IT201900001601A1 - Caldaia per la lavorazione del latte e la produzione del formaggio comprendente mezzi di sicurezza - Google Patents

Caldaia per la lavorazione del latte e la produzione del formaggio comprendente mezzi di sicurezza Download PDF

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IT201900001601A1
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IT
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IT102019000001601A
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Giorgio Genti
Original Assignee
Caseartecnica Bartoli S R L
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    • A01AGRICULTURE; FORESTRY; ANIMAL HUSBANDRY; HUNTING; TRAPPING; FISHING
    • A01JMANUFACTURE OF DAIRY PRODUCTS
    • A01J17/00Kneading machines for butter, or the like
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Description

DESCRIZIONE
TITOLO: CALDAIA PER LA LAVORAZIONE DEL LATTE E LA PRODUZIONE DEL FORMAGGIO COMPRENDENTE MEZZI DI SICUREZZA
CAMPO DI APPLICAZIONE DELL’INVENZIONE
Il presente trovato si inserisce nel campo degli apparati per la produzione di formaggio, in particolare si tratta di dispositivi per la sicurezza operatore addetti all’utilizzo delle caldaie in cui viene lavorato il latte per la produzione di formaggio.
STATO DELL’ARTE
Le caldaie, in cui viene lavorato il latte e prodotto il formaggio, sono generalmente provviste di diversi dispositivi di lavoro per mescolare il latte in lavorazione, per tagliare la cagliata in piccoli pezzi per la produzione del formaggio, per pulire la caldaia stessa a fine lavorazione.
Questi dispositivi, che operano in caldaia per eseguire le varie fasi di lavoro per la produzione di formaggio, sono generalmente installati su una struttura che comprende mezzi di sostegno atti a ricevere mezzi di movimentazione su cui vengono installati detti dispositivi, per la loro messa in movimento.
Ad esempio, tra detti dispositivi rientrano attrezzi di lavoro quali l’elica, per il mescolamento del latte, lo spino a reggia con o senza elica per la rottura della cagliata, o dispositivi di pulitura per la pulizia della caldaia e, più precisamente, dei doppifondi della caldaia.
In funzione della fase di lavoro che deve essere eseguita, il corrispondente idoneo dispositivo di lavoro deve essere installato all’interno della caldaia al posto di quello utilizzato nella precedente fase.
Ogni dispositivo di lavoro è meccanicamente e operativamente connesso ai mezzi di movimentazione configurati per trasmettere movimentato e coppia, mediante differenti sistemi di innesto generalmente manuali.
L’operatore che è addetto alla gestione/manutenzione della caldaia, è quindi incaricato di sostituire i dispositivi di lavoro in funzione della lavorazione che deve essere eseguita oltre alle operazioni manutenzione e controllo. Dato che l’operatore si trova a dover lavorare con organi in movimento, è importante ridurre il rischio dovuto ad eventuali contatti tra l’organo in movimento e l’operatore sia durante le fasi di lavoro che di manutenzione.
Per far si che tutte le suddette operazioni possano essere eseguite garantendo la sicurezza dell’operatore, sono generalmente presenti dispositivi di sicurezza quali pulsanti di stop per l’arresto dei mezzi di movimentazione o pulsanti di emergenza per il taglio dell’alimentazione a detti mezzi di movimentazione, e relative procedure per la loro utilizzazione. Generalmente le procedure devono essere seguite dall’operatore e prevedono che il pulsante di stop/emergenza debba essere attivato prima di ogni operazione di sostituzione o manutenzione per garantire il taglio dell’alimentazione ai dispositivi di movimentazione.
La dimenticanza o la mancata attuazione della procedura, mette l’operatore in condizioni di rischio.
Ulteriormente detti rischi sono legati al fatto che detti pulsanti:
- devono essere azionati volontariamente
- non sempre sono installabili vicino agli organi in movimento.
Pertanto non sono in grado di fornire una corretta protezione all’operatore in quanto, il fatto che debbano essere azionati volontariamente comporta che l’operatore sia in grado di azionare il pulsante pur essendo in situazione critica. Inoltre la sua attivazione avviene a fronte una situazione di emergenza già in atto e non in grado di prevenirla.
ESPOSIZIONE E VANTAGGI DEL TROVATO
Il problema tecnico alla base della presente invenzione è quello di mettere a disposizione una caldaia per la lavorazione del latte e la produzione del formaggio comprendente mezzi di sicurezza, strutturalmente e funzionalmente concepiti per superare uno o più dei limiti sopra esposti con riferimento alla tecnica nota citata.
Nell’ambito del suddetto problema, un principale scopo dell’invenzione è quello di mettere a punto una caldaia con mezzi di sicurezza che consentano di proteggere l’operatore quando si avvicina ai dispositivi in movimento, sia in modo volontario che involontario, consentendo un intervento di arresto dei dispositivi in movimento.
Ulteriore scopo dell’invenzione è anche quello di mettere a disposizione della tecnica una caldaia per la lavorazione del latte e la produzione del formaggio con mezzi di sicurezza, nell’ambito di una soluzione semplice razionale e dal costo piuttosto contenuto, che riduce i rischi di lavoro dell’operatore.
Tali ed altri scopi sono raggiunti grazie alle caratteristiche dell’invenzione riportante nella rivendicazione indipendente. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell’invenzione.
In particolare, una forma di attuazione della presente invenzione rende disponibile una caldaia per la lavorazione del latte e la produzione del formaggio, comprendente mezzi di movimentazione configurati per la trasmissione del moto ad almeno un dispositivo di lavoro che opera nella caldaia, e comprendente dei mezzi di sicurezza atti ad interrompere il movimento dei mezzi di movimentazione. Detti mezzi di sicurezza comprendono dei mezzi di disattivazione del movimento dei detti mezzi di movimentazione, quando l’operatore si avvicina a detti mezzi di movimentazione.
Grazie a questa soluzione è possibile arrestare i mezzi di movimentazione quando l’operatore si mette in condizioni di rischio avvicinandosi a detti mezzi di movimentazione. Pertanto non è necessario eseguire particolari procedure di arresto preliminare, consentendo di garantire la sicurezza anche in caso di un avvicinamento involontario.
Per garantire la sicurezza in avvicinamento ai mezzi di movimentazione, un ulteriore aspetto prevede che i mezzi di disattivazione siano posti in corrispondenza di un elemento di trasmissione dei mezzi di movimentazione.
Infatti detto elemento di trasmissione è girevole attorno ad un suo asse e configurato per trasmettere il moto e la coppia di un rispettivo motore e/o riduttore al dispositivo di lavoro.
Preferibilmente detti mezzi di disattivazione sono posti al di sotto del motore /o del riduttore e/o di carter di protezione di detti mezzi di movimentazione.
Ulteriormente preferibilmente i mezzi di disattivazione sono posti al di sopra della zona di connessione tra l’elemento di trasmissione e il dispositivo di lavoro.
In particolare detti mezzi di disattivazione sono disposti in modo da circondare almeno parzialmente l’elemento di trasmissione.
Le caratteristiche di posizionamento suddette sono tali da garantire la massima protezione quando l’operatore si avvicina a parti pericolose in quanto in movimento. Inoltre consento una facile accessibilità alla manutenzione.
Secondo un aspetto del trovato, in cui i mezzi di disattivazione comprendono mezzi di rilevazione di una parte del corpo dell’operatore.
Secondo un ulteriore aspetto del trovato, i mezzi di disattivazione comprendono mezzi di impegno da parte dell’operatore.
Entrambe le soluzioni consentono di rilevare la presenza dell’operatore sia mediante mezzi di rilevazione atti a rilevare direttamente l’operatore sia alternativamente mediante mezzi di rilevazione atti a rilevare corrispondenti mezzi di impegno che vengono in contatto con l’operatore.
Detti scopi e vantaggi sono tutti raggiunti dal dispositivo di pulitura per caldaia per la lavorazione del latte e la produzione del formaggio, oggetto del presente trovato, che si caratterizza per quanto previsto nelle sotto riportate rivendicazioni.
BREVE DESCRIZIONE DELLE FIGURE
Questa ed altre caratteristiche risulteranno maggiormente evidenziate dalla descrizione seguente di alcune forme di realizzazione illustrate, a puro titolo esemplificativo e non limitativo nelle unite tavole di disegno.
- Figura 1: illustra una vista dall’alto di una caldaia per la lavorazione del latte e la produzione del formaggio, in cui sono installati mezzi di sicurezza;
- Figura 2: illustra una vista in sezione di una caldaia per la lavorazione del latte e la produzione del formaggio, in cui sono installati mezzi di sicurezza;
- Figura 3: illustra una vista assonometrica posteriore dei mezzi di sicurezza installati sui mezzi di movimentazione con carter;
- Figura 3a: illustra una vista assonometrica posteriore dei mezzi di sicurezza installati sui mezzi di movimentazione senza carter;
- Figura 4: illustra una vista assonometrica anteriore dei mezzi di mezzi di sicurezza installati sui mezzi di movimentazione;
- Figura 5: illustra una vista assonometrica dal basso dei mezzi di sicurezza installati sui mezzi di movimentazione;
- Figura 6: illustra una vista assonometrica dei mezzi di disattivazione;
- Figura 7: illustra una vista assonometrica dei mezzi di impegno.
- Figura 8: illustra una vista assonometrica dei mezzi di impegno nella posizione di stand-by in una posizione di disattivazione.
DESCRIZIONE DEL TROVATO
Con particolare riferimento alle figure 1 e 2 è rappresentata una caldaia 300 per la lavorazione del latte e la produzione del formaggio, al cui interno è installato un dispositivo di lavoro 100 per eseguire una fase di lavoro del latte.
La caldaia ha generalmente conformazione cilindrica e ulteriormente preferibilmente sostanzialmente troncoconica.
Secondo una possibile forma di realizzazione, alla caldaia 300 è operativamente associata una struttura 200 atta a sostenere i vari dispositivi di lavoro 100 che operano nella caldaia 300 per la produzione del formaggio. Detti dispositivi di lavoro 100 comprendono ad esempio un’elica per il mescolamento del latte (come rappresentato in figura 2), oppure uno spino a reggia con o senza elica per la rottura della cagliata, o spazzole di pulitura per la pulitura della caldaia 300 al termine della lavorazione del formaggio.
La struttura 200, configurata per sostenere i vari dispositivi di lavoro 100, è preferibilmente posta a lato ed in prossimità della caldaia 300.
Generalmente detta struttura 200 comprende un basamento 201, un piantone 202 ed un braccio 203.
Il basamento 201 è preferibilmente connesso ad un piano d’appoggio, che possono essere il suolo o eventuali pedane sopraelevate, su cui generalmente appoggia anche la caldaia 300 o come rappresentato in figura 1 può essere connesso direttamente alla caldaia.
Da detto basamento 201 si sviluppa il piantone 202 generalmente in direzione verticale rispetto al piano d’appoggio; a detto piantone 202 è meccanicamente associato il braccio 203.
Detto braccio 203 è sostanzialmente disposto orizzontale al piano d’appoggio e comunque preferibilmente su di un piano sostanzialmente parallelo ad un bordo 301 della caldaia 300.
Il braccio 203 è preferibilmente libero di ruotare sul piantone 202, mediante ad esempio l’azione manuale dell’operatore che lo può portare in ogni posizione interna o esterna alla caldaia 300.
La struttura 200 è pertanto conformata in modo da consentire che il braccio 203 sia ad un’altezza sufficiente ad oltrepassare il bordo 301 della caldaia 300.
Preferibilmente in prossimità dell’estremità libera del braccio 203 sono posizionati e sostenuti i dispositivi di lavoro 100 che operano nella caldaia 300.
L’operatore deve pertanto posizionare il braccio 203 nella posizione più idonea in funzione del dispositivo di lavoro 100 che deve operare nella caldaia 300.
Una preferita forma di realizzazione, prevede che in prossimità dell’estremità libera del braccio 203 siano presenti mezzi di aggancio e regolazione 204 atti a sostenere mezzi di movimentazione 400. Detti mezzi di movimentazione 400 sono configurati per connettersi meccanicamente ed operativamente ai vari dispositivi di lavoro 100 che operano nella caldaia 300 per la loro movimentazione.
Secondo un aspetto del trovato, detti mezzi di movimentazione 400 comprendono un elemento di trasmissione 401 girevole attorno ad un asse di rotazione Y e conformato in modo sporgente e/o cavo e/o flangiato, per connettersi meccanicamente ed operativamente al dispositivo di lavoro 100 a cui trasmettere rotazione e coppia.
Detto elemento di trasmissione 401 può ricevere il moto direttamente da un motore 405, o preferibilmente da un riduttore 406 a cui il motore 405 è associato.
Detto elemento di trasmissione 401 è preferibilmente rivolto verso l’interno della caldaia 300, al di sotto del motore 405, o del riduttore 406.
Inoltre i mezzi di movimentazione 400 ulteriormente possono comprendere carter 410 posti attorno i mezzi di movimentazione 400 ed in particolare al motore 405 e/o al riduttore 406.
Detti carter 410 lasciano generalmente scoperto l’elemento di trasmissione 401 per facilitare la connessione con in dispositivi di lavoro 100.
Detti carter 410 sono inoltre preferibilmente amovibili per facilitare l’accesso alle parti protette per la manutenzione.
Quando la caldaia è nella fase di produzione del formaggio il dispositivo di lavoro 100, installato sui mezzi di movimentazione 400, è ad esempio l’elica per il mescolamento del latte o uno spino a reggia; detti dispositivi di lavoro 100 vengono sostituiti ed installati dall’operatore in funzione della fase di lavoro che deve essere eseguita.
L’operatore che è addetto alla gestione/manutenzione della caldaia, è quindi incaricato di sostituire i dispositivi di lavoro in funzione della lavorazione che deve essere eseguita oltre alle operazioni manutenzione e controllo.
Nell’arte nota, per far si che tutte le suddette operazioni possano essere eseguite garantendo la sicurezza dell’operatore, sono generalmente presenti dispositivi di sicurezza quali pulsanti di stop per l’arresto dei mezzi di movimentazione 400 o di emergenza per il taglio dell’alimentazione a detti mezzi di movimentazione 400. Sono quindi previste relative procedure per la loro utilizzazione. Detti pulsanti, che chiameremo più in generale pulsanti di emergenza, sono atti a garantire il taglio dell’alimentazione ai dispositivi di movimentazione, ad esempio alimentazione elettrica nel caso dei mezzi di movimentazione 400.
Nel momento in cui, al termine di una determinata fase di lavorazione del prodotto/formaggio, si rende necessaria la successiva fase di lavorazione della caldaia 300, l’operatore generalmente esegue almeno le seguenti operazioni.
a) Attivazione del pulsante di emergenza
b) Sgancio meccanico del dispositivo di lavoro 100, ad esempio l’elica per il mescolamento del latte, dai mezzi di movimentazione 400;
c) installazione del nuovo dispositivo di lavoro 100, ad esempio uno spino a reggia, connettendolo meccanicamente ed operativamente ai mezzi di movimentazione 400;
d) sblocco del pulsante di emergenza;
e) attivazione dei mezzi di movimentazione 400 per eseguire la successiva fase di lavorazione.
Ugualmente nel momento in cui, deve essere eseguita la manutenzione ad esempio i mezzi di movimentazione 400, la procedura da eseguire è simile in quanto prevede sempre l’attivazione del pulsante di emergenza prima di operare su detti mezzi di movimentazione.
Dato che la sicurezza è legata all’esecuzione di una procedura che impone una sequenza di attività, la dimenticanza o la mancata attuazione della procedura, mette l’operatore in condizioni di rischio.
Nel caso in cui venga omessa l’azione di attivazione del pulsante di emergenza e nel caso in cui si generi un incidente, a causa di un contatto dell’operatore con ad esempio i mezzi di movimentazione 400 in movimento, è difficile intervenire in tempo in quanto il pulsante di emergenza deve essere azionato volontariamente. Ad aggravare la situazione si aggiunge il fatto che il pulsante di emergenza non sempre è installato vicino agli organi in movimento.
Per garantire un intervento rapido e sicuro dei arresto dei dispositivi in movimento, anche a fronte della non corretta esecuzione della procedura di sicurezza, il trovato prevede l’utilizzo di mezzi di sicurezza 500 installati sulla caldaia 300 per la lavorazione del latte e la produzione del formaggio.
In particolare detti mezzi di sicurezza 500 comprendono dei mezzi di disattivazione 501 configurati per interrompere il movimento dei mezzi di movimentazione 400, quando l’operatore si avvicina a detti mezzi di movimentazione 400.
Pertanto è l’avvicinamento, anche di tipo involontario, dell’operatore ai mezzi di movimentazione 400, che comporta l’intervento dei detti mezzi di disattivazione 501 per interrompere il movimento dei mezzi di movimentazione 400. L’intervento dei detti mezzi di disattivazione 501, non è necessariamente legato ad una azione volontaria dell’operatore su di un particolare dispositivo, come accede per il pulsante di emergenza.
A tale scopo la posizione preferibile dei mezzi di disattivazione 501 è meglio descritta nel seguito.
In particolare, allo scopo di rilevare l’avvicinamento dell’operatore, detti mezzi di disattivazione 501 sono posti in corrispondenza dell’elemento di trasmissione 401 come rappresentato nelle figure 3, 4 e 5.
Essendo i mezzi di disattivazione 501, vicino agli organi in movimento, è possibile garantire un intervento immediato di arresto nel caso in cui l’operatore si avvicini ai detti mezzi di movimentazione 400.
Preferibilmente detti mezzi di disattivazione 501 sono posti al di sotto del motore 405 e/o del riduttore 406 e/o dei carter 410, se presenti.
La conformazione di dei mezzi di disattivazione 501 deve essere tale garantire la sicurezza senza ostacolarne il funzionamento e la connessione con il dispositivo di lavoro 100.
A tale scopo in particolare i mezzi di disattivazione 501 sono posti preferibilmente al di sopra della zona di connessione tra l’elemento di trasmissione 401 e il dispositivo di lavoro 100.
Per meglio garantire la sicurezza dell’operatore in avvicinamento ai mezzi di movimentazione 400, i mezzi di disattivazione 501 sono ulteriormente preferibilmente disposti in modo da circondare almeno parzialmente l’elemento di trasmissione 401.
Secondo un aspetto del trovato infatti, i mezzi di disattivazione 501 comprendono mezzi di rilevazione 502 di una parte del corpo dell’operatore. Detti mezzi di rilevazione 502 sono atti a trasmettere un segnale ai mezzi di movimentazione 400 per generare il loro arresto.
Una prima forma di realizzazione, non rappresentata in figura, può prevedere che detti mezzi di rilevazione 502 possono essere ad esempio fotocellule o emettitori laser, che emettono un raggio che può essere interrotto dall’operatore.
In accordo con un ulteriore aspetto della invenzione la caldaia 300, comprendente mezzi di movimentazione 400 configurati per la trasmissione del moto ad almeno un dispositivo di lavoro 100 che opera nella caldaia 300, comprende dei mezzi di sicurezza 500, che a loro volta comprendono mezzi di impegno 503 da parte dell’operatore, atti ad interrompere il movimento dei mezzi di movimentazione 400.
Pertanto una seconda forma di realizzazione, rappresentata in figura 6, prevede che i mezzi di disattivazione 501 comprendano anche mezzi di impegno 503 da parte dell’operatore e preferibilmente prevede che i mezzi di rilevazione 502 oltre alle tipologie di sensori suddetti comprendano anche mezzi sensori 507 ad esempio di tipo meccanico o induttivo che rilevano lo spostamento di corrispondenti mezzi di impegno 503 da parte dell’operatore.
In entrambe le forme costruttive, i mezzi di rilevazione 502 sono configurati per rilevare la presenza dell’operatore secondo le caratteristiche di seguito descritte.
In particolare detti mezzi di rilevazione 502 sono configurati per rilevare una parte del corpo dell’operatore in corrispondenza dell’elemento di trasmissione 401.
Secondo una preferita forma di realizzazione i mezzi di rilevazione 502 rilevano una parte del corpo dell’operatore al di sotto, o immediatamente al di sotto del motore 405 e/o del riduttore 406 e/o dei carter 410.
Una ulteriore forma preferita prevede che i mezzi di rilevazione 502 rilevino una parte del corpo dell’operatore al di sopra della zona di connessione tra l’elemento di trasmissione 401 e il dispositivo di lavoro 100.
In accordo con una caratteristica del presente trovato i mezzi di rilevazione 502 possono ulteriormente rilevare una parte del corpo dell’operatore, nell’intorno dell’elemento di trasmissione 401.
In tal modo ogni possibile avvicinamento dell’operatore alle parti in movimento è rilevato soprattutto in prossimità dell’elemento di trasmissione 401 che ruotando può creare un effetto trascinamento di parte del corpo dell’operatore.
Ulteriormente forma oggetto del trovato anche la caldaia 300 per la lavorazione del latte e la produzione del formaggio, comprendente mezzi di movimentazione 400 configurati per la trasmissione del moto ad almeno un dispositivo di lavoro 100 che opera nella caldaia 300, comprendente dei mezzi di sicurezza 500 atti ad interrompere il movimento dei mezzi di movimentazione 400 detta caldaia comprendente mezzi di impegno 503 da parte dell’operatore.
Detti mezzi di impegno 503, che saranno meglio decritti nel seguito, possono consentire di fornire sia una sicurezza all’operatore legata all’arresto dei mezzi di movimentazione 400, sia una eventuale protezione meccanica che crea un impedimento all’avvicinamento dell’operatore alle parti in movimento dei mezzi di movimentazione 400.
Secondo un aspetto i mezzi di impegno 503 si dispongono almeno in parte attorno all’elemento di trasmissione 401 in particolare lasciando libera la zona di connessione con il dispositivo di lavoro 100.
A tale scopo una preferita conformazione dei mezzi di disattivazione 501 è rappresentata in figura 7 e comprende mezzi di impegno 503, opportunamente sagomati per girare attorno all’elemento di trasmissione 401 al di sotto del motore 405 o riduttore 406.
Una preferita forma prevede che i mezzi di impegno 503 siano conformati per seguire almeno parzialmente un profilo inferiore 411 dei carter 410.
In particolare come rappresentato nelle figure 3, 4, 5, i mezzi di impegno 503 possono seguire la conformazione del profilo inferiore 411 rimanendo all’esterno di detto profilo inferiore 411.
In tal modo, se l’operatore dovesse infilare la mano sotto al carter 410, e se dovesse percepire un contatto indesiderato, l’azione stessa di fuga lo porterebbe ad urtare contro i mezzi di impegno 503 quindi, a disattivare il movimento dei detti mezzi di movimentazione 400.
Secondo una caratteristica del trovato i mezzi di impegno 503 sono definiti da una singola una barra tonda sagomata/ curvata per girare in parte attorno all’elemento di trasmissione 401.
Detta barra può essere ad esempio in acciaio o ricoperta in plastica per garantire l’idoneità all’ambiente alimentare.
Per migliorare la resistenza ad eventuali urti, i mezzi di impegno 503 possono comprendere rinforzi 508 atti a collegare rispettivi lati contrapposti come rappresentato in figura 7.
La conformazione dei mezzi di impegno 503 come rappresentato in figura 7 è un buon compromesso tra la resistenza del dispositivo e quindi la sua affidabilità, la semplicità di realizzazione e l’accessibilità per la manutenzione e la pulizia.
Al contrario una eventuale soluzione chiusa con lamiere, comporterebbe maggiori problemi in merito ai punti suddetti.
Si intende comunque che quanto sopra descritto ha valore esemplificativo e non limitativo, pertanto eventuali varianti di dettaglio che si rendessero necessarie per ragioni tecniche e/o funzionali, come ad esempio l’utilizzo di un piatto invece di una barra tonda od un eventuale lamiera, si considerano sin da ora rientranti nel medesimo ambito protettivo definito dalle sottoriportate rivendicazioni.
Secondo un ulteriore aspetto del trovato come rappresentato in figura 8, i mezzi di impegno 503 sono mobili tra una posizione di stand-by B e almeno una posizione di disattivazione A configurata per generare un azione di arresto di detti mezzi di movimentazione 400.
Ulteriormente i mezzi di impegno 503 sono configurati in modo che la posizione di disattivazione A sia in avvicinamento rispetto al motore 405 e/o al riduttore 406 e quindi, se presenti, ai carter 410.
Una ulteriore forma di realizzazione prevede che la posizione di avvicinamento o di allontanamento dai mezzi di movimentazione 400 sia realizzata mediante un movimento di rotazione dei mezzi di impegno 503.
Detti mezzi di impegno 503 possono infatti essere girevoli su di rispettivi elementi di supporto 504 secondo un fulcro X.
Preferibilmente detto il fulcro X è ortogonale all’asse di rotazione Y dell’elemento di trasmissione 401 e preferibilmente posto lateralmente a detto asse di rotazione Y ovverosia non incidente.
Grazie a questa soluzione la rotazione dei mezzi di impegno 503 comporta un movimento di roto-traslazione avente una componente di traslazione lungo l’asse Y, di detti mezzi di impegno 503, tanto maggiore quanto maggiore è la loro distanza dal fulcro X.
Come rappresentato in figura 4, preferibilmente il fulcro X è in prossimità del braccio 203 e posto dalla parte dei mezzi di movimentazione 400 rivolta verso la lunghezza braccio 203.
Infatti questa è la parte della caldaia 300 che risulta meno accessibile all’operatore, proprio per la presenza del braccio 203.
Questa posizione consente di proteggere tutta la parte dei mezzi di movimentazione 400 più accessibile all’operatore.
La posizione del fulcro X di rotazione infatti è scelta in modo da avere il massimo movimento nella zona in cui si trova maggiormente l’operatore; in tal modo, semplicemente, in caso di “spavento” è la stessa operazione di retrazione rapida della mano con movimento verso l’alto ad intercettare i mezzi di impegno 503.
Sempre per questo motivo, i mezzi di impegno 503 preferibilmente seguono il profilo 411 del carter 410, rimanendo all’esterno di detto profilo 411.
In tal modo, nel caso in cui l’operatore vi infili la mano sotto i carter 410, anche se non dovrebbe, e se dovesse percepire un contatto indesiderato, l’azione stessa di fuga lo porterebbe ad urtare sui mezzi di impegno 503 facendoli ruotare attorno al fulcro X.
In figura 8 è rappresentata una forma di realizzazione che prevede due posizioni di lavoro dei mezzi di impegno 503: la posizione di stand-by B, in allontanamento rispetto ai mezzi di movimentazione 400 e la posizione di disattivazione A, in avvicinamento rispetto ai mezzi di movimentazione 400.
Ulteriori possibili forme di realizzazione non rappresentate in figura possono prevedere ulteriori posizioni di disattivazione A ad esempio in ulteriore allontanamento dai mezzi di movimentazione 400 rispetto alla posizione di stand-by B. In tal modo la posizione di stand- by B è centrale rispetto alle due posizioni di disattivazione A.
Con detta configurazione, l’arresto dei mezzi di movimentazione 400 avviene sia per un contatto dell’operatore che tende a spingere i mezzi di impegno 503 verso detti mezzi di movimentazione 400 sia per l’eventuale inserimento ad esempio di una mano tra i mezzi di impegno 503 ed i mezzi di movimentazione 400.
La forma di realizzazione rappresentata in figura 8 che prevede due posizioni di lavoro dei mezzi di impegno 503, garantisce la sicurezza in modo più semplice, in quanto la posizione di stand-by B, e la conformazione dei mezzi di impegno 503 può essere tale da non consentire all’operatore di inserire una parte del corpo, come ad esempio un dito od una mano, tra il motore 405 o il riduttore 406 o i carter 410 dei mezzi di movimentazione 400 ed i mezzi di impegno 503.
Pertanto per garantire la sicurezza, può essere sufficiente solo la posizione di disattivazione A, in avvicinamento rispetto ai mezzi di movimentazione 400 che si attiva nel momento in cui l’operatore urta contro i mezzi di impegno 503 e li spinge verso il corpo del riduttore 405 e/o del motore 406 e/o i carter 410.
Per mettere in sicurezza l’operatore e generare l’arresto del motore 405 dei mezzi di movimentazione 400, i mezzi di rilevazione 502 preferibilmente comprendono mezzi sensori 507 configurati per rilevare, almeno la posizione di stand-by B e/o l’almeno una posizione di disattivazione A dei mezzi di impegno 503 e trasmettere un rispettivo segnale al motore 405.
Detti mezzi sensori 507 sono ad esempio un sensore capacitivo, un sensore meccanico, una fotocellula, ecc., o qualunque altro elemento di rilevazione utilizzabile per un tecnico del settore in grado di rilevare la variazione di posizione dei mezzi di impegno 503.
Detta rilevazione può essere fatta direttamente sui mezzi di impegno 503 o su di una camma 509 solidale a detti mezzi di impegno 503.
Come rappresentato in figura 4, per semplificare l’applicazione, i mezzi di sicurezza 500 sono preferibilmente installati, o installabili sui mezzi di movimentazione 400.
In particolare possono essere anche installati, o installabili sui carter 410 posti attorno ai mezzi di movimentazione 400.
Secondo un aspetto dell’invenzione, i mezzi di sicurezza 500 è vantaggioso che siano protetti in quanto contengono parti che si possono danneggiare.
A tale scopo in particolare i mezzi di sicurezza 500 comprendono un corpo di protezione 505, al cui interno sono posti almeno i mezzi sensori 507 per la loro protezione. Detto corpo di protezione 505 può essere meccanicamente associato ai carter 410.
Come rappresentato in figura 6, anche gli elementi di supporto 504, attorno a cui sono girevoli i mezzi di impegno 503, possono essere meccanicamente associati a detto corpo di protezione 505. Preferibilmente gli elementi di supporto 504 sono posti all’interno di detto corpo di protezione 505.
Ulteriormente è possibile che detto corpo di protezione 505 comprenda dispositivi di arresto 506 per regolare/limitare la rotazione dei mezzi di impegno 503 nella posizione di stand-by B e/o nell’almeno una posizione di disattivazione A.
In aggiunta il corpo di protezione 505 può comprendere mezzi di connessione elettrica 510 per l’alimentazione elettrica dei mezzi sensori 507, come ad esempio passacavi o morsetti e relativi cavi.
Dato che i mezzi sensori 507 occupano buona parte dello spazio all’interno del corpo di protezione 505, è importante ottimizzare anche i mezzi di connessione elettrica 510 e la loro posizione al fine di minimizzare le dimensioni di detto corpo di protezione 505 e consentire un’installazione agevole sui mezzi di movimentazione 400.
Preferibilmente l’entrata dei cavi elettrici avviene nella parte inferiore del corpo di protezione 505, ovverosia la parte rivolta verso l’interno della caldaia 300. Questo soprattutto per ridurre al massimo la parte di cavo libera. Inoltre un ingresso da sopra o laterale potrebbe creare interferenza con i mezzi di impegno 503.
Detti mezzi di connessione elettrica 510 possono comprendere, in alternativa ad un classico passacavo di tipo PG, ad esempio un passacavo lamellare a membrana che riduce gli ingombri e semplifica il montaggio/cablaggio.
A tali scopi anche il passaggio del cavo più essere ottimizzato allineando il passacavo con l’ingresso dell’alimentazione dei mezzi sensori 507. Per fare questo gli elementi di supporto 504, posti preferibilmente tra il pressa cavo e i mezzi sensori 507, possono comprendere un corrispondente recesso che consenta il suddetto allineamento.
Il corpo di protezione 505, come rappresentato in figura 4 e 6, può essere conformato come una scatola preferibilmente in lamiera ed ulteriormente può comprendere un coperchio 505A amovibile per accedere facilmente ai componenti posti al suo interno. Si intende comunque che eventuali forme alternative del corpo di protezione 505 che un tecnico del settore può prevedere rientrano nell’ambito di tutela del trovato.
Formano oggetto del trovato anche i mezzi di sicurezza 500 installabili su di una caldaia 300 per la protezione dei mezzi di movimentazione 400 secondo le caratteristiche tecniche sopra descritte.
Si intende comunque che quanto sopra descritto ha valore esemplificativo e non limitativo, pertanto eventuali varianti di dettaglio che si rendessero necessarie per ragioni tecniche e/o funzionali, si considerano sin da ora rientranti nel medesimo ambito protettivo definito dalle sottoriportate rivendicazioni.

Claims (31)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Caldaia (300) per la lavorazione del latte e la produzione del formaggio, comprendente mezzi di movimentazione (400) configurati per la trasmissione del moto ad almeno un dispositivo di lavoro (100) che opera nella caldaia (300), comprendente dei mezzi di sicurezza (500) atti ad interrompere il movimento dei mezzi di movimentazione (400) caratterizzata dal fatto che detti mezzi di sicurezza (500) comprendono dei mezzi di disattivazione (501) del movimento dei detti mezzi di movimentazione (400), quando l’operatore si avvicina a detti mezzi di movimentazione (400).
  2. 2. Caldaia (300) secondo la rivendicazione 1 in cui i mezzi di movimentazione (400) comprendono un elemento di trasmissione (401) rispettivamente di un motore (405) o di un riduttore (406), detto elemento di trasmissione (401) essendo girevole attorno ad un suo asse di rotazione (Y), rivolto verso l’interno della caldaia (300) e conformato sporgente e/o cavo e/o flangiato per essere meccanicamente connesso ad almeno un rispettivo dispositivo di lavoro (100).
  3. 3. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di movimentazione (400) ulteriormente comprendono carter (410) posti attorno al motore (405) e/o al riduttore (406) lasciando all’esterno l’elemento di trasmissione (401).
  4. 4. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di disattivazione (501) sono posti in corrispondenza dell’elemento di trasmissione (401).
  5. 5. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di disattivazione (501) sono posti al di sotto del motore (405) e/o del riduttore (406) e/o dei carter (410).
  6. 6. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di disattivazione (501) sono posti al di sopra della zona di connessione tra l’elemento di trasmissione (401) e il dispositivo di lavoro (100).
  7. 7. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di disattivazione (501) sono disposti in modo da circondare almeno parzialmente l’elemento di trasmissione (401).
  8. 8. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di disattivazione (501) comprendono mezzi di rilevazione (502) di una parte del corpo dell’operatore.
  9. 9. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di rilevazione (502) rilevano una parte del corpo dell’operatore in corrispondenza dell’elemento di trasmissione (401).
  10. 10. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di rilevazione (502) rilevano una parte del corpo dell’operatore al di sotto, o immediatamente al di sotto del motore (405) e/o del riduttore (406) e/o dei carter (410).
  11. 11. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di rilevazione (502) rilevano una parte del corpo dell’operatore al di sopra della zona di connessione tra l’elemento di trasmissione (401) e il dispositivo di lavoro (100).
  12. 12. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di rilevazione (502) rilevano una parte del corpo dell’operatore nell’intorno dell’elemento di trasmissione (401).
  13. 13. Caldaia (300) secondo il preambolo della rivendicazione 1 che comprende mezzi di impegno (503) da parte dell’operatore.
  14. 14. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di disattivazione (501) comprendono detti mezzi di impegno (503) da parte dell’operatore.
  15. 15. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni 13 e 14, in cui i mezzi di impegno (503) si dispongono almeno in parte attorno all’elemento di trasmissione (401).
  16. 16. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni da 13 a 15, in cui i mezzi di impegno (503) sono conformati per seguire almeno parzialmente il profilo inferiore (411) dei carter (410).
  17. 17. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni da 13 a 16, in cui i mezzi di impegno (503) sono conformati per rimanere all’esterno di detto profilo inferiore (411).
  18. 18. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni da 13 a 17, in cui i mezzi di impegno (503) sono definiti da una singola una barra tonda sagomata per girare in parte attorno all’elemento di trasmissione (401).
  19. 19. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni da 13 a 18, in cui i mezzi di impegno (503) comprendono rinforzi (508) atti a collegare rispettivi lati contrapposti.
  20. 20. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni da 13 a 19, in cui i mezzi di impegno (503) sono girevoli attorno ad un fulcro (X) su rispettivi elementi di supporto (504) dei mezzi di sicurezza (500).
  21. 21. Caldaia (300) secondo la rivendicazione 20 in cui il fulcro (X) è ortogonale all’asse di rotazione (Y) dell’elemento di trasmissione (401) e preferibilmente posto lateralmente a detto asse di rotazione (Y).
  22. 22. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni da 20 a 21, in cui il fulcro (X) è in prossimità e/o rivolto verso un braccio (203) della struttura (200) che sostiene i mezzi di movimentazione (400).
  23. 23. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni da 13 a 22, in cui i mezzi di impegno (503) sono mobili tra una posizione di stand-by (B) e almeno una posizione di disattivazione (A) configurata per generare un azione di arresto di detti mezzi di movimentazione (400).
  24. 24. Caldaia (300) secondo la rivendicazione 23 in cui i mezzi di impegno (503) sono configurati in modo che l’almeno una posizione di disattivazione (A) sia in avvicinamento rispetto al motore (405) e/o al riduttore (406).
  25. 25. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di rilevazione (502) comprendono mezzi sensori (507) configurati per rilevare, la posizione di stand-by (B) e/o l’almeno una posizione di disattivazione (A) dei mezzi di impegno (503) e trasmettere un rispettivo segnale ad al motore (405) dei mezzi di movimentazione (400).
  26. 26. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui mezzi di sicurezza (500) sono installati, o installabili sui mezzi di movimentazione (400).
  27. 27. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui mezzi di sicurezza (500) sono installati, o installabili sui carter (410) posti attorno ai mezzi di movimentazione (400).
  28. 28. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di sicurezza (500) ulteriormente comprendono un corpo di protezione (505) dei mezzi sensori (507), meccanicamente associato ai carter (410).
  29. 29. Caldaia (300) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui gli elementi di supporto (504) dei mezzi di impegno (503) sono meccanicamente associati al corpo di protezione (505) e preferibilmente posti all’interno di detto corpo di protezione (505).
  30. 30. Caldaia (300) secondo una delle rivendicazioni da 28 a 29 in cui il corpo di protezione (505) comprende dispositivi di arresto (506) per regolare/limitare la rotazione dei mezzi di impegno (503) nella posizione di stand-by (B) e/o nell’almeno una posizione di disattivazione (A).
  31. 31. Mezzi di sicurezza (500) installabili su di una caldaia (300) per la protezione dei mezzi di movimentazione (400) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti.
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GB391830A (en) * 1931-11-05 1933-05-05 Whitworth & Co Improvements in and relating to dough moulding machines and the like
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FR3003625A1 (fr) * 2013-03-22 2014-09-26 Evoli Dispositif de securite par debrayage d'un outil rotatif dans une cuve, notamment de caille, dans la fabrication du fromage

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