IT201900012213A1 - Gruppo sterzo per pattino a rotelle - Google Patents

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IT201900012213A1
IT201900012213A1 IT102019000012213A IT201900012213A IT201900012213A1 IT 201900012213 A1 IT201900012213 A1 IT 201900012213A1 IT 102019000012213 A IT102019000012213 A IT 102019000012213A IT 201900012213 A IT201900012213 A IT 201900012213A IT 201900012213 A1 IT201900012213 A1 IT 201900012213A1
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IT
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steering
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hole
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spherical bearing
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IT102019000012213A
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Nicola Scuor
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Goinnova Srl
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Description

Descrizione del Brevetto per Invenzione avente per titolo: "GRUPPO STERZO PER PATTINO A ROTELLE".
CAMPO DI APPLICAZIONE
Il presente trovato si riferisce ad un gruppo sterzo per pattino a rotelle di tipo tradizionale, previsto sia per uso personale, ad esempio a scopo ricreativo, sia in ambito agonistico, ad esempio a scopo sportivo e/o professionale.
STATO DELLA TECNICA
È noto che i pattini a rotelle tradizionali, sono provvisti di quattro ruote, disposte a due a due parallele, ai vertici di un rettangolo.
A solo titolo di esempio, le figure 1 e 2 allegate alla presente descrizione rappresentano schematicamente un pattino a rotelle di tipo tradizionale 1 solitamente impiegato nello stato della tecnica.
Il pattino 1 è composto principalmente da un elemento di collegamento 2, che ne costituisce la struttura portante sulla quale sono normalmente disposti due gruppi sterzo 3, con identica configurazione, in posizione contrapposta.
I gruppi sterzo 3 consentono di trasmettere carichi meccanici, dovuti alla forza peso esercitata dall'utilizzatore, dall' elemento di collegamento 2 alle ruote, che a loro volta li scaricano al suolo.
Ciascun gruppo sterzo 3 è provvisto di una struttura di supporto rotelle a forma essenzialmente di croce o di “T”, denominata crociera 4, generalmente realizzata in alluminio, comprendente un corpo tubolare 5, un’estensione 6 e un anello 7. Il corpo tubolare 5 prevede al suo interno un foro passante nel quale è calettato stabilmente un asse porta ruote 8.
L’asse porta ruote 8 è provvisto, in corrispondenza delle sue estremità, di filettature per consentire il fissaggio delle ruote.
L’estensione 6 è ortogonale rispetto al corpo tubolare 5 ed angolata rispetto al piano medio dell’anello 7, e presenta una sede filettata 9 nella quale alloggia un’estremità del puntalino 10.
L’estensione 6 forma un angolo a generalmente compreso tra 100° e 150° rispetto al piano medio dell’anello 7.
Il puntalino 10 è provvisto di una parte sferoidale 11 e di un codolo filettato 12. Il codolo filettato 12 del puntalino 10 è inserito nella sede filettata 9 ricavata all’interno dell’estensione 6.
La lunghezza del puntalino 10 è regolabile avvitandolo più o meno a fondo nella sede filettata 9. Il puntalino 10 può essere bloccato in posizione serrando un dado 13, avvitato sul codolo filettato 12 e serrato in battuta sull’estremità dell’estensione 6.
La parte sferoidale 11 del puntalino 10 è configurata per inserirsi in un alloggiamento 14, realizzato in materiale polimerico; l’alloggiamento 14 è posto in una apposita sede 15 prevista sull’elemento di collegamento 2.
Ciascun gruppo sterzo 3 comprende un perno sterzo 16, associato, mediante un collegamento filettato, in una sede 18 ricavata nell’elemento di collegamento 2. Sul perno sterzo 16 sono calettati, nell’ordine: una prima rondella 17 di centratura e contenimento di un primo elemento elastomerico 19, il primo elemento elastomerico 19 stesso, l’anello 7 della crociera 4, un secondo elemento elastomerico 20, una seconda rondella metallica 21 ed un dado 22 di fissaggio e di regolazione della precompressione degli elementi elastomerici 19 e 20. Il dado 22 può essere eventualmente dotato di un sistema anti- svitamento.
L’assieme della parte sferoidale 11 del puntalino 10 e dell’alloggiamento 14 rappresenta un giunto sferico, che, congiuntamente al vincolo cedevole costituito dagli elementi elastomerici 19 e 20, permette, spostando la direzione di applicazione della forza peso di un utilizzatore dei pattini, di inclinare lateralmente l’attrezzo, con conseguente rotazione della crociera 4 attorno ad un asse sterzo 23, individuato dai due punti costituiti dal centro dell’anello 7 della crociera 4 e dal centro della parte sferoidale 11. L’angolo β che l’asse sterzo 23 forma con la superficie superiore dell’elemento di collegamento 2 è detto angolo di sterzo. La rotazione della crociera 4 consente di ottenere una rotazione dell’asse porta ruote 8 attorno ad un asse di rotazione normale alla superficie superiore dell’elemento di collegamento 2. Nel pattino 1, entrambi gli assi porta ruote 8 subiranno tale rotazione, in versi opposti, consentendo all’utilizzatore di sterzare.
L’angolo di inclinazione laterale dell’elemento di collegamento 2 è detto angolo di banking. L’angolo di banking imposto dall’ utilizzatore corrisponde, in funzione dell’angolo di sterzo definito dal costruttore, ad un certo raggio di sterzata del pattino 1.
Un pattino 1 di tipo noto può comprendere anche un freno 24, costituito da una testa 25 e da un codolo 26.
Il codolo 26 è associabile all’elemento di collegamento 2, la quale è generalmente provvista di una vite di bloccaggio 27, prevista per bloccare il codolo 26 in una posizione voluta.
L’elemento di collegamento 2 della tecnica nota comprende inoltre fori di fissaggio 28 per l’installazione del pattino 1 ad una calzatura, o stivaletto.
Il gruppo sterzo sopra descritto presenta il problema che le forze trasmesse dall’ utilizzatore in direzione verticale, ovvero normale al piano superiore dell’elemento di collegamento 2, vengono supportate in larga misura dal puntalino 10.
In tal modo, forze talmente elevate concentrate sulla piccola superficie di appoggio del puntalino 10 a contatto con l’alloggiamento 14, sono causa di una rapida usura dell’alloggiamento 14 stesso, costringendo l’ utilizzatore a effettuare verifiche e regolazioni.
Inoltre, l’impiego di tale gruppo sterzo, rende il sistema rigido e poco ammortizzante. Infatti, il vincolo composto dall’alloggiamento 14 e dalla parte sferoidale 11, vincola tre gradi di libertà traslazionali della crociera, ed è rigido, in particolare, nella direzione dell’asse del puntalino 10. Ciò comporta, in fase di assorbimento delle forze agenti in direzione normale alla superfìcie dell’elemento di collegamento 2, la necessità di una deformazione radiale della porzione degli elementi elastomerici 19 e 20 compresa nel volume racchiuso dall’anello 7, la quale è fortemente inibita dall’incompressibilità del materiale costituente gli elementi elastomerici 19 e 20 e dal vincolo circonferenziale opposto dall’anello 7 stesso. Il sistema risulta pertanto estremamente rigido ed inadatto ad assorbire i carichi in direzione normale rispetto al piano di appoggio dell’elemento di collegamento 2. Ciò può comportare, come conseguenza, il potenziale danneggiamento delle articolazioni degli utilizzatori, in particolare a seguito di ripetuti atterraggi conseguenti a salti ed evoluzioni acrobatiche, ovvero all’ impiego del pattino a rotelle di tipo tradizionale 1 su fondi non lisci. In aggiunta, essendo il cinematismo dei gruppi sterzo 3 basato su un vincolo cedevole, costituito dagli elementi elastomerici 19 e 20, il raggio di sterzata del pattino a rotelle di tipo tradizionale 1 non risulta essere legato in maniera biunivoca all’angolo di banking, in quanto vi è la possibilità, in funzione delle forze alle quali il pattino 1 è sottoposto, che alla rotazione attorno all’asse di sterzo 23 si sovrappongano altri spostamenti e rotazioni della crociera 4, in quanto uno dei due punti che definiscono l’asse di rotazione della crociera è associato alla deformazione, imprecisa ed imprevedibile, degli elementi elastomerici 19 e 20. Inoltre, il legame tra angolo di banking e raggio di sterzata è funzione anche dallo stato di usura degli elementi elastomerici 19 e 20. Ciò riduce la precisione del pattino a rotelle di tipo tradizionale 1, fatto che può causare notevoli problemi in talune discipline del pattinaggio, nelle quali l’accuratezza e la riproducibilità dell’azione di sterzata è fondamentale (ad es. disciplina degli “obbligatori” nel pattinaggio artistico).
Esiste pertanto la necessità di perfezionare un gruppo sterzo che possa superare almeno uno degli inconvenienti della tecnica.
In particolare, uno scopo del presente trovato è realizzare un gruppo sterzo nel quale il puntalino risulti essere poco sollecitato, riducendo notevolmente i fenomeni di danneggiamento ed usura del puntalino stesso e della sua sede. Un ulteriore scopo del presente trovato è realizzare un gruppo sterzo che non necessiti di regolazione periodiche o sostituzioni di parti a causa dell’usura del puntalino e della sua sede, mantenendo tuttavia inalterata nel tempo la precisione del sistema.
Un altro scopo del presente trovato è realizzare un gruppo sterzo che, al contempo, sia più confortevole per l' utilizzatore, in quanto più ammortizzante, superando le limitazioni dei cinematismi noti allo stato della tecnica mediante un aumento dei gradi di libertà di cui il puntalino è dotato.
Un altro scopo del presente trovato è realizzare un gruppo sterzo che realizzi una relazione biunivoca tra angolo di banking e raggio di sterzata, anche in caso di usura degli elementi elastomerici.
Un altro scopo del presente trovato è realizzare un gruppo sterzo che non comporti la necessità di regolazioni in fase di assemblaggio del prodotto.
Un ulteriore scopo del presente trovato è realizzare un gruppo sterzo di semplice realizzazione e rapida sostituzione e/o manutenzione di uno o più dei suoi componenti, anche per una persona non esperta.
Un ulteriore scopo del presente trovato è realizzare un gruppo sterzo leggero e che presenti un ingombro ridotto, sia in uso sia durante lo stoccaggio.
Un ulteriore scopo del presente trovato è far sì che gli utilizzatori possano impiegare il gruppo sterzo utilizzando le competenze tecniche di pattinaggio già acquisite utilizzando attrezzi con configurazione nota allo stato della tecnica, con un periodo di adattamento preferibilmente nullo, o comunque minimo.
Questi ed ulteriori scopi sono raggiunti dal trovato in oggetto.
SOMMARIO
Il presente trovato è espresso e caratterizzato nelle rivendicazioni indipendenti. Le rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del trovato, o varianti dell’idea di soluzione principale.
In accordo con i suddetti scopi, un gruppo sterzo per pattino a rotelle comprende gli elementi di seguito descritti.
Secondo possibili forme realizzative, ciascun gruppo sterzo comprende un telaio, disposto sull’estremità anteriore o posteriore di un elemento di collegamento.
Secondo forme realizzative alternative, ciascun gruppo sterzo comprende un telaio fissato all’estremità anteriore o posteriore di un elemento di collegamento. Secondo forme realizzative alternative, ciascun gruppo sterzo comprende un telaio integrato nell’estremità anteriore o posteriore di un elemento di collegamento, formando una struttura monolitica.
Su tale telaio è presente un primo foro passante o cieco, dotato di superfìcie interna liscia o filettata, inclinato rispetto alla superficie di appoggio superiore dell’elemento di collegamento. All’interno di tale primo foro è fissata un’estremità di un perno sterzo, anch’esso inclinato rispetto alla superfìcie di appoggio superiore dell’elemento di collegamento. Secondo forme realizzative alternative, all’interno di tale primo foro è calettata un’estremità di un perno sterzo. Secondo forme realizzative alternative, all’interno di tale primo foro è avvitata un’estremità di un perno sterzo.
Su tale telaio, è inoltre presente un secondo foro, passante o cieco, dotato di superfìcie interna liscia, posizionato, rispetto al precedente, in posizione più prossimale rispetto all’estremità anteriore o posteriore dell’elemento di collegamento, a seconda del gruppo sterzo considerato. All’interno di tale secondo foro è calettata una boccola, realizzata in materiale polimerico anti frizione. Gli assi dei due fori sopra descritti sono concorrenti e mutuamente ortogonali.
Secondo possibili forme realizzative, sul perno sterzo sono calettati, a partire dall’estremità prossimale rispetto al telaio, nell’ordine: una prima rondella metallica, un primo elemento elastomerico centralmente forato e dotato ad un’estremità di una sede a forma di calotta sferica atta ad accogliere una parte di un cuscinetto sferico, il cuscinetto sferico stesso, una crociera, un secondo elemento elastomerico dotato nell’ estremità contrapposta al primo elemento elastomerico di una sede atta ad accogliere una parte del cuscinetto sferico, una seconda rondella metallica ed un dado di fissaggio e di regolazione della precompressione degli elementi elastomerici. Tale dado può essere dotato di un sistema anti-svitamento.
In accordo con possibili forme realizzative, la crociera presenta un corpo piatto, dotato di due superfici planari contrapposte. La crociera presenta un primo foro passante ortogonale alle dette superfici planari. Essa è dotata inoltre, in zona periferica, di un secondo foro passante, con asse parallelo alle superfici planari. Con riferimento al primo foro passante, in posizione opposta rispetto al secondo foro passante, la crociera è dotata di un perno.
In accordo con possibili forme realizzative, il cuscinetto sferico può essere realizzato in materiale plastico o metallico ed è alloggiato nel primo foro della crociera, in modo tale che il corpo del cuscinetto sferico sia contenuto nel profilo della crociera stessa. Il cuscinetto sferico è mantenuto in sede dalla presenza degli elementi elastomerici, che insistono contemporaneamente sia sul cuscinetto sferico stesso, che sulle due superfici planari contrapposte della crociera.
Secondo possibili forme realizzative, il perno della crociera alloggia nella boccola cilindrica, realizzata in materiale anti frizione, presente nel secondo foro del telaio, senza toccarne in fondo. Il perno è in contatto con la boccola solo tramite la superficie laterale cilindrica, potendo quindi scorrere liberamente in direzione assiale.
Il perno è mantenuto in posizione di riposo, all’ interno della boccola anti frizione, ad una certa distanza dal fondo del foro in cui essa alloggia, grazie al vincolo costituito dal cuscinetto sferico, calettato internamente sul perno sterzo ed esternamente nel foro presente al centro della crociera. In condizione di riposo, gli elementi elastomerici mantengono l’asse del perno in coincidenza con quello della boccola anti frizione, cosicché anche l’asse del perno risulta essere perpendicolare al perno sterzo. Quando il pattino è soggetto a forze verticali, le forze trasmesse dall’asse porta ruote alla crociera vengono a loro volta trasmesse agli elementi elastomerici, che possono deformarsi liberamente grazie al fatto che il cuscinetto sferico può scorrere lungo il perno sterzo. In questa circostanza, il perno trasla assialmente ed il suo asse risulta angolato rispetto all’asse della boccola anti frizione in cui alloggia parzialmente. Tale rotazione è consentita dalla deformazione elastica della boccola anti frizione o, eventualmente, dalla forma a clessidra del profdo del foro della boccola stessa.
Secondo possibili forme realizzative, l' asse di sterzo coincide con lasse del perno, ed è quindi posizionato, in condizione di riposo, ortogonalmente rispetto al perno sterzo. Durante una sterzata, la crociera può ruotare attorno a tale asse, compatibilmente col vincolo cedevole costituito dagli elementi elastomerici. Nella soluzione descritta il perno presenta un contatto puramente radiale con la boccola anti frizione, non essendo possibile alcun contatto di punta lungo l' asse del perno stesso. Il perno, pertanto, rispetto alle soluzioni note, gode di un ulteriore grado di libertà, costituito dalla possibilità di traslare lungo il proprio asse. Esso assolve pertanto l’unico scopo di mantenere il corretto allineamento della crociera, trasferendo la maggior parte del carico agli elementi elastomerici.
Ciò consente di raggiungere uno degli obiettivi prescritti: riducendo le forze agenti sul perno e sulla sua sede, ed evitando in particolare il contatto del perno stesso col fondo della sua sede, l’usura ed il rischio di rottura di tali componenti risulta trascurabile. Pertanto, tali componenti non necessitano né di regolazioni né di sostituzioni periodiche.
Un ulteriore vantaggio della soluzione proposta consiste nel fatto che, potendo il cuscinetto sferico scorrere lungo l’asse del perno sterzo in assenza del vincolo alla traslazione assiale del perno, si realizza un migliore effetto ammortizzante. Infatti, sotto l’azione di forze normali al piano di appoggio dell’elemento di collegamento, l’azione ammortizzante degli elementi elastomerici, nella soluzione proposta, non è associata ad una deformazione radiale degli elementi elastomerici stessi e quindi risulta essere più efficace.
Un ulteriore vantaggio della soluzione proposta, deriva dal fatto che la presenza dello snodo sferico, unitamente al vincolo imposto dal perno, garantisce una relazione biunivoca tra angolo di banking e raggio di sterzata, raggiungendo uno degli obiettivi prescritti. Infatti, nella soluzione proposta, l’asse di rotazione della crociera è ben definito, in tutte le condizioni operative del pattino, dall’asse del perno, il cui prolungamento passa, in qualsiasi condizione operativa, per il centro del cuscinetto sferico.
Un secondo vantaggio è che, all’atto del montaggio del gruppo sterzo, non è necessaria alcuna regolazione del perno, che va semplicemente collocato nella sua sede, costituita dalla boccola anti frizione.
Un ulteriore vantaggio della soluzione proposta è che la migliore configurazione cinematica descritta consente all’utilizzatore di sfruttare efficacemente gli elementi elastomerici, in fase di caricamento, prima di un salto, come un elemento di accumulo di energia elastica, che può essere restituita in fase di stacco, consentendo di aumentare la massima altezza raggiunta.
Ulteriori caratteristiche del gruppo sterzo descritto, che consentono di conseguire gli obiettivi prescritti sono le seguenti:
- la distanza tra l’asse sterzo e l’asse porta ruote è nulla. Tale distanza, detta in gergo “rake” definisce la risposta dello sterzo in termini di legame tra l’angolo di banking ed il raggio di sterzata. La soluzione descritta consente di ottenere una risposta dello sterzo lineare, contrapponendosi alla risposta di tipo non lineare tipica delle soluzioni note allo stato della tecnica a causa di un “rake” non nullo (normalmente compreso tra 10 e 15 mm nei pattini disponibili in commercio). Conseguentemente, il controllo del pattino da parte dell’ utilizzatore, nel caso della soluzione descritta, risulta essere più preciso e prevedibile.
- la realizzazione descritta consente di ottenere distanze da terra delle parti fisse del pattino (“ground clearance”) notevolmente maggiore rispetto ad un pattino tradizionale, rendendo l’attrezzo più sicuro nel caso in cui l’utilizzatore stia impiegando l’attrezzo su un terreno con delle asperità (ad esempio in discipline come lo “Street skating”).
- la realizzazione descritta presenta i dadi di fissaggio e regolazione in una posizione che agevola notevolmente la regolazione dell’attrezzo, da parte di un atleta, anche quando il pattino è indossato. Viceversa, nelle soluzioni tradizionali, i dadi in questione sono rivolti verso il basso, rendendoli meno accessibili.
- la crociera descritta, data l’assenza di parti angolate, della sede puntalino filettata, di un puntalino avvitato presenti nei pattini noti allo stato della tecnica e del relativo dado di bloccaggio, risulta essere notevolmente più semplice ed economica da realizzare rispetto alle forme realizzative note allo stato dell’arte, sia mediante tecniche di lavorazione dal pieno mediante macchine utensili a controllo numerico, sia mediante stampaggio, fatto che permette di conseguire uno degli obiettivi prescritti. Essa è, inoltre, particolarmente compatta rispetto alle soluzioni note, fatto che la rende più resistente alle sollecitazioni, consentendo di conseguire un altro degli obiettivi prescritti.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di una forma di esecuzione del gruppo sterzo in oggetto, illustrata a titolo indicativo ma non limitativo negli uniti disegni, in cui:
- la Fig. 1 è una vista laterale del pattino di tipo tradizionale, appartenente allo stato della tecnica;
- la Fig. 2 è una vista in assonometria di un pattino di tipo tradizionale, appartenente allo stato della tecnica, e come tale non facente parte del trovato qui descritto;
- la Fig. 3 è una vista assonometrica di un gruppo sterzo per un pattino tradizionale, comprendente una soluzione realizzativa in accordo con il presente trovato;
- la Fig. 4 è una sezione del gruppo sterzo nel suo complesso, in accordo col presente trovato.
- la Fig. 5 è una vista laterale (comprendente sezioni in loco) di un telaio appartenente ad un gruppo sterzo per un pattino tradizionale, comprendente una soluzione realizzativa in accordo con il presente trovato, con perno sterzo, boccola anti frizione e bullone di fissaggio freno installati;
- la Fig. 6 è una vista in pianta relativa alla Fig. 5;
- la Fig. 7 è una vista esplosa relativa alla Fig. 5;
- la Fig. 8 è una vista laterale di una crociera appartenente ad un gruppo sterzo per un pattino tradizionale, comprendente una soluzione realizzativa in accordo con il presente trovato;
- la Fig. 9 è una sezione della crociera della Fig. 8.
- la Fig. 10 è una vista esplosa della crociera della Fig. 8;
- la Fig. 11 è una vista laterale (comprendente sezioni in loco) degli elementi componenti il sistema di sospensione appartenente ad un gruppo sterzo per un pattino tradizionale, comprendente una soluzione realizzativa in accordo con il presente trovato;
- la Fig. 12 è una vista esplosa del sistema di sospensione appartenente ad un gruppo sterzo per un pattino tradizionale, comprendente una soluzione realizzativa in accordo con il presente trovato;
DESCRIZIONE DI UN ESEMPIO PREFERITO DI REALIZZAZIONE
Per facilitare la comprensione, numeri di riferimento identici sono stati utilizzati, ove possibile, per identificare elementi comuni identici nelle figure. Va inteso che elementi e caratteristiche di una forma di realizzazione possono essere convenientemente incorporati in altre forme di realizzazione senza ulteriori precisazioni.
Prima di descrivere la forma di realizzazione, si chiarisce che la relativa descrizione non è limitata nella sua applicazione ai dettagli costruttivi e di disposizione dei componenti come descritti utilizzando le figure allegate da Fig. 3 a Fig. 12. La presente descrizione può prevedere altre forme di realizzazione ed essere realizzata o messa in pratica in altri svariati modi. Inoltre, si chiarisce che la fraseologia e terminologia qui utilizzata è a fini descrittivi e non deve essere considerata come limitante.
L’esecuzione del gruppo sterzo 29 descritta è riferita ad un gruppo sterzo anteriore, che prevede un telaio 30 il quale viene montato su un elemento di collegamento 31 unitamente al telaio del gruppo sterzo posteriore (non raffigurato). L’insieme dei due telai 30 anteriore e posteriore (non raffigurato) e dell’elemento di collegamento 31 costituisce la struttura portante del pattino. Il telaio 30 presenta una superficie piana 32 atta al fissaggio all’elemento di collegamento 31. A tal fine, il telaio 30 è dotato di fori 33, utilizzabili per il fissaggio mediante viti o rivetti all’elemento di collegamento 31. L’elemento di collegamento 31 comprende dei fori di fissaggio 34 per l’installazione del pattino ad una calzatura. Il telaio 30 è dotato di un’appendice 35 destinata ad accogliere un tampone freno associabile al telaio 30 in corrispondenza della sede 36, la quale è provvista di una vite di bloccaggio 37, di una rondella 38 e di un dado 39.
Il telaio 30 presenta un primo foro conico 40, con superficie interna liscia, inclinato rispetto alla superficie di appoggio superiore dell’elemento di collegamento 31. Sul fondo di tale primo foro conico 40 è praticato un foro cilindrico filettato 4L All’interno di tale primo foro conico 40 è caletata un’estremità conica di un perno sterzo 42, anch’esso inclinato rispetto alla superfìcie di appoggio superiore dell’elemento di collegamento 31.
Il perno sterzo 42 presenta un codolo conico 43 ad un’estremità, dotato di un foro assiale filettato. Tale codolo conico 43 alloggia nel foro conico 40. Un grano 44 è avvitato nella filettatura interna del codolo conico 43 e nel foro cilindrico filettato 41, mantenendo il perno sterzo 42 in posizione. Il perno sterzo 42 presenta all’altra estremità 45 una filettatura esterna. Sulla stessa estremità 45 filettata è presente, inoltre, una scanalatura 46 parallela all’asse longitudinale del perno sterzo 42.
Il telaio 30 presenta inoltre un secondo foro 47, nel quale è calettata una boccola 48.
Gli assi dei fori 40 e 47 del telaio 30 sono concorrenti e mutuamente ortogonali. Il gruppo sterzo 29 comprende una crociera 49. La crociera 49 è costituita da un corpo 50 di forma piatta, dotata di due superfici planari contrapposte, presentante nella zona centrale un primo foro passante 51 e nella parte periferica un secondo foro passante 52 ad asse parallelo alle dette superfici planari. Nel secondo foro passante 52 è calettato stabilmente un asse porta ruote 53. Le estremità dell’asse porta ruote 53 sono filettate, in modo tale da poter fissare in posizione le ruote mediante i dadi 54.
Con riferimento al primo foro passante 51, in posizione opposta rispetto al secondo foro passante 52, la crociera è dotata di un perno 55. Il perno 55 è parzialmente alloggiato nella boccola 48. Il perno 55 è in contatto con la boccola 48 solo tramite la superficie laterale cilindrica, potendo quindi scorrere liberamente in direzione assiale. L’estremità libera del perno 55 non è a contatto col fondo del foro 47.
Sul perno sterzo 42 sono calettati, nell’ordine, a partire dall’estremità prossimale rispetto al telaio 30:
- una prima rondella 57 metallica centralmente forata, dotata perifericamente di un bordino 58 inclinato rispetto al corpo della rondella stessa.
- un primo elemento elastomerico 59, centralmente forato e dotato ad un’estremità di una sede 60 a forma di calotta sferica. Tale primo elemento elastomerico 59 presenta una svasatura 61 periferica all’altra estremità. Il primo elemento elastomerico 59 va a contatto con la prima rondella 57, che ne contiene le deformazioni.
- un cuscinetto sferico 62, costituito da due parti: una corona esterna 63 dotata di sede interna a profdo sferico ed una parte interna 64 dotata di una superfìcie esterna a profilo sferico. Il foro centrale 65 del cuscinetto sferico 62 ha il medesimo diametro del perno sterzo 42, mentre la corona esterna 63 ha lo stesso diametro del primo foro 51 presente nella zona centrale della crociera 49. Il cuscinetto sferico 62 alloggia nel foro 51.
- un secondo elemento elastomerico 66, centralmente forato e dotato nell’estremità contrapposta al primo elemento elastomerico 59 di una sede 70 a forma di calotta sferica e presentante una svasatura periferica all’altra estremità. - una seconda rondella 67 metallica forata centralmente, dotata perifericamente di un bordino 68 inclinato rispetto al corpo della seconda rondella 67. Tale rondella 67 presenta, inoltre, un risalto lungo il perimetro del foro centrale atto ad impegnarsi nella scanalatura 46 del perno sterzo 42, impedendone la rotazione.
- un dado 69, avvitato all’estremità del perno sterzo 42, il quale tiene gli elementi elencati in posizione. La coppia di serraggio del dado 69 regola la precompressione degli elementi elastomerici, definendo la rigidezza dello sterzo. L’azione di sterzata, imposta dall’utilizzatore, consiste in una rotazione della crociera 49 lungo l’asse di sterzo 56, definita dall’angolo di banking imposto dall’utilizzatore, in maniera simile a quanto noto allo stato della tecnica.
L’angolo γ, individuato dall’asse del perno e dalla superficie superiore dell’elemento di collegamento, è l’angolo di sterzo. La sensibilità di sterzata del pattino può essere variata modificando il telaio 30 in modo tale da definire un opportuno angolo γ, purché sia mantenuta invariata la relazione tra gli assi dei fori 40 e 47 precedentemente indicata.
È chiaro che al gruppo sterzo e al relativo metodo di realizzazione fin qui descritti possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti e/o di fasi, senza per questo uscire dall’ambito del presente trovato.
È anche chiaro che, sebbene il presente trovato sia stato descritto con riferimento ad alcuni esempi specifici, una persona esperta del ramo potrà senz’altro realizzare molte altre forme equivalenti di pattino e relativo metodo di realizzazione, aventi le caratteristiche espresse nelle rivendicazioni e quindi tutte rientranti nell’ambito di protezione da esse definito.
Nelle rivendicazioni che seguono, i riferimenti tra parentesi hanno il solo scopo di facilitare la lettura e non devono essere considerati come fattori limitativi per quanto attiene all’ambito di protezione sotteso nelle specifiche rivendicazioni.

Claims (6)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Gruppo sterzo per pattino a rotelle di tipo tradizionale, comprendente un telaio (30), disposto sull’estremità anteriore o posteriore di un elemento di collegamento (31), in cui ciascun telaio (30) è dotato di un primo foro (40), inclinato rispetto alla superficie di appoggio superiore dell’elemento di collegamento (31); all'interno di tale primo foro (40) è fissata un’estremità di un perno sterzo (42); il perno sterzo (42) risulta anch’esso inclinato rispetto alla superficie di appoggio superiore dell’elemento di collegamento (31); il perno sterzo (42) presenta all’altra estremità (45) una filettatura esterna; ciascun telaio (30) è dotato di un secondo foro (47) posizionato, rispetto al primo foro (40), in posizione più prossimale rispetto all’estremità anteriore o posteriore dell’elemento di collegamento (31) a seconda del gruppo sterzo (29) considerato; nel secondo foro (47) è calettata una boccola (48) in materiale anti frizione; gli assi dei fori (40, 47) del telaio (30) sono concorrenti e mutuamente ortogonali; su detto perno sterzo (42) sono calettati, a partire dall’estremità del perno sterzo (42) prossimale al telaio (30), nell’ordine: - una prima rondella (57); - un primo elemento elastomerico (59), centralmente forato; - un secondo elemento elastomerico (66), centralmente forato; - una seconda rondella (67); - un dado (69) di fissaggio e di regolazione della precompressione degli elementi elastomerici (59, 66) avvitato all’estremità (45) filettata del perno sterzo (42); detto gruppo sterzo (29) è caratterizzato dal fatto che: - il primo elemento elastomerico (59) è dotato ad un’estremità di una sede (60) a forma di calotta sferica; - il secondo elemento elastomerico (66) è dotato nell’estremità contrapposta al primo elemento elastomerico (59) di una sede (70) a forma di calotta sferica; - fra le estremità del primo e del secondo elemento elastomerico (59, 66) dotate di sedi (60, 70) a forma di calotta sferica, è interposto un cuscinetto sferico (62), costituito da una corona esterna (63) dotata di sede interna a profilo sferico e da una parte interna (64) dotata di una superficie esterna a profilo sferico; il foro centrale (65) del cuscinetto sferico (62) ha il medesimo diametro del perno sterzo (42); detto gruppo sterzo (29) è inoltre caratterizzato dal fatto di comprendere ulteriormente una crociera (49) costituita da un corpo (50) di forma piatta dotata di due superfici planari contrapposte; detta crociera (49) presenta un primo foro passante (51) nella zona centrale ortogonale a dette superfici planari; il primo foro passante (51) alloggia il cuscinetto sferico (62); detta crociera (49) presenta un secondo foro passante (52) in zona periferica con asse parallelo alle superfici planari; nel secondo foro passante (52) è calettato stabilmente un asse porta ruote (53); detta crociera (49) presenta un perno (55) posto in posizione opposta rispetto al secondo foro passante (52) con riferimento al primo foro passante (51); l’estremità libera di tale perno (55) è parzialmente alloggiata nella predetta boccola (48) calettata nel secondo foro (47) del telaio (30); l’estremità libera del perno (55) è mantenuta, in posizione di riposo, ad una certa distanza dal fondo del secondo foro (47) grazie al vincolo costituito dal cuscinetto sferico (62), calettato sul perno sterzo (42); detto perno (55) è in contatto con la boccola (48) solo tramite la sua superficie laterale cilindrica, potendo quindi scorrere liberamente in direzione assiale; detto cuscinetto sferico (62) è mantenuto in sede dalla presenza degli elementi elastomerici (59, 66); gli elementi elastomerici (59, 66) insistono contemporaneamente sia sul cuscinetto sferico (62), che sulle due superfici planari contrapposte della crociera (49); il cuscinetto sferico può scorrere lungo il perno sterzo (42); detto gruppo sterzo (29) è inoltre caratterizzato dal fatto che l’asse di sterzo (56) coincide con l’asse del perno (55) della crociera (49) ed è quindi posizionato, in condizione di riposo, ortogonalmente rispetto al perno sterzo (42).
  2. 2. Gruppo sterzo per pattino a rotelle di tipo tradizionale, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ciascun telaio (30) è fissato all’estremità dell’elemento di collegamento (31); ciascun telaio (30) presenta una superficie piana (32) atta al fissaggio all’elemento di collegamento (31); ciascun telaio 30 è dotato di fori (33), utilizzabili per il fissaggio mediante viti o rivetti all’elemento di collegamento (31).
  3. 3. Gruppo sterzo per pattino a rotelle di tipo tradizionale, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ciascun gruppo sterzo (29) comprende un telaio integrato nell’estremità anteriore o posteriore di un elemento di collegamento (31), formando una struttura monolitica.
  4. 4. Gruppo sterzo per pattino a rotelle di tipo tradizionale, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto cuscinetto sferico (62) è realizzato in materiale plastico.
  5. 5. Gruppo sterzo per pattino a rotelle di tipo tradizionale, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto cuscinetto sferico (62) è realizzato in materiale metallico.
  6. 6. Gruppo sterzo per pattino a rotelle di tipo tradizionale, secondo le rivendicazioni precedenti, il tutto come precedentemente descritto ed illustrato negli allegati disegni.
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