IT201900001225A1 - Metodo predittivo per controllare un'apparecchiatura radiologica e apparecchiatura radiologica che lo implementa - Google Patents

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IT201900001225A1
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Ivan Perletti
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    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61BDIAGNOSIS; SURGERY; IDENTIFICATION
    • A61B6/00Apparatus or devices for radiation diagnosis; Apparatus or devices for radiation diagnosis combined with radiation therapy equipment
    • A61B6/54Control of apparatus or devices for radiation diagnosis
    • A61B6/542Control of apparatus or devices for radiation diagnosis involving control of exposure
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    • H05G1/00X-ray apparatus involving X-ray tubes; Circuits therefor
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Description

"Metodo predittivo per controllare un'apparecchiatura radiologica e apparecchiatura radiologica che lo implementa"
DESCRIZIONE CAMPO DELL’INVENZIONE
La presente invenzione riguarda un metodo predittivo per controllare un'apparecchiatura radiologica e un'apparecchiatura radiologica che lo implementa.
STATO DELLA TECNICA
Le apparecchiature radiologiche servono a ottenere immagini irradiando di raggi X un corpo da visualizzare. A tale scopo, come noto, sono dotate di un emettitore di raggi-X e di un rilevatore d'immagini, ad esempio una lastra (analogica) o la combinazione di uno scintillatore (elettrico) e di un rilevatore (elettronico) ottico bidimensionale.
L'esposizione della lastra o del rilevatore ottico è controllata da un'unità di controllo.
Il brevetto americano n° 5,585,638 descrive e illustra un sistema di controllo automatico dell'esposizione, in sigla "AEC", basato su trasduttore di raggi-X; il trasduttore di raggi-X serve a misurare, in una piccola area, la dose complessiva di raggi-X che ha attraversato il corpo da visualizzare e che ha raggiunto il rilevatore ottico.
Il grafico di Fig. 2 aiuta a comprendere il principio di funzionamento di un AEC. La curva (si tratta ad esempio e in particolare di un tratto di linea retta) indica la dose complessiva D misurata da un trasduttore di raggi-X dopo che è stata attivata emissione di raggi-X da un emettitore di raggi-X di un'apparecchiatura radiologica al variare del tempo t. Se la dose desiderata per ottenere una certa immagine di un certo corpo è Dd, quando la curva raggiunge il valore Dd si disattiva emissione di raggi-X dall'emettitore di raggi-X (ciò si verifica al tempo td) e si ottiene tale certa immagine nel rilevatore ottico.
Tuttavia, in pratica un AEC funziona in modo un po' diverso.
Il grafico di Fig. 3 aiuta a comprendere tale reale funzionamento. L'unità di controllo dell'apparecchiatura radiologica verifica periodicamente (o quasi) il valore misurato dal trasduttore di raggi-X e, in base a tali verifiche periodiche decide quando disattivare emissione di raggi-X dall'emettitore di raggi-X. Al tempo t1, l'unità legge dal trasduttore il valore D1, lo confronta con il valore Dd, stabilisce che D1 è minore di Dd e quindi decide di non disattivare l'emissione. Dopo un periodo dt, al tempo t2 (t2=t1+dt), l'unità legge dal trasduttore il valore D2, lo confronta con il valore Dd, stabilisce che D2 è maggiore di Dd e quindi decide di disattivare l'emissione. Ciò significa che il corpo da visualizzare ha ricevuto una dose di raggi-X un po' superiore a quella desiderata, ossia è stato irradiato oltre il necessario, ma un'immagine si è comunque ottenuta.
Il grafico di Fig. 4 aiuta a comprendere un'altra possibile evenienza indesiderata.
Per ragioni di sicurezza, la normativa prevede che l'esposizione a raggi-X per ottenere un'immagine non debba superare un tempo massimo tm. Le apparecchiature radiologiche in commercio rispettano tale obbligo; normalmente, l'esposizione termina ben prima; se si verificano delle anomalie, l'AEC dell'apparecchiatura interrompe l'esposizione al tempo tm e l'immagine ottenuta non è utilizzabile (tipicamente è molto scura) e occorre effettuare una nuova esposizione – Fig.4 mostra l'eventualità in cui dopo il tempo tm la dose complessiva misurata è D3 che è inferiore a Dd. Ciò significa che il corpo da visualizzare è stato irradiato ben oltre il necessario, ossia ha ricevuto una prima dose di raggi-X per la prima esposizione (che ha fornito un'immagine inutilizzabile) e una seconda dose di raggi-X per la seconda esposizione (che ha fornito un'immagine utilizzabile).
SOMMARIO
Scopo generale della presente invenzione è fornire un metodo per controllare un'apparecchiatura radiologica che migliori l'arte nota, in particolare che eviti una o, preferibilmente, entrambe le evenienza indesiderate di cui sopra.
Questo scopo generale e altri scopi sono raggiunti grazie a quanto espresso nelle rivendicazioni annesse che formano parte integrante della presente descrizione.
ELENCO DELLE FIGURE
La presente invenzione risulterà più chiara dalla descrizione dettagliata che segue da considerare assieme ai disegni annessi in cui:
Fig. 1 mostra uno schema a blocchi semplificato e parziale di un'apparecchiatura radiologica secondo la presente invenzione, Fig. 2 mostra un primo grafico (idealizzato) di dose complessiva che illustra il funzionamento di un AEC secondo l'arte nota,
Fig. 3 mostra un secondo grafico (idealizzato) di dose complessiva che illustra il funzionamento di un AEC secondo l'arte nota,
Fig. 4 mostra un terzo grafico (idealizzato) di dose complessiva che illustra il funzionamento di un AEC secondo l'arte nota,
Fig. 5 mostra un primo grafico (idealizzato) di dose complessiva che illustra il funzionamento di un AEC secondo la presente invenzione, Fig. 6 mostra un secondo grafico (idealizzato) di dose complessiva che illustra il funzionamento di un AEC secondo la presente invenzione, e Fig. 7 mostra un diagramma di flusso parziale di un esempio di realizzazione di un metodo di controllo secondo la presente invenzione. Come si comprende facilmente, vi sono vari modi di implementare in pratica la presente invenzione che è definita nei suoi principali aspetti vantaggiosi nelle rivendicazioni annesse e non è limitata né dalla descrizione dettagliata che segue né dai disegni annessi.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA
Con riferimento a Fig.1, un'apparecchiatura radiologica 100 secondo la presente invenzione comprende ad esempio: un' emettitore di raggi-X 110, un rilevatore d'immagini 120 (in particolare di tipo elettronico) e un'unità di controllo 130 collegata elettricamente all'emettitore 110 e al rilevatore 120; inoltre, comprende un trasduttore di raggi-X 140 associato al rilevatore d'immagini 120 collegato elettricamente all'unità di controllo 130. Fig. 1 mostra anche un corpo 200 da visualizzare. I raggi emessi dall'emettitore 110 attraversano il corpo 200 e arrivano al rilevatore 120; una parte di questi raggi raggiunge (in particolare attraversa) il trasduttore 140. L'unità di controllo 130 comprende, in particolare, un processore 131 associato a una memoria di programma 132 e una memoria dati 133; inoltre, l'unità 130 è dotata di un alimentatore 134 che alimenta elettricamente l'emettitore 110, un convertitore analogico digitale 135 che è collegato elettricamente al trasduttore 140, e un'interfaccia uomo-macchina 136 che può comprendere, ad esempio, una tastiera, uno schermo, un mouse e un joystick. Il processore 131 invia segnali all'alimentatore 134 in modo tale da poter attivare e disattivare (nonché regolare) l'emissione di raggi-X da parte dell'emettitore 110. Il processore 131 riceve segnali dal convertitore 135 in modo tale da conoscere/calcolare la dose complessiva di raggi-X in base alla misura di dose del trasduttore 140. Nell'esempio di realizzazione di Fig. 1, il metodo di controllo (automatico dell'esposizione) realizzato dall'unità 130 dipende in gran parte da un programma memorizzato nella memoria 132; inoltre, può dipendere anche da dati memorizzati nella memoria 133 ad esempio per quanto riguarda dati di impostazione del programma; infine, può dipendere anche da dati inseriti da un operatore tramite l'interfaccia 136; peraltro, non è da escludere che possa dipendere anche da altro.
L'idea alla base della presente invenzione è di decidere se interrompere o meno l'emissione di raggi-X dall'emettitore non sulla base del valore di dose complessiva attuale, ma sulla base di almeno un valore predetto di dose complessiva.
In particolare, si può considerare un primo valore predetto per tenere conto del comportamento dell'apparecchiatura radiologica a breve periodo (si consideri ad esempio la prima evenienza descritta in precedenza) e un secondo valore predetto per tenere conto del comportamento dell'apparecchiatura radiologica a lungo periodo (si consideri ad esempio la prima evenienza descritta in precedenza).
La predizione oggetto della presente invenzione è tipicamente nel tempo, ossia il valore predetto è un valore atteso a un tempo futuro e si basa su uno o più valori rilevati in un tempo passato.
E' da notare che se ci si limitasse a considerare i grafici delle figure, la predizione sarebbe semplice; infatti, è semplice determinare un qualsiasi punto che si trova su una linea retta.
La difficoltà della predizione nasce da alcuni problemi: il grafico ricavato dal segnale elettrico all'uscita del trasduttore 140 non è lineare ma può avere un andamento diverso e noto non precisamente a priori (ossia poco prima di iniziare una esposizione e durante l'esposizione), il segnale elettrico all'uscita del trasduttore 140 ha una sua rumorosità intrinseca, il segnale elettrico all'ingresso dell'unità 130 (in particolare del convertitore 135) è diverso dal segnale all'uscita del trasduttore 140 poiché il cavo elettrico 150 che collega questi due componenti aggiunge del rumore di vario genere, non si può essere certi a priori (ossia poco prima di iniziare una esposizione e durante l'esposizione) che tutto sia nelle condizioni ideali per l'esposizione (ad esempio, effettivo collegamento tra trasduttore 140 e unità 130, stato del cavo 150, …). Un'ulteriore difficoltà generale è che la predizione dipende dal funzionamento della apparecchiatura, e quest'ultimo cambia lentamente nel tempo (detto in modo semplice: l'apparecchiatura "invecchia").
Considerando Fig. 5, si comprende che al tempo t5 la dose complessiva misurata è D5 minore di Dd (dose desiderata); a questo punto si determina un (primo) valore predetto, in particolare il valore atteso al tempo ts=t5+dt; dt potrebbe essere ad esempio 10 ms; se il valore predetto è D5x maggiore di Dd si disattiva (subito oppure un po' dopo) l'emissione di raggi-X; se il valore predetto è D5y minore di Dd non si disattiva (subito oppure ad un tempo lievemente successivo) l'emissione di raggi-X. In questo modo, si è certi di non superare il limite Dd di dose assorbita dal corpo.
Considerando Fig. 6, si comprende che al tempo t6 la dose complessiva misurata è D6 minore di Dd (dose desiderata); a questo punto si determina un (secondo) valore predetto, in particolare il valore atteso al tempo tm (massimo tempo di esposizione); tm potrebbe essere ad esempio 500 ms; se il valore predetto è D6x maggiore di Dd non si disattiva l'emissione di raggi-X; se il valore predetto è D6y minore di Dd si disattiva (tipicamente subito) l'emissione di raggi-X, in questo modo, l'esposizione procede solo se si ha la speranza che vada a buon fine. E' opportuno tenere in considerazione che Fig. 5 e Fig.6 corrispondono tipicamente a tempi assi diversi: il tempo t5 è vicino alla fine di una esposizione e il tempo t6 è lontano dalla fine di una esposizione.
Si comprende che le strategie illustrate con riferimento a Fig. 5 e Fig. 6 possono essere realizzate contemporaneamente, ossia a ogni istante si può effettuare sia un test di breve periodo che un test di lungo periodo. Si può anche pensare di effettuare tali due test con cadenza diversa, tipicamente il test di breve periodo molto frequentemente (ad esempio ogni 10 ms) e il test di lungo periodo poco frequentemente (ad esempio ogni 100 ms).
In generale (si può considerare l'esempio di Fig. 1 come ausilio), il metodo secondo la presente invenzione realizza il controllo attraverso l'uso di:
a) un'unità di controllo atta ad attivare emissione di raggi-X da un emettitore di raggi-X dell'apparecchiatura radiologica all'inizio di una esposizione e disattivare emissione di raggi-X dall'emettitore di raggi-X successivamente, e
b) un trasduttore di raggi-X associato a un rilevatore d'immagini dell'apparecchiatura radiologica;
l'unità di controllo determina ripetutamente, preferibilmente con un periodo predeterminato "dt", un valore predetto di dose complessiva di raggi-X in base a un segnale ricevuto dal trasduttore di raggi-X; inoltre, l'unità di controllo disattiva l'emissione di raggi-X in base almeno al valore predetto.
Si evidenzia che i grafici delle figure si ottengono tipicamente integrando il segnale ricevuto da un trasduttore di raggi-X; nell'esempio di Fig. 1, il trasduttore 140 misura un "rateo di dose" e non una dose "complessiva" o semplicemente "dose".
Il valore predetto (calcolato a un tempo "t") può corrispondere a un valore atteso a un tempo successivo "t+dt" di dose complessiva di raggi-X assorbita dal trasduttore di raggi-X a partire dall'inizio della esposizione; in questo caso, l'unità di controllo effettua un confronto tra il valore predetto e un valore predeterminato (ad esempio Dd in Fig. 5) e disattiva l'emissione di raggi-X se tale confronto indica che il valore predetto è maggiore o uguale al valore predeterminato (si veda ad esempio Fig. 5). In questo caso, la disattivazione può essere immediata oppure ritardata; il ritardo massimo è il periodo "dt"; il ritardo potrebbe anche essere calcolato e dipendere dalla differenza tra il valore predeterminato e il valore attuale.
Il valore predetto (calcolato a un tempo "t") può corrispondere a un valore atteso a un tempo successivo predeterminato "tm" di dose complessiva di raggi-X assorbita dal trasduttore di raggi-X a partire dall'inizio della esposizione; in questo caso, l'unità di controllo effettua un confronto tra il valore predetto e un valore predeterminato (ad esempio Dd in Fig.6) e disattiva l'emissione di raggi-X se tale confronto indica che il valore predetto è minore al valore predeterminato (si veda ad esempio Fig. 6). In questo caso, la disattivazione avviene preferibilmente immediatamente ossia non appena l'unità di controllo stabilisce che il valore predetto è minore al valore predeterminato (vi sarà un piccolo ritardo dovuto al tempo necessario per le operazioni). Tipicamente, il valore della "dose desiderata" dipende da selezione dell'operatore. Ad esempio, l'operatore sceglie la parte anatomica da irradiare (ad esempio: cranio, torace, piede) e sceglie la taglia del paziente (ad esempio: S, M, L, XL); l'apparecchiatura (o meglio, un software dell'apparecchiatura) determina la "dose desiderata" sulla base di queste due scelte.
Tipicamente, il valore di "tempo massimo" può dipendere da diversi fattori, ad esempio: le caratteristiche del rilevatore di immagini della apparecchiatura, dalla Normativa (ad esempio EN 60601), dalla parte anatomica da irradiare, dalla taglia del paziente; il primo fattore può essere impostato nell'apparecchiatura in fase di produzione, il secondo fattore può essere integrato in un software dell'apparecchiatura, il terzo fattore e il quarto fattore possono dipendere da scelte dell'operatore. Per effettuare la predizione dell'effettiva dose o dose complessiva, si crea almeno un modello dell'andamento della dose; nel seguito, si forniscono alcuni esempi.
Considerando un ideale e generale modello matematico (tempo discreto) di comportamento a rampa, si ha:
F1: x(k+1) = x(k)+dr(k)·dt
dove dr(k) è il “rateo di dose” rilevato nel (piccolo) intervallo di tempo "dt", x(k) è il valore di dose al campione "k", e x(k+1) è il valore di dose al campione successivo "k+1".
In generale, la formula F1 si può correggere aggiungendo un termine e(k) per considerare effetti di rumore di cui sono note solo le caratteristiche statistiche (ad esempio media e varianza) ma non quelle puntuali; difficilmente, si può prescindere dal rumore. Si ottiene quindi: F2: x(k+1)= x(k)+dr(k)·dt+e(k)
La Richiedente ha analizzato moltissime misurazioni effettuate da Lei con diverse potenze, dosi, sensori, cavi, e ha elaborato altre formule: F3: x(k+1)=m(k)·x(k)+dr(k)·dt+e(k)
F4: x(k+1)=x(k)+dr(k)·dt+a·sin(ωk+ϕ)+e(k)
F5: x(k+1)=x(k)+dr(k)·dt+q(t)+e(k)
in cui q è ad esempio un particolare effetto elettronico ben noto a priori variabile nel tempo
F6: x(k+1)=b·x(k)+dr(k)·dt+q+e(k)
in cui q è ad esempio un particolare effetto elettronico ben noto a priori fisso nel tempo
F7: x(k+1)=m(k)·x(k)+dr(k)·dt+a·sin(ωk+ϕ)+e(k)
F8: x(k+1)=x(k)+dr(k)·dt+q+a·sin(ωk+ϕ)+e(k)
Quindi, le formule sono tante, ossia i possibili modelli sono tanti.
Talvolta, è possibile individuare a priori una sola opportuna formula; tale individuazione può derivare, ad esempio, da esperimenti.
Tuttavia, più in generale e come si comprenderà meglio nel seguito, la Richiedente ha pensato che sia preferibile usare contemporaneamente un gruppo (ad esempio due o più) modelli ed effettuare le predizioni sulla base di più modelli, ad esempio scegliendo il modello che sembra calzare meglio in un certo istante o in un certo intervallo di tempo.
Secondo esempi di realizzazione preferiti, al fine di determinare il valore predetto, l'unità di controllo effettua ripetutamente almeno due stime di dose complessiva di raggi-X secondo almeno due modelli e sceglie la stima che ritiene migliore come il valore atteso futuro.
Secondo altri esempi di realizzazione preferiti, al fine di determinare il valore predetto, l'unità di controllo effettua ripetutamente almeno due stime di dose complessiva di raggi-X secondo almeno due modelli e calcola il valore atteso futuro sulla base delle almeno due stime; ad esempio, può calcolare una media semplice delle due stime oppure una media pesata delle due stime.
Una possibilità molto efficace è di determinare le stime attraverso un filtro di Kalman.
E' da notare che la presente invenzione non esclude che un modello possa essere oggetto di aggiustamenti durante il controllo della apparecchiatura; ad esempio, nella formula F3, il coefficiente m(k) può variare (lievemente) da campione a campione (o meglio, campione dopo campione, il coefficiente converge o dovrebbe convergere verso un certo valore, non noto a priori).
Tipicamente, le stime si basano su una ipotesi di andamento noto del segnale ricevuto dal trasduttore di raggi-X (indicato con 140 nell'esempio di Fig.1).
Quando si utilizzano contemporaneamente più stime, è possibile che, a ogni stima determinata, venga assegnato dall'unità di controllo un punteggio che rappresenta, in particolare, la bontà della stima. La bontà di una stima può essere determinata, ad esempio, calcolando la differenza tra il valore reale e la stima.
Quando si utilizzano contemporaneamente più modelli, è possibile che a ogni modello predeterminato, venga assegnato ripetutamente dall'unità di controllo un punteggio che rappresenta, in particolare, la bontà del modello. La bontà di un modello può essere determinata, ad esempio, calcolando, a ogni istante di campionamento, la differenza tra il valore reale e il valore fornito dal modello e poi sommando tali differenze; il modello avente tale somma minore può essere considerato il modello migliore.
Se il punteggio di tutti i modelli (in un certo istante) è inferiore a un valore minimo, può essere previsto che l'unità di controllo segnali una condizione di funzionamento anomala in modo tale, ad esempio, da provvedere a un intervento sull'apparecchiatura. La segnalazione può essere acustica e rivolta ad esempio a un operatore e/o visiva e rivolta ad esempio a un operatore oppure può consistere semplicemente nel memorizzare tale condizione di funzionamento anomala in una opportuna memoria e/o inviare un'informazione di tale condizione di funzionamento anomala attraverso un qualche mezzo di trasmissione. Se il punteggio di tutti i modelli è inferiore a un valore minimo per un intervallo di tempo predeterminato, può essere previsto che l'unità di controllo segnali una condizione di funzionamento anomala in modo tale, ad esempio, da provvedere a un intervento sull'apparecchiatura. La segnalazione può essere acustica e rivolta ad esempio a un operatore e/o visiva e rivolta ad esempio a un operatore oppure può consistere semplicemente nel memorizzare tale condizione di funzionamento anomala in una opportuna memoria e/o inviare un'informazione di tale condizione di funzionamento anomala attraverso un qualche mezzo di trasmissione.
I metodi descritti in precedenza si prestano particolarmente bene per essere implementati da un'unità di controllo computerizzata come, ad esempio, l'unità 130 di Fig.1. Il metodo prevede di ripetere una serie di operazioni. Tipicamente, tale ripetizione avviene con un "periodo predeterminato", ad esempio 10-20 ms; tuttavia, tale "periodo predeterminato" non è da intendere in modo rigoroso e quindi variazioni ad esempio del 10% oppure del 20% sono perfettamente tollerabili. Fig. 7 mostra un diagramma di flusso parziale 700 di un esempio di realizzazione di un metodo di controllo secondo la presente invenzione che utilizza due modelli; il diagramma 700 può essere considerato una parte di un diagramma completo che corrisponde ad un "programma per elaboratore" o semplicemente "programma"; i blocchi rettangolari del diagramma corrispondono a porzioni di codice.
Un valore misurato 701 al tempo "t" dal trasduttore 140 viene fornito in input ai due modelli, un primo modello 710 e in secondo modello 720, che corrispondono in particolare a due "procedure" o "funzioni" del "programma".
In relazione al primo modello 710, al passo 712 si aggiorna in particolare il punteggio del modello stesso (che è un indice della bontà del modello) alla luce del valore 701 e lo si fornisce come output 713, al passo 714, si calcola il valore atteso al tempo "t+dt" dal primo modello in base anche (non necessariamente solo) al valore 701 e lo si fornisce come output 715, al passo 716, si calcola il valore atteso dal primo modello al tempo "tm" in base anche (non necessariamente solo) al valore 701 e lo si fornisce come output 717.
In relazione al secondo modello 720, al passo 722 si in particolare aggiorna il punteggio del modello stesso (che è un indice della bontà del modello)alla luce del valore 701 e lo si fornisce come output 723, al passo 724, si calcola il valore atteso dal secondo modello al tempo "t+dt" in base anche (non necessariamente solo) al valore 701 e lo si fornisce come output 725, al passo 726, si calcola il valore atteso dal secondo modello al tempo "tm" in base anche (non necessariamente solo) al valore 701 e lo si fornisce come output 727.
In precedenza, si sono usati i termini "input" e "output" con riferimento a "procedure" o "funzioni" di un "programma" e non con riferimento a un'interfaccia uomo-macchina, ad esempio l'interfaccia 136.
Sulla base dei valori 713, 715, 717, 723, 725, 727, l'unità di controllo 130 può effettuare la scelta se disattivare o meno l'emissione di raggi-X dall'emettitore 110; la soluzione più semplice e comunque efficace (ma non l'unica possibile) è utilizzare per la scelta i risultati del modello avente di volta in volta il punteggio più elevato.
Da quanto precede, è evidente che un'apparecchiatura con un sistema di regolazione dell'esposizione secondo la presente invenzione è molto vantaggiosa. Infatti, non richiede una complicata taratura essendo il sistema auto-regolante. Inoltre, il sistema consente allo stesso tempo di filtrare il segnale dai disturbi e di identificare condizioni anomale sia nel breve periodo che nel lungo periodo.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Metodo per controllare un'apparecchiatura radiologica (100) attraverso l'uso di: a) un'unità di controllo (130) atta ad attivare emissione di raggi-X da un emettitore di raggi-X (110) dell'apparecchiatura radiologica all'inizio di una esposizione e disattivare emissione di raggi-X da detto emettitore di raggi-X (110) successivamente, e b) un trasduttore di raggi-X (140) associato a un rilevatore d'immagini (120) dell'apparecchiatura radiologica; in cui detta unità di controllo (130) determina ripetutamente, preferibilmente con un periodo predeterminato "dt", un valore predetto di dose complessiva di raggi-X in base a un segnale ricevuto da detto trasduttore di raggi-X (140), e in cui detta unità di controllo (130) disattiva l'emissione di raggi-X in base almeno a detto valore predetto.
  2. 2. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui detto valore predetto è calcolato a un tempo "t" e corrisponde a un valore atteso a un tempo successivo "t+dt" di dose complessiva di raggi-X assorbita da detto trasduttore di raggi-X (140) a partire dall'inizio di detta esposizione, e in cui detta unità di controllo (130) effettua un confronto tra detto valore predetto e un valore predeterminato e disattiva l'emissione di raggi-X se detto confronto indica che detto valore predetto è maggiore o uguale a detto valore predeterminato.
  3. 3. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui detto valore predetto è calcolato ad un tempo "t" e corrisponde a un valore atteso a un tempo successivo predeterminato "tm" di dose complessiva di raggi-X assorbita da detto trasduttore di raggi-X (140) a partire dall'inizio di detta esposizione, e in cui detta unità di controllo (130) effettua un confronto tra detto valore predetto e un valore predeterminato e disattiva l'emissione di raggi-X se detto confronto indica che detto valore predetto è minore a detto valore predeterminato.
  4. 4. Metodo secondo la rivendicazione 2 oppure 3, in cui detta unità di controllo (130) disattiva l'emissione di raggi-X dopo avere effettuato detto confronto.
  5. 5. Metodo secondo la rivendicazione 1 oppure 2 oppure 3 oppure 4, in cui al fine di determinare detto valore predetto, detta unità di controllo (130) effettua ripetutamente almeno due stime di dose complessiva di raggi-X rispettivamente secondo almeno due modelli e sceglie la stima che ritiene migliore come il valore atteso futuro.
  6. 6. Metodo secondo la rivendicazione 1 oppure 2 oppure 3 oppure 4, in cui al fine di determinare detto valore predetto, detta unità di controllo (130) effettua ripetutamente almeno due stime di dose complessiva di raggi-X rispettivamente secondo almeno due modelli e calcola il valore atteso futuro sulla base delle almeno due stime.
  7. 7. Metodo secondo la rivendicazione 5 oppure 6, in cui dette stime sono determinate attraverso un filtro di Kalman.
  8. 8. Metodo secondo la rivendicazione 5 oppure 6 oppure 7, in cui dette stime si basano su una ipotesi di andamento noto di detto segnale ricevuto da detto trasduttore di raggi-X (140).
  9. 9. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 5 a 8, in cui ad ogni stima determinata viene assegnato da detta unità di controllo (130) un punteggio.
  10. 10. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 5 a 9, in cui ad ogni modello predeterminato viene assegnato ripetutamente da detta unità di controllo (130) un punteggio.
  11. 11. Metodo secondo la rivendicazione 10, in cui se il punteggio di tutti i modelli è inferiore a un valore minimo, detta unità di controllo (130) segnala una condizione di funzionamento anomala.
  12. 12. Metodo secondo la rivendicazione 10, in cui se il punteggio di tutti i modelli è inferiore a un valore minimo per un intervallo di tempo predeterminato, detta unità di controllo (130) segnala una condizione di funzionamento anomala.
  13. 13. Apparecchiatura radiologica (100) con un emettitore di raggi-X (110) e un rilevatore d'immagini (120), l'apparecchiatura comprendendo: a) un'unità di controllo (130) atta ad attivare emissione di raggi-X da detto emettitore di raggi-X (110) all'inizio di una esposizione e disattivare emissione di raggi-X da detto emettitore di raggi-X (110) successivamente, e b) un trasduttore di raggi-X (140) associato a detto rilevatore d'immagini (120) e collegato elettricamente a detta unità di controllo (130), in cui detta unità di controllo (130) è predisposta per realizzare il metodo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti.
  14. 14. Apparecchiatura radiologica (100) secondo la rivendicazione 13, in cui detta unità di controllo (130) ha un programma per elaboratore (131) che comprende una o più porzioni di codice atte a realizzare le operazioni del metodo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti.
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