CH697474B1 - IMPIANTO CON DISPOSITIVO DI PRELIEVO E COLLEZIONE TEMPORANEA DI UNITÃeuro DI PRODOTTO SELEZIONATE, PRESENTI IN CELLE, VANI O RIPIANI DI UN MAGAZZINO CHE LE CONTIENE. - Google Patents

IMPIANTO CON DISPOSITIVO DI PRELIEVO E COLLEZIONE TEMPORANEA DI UNITÃeuro DI PRODOTTO SELEZIONATE, PRESENTI IN CELLE, VANI O RIPIANI DI UN MAGAZZINO CHE LE CONTIENE. Download PDF

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CH697474B1
CH697474B1 CH13992003A CH13992003A CH697474B1 CH 697474 B1 CH697474 B1 CH 697474B1 CH 13992003 A CH13992003 A CH 13992003A CH 13992003 A CH13992003 A CH 13992003A CH 697474 B1 CH697474 B1 CH 697474B1
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Abstract

Un impianto con dispositivo di prelievo e di collezione temporanea di unità di prodotto selezionate, presenti in locazioni (celle, vani o ripiani, di un magazzino che le contiene, detto dispositivo comprendendo una struttura portante (1) includente:<BR/>a) un carrello primario (2) a movimentazione orizzontale;<BR/>b) un gruppo portaventose (3), associato al predetto carrello primario (2) e previsto per il prelievo di unità di prodotto da locazioni del magazzino;<BR/>c) una prima rulliera (4) motorizzata di appoggio dellâeuroTMunità di prodotto prelevata dal gruppo portaventose (3), detta prima rulliera (4) essendo dotata di movimentazione verticale nella struttura portante (1);<BR/>d) una seconda rulliera (5) motorizzata di accumulo della unità di prodotto prelevate;<BR/>e) un gruppo trasferitore (6) per trasferire lâeuroTMunità di prodotto prelevata dalla prima (4) alla seconda rulliera (5);<BR/>f) un dispositivo spintore (7) per scaricare dalla seconda rulliera (5) le unità di prodotto ivi collezionate.

Description


  [0001] La presente invenzione si riferisce ad un impianto con dispositivo di prelievo e collezione temporanea di unità di prodotto (UdP) selezionate, presenti in celle o vani o ripiani di un magazzino, in particolare di un centro di distribuzione logistica. L'invenzione riguarda anche il metodo che prevede tale posizionamento di unità di prodotto in tali celle, vani o ripiani.

[0002] Con particolare ma non esclusivo riferimento ai centri di distribuzione logistica, è noto che la loro principale funzione è la trasformazione di un "input" costituito da pallets genericamente indicati come unità di carico (UdC), omogenee e identificate per natura, in un "output" costituito da unità di carico disomogenee e identificate per destinazione.

   Le UdC sono dei pallets regolari formati da scatole di cartone; queste sono genericamente indicate come unità di prodotto (UdP) identiche fra di loro per dimensioni, forma e contenuto e contrassegnate da uno stesso codice di riferimento (mono-referenza). All'output, le relative UdC possono formare pallets anche irregolari, o altre confezioni di UdP diseguali fra di loro per forma, dimensioni, contenuto e contrassegnate da diversi codici di riferimento (multi-referenza), ma facenti parte dello stesso ordine del cliente da soddisfare.

[0003] Questa trasformazione implica il prelievo di tutte le UdP richieste da un ordine dalle diverse UdC in cui si trovano.

   Considerando la grande quantità di referenze che un centro di distribuzione logistica può mediamente gestire, l'attività di prelievo richiede che gli operatori addetti, nel caso di prelievo manuale, o i dispositivi di prelievo, in caso di prelievo automatico, accedano ripetitivamente anche a migliaia di UdC diverse.

[0004] Ne deriva che, in particolare quando al centro di distribuzione logistica è richiesto di sostenere flussi elevati di in-out, la sua funzionalità ed economia di gestione dipendono dall'adozione di una opportuna strategia di prelievo che consenta di ridurre al minimo il costo e il tempo di evasione degli ordini di spedizione.

[0005] La principale difficoltà che le diverse strategie di prelievo devono affrontare è rappresentata dall'estensione superficiale del fronte d Å prelievo.

   Se si considera che una UdC (pallet) presenta un fronte laterale di prelievo di circa 1 m<2>, il sistema di prelievo di un centro di distribuzione logistica che operi su alcune migliaia di referenze deve lavorare su un fronte totale dell'ordine di 10 000 m<2> ovvero su uno sviluppo lineare di circa 1 km, potendo contare su una struttura di stoccaggio di 10 m di altezza.

[0006] La riduzione della distanza media da percorrere per il prelievo di una UdP è quindi l'obiettivo perseguito da ogni strategia di prelievo (prelievo multiplo, accentramento delle referenze a più alta frequenza di prelievo, raggruppamento degli ordini di spedizione, ecc.) al fine di contenere il tempo e il costo di una missione, sia essa manuale o automatica.

[0007] L'automazione dell'attività di prelievo offre significativi vantaggi in termini di prontezza, velocità,

   correttezza e costo di esecuzione oltre a liberare il personale da un compito faticoso e ripetitivo. L'automazione diventa addirittura una opzione irrinunciabile quando le condizioni di stoccaggio del materiale non sono compatibili con la presenza attiva e continuativa del personale (p.e. temperatura nel caso di prodotti surgelati, esalazioni nel caso di prodotti tossici, ecc.).

[0008] Anche per lo svolgimento in automatico dell'attività di prelievo, la dimensione del fronte del prelievo è un parametro determinante della complessità e del costo dell'impianto, al punto che una eccessiva estensione del fronte di prelievo può di fatto costituire un impedimento all'automazione dell'impianto,

   a causa del numero di macchine di prelievo che impone e delle conseguenti difficoltà del loro bilanciamento e coordinamento.

[0009] Per un'automazione della funzione di prelievo che risulti semplice ed efficace è stato pertanto realizzato, secondo il metodo oggetto del trovato, uno schema di predisposizione del materiale al prelievo che prevede quattro passaggi successivi. Tale schema o metodologia di predisposizione del materiale è attuato mediante il dispositivo di prelievo dell'impianto oggetto anch'esso del presente trovato.

[0010] Secondo lo schema suddetto, si prevedono i seguenti passaggi.
I) le UdC vengono immagazzinate sotto forma di pallets interi, eventualmente con il loro involucro o imballo protettivo, nelle locazioni ad esse assegnate di un magazzino servito da trasloelevatori, in sé noti, automatici, per carichi pesanti.

   In questo modo si salvaguarda l'integrità del materiale e si utilizza al meglio la capacità di contenimento del magazzino in quantità di UdP per m<3>.
II) In funzione della necessità di rifornimento del processo di prelievo, una UdC di una determinata referenza viene prelevata dal magazzino e portata ad una stazione di depallettizzazione, dove la UdC viene scomposta in strati ad opera di un depallettizzatore. Il depallettizzatore è un robot a portale la cui testa di lavoro è un sistema coordinato di ventose e di ganasce che afferrano e sollevano, uno per uno, gli strati di UdP che compongono l'UdC e li depositano su vassoi delle stesse dimensioni della base dell'UdC. La quantità di UdP contenuta nell'UdC viene cos Å ripartita su un numero di vassoi uguali al numero di strati dell'UdC.

   Questo numero varia in funzione dell'altezza delle UdC, essendo tutti i pallets di pari altezza.
III) I vassoi vengono immagazzinati, ad opera di trasloelevatori automatici per carichi leggeri e secondo le assegnazioni decise dal programma di gestione della mappa del magazzino, in locazioni di una struttura speciale del magazzino stesso costituita da una scaffalatura a doppia accessibilità (rifornimento dei vassoi sul fronte posteriore, prelievo delle UdP sul fronte anteriore).

   La sezione vassoi del magazzino risponde alla molteplice esigenza di:
a) incrementare di un fattore di moltiplicazione corrispondente al numero di strati per UdC la quantità di referenze diverse disponibili sul fronte di prelievo (picking) o, in altri termini, ridurre dello stesso fattore il fronte necessario a presentare al prelievo (picking) tutte le referenze;
b) abilitare, con il materiale di una sola UdC, il prelievo della stessa referenza da parte di più dispositivi di prelievo,
c) agevolare l'operazione di prelievo;

  
IV) Sul fronte di prelievo su cui sono distribuiti i vassoi con tutte le referenze, sono destinati ad operare i dispositivi conformi all'invenzione per lo svolgimento in automatico della funzione di prelievo delle UdP secondo le esigenze e nell'ordine voluto dal programma di spedizioni.

[0011] La superficie del fronte servito da ogni dispositivo di prelievo, oggetto dell'invenzione ovvero il numero di tali dispositivi da mettere in servizio, dipendono dai parametri strutturali (dimensioni) ed operativi (numero di referenze, flusso di output) del centro di distribuzione logistica.

[0012] Sebbene nella parte descrittiva soprariportata si sia fatto riferimento ad una specifica, importante utilizzazione del dispositivo di prelievo inventivo, esso non è limitato ad una tale utilizzazione,

   in quanto è agevolmente proponibile in altre utilizzazioni comunque connesse con il prelievo e collezione di unità di prodotto, anche diverse, da locazioni diverse di una struttura sostanzialmente cellulare in cui tali unità di prodotto sono immagazzinate.

[0013] Scopi e vantaggi del dispositivo inventivo sono ulteriormente esposti nel corso della seguente descrizione, nella sua parte che precede le rivendicazioni.

[0014] Le rivendicazioni annesse esprimono la materia che si intende tutelare.

[0015] L'invenzione sarà meglio compresa dalla seguente descrizione dettagliata fornita a puro titolo esemplificativo e quindi non limitativo di una sua preferita forma di realizzazione illustrata negli annessi disegni, in cui:
<tb>la fig. 1<sep>mostra in vista frontale il dispositivo di prelievo dell'invenzione;


  <tb>la fig. 2<sep>ne mostra una vista in pianta; la fig. 3 mostra una sezione secondo la traccia 3-3 di fig. 1;


  <tb>la fig. 3A<sep>mostra, parzialmente e con parti omesse per motivi di chiarezza, una sezione secondo la traccia 3A-3A di fig. 1;


  <tb>la fig. 4<sep>mostra una vista in pianta (con parti in sezione) del carrello principale;


  <tb>la fig. 5<sep>mostra in scala maggiore una sezione secondo la traccia 5-5 di fig. 4, ma con carrello porta ventose montato;


  <tb>la fig. 6<sep>mostra schematicamente una fase del prelievo di un collo (scatola) da un ripiano da parte delle ventose.

[0016] Con riferimento alle figure il dispositivo di prelievo dell'invenzione (o "Autopicker") comprende una intelaiatura o struttura portante in carpenteria metallica indicata complessivamente con 1.

   Oltre a tale struttura, il dispositivo comprende come componenti principali:
a) un carrello primario a movimentazione orizzontale indicato complessivamente con 2;
b) un gruppo portaventose (indicato complessivamente con 3) associato al predetto carrello primario e previsto per il prelievo di una unità di prodotto (UdP) da un ripiano;
c) una prima rulliera motorizzata di appoggio (indicata complessivamente con 4) dotata di movimentazione verticale e destinata all'appoggio della unità di prodotto (UdP);
d) una seconda rulliera pure motorizzata di accumulo (complessivamente indicata con 5) delle unità di prodotto;
e) un gruppo trasferitore (indicato complessivamente con 6) per trasferire orizzontalmente l'unità di prodotto dalla prima
alla seconda rulliera;

   ed
f) un dispositivo spintore (indicato complessivamente con 7) per scaricare dalla seconda rulliera le unità di prodotto ivi collezionate.

[0017] L'intelaiatura è a sua volta montata su una convenzionale macchina di traslazione orizzontale e di elevazione che le assicura la copertura su tutto il fronte di una struttura a ripiani ove poggiano le unità di prodotto. Ad esempio, due sono le più comuni modalità di funzionamento:
A) per scorrimento verticale comandato sulla colonna di un convenzionale elevatore che trasla comandato su una guida orizzontale;
B) per scorrimento orizzontale comandato sulla trave di un carro-ponte che trasla su due guide verticali.

[0018] Scendendo ai dettagli, l'intelaiatura presenta su due lati opposti due correnti fissi orizzontali paralleli 8 solidali tra loro tramite una traversa estremale 10 solidale ad essa struttura attraverso staffe 11.

   I correnti 8 portano pattini coniugati 9 che sopportano e guidano attraverso guide orizzontali il carrello primario 2 (fig. 4 in particolare). Il carrello primario 2 comprende due bracci paralleli 12, interconnessi da una traversa 13 e portanti le anzidette guide orizzontali.

[0019] Alla traversa 13 è connessa una staffa 14 che sopporta un servomotore 15 azionante un albero trasverso 17 attraverso una coppia dentata 16.

[0020] L'albero trasverso 17 (fig. 4 e 5) è centralmente sopportato dalla staffa 14 ed alle due sue estremità in coppie di guance 18 fissate alle estremità dei bracci 12 del carrello primario. Tra le guance l'albero trasverso 17 porta una ruota a denti o puleggia 19 con cui si impegna una cinghia dentata 20 che viene cos Å posta in movimento.

   La cinghia dentata 20 si estende (nell'ambito delle guance 18) su una prima ruota a denti folle 21 (fungente da tenditore) e su una seconda ruota a denti folle 22, questa di rinvio.

[0021] La cinghia 20 s Å estende per tutta la lunghezza del relativo braccio 12 al termine del quale è prevista una coppia 23, 24 di ruote a denti, folli, sopportate tra guance 25 fissate al braccio 12.

[0022] Al tratto superiore 20A delle cinghie 20 è fissato a mezzo di piastra 26 e contropiastra 27 il gruppo portaventose 3 mentre il tratto inferiore 20B delle cinghie 20 è reso solidale (tramite piastre 28 e bulloni) a mensole 29 solidali ai correnti fissi 8.

[0023] Il gruppo portaventose 3 comprende coppie di pattini 30 che scorrono su guide orizzontali 30A montate sul lato superiore dei bracci 12.

[0024] In particolare,

   il gruppo portaventose 3 prevede una traversa 31 aggettante in avanti a partire dalla estremità con cui si connette al tratto superiore 20A della cinghia 20 attraverso la contropiastra 27. La traversa termina con una faccia verticale 31A alla quale è connesso un cilindro pneumatico del tipo senza stelo 33 che movimenta trasversalmente un supporto 34 scorrevole lungo guide 35 in cui si estendono tasselli coniugati 36 solidali ad esso supporto 34.

   Quest'ultimo porta attraverso convenzionali mezzi di regolazioni e sostegno una testa 37A che supporta due ventose parallele del tipo a soffietto 37 alternativamente connettibili con l'atmosfera o con una sorgente di vuoto tramite condotti flessibili non mostrati e mezzi valvolari pure non mostrati.

[0025] Al disotto del gruppo portaventose 3 è prevista (vedi fig. 1) la prima rulliera motorizzata orizzontale 4 destinata all'appoggio delle unità di prodotto (UdP) prelevata da un ripiano a mezzo del gruppo portaventose 3. La rulliera in questione presenta bracci laterali di supporto 40 le cui estremità sono provviste di pattini 41 scorrevoli in guide fisse verticali 42 facenti parte della struttura 1.

   I rulli 4A della rulliera 4 sono azionati da un motoriduttoxe 43 solidale alla struttura 44 della rulliera in questione ed azionante tutti i rulli 4A tramite trasmissioni a cinghia 45 che agiscono su rotelle montate sui perni d'asse dei rulli 4A.

[0026] La prima rulliera orizzontale 4 è movimentata verticalmente lungo le anzidette guide verticali 42 da un motoriduttore 50 montato sulla parte superiore dell'intelaiatura 1. Il suo albero di uscita porta una puleggia 51 collegata attraverso cinghia 52 ad una puleggia 53 calettata su un albero trasversale 54 sopportato girevole in supporti 55 solidali alla struttura 1.

[0027] In corrispondenza delle estremità dell'albero 54 sono calettate pulegge 56 su cui passano cinghie di trasmissione 60 (fig. 1) che passano su pulegge folli 61 sopportate dalla intelaiatura 1, nella parte inferiore di essa.

   Ad uno dei tratti verticali delle cinghie di trasmissione 60 è fissato mediante immorsamento tra piastra 62 e con bulloni una ala 63 della struttura della rulliera 4 sicché quest'ultima viene azionata verticalmente in un senso o nell'altro all'attivazione del motoriduttore 50 (che è a senso di rotazione invertibile).

[0028] Come risultato del moto discendente della rulliera di appoggio 4 (partendo dalla posizione riprodotta in fig. 1) si ha che quest'ultima perviene sostanzialmente al livello alla seconda rulliera 5, cioè a quella di accumulo delle unità di prodotto (UdP).

[0029] Durante questo moto discendente la rulliera di appoggio 4 si pone in movimento trasferendo l'unità di prodotto prelevata sul lato sinistro di fig.

   1, in modo tale che essa unità di prodotto venga a trovarsi in appoggio sul gruppo trasferitore 6 che provvedono al suo trasferimento alla seconda rulliera motorizzata 5, quella di accumulo. In particolare, il gruppo trasferitore 6 è composto da una pluralità di catene continue 70, 70A (oppure cinghie) tra loro parallele, azionate (fig. 1) da un gruppo motore 71 attraverso trasmissioni a cinghia dentata 72. Tale trasmissione 72 trasmette il moto ad un albero 73 su cui sono colettate pulegge dentate 73A.

[0030] Le pulegge 73A si impegnano con le catene 70, 70A movimentandole. Le catene 70 sono più corte delle catene 70A.

[0031] Vi sono due gruppi di catene corte 70/ un primo gruppo interessa ovvero coopera in pratica con la rulliera di appoggio 4 e l'altro gruppo con la rulliera di accumulo 5. I due gruppi sono rispettivamente contrassegnati con P e Q.

   Le loro catene sono allineate.

[0032] Le catene più lunghe 70A (che si alternano a quelle più corte) interessano entrambe le rulliere 4,5.

[0033] Le catene del gruppo P passano (fig. 3A) su convenzionali tenditori 201 e su ruote dentate terminali 202 e 203 nonché sulle ruote dentate 73A calettate sull'albero 73.

[0034] Le catene del gruppo Q passano su ruote dentate 204, 205, nonché su ruote dentate 206 calettate su un albero 207 sopportato folle dalla struttura 1 nonché su tenditori.

[0035] Le catene più lunghe 70A interessano ai fini funzionali di trasferimento sia la rulliera di appoggio 4 che quella di accumulo 5.

   Tali catena più lunghe lavorano ad una estremità con ruote dentate terminali 203 e 205, ed intermedie 202 e 204, traggono il loro moto da ruote dentate 73A calettate sull'albero 73, e lavorano con ruote dentate 206 dell'albero folle 207 e si estendono su ruote dentate intermedie 202 con cui ingranano.

[0036] Le ruote dentate 201, 202, 203, 204, 205 sono montate su assi che sono sopportati su lati di intelaiatura P1 e Q1 facenti parte della struttura 1.

[0037] La disposizione sia dei rulli della rulliera di appoggio 4 che di quella di accumulo 5 è sfalsata rispetto alle cinghie o catene 70, 70A del gruppo trasferitore 6 (che si estende solo per una parte a sinistra in fig.

   3 delle rulliere 4 e 5) e precisamente in modo tale che ogni cinghia risulti essere interposta tra una coppia di rulli di tali rulliere.

[0038] Quando la rulliera di appoggio 4 perviene a fine corsa inferiore l'unità di prodotto (che come meglio si capirà in seguito è stata spostata a sinistra, fig. 1, sulla rulliera di appoggio 4) si viene ad appoggiare sul tratto superiore delle cinghie del gruppo trasferitore 6, tratto che forma un piano di appoggio a livello più alto rispetto al piano individuato dai rulli della rulliera di appoggio 4 stessa.

[0039] Il gruppo trasferitore 6 si estende in modo analogo tra i rulli della corrispondente parte sinistra della rulliera di accumulo 5, per cui porta l'unità di prodotto sopra la rulliera di accumulo 5.

   Quest'ultima è sollevabile (ed abbassabile) tramite una quaterna di martinetti pneumatici 300A (fig. 3) insistenti sulla base della struttura 1 dell'apparecchio. Durante questo trasferimento la rulliera di accumulo 5 è abbassata sotto il piano delle cinghie 70, 70A. Quando l'unità di prodotto (trasferita dal gruppo 6) perviene sopra la rulliera di accumulo 5 in posizione controllata da idonei sensori, non riprodotti, tale rulliera si alza sopra il gruppo trasferitore 6 accogliendo l'unità di prodotto. La rulliera di accumulo 5 entra allora in funzione trasferendo lateralmente sulla sua parte (a destra fig. 3), l'unità di prodotto. La rulliera di accumulo 5 è azionata da un gruppo motore 300 tramite trasmissioni a cinghie 301A e 301B che trasmettono il moto ai singoli rulli di essa rulliera.

   Il motore 300 è sopportato dalla struttura della rulliera.

[0040] Quando sulla rulliera di accumulo 5 sono state collezionate (nella sua parte destra in fig. 3) le unità del prodotto previste, avviene lo scarico da essa rulliera di tali unità, ad esempio su un pallet non riprodotto, attraverso il dispositivo spintore di scarico 7.

[0041] Il dispositivo spintore di scarico 7 prevede un mezzo trasversale di spinta 7B (fig. 3) che si estende su tutta la larghezza della struttura 1. Le sue due estremità 7A (vedi fig. 3 e 3A) sono (ciascuna) solidali ad una maglia 100 di una catena 101 che segue un percorso sostanzialmente trapezoidale imposto da ruote dentate 102, 103, 104 e 105.

   Le ruote dentate 102, 104 e 105 sono montate folli in supporti previsti nella struttura 1, mentre la ruota dentata 103 è solidale ad un albero 106 su cui sono montate un'altra ruota dentata parallela alla 103 che è funzionalmente connessa, tramite trasmissione a catena 107, ad una ruota dentata 108 torsionalmente solidale all'albero di uscita di un gruppo motore 109 montato sulla struttura 1.

[0042] Nelle fig. 3 e 3A la traversa di spinta 7B è in posizione di riposo.

   Quando occorre scaricare le unità di prodotto collezionate sulla rulliera di accumulo 5 (portata in posizione rialzata sopra il trasferitore 6) la traversa di spinta 7B segue il percorso delle frecce K spostando (quindi rimuovendo) nel suo tratto orizzontale di tragitto compreso tra le ruote dentate 105, 104 le unità di prodotto collezionate sulla rulliera di accumulo 5 e passandole da quest'ultima su un pallet, non riprodotto.

[0043] Più specificatamente:
il prelievo delle unità di prodotto (UdP), richieste ad esempio da un ordine di spedizione avviene secondo la sequenza di passaggi operativi.
i) l'intelaiatura 1 raggiunge per mezzo della macchina di traslazione-elevazione citata in precedenza le coordinate orizzontale (X) e verticale (Y), individuative dell'indirizzo della cella o vassoio V (fig. 6) del magazzino sul quale risiedono le UdP della referenza richiesta;

  
ii) il carrello primario 2 effettua la corsa di avvicinamento alle UdP avanzando in profondità (asse Z) sulle sue guide orizzontali che possono anche essere a scorrimento di sfere. Appositi noti sensori ottici di prossimità, posti sul lato anteriore dei bracci 12 del carrello primario 2, ne arrestano la corsa quando il carrello primario 2 raggiunge la profondità di precontatto con a prima UdP incontrata;
iii) il gruppo portaventose 3 si muove orizzontalmente lungo la relativa guida 35 e si arresta quando sensori ottici di prossimità su di esso gruppo montati, non rappresentati, indicano l'avvenuto posizionamento di fronte alla prima UdP incontrata;
IV) il carrello primario 2 avanza ulteriomente (lungo l'asse Z) per portare il gruppo portaventose 3 a contatto della faccia anteriore della UdP;

   a contatto avvenuto un microinterruttore 37B (fig. 5) pone attraverso mezzi valvolari, le ventose 37 in collegamento con la sorgente di vuoto (non rappresentata);
V) il carrello primario 2 si ritrae assieme al gruppo portaventose 3 ed alla UdP afferrata; a fine corsa posteriore, attraverso un contattore di fine corsa (non rappresentato) avviene l'interruzione del flusso di aspirazione, per cui la UdP viene rilasciata sulla rulliera di appoggio 4.
VI) poiché la rulliera di appoggio 4 può scorrere lungo le guide verticali 42, la rulliera di appoggio 4 scende con la UdP e si porta sull'asse Y alla quota della rulliera di accumulo 5 mentre contemporaneamente aziona i suoi rulli trasferendo la UdP sull'asse X (da destra a sinistra in fig.

   1).
VII) Il gruppo trasferitore a catene 6 mette in moto le sue catene e trasporta la UdP dalla estremità sinistra della rulliera di appoggio 4 alla estremità sinistra della rulliera di accumulo 5 ad essa affiancata.
VIII) La rulliera di accumulo 5 mette in moto i suoi rulli e trasporta la UdP da sinistra a destra fino a portare la UdP a contatto con altra UdP precedentemente prelevata (se esistente).

   La rulliera di accumulo funge quindi da deposito per il numero di UdP che può fisicamente contenere; va rilevato che sensori ottici (non rappresentati), identificano forma e dimensione della UdP secondo il suo orientamento spaziale e permettono di decidere se è il caso di affiancare altre UdP o spostare a destra o sinistra la UdP presa se ha dimensione e/o orientamento tale da non consentire il posizionamento senza spostamento (trattasi in sostanza di una operazione di riempimento logico).
IX) A riempimento raggiunto della rulliera di accumulo 5 il dispositivo dell'invenzione (o "Autopicker") viene trasferito verso la posizione corrispondente alla baia di scarico, raggiunta la quale il dispositivo spintore 7 si mette in movimento (vedasi frecce K di fig.

   3A) e in un solo colpo espelle le UdP accumulate nel dispositivo dell'invenzione consegnandole ad una piattaforma facente parte del sistema generale di movimentazione e gestione di cui fa parte.

[0044] Il dispositivo dell'invenzione è stato progettato con l'obiettivo di assicurare i seguenti risultati funzionali, che rappresentano altrettanti elementi di originalità:
a) per intraprendere e portare a termine una missione di prelievo, il dispositivo inventivo non ha bisogno di identificare il prodotto, mediante lettura del suo codice a barre. Il tipo di prodotto, o referenza, è identificato dal vassoio su cui risiede, che a sua volta corrisponde alle coordinate della locazione in cui è stato depositato.

   L'indirizzamento del dispositivo è interamente di tipo logico;
b) il prelievo, a mezzo delle ventose a depressione, non graffia, non comprime, non deteriora né compromette in alcun modo la qualità superficiale del cartone;
c) agendo solo per trascinamento sulla superficie del vassoio, non per sollevamento, il gruppo ventose è in grado di prelevare anche cartoni di notevole peso;
d) entro determinati limiti (min e max) il funzionamento degli organi di prelievo del dispositivo della invenzione è indipendente dalle dimensioni della superficie frontale dell'UdP da prelevare;
e) i sensori ottici e di prossimità di cui è dotato abilitano il dispositivo dell'invenzione all'esecuzione di un corretto ciclo di prelievo senza bisogno di rilevare e tenere in memoria la formazione residua delle UdP che risiedono su un vassoio.

   Il gruppo ventose preleva sempre la prima UdP della prima fila della formazione residua che incontra nel suo movimento da destra a sinistra;
f) scegliendo il livello appena dopo aver ricevuto una UdP, la rulliera di appoggio 4 libera il gruppo ventose 3 dall'ingombro costituito dalla UdP e consente al carrello primario 2 di avanzare in profondità abilitando cos Å il dispositivo inventivo ad iniziare un nuovo ciclo di prelievo, sia rimanendo sullo stesso vassoio se occorre una seconda UdP della stessa referenza, o muovendo verso una diversa locazione per prelevare da altro vassoio:

   in entrambi i casi il ciclo di prelievo è contenuto in tempi molto brevi;
g) potendosi accumulare un certo numero di UdP sulla rulliera di accumulo 5, l'aggravio di tempo necessario al ritorno del dispositivo dell'invenzione ("Autopicker") alla baia di scarico e all'espulsione del carico viene distribuito su un certo numero di prelievi di UdP.

[0045] Rientra nell'ambito del trovato anche la metodologia di predisposizione del materiale (UdP) al prelievo descritta nella parte introduttiva del presente trovato ed oggetto di autonome rivendicazioni.

Claims (18)

1. Impianto con dispositivo di prelievo e di collezione temporanea di tali unità di prodotto (UdP) anche diverse, presenti in locazioni anche diverse quali celle, vani o ripiani (V) di un magazzino ove tali unità sono poste, caratterizzato dal fatto che comprende una struttura portante (1) includente: a) un carrello primario (2) a movimentazione orizzontale; b) un gruppo portaventose (3), associato al predetto carrello primario (2) e previsto per il prelievo di unità di prodotto (UdP) dalle locazioni del magazzino; c) una prima rulliera (4) motorizzata di appoggio dell'unità di prodotto (UdP) prelevata dal gruppo portaventose (3), detta prima rulliera (4) essendo dotata di movimentazione verticale nella struttura portante (1); d) una seconda rulliera (5) motorizzata di accumuloo della unità di prodotto (UdP) prelevata;
e) un gruppo trasferitore (6) per trasferiree l'unità di prodotto prelevata (UdP) dalla prima (4) alla seconda rulliera (5); f) un dispositivo spintore (7) per scaricare dalla seconda rulliera (5) le unità di prodotto ivi collezionate.
2. Impianto secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere una macchina di traslazione orizzontale e di elevazione atta a movimentare la struttura portante (1) del suddetto dispositivo.
3. Impianto secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che la macchina di traslazione orizzontale e di elevazione è un elevatore dotato di colonna sulla quale esso dispositivo scorre verticalmente, detto elevatore essendo traslabile a comando su guida orizzontale.
4. Impianto secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che la macchina di traslazione orizzontale e di elevazione è un carroponte dotato di trave per lo scorrimento orizzontale del dispositivo, detto carroponte traslando comandato su due guide verticalmente.
5. Impianto secondo la rivendicazione 1, in cui il carrello primario (2) presenta bracci paralleli (12) connessi tra loro da traversa (13), detto carrello essendo sopportato su guide orizzontali (8) della struttura portante (1) tramite i suoi bracci.
6. Impianto secondo la rivendicazione 5, in cui il carrello primario (2) porta un mezzo motore (15) azionante rotismi cooperanti con organi di trasmissione flessibili (20) vincolati in una loro zona ad un punto fisso (29) della struttura portante (1).
7. Impianto secondo le rivendicazioni 1, 5 e 6, oppure secondo le rivendicazioni 1 e 6, in cui il gruppo portaventose è sopportato mobile orizzontalmente dai bracci del carrello primario (2) in una prima direzione orizzontale ed è vincolato a detti organi di trasmissione.
8. Impianto secondo la rivendicazione 1, oppure secondo le rivendicazioni 1 e 7, in cui il gruppo portaventose (3) comprende una testa portaventose (37) movimentabile in una seconda direzione orizzontale perpendicolare alla prima direzione orizzontale.
9. Impianto secondo la rivendicazione 8, in cui la testa portaventose (37) è movimentabile da un cilindro pneumatico senza stelo (33).
10. Impianto secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la prima (4) e la seconda rulliera (5) sono affiancate.
11. Impianto secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la prima (4) e la seconda (5) rulliera sono azionate da un proprio gruppo motore (43 rispettivamente 300).
12. Impianto secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui il gruppo trasferitore (6) è formato da una serie di organi flessibili (70, 70A) cont Ånui paralleli intervallati tra loro in modo da consentire l'intercalamento dei rulli delle rulliere (4, 5).
13. Impianto secondo la rivendicazione 12, in cui la seconda rulliera (5) è movimentabile verticalmente per portare il suo piano di appoggio definito dai suoi rulli al di sopra ovvero al di sotto del piano definito dagli organi flessibili continui (70, 70A) del gruppo trasferitore (6).
14. Impianto secondo una delle rivendicazioni 12 e 13, in cui gli organi flessibili (70, 70A) sono catene.
15. Impianto secondo una delle rivendicazioni da 12 a 14, in cui gli organi flessibili continui (70, 70A) interessano una frazione delle due rulliere (4, 5).
16. Impianto secondo una delle rivendicazioni da 12 a 15, in cui gli organi flessibili sono suddivisi in due gruppi (Q, P) allineati, formati da organi flessibili di minore lunghezza (70), un gruppo (Q) interessando la prima rulliera (4), l'altro la seconda (5), mentre la restante parte degli organi flessibile (70A) è di lunghezza maggiore interessante entrambe le rulliere.
17. Impianto secondo le rivendicazionii precedenti, in cui il dispositivo spintore (7) comprende una traversa (7B) vincolata ad una disposizione di organi flessibili motorizzati (101-109) imponenti a tale traversa (7B) un percorso obbligato comprendente un tratto attivo in cui opera sulle unità di prodotto (UdP) presenti sulla seconda rulliera (5).
18. Metodo per predisporre una pluralità dii unità di prodotto disposte in una unità di carico, ad essere prelevate da un impianto comprendente un dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che prevede i seguenti passi: I) le unità di carico vengono immagazzinate sotto forma di pallets interi, eventualmente con il loro involucro o imballo protettivo, in locazioni ad esse assegnate di un magazzino servito da trasloelevatori, automatici, per carichi pesanti;
II) In funzione della necessità di rifornimento del processo di prelievo, una unità di carico di una predeterminata referenza viene prelevata dal magazzino e portata ad una stazione di depallettizzazione, dove la suddetta unità viene scomposta in strati ad opera di un noto depallettizzatore, detto depallettizzatore afferrando e sollevando, uno per uno, gli strati di unità di prodotto che compongono l'unità di carico UdC e depositandoli su vassoi delle stesse dimensioni della base dell'unità di carico, detta quantità di unità di prodotto contenuta nell'unità di carico essendo cos Å ripartita su un numero di vassoi uguali al numero di strati dell'unità di carico;
III) I vassoi vengono immagazzinati, ad opera di trasloelevatori automatici per carichi leggeri e secondo le assegnazioni decise da un programma di gestione della mappa del magazzino, in locazioni di una struttura del magazzino stesso costituita da una scaffalatura a doppia accessibilità.
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