diametro nominale che arriva da 1mm sino a 1.3mm.
Le setole di ISO 5 sono predisposte su un fusto di diametro nominale che arriva da 1.3mm sino a 1.6mm.
Le setole di ISO 6 sono predisposte su un fusto di diametro nominale che arriva da 1.6mm sino a 2.1mm.
Le setole di ISO 7 sono predisposte su un fusto di diametro nominale che arriva da 2.1mm sino a 2.5mm.
Lungo la lunghezza longitudinale sono dunque presenti tali zone di transizione tra un ISO e il successivo ISO.
La tabella sotto, dunque, riassume i diametri delle setole predisposte sul fusto in accordo alla ISO 16409 di riferimento:
La figura 9A definisce le altre misure geometriche specifiche della setola in funzione della propria ISO di appartenenza.
GEOMETRIA SETOLE:
In dettaglio la porzione anteriore 2 atta ad operare la pulizia dei denti comprende, sempre come mostrato nelle figure 1 e 2, uno stelo o fusto anteriore 2a che si sviluppa secondo una direzione longitudinale L e una pluralit? di spazzole o setole 20 montate o ricavate sullo stelo 2a.
Le spazzole 20 in una vista frontale ortogonale alla direzione longitudinale L definiscono un profilo sostanzialmente triangolare (figura 9A).
Il profilo triangolare delle spazzole 20 consente di definire un accoppiamento di forma tra le spazzole 20 stesse e lo spazio interdentale 30 (Fig.10), cos? da ottimizzare la pulizia dello stesso e prevenire cos? formazione di carie o problemi gengivali, come meglio mostrato nelle figure 9B e 10.
Come mostrato nel dettaglio, nelle figure 8 e 9 lo stelo 2a ha una forma troncoconica e comprende una estremit? prossimale 20p, collegata alla porzione posteriore 3 atta ad essere impugnata da un utilizzatore, ed una estremit? distale 20d opposta all?estremit? prossimale 20p.
Nel proprio sviluppo longitudinale L lo stelo anteriore 2a ha quindi una sezione decrescente a partire dalla estremit? prossimale 20p verso quella distale 20d. Questa conformazione genera di conseguenza una ampiezza radiale complessiva, misurata come somma tra il diametro dello stelo 2a a l?ampiezza radiale delle spazzole 20, anch?essa con uno sviluppo ad ampiezza decrescente.
In altre parole, lo stelo 2a rappresenta il supporto per le spazzole 20 che vi sono montate attorno, come descritto di seguito. La realizzazione di uno stelo 2a con forma troncoconica consente di ottenere uno scovolino dentale che presenta una sezione o ampiezza radiale variabile (figura 9), considerata come ampiezza radiale data dalla combinazione dello stelo 2a e delle spazzole 20 a profilo triangolare, lungo la direzione longitudinale L. In particolare, l?ampiezza radiale sopradescritta risulta decrescente a partire dalla estremit? prossimale 20p verso l?estremit? distale 20d.
La variazione di ampiezza consente pertanto di ottenere uno strumento che si adatta a qualsiasi spazio interdentale 30, dal pi? piccolo a quello di maggiori dimensioni.
In corrispondenza dell'estremit? distale 20d si avr? pertanto una sezione in grado di pulire spazi interdentali pi? ridotti e inoltre consentire l?inserimento e la penetrazione dello strumento nella fessura interdentale 30, mentre man mano scorrendo verso l?estremit? prossimale 20p, lo strumento presenta una ampiezza con sezione radiale maggiore che pertanto si adatta pulire e spazzolare spazi interdentali di maggiori dimensioni.
In una forma realizzativa preferita, lo stelo ? composto da una pluralit? di porzioni troncoconiche adiacenti tra loro. Ciascuna porzione troncoconica definisce pertanto un diametro di riferimento. La combinazione tra diametro dello stelo 2a e ingombro radiale delle spazzole 20 definisce a sua volta una conformazione variabile che ? dimensionata a partire dalle medie delle misure condotte, per ciascuna ISO, sullo spazio interdentale 30 (vedasi figura 9).
In questo modo lo stesso scovolino ricopre una vasta gamma di misure. Infatti, a seconda della conformazione dei denti e gengive, ogni soggetto potrebbe avere una apertura tra dente e dente di dimensione diversa tale per cui un ISO 1, ad esempio, penetrerebbe senza consentire un contatto tra dente e setole in quanto il foro di accesso ? eccessivamente grande rispetto al diametro complessivo delle setole.
Avere in successione una sequenza crescente di dimensioni diametrali (da ISO 1 a ISO 7) consente di poter proseguire con la penetrazione sino a quando le setole pi? idonee inizieranno ad avere il contatto con le pareti ed eseguire dunque una pulizia adeguata.
In una forma realizzativa preferita, le spazzole 20 sono montate sullo stelo 2a a seguire uno sviluppo elicoidale lungo la direzione longitudinale L. In altre parole, le spazzole 20 sono avvolte attorno allo stelo 2a a formare un?elica. Tale sviluppo elicoidale definisce un passo di avvolgimento P. Detto passo di avvolgimento ? in una forma realizzativa preferita variabile.
In dettaglio, la distanza tra due spazzole 20 consecutive tra loro diminuisce lungo la direzione longitudinale L a partire dall?estremit? prossimale 20p verso l?estremit? distale 20d.
Pertanto, risulta che il passo P dello sviluppo elicoidale delle spazzole 20 risulta pi? ampio in prossimit? dell?estremit? prossimale 20p e pi? ridotto P? mana mano che si scorre verso l?estremit? distale 20d.
Tale distribuzione ad elica con passo variabile consente di ottenere una spaziatura tra due spazzole 20 consecutive tra loro affinch? non vi sia interferenza tra queste durante la fase di pulizia. In dettaglio, una distribuzione a passo variabile evita inceppamenti dello scovolino durante lo spazzolamento dovuti ad una deformazione e accavallamento di spazzole adiacenti che potrebbero formare un blocco o un inceppamento dello strumento.
Preferibilmente le spazzole 20 sono realizzate in un materiale plastico flessibile, atto a deformarsi durante l'azione di sfregamento nello spazio interdentale 30 a contatto con i bordi 31 dei denti.
In dettaglio, con riferimento alla figura 9A, il profilo triangolare delle spazzole 20 ? definito da tre vertici 22 connessi tra loro da pareti laterali 21 con profilo sostanzialmente curvo.
In particolare, le pareti laterali 21 hanno un profilo curvo convesso definito rispetto al centro del profilo triangolare e realizzano una sorta di bombatura che si sviluppa da parte esterna. Le pareti laterali hanno un profilo curvo e non lineare e definiscono una bombatura che sporge verso l?esterno. La bombatura crea pertanto un aumento di sezione della spazzola.
Tale bombatura delle pareti laterali 21 consente di migliorare ulteriormente l?azione di pulizia dello spazio interdentale 30. Si ottiene infatti un incremento di contatto strisciante delle spazzole 20 con i bordi o fianco 31 dei denti (figura 9B), che determina un?azione di spazzolamento pi? attiva.
Le pareti a profilo curvo infatti agiscono a contrasto con i bordi laterali dei denti che definiscono la fessura interdentale andando ad ottenere uno spazzolamento per sfregamento pi? efficace, in quanto si determina un accoppiamento di forma, con interferenza, tra la spazzola e lo spazio interdentale.
In altri aspetti costruttivi, i vertici 22 del profilo triangolare hanno un profilo semicircolare a formare un raccordo con le rispettive parteti laterali. Il profilo semicircolare in corrispondenza di ciascun vertice del triangolo definisce pertanto una sorta di protuberanza a forma semicircolare che sostanzialmente raccorda le pareti del profilo triangolare evitando spigoli vivi.
Anche il tal caso, il raccordo arrotondato delle in corrispondenza dei vertici delle spazzole 20 consente di eliminare pi? efficacemente i residui presenti in spazi 32 di intersezione tra dente e gengiva.
Come sopradescritto le spazzole 20 sono orientate a seguire una geometria elicoidale con passo P ed ampiezza variabili. L?ampiezza ? stata determinata in funzione delle medie delle misure effettuate sulle scansioni dentali, mentre il passo P ? stato determinato in modo da evitare la sovrapposizione di pi? spazzole 20 durante la flessione delle stesse nell?inserimento nello spazio interdentale 30 che ne aumenterebbe il diametro senza alcun beneficio sullo spazzolamento.
Ciascuna spazzola, come mostrato nella figura 9C, presenta uno spessore di 0.15 mm.
In altre forme realizzative ciascuna spazzola ha uno spessore di 0.20mm
In accordo ad altre forme realizzative, le spazzole 20 possono essere realizzate con misura e spessore variabile, ad esempio partendo da una misura pi? piccola in corrispondenza della parte distale 20d a punta e aumentando la dimensione delle setole via via che ci si sposta verso l?estremit? prossimale ovvero verso il fusto 3.
La descrizione di cui sopra di una o pi? forme realizzative specifiche ? in grado di mostrare l'invenzione dal punto di vista concettuale in modo che altri, utilizzando la tecnica nota, potranno modificare e/o adattare in varie applicazioni le forme realizzative senza ulteriori ricerche e senza allontanarsi dal concetto inventivo, e, quindi, si intende che tali adattamenti e modifiche saranno considerabili come equivalenti della forma realizzativa specifica. I mezzi e i materiali per realizzare le varie funzioni descritte potranno essere di varia natura senza per questo uscire dall?ambito dell?invenzione. Si intende che le espressioni o la terminologia utilizzate hanno scopo puramente descrittivo per questo non limitativo.
Nella presente descrizione il termine spazzole o setole ? da intendersi un sinonimo e rappresentano dunque lo stesso componente.

Claims (10)

RIVENDICAZIONI
1. Uno scovolino dentale (1) comprendente una parte anteriore (2) provvista di una pluralit? di setole predisposte lungo la sua lunghezza longitudinale ed una parte posteriore (3), detta parte posteriore comprendendo un fusto posteriore (3a) ed una testa di presa (3b);
- Caratterizzato dal fatto che il detto fusto posteriore (3a) ? predisposto tra la testa di presa (3b) e la parte anteriore (2), detto fusto posteriore (3a) avendo una lunghezza longitudinale compresa in un range tra i 3 mm e i 25mm e mantenendo lungo la sua intera lunghezza longitudinale una sezione trasversale con forma e dimensione costante, il perimetro esterno del detto fusto posteriore (3a) in sezione trasversale essendo in forma di una poligonale chiusa ed in cui, ulteriormente, detta testa di presa (3b) si allarga da detto fusto posteriore e genera almeno due superfici sostanzialmente piane contrapposte per consentire la presa.
2. Uno scovolino dentale (1), secondo la rivendicazione 1, in cui detta testa di presa comprende un lato perimetrale (lp) di predeterminata larghezza che si sviluppa secondo una curva che si richiude sul fusto (3a) e ai cui due bordi delimitanti la larghezza si collegano rispettivamente una parete (FP_Inf, PF_Sup) per la formazione di superficie sostanzialmente piana per l?afferraggio.
3. Uno scovolino dentale (1), secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detta testa di presa ha un foro passante (10) trasversalmente alla direzione di sviluppo longitudinale dello scovolino dentale.
4. Uno scovolino dentale (1), secondo una o pi? delle precedenti rivendicazioni, in cui due lati (4a, 4b) con una certa angolazione tra loro si diramano esternamente dal fusto per la formazione della testa di presa ed in cui un terzo lato (4c) si congiunge a detti due lati.
5. Uno scovolino dentale (1), secondo la rivendicazione 1, in cui detta poligonale chiusa del fusto ? una successione di lati (a, b, c), preferibilmente rettilinei, che si uniscono tra loro in successione secondo un certo angolo, preferibilmente a spigolo vivo o con una certa stondatura.
6. Uno scovolino dentale (1), secondo una o pi? delle precedenti rivendicazioni, in cui alla estremit? (3p) del fusto si dirama la testa di presa che crea dette superfici piane allargate in modo tale che la testa di presa risulti pi? larga rispetto al diametro del fusto.
7. Uno scovolino dentale (1), secondo una o pi? delle precedenti rivendicazioni, in cui la distanza tra le due superfici piane allargate della testa di presa coincide con lo spessore complessivo dello scovolino e dunque con la dimensione diametrale del fusto.
8. Uno scovolino dentale, secondo una o pi? delle precedenti rivendicazioni, in cui la detta testa di presa ? in sezione trasversale formata da una poligonale chiusa.
9. Scovolino dentale, secondo una o pi? delle precedenti rivendicazioni, in cui la detta parte anteriore del detto scovolino comprende sette zone in successione in cui sono predisposte spazzole a partire dalla estremit? della parte anteriore e spostandosi verso la parte posteriore, ogni zona essendo adibita ad accogliere una predeterminata tipologia dimensionale di spazzole, la successione di spazzole previste andando dalla tipologia ISO 1 predisposte nella zona comprendente l?estremit? di punta della parte anteriore andando progressivamente sino alla tipologia ISO 7 nella zona finale della parte anteriore.
10. Uno scovolino dentale (1), secondo una o pi? delle precedenti rivendicazioni, in cui la detta parte anteriore forma uno stelo anteriore che si sviluppa secondo una direzione longitudinale (L), una pluralit? di spazzole (20) essendo montate su detto stelo anteriore (2a), ed in cui le dette spazzole (20) in una vista frontale ortogonale a detta direzione longitudinale (L) definiscono un profilo sostanzialmente triangolare.
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