IT201800006728A1 - Collare per tubi a doppia parete e procedimento di realizzazione di detto collare per tubi a doppia parete - Google Patents

Collare per tubi a doppia parete e procedimento di realizzazione di detto collare per tubi a doppia parete Download PDF

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Description

DESCRIZIONE
COLLARE PER TUBI A DOPPIA PARETE E PROCEDIMENTO DI REALIZZAZIONE DI DETTO COLLARE PER TUBI A DOPPIA PARETE
La presente invenzione ha per oggetto un collare per tubi a doppia parete e procedimento di realizzazione di detto collare per tubi a doppia parete del tipo precisato nel preambolo della prima rivendicazione.
In particolare, la presente invenzione ha per oggetto un collare, e procedimento di realizzazione dello stesso, per tubi a doppia parete, ossia del tipo utilizzato generalmente per l’evacuazione di fumi e condotte d’aria.
Come noto, i tubi per l’evacuazione dei fumi e le condotte d’aria sono dei condotti costituiti da una pluralità di tubature disposte consecutivamente in maniera adiacente ed usualmente coibentati.
Tali tubature possono essere in diverso materiale e, tipicamente, sono costituiti da metallo e, in particolare, da acciaio.
La coibentazione viene quindi garantita da almeno una porzione isolante.
Al fine di realizzare la porzione isolante, tali tubi comprendono usualmente due elementi tubolari coassiali, di differente diametro, per definire una intercapedine anulare da riempire con materiale isolante.
Il materiale isolante può comprendere lana di roccia od altri materiali affini.
Per la giunzione degli elementi tubolari, assialmente e coassialmente, vengono principalmente impiegati dei collari che assolvono la funzione di distanziale in senso radiare in modo tale da garantire il mantenimento della coassialità tra i tubi reciprocamente connessi.
In aggiunta, i suddetti collari assolvono anche la funzione di contenimento e sigillatura della porzione isolante interposta tra gli elementi tubolari costituenti i condotti a doppia parete.
Pertanto, i collari devono presentare delle eccellenti caratteristiche termomeccaniche. Nel dettaglio, essi devono avere una elevata rigidità, in senso radiale ed assiale, unita ad una bassa conducibilità termica per limitare la dispersione di calore verso l’esterno.
Dispositivi di questo tipo sono, ad esempio, descritti nelle domande di brevetto EP-B-0391761, WO-A-03069213 e IT-B-1387448.
Il brevetto EP-B-0391761 descrive un collare comprendente una pluralità di lamelle disposte ortogonalmente all’asse del condotto ed equidistanti, in cui le lamelle sono reciprocamente distanziate in maniera tale consentire la piegatura del collare evitando contatti o interferenze tra le lingue stesse.
Tale tipologia di soluzione presenta, tuttavia, alcuni importanti inconvenienti.
In particolare, il collare ha ridotta rigidità soprattutto a causa del fatto che le lamelle presentano, tra loro, degli spazi.
Pertanto, al fine di aumentare la rigidità, è necessario tuttalpiù aumentare lo spessore delle lamelle con conseguente aggravio sui costi e la quantità di materiale da utilizzare.
Inoltre, tali spaziature riducono notevolmente la resa termica del collare.
La domanda di brevetto WO-A-03069213 descrive invece una soluzione definita da una pluralità di distanziatori disposti radialmente tra due elementi tubolari comprendenti dei mezzi di vincolo alle proprie estremità in modo tale da poter essere vincolati su di un tubo.
Tuttavia, tali spaziatori non sono preorganizzati ed assemblati e, pertanto, comportano una elevata complessità di montaggio. Le procedure di realizzazione di un collare siffatto sono, inoltre, molto lente e necessitano dell’utilizzo di spessori di elevate dimensioni.
Il brevetto IT-B-1387448 presenta invece una soluzione migliorata rispetto alle precedenti e prevede l’uso di lamelle radiali trapezoidali comprendenti un ulteriore porzione di aggancio atta ad essere disposta in adesione con l’elemento tubolare interno e, in particolare, una aletta vincolata a ciascuna lamella e piegata verso il basso in modo tale da consentire la piega del collare.
Tale soluzione è molto prestante dal punto di vista della resistenza e della tenuta termica, tuttavia ha il fondamentale inconveniente di comprendere molte porzioni di piega e molte protuberanze che rallentano e complicano la lavorazione e la realizzazione del collare finito.
Inoltre, ogni porzione aggiuntiva, come le alette, corrisponde ad aggiunta di materiale che su larga scala ha un notevole impatto sui costi.
In questa situazione il compito tecnico alla base della presente invenzione è ideare un collare per tubi a doppia parete e procedimento di realizzazione di detto collare in grado di ovviare sostanzialmente ad almeno parte degli inconvenienti citati. Nell'ambito di detto compito tecnico è un importante scopo dell'invenzione ottenere un collare prestante dal punto di vista delle caratteristiche termo-meccanico, ma che sia semplice da realizzare.
Un altro importante scopo dell'invenzione è realizzare un collare che consenta di minimizzare la quantità di materiale utilizzato, pur garantendo delle eccellenti caratteristiche termo-meccanico, ed i costi connessi ad esso.
Il compito tecnico e gli scopi specificati sono raggiunti da un collare per tubi a doppia parete come rivendicato nella annessa rivendicazione 1.
Soluzioni tecniche preferite sono evidenziate nelle rivendicazioni dipendenti.
Le caratteristiche ed i vantaggi dell’invenzione sono di seguito chiariti dalla descrizione dettagliata di esecuzioni preferite dell’invenzione, con riferimento agli uniti disegni, nei quali:
la Fig. 1 mostra una vista in prospettiva di un collare in uso secondo l’invenzione;
la Fig. 2 illustra una vista in prospettiva di un collare in uso secondo l’invenzione con lamelle forate;
la Fig. 3 è una vista in prospettiva di un collare prima dell’uso secondo l’invenzione dal punto di vista di una parete interna di un tubo a doppia parete; la Fig. 4 rappresenta una vista in prospettiva di un collare prima dell’uso secondo l’invenzione dal punto di vista di una parete esterna di un tubo a doppia parete;
la Fig.5 mostra una vista in prospettiva di un collare prima dell’uso secondo l’invenzione con lamelle forate dal punto di vista di una parete interna di un tubo a doppia parete;
la Fig.6 illustra una vista in prospettiva di un collare prima dell’uso secondo l’invenzione con lamelle forate dal punto di vista di una parete esterna di un tubo a doppia parete;
la Fig.7 è una vista schematica frontale di un collare prima dell’uso secondo l’invenzione dal punto di vista di una parete interna di un tubo a doppia parete; la Fig. 8 rappresenta una vista schematica dall’alto di un collare secondo l’invenzione con indicate le tracce di lavorazione di punzonatura e piegatura;
la Fig.9 mostra una vista schematica frontale di un collare realizzato senza striscia ausiliaria prima dell’uso secondo l’invenzione dal punto di vista di una parete interna di un tubo a doppia parete;
la Fig.10 illustra una vista schematica dall’alto di un collare realizzato senza striscia ausiliaria secondo l’invenzione con indicate le tracce di lavorazione di punzonatura e piegatura;
la Fig.11 è una vista schematica frontale di un collare realizzato con fori ad L prima dell’uso secondo l’invenzione dal punto di vista di una parete interna di un tubo a doppia parete;
la Fig. 12 rappresenta una vista schematica dall’alto di un collare realizzato con fori ad L secondo l’invenzione con indicate le tracce di lavorazione di punzonatura e piegatura;
la Fig. 13a mostra una configurazione preferita di un collare in uso entro la sezione di un tubo a doppia parete;
la Fig. 13b è una seconda configurazione di un collare in uso entro la sezione di un tubo a doppia parete ed una porzione rettilinea dello stesso;
la Fig. 13c illustra una seconda configurazione di un collare in uso entro un raccordo a T realizzato con un tubo a doppia parete; e
la Fig.13d rappresenta una quarta configurazione di un collare in uso entro un raccordo ad L realizzato con un tubo a doppia parete.
Nel presente documento, le misure, i valori, le forme e i riferimenti geometrici (come perpendicolarità e parallelismo), quando associati a parole come "circa" o altri simili termini quali "pressoché" o "sostanzialmente", sono da intendersi come a meno di errori di misura o imprecisioni dovute a errori di produzione e/o fabbricazione e, soprattutto, a meno di una lieve divergenza dal valore, dalla misura, dalla forma o riferimento geometrico cui è associato. Ad esempio, tali termini, se associati a un valore, indicano preferibilmente una divergenza non superiore al 10% del valore stesso.
Inoltre, quando usati, termini come “primo”, “secondo”, “superiore”, “inferiore”, “principale” e “secondario” non identificano necessariamente un ordine, una priorità di relazione o posizione relativa, ma possono essere semplicemente utilizzati per più chiaramente distinguere tra loro differenti componenti.
Le misurazioni e i dati riportati nel presente testo sono da considerarsi, salvo diversamente indicato, come effettuati in Atmosfera Standard Internazionale ICAO (ISO 2533:1975).
Con riferimento alle Figure, il collare per tubi a doppia parete secondo l'invenzione è globalmente indicato con il numero 1.
Il collare 1 è un collare o collarino utilizzato prevalentemente per il collegamento e la giunzione di tubi a doppia parete. Tali tubi sono dei condotti, usualmente ma non necessariamente atti al contenimento di fumi o aria in generale.
Il collare 1 può essere inserito, in generale, tra due pareti di tubi consecutivi assialmente, oppure tra due tubi coassiali a diametro differente.
Il collare 1 può essere disposto tra le dette pareti assolvendo alla funzione di giunzione tra le due pareti, e pertanto tra i due tubi, oppure può essere disposto tra le pareti allo scopo di sigillare l’intercapedine realizzata dalle due pareti stesse. Usualmente, infatti, tale intercapedine può essere riempita con materiale isolante termicamente, quale lana di roccia, per coibentare i tubi. In questo caso, il collare 1 ha l’ulteriore funzione di limitare le dispersioni termiche presenti in tale area dei tubi a doppia parete.
Il fatto che il collare 1 sia prevalentemente utilizzato per tubi a doppia parete ed in corrispondenza della sezione circolare non limita l’uso dello stesso esclusivamente a detta configurazione.
In linea di principio, infatti, il collare 1 può essere utilizzato anche per porzioni rettilinee di tubi a doppia parete o per pareti singole, o può essere utilizzato come elemento di separazione tra elementi di varie forme, ad esempio a L o a T come le zone di raccordo degli stessi tubi a parete. Tali diverse configurazioni sono mostrate nelle Figg.13a-13d.
Il collare 1 preferibilmente comprende almeno un nastro 2 ed una pluralità di lamelle 3.
Il nastro 2 è preferibilmente, ma non necessariamente, racchiudibile attorno ad un asse centrale 2a.
In una configurazione preferita, in uso, esso è racchiuso attorno ad un asse centrale 2a.
Preferibilmente, l’asse centrale 2a coincide con l’asse del o dei tubi quando il collare 1 è posizionato nell’intercapedine tra due pareti. Alternativamente, l’asse centrale 2a potrebbe essere una direzione predefinita, ad esempio definita da un asse baricentrico, se il collare 1 viene disposto attorno a forme differenti da quelle definite dai tubi. Non è infatti necessario, per il funzionamento, che il collare 1 sia esclusivamente avvolto attorno all’asse centrale 2a, ma può anche essere mantenuto sostanzialmente rettilineo.
Il nastro 2, in particolare, è racchiuso attorno all’asse centrale 2a in maniera tale da realizzare un anello. L’anello può essere realizzato in materiale metallico e, pertanto, il nastro 2 può comprendere materiale metallico.
Preferibilmente, il nastro 2 è in acciaio.
La descrizione del nastro 2 tiene conto della configurazione del collare 1 come prodotto finito, ossia quando pronto ad essere installato tra le doppie pareti. Si tenga, tuttavia, conto del fatto che nelle fasi precedenti all’installazione, il nastro 2 ha una configurazione sostanzialmente rettilinea e non ancora incurvata.
Infatti, il collare 1 è facilmente adattabile a tubature di diametri differenti o ad altre forme.
Le lamelle 3 sono preferibilmente vincolate al nastro 2. Esso sono vincolate in maniera continua al nastro 2 e sono sostanzialmente preferibilmente ortogonali al nastro 2.
In particolare, le lamelle 3 sono vincolate al nastro 2 in maniera continua, ossia in corrispondenza dello stesso lato ed in maniera continua in modo tale da ricoprire, in uso, l’intera circonferenza definita dall’anello realizzato con il nastro 2.
Le lamelle 3 possono essere vincolate al nastro 2 per mezzo di incollaggio, saldature o altre giunzione. Preferibilmente, le lamelle 3 sono in un sol pezzo con il nastro 2 e sono vincolate per mezzo di una porzione di materiale comune tra il nastro 2 e ciascuna lamella 3.
Tale porzione di materiale risulta quindi piegata per rendere le lamelle 3 ortogonali al nastro 2 e realizzare il collare 1.
Pertanto, tra le lamelle 3 ed il nastro 2 possono essere previsti degli smussi dovuti alla piegatura.
Le lamelle 3 possono avere qualsiasi forma e dimensione. Preferibilmente, esse sono sostanzialmente rettangolare e possono presentare una estremità libera distanziata dal nastro. Tale estremità, se libera, può avere una curvatura per agevolare l’adesione ad una parete curva, come quella dei comuni tubi.
Le lamelle 3 sono, inoltre, preferibilmente prevalente piane e disposte, in uso, radialmente verso l’asse centrale 2a entro l’anello realizzato dal nastro 2. Infatti, preferibilmente, ciascuna lamella 3 non presenta sostanzialmente delle alette ripiegate o altre appendici che non giacciono sul medesimo piano.
In particolare, preferibilmente, almeno il 70% della superficie definita dalla lamella è disposta sullo stesso piano.
Tuttavia, ciascuna lamella 3 può comprendere uno o più primi riscontri 30.
I primi riscontri 30 sono preferibilmente disposti in direzione radiale rispetto all’asse centrale 2a. Inoltre, i primi riscontri 30 sono rettilinei. Nel dettaglio, i primi riscontri 30 sono in numero di due e sono disposti in corrispondenza della porzione di lamella 3 prossima alle lamelle 3 adiacenti.
Vantaggiosamente, le lamelle 3 tra loro adiacenti sono reciprocamente sfalsate in direzione parallela all’asse centrale 2a in maniera tale da essere almeno parzialmente reciprocamente sovrapponibili.
In uso, le lamelle 3 risultano essere reciprocamente sovrapposte.
Preferibilmente, le lamelle 3 sono sfalsate, lungo l’anello, in maniera alternata. Ancor più nel dettaglio, le lamelle 3 sono sfalsate in maniera costante, ossia presentano dei dislivelli tra lamelle 3 successive di identico valore, ed in maniera alternata.
Con alternata si intende che ogni lamella 3 ha un dislivello rispetto ad entrambe le lamelle 3 adiacenti, ossia la precedente e la successiva, che è identico e che è nella stessa direzione.
Pertanto, sostanzialmente, le lamelle 3 si suddividono in due gruppi di lamelle 3 non adiacenti disposti lungo due piani 3a, 3b.
I piani 3a, 3b sono due piani sfalsati su cui giacciono le lamelle 3 e comprendenti i due gruppi di lamelle 3 alternate, come mostrato in Fig.7.
Tali piani 3a, 3b definiscono sostanzialmente i piani lungo i quali le lamelle 3 possono essere movimentati per sovrapporsi.
Inoltre, se le lamelle 3 presentano dei primi riscontri 30, come precedentemente enunciato. Tali primi riscontri 30 hanno principalmente lo scopo di incrementare la rigidezza tra le lamelle adiacenti quando le lamelle sono parzialmente sovrapposte e, pertanto, di incrementare la rigidezza globale del collare 1.
In aggiunta a quanto descritto, le lamelle 3 possono comprendere degli ulteriori elementi.
Ad esempio, ciascuna lamella 3 può comprendere un foro 31.
Il foro 31 è preferibilmente atto ad incrementare o ridurre la tenuta termica del collare 1, ed inoltre consente di lasciare una porzione di accesso all’intercapedine tra le doppie pareti, ad esempio consentendo il passaggio di aria.
Le lamelle 3, come detto, possono comprendere una estremità libera. Alternativamente e preferibilmente, ciascuna lamella 3 comprende una aletta 4. L’aletta 4 è preferibilmente disposta in corrispondenza dell’estremo libero delle lamelle 3. Inoltre, essa è preferibilmente prevalentemente parallela all’asse centrale 2a ed ortogonale alla relativa lamella 3.
In particolare, anche l’aletta 4 risulta, preferibilmente, dello stesso materiale ed in un sol pezzo con la lamella 3 e, pertanto, può risultare da piegatura di parte della lamella 3. In questo caso, tra l’aletta 4 e la lamella 3 possono essere previsti degli smussi.
Inoltre, l’aletta 4 è preferibilmente ortogonale alla lamella 3 in maniera tale da essere affacciata al nastro 2.
L’aletta 4 può a sua volta comprendere uno o più secondi riscontri 40.
I secondi riscontri 40 sono sostanzialmente dello stesso tipo dei primi riscontri 30 e svolgono la stessa funzione. Tuttavia, i secondi riscontri 40 sono atti ad aumentare la rigidezza del collare 1 in prossimità della parete di un tubo, pertanto sono preferibilmente protrudenti verso l’asse centrale 2a, quando il collare 1 è in uso. Inoltre, i secondi riscontri 40 consentono di ridurre la superficie di contatto tra il collare 1 ed il tubo adiacente alle alette 4 e, pertanto, riduce la trasmissione del calore.
L’aletta 4 può quindi comprendere anche una linguetta 41.
La linguetta 41 è preferibilmente una porzione di aletta ripiegata in maniera tale da protrudere vero l’asse centrale 2a, ossia in allontanamento dal nastro 2, quando il collare 1 è in uso.
Il funzionamento del collare 1 precedentemente descritto in termini strutturali è il seguente.
Il collare 1 viene racchiuso tra due pareti, ad esempio di due tubi, attorno all’asse definito dai tubi. Una volta in uso, il nastro 2 aderisce alla parete interna, usualmente del tubo a diametro maggiore, mentre le alette 4 aderiscono alla parete esterna, usualmente del tubo a diametro minore.
Pertanto, le lamelle 3 ricoprono l’interstizio realizzato tra le pareti dei tubi coassiali e distanziano gli stessi isolando, almeno in parte, l’interstizio.
L’invenzione comprende un nuovo procedimento di realizzazione di un collare 1 per tubi a doppia parete.
Il procedimento viene, in particolare, svolto a partire da una lamina di materiale. Tale materiale è preferibilmente metallico e, in particolare, acciaio.
La lamina definisce preferibilmente un nastro di lavorazione 5.
Il nastro di lavorazione 5 è preferibilmente una lamina piana dotata di larghezza opportuna al fine di realizzare il collare 1.
Il nastro di lavorazione 5 preferibilmente definisce una linea longitudinale 5a ed è continuo lungo essa.
La linea longitudinale 5a è preferibilmente l’asse di sviluppo prevalente del nastro di lavorazione 5 che presenta sostanzialmente una dimensione preponderante. Il nastro di lavorazione 5 può inoltre essere, concettualmente, suddiviso in più porzioni o zone.
Sostanzialmente, il nastro di lavorazione 5 comprende almeno due zone e può comprenderne una terza.
Preferibilmente, ciascuna zona definisce una striscia. Tali strisce sono preferibilmente sviluppantisi parallelamente alla linea longitudinale e sono, in particolare, una striscia interna 50, una striscia esterna 51 e, se presente, una striscia ausiliaria 52.
La striscia esterna 51 è, preferibilmente, la striscia destinata alla realizzazione del nastro 2 quando il collare 1 è completato.
La striscia interna 50 è, preferibilmente, la striscia destinata alla realizzazione delle lamelle 3 quando il collare 1 è completato.
La striscia ausiliaria 52 è, preferibilmente, la striscia destinata alla realizzazione delle alette 4 quando il collare 1 è completato.
Pertanto, preferibilmente, la striscia ausiliaria 52 è preferibilmente adiacente alla striscia interna 50 e non adiacente alla striscia esterna 51, come mostrato in Fig.8. Preferibilmente, il procedimento di realizzazione del collare 1 comprende almeno una fase di alimentazione, una fase di taglio ed una fase di piegatura su un nastro 5 comprendente almeno una striscia interna 50 ed una striscia esterna 51.
Nella fase di alimentazione viene predisposto il nastro di lavorazione 5 su di una macchina tranciatrice, di tipo noto, la quale viene poi alimentata lungo la linea longitudinale 5a con il nastro di lavorazione 5.
La macchina tranciatrice è una macchina comprendente punzoni e lame adibite sia a taglio che a piegatura. In particolare, preferibilmente, la macchina tranciatrice comprende almeno una stazione di piega comprendente matrici e punzoni che consentono la piega del nastro di lavorazione 5.
Preferibilmente, le matrici ed i relativi punzoni non sono continui lungo la linea longitudinale 5a, ma presentano uno sfalsamento al fine di ottenere le lamelle secondo l’invenzione.
Ciò è possibile configurando una serie di punzoni e matrici piega in posizione “0”, mentre l’altra serie di punzoni e matrici è traslata ortogonalmente alla linea longitudinale 5a della quota di sfasatura. Può anche essere prevista una posizione di piega diversa. La stazione di piegatura della tranciatrice realizza quindi una differenza meccanica fra le due serie di punzoni e matrici.
Preferibilmente in seguito alla fase di alimentazione, viene prevista una fase di taglio a passo in senso trasversale rispetto alla linea longitudinale 5a di tratti di striscia interna 50 in modo tale da definire le lamelle 3 ed il nastro 2.
Nella fase di piegatura, le lamelle 3 vengono quindi piegate in maniera tale da rendere le lamelle 3 prevalentemente perpendicolari al nastro 2.
Tale piegatura avviene preferibilmente in una stazione di piegatura come descritta precedentemente. Preferibilmente, la piegatura avviene per mezzo di una serie di punzoni di piegatura in cui i punzoni sono tra loro adiacenti lungo la direzione parallela alla linea longitudinale 5a e sono sfalsati perpendicolarmente alla linea longitudinale 5a in modo tale da ottenere le lamelle 3 adiacenti sfalsate tra loro. In particolare, preferibilmente, i punzoni possono essere sfalsati perpendicolarmente alla linea longitudinale 5a in senso verticale, ossia perpendicolarmente anche al piano definito dal nastro 5 o orizzontalmente, ossia parallelamente al piano definito dal nastro 5.
Il procedimento può inoltre comprendere delle ulteriori fasi.
Ad esempio, al fine di realizzare delle componenti utili all’assemblaggio o all’ancoramento del collare 1, nonché alla piegatura delle lamelle 3, possono essere presenti una fase di prima punzonatura e di seconda punzonatura. Preferibilmente, nella fase di prima punzonatura, la striscia esterna 51 viene punzonata a passo con una serie di fori 6.
Tali fori 6 sono preferibilmente di tipo circolare.
Nella seconda fase di punzonatura preferibilmente vengono punzonati a passo dei fori 7 tra la striscia interna 50 e la striscia esterna 51.
Tali fori 7 sono preferibilmente circolari e le dimensioni variano a seconda del livello di flessibilità che si vuole imporre alle lamelle 3 da piegare.
Inoltre, in particolare, i fori 7 delimitano preferibilmente le due strisce 50, 51 e sono disposti in corrispondenza dei tagli trasversali realizzati nella fase di taglio.
I tagli, infatti, preferibilmente si estendono almeno trasversalmente lungo tutta la striscia interna 50 a partire dai fori 7.
Opportunamente, e se in assenza di striscia ausiliaria 52, può essere prevista una ulteriore fase di foratura per realizzare un profilo scanalato, come mostrato in Fig. 10, atto a garantire nelle fasi di piegatura delle lamelle 3, che le lamelle 3 si estendano radialmente in maniera equivalente.
Se il nastro 5 comprende anche una striscia ausiliaria 52, possono essere previste una ulteriore fase di terza punzonatura e di seconda piegatura.
Preferibilmente, nella fase di terza punzonatura, viene punzonata a passo una serie di fori 8 sulla striscia ausiliaria 52 in maniera tale da realizzare le alette 4.
Preferibilmente, i fori 8 sono squadrati e, ad esempio, hanno una forma sostanzialmente rettangolare o quadrata.
Preferibilmente i fori 8 si estendono trasversalmente rispetto alla linea longitudinale 5a su tutta la striscia ausiliaria 52 e, in particolare, preferibilmente, sono realizzate in maniera tale che il taglio trasversale realizzato nella fase di taglio sia allineato con la linea mediana del foro 8.
Opportunamente, i fori 8 possono essere realizzati in maniera tale da risultare sostanzialmente a L, accoppiati a due a due, come in Fig. 12, e sostanzialmente ciascuno dei fori 8 è speculare trasversalmente, ossia perpendicolarmente alla linea longitudinale 5a, a ciascuno dei fori 8 adiacenti. In tale maniera può essere garantito, nelle fasi di piegatura delle lamelle 3, che le lamelle 3 si estendano radialmente in maniera equivalente.
Inoltre, utilizzando una profilatura dei fori 8 come ora indicata, le alette 4 risultano reciprocamente sfalsate in maniera alternata e, pertanto, il collare 1 risulta essere esteso in maniera costante anche lungo una direzione parallela all’asse centrale 2a, come mostrato in Fig. 11, ad esempio al fine di garantire il corretto accoppiamento tra il tubo esterno ed interno.
Inoltre, possono essere previste altre fasi: ad esempio una o più fasi di deformazione e/o una quarta fase di punzonatura.
Ad esempio, nella fase di deformazioni, il nastro 5 può essere deformato localmente realizzando delle protuberanze in maniera tale da realizzare dei riscontri 30, 40.
Tale deformazione è, come detto, preferibilmente localizzata in punti e zone specifiche e non si estende a tutto il nastro.
Ad esempio, le protuberanze possono essere ricavate tramite imposizione di pressione su parte in direzione trasversale della striscia interna 50 in modo tale da realizzare i riscontri 30 presenti sulle lamelle 3.
Altrettanto può essere effettuato sulla striscia ausiliaria 52 in maniera tale da realizzare i secondi riscontri 40 delle alette 4.
In conclusione, nella quarta fase di punzonatura, può essere punzonata a passo una serie di fori 31 sulla striscia interna 50.
Il prodotto risultante dal procedimento è quindi un collare 1 che, tuttavia, non è ancora racchiuso attorno ad un asse centrale 2a. In uso, esso può essere avvolto attorno all’asse centrale 2a, oppure può essere mantenuto rettilineo ad esempio per la separazione di porzioni di tubi a doppia parete lungo l’asse rettilineo.
Il collare 1 ottenuto secondo il procedimento descritto comprende preferibilmente il nastro 2 allineato alla linea longitudinale 5a e le lamelle 3 disposte adiacentemente rispetto alla linea longitudinale, ortogonali al nastro 2, ma non ancora sovrapposte. Il collare 1 per tubi a doppia parete secondo l’invenzione consegue importanti vantaggi.
Infatti, il collare 1 offre delle eccellenti proprietà termo-meccaniche dovute soprattutto alla sovrapposizione di parte delle lamelle 3 con effetto di potenziamento locale e sinergico della resistenza meccanica, nonché della stabilità termica.
Secondariamente, ma non per importanza, il collare 1 ha una struttura semplificata che consente, inoltre, di risparmiare sull’uso dei materiali, nonché sulle fasi di lavorazione.
Pertanto, un ulteriore vantaggio, è quello di aumentare la rapidità di lavorazione del collare 1 che risulta, inoltre, più versatile in quanto può ricoprire curvature maggiori rispetto alla tecnica nota senza perdere prestanza termo-meccanica.
L’invenzione è suscettibile di varianti rientranti nell'ambito del concetto inventivo definito dalle rivendicazioni.
Ad esempio, le fasi di realizzazione del collare 1 possono essere svolte secondo un ordine differente rispetto a quello descritto (che, in ogni caso, non intende fornire un ordine necessario delle fasi di lavorazione).
Oppure, alcune lavorazioni, come quelle di punzonatura, possono essere effettuate simultaneamente.
Il collare 1 stesso può essere, inoltre, dotato di altre porzioni piegate ed il procedimento può comprendere anche una ulteriore fase di piegatura per realizzare le linguette 41.
In tale ambito tutti i dettagli sono sostituibili da elementi equivalenti ed i materiali, le forme e le dimensioni possono essere qualsiasi.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Collare (1) per tubi a doppia parete comprendente: - un nastro (2) racchiudibile attorno ad un asse centrale (2a) in modo tale da realizzare un anello, - una pluralità di lamelle (3) prevalente piane, vincolate in maniera continua a detto nastro (2) e disponibili radialmente verso detto asse centrale (2a) entro detto anello, e caratterizzato dal fatto che - dette lamelle (3) tra loro adiacenti sono reciprocamente sfalsate in direzione parallela a detto asse centrale (2a) in maniera tale da essere almeno parzialmente reciprocamente sovrapponibili.
  2. 2. Collare (1) secondo la rivendicazione 1, in cui dette lamelle (3) sono sfalsate lungo detto anello in maniera costante ed alternata definendo sostanzialmente due piani (3a, 3b) reciprocamente paralleli, sfalsati in egual misura rispetto a dette lamelle (3) e comprendenti due gruppi di lamelle (3) non adiacenti.
  3. 3. Collare (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui dette lamelle (3) comprendono uno o più primi riscontri (30) in direzione sostanzialmente radiale rispetto a detto asse centrale (2a) atti ad incrementare la rigidezza di detto collare (1) quando dette lamelle (3) adiacenti sono almeno parzialmente sovrapposte.
  4. 4. Collare (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui dette lamelle (3) comprendono almeno un foro (31).
  5. 5. Collare (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui dette lamelle (3) comprendono una aletta (4) disposta in corrispondenza dell’estremo libero di dette lamelle (3) sostanzialmente disposta prevalentemente parallela a detto asse centrale (2a).
  6. 6. Procedimento di realizzazione di un collare (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, comprendente le fasi di: - alimentazione con un nastro di lavorazione (5) continuo lungo una linea longitudinale (5a) e definente una striscia interna (50) ed una striscia esterna (51) di una macchina tranciatrice, - taglio a passo in senso trasversale rispetto a detta linea longitudinale (5a) di tratti di detta striscia interna (50) in modo tale da definire dette lamelle (3) e detto nastro (2), e caratterizzato dal fatto di comprendere le fasi di: - piegatura di dette lamelle (3) in maniera tale da rendere dette lamelle (3) prevalentemente perpendicolari a detto nastro (2) per mezzo di una serie di punzoni di piegatura in cui detti punzoni tra loro adiacenti in direzione parallela a detta linea longitudinale (5a) sono sfalsati perpendicolarmente a detta linea longitudinale (5a) in modo tale da ottenere dette lamelle (3) adiacenti sfalsate tra loro.
  7. 7. Procedimento secondo almeno la rivendicazione 6, comprendente le fasi in cui detto nastro (5) comprende una striscia ausiliaria (52) adiacente a detta striscia interna (50) e non adiacente a detta striscia esterna (51) e detto procedimento comprende le ulteriori fasi di: - prima punzonatura a passo di una prima serie di fori (6) su detta striscia esterna (51), - seconda punzonatura a passo di una seconda serie di fori (7) tra detta striscia interna (50) e detta striscia esterna (51).
  8. 8. Procedimento secondo almeno una rivendicazione precedente, comprendente le fasi in cui detto nastro (5) comprende una striscia ausiliaria (52) adiacente a detta striscia interna (50) e non adiacente a detta striscia esterna (51) e detto procedimento comprende le ulteriori fasi di: - terza punzonatura a passo di una serie di fori (8) su detta striscia ausiliaria (52) in maniera tale da realizzare dette alette (4), e - seconda piegatura di dette alette (4) in maniera tale da rendere dette alette (4) perpendicolari a dette lamelle (3) ed affacciantisi a detto nastro (2).
  9. 9. Procedimento secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detti fori 8 sono realizzati sostanzialmente ad L, accoppiati a due a due, e ciascuno di detti fori 8 è disposto trasversalmente in maniera speculare rispetto a detti fori 8 adiacenti lungo detta linea longitudinale 5a in maniera tale da garantire che detto collare si estenda radialmente e parallelamente rispetto a detto asse centrale 2a in maniera costante.
  10. 10. Procedimento secondo almeno una rivendicazione precedente, comprende una ulteriore fase di deformazione di detto nastro (5) in cui detto nastro (5) viene deformato localmente realizzando delle protuberanze in maniera tale da realizzare detti riscontri (30, 40).
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