IT201600093878A1 - Inalatore monodose a perdere per medicinali in polvere - Google Patents

Inalatore monodose a perdere per medicinali in polvere

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INALATORE MONODOSE A PERDERE PER MEDICINALI IN POLVERE
La presente invenzione riguarda gli inalatori per medicinali in polvere, ed in particolare un inalatore monodose a perdere.
È noto che la somministrazione di medicinali nella forma di polveri da inalare è una maniera efficace e non invasiva per fornire ad un paziente il farmaco che necessita. A tale scopo sono stati ideati numerosi dispositivi per somministrare medicinali in polvere, generalmente nella forma di inalatori multidose riutilizzabili. Un esempio di un tale inalatore è descritto in US 5301666.
Questo tipo di inalatore presenta tuttavia diversi inconvenienti: un costo piuttosto elevato; una significativa complessità che ne rende l’uso alquanto difficile, soprattutto per pazienti anziani; una notevole difficoltà a mantenerlo in condizioni igieniche soddisfacenti nel tempo; il rischio che il medicinale in polvere non venga erogato correttamente a causa di una compattazione o della formazione di una pellicola causata dall’umidità o da altri fattori; il fatto che solitamente la maggior parte del medicinale non arriva ai polmoni del paziente perché si deposita sulle pareti della bocca e della gola.
Per cercare di superare questi inconvenienti è stato sviluppato un inalatore monodose, descritto in US 5669378, che ha una struttura molto più semplice ed economica e può quindi essere utilizzato come inalatore a perdere. In questo modo non vi sono rischi di scarsa igiene o deterioramento del medicinale, e la difficoltà d’uso è molto minore.
Infatti questo tipo di inalatore consiste essenzialmente in un corpo a forma di pipa con una prima porzione, atta ad alloggiare una cartuccia contenente il medicinale, collegata attraverso una griglia ad una seconda porzione, per l’erogazione della polvere, che il paziente si mette in bocca. Per rilasciare la polvere dalla cartuccia è previsto un pulsante dotato di un piolo appuntito atto a perforare la cartuccia inserita in un apposito elemento di supporto, una molla di supporto del pulsante essendo disposta tra il pulsante e l’elemento di supporto della cartuccia per prevenire una perforazione prematura della cartuccia. Sebbene questo inalatore monodose a perdere costituisca un notevole progresso rispetto ai precedenti inalatori multidose, tuttavia anch’esso non è privo di inconvenienti.
In primo luogo, non risolve il problema del medicinale che si deposita nella cavità orofaringea prima di raggiungere i polmoni. Ne consegue che se il paziente non riceve il desiderato sollievo che si aspetta dal medicinale, egli tende a somministrarsene un’altra dose prima del tempo con il rischio di vari spiacevoli effetti collaterali causati dal sovradosaggio. Inoltre, il medicinale depositato nella cavità orofaringea può provocare alcuni disturbi quali irritazione, tosse, secchezza e simili.
Secondariamente, richiede ancora un assemblaggio dei suddetti tre elementi (pulsante, molla, supporto cartuccia) nella porzione di alloggiamento, il che implica un certo costo di produzione nonché il rischio di un malfunzionamento in caso di assemblaggio difettoso.
Per cercare di superare questi inconvenienti è stato sviluppato un ulteriore inalatore monodose, descritto in EP 1799289, che ha una struttura ancora più semplice ed economica e soprattutto è provvisto di un condotto inferiore nella porzione di erogazione ed è atto ad alloggiare una cartuccia autoforante. Grazie a questa struttura dell’inalatore si ottiene un flusso d’aria secondario, erogato dal condotto inferiore, che sostiene ed indirizza il flusso primario che trasporta il medicinale in polvere, in modo che il flusso primario possa scavalcare la lingua del paziente. In questo modo si previene l’eccessivo deposito del medicinale nella cavità orofaringea e si ottiene una maggiore efficacia del trattamento grazie alla maggiore quantità di medicinale che arriva ai polmoni.
Un ulteriore vantaggio derivante dalla presenza del flusso secondario è la maggiore separazione del farmaco dall’eccipiente (di solito lattosio) per effetto del flusso secondario che impatta ed indirizza il flusso primario. Inoltre questo inalatore è atto ad alloggiare una cartuccia autoforante come quella descritta in EP 1409365, pertanto possono essere eliminati gli altri elementi per la perforazione della cartuccia descritti nell’inalatore di tecnica nota sopra menzionato.
Sebbene questo inalatore monodose a perdere costituisca un notevole progresso rispetto al precedente inalatore descritto in US 5669378, tuttavia anch’esso non è privo di inconvenienti.
Infatti la caratteristica principale degli inalatori a polveri secche è che si attivano direttamente con l’inspirazione da parte del paziente e che il farmaco è inalato nello stesso momento in cui il paziente inspira, pertanto la chiave per una perfetta prestazione del dispositivo è il design dell’inalatore che deve garantire una minima resistenza nel flusso di erogazione e una formazione di turbolenze che garantiscono una buona separazione del farmaco dall’eccipiente.
Nel caso dell’inalatore monodose descritto in EP 1799289, si è riscontrato che nell’uso da parte di pazienti asmatici o con scarsa capacità respiratoria le prestazioni del dispositivo non sono ottimali sia in termini di dispersione delle particelle di farmaco inalabili che in termini di formazione di resistenze all’interno del flusso.
Un ulteriore inconveniente risiede nella difficoltà, soprattutto per i pazienti anziani, di posizionare e bloccare correttamente la cartuccia autoforante sulla porzione di alloggiamento dell’inalatore, in modo che non vi siano problemi nella fase di apertura della cartuccia e tutto il farmaco cada nel punto previsto.
Ancora un altro inconveniente deriva dal fatto che nel suddetto inalatore il setto che nel condotto di erogazione separa il condotto inferiore dal condotto superiore, dove passa il flusso primario che porta la polvere, si estende fino alla estremità del condotto di erogazione che viene posta nella bocca del paziente. Di conseguenza, può capitare che la lingua del paziente occluda l’uscita del condotto inferiore impedendo quindi l’erogazione del flusso secondario al momento in cui il paziente aspira per inalare il farmaco.
Scopo della presente invenzione è pertanto quello di fornire un inalatore monodose a perdere che sia esente da tali inconvenienti. Detto scopo viene conseguito mediante un inalatore analogo a quello descritto in EP 1799289 ma provvisto di una base di appoggio, per la cartuccia autoforante, ricavata all’interno della porzione di alloggiamento, in detta base di appoggio essendo ricavati dei canali di flusso orientati che si estendono tra almeno tre prese d’aria e la zona di caduta della polvere sul fondo della porzione di alloggiamento. Altre caratteristiche preferite del presente inalatore riguardano l’accorciamento del setto che separa il condotto inferiore dal condotto superiore in modo che non si estenda fino alla estremità del condotto di erogazione, nonché la creazione di molteplici zone di ingresso dell’aria separate per l’alimentazione del condotto inferiore attraverso una presa d’aria ricavata alla estremità distale di quest’ultimo.
Un primo importante vantaggio del presente inalatore è dato dalla presenza dei canali di flusso orientati che durante l’inalazione da parte del paziente, anche in condizioni di ridotta aspirazione, aiutano la formazione di vortici che si intersecano nella zona di caduta della polvere medicinale originando una turbolenza tale da determinare una velocità di flusso molto forte che favorisce la dispersione delle particelle di farmaco inalabili, innalzando quindi la percentuale di inalabilità del farmaco.
Un secondo significativo vantaggio di questo inalatore consiste nella facilità di montaggio della cartuccia autoforante e nella grande stabilità di quest’ultima garantita dalla base di appoggio, in modo che la cartuccia possa essere pre-montata sull’inalatore in fabbrica cosicché anche pazienti con difficoltà nel maneggiare ed aprire la cartuccia non rischiano di spargere la polvere medicinale al di fuori della zona di caduta prevista.
Ancora un altro vantaggio del suddetto inalatore deriva dal fatto che il setto separatore accorciato del condotto di erogazione assicura che il flusso secondario sia sempre erogato poiché esso inizia la sua opera di sostegno del flusso primario prima ancora di arrivare alla estremità del condotto di erogazione posta nella bocca del paziente. Inoltre le molteplici zone di ingresso dell’aria al condotto inferiore assicurano un flusso secondario con una adeguata portata ed una minima resistenza per un agevole scorrimento dell’aria all’interno del condotto inferiore.
Ulteriori vantaggi e caratteristiche dell’inalatore secondo la presente invenzione risulteranno evidenti agli esperti del ramo dalla seguente dettagliata descrizione di una sua forma realizzativa con riferimento agli annessi disegni in cui:
la Fig.1 è una vista prospettica superiore dell’inalatore visto dalla sua estremità distale;
la Fig.2 è una vista prospettica inferiore dell’inalatore visto dalla sua estremità distale;
la Fig.3 è una vista prospettica frontale dell’inalatore dalla sua estremità prossimale;
la Fig.4 è una vista in pianta dall’alto dell’inalatore;
la Fig.5 è una vista analoga alla precedente con la cartuccia montata sull’inalatore; la Fig.6 è una vista in sezione dell’inalatore lungo il suo piano longitudinale di mezzeria, con la cartuccia montata su di esso;
la Fig.7 è una vista analoga alla precedente con la cartuccia aperta per l’erogazione della polvere medicinale; e
la Fig.8 è una vista prospettica superiore dei flussi d’aria che attraversano l’inalatore durante il suo funzionamento.
Facendo riferimento alle suddette figure, si vede che un inalatore monouso secondo la presente invenzione consiste tradizionalmente in un corpo cavo sagomato sostanzialmente a pipa che presenta una prima porzione 1, per alloggiare una cartuccia C di medicinale in polvere (Figg.5-7), ed una seconda porzione 2, per l’erogazione del medicinale attraverso un condotto di erogazione 3 la cui estremità è atta ad essere posta nella bocca del paziente. Tale condotto 3 è diviso orizzontalmente da un setto separatore 4 in un condotto superiore 3a, che eroga il flusso primario FP che trasporta la polvere (indicato dalle frecce ombreggiate in Fig.7), ed un condotto inferiore 3b che eroga il flusso secondario FS privo di polvere (indicato dalle frecce bianche in Fig.7), che sostiene ed indirizza il flusso primario FP al momento dell’inalazione.
Il collegamento tra la zona 5 di caduta della polvere, sul fondo della porzione di alloggiamento 1, ed il condotto superiore 3a è realizzato attraverso una griglia 6 dimensionata per prevenire il passaggio di pezzi della cartuccia che dovessero cadere da essa al momento del rilascio della polvere. Inoltre, la griglia 6 ha anche lo scopo di garantire, favorita dalla formazione di turbolenze, una diffusione relativamente uniforme delle particelle in direzione delle vie aeree dell’utente e di favorire la separazione e dispersione di eventuali agglomerati di polvere, separando anche le particelle di farmaco da quelle dell'eccipiente in modo che possano meglio raggiungere i polmoni.
L’aspirazione dell’aria che forma il flusso primario FP di trasporto della polvere è realizzata attraverso almeno tre prese d’aria 7 che fungono da ingressi a detta zona 5 di caduta della polvere; preferibilmente una presa d’aria centrale centrata sul piano di mezzeria longitudinale dell’inalatore, in posizione distale, ed altre due prese d’aria laterali disposte simmetricamente rispetto a detto piano di mezzeria. L’aspirazione dell’aria che forma il flusso secondario FS di supporto è realizzata attraverso una presa d’aria 8 ricavata alla estremità distale del condotto inferiore 3b.
I flussi d’aria F che entrano attraverso le tre prese d’aria 7 si combinano a formare il flusso primario FP che trasporta la polvere dalla zona 5, attraverso la griglia 6, lungo il condotto superiore 3a fino alla bocca del paziente, con il supporto del flusso secondario FS proveniente dal condotto inferiore 3b al momento dell’ingresso nella bocca.
Un primo aspetto innovativo dell’inalatore secondo l’invenzione risiede nella presenza di una base di appoggio per sostenere la cartuccia C, tale base essendo ricavata all’interno della porzione di alloggiamento 1 mediante una pluralità di superfici di appoggio orizzontali 9 che sono preferibilmente ricavate su un piano corrispondente alla sommità del condotto superiore 3a, come mostrato nelle sezioni delle Figg.6 e 7. Le pareti verticali 10 che collegano dette superfici orizzontali 9 con la zona 5 di caduta della polvere, sul fondo della porzione di alloggiamento 1, definiscono tre canali di flusso 11 che si estendono tra le tre prese d’aria 7 e detta zona 5.
Più specificamente, gli assi longitudinali dei due canali 11 che si estendono dalle prese d’aria 7 laterali formano un angolo� con il piano di mezzeria (Fig.4) che è pari indicativamente a 55° ma può variare di ±20%. Con questo orientamento dei canali 11 i flussi d’aria F provenienti dalle tre prese d’aria 7 convergono sostanzialmente nel punto della zona 5 dove cade la maggior parte della polvere medicinale, ovvero in corrispondenza della posizione in cui si trova la zona P su cui il paziente applica la pressione del dito per l’apertura della cartuccia C (Figg.5-7). In questo modo è possibile ottenere una adeguata turbolenza, come mostrato in Fig.8, sufficiente ad ottenere la dispersione delle particelle di farmaco inalabili anche in condizioni di ridotta aspirazione.
Si noti che nel caso le prese d’aria 7 siano presenti in numero maggiore, ad esempio quattro o cinque, esse saranno sempre ricavate preferibilmente simmetriche rispetto al piano di mezzeria ed in posizioni tali per cui la suddetta zona P si trovi compresa tra le intersezioni degli assi dei canali 11. Inoltre sebbene le pareti 10 dei canali 11 siano state raffigurate parallele tra loro, esse potrebbero essere anche divergenti o convergenti in modo da regolare e indirizzare ulteriormente il flusso F dell’aria in ingresso dalle prese d’aria 7, le quali hanno preferibilmente una sezione di passaggio di almeno 6,4 mm².
La parete perimetrale 12 della porzione di alloggiamento 1, che si estende nella parte superiore di quest’ultima al di sopra della base di appoggio, è provvista di mezzi di accoppiamento per ottenere un facile ed efficace bloccaggio della cartuccia C sull’inalatore. Più specificamente, in corrispondenza di ciascuna superficie di appoggio 9, la parete 12 ha una zona 12a di spessore ridotto che la rende elasticamente flessibile ed al centro di ciascuna zona 12a è ricavato un dente triangolare 12b che sporge all’interno. Tale dente 12b è ricavato con una superficie inclinata che si estende dalla sommità della parete 12 verso la base di appoggio, e termina inferiormente con una base orizzontale in modo da formare un invito per l’inserimento dall’alto della cartuccia C ed un sottosquadro per il suo bloccaggio sulla base di appoggio (Figg.5-7).
Si noti che per assicurare la necessaria flessibilità delle zone 12a che portano i denti di bloccaggio 12b, le superfici di appoggio 9 sono ricavate distanziate dalle zone 12a lasciando quindi uno spazio vuoto 13 attorno a ciascun dente 12b. Inoltre la base dei denti 12b è situata leggermente più in alto del piano della base di appoggio per tenere conto dello spessore del bordo perimetrale della cartuccia C che impegna i denti 12b.
In pratica, la cartuccia C viene posizionata sull’inalatore per mezzo di una linea di produzione completamente automatizzata, sul bordo perimetrale della cartuccia C viene applicata una pressione definita che porta le quattro zone elastiche 12a ad essere spinte verso l’esterno per poi ritornare nella loro posizione originaria durante la fase di bloccaggio della cartuccia C sull’inalatore ad opera dei quattro denti 12b che vanno ad impegnare il bordo della cartuccia C. In questo modo, durante la fase di produzione automatizzata, ogni singola cartuccia C, dopo essere stata riempita e saldata, viene assemblata con l’inalatore dando origine ad un dispositivo monodose a perdere per l’inalazione di medicinali in polvere di facile utilizzo per chiunque.
La parete 12 racchiude anche una porzione distale 9’ della sommità del condotto superiore 3a, tale porzione distale 9’ facendo quindi parte della base di appoggio della cartuccia C. Allo stesso modo ne fanno parte tre setti verticali 14 che si estendono per tutta l’altezza della griglia 6 e la dividono in quattro zone di ingresso dell’aria per suddividere ed allineare il flusso primario FP in arrivo dalla zona 5, detti setti 14 essendo preferibilmente disposti in modo da ottenere zone di ingresso della stessa larghezza.
Analogamente, in un secondo aspetto innovativo del presente inalatore, la presa d’aria 8 del condotto inferiore 3b è divisa in una pluralità di zone di ingresso dell’aria, sempre preferibilmente della stessa larghezza, da una serie di setti allungati 15 (cinque nell’esempio illustrato ma potrebbero essere da uno a sette) che si estendono al di sotto della zona 5 di caduta della polvere, in modo da agevolare lo scorrimento del flusso secondario FS impendendo l’insorgere di alcuna resistenza. Inoltre questi setti allungati 15 hanno anche una funzione ergonomica in quanto impediscono alle dita del paziente che impugna l’inalatore di chiudere, anche solo parzialmente, la presa d’aria 8 riducendo quindi la portata e l’efficacia del flusso secondario FS.
Come accennato in precedenza, il flusso secondario FS sostiene il flusso primario FP ed evita che la polvere, anche per effetto della gravità, si depositi sulla lingua del paziente o su altre pareti della cavità orofaringea. Tale funzione di sostegno ed indirizzamento è particolarmente importante nel caso il paziente tenga l’estremità distale dell’inalatore troppo inclinata verso l’alto.
Questo effetto di supporto, come pure l’effetto di separazione del farmaco dall’eccipiente, può essere aumentato o diminuito variando le sezioni delle prese d’aria 7, 8 e/o il rapporto tra le sezioni di ingresso dei condotti 3a, 3b (intese come sezioni di passaggio effettive al netto della griglia 6 e dei setti 15). Più specificamente, la sezione minima di ingresso del condotto superiore 3a è di 25,6 mm²±20% e la sezione minima di ingresso del condotto inferiore 3b è di 14,3 mm²±20%, con il rapporto tra dette sezioni che può variare nell’intervallo da 1:1 a 9:1.
In altre parole, i due flussi FP, FS possono essere modulati attraverso il disegno delle varie porzioni dell’inalatore al fine di ottenere varie forme realizzative con differenti caratteristiche di inalazione per differenti applicazioni specifiche. Tra i parametri di disegno, in un terzo aspetto innovativo del presente inalatore, vi è anche la distanza d (Fig.6) tra l’estremità prossimale del condotto di erogazione 3 e l’estremità prossimale del setto separatore 4, tale distanza d essendo preferibilmente compresa tra 4 e 7 mm.
È chiaro quindi che la forma realizzativa dell’inalatore secondo l'invenzione sopra descritta ed illustrata costituisce solo un esempio suscettibile di numerose variazioni. In particolare, sebbene le porzioni 1, 2 siano state illustrate collegate a 90° è chiaro che il corpo monolitico dell’inalatore può essere realizzato anche con un angolo minore tra dette porzioni, ad esempio 45° o 60°.
Inoltre, il numero, la forma e la disposizione delle prese d’aria 7 possono essere liberamente variati e quindi le prese d’aria 7 potrebbero essere del tutto differenti dalle forme semicircolari sporgenti sopra illustrate. Ad esempio, le prese d’aria 7 potrebbero essere delle semplici aperture di qualsiasi forma ricavate nella parete inferiore della porzione di alloggiamento 1 al di sotto della base di appoggio.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Inalatore per medicinali in polvere costituito da un corpo cavo sagomato sostanzialmente a pipa che presenta una prima porzione (1), per alloggiare una cartuccia (C) di medicinale in polvere, ed una seconda porzione (2) collegata sostanzialmente perpendicolarmente a detta prima porzione (1) per l'erogazione del medicinale mediante un flusso d'aria primario (FP) che porta la polvere da una zona interna di caduta (5), situata sul fondo di detta prima porzione (1), lungo un condotto di erogazione (3) la cui estremità è atta ad essere posta nella bocca del paziente, detto condotto di erogazione (3) essendo diviso orizzontalmente da un setto separatore (4) in un condotto superiore (3a) che eroga detto flusso d’aria primario (FP) ed un condotto inferiore (3b) che eroga un flusso d’aria secondario (FS) privo di polvere, l’aspirazione dell’aria che forma il flusso primario (FP) essendo realizzata attraverso almeno tre prese d’aria (7) che sono preferibilmente disposte simmetricamente rispetto al piano di mezzeria longitudinale dell’inalatore, l’aspirazione dell’aria che forma il flusso secondario (FS) essendo realizzata attraverso una presa d’aria (8) ricavata alla estremità distale di detto condotto inferiore (3b), l’inalatore essendo caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre all’interno della prima porzione (1) una base di appoggio per la cartuccia (C), in detta base di appoggio essendo ricavati dei canali di flusso (11) orientati che si estendono tra dette almeno tre prese d’aria (7) e la zona interna (5) di caduta della polvere.
  2. 2. Inalatore secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che gli assi longitudinali dei canali (11) che si estendono da prese d’aria (7) laterali formano un angolo (�� con il piano di mezzeria di 55°±20%.
  3. 3. Inalatore secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che vi sono tre prese d’aria (7) e gli assi longitudinali dei canali (11) convergono in un punto della zona di caduta (5) sostanzialmente in corrispondenza della posizione in cui si trova la zona (P) della cartuccia (C) su cui il paziente applica la pressione del dito per l’apertura della cartuccia (C).
  4. 4. Inalatore secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che vi sono più di tre prese d’aria (7) ricavate simmetriche rispetto al piano di mezzeria ed in posizioni tali per cui la zona (P) della cartuccia (C) su cui il paziente applica la pressione del dito per l’apertura della cartuccia (C) si trova compresa tra le intersezioni degli assi longitudinali dei canali (11).
  5. 5. Inalatore secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la base di appoggio comprende una pluralità di superfici di appoggio orizzontali (9) sporgenti all’interno della prima porzione (1), dette superfici (9) essendo preferibilmente ricavate su un piano corrispondente alla sommità del condotto superiore (3a) cosicché anche una porzione distale (9’) di quest’ultima faccia parte della base di appoggio.
  6. 6. Inalatore secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il collegamento tra la zona interna (5) di caduta della polvere ed il condotto superiore (3a) è realizzato attraverso una griglia (6).
  7. 7. Inalatore secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre tre setti verticali (14) che si estendono per tutta l’altezza della griglia (6) e la dividono in quattro zone di ingresso dell’aria, detti setti verticali (14) essendo preferibilmente disposti in modo che dette zone di ingresso abbiano la stessa larghezza.
  8. 8. Inalatore secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il setto separatore (4) è più corto del condotto di erogazione (3), preferibilmente di una distanza (d) compresa tra 4 e 7 mm.
  9. 9. Inalatore secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la prima porzione (1) comprende una parete perimetrale (12) che si estende al di sopra della base di appoggio ed è provvista di mezzi di accoppiamento per il bloccaggio della cartuccia (C) sull’inalatore.
  10. 10. Inalatore secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che, in corrispondenza di ciascuna superficie di appoggio (9), la parete perimetrale (12) ha una zona elastica (12a) di spessore ridotto con un dente triangolare centrale (12b) che sporge all’interno, detto dente (12b) essendo ricavato con una superficie inclinata che si estende dalla sommità della parete (12) verso la base di appoggio e con una base orizzontale inferiore in modo da formare un invito per l’inserimento dall’alto della cartuccia (C) ed un sottosquadro per il suo bloccaggio sulla base di appoggio.
  11. 11. Inalatore secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la presa d’aria (8) del condotto inferiore (3b) è divisa in una pluralità di zone di ingresso dell’aria, preferibilmente aventi la stessa larghezza, da uno o più setti allungati (15), preferibilmente non più di sette, che si estendono al di sotto della zona (5) di caduta della polvere.
  12. 12. Inalatore secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la sezione minima di ingresso del condotto superiore (3a) è di 25,6 mm²±20%, la sezione minima di ingresso del condotto inferiore (3b) è di 14,3 mm²±20%, ed il rapporto tra dette sezioni può variare nell’intervallo da 1:1 a 9:1.
  13. 13. Inalatore secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che le prese d’aria (7) per il flusso d’aria primario (FP) consistono in sporgenze, preferibilmente semicircolari, ricavate nella parete inferiore della prima porzione (1) al di sotto della base di appoggio.
  14. 14. Dispositivo monodose a perdere per l’inalazione di medicinali in polvere, caratterizzato dal fatto di comprendere un inalatore secondo una delle rivendicazioni da 9 a 13 ed una cartuccia autoforante di medicinale in polvere bloccata sulla base di appoggio di detto inalatore.
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