ITVR980050A1 - Metodo per il fissaggio di una protesi dentale ad un analogo di labora torio, e protesi dentale utilizzata in tale operazione - Google Patents

Metodo per il fissaggio di una protesi dentale ad un analogo di labora torio, e protesi dentale utilizzata in tale operazione Download PDF

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Description

Descrizione del trovato avente per titolo :
" METODO PER IL FISSAGGIO DI UNA PROTESI DENTALE AD UN ANALOGO DI LABORATORIO, E PROTESI DENTALE UTILIZZATA IN TALE OPERAZIONE"
CAMPO DI APPLICAZIONE
Il presente trovato riguarda una metodologia operativa utilizzabile nel campo dell'implantologia dentale, detta metodologia essendo atta a realizzare un fissaggio occlusale stabile e duraturo di una protesi dentale ad un impianto opportunamente predisposto nella struttura ossea maxillo facciale di un dato paziente.
Il metodo secondo il presente trovato consente di ottenere ottimi risultati sia per quanto concerne la tenuta nel tempo dell'impianto, sia per la semplice e rapida accessibilità allo stesso nel momento in cui siano necessarie operazioni di manutenzione e/o sostituzione, come pure per l'ottimo risultato estetico che consente di conseguire.
Ulteriore oggetto del presente trovato è rappresentato da una protesi dentale opportunamente dotata dei mezzi necessari alla messa in opera del metodo di cui sopra.
La presente invenzione trova particolare applicazione in campo odontotecnico risultando di notevole vantaggio ed aiuto per il successivo lavoro del chirurgo dentista preposto all'intervento di implantologia su un dato paziente.
STATO DELLA TECNICA
Nel settore dell'implantologia dentale è ben noto l'utilizzo di metodologie mediante le quali risulta possibile fissare in modo permanente una protesi dentale alla struttura ossea della mandibola o della mascella consentendo, quindi, la completa ricostruzione e/o sostituzione di un dente.
Per eseguire tale ricostruzione il chirurgo dentista, facendo uso di frese od apparecchiature analoghe, opera un foro nel rispettivo osso, mascellare oppure mandibolare, di un dato paziente in corrispondenza della posizione nella quale deve essere posizionato l'impianto.
Tale intervento, eseguito dal chirurgo dentista, è reso possibile grazie al lavoro previamente svolto da un odontotecnico il quale realizza la protesi dentale che verrà successivamente fissata dal chirurgo dentista nell'impianto predisposto nella bocca del paziente.
L'odontotecnico, quindi, basandosi su una impronta che riproduce fedelmente la bocca del paziente, crea e modella il proprio operato a partire da un manicotto, nel linguaggio tecnico chiamato "analogo di laboratorio", il quale possiede forma e dimensioni identiche a quelle dell'impianto che sarà successivamente inserito nella cavità orale.
Per l'odontotecnico l'analogo di laboratorio rappresenta, quindi, le fondamenta sulle quali costruire il proprio lavoro ed emula esattamente l'impianto che è stato predisposto nella bocca del paziente da parte del chirurgo dentista.
Secondo una prima metodologia operativa nota nell'arte, l'odontotecnico, basandosi sulle forme e dimensioni dell'analogo di laboratorio, realizza un elemento cilindrico, nel linguaggio tecnico chiamato "moncone", che viene accoppiato longitudinalmente con l'analogo di laboratorio.
In base a tale prima metodologia descritta, il fissaggio del moncone all'analogo di laboratorio avviene, quindi, mediante una vite occlusale introdotta parallelamente all'asse del foro ed una corona dentale viene successivamente applicata al detto moncone mediante l'utilizzo di un cemento o di un collante opportuno.
E' evidente che, in base a tale forma di realizzazione, in caso di eventuali operazioni di manutenzione e/o di controllo di tenuta della vite, per poter accedere al moncone è indispensabile eseguire una operazione distruttiva sulla corona rendendo, quindi, necessaria una successiva ricostruzione della stessa con notevole dispendio di tempo ed un aumento considerevole dei costi.
E' altresì noto avvitare il moncone sull'analogo di laboratorio sottostante, come descritto più sopra, e successivamente posizionare una corona dentale mediante una ulteriore vite di fissaggio, chiamata vite palatale o vite linguale, la quale viene applicata alla base della suddetta corona, lateralmente alla stessa, nella parte rivolta verso il cavo orale del paziente, in modo da unire la suddetta corona al moncone.
Tale soluzione risulta particolarmente valida nel caso in cui l'intervento di implantologia non sia rivolto al quadrante anteriore (denti incisivi e canini) ove è impossibile eseguire un intervento di tipo occlusale.
La suddetta metodologia operativa, però, pur presentando risultati estetici di indubbia qualità ed essendo particolarmente valida soprattutto nel caso specifico sopra esposto, evidenzia comunque alcuni inconvenienti tutt'altro che trascurabili quali, ad esempio, la difficoltà di operare su una vite disposta lateralmente al dente e la minore tenuta di fissaggio che una tale soluzione è in grado di garantire rispetto ad altri sistemi operativi noti.
Secondo una ulteriore metodologia operativa appartenente allo stato della tecnica, il moncone viene fissato all'analogo di laboratorio sottostante mediante una vite di tenuta di tipo occlusale che attraversa anche la corona dentale dotata di un foro opportuno.
In base a tale forma di realizzazione l'analogo di laboratorio è, inoltre, dotato di una rientranza, ad esempio di forma esagonale, che determina la formazione di un gradino internamente al suddetto analogo, ad esempio in corrispondenza della sua superficie di base.
Anche sulla superficie di base di tale rientranza è, quindi, previsto un foro filettato opportuno atto a ricevere, in una fase successiva descritta più oltre nel prosieguo della presente descrizione, la suddetta vite di fissaggio che consente il bloccaggio della corona e del moncone.
Similmente a quanto detto per l'analogo di laboratorio, anche il moncone è dotato di una protuberanza di forma coniugata alla suddetta rientranza in modo da consentire un reciproco incastro del tipo maschio-femmina che garantisca un fissaggio moncone-analogo il più possibile sicuro e duraturo.
Conformemente alla soluzione citata, il moncone presenta, inoltre, un foro che lo attraversa longitudinalmente per tutta la sua altezza, allineato con il foro posseduto dall'analogo di laboratorio.
Inoltre, il foro posseduto dal detto moncone è provvisto di una spalla opportuna atta a cooperare con la testa della vite di fissaggio sopra menzionata.
Infine, nella zona circostante il detto moncone, viene applicata la corona dentale, normalmente realizzata in metallo nobile oppure in leghe metalliche oppure ancora in porcellana, detta corona essendo accoppiata al moncone mediante tecniche ben note agli esperti del settore, ad esempio utilizzando cementi, paste o colle opportune.
Secondo una variante di tale forma di realizzazione, la corona dentale ed il moncone costituiscono un elemento proveniente da una unica fusione.
E' evidente che anche la zona della corona, come già accennato più sopra, risulta forata nella sua parte centrale di modo che il foro filettato ottenuto possa essere posto in debito collegamento con il foro del moncone e, conseguentemente, con il foro dell'analogo di laboratorio in modo da consentire, in opera, l'introduzione della vite di fissaggio.
In opera, il chirurgo dentista dispone la corona sull'impianto, ed introduce una vite di fissaggio all'interno del foro longitudinale che attraversa, rispettivamente, la porzione di corona dentale, il moncone e l'impianto stesso.
Tale vite viene introdotta ed avvitata fino a quando la testa della vite stessa non poggia sulla spalla prevista nel moncone realizzando, così, il fissaggio desiderato.
Il chirurgo dentista completa, quindi, il suo operato otturando, tramite una opportuna pasta o cemento, la porzione di foro non occupata dalla vite, detta porzione estendendosi, generalmente, sia lungo un tratto di moncone, sia lungo il tratto di attraversamento della corona.
La metodologia descritta presenta, però, una volta in opera su un paziente, numerosi inconvenienti e svantaggi qui di seguito descritti in dettaglio.
Innanzitutto, un problema di particolare rilevanza è rappresentato dal fatto che la metodologia descritta non garantisce un risultato ottimale dal punto di vista della affidabilità nel tempo.
Si è notato, infatti, che con il trascorrere degli anni, ed in taluni casi dei mesi, nonostante l'incastro monconeimpianto che ha il compito di scongiurare i movimenti di rotazione relativa dei detti due elementi, la vite di fissaggio diminuisce la propria tenuta ed ha la tendenza a svitarsi ed oscillare.
Tale fatto comporta, quindi, una crescente instabilità che è necessariamente destinata ad aumentare nel tempo fino ad un inevitabile distacco del moncone dall'impianto.
Ulteriore svantaggio della metodologia secondo l'arte nota è rappresentato dall'impossibilità di porre mano al moncone e/o all'impianto, per sostituire un eventuale elemento deteriorato o per una qualunque opera di manutenzione, anche di piccola entità, senza arrecare danni considerevoli al moncone e/o all'impianto stesso.
Infatti, come ricordato in precedenza, una volta posizionata la vite di fissaggio, il foro viene otturato mediante paste o cementi opportuni che non rendono più accessibile la suddetta vite se non mediante azioni distruttive operate su tali paste o cementi, dette azioni avendo inevitabili ripercussioni sull'integrità della vite stessa, nonché sull'integrità del moncone e/o dell'impianto.
In altre parole, la metodologia secondo la tecnica nota non consente, ad esempio, di sostituire la corona dentale oppure la vite di fissaggio, come pure non consente di eseguire una semplice operazione di manutenzione od un riavvitamento della vite stessa senza coinvolgere direttamente il moncone e/o l'impianto arrecando a questi danni di notevole entità.
Un ulteriore inconveniente posseduto dalla metodologia secondo l'arte nota è di carattere essenzialmente estetico, ma non per questo di minore importanza dal momento che la riuscita di una ricostruzione dentale è facilmente visibile dall 'esterno.
La metodologia operativa descritta, infatti, non consente di ottenere un risultato estetico ottimale in quanto, una volta posizionato il moncone ed avvitata la vite di fissaggio, il materiale utilizzato a completamento dell'opera e preposto ad otturare il foro di passaggio rimasto libero è cemento oppure ceramica od una pasta analoga mentre il materiale con il quale viene generalmente realizzata la corona è un materiale di tipo metallico, vantaggiosamente oro oppure altre leghe.
Ciò comporta, quindi, che la zona del foro, una volta otturato, assume una colorazione differente rispetto a quella della corona, tale fatto risaltando in modo evidente e comportando, quindi, un risultato estremamente scadente dal punto di vista qualitativo.
DESCRIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato si propone di ovviare agli inconvenienti e svantaggi tipici della tecnica nota, e di fornire, quindi, una metodologia operativa in base alla quale è possibile realizzare una protesi dentale stabile, duratura, di ottima fattura e sulla quale è possibile intervenire in caso di necessità senza arrecare danni all'intero lavoro precedentemente svolto.
Ciò è ottenuto grazie alla messa in opera delle caratteristiche descritte alla rivendicazione principale.
Le rivendicazioni dipendenti delineano forme di realizzazione particolarmente vantaggiose del presente trovato.
Il metodo secondo il presente trovato consiste nel predisporre, internamente alla porzione di foro lasciato libero dalla prima vite di fissaggio dopo il suo posizionamento nella sede che le è preposta, un elemento di chiusura amovibile che svolge la funzione di sostituire il cemento o le paste che vengono generalmente utilizzate dal chirurgo dentista a completamento della ricostruzione dentale, come descritto più sopra con riferimento ad una metodologia operativa nota nell 'arte.
Secondo una prima forma di realizzazione del presente trovato, il foro presente nella zona centrale della corona è dotato di una opportuna filettatura disposta nella sua parte terminale, ossia nella parte più esterna rivolta verso il cavo orale del paziente.
Tale filettatura è facilmente realizzabile dal momento che la corona è realizzata in materiale duro, quale materiale metallico, vantaggiosamente oro oppure leghe palladiate oppure metallo/ceramica, ed è preposta ad accogliere un elemento di chiusura amovibile, vantaggiosamente una vite.
Conformemente ad una particolare forma di realizzazione del presente trovato, la testa della detta vite è prodotta nello stesso materiale utilizzato per l'approntamento della corona .
Inoltre, vantaggiosamente, la detta vite è ottenuta con la stessa fusione di materiale dalla quale si ricava la corona .
Ciò significa, quindi, che il sistema di fissaggio secondo l'invenzione è semplice ed efficace ed in grado di porre rimedio agli inconvenienti tipici della tecnica nota sopra citata .
Esso, infatti, consente di predisporre una metodologia di intervento molto conveniente dal punto di vista operativo in quanto, qualora si presenti la necessità di operare sulla ricostruzione eseguita per motivi di assistenza o di sostituzione di alcune sue parti, il chirurgo dentista non deve fare altro che rimuovere, in modo semplice e rapido, il detto elemento di chiusura amovibile.
Nel caso in cui detto elemento di chiusura amovibile è rappresentato da una vite, tale rimozione consiste semplicemente nello svitare detto elemento rendendo, così, accessibile la prima vite di fissaggio sottostante che può essere a sua volta facilmente rimossa per eseguire le operazioni del caso sull'impianto oppure sul moncone ormai libero.
E' evidente come l'adozione dell'elemento di chiusura amovibile secondo il presente trovato non comporti la necessità di alcun intervento distruttivo come evidenziato, invece, nel caso dell'arte nota citata che prevede, come detto, l'impiego di un materiale cementante da disporre nella parte di foro soprastante la prima vite di fissaggio.
Un ulteriore vantaggio del presente trovato consiste, come detto, nel realizzare l'elemento di chiusura amovibile oppure la parte terminale di quest'ultimo in un materiale analogo od identico a quello della corona, ciò consentendo di garantire un effetto estetico ottimale non risultando evidenziata la differente tonalità di colore che è riscontrabile negli impianti dell'arte nota.
Secondo una ulteriore forma di realizzazione del presente trovato, la vite è realizzata di lunghezza pari alla porzione di foro lasciata libera dalla prima vite di fissaggio dopo il suo avvitamento.
In tal modo, quindi, nel momento in cui la detta vite è completamente introdotta nel foro, essa viene ad interagire con la testa della prima vite di fissaggio mantenendola nella corretta posizione di utilizzo.
Tale ulteriore forma di realizzazione del presente trovato consente, quindi, di risolvere anche il problema della stabilità sofferto dalle metodologie dell'arte nota dal momento che tale elemento di chiusura amovibile non consente alla prima vite di fissaggio di risalire lungo il foro o di oscillare all'interno dello stesso.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Altre caratteristiche e vantaggi del presente trovato risulteranno evidenti, alla lettura della descrizione seguente, fornita a titolo esemplificativo, non limitativo, con l'ausilio della figura illustrata nella tavola allegata in cui è mostrata una vista ampiamente schematica, parzialmente in sezione, di una forma di realizzazione della protesi dentale secondo il presente trovato.
DESCRIZIONE DI UNA FORMA DI REALIZZAZIONE
In figura, il numero di riferimento 10 indica una protesi dentaria applicata ad un modello di impronta secondo la metodologia operativa del presente trovato.
Con riferimento alla suddetta figura, in un foro opportuno 11 ricavato nel modello di impronta 12 viene posizionato un analogo di laboratorio 13 di forma coniugata a quella del suddetto foro 11 in modo da poter essere adeguatamente introdotto e fissato all'interno di quest'ultimo.
Conformemente a questa specifica forma di realizzazione del trovato, l'analogo di laboratorio 13 presenta una rientranza 14, di forma vantaggiosamente esagonale, disposta in corrispondenza della sua superficie di base più prossima al cavo orale, ossia a livello del bordo esterno 15 del modello dell'impronta 12.
Inoltre, la superficie di base di tale rientranza 14 è dotata di un foro filettato 16 atto a ricevere, in una fase successiva, una prima vite di fissaggio 17 che consente il bloccaggio della protesi dentaria 10 all'analogo di laboratorio 13.
Detta protesi dentaria comprende un moncone 19, di diametro pari a quello dell'analogo di laboratorio 13, detto moncone essendo dotato, secondo questa specifica forma di realizzazione dell'invenzione, di una protuberanza 20 di forma esagonale deputata ad incastrarsi nella rientranza 14 posseduta dal detto analogo 13.
Inoltre, il moncone 16 è provvisto di un foro 21 che lo attraversa longitudinalmente per tutta la sua altezza, detto foro prevedendo una prima parte 21', di diametro pari a quello dell'analogo di laboratorio 13 e posizionato, in opera, esattamente in corrispondenza del foro 16 dell'analogo 13 di modo che detti due fori 16, 21' rappresentino l'uno la naturale continuazione dell'altro, ed una seconda parte 21'', dotata di una spalla 22 atta ad accogliere la testa 23 della prima vite di fissaggio 17 responsabile dell'accoppiamento della protesi dentaria all'analogo 13 sottostante.
Nella zona circostante il moncone 19 viene predisposta una corona dentale 18 che presenta, nella sua parte centrale, un foro 24 corrispondente, in opera, al foro 21 del moncone 19 e tale da consentire il passaggio della prima vite di fissaggio 17.
Conformemente al presente trovato, il foro 24 previsto nella zona centrale della corona 18 è dotato nella sua parte terminale, ossia nella parte rivolta verso il cavo orale, di una opportuna filettatura atta ad interagire con un elemento di chiusura amovibile 25 provvisto di una filettatura 26 di passo pari a quello della filettatura posseduta dalla parte terminale del foro 24.
Detta filettatura della parte terminale del foro 24 è facilmente realizzabile dal momento che la corona 18 viene opportunamente realizzata in materiale duro quale un materiale metallico, vantaggiosamente oro, leghe palladiate o metallo/ceramica.
Nella forma di realizzazione indicata in figura, 1' elemento di chiusura amovibile 25 è rappresentato da una vite la testa 27 della quale è realizzata nello stesso materiale utilizzato per la produzione della corona 18 in modo da otturare il foro centrale 24 confondendosi nella struttura della corona medesima.
Secondo la forma di realizzazione illustrata in figura, la vite 25 presenta una lunghezza pari alla porzione di foro lasciata libera dalla prima vite di fissaggio 17 una volta debitamente avvitata nella sua sede ed adattata nella parte occlusale.
Ciò significa, quindi, che in posizione completamente avvitata, l'estremità finale della seconda vite di fissaggio 25 viene ad interagire con la testa 23 della prima vite di fissaggio 17 consentendo, quindi, un corretto posizionamento di quest'ultima e conferendole, inoltre, una vantaggiosa stabilità.
II trovato è stato precedentemente descritto con riferimento ad una sua forma di realizzazione particolare.
E' tuttavia evidente che il trovato non è limitato a questa forma di realizzazione, ma che comprende invece numerose varianti, nell'ambito delle equivalenze meccaniche.
Ad esempio, è possibile predisporre il detto elemento di chiusura amovibile 25 in modo tale che esso occupi solo parzialmente la porzione di foro lasciata libera dalla prima vite di fissaggio 17 e non venga quindi ad interagire con la testa 23 di quest'ultima.

Claims (8)

  1. RIVENDICAZIONI 1 . Procedimento per la realizzazione di un fissaggio occlusale stabile e duraturo di una protesi dentale (10) ad un impianto (13) opportunamente predisposto nella struttura ossea maxillo-facciale di un paziente, la detta protesi dentale (10) essendo essenzialmente costituita da un moncone (19) ed una corona (18) solidale con quest'ultimo, la detta protesi (10) essendo fissata al detto impianto mediante una prima vite di fissaggio (17) la cui testa si appoggia su di una battuta (22) prevista all'interno di un foro (21) nella detta protesi, ed il cui corpo viene avvitato su una opportuna filettatura prevista nel detto impianto (13), procedimento caratterizzato dal fatto che all'interno della porzione di foro lasciato libero, nella protesi dentale, dalla prima vite di fissaggio (17) dopo il suo posizionamento, viene inserito un elemento di chiusura amovibile (25) che svolge la funzione di sostituire il cemento o le paste che vengono generalmente utilizzate dal chirurgo dentista a completamento della ricostruzione dentale.
  2. 2 . Procedimento secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che viene effettuata una filettatura nel foro presente nella corona (18), il detto elemento di chiusura amovibile (25) essendo costituito da una vite atta a cooperare con tale filettatura.
  3. Procedimento secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che la detta vite (25) è ottenuta con la stessa fusione di materiale dalla quale si ricava la corona (18).
  4. 4 . Protesi dentale (10) atta ad essere fissata ad un impianto predisposto nella struttura ossea maxillo facciale di un paziente, comprendente un moncone (19) avente una struttura sostanzialmente tubolare (21) e sulla cui superficie esterna viene fissata una corona dentale (18), la detta corona (18) essendo dotata di un foro (24) allineato, in opera, con le rispettive strutture tubolari (21, 16) del moncone e dell'impianto, comprendente inoltre un primo dispositivo di fissaggio (17), inserito nelle dette strutture tubolari (21, 16), atto a bloccare il moncone (19) sull'impianto (13), protesi dentale (10) caratterizzata dal fatto che il foro (24) previsto nella detta corona (18) coopera con un elemento di chiusura amovibile (25) che svolge la funzione di sostituire il cemento o le paste che vengono generalmente utilizzate dal chirurgo dentista a completamento della ricostruzione dentale .
  5. 5 . Protesi dentale (10) secondo la rivendicazione 4, caratterizzata dal fatto che il primo dispositivo di fissaggio (17) è costituito da una vite atta al fissaggio del moncone (19) all'impianto (13).
  6. Protesi dentale (10) secondo una qualunque delle rivendicazioni 4 e 5, caratterizzata dal fatto che il foro previsto nella detta corona (18) è filettato e che l'elemento di chiusura amovibile (25) è una vite.
  7. 7 . Protesi dentale (10) secondo la rivendicazione 6, caratterizzata dal fatto che la testa (27) della detta vite (25) è realizzata in materiale pari a quello della corona (18), quale ad esempio materiale ceramico o metallico, vantaggiosamente oro o leghe palladiate.
  8. 8 . Protesi dentale (10) secondo la rivendicazione 7, caratterizzata dal fatto che la detta vite (25) presenta una lunghezza pari alla porzione di foro lasciata libera dalla prima vite di fissaggio (17) una volta debitamente avvitata nella sua sede.
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