IT201900011256A1 - Struttura ombreggiante - Google Patents

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IT201900011256A1
IT201900011256A1 IT102019000011256A IT201900011256A IT201900011256A1 IT 201900011256 A1 IT201900011256 A1 IT 201900011256A1 IT 102019000011256 A IT102019000011256 A IT 102019000011256A IT 201900011256 A IT201900011256 A IT 201900011256A IT 201900011256 A1 IT201900011256 A1 IT 201900011256A1
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IT
Italy
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root
hinge
coupling head
crosspiece
fork
Prior art date
Application number
IT102019000011256A
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English (en)
Inventor
Giovanni Ferrari
Paride Delsante
Original Assignee
Verelux S R L
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Publication date
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    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E04BUILDING
    • E04FFINISHING WORK ON BUILDINGS, e.g. STAIRS, FLOORS
    • E04F10/00Sunshades, e.g. Florentine blinds or jalousies; Outside screens; Awnings or baldachins
    • E04F10/02Sunshades, e.g. Florentine blinds or jalousies; Outside screens; Awnings or baldachins of flexible canopy materials, e.g. canvas ; Baldachins
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E04BUILDING
    • E04FFINISHING WORK ON BUILDINGS, e.g. STAIRS, FLOORS
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    • E04F10/02Sunshades, e.g. Florentine blinds or jalousies; Outside screens; Awnings or baldachins of flexible canopy materials, e.g. canvas ; Baldachins
    • E04F10/06Sunshades, e.g. Florentine blinds or jalousies; Outside screens; Awnings or baldachins of flexible canopy materials, e.g. canvas ; Baldachins comprising a roller-blind with means for holding the end away from a building
    • E04F10/0607Sunshades, e.g. Florentine blinds or jalousies; Outside screens; Awnings or baldachins of flexible canopy materials, e.g. canvas ; Baldachins comprising a roller-blind with means for holding the end away from a building with guiding-sections for supporting the movable end of the blind

Description

DESCRIZIONE
del Brevetto Italiano per Invenzione Industriale dal titolo:
“STRUTTURA OMBREGGIANTE”
CAMPO TECNICO
La presente invenzione riguarda una struttura ombreggiante.
Più in particolare, l’invenzione riguarda una struttura ombreggiante del tipo di una tenda richiudibile ad impacchettamento.
TECNICA PREESISTENTE
Come è noto, le tende richiudibili ad impacchettamento comprendono una coppia di guide di supporto longitudinali tra loro parallele entro le quali scorre almeno un rispettivo carrello.
Ai carrelli vengono connesse in modo removibile le estremità opposte di un traverso (ad esempio mediante spine di fissaggio) che, quindi, scorre lungo la direzione impartita delle guide di supporto parallelo a se stesso e ortogonale alle guide di supporto stesse.
Tali tende, generalmente, comprendono una pluralità di tali traversi tutti paralleli tra loro e tra ciascuna coppia di traversi adiacenti è connessa una tenda flessibile che, in funzione della posizione reciproca tra la coppia di traversi, può presentare una configurazione estesa o essere ripiegata su se stessa.
Queste tende di tipo noto vengono utilizzate per la copertura rimovibile di pergolati o simili elementi di arredo.
Le operazioni di fissaggio dei traversi ai carrelli sono generalmente una parte delicata della installazione delle tende, in quanto la centratura del carrello da parte delle spine di fissaggio non è sempre agevole, e non sempre è possibile mediante una traslazione perfettamente verticale.
Uno scopo della presente invenzione è quello di superare i menzionati inconvenienti della tecnica nota, nell’ambito di una soluzione semplice, razionale e dal costo contenuto.
Tali scopi sono raggiunti dalle caratteristiche dell’invenzione riportate nelle rivendicazioni indipendenti. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell’invenzione.
ESPOSIZIONE DELL’INVENZIONE
L’invenzione, particolarmente, rende disponibile una struttura ombreggiante comprendente:
- una guida di supporto;
- un carrello scorrevolmente connesso alla guida di supporto lungo una prima direzione di scorrimento;
- un traverso mobile; e
- un gruppo di connessione configurato per connettere in modo removibile il traverso mobile ed il carrello, in cui il gruppo di connessione comprende un elemento di ancoraggio associato al carrello e una spina di connessione associata al traverso mobile,
in cui la spina di connessione comprende una testa di aggancio, atta ad impegnare l’elemento di ancoraggio, e una radice connessa al traverso mobile, in cui tra la testa di aggancio e la radice è interposto uno snodo configurato per permettere una variazione dell’orientazione reciproca tra la testa di aggancio e la radice. Grazie a tale soluzione, l’aggancio del traverso mobile al carrello risulta particolarmente rapido ed immediato, compensando eventuali disallineamenti e/o carichi sbilanciati.
In particolare, il gruppo di connessione secondo l’invenzione, è tale da consentire una oscillazione reciproca tra le parti che definiscono la spina di connessione, permettendo di recuperare eventuali errori di parallelismo e/o flessione nella connessione del traverso mobile al carrello.
Vantaggiosamente agli scopi sopra illustrati, la testa di aggancio può essere configurata per essere fissata in modo risolvibile all’elemento di ancoraggio mediante un aggancio a scatto.
Grazie a tale soluzione, il collegamento tra la spina di connessione e l’elemento di ancoraggio è particolarmente veloce, affidabile e comodo per l’installatore.
Un aspetto dell’invenzione prevede che lo snodo possa comprendere una cerniera configurata per permette una oscillazione reciproca tra la testa di aggancio e la radice attorno ad un asse di cerniera ortogonale ad un asse longitudinale della radice.
Grazie a tale soluzione, è reso disponibile un elemento di connessione che rende parzialmente flessibile la spina di connessione, facilitando la centratura dell’elemento di ancoraggio da parte della testa di aggancio della spina di connessione, in qualunque posizione operativa.
Un ulteriore aspetto dell’invenzione prevede che la cerniera possa comprendere: - una forcella, dotata di due rebbi tra loro paralleli e collegati da un lembo di giunzione ortogonale ai rebbi;
- un perno di cerniera definente l’asse di cerniera, le cui estremità sono accolte in rispettive sedi cilindriche realizzate nei rebbi della forcella; e
- un occhiello calzato coassialmente sul perno di cerniera.
Grazie a tale soluzione, è reso disponibile uno snodo semplice e che permette un collegamento funzionale tra la testa di aggancio e la radice.
Vantaggiosamente, la testa di aggancio può essere rigidamente connessa al lembo di giunzione della forcella dalla parte opposta dei rebbi.
Ancora, la forcella può comprendere una sede realizzata sul lembo di giunzione entro cui è innestabile almeno una estremità vincolata della testa di aggancio opposta ad una estremità libera della stessa adatta ad impegnare l’elemento di ancoraggio.
In questo modo, la testa di aggancio e la forcella risultano funzionalmente collegate in modo semplice ed ottimale in base al loro utilizzo proprio.
Vantaggiosamente, l’occhiello può essere rigidamente connesso ad una prima estremità della radice.
Inoltre, la radice può presentare almeno una porzione filettata, ad esempio in corrispondenza di una seconda estremità opposta alla prima estremità.
Grazie a tale soluzione risulta possibile collegare in modo sicuro, veloce ed eventualmente risolvibile, la spina di connessione al traverso mobile.
Un ulteriore aspetto dell’invenzione prevede che lo snodo possa essere configurato in modo che sia impedita una spontanea variazione dell’orientazione reciproca tra la radice e la testa di aggancio.
In particolare, la cerniera può essere configurata in modo che sia impedita una spontanea oscillazione reciproca tra la radice e la testa di aggancio attorno all’asse di cerniera.
Ancora, in maggior dettaglio, la cerniera può essere configurata in modo che un attrito volvente tra il perno di cerniera ed almeno uno tra la sede cilindrica e l’occhiello o entrambi sia dimensionato in modo da impedire la spontanea rotazione reciproca attorno all’asse di cerniera.
Grazie a tale soluzione, lo snodo tra la testa di aggancio e la radice è tale da poter orientare la testa di aggancio (ad esempio mediante azionamento manuale di un operatore) secondo una orientazione desiderata, in modo che sia possibile mantenere tale orientazione desiderata anche quando la testa di aggancio è libera, ovvero è stata rilasciata (dall’operatore).
Ciò garantisce facilità nel montaggio della struttura ombreggiante.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno evidenti dalla lettura della descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l’ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate.
La figura 1 è una vista laterale di una struttura ombreggiante secondo l’invenzione. La figura 2 è una vista frontale (posteriore) della struttura ombreggiante di figura 1. La figura 3 è una vista in sezione lungo la traccia di sezione III-III di figura 1.
La figura 4 è un ingrandimento del particolare IV di figura 3.
La figura 5 è una vista in sezione lungo la traccia di sezione V-V di figura 2.
La figura 6 è un ingrandimento del particolare VI di figura 5.
La figura 7 è una vista assonometrica di un gruppo di connessione tra una guida di supporto e un traverso mobile della struttura ombreggiante secondo l’invenzione.
La figura 8 è una vista in esploso di figura 7.
La figura 8A è una vista assonometrica di una spina di connessione del gruppo di connessione, secondo l’invenzione.
La figura 9 è una vista assonometrica di un elemento di ancoraggio del gruppo di connessione di figura 7.
La figura 10 è una vista frontale di figura 9.
La figura 11 è una vista in sezione lungo la traccia di sezione XI-XI di figura 10. La figura 12 è una vista in sezione lungo la traccia di sezione XII-XII di figura 10. La figura 13 è una vista laterale di figura 9.
La figura 14 è una vista dall’alto di una barra elastica del gruppo di connessione di figura 7.
La figura 15 è una rappresentazione dell’unione tra la barra elastica di figura 14 e il corpo di figura 12.
MODO MIGLIORE PER ATTUARE L’INVENZIONE
Con particolare riferimento a tali figure, si è indicato globalmente con 10 una struttura ombreggiante.
La struttura ombreggiante 10 comprende, ad esempio, una struttura a portale 11 comprendente due montanti 110 sostanzialmente verticali sormontati da una traversa 111 sostanzialmente orizzontale.
La struttura ombreggiante 10 comprende inoltre una pluralità (nell’esempio in numero di 2) di guide di supporto 20, ad esempio una coppia di guide di supporto 20, parallele tra loro e complanari.
Ad esempio, ciascuna guida di supporto 20 presenta un asse longitudinale sostanzialmente rettilineo.
Ciascuna guida di supporto 20 è sostenuta sospesa dal suolo dalla struttura a portale 11, in particolare una porzione estremale della guida di supporto 20 è fissata al di sopra della traversa 111, ad esempio in squadro con essa rispetto ad una vista in pianta.
Le guide di supporto 20 ad esempio possono essere inclinate rispetto all’orizzontale, ad esempio in modo che la porzione estremale della guida di supporto fissata alla traversa 111 sia una porzione estremale prossimale ad una estremità inferiore (preferibilmente chiusa da un tappo) della guida di supporto 20.
In alternativa, le guide di supporto 20 possono essere sostanzialmente orizzontali. L’inclinazione delle guide di supporto 20 definisce la linea di pendenza della struttura ombreggiante 10.
Ad esempio, le guide di supporto 20 possono essere incernierate, rispetto ad un asse orizzontale, alla struttura a portale 11, in modo da poter variare l’inclinazione delle guide di supporto 20 all’occorrenza.
La traversa 111 potrebbe comprendere, inoltre, una grondaia per lo scarico dell’acqua piovana, ad esempio comunicante con una cavità interna di uno o entrambi i montanti 110.
Una contrapposta porzione estremale (estremità superiore, a sua volta chiusa da un rispettivo tappo) delle guide di supporto 20 è fissata ad un elemento di sostegno della struttura ombreggiante 10, il quale ad esempio potrebbe essere una parete di un edificio o una ulteriore struttura a portale o una trave 112 (vd. Figura 3) o simile struttura fissa.
Ciascuna guida di supporto 20 è definita da un longherone dotato di una cavità 200 interna (vd. Figura 4) a tutto sviluppo, ad esempio realizzato da un profilato estruso, il quale comprende una parete, ad esempio la parete inferiore 21, dotata di una apertura passante 22 a tutto sviluppo longitudinale.
La apertura passante 22 è realizzata in un tratto intermedio (centrato) della larghezza in direzione trasversale rispetto all’asse longitudinale della guida di supporto 20 della parete inferiore 21.
Inoltre, la apertura passante 22 presenta una larghezza in direzione trasversale rispetto all’asse longitudinale della guida di supporto 20 minore della larghezza della parete inferiore 21 su cui è praticata.
In tal modo la parete inferiore 21 definisce una coppia di mensole di appoggio 23 a tutto sviluppo disposte ad entrambi i lati della apertura passante 22.
La struttura ombreggiante 10 comprende, inoltre, almeno un traverso mobile 30, ad esempio una pluralità di traversi mobili 30, scorrevolmente associati ad almeno due di dette guide di supporto 20.
In pratica ciascun traverso mobile 30 è definito da un longherone, ad esempio cavo a tutto sviluppo, vantaggiosamente realizzato da un profilato estruso.
Ciascun traverso mobile 30 presenta un asse longitudinale sostanzialmente ortogonale all’asse longitudinale delle guide di supporto 20 e giace su un piano parallelo al piano definito dalle guide di supporto stesse.
Ad esempio ciascun traverso mobile 30 è posto al di sotto delle guide di supporto 20 con almeno una porzione assiale della sua parete superiore 31 (vd. Figura 6) affacciata alla parete inferiore 21 delle guide di supporto 20 a cui deve essere connesso.
In pratica, ciascun traverso mobile 30 presenta una lunghezza almeno pari (o superiore) rispetto alla distanza (esterna) tra le due guide di supporto 20, ovvero almeno pari o di poco superiore alla distanza (esterna) tra le aperture passanti 22 delle guide di supporto.
Ciascuna parete superiore 31 del traverso mobile 30, ad esempio, comprende una coppia di tali porzioni assiali distanziate tra loro di una distanza sostanzialmente pari all’interasse tra le guide di supporto 20.
Ciascuna parete superiore 31 del traverso mobile 30, ad esempio, comprende - in corrispondenza di ciascuna porzione assiale - almeno un foro passante 32, ad esempio cilindrico.
Ciascun foro passante 32 è atto ad essere sostanzialmente allineato in pianta alla apertura passante 22 di una guida di supporto 20.
Non si esclude che il foro passante 32 possa essere allineato in pianta ad un secondo foro passante 33 praticato in corrispondenza della parete inferiore del traverso mobile opposta alla parete superiore 21.
La struttura ombreggiante 10 comprende inoltre un carrello 40 scorrevolmente connesso alla guida di supporto 20 lungo una prima direzione A di scorrimento parallela all’asse longitudinale della guida di supporto 20.
Il carrello 40, ad esempio, è inserito (come mostrato in figura 4) con gioco all’interno della cavità 200 della guida di supporto 20 in modo da poter scorrere entro di essa, ad esempio in appoggio sulla parete inferiore 21 della stessa, ovvero in appoggio sulle mensole di appoggio 23.
La struttura ombreggiante 10 comprende una pluralità di carrelli 40 per ciascuna guida di supporto 20.
Ad esempio, per ciascuna guida di supporto 20 il numero di carrelli 40 è pari al numero dei traversi mobili 30 previsti per la realizzazione della struttura ombreggiante 10.
Ciascun carrello 40 (vd. Figure 7-8) comprende un corpo prismatico 41 la cui sagoma trasversale, rispetto ad un piano ortogonale all’asse longitudinale della guida di supporto 20 in cui è contenuto è sostanzialmente omologa alla forma della sezione della cavità 200, in modo da poter essere contenuto sostanzialmente a misura all’interno della cavità 200.
In pratica, il carrello 40 e la cavità 200 definiscono un collegamento prismatico tra il carrello stesso e la guida di supporto 20 definente come un unico grado di libertà permesso al carrello 40 rispetto alla guida di supporto 20 lo scorrimento del carrello 40 lungo la prima direzione A di scorrimento.
Non si esclude che tra il carrello 40 e le pareti interne della cavità 200 possano essere previsti organi di rotolamento, come ad esempio ruote (con opportuni cuscinetti) di appoggio e rotolamento alle mensole di appoggio 23 o simili.
Il carrello 40, ovvero il corpo prismatico 41 dello stesso, comprende una porzione centrale, interposta tra le porzioni estremali che appoggiano sulle mensole di appoggio 23 della guida di supporto 20, che è sovrapposta in pianta ad un tratto assiale della apertura passante 21.
Il carrello 40 comprende, ad esempio in tale porzione centrale, una asola 42 ad esempio passante, ad esempio presentante asse passante ortogonale alla parete inferiore 21 della guida di supporto 20.
L’asola 42, in alternativa, potrebbe non essere un’asola passante ma un’asola cieca superiormente.
L’asola 42 presenta un asse longitudinale inclinato rispetto alla prima direzione A di scorrimento.
In particolare l’asola 42 presenta un asse longitudinale parallelo ad una seconda direzione B, ad esempio ortogonale rispetto alla prima direzione A di scorrimento, ovvero ortogonale rispetto all’asse longitudinale della guida di supporto 20.
L’asola 42 ad esempio presenta una lunghezza sostanzialmente pari alla ampiezza (trasversale) della apertura passante 22 praticata nella parete inferiore 21 della guida di supporto 20.
Ciascun carrello 40 della struttura ombreggiante 10 è connesso in modo removibile ad un traverso mobile 30 mediante un rispettivo gruppo di connessione 50 risolvibile.
Il gruppo di connessione 50 comprende, ad esempio, una spina di connessione 51, preferibilmente sostanzialmente cilindrica, la quale è fissata o fissabile al traverso mobile 30, e un elemento di ancoraggio 52 fissato al carrello 40, in cui la spina di connessione 51 è atta ad essere connessa all’elemento di ancoraggio 52 in modo da vincolare (rendere solidali), ad esempio in modo risolvibile, la spina di connessione 51 all’elemento di ancoraggio 52.
La spina di connessione 51, ad esempio, è fissata al traverso mobile 30, ad esempio in corrispondenza di un foro passante 32 dello stesso, come meglio verrà descritto nel seguito.
L’elemento di ancoraggio 52 è, ad esempio, connesso al carrello 40 in modo scorrevole rispetto alla seconda direzione B di scorrimento identificata dalla asola 42 del carrello 40 (o in modo fisso a seconda delle esigenze).
La spina di connessione 51 e l’elemento di ancoraggio 52 sono configurati in modo da essere connessi reciprocamente mediante un aggancio removibile, ad esempio un aggancio a scatto, come nell’esempio illustrato.
La spina di connessione 51 è definita globalmente da un corpo longitudinale dotato di un asse principale (longitudinale).
La spina di connessione 51 comprende una radice 512 ed una testa di aggancio 510 preferibilmente snodata rispetto alla radice 512.
In particolare, la spina di connessione 51 comprende uno snodo interposto assialmente tra la testa di aggancio 510 e la radice 512.
La testa di aggancio 510 è, ad esempio, un corpo di rivoluzione avente un asse centrale C.
La testa di aggancio 510 comprende una estremità libera 5100, atta ad essere fissata all’interno dell’elemento di ancoraggio 52, sostanzialmente a cupola o a fungo.
La testa di aggancio 510 è dotata, inoltre, di una estremità vincolata 5101, opposta all’estremità libera 5100, atta a collegarsi allo snodo suddetto, come meglio apparirà nel seguito.
La testa di aggancio 510 comprende, inoltre, in un tratto intermedio tra l’estremità libera 5100 e l’estremità vincolata 5101, una zona rastremata 5102, ad esempio definita da un incavo anulare in sottosquadro rispetto alla estremità libera 5100, la quale estremità libera 5100 definisce a sua volta una porzione avente una sezione allargata rispetto alla sezione della zona rastremata 5102.
La testa di aggancio 510 potrebbe essere provvista, inoltre, di un riscontro allargato 5103, in una zona assialmente compresa tra la zona rastremata 5102 e l’estremità vincolata 5101, tale da definire un finecorsa assiale per il fissaggio della estremità vincolata 5101.
Il riscontro allargato 5103, ad esempio, potrebbe comprendere un profilo prismatico per poter essere azionato (in rotazione assiale), ad esempio mediante un utensile come una chiave inglese o altra chiave idonea.
Lo snodo comprende (o è costituito da) una cerniera 511 che funge da collegamento e consente una variazione dell’orientazione reciproca tra la testa di aggancio 510 e la radice 512.
In particolare, la cerniera 511 è configurata in modo da consentire una oscillazione reciproca (non del tutto libera) tra la testa di aggancio 510 e la radice 512, attorno ad un asse di cerniera D, ortogonale all’asse centrale della testa di aggancio C. La cerniera 511 comprende una forcella 5110 dotata di due rebbi 5111 tra loro paralleli (e distanziati) e collegati (ad una delle rispettive estremità) da un lembo di giunzione 5112 ortogonale ai rebbi 5111.
La forcella 5110 potrebbe essere realizzata, ad esempio, tramite piegatura ad “U” di una unica lamiera, ad esempio di forma sostanzialmente rettangolare.
La forcella 5110 comprende, inoltre, una sede 5113 realizzata sul lembo di giunzione 5112, configurata per accogliere l’estremità vincolata 5101 della testa di aggancio 510.
L’estremità vincolata 5101 della testa di aggancio 510 è accolta sostanzialmente a misura e/o per interferenza (ad esempio in modo removibile o permanente) nella sede 5113, la quale sede 5113 risulta “centrata” rispetto ai due rebbi 5111 e passante nel lembo di giunzione 5112.
La cerniera 511 comprende, inoltre, un perno di cerniera 5115, nell’esempio un rivetto, le cui estremità sono atte ad essere accolte in rispettive sedi cilindriche 5114 realizzate nei rebbi 5111 della forcella 5110.
Detto perno di cerniera 5115 comprende un tratto cilindrico 5116 centrale e due porzioni di estremità 5117 ribadite e/o con sezione allargata rispetto al diametro delle sedi cilindriche 5114 (e del tratto cilindrico 5116), configurate in modo tale da fissare assialmente e/o circonferenzialmente il perno di cerniera 5115 alla forcella 5110 (in modo che sia impedito lo sfilamento assiale e/o la rotazione reciproca tra il perno di cerniera 5115 e la forcella 5110).
Almeno una delle porzioni di estremità 5117 del perno di cerniera 5115, è selettivamente configurabile tra una configurazione di chiusura ed una configurazione di apertura, in cui nella configurazione di chiusura la porzione di estremità 5117 presenta un diametro inferiore del diametro della sede cilindrica 5114 e nella configurazione di apertura la porzione di estremità 5117 presenta un diametro superiore al diametro della sede cilindrica 5114.
In tal modo, il perno di cerniera 5115 è atto ad essere infilato assialmente nelle sedi cilindriche 5114 per mezzo della porzione di estremità 5117 (quando questa è nella sua configurazione di chiusura) ed essere ivi trattenuto (quando questa è nella sua configurazione di apertura).
Il perno di cerniera 5115 presenta, inoltre, lunghezza almeno pari (o superiore) rispetto alla distanza (esterna) tra i due rebbi 5111 della forcella 5110, in modo che il tratto cilindrico 5116 del perno di cerniera 5115 sia assialmente contenuto all’interno dei rebbi 5111, dai quali fuoriescano solo le porzioni di estremità 5117 con sezione allargata.
L’asse di cerniera D coincide con l’asse del tratto cilindrico 5116 del perno di cerniera 5115 e quindi con l’asse delle sedi cilindriche 5114 dei rebbi 5111 della forcella 5110, risultando quindi ortogonale ai rebbi 5111 e parallelo al lembo di giunzione 5112.
La cerniera 511 comprende, inoltre, un occhiello 5118, atto ad essere calzato coassialmente sul perno di cerniera 5115, ovvero sul tratto cilindrico 5116 dello stesso, e contenuto, con sufficiente gioco assiale, all’interno dei rebbi 5111 della forcella 5110.
L’occhiello 5118 è configurato in modo da essere rigidamente connesso, ad esempio saldato, ad una prima estremità 5120 della radice 512, e, quindi, in modo da formare con la radice 512 un corpo unico.
La radice 512 è ad esempio fissabile in modo removibile al traverso mobile 30, in corrispondenza di ciascuna porzione assiale, con il proprio asse longitudinale ortogonale alla parete superiore 31 del traverso mobile 30.
Ad esempio la radice 512 è sostanzialmente cilindrica con asse centrale E (ortogonale all’asse di cerniera D) ed è infilabile almeno parzialmente all’interno del foro passante 32 ed ivi bloccabile assialmente, ad esempio mediante organi filettati. La radice 512 una volta bloccata assialmente al traverso mobile 30 risulta di fatto fissa rispetto ad esso in ogni direzione.
In pratica, la radice 512 comprende, in corrispondenza di una seconda estremità 5121 opposta alla prima estremità a cui è fissato l’occhiello 5118, uno stelo, ad esempio almeno parzialmente filettato, posto all’interno della cavità interna del traverso mobile 30 (ad esempio avvitato al foro passante 32).
La radice 512, rigidamente connessa all’occhiello 5118, ad esempio saldata o realizzata in corpo unico, può comprendere inoltre, un tratto di raccordo 5122 che congiunge la radice 512 stessa e l’occhiello 5118, definendo un finecorsa assiale per l’inserimento della radice 512 all’interno del foro passante 32.
La radice 512 risulta quindi girevolmente collegata al perno di cerniera 5115 della cerniera 511 tramite l’occhiello 5118, il perno di cerniera 5115 è collegato alla forcella 5110 mediante inserimento nelle sedi cilindriche 5114 dei rebbi 5111, e la forcella 5110 blocca rigidamente la testa di aggancio 510 mediante la sede 5113 presente sul lembo di giunzione 5112.
La spina di connessione 51 risulta variamente configurabile tra almeno due posizioni di cui, una posizione di allineamento, in cui l’asse centrale E della radice 512 risulta parallelo e coincidente con l’asse centrale C della testa di aggancio 510, ed una posizione di disallineamento, in cui l’asse centrale E della radice 512 risulta non parallelo all’asse centrale C della testa di aggancio 510 (ad esempio l’asse centrale E e l’asse centrale C formano tra loro un angolo ottuso).
In pratica, la testa di aggancio 510 è atta ad essere infilata coassialmente all’interno dell’elemento di ancoraggio 52, grazie alla cerniera 511 che permette una oscillazione della radice 512 rispetto alla testa di aggancio 510.
In particolare, lo snodo che collega la radice 512 e la testa di aggancio 510, è dimensionato in modo che la sua reazione vincolare alla oscillazione da esso permessa sia non nulla ed opposta rispetto al moto impostogli, generando un momento torcente non nullo opposto al senso di oscillazione in atto, che permetta di superare la forza peso agente sulla radice 512 e/o sulla testa di aggancio 510. In pratica, l’attrito volvente tra il perno di cerniera 5115 e l’occhiello 5118 e/o tra il perno di cerniera 5115 e le sedi cilindriche 5114 è dimensionato in modo da impedire una spontanea rotazione reciproca tra la radice 512 e la testa di aggancio 510, attorno all’asse di cerniera D.
In questo modo, grazie all’attrito (non nullo e opportunamente calibrato) della cerniera 511 è possibile orientare in una qualunque posizione (di allineamento o di disallinamento) desiderata la spina di connessione 510 prima che la testa di aggancio 510 della stessa venga inserita nell’elemento di ancoraggio 52, e mantenere tale orientazione per facilitare il detto inserimento della testa di aggancio 510 nell’elemento di ancoraggio 52.
L’elemento di ancoraggio 52 comprende un corpo 520, ad esempio sostanzialmente cilindrico a sezione qualunque (ad esempio circolare, poligonale o ovale). Il corpo 520 è infilato nell’asola 42 con asse sostanzialmente parallelo all’asse passante dell’asola 42 ed è scorrevole lungo la traiettoria definita dall’asola 42 stessa tra due posizioni di fine corsa definite, ad esempio, dalle opposte estremità (chiuse) dell’asola 42.
Il corpo 520 è vincolato assialmente rispetto al carrello 40 e presenta un grado di libertà traslazionale definito dallo scorrimento dello stesso lungo la traiettoria (rettilinea) definita dall’asola 42 lungo la seconda direzione B.
In pratica, il corpo 520 risulta mobile trasversalmente rispetto al proprio asse lungo la seconda direzione B, ad esempio in modo libero.
Il corpo 520 comprende mezzi di fissaggio atti a bloccare assialmente il corpo 520 rispetto al carrello 40.
In particolare i mezzi di fissaggio comprendono una prima spallatura 5201 anulare inferiore, ad esempio fissa, e posta in prossimità della estremità inferiore del corpo 520, prossimale alla parete inferiore 21 della guida di supporto 20, e una seconda spallatura 5202, ad esempio removibile (nell’’esempio definita da una rondella calzabile sul corpo 520 e fissabile ad essa mediante una vite di serraggio 5203 avvitabile in corrispondenza della estremità superiore del corpo 520), posta in prossimità della estremità superiore del corpo 520, distale dalla parete inferiore 21. La prima spallatura 5201 e la seconda spallatura 5202, inoltre, contribuiscono a mantenere l’asse del corpo 520 ortogonale alla parete inferiore 21 della guida di supporto 20 durante lo scorrimento del corpo 520 lungo la seconda direzione B di scorrimento (ovvero lungo la traiettoria imposta al corpo 520 dalla asola 42 del carrello 40).
Il corpo 520 comprende una cavità assiale 521, ad esempio cilindrica (ad esempio a sezione circolare), entro cui è accolta la testa di aggancio 510 con contenuto gioco radiale.
La cavità assiale 521 è aperta in corrispondenza dell’estremità inferiore del corpo 520, ovvero la estremità del corpo 520 prossimale alla parete inferiore 21 della guida di supporto 20.
Il corpo 520 è fissato al carrello 40 in modo che la estremità inferiore del corpo 520 passi attraverso la apertura passante 22 della parete inferiore 21 della guida di supporto 20 e sporga al di sotto della parete inferiore 21 stessa.
In pratica, il corpo 520 presenta una porzione assiale superiore posta all’interno della cavità 200 della guida di supporto 20 e una porzione assiale inferiore, che emerge inferiormente dalla parete inferiore 21 della guida di supporto 20.
La porzione assiale inferiore del corpo 520, ad esempio, è più larga radialmente rispetto alla porzione assiale superiore.
La porzione assiale inferiore presenta una larghezza radiale minore della ampiezza trasversale (ampiezza) della apertura passante 22 della parete inferiore 21 della guida di supporto 20 in cui è infilata (con abbondante gioco lungo la seconda direzione B), in modo che lo scorrimento del corpo 520 lungo la seconda direzione B di scorrimento risulti in un differente posizionamento della porzione assiale inferiore, lungo tale seconda direzione B, rispetto alla apertura passante 22 della parete inferiore 21 della guida di supporto 20.
La cavità assiale 521, ad esempio, presenta una profondità assiale sostanzialmente pari all’altezza della estremità libera 5100 della testa di aggancio 510, ad esempio di poco maggiore della distanza tra la parte terminale della estremità libera 5100 e la zona rastremata 5102 della testa di aggancio 510.
Il corpo 520 comprende un elemento resiliente sporgente all’interno della cavità assiale 521 in direzione radiale, il quale è configurato per definire un aggancio a scatto con la zona rastremata 5102 della testa di aggancio 510 quando questa entra assialmente nella cavità assiale 521 del corpo 520.
Ad esempio, l’elemento resiliente potrebbe comprendere una o una pluralità di sferette associate scorrevolmente all’interno della cavità assiale 521, ad esempio equidistanti lungo una circonferenza immaginaria, e mobili, in contrasto a mezzi resilienti, ad esempio molle, da una configurazione estratta, in cui le sfere si trovano prossimali all’asse della cavità assiale 521, ad una configurazione retratta, in cui le sfere si trovano distali dall’asse della cavità assiale 521.
Nell’esempio preferito illustrato nelle figure, il corpo 520 comprende una scanalatura laterale 522, la quale definisce una apertura laterale passante sul mantello del corpo 520 che mette in comunicazione radialmente l’esterno del corpo 520 con la cavità assiale 521 interna.
La scanalatura laterale 522, ad esempio, definisce due fiancate (visibili in figura 13) sostanzialmente piane poste da parti opposte rispetto alla apertura laterale passante che contorna l’accesso alla cavità assiale 521.
La scanalatura laterale 522 è ad esempio realizzata nella porzione assiale inferiore del corpo 520, ovvero quella porzione che in uso si trova al di sotto della parete inferiore 21 della guida di supporto 20 (e al di fuori della cavità 200 della guida di supporto 20).
La scanalatura laterale 522 è ad esempio compresa assialmente tra due aggetti anulari 523.
L’elemento resiliente, in tale preferita forma di realizzazione, comprende una barra elastica 53 connessa (come meglio verrà descritto nel seguito) al corpo 520, la quale presenta una prima porzione 530 atta ad entrare nella scanalatura laterale 522 e a sporgere (radialmente) all’interno della cavità assiale 521 del corpo 520 e definente una sezione assiale a luce variabile della cavità assiale 521 stessa. La barra elastica 53 comprende una seconda porzione 531 ripiegata sulla prima porzione 530; la prima porzione 530 e la seconda porzione 531 abbracciano il corpo 520, ad esempio forzatamente per effetto della spinta elastica esercitata dalla barra elastica 53, nella zona interessata dalla scanalatura laterale 522, ovvero la zona interposta assialmente tra i due aggetti anulari 523.
In pratica, la prima porzione 530 e la seconda porzione 531 definiscono un’ansa che non deformata (ovvero in posizione di equilibrio stabile) presenta una ampiezza minore o uguale della ampiezza del corpo 520 nella zona interposta assialmente tra i due aggetti anulari 523, ovvero della distanza tra le fiancate e la parete esterna del corpo 520 contrapposta alla scanalatura laterale 522.
Grazia a tale configurazione, la prima porzione 530 è mobile, in contrasto alla spinta elastica della barra elastica, da una configurazione estratta, in cui la prima porzione 530 si trova prossimale all’asse della cavità assiale 521, ad una configurazione retratta, in cui la prima porzione 530 si trova distale dall’asse della cavità assiale 521.
In pratica, la prima porzione 530 definisce un aggancio a scatto con la testa di aggancio 510 entrando, in configurazione estratta, nella zona rastremata 5102 della testa di aggancio 510 quando questo entra assialmente nella cavità assiale 521 del corpo 520.
La barra elastica 53 comprende una porzione di abbrancamento 532 aggettantesi all’esterno del corpo 520 in una direzione radiale.
Ad esempio la porzione di abbrancamento 532 è posta a lato (ad un lato solo) della porzione assiale inferiore del corpo 520, ad esempio contenuta nell’ingombro assiale della stessa porzione assiale inferiore del corpo 520.
La porzione di abbrancamento 532 è ad esempio realizzata in corpo unico con la barra di barra elastica 53, ovvero con la prima porzione 530 e/o la seconda porzione 531.
La porzione di abbrancamento 532 comprende, ad esempio, un anello 533 passante, ad esempio, con asse passante parallelo all’asse del corpo 520.
Vantaggiosamente, la barra elastica 53 (ovvero l’elemento elastico) è costituita da una copiglia elastica realizzata per piegatura di un filo elastico, ad esempio di acciaio armonico, secondo una linea sostanzialmente ad “R”.
La barra elastica 53, in pratica, presenta:
- un tratto sostanzialmente rettilineo prossimo ad una estremità della barra elastica 53 e comprendente/definente la prima porzione 530, la quale può essere definita da una porzione di tale tratto sostanzialmente rettilineo leggermente incurvata (con singola curvatura presentante un raggio di curvatura inferiore rispetto al raggio della cavità assiale 521);
- un tratto sostanzialmente ricurvo, ad esempio con doppia o tripla curvatura, di cui una delle curvature presenta un raggio di curvatura sostanzialmente uguale o adattabile al raggio esterno del corpo 520 (nella zona interposta assialmente tra gli aggetti 523), il quale tratto sostanzialmente ricurvo è prossimo ad una contrapposta estremità della barra elastica e comprende/definisce la seconda porzione 531.
- un tratto arrotolato, ad esempio ad una o più spire, che unisce il tratto sostanzialmente rettilineo e il tratto sostanzialmente ricurvo (essendo un tratto intermedio interposto tra le estremità della barra elastica 53) e che comprende/definisce la porzione di abbrancamento 532.
Il tratto arrotolato, inoltre, definisce la resistenza elastica offerta dalla barra elastica 53 al passaggio dalla configurazione estratta alla configurazione retratta della prima porzione 530.
Alla luce di quanto sopra descritto, il funzionamento della struttura 10 è il seguente. Ciascun traverso mobile 30 è fissato ad almeno una coppia di guide di supporto 20 tramite una rispettiva coppia di carrelli 40 e di gruppi di connessione 50, ad esempio in corrispondenza delle opposte estremità del traverso mobile 30.
Non si esclude, tuttavia, che la struttura ombreggiante 10 comprenda più di due guide di supporto 20, ad esempio comprenda almeno una guida di supporto 20 intermedia tra due guide di supporto 20 estremali, in cui le guide di supporto 20 estremali sono collegate, come sopra descritto, alle opposte estremità di ciascun traverso mobile 30 e la guida di supporto 20 intermedia è collegato, come sopra descritto, ad un tratto intermedio di ciascun traverso mobile 30 interposto tra le estremità opposte (chiuse da un opportuno tappo di chiusura) dello stesso ed allineato in pianta con la guida di supporto 20 intermedia.
La struttura ombreggiante 10 comprende preferibilmente una pluralità di traversi mobili 30 affiancati paralleli lungo la prima direzione A di scorrimento (ovvero paralleli alla traversa 111), di cui un primo traverso mobile 30 è più vicino alla traversa 111 (ovvero alla estremità della guida di supporto 20 ad essa fissata), un secondo traverso mobile 30 più lontano di tutti dalla traversa 111 (ovvero dalla estremità della guida di supporto 20 ad essa fissata) e, ad esempio, uno o più terzi traversi mobili 30 interposti tra il primo traverso mobile 30 ed il secondo traverso mobile 30 lungo la prima direzione A.
Il secondo traverso mobile 30 può essere ad esempio bloccato in scorrimento lungo la prima direzione A da opportuni fermi non mostrati.
La struttura ombreggiante 10 comprende una o più tende flessibili 12, ad esempio di forma sostanzialmente rettangolare, fissate alle opposte estremità rispetto la prima direzione A (tra loro e) a due traversi mobili 30 attigui della pluralità di traversi mobili 30.
Ciascuna tenda flessibile 12 è configurata per occludere l’interspazio tra i due traversi mobili 30 attigui della pluralità di traversi mobili 30 a cui è fissata.
Ad esempio, la tenda flessibile 12 presenta una larghezza, nella direzione parallela alla seconda direzione B, sostanzialmente pari alla distanza tra le guide di supporto 20 (estremali).
La tenda flessibile 12 è realizzata di un materiale flessibile, ad esempio sotto il proprio peso, ma, ad esempio, sostanzialmente inestensibile se sottoposto a trazione.
La struttura ombreggiante 10 comprende mezzi di movimentazione configurati per attuare lo scorrimento di uno o più traversi mobili 30 lungo la prima direzione A di scorrimento.
I mezzi di movimentazione, non mostrati in quanto di tipo noto, sono ad esempio connessi al primo traverso mobile 30, per l’attuazione in scorrimento del primo traverso mobile 30 e, conseguentemente, di tutti i terzi traversi mobili 30.
I mezzi di movimentazione possono essere del tipo manuale ad arganello o motorizzati a seconda delle esigenze, come noto al tecnico del settore.
Lo scorrimento nella prima direzione A di scorrimento del primo traverso mobile 30 verso le estremità delle barre di supporto 20 prossimali alla traversa 111 stende dapprima la tenda flessibile 12 ad esso fissata, la quale una volta stesa trascina in scorrimento il terzo traverso mobile ad essa fissato e, via via stende le varie tende flessibili 12 e trascina i vari terzo traversi mobili 30 ad esse fissate.
Lo scorrimento nella prima direzione A di scorrimento del primo traverso mobile 30 verso le estremità delle barre di supporto 20 prossimali alla traversa 111 raggiunge un fine corsa quando tutte le tende flessibili 12 sono stese e il primo traverso mobile 30 raggiunge la estremità delle barre di supporto 20 prossimali alla traversa 111. In tale configurazione la struttura ombreggiante 10 è in una posizione di copertura totale.
Lo scorrimento nella prima direzione A di scorrimento del primo traverso mobile 30 verso le estremità delle barre di supporto 20 distali dalla traversa 111 provoca l’impacchettamento (a soffietto) dapprima della tenda flessibile 12 ad esso fissata; una volta che tale tenda flessibile 12 è completamente impacchettata il primo traverso mobile 30 è vicino (sostanzialmente a contatto) all’attiguo terzo traverso mobile 30 e seguitando lo scorrimento nella prima direzione A di scorrimento del primo traverso mobile nello stesso verso il primo traverso mobile 30 spinge in scorrimento il terzo traverso mobile 30 ad essa attiguo nello stesso verso lungo la prima direzione A e, via via impacchetta le varie tende flessibili 12 e spinge i vari terzo traversi mobili 30 ad esse fissate verso le estremità delle barre di supporto 20 distali dalla traversa 111.
Lo scorrimento nella prima direzione A di scorrimento del primo traverso mobile 30 verso le estremità delle barre di supporto 20 distali dalla traversa 111 raggiunge un fine corsa quando tutte le tende flessibili 12 sono impacchettate (vd. Figure 1 e 5) e il primo traverso mobile 30 raggiunge le estremità delle barre di supporto 20 distali dalla traversa 111.
In tale configurazione la struttura ombreggiante 10 è in una posizione di apertura totale.
Sono ovviamente possibili tutte le configurazioni intermedie tra la posizione di copertura totale e la posizione di apertura totale.
Ciascun traverso mobile 30, essendo sostenuto dagli elementi di ancoraggio 52 di almeno due gruppi di connessione 50, i quali elementi di ancoraggio 52 sono singolarmente scorrevoli rispetto alla seconda direzione B di scorrimento, presentano un limitato grado di libertà in scorrimento lungo tale seconda direzione B, che ne permette la regolazione.
I gruppi di connessione 50 comprendono una spina di connessione 51, che risulta snodabile, mediante una cerniera 511, tra le sue due estremità definite dalla testa di aggancio 510 e radice 512, in modo da facilitare la connessione del traverso mobile 30 al carrello 40.
La radice 512 della spina di connessione 51 è configurata in modo da essere avvitata all’interno del foro 32 del traverso mobile 30 (ad esempio sfruttando il riscontro allargato 5103 della testa di aggancio 510), rispetto al quale - una volta serrata - la radice 512 risulta fissa in ogni direzione.
A questo punto risulta possibile, quindi, agganciare la spina di connessione 51, in particolare la sua testa di aggancio 510, all’elemento di ancoraggio 52, in modo tale da permettere la connessione del traverso mobile 30 (collegato rigidamente alla radice 512 della spina di connessione 51) al carrello 40 (connesso all’elemento di ancoraggio 52, il quale quindi viene a sua volta collegato alla testa di aggancio 510 della spina di connessione 51).
La connessione del traverso mobile 30 al carrello 40 avviene tramite almeno due gruppi di connessione 50 (ad esempio uguali tra loro e come sopra descritti o in cui uno solo prevede una spina di aggancio 51 snodabile come sopra descritta), ognuno dei quali risulta posizionato alle due estremità opposte del traverso mobile 30.
Tale connessione risulta facilitata dalla configurazione snodabile della spina di connessione 51, che permette di orientare (ad esempio manualmente) la testa di aggancio 510 della spina di connessione 51 del gruppo di connessione 50 di una delle due estremità del traverso mobile 30, secondo una posizione (di allineamento o di disallineamento) desiderata, consentendo di recuperare eventuali errori di parallelismo e/o flessione durante il montaggio della struttura ombreggiante 10. L’invenzione così concepita è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo.
Inoltre tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti. In pratica i materiali impiegati, nonché le forme e le dimensioni contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze senza per questo uscire dall’ambito di protezione delle seguenti rivendicazioni.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Una struttura ombreggiante (10) comprendente: - una guida di supporto (20); - un carrello (40) scorrevolmente connesso alla guida di supporto (20) lungo una prima direzione (A) di scorrimento; - un traverso mobile (30); e - un gruppo di connessione (50) configurato per connettere in modo removibile il traverso mobile (30) ed il carrello (40), in cui il gruppo di connessione (50) comprende un elemento di ancoraggio (52) associato al carrello (40) e una spina di connessione (51) associata al traverso mobile (30), caratterizzata dal fatto che la spina di connessione (51) comprende una testa di aggancio (510), atta ad impegnare l’elemento di ancoraggio (52), e una radice (512) connessa al traverso mobile (30), in cui tra la testa di aggancio (510) e la radice (512) è interposto uno snodo configurato per permettere una variazione dell’orientazione reciproca tra la testa di aggancio (510) e la radice (512).
  2. 2. La struttura (10) secondo la rivendicazione 1, in cui la testa di aggancio (510) è configurata per essere fissata in modo risolvibile all’elemento di ancoraggio (52) mediante un aggancio a scatto.
  3. 3. La struttura (10) secondo la rivendicazione 1, in cui lo snodo comprende una cerniera (511) configurata per permette una oscillazione reciproca tra la testa di aggancio (510) e la radice (512) attorno ad un asse di cerniera (D) ortogonale ad un asse longitudinale della radice (E)
  4. 4. La struttura (10) secondo la rivendicazione 1, in cui la cerniera (511) comprende: - una forcella (5110), dotata di due rebbi (5111) tra loro paralleli e collegati da un lembo di giunzione (5112) ortogonale ai rebbi (5111); - un perno di cerniera (5115) definente l’asse di cerniera (D), le cui estremità sono accolte in rispettive sedi cilindriche (5114) realizzate nei rebbi (5111) della forcella (5110); e - un occhiello (5118) calzato coassialmente sul perno di cerniera (5115).
  5. 5. La struttura (10) secondo la rivendicazione 4, in cui la testa di aggancio (510) è rigidamente connessa al lembo di giunzione (5112) della forcella (5110) dalla parte opposta dei rebbi (5111).
  6. 6. La struttura (10) secondo le rivendicazioni 4 o 5, in cui la forcella (5110) comprende una sede (5113) realizzata sul lembo di giunzione (5112) entro cui è innestabile almeno una estremità vincolata (5101) della testa di aggancio (510) opposta ad una estremità libera (5100) della stessa adatta ad impegnare l’elemento di ancoraggio (52).
  7. 7. La struttura (10) secondo la rivendicazione 4, in cui l’occhiello (5118) è rigidamente connesso ad una prima estremità (5120) della radice (512).
  8. 8. La struttura (10) secondo la rivendicazione 1, in cui la radice (512) presenta almeno una porzione filettata.
  9. 9. La struttura (10) secondo la rivendicazione 1, in cui lo snodo è configurato in modo che sia impedita una spontanea variazione dell’orientazione reciproca tra la radice (512) e la testa di aggancio (510).
  10. 10. La struttura (10) secondo la rivendicazione 3, in cui la cerniera (511) è configurata in modo che sia impedita una spontanea oscillazione reciproca tra la radice (512) e la testa di aggancio (510) attorno all’asse di cerniera (D).
  11. 11. La struttura (10) secondo le rivendicazioni 4 e 10, in cui la cerniera (511) è configurata in modo che un attrito volvente tra il perno di cerniera (5115) ed almeno uno tra la sede cilindrica (5114) e l’occhiello (5118) o entrambi è dimensionato in modo da impedire la spontanea rotazione reciproca attorno all’asse di cerniera (D).
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* Cited by examiner, † Cited by third party
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