IT201800002261A1 - Unita' di contenimento antiterrorismo - Google Patents

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Domenico Stellacci
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Domenico Stellacci
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    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F42AMMUNITION; BLASTING
    • F42DBLASTING
    • F42D5/00Safety arrangements
    • F42D5/04Rendering explosive charges harmless, e.g. destroying ammunition; Rendering detonation of explosive charges harmless
    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F41WEAPONS
    • F41HARMOUR; ARMOURED TURRETS; ARMOURED OR ARMED VEHICLES; MEANS OF ATTACK OR DEFENCE, e.g. CAMOUFLAGE, IN GENERAL
    • F41H5/00Armour; Armour plates
    • F41H5/24Armour; Armour plates for stationary use, e.g. fortifications ; Shelters; Guard Booths

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Description

Descrizione dell’invenzione industriale con titolo:
“UNITA’ DI CONTENIMENTO ANTITERRORISMO”
TESTO DELLA DESCRIZIONE
Il Campo dell’invenzione
La presente invenzione si inserisce nelle tecnologie afferenti alla sicurezza antiterrorismo, per cui esiste tuttora la necessità di dover gestire in sicurezza la persona sorpresa con masse di esplodenti indossate e/o al seguito. L’invenzione – una struttura metallica e/o di materiale composito antiscoppio - si prefigge l’obiettivo di confinare e quindi neutralizzare il terrorista sorpreso con masse di esplodenti indossate e/o al seguito (detto anche kamikaze).
Sfondo tecnologico
Non esiste al mondo una tecnologia che possa permettere il confinamento e la neutralizzazione del terrorista sorpreso con masse di esplodenti indossate e/o al seguito. La tecnologia attuale (es.: rilevatori raggi x, ad onde millimetriche e sniffers) permette soltanto la rilevazione di masse di esplodenti ma NON la gestione in sicurezza del terrorista scoperto indossante tali masse esplodenti e/o al seguito. Invero una volta scoperto il malintenzionato con le citate tecnologie di rilevazione esplodenti, lo stesso NON si arrende alle autorità, innescando volontariamente le masse esplodenti indossate e/o al seguito tramite attivazione del dispositivo portatile che ha con sé (detonatore). La cronaca riporta che la detonazione di tali masse esplodenti causa vittime decedute e ferite attorno al kamikaze fino ad una distanza di circa 100 metri dalla posizione dello stesso terrorista. Esiste la necessità di dover neutralizzare gli effetti lesivi e letali provocabili dalla detonazione volontariamente innescata dal kamikaze. Ad oggi non esiste una tecnologia abile a farlo. Invero spesso capita che il terrorista venga scoperto dalle autorità prima dell’innesco della detonazione degli esplosivi indossati e/o al seguito, tuttavia le stesse autorità non sono in grado di evitare le vittime generate dall’esplosione volontariamente innescata, stante la rapidità della attivazione delle medesime masse indossate e/o al seguito operata dal kamikaze – è sufficiente che lo stesso terrorista, se pur ferito, attivi il detonatore per innescare l’esplosione e portare a termine l’azione terroristica creando vittime decedute e ferite anche a notevole distanza.
Sommario dell’invenzione
La invenzione si prefigge l’obiettivo di confinare il terrorista in una unità di contenimento resistente all’esplosione, in modo da neutralizzare al 100% gli effetti lesivi alle persone/cose circostanti il kamikaze dall’esplosione volontariamente innescata. In tal modo le strutture a valle (ambasciate, aeroporti, sedi di Governo) della tecnologia oggetto della invenzione risulteranno “bonificate”, ovvero esenti da rischi di un potenziale attacco terroristico operato con esplosivi e/o armi automatiche.
Descrizione dettagliata dell’invenzione
L’invenzione - costituita da una UNITA’ metallica e/o di materiale composito resistente agli scoppi di seguito denominata la UNITA’ -sarà posta al controllo degli accessi a strutture potenzialmente oggetto di attacchi terroristici (es.: ambasciate, aeroporti, sedi di Governo) ed è posta al seguito o contiene delle/le attuali tecnologie di rilevazione esplodenti/armi (ad onde millimetriche o sniffers). Le persone entranti – una alla volta - saranno sottoposte a preventiva o contestuale scansione allo scopo di individuare masse esplodenti/armi indossate e/o al seguito. Se la scansione avrà esito negativo la persona avrà accesso alla UNITA’ da proteggere (es.: ambasciate, aeroporti, sedi di Governo). Se la scansione avrà esito positivo, la persona si ritroverà confinata all’interno della citata UNITA’ resistente agli scoppi e in caso di innesco volontario delle masse di esplodenti indossate e/o al seguito, saranno neutralizzati al 100% gli effetti lesivi provocabili:
a. dai frammenti con cui l’ordigno è confezionato (sfere di acciaio, chiodi, bulloni).
b. dall’onda d’urto dell’esplosione.
La UNITA’, resistente agli scoppi, è costituita da due camere cilindriche possibilmente coassiali dotate entrambe di aperture di entrata e uscita (1) – si veda disegno1 – denominando la camera cilindrica più piccola o cilindro a diametro inferiore CDI e la camera cilindrica più grande o cilindro a diametro superiore denominata CDS – la quale circonferenza può esser ridotta alla presenza di sole paratie poste in corrispondenza alle aperture (porta di uscita e entrata) della camera interna, aventi lo scopo di proteggere le persone/cose esterne la UNITA’ dagli efflussi gassosi post detonazione uscenti da dette aperture(disegno 3). Tale UNITA’ può:
a. Contenere al proprio interno le tecnologie di rilevazione esplodenti/armi (3) (disegno 1).
b. Essere posta a valle delle tecnologie di rilevazione esplodenti/armi (3) (disegno 2).
La disposizione della camera esterna rispetto alla posizione della camera interna è posta in modo tale da dissipare gli efflussi gassosi post detonazione uscenti dalle porte di uscita e entrata della camera interna. Ovvero le aperture di uscita e entrata della camera esterna non sono allineate alle aperture di entrata e uscita della camera interna, in modo da dissipare gli efflussi gassosi post detonazione uscenti dalle porte di entrata e uscita della camera cilindrica interna. Le citate tecnologie di rilevazione esplodenti/armi controllano mezzi di chiusura (2) a dette aperture (1).
La camera interna ha diametro variabile da individuare a seconda delle necessità del cliente e del quantitativo di TNT a cui la UNITA’ dovrà resistere, è dotata di una parete costituita dalla sovrapposizione di due lamiere di acciaio e/o di materiale composito - denominate rispettivamente lamiera interna (4) e lamiera esterna (5) al CDI - a contatto tra di loro (disegno 2) poste in essere allo scopo di:
a. Impedire la fuoriuscita dall’unità di contenimento dei frammenti impattanti la lamiera interna tramite penetrazione della stessa da parte dei citati frammenti post detonazione. La lamiera interna è di materiale morbido allo scopo di favorire detta penetrabilità da parte dei frammenti dell’ordigno esploso (disegno 2).
b. Garantire l’assorbimento della pressione generata dall’onda d’urto dell’esplosione operata dalla lamiera esterna e posta a contatto con la lamiera interna.
Parte dei frammenti (6) lascerà la UNITA’ uscendo dalla stessa in senso ascendente non provocando alcun danno alle persone poste anche a notevole distanza dall’unità di contenimento (disegno 4).
La UNITA’ e nella fattispecie la camera interna è progettata e verificata in modo da resistere anche alla fase di vuoto atmosferico seguente l’onda d’urto della detonazione.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Unità di contenimento antiterrorismo, denominata di seguito l’UNITA’ si compone di due cilindri metallici e/o di materiale composito, possibilmente coassiali e concentrici e aventi asse verticale rispetto al piano di appoggio orizzontale dell’UNITA’ medesima.
  2. 2. L’UNITA’ secondo la rivendicazione precedente è costituita dai citati cilindri dotati entrambi di aperture (1) di entrata e uscita per consentirne l’accesso a persone, tramite controllo di mezzi di chiusura (2) di dette aperture (1), posto in essere da tecnologie di rilevazione esplodenti/armi (3) posizionate a monte della UNITA’ o contenute in detta UNITA’.
  3. 3. L’UNITA’ secondo le rivendicazioni precedenti è resistente alla detonazione di un ordigno posto all’interno del cilindro a diametro inferiore, detto CDI, azzerando la capacità letale e lesiva della detonazione di detto ordigno alle persone/cose esterne e circostanti l’UNITA’.
  4. 4. L’UNITA’ secondo le rivendicazioni precedenti presenta il cilindro a diametro superiore, detto CDS, su richiesta riducibile nello sviluppo della relativa circonferenza di contenimento CDI alla presenza di sole paratie poste in corrispondenza alle aperture del CDI, aventi lo scopo di proteggere le persone/cose esterne l’UNITA’ dagli efflussi gassosi post detonazione uscenti da dette aperture (1) contenenti una frazione dei frammenti dell’ordigno.
  5. 5. L’UNITA’ secondo una o più rivendicazioni precedenti è caratterizzata dal fatto che le aperture (1) di uscita e entrata del CDS non sono allineate alle aperture (1) di entrata e uscita del CDI, allo scopo di dissipare gli efflussi gassosi post detonazione uscenti dalle aperture (1) di entrata e uscita del CDI ed impattanti il CDS, derivanti dall’esplosione di un ordigno posizionato all’interno di detto CDI.
  6. 6. L’UNITA’ secondo le rivendicazioni precedenti è caratterizzata dal fatto di avere la parete costituente il CDI risultante dalla sovrapposizione di due lamiere cilindriche di acciaio e/o di materiale composito coassiali, denominate rispettivamente lamiera interna (4) e lamiera esterna (5) al CDI, poste a contatto tra di loro.
  7. 7. L’UNITA’ secondo la rivendicazione precedente presenta la lamiera interna (4) progettata allo scopo di minimizzare la fuoriuscita dalla UNITA’ medesima dei frammenti proiettati dalla detonazione dell’ordigno ed impattanti detta lamiera interna (4), costituita da acciaio a basso snervamento e/o materiale composito allo scopo di essere adeguatamente penetrata da detti frammenti impattanti detta lamiera interna (4), evitando che i citati frammenti rimbalzino su detta lamiera interna (4) fuoriuscendo pericolosamente dalla UNITA’.
  8. 8. L’UNITA’ secondo le rivendicazioni precedenti è caratterizzata dal fatto che la lamiera esterna (5) è progettata per resistere strutturalmente all’onda di pressione generata dall’esplosione dell’ordigno posto all’interno del CDI, senza manifestare rottura o deformazione plastica post-detonazione di detta lamiera esterna (5).
  9. 9. L’UNITA’ secondo le rivendicazioni precedenti consente che una parte minoritaria (6) dei frammenti proiettati dalla detonazione dell’ordigno esploso all’interno del CDI lasci detta UNITA’ in senso ascendente, non provocando alcun danno alle persone e/o cose poste anche a notevole distanza dall’UNITA’ medesima.
  10. 10. L’UNITA’ secondo le rivendicazioni precedenti consente l’accesso a strutture mobili e/o edifici da proteggere, poste a valle della UNITA’ medesima, attuandone l’accesso tramite preventivo passaggio di una persona alla volta diretta all’interno dell’UNITA’, la quale persona è sottoposta a preventiva o contestuale scansione con le tecnologie di rilevazione esplodenti/armi (3), il cui esito positivo di scansione attua la attivazione automatica dei citati mezzi di chiusura (2), trattenendo all’interno del CDI la persona indossante armi e/o masse di esplosivo e/o al seguito, neutralizzandone i potenziali effetti letali e lesivi diretti alle persone/cose esterne all’UNITA’, in caso di detonazione dell’ordigno indossato e/o al seguito ormai confinato all’interno del CDI.
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