IT201900006945A1 - Dispositivo elettronico di visualizzazione per l‘ausilio nell’apprendimento di soggetti con deficit neurologici di apprendimento - Google Patents

Dispositivo elettronico di visualizzazione per l‘ausilio nell’apprendimento di soggetti con deficit neurologici di apprendimento Download PDF

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IT201900006945A1
IT201900006945A1 IT102019000006945A IT201900006945A IT201900006945A1 IT 201900006945 A1 IT201900006945 A1 IT 201900006945A1 IT 102019000006945 A IT102019000006945 A IT 102019000006945A IT 201900006945 A IT201900006945 A IT 201900006945A IT 201900006945 A1 IT201900006945 A1 IT 201900006945A1
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Description

Descrizione del trovato avente per titolo:
"DISPOSITIVO ELETTRONICO DI VISUALIZZAZIONE PER L ‘AUSILIO NELL’APPRENDIMENTO DI SOGGETTI CON DEFICIT NEUROLOGICI DI APPRENDIMENTO"
CAMPO DI APPLICAZIONE
Forme di realizzazione qui descritte si riferiscono a un dispositivo elettronico di visualizzazione per l’ausilio nell’apprendimento di soggetti con deficit neurologici di apprendimento, e in particolare per il supporto dell’attività di insegnamento della lettura, scrittura e fare di conto, in soggetti in età scolare aventi deficit neurologici di apprendimento. Una possibile applicazione delle forme di realizzazione qui descritte è nel contesto del cosidetto metodo di insegnamento Rapizza, anche se non si esclude che le forme di realizzazione qui descritte possano essere utilizzate anche in altri metodi di insegnamento simili o analoghi.
STATO DELLA TECNICA
E’ noto che soggetti con deficit neurologico di apprendimento possono necessitare, soprattutto in età scolare o pre-scolare, di assistenza, ai fini educativi e didattici, da parte di educatori o insegnanti specializzati ai fini di sviluppare, applicando metodologie di apprendimento e insegnamento specifiche, le capacità e conoscenze di base richieste, in particolare per la lettura, la scrittura e il fare di conto.
Un metodo di apprendimento noto, in particolare, è stato sviluppato dall’insegnante, logopedista e ortofrenica Maria Silvia Rapizza già dai primi anni ’50 (cosiddetto metodo Rapizza). Questo metodo si basa sul presupposto che l’alunno, per affrontare l’esperienza della lettura, della scrittura e del far di conto, deve acquisire i necessari prerequisiti, sia fisici sia mentali, attraverso esperienze fatte con il corpo, con il movimento, con gli oggetti, con il colore.
Con il metodo Rapizza l’alunno, acquistando coscienza del movimento del suo corpo nello spazio, impara a leggere, scrivere e fare di conto.
Il percorso di apprendimento secondo il metodo Rapizza si articola in fasi successive e comincia attraverso il movimento e la presa di coscienza della propria entità fisica e il rapporto di essa con lo spazio circostante.
In una prima fase, in particolare, il metodo si avvale di uno strumento denominato quadrante Terzi, cioè una figura rettangolare, tracciata a terra, che riproduce una griglia o matrice e su cui l’alunno apprende a percorrere prima percorsi, poi tracciati simulanti lettere e numeri, dettati a voce dall’insegnante, poi su auto dettatura.
Per orientarsi, l’alunno utilizza punti a repere, cioè punti di riferimento disposti sul perimetro del tracciato, che servono come riferimento anche all’ insegnante che deve guidarlo.
I punti, nove in tutto, sono situati nei 4 angoli (decodificati da un colore) del rettangolo, nell’intersezione fra i lati e le rispettive mediane (davanti (F), dietro (R), destra (D) e sinistra (S)) e al centro, dove si incrociano le mediane (cosiddetto centro o “naso”)· Quest’ultimo punto viene utilizzato come partenza per l’alunno per seguire qualsiasi percorso lungo i segmenti che collegano i suddetti nove punti. Tale punto centrale è spesso rappresentato da un triangolo, o altro analogo elemento puntatore, che punta verso avanti e che definisce la direzione verso la quale T alunno deve sempre mantenere rivolto il corpo e il viso durante la percorrenza di qualsiasi tracciato o parte di tracciato.
La guida dell’alunno attraverso il tracciato avviene mediante diverse fasi di coinvolgimento dell’insegnante, dal livello iniziale, o matemage, in cui l’insegnante affianca l’alunno passo a passo, fino alla fase in cui l’alunno acquista autonomia nel seguire le indicazioni.
In questa fase l’alunno maturerà, quindi, le abilità necessarie per, nella seconda fase del metodo Rapizza, riproporre graficamente, su un foglio che riproduce una matrice o griglia che richiama il suddetto quadrante Terzi, il percorso effettuato fisicamente sul quadrante Terzi.
Il metodo Rapizza è, in generale, un percorso didattico proponibile a tutti i soggetti, sia con sviluppo neurologico normale sia, soprattutto, atipico (per esempio pazienti con autismo, ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività), DSA (disturbi specifici dell’apprendimento), Sindrome di Down, ecc.), e quindi il passaggio dal matemage all’autonomia varia da paziente a paziente, dipendendo anche dai livelli di coinvolgimento dell’insegnante nel guidare l’alunno.
Il passaggio dalla prima fase alla seconda fase è un momento critico del metodo Rapizza poiché l’alunno deve trasformare la sua esperienza di movimento in scrittura su carta.
Nella prima fase, il raggiungimento dell’autonomia dell’alunno nel seguire le indicazioni può essere facilitata dall’intervento a vari livelli dell’insegnante, ma nel passaggio dalla prima fase alla seconda fase, l’insegnante è sprovvisto di specifici strumenti per aiutare l’alunno, il quale generalmente fa affidamento soprattutto su ciò che ha memorizzato per riprodurre su carta il percorso fisicamente compiuto sul quadrante Terzi.
Di conseguenza, un inconveniente che si può riscontrare nella tradizionale applicazione del metodo Rapizza è la difficoltà dell’alunno nel riprodurre su carta il percorso fisicamente compiuto sul quadrante Terzi. Solitamente, l’alunno deve quindi compiere il percorso un numero elevato di volte per memorizzare le informazioni che poi dovrà utilizzare su carta. Questo è uno degli aspetti che maggiormente rendono lento l’apprendimento nel metodo Rapizza: i progressi, infatti, sono strettamente correlati alla capacità mnemonica dell’alunno di ricordare e consolidare in memoria, via via, diversi percorsi compiuti sul quadrante Terzi e associati a diverse lettere, numeri o segni grafici.
E’ sentita, quindi, la mancanza di strumenti didattici o di supporto che possano essere utilizzati dall’insegnante come sostegno mnemonico per l’alunno, in modo da facilitare e rendere più rapido il passaggio dal percorso fisicamente effettuato sul quadrante Terzi a un corrispondente tratto o segno riprodotto sul foglio.
Esiste pertanto la necessità di perfezionare un dispositivo elettronico di visualizzazione per l’ausilio nell’apprendimento di soggetti con deficit neurologici di apprendimento che possa superare almeno uno degli inconvenienti della tecnica.
In particolare, uno scopo del presente trovato è quello di prevedere un dispositivo che sia di ausilio per facilitare il passaggio di un soggetto, paziente o alunno, dalla prima fase alla seconda fase del metodo Rapizza, coadiuvando e rafforzando la memorizzazione del senso, direzione e sequenza del percorso compiuto sul quadrante Terzi.
Un altro scopo è fornire un dispositivo che permetta all’insegnante di interagire attivamente con l’alunno, rispettandone tuttavia l’autonomia e indipendenza.
Ancora un altro scopo è di rendere più veloce il metodo di apprendimento, consentendo di effettuare progressi in modo più rapido. Un altro scopo ancora è mettere a disposizione un dispositivo il cui contributo sia di facile e intuitiva comprensione per l' alunno e che, nel contempo, sia anche di facile utilizzo per l’insegnante.
Scopo del presente trovato è di garantire almeno la stessa qualità dell’ insegnamento ma in tempi più celeri.
Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questi e ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.
ESPOSIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato è espresso e caratterizzato nella rivendicazione indipendente. Le rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato o varianti dell’idea di soluzione principale.
Forme di realizzazione si riferiscono a un dispositivo elettronico di visualizzazione, utilizzabile come ausilio nell’apprendimento di soggetti con deficit neurologici di apprendimento. In particolare il dispositivo può essere utilizzato vantaggiosamente nel metodo di insegnamento Rapizza, più in particolare nella fase di transizione tra la prima fase e la seconda fase di suddetto metodo.
In accordo con forme di realizzazione, il dispositivo elettronico di visualizzazione comprende una tavoletta provvista di una pluralità di sorgenti luminose.
Inoltre, il dispositivo elettronico di visualizzazione comprende un telecomando, il quale è provvisto di interfaccia utente configurata per fornire una pluralità di elementi di immissione separati l’uno dall’altro, ciascuno dei quali è configurato per controllare in modo univoco una specifica sorgente luminosa determinandone selettivamente l’accensione o lo spegnimento.
Secondo forme di realizzazione, il dispositivo elettronico di visualizzazione comprende inoltre mezzi di collegamento configurati in modo da fornire segnali di comando immessi mediante detti elementi di immissione per la selettiva accensione o spegnimento delle sorgenti luminose.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Questi e altri aspetti, caratteristiche e vantaggi del presente trovato appariranno chiari dalla seguente descrizione di forme di realizzazione, fomite a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui:
- la fig. 1 è una vista in pianta dall’alto di un dispositivo elettronico di visualizzazione in accordo con forme di realizzazione qui descritte;
- la fig. 2 è una vista in pianta di un dispositivo elettronico di visualizzazione in accordo con forme di realizzazione qui descritte;
- la fig. 3 è una vista in pianta di un dispositivo elettronico di visualizzazione in accordo con forme di realizzazione qui descritte;
- la fig. 4 è una vista esemplificativa di un quadrante Terzi su pavimento (A) e su supporto (B).
Per facilitare la comprensione, numeri di riferimento identici sono stati utilizzati, ove possibile, per identificare elementi comuni identici nelle figure. Va inteso che elementi e caratteristiche di una forma di realizzazione possono essere convenientemente incorporati in altre forme di realizzazione senza ulteriori precisazioni.
DESCRIZIONE DI FORME DI REALIZZAZIONE
Si farà ora riferimento nel dettaglio alle varie forme di realizzazione del trovato, delle quali uno o più esempi sono illustrati nelle figure allegate. Ciascun esempio è fornito a titolo di illustrazione del trovato e non è inteso come una limitazione dello stesso. Ad esempio, le caratteristiche illustrate o descritte in quanto facenti parte di una forma di realizzazione potranno essere adottate su, o in associazione con, altre forme di realizzazione per produrre un’ulteriore forma di realizzazione. Resta inteso che il presente trovato sarà comprensivo di tali modifiche e varianti.
Prima di descrivere le forme di realizzazione, si chiarisce, inoltre, che la presente descrizione non è limitata nella sua applicazione ai dettagli costruttivi e di disposizione dei componenti come descritti nella seguente descrizione utilizzando le figure allegate. La presente descrizione può prevedere altre forme di realizzazione ed essere realizzata o messa in pratica in altri svariati modi. Inoltre, si chiarisce che la fraseologia e terminologia qui utilizzata è a fini descrittivi e non deve essere considerata come limitante.
È chiaro che al trovato fin qui descritto, possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti, senza per questo uscire dall’ ambito del presente trovato come definito dalle rivendicazioni.
È anche chiaro che, sebbene il presente trovato sia stato descritto con riferimento ad alcuni esempi specifici, una persona esperta del ramo potrà senz’altro realizzare molte altre forme equivalenti del trovato, aventi le caratteristiche espresse nelle rivendicazioni e quindi tutte rientranti nell’ambito di protezione da esse definito.
Le figg. da 1 a 3 sono utilizzate per descrivere forme di realizzazione di un dispositivo elettronico di visualizzazione 10, nel seguito anche brevemente dispositivo 10.
Il dispositivo 10 può essere impiegato per l’ausilio nell’apprendimento di soggetti con deficit neurologici di apprendimento, e in particolare per il supporto dell’ attività di insegnamento della lettura, scrittura e fare di conto, in soggetti in età scolare aventi deficit neurologici di apprendimento.
Secondo forme di realizzazione, il dispositivo 10 comprende una tavoletta 11 provvista di una pluralità di sorgenti luminose 16 puntiformi disposte su righe e colonne in accordo con uno schema a griglia M. Ad esempio, le sorgenti luminose 16 possono essere luci a LED (Light Emitting Diode), le quali tipicamente hanno il vantaggio di un basso consumo di energia elettrica, nonché di non riscaldare eccessivamente. Oppure possono essere utilizzate altre tipologie di sorgenti luminose 16. Inoltre, il dispositivo 10 comprende un telecomando 12 provvisto di interfaccia utente 18 configurata per fornire una pluralità di elementi di immissione 17 separati l’uno dall’altro. Ciascuno degli elementi di immissione 17 è configurato per controllare in modo univoco una specifica di dette sorgenti luminose 16 determinandone selettivamente l accensione/spegnimento. Il telecomando 12 può ad esempio includere un involucro 12a, vantaggiosamente di forma ergonomica, utile a contenere e proteggere circuiterie e componenti elettrici/elettronici necessari.
Ulteriormente, il dispositivo 10 comprende mezzi di collegamento 20 configurati per collegare detto telecomando 12 a detta tavoletta 11 in modo da fornire segnali di comando immessi mediante detti elementi di immissione 17 per la selettiva accensione/spegnimento di dette sorgenti luminose 16.
In possibili forme di realizzazione, la tavoletta 11 può avere forma essenzialmente di parallelepipedo rettangolo, eventualmente con bordi smussati e/o angoli curvi.
Vantaggiosamente la tavoletta 11 può avere dimensioni contenute, ed essere cioè agevolmente trasportabile e maneggiabile, ad esempio per essere trasportata, per esempio in una borsa o uno zaino e altresì vantaggiosamente sistemata su un tavolo o un banco.
In forme di realizzazione, le righe dello schema a griglia M sono tra loro parallele, così come le colonne sono tra loro parallele; righe e colonne sono tra loro perpendicolari (si veda ad esempio fig. 1).
In forme di realizzazione, lo schema a griglia M di dette sorgenti luminose 16 è formato da un numero dispari di righe e un numero dispari di colonne, in modo da presentare una sorgente luminosa 16 essenzialmente al centro. In particolare, la distanza, o passo al quale sono disposte le sorgenti luminose 16 lungo le righe può essere inferiore alla distanza, o passo al quale sono disposte le sorgenti luminose 16 lungo le colonne. Tale disposizione è favorevolmente coordinata con una possibile forma a parallelepipedo rettangolo, o assimilabile, della tavoletta 11.
Vantaggiosamente, lo schema a griglia M di dette sorgenti luminose 16 è coordinato, e in particolare riproduce, lo schema di un quadrante Terzi.
Vantaggiosamente, secondo alcune forme di realizzazione, i suddetti elementi di immissione 17 sono disposti su righe e colonne in accordo con uno schema a griglia N coordinato con lo schema a griglia M di dette sorgenti luminose 16.
In altre forme di realizzazione, gli elementi di immissione 17 possono essere disposti secondo schemi differenti, ad esempio solo in colonna, oppure solo in riga, oppure in accordo con altre disposizioni, ad esempio secondo una curva o tratto di curva, oppure combinazioni di tali disposizioni.
In forme di realizzazione, gli elementi di immissione 17 sono tasti o pulsanti o altri dispositivi atti ad aprire o chiudere un circuito elettrico. Tali tasti o pulsanti possono essere fisici o virtuali, a seconda della tipologia di interfaccia utente 18. Ad esempio, nel caso in cui l’interfaccia utente 18 sia una tastiera fisica, gli elementi di immissione 17 possono essere tasti o pulsanti fisici, mentre nel caso in cui l’interfaccia utente 18 includa uno schermo elettronico in particolare di tipo tattosensibile (“touch-screen”), tali elementi di immissione 17 possono essere tasti o pulsanti virtuali. In tal caso è previsto un codice software memorizzato in una memoria del telecomando 12 che, quando eseguito da un processore del telecomando 12, è atto a fornire un’interfaccia utente 12 disponibile attraverso lo schermo elettronico e a presentare tali elementi di immissione 17 in forma di tasti o pulsanti virtuali.
Secondo forme di realizzazione, il tempo di accensione di una sorgente luminosa 16 può essere pari al tempo di interazione con l’elemento di immissione 17 oppure la tavoletta 11 può essere configurata per accendere una sorgente luminosa 16 per un tempo preimpostato attraverso un'unica interazione con il corrispondente elemento di immissione 17.
In forme di realizzazione evolute, il telecomando 12 è realizzato mediante un dispositivo elettronico portatile di tipo intelligente, quale uno smartphone o simile, nel quale è memorizzata un’applicazione software che, quando eseguita, rende disponibile l’interfaccia utente 18 di cui sopra.
In forme di realizzazione, anche la tavoletta 11 può essere un dispositivo elettronico portatile di tipo intelligente, quale un “tablet” o simile, ed anche in tal caso sarà presente un’applicazione software memorizzata che, quando eseguita, rende disponibile un’interfaccia utente atta a fornire le suddette sorgenti luminose 16.
In possibili implementazioni, la tavoletta 11 è provvista di un elemento puntatore 15 disposto in corrispondenza di una sorgente luminosa 16 centrale. Tale elemento puntatore 15 è favorevolmente rivolto verso “avanti” ed è utile all’alunno per orientarsi nell’utilizzo del dispositivo di visualizzazione 11. Esso vantaggiosamente riproduce la funzione di un analogo elemento puntatore normalmente previsto al centro di un quadrante Terzi.
In forme di realizzazione, lo schema a griglia M di dette sorgenti luminose 16 è formato da tre righe e tre colonne; di conseguenza sono presenti, in queste forme di realizzazione, nove sorgenti luminose 16 puntiformi. Tale schema a griglia M formato da tre righe e tre colonne è coerente con un quadrante Terzi.
In possibili forme di realizzazione, la tavoletta 11 è provvista di una pluralità di fori 14 disposti in posizione coordinata alla posizione delle sorgenti luminose 16. Tali fori 14 sono realizzati per consentire il passaggio della radiazione luminosa emessa dalle sorgenti luminose 16. Essi possono ad esempio avere forma circolare, ellittica, oppure poligonale, o altra forma desiderata, ad esempio stella, cuore o altro. Nelle forme di realizzazione in cui lo schema a griglia M di dette sorgenti luminose 16 è formato da tre righe e tre colonne sono previsti, quindi, nove fori 14.
In possibili forme di realizzazione, la tavoletta 11 comprende un pannello frontale 13. Il pannello frontale 13, in possibili forme di realizzazione, presenta i suddetti fori 14. La tavoletta 11 comprende, inoltre, un pannello posteriore 13a contrapposto al pannello frontale 13 a delimitare un alloggiamento interno 13b. Nell’ alloggiamento interno 13b sono disposte le suddette sorgenti luminose 16. Le sorgenti luminose 16 possono essere posizionate in detto alloggiamento interno 13b, ad esempio incassate nei suddetti fori 14.
In forme di realizzazione, i mezzi di collegamento 20 possono essere di tipo via cavo, oppure senza fili (“wireless”).
In forme di realizzazione, la tavoletta 11 comprende un assieme circuito elettrico 19. Tale assieme circuito elettrico 19 può essere disposto all’interno del suddetto alloggiamento interno 13b. Tale assieme circuito 19 è collegato a un blocchetto di alimentazione 19b presente nella tavoletta 11. Quest’ultimo, a sua volta, è connesso ai suddetti mezzi di collegamento 20. L’assieme circuito 19 è provvisto di ramificazioni elettriche 19a, in particolare conduttori o fili elettrici, che, dipartendosi dal blocchetto di alimentazione 19b, si collegano a ciascuna delle sorgenti luminose 16.
In modo analogo, anche il telecomando 12, in particolare nel caso in cui gli elementi di immissione 17 siano tasti o pulsanti fisici, può includere un assieme circuito elettrico 17b (raffigurato in tratteggio in fig. 2) che, mediante ramificazioni elettriche 17a, si collega agli elementi di immissione 17. Tale assieme circuito elettrico 17b è incluso nel suddetto involucro 12a.
Il telecomando 12 può includere mezzi di alimentazione elettrica 21 (raffigurati in tratteggio in fig. 2), quali accumulatori o batterie, ad esempio ricaricabili, presenti o associate al telecomando 12, oppure una fonte di alimentazione elettrica esterna, ad esempio via rete elettrica esterna; a tale fine può ad esempio essere prevista una porta di alimentazione 27a, visibile nelle figg. 2 e 3. Tali mezzi di alimentazione elettrica 21 possono essere previsti per alimentare elettricamente non solo il telecomando 12, ma anche la tavoletta 11, mediante i suddetti mezzi di collegamento 20. Nulla vieta di invertire tale configurazione, prevedendo i mezzi di alimentazione 21 nella tavoletta 11.
In possibili forme di realizzazione, descritte utilizzando le figg. 1 e 2, i mezzi di collegamento 20 possono essere via cavo e includere un cavo di alimentazione elettrica che collega elettricamente il telecomando 12 alla tavoletta 11 ai fini di fornire l’alimentazione elettrica necessaria quantomeno al funzionamento delle sorgenti luminose 16 secondo le necessità.
In ulteriori forme di realizzazione, descritte utilizzando la fig. 3, i mezzi di collegamento 20 possono essere di tipo senza fili. In tal caso, essi forniscono segnali di comando dal telecomando 12 alla tavoletta 1 1 per l accensione/spegnimento delle sorgenti luminose. In queste forme di realizzazione, la tavoletta 11 e il telecomando 12 sono provvisti di propri mezzi di alimentazione, ad esempio mezzi di alimentazione 21 previsti nel telecomando 12 e ad esempio come sopra descritti utilizzando le figg.
1 e 2, e mezzi di alimentazione 21 a presenti nella tavoletta 11, anch’essi ad esempio formati da batterie o accumulatori, vantaggiosamente ricaricabili, e/o possibilmente collegabili anche a una rete di alimentazione elettrica esterna, ad esempio tramite una porta di alimentazione 27b, visibili in fig. 3 e applicabili anche alle forme di realizzazione delle fìgg. 1 e 2.
In queste forme di realizzazione, i mezzi di collegamento 20 includono un primo modulo di comunicazione senza fili 20a nel telecomando 12 e un secondo modulo di comunicazione senza fili 22 nella tavoletta 11. 1 moduli 20a e 22 possono essere moduli, ad esempio antenne, rispettivamente di trasmissione e ricezione.
Nelle forme di realizzazione previste con questa tipologia di mezzi di collegamento 20 senza fili, il primo modulo di comunicazione senza fili 20a e il secondo modulo di comunicazione senza fili 22 possono essere preferibilmente, ma non solo, un modulo di comunicazione a corto raggio come modulo/antenna radio, Wi-Fi, NFC (Near-Field Communication), Bluetooth, IrDA (Infrared Data Association), Zigbee o ulteriori con funzioni analoghe.
In forme di realizzazione, le porte di alimentazione 27a, 27b possono essere vantaggiosamente porte USB (Universal Serial Bus) o altre porte che consentano l’alimentazione da una sorgente elettrica.
Inoltre, in alcune forme di realizzazione nella tavoletta 11 può essere presente un commutatore 23 che riceve i segnali di comando dal secondo modulo di comunicazione senza fili 22 nella tavoletta 11 e li indirizza, ad esempio attraverso le ramificazioni elettriche 19a dell’assieme circuito elettrico 19, verso le rispettive sorgenti luminose 16 per la selettiva accensione/spegnimento, vantaggiosamente in funzione dei segnali di comando foniti dal telecomando 12.
Di seguito, utilizzando la fig. 4, si descrive come il dispositivo 10 può essere utilizzato per l’ausilio nell’ apprendimento di soggetti con deficit neurologici di apprendimento, e in particolare per il supporto dell’attività di insegnamento della lettura, scrittura e fare di conto, in soggetti in età scolare aventi deficit neurologici di apprendimento. La descrizione che segue viene fatta con riferimento all’utilizzo del dispositivo 10 nel cosiddetto metodo Rapizza. In fig. 4 sono esemplificate le due fasi del suddetto metodo, rispettivamente indicate A e B. In A è rappresentato un pavimento 24 su cui è tracciato un quadrante Terzi 25, i nove tipici punti di riferimento 26 cioè i punti a repere, e il puntatore, o “naso”, O disposto in corrispondenza del punto centrale. Sul quadrante Terzi 25, secondo la prima fase del metodo Rapizza, l’alunno, partendo dal centro dove si trova il puntatore O, si muove lungo i segmenti che collegano i punti di riferimento 26, mantenendosi sempre rivolto nella direzione indicata dal puntatore O, secondo uno schema indicato dall’insegnante tale da riprodurre una lettera. In B è schematizzato un supporto P, ad esempio un foglio di carta, su cui l’alunno può riprodurre i punti a repere del quadrante Terzi 25 in scala ridotta e su cui l’alunno è chiamato a riprodurre, mediante strumenti di scrittura come matite, penne, pennarelli o simili e basandosi sul percorso che ha memorizzato ripetendo gli spostamenti fisici lungo il pavimento 24, il tracciato eseguito nella prima fase, per esempio una lettera E. Il passaggio tra le due fasi A e B richiede da parte dell’alunno una combinazione di sforzi di coordinazione e mnemonici che, per concludersi positivamente, possono richiedere numerose ripetizioni del percorso fisico sul pavimento 24 lungo il quadrante Terzi 25. In questa fase, il dispositivo 10 è molto vantaggioso in quanto, riproducendo visivamente il percorso, mediante accensione/spegnimento selettivo delle sorgenti luminose 16, l alunno può memorizzare in modo più rapido favorevolmente sfruttando lo stimolo visivo luminoso che riceve, i punti di partenza e soprattutto di arrivo di ciascun tratto del percorso da compiere e riprodurre sul supporto P. In questa fase, infatti, l’insegnante ha la possibilità di utilizzare il dispositivo 10 per intervenire, senza compromettere l’autonomia dell’alunno nel metodo eseguito, nel caso in cui l’alunno stesso evidenzi difficoltà nel proseguire la riproduzione sul supporto P del percorso fisico precedentemente compiuto lungo il quadrante Terzi 25. Tramite l’utilizzo del telecomando 12 l’insegnante può comandare l’accensione e/o spegnimento delle sorgenti luminose 16 in funzione del percorso da riprodurre sul supporto P da parte dell’alunno. Questi, grazie allo stimolo visivo, è agevolato nel richiamare alla memoria il percorso da tracciare sul substrato P, velocizzando il processo di apprendimento. Quando l’apprendimento dell’alunno si è evoluto e/o è ritenuto opportuno dall’insegnante, l’alunno stesso può utilizzare il telecomando 12 per riprodurre sulla tavoletta 11 il percorso fisico compiuto lungo il quadrante Terzi 25.
La Richiedente, applicando sperimentalmente il dispositivo 10 secondo la presente descrizione nel metodo Rapizza, ha riscontrato un netto miglioramento nella capacità e velocità di apprendimento degli alunni.
È chiaro che al dispositivo 10 fin qui descritto possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti, senza per questo uscire dall’ambito del presente trovato come definito dalle rivendicazioni.
È anche chiaro che, sebbene il presente trovato sia stato descritto con riferimento ad alcuni esempi specifici, una persona esperta del ramo potrà senz’altro realizzare molte altre forme equivalenti del trovato, aventi le caratteristiche espresse nelle rivendicazioni e quindi tutte rientranti nell’ambito di protezione da esse definito.
Nelle rivendicazioni che seguono, i riferimenti tra parentesi hanno il solo scopo di facilitare la lettura e non devono essere considerati come fattori limitativi per quanto attiene all’ambito di protezione sotteso nelle specifiche rivendicazioni.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo elettronico di visualizzazione (10) per l’ausilio nell’apprendimento di soggetti con deficit neurologici di apprendimento, caratterizzato dal fatto che detto dispositivo comprende: una tavoletta (11) provvista di una pluralità di sorgenti luminose (16) puntiformi disposte su righe e colonne in accordo con uno schema a griglia (M); un telecomando (12) provvisto di interfaccia utente (18) configurata per prevedere una pluralità di elementi di immissione (17) separati l’uno dall’altro, ciascuno di detti elementi di immissione (17) essendo configurato per controllare in modo univoco una specifica di dette sorgenti luminose (16) determinandone selettivamente l’accensione/spegnimento; mezzi di collegamento (20) configurati per collegare detto telecomando (12) a detta tavoletta (11) in modo da fornire segnali di comando immessi mediante detti elementi di immissione (17) per la selettiva accensione/spegnimento di dette sorgenti luminose (16).
  2. 2. Dispositivo come nella rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto schema a griglia (M) di dette sorgenti luminose (16) è formato da tre righe e tre colonne, essendo presenti nove sorgenti luminose (16) puntiformi.
  3. 3. Dispositivo come nella rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detti elementi di immissione (17) sono disposti su righe e colonne in accordo con uno schema a griglia (N) coordinato con lo schema a griglia (M) di dette sorgenti luminose (16).
  4. 4. Dispositivo come nelle rivendicazioni 1 , 2 o 3, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di collegamento (20) sono di tipo via cavo oppure senza fili.
  5. 5. Dispositivo come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto schema a griglia (M) di dette sorgenti luminose (16) riproduce lo schema di un quadrante Terzi.
  6. 6. Dispositivo come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta tavoletta (11) è provvista di una pluralità di fori (14), in posizione e numero coniugati a quelli di dette sorgenti luminose (16), attraverso le quali passa la radiazione luminosa emessa da dette sorgenti luminose (16).
  7. 7. Dispositivo come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che almeno uno tra telecomando (12) e detta tavoletta (11) sono dispositivi elettronici portatili di tipo intelligente.
  8. 8. Dispositivo come in una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che tavoletta (11) e/o telecomando (12) sono provvisti di mezzi di alimentazione (21).
  9. 9. Dispositivo come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta tavoletta (11) è provvista di un elemento puntatore (15) disposto in corrispondenza di una sorgente luminosa (16) centrale.
  10. 10. Dispositivo come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che lo schema a griglia (M) di dette sorgenti luminose (16) è formato da un numero dispari di righe e un numero dispari di colonne, in modo da presentare una sorgente luminosa (16) essenzialmente al centro.
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* Cited by examiner, † Cited by third party
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US4354843A (en) * 1979-05-04 1982-10-19 Brian Feldman Spacial orientation instruction device

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