ITVR20100172A1 - Dispositivo dilatatore particolarmente per interventi chirurgici di trattamento della malattia emorroidaria - Google Patents

Dispositivo dilatatore particolarmente per interventi chirurgici di trattamento della malattia emorroidaria Download PDF

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Description

DISPOSITIVO DILATATORE PARTICOLARMENTE PER INTERVENTI CHIRURGICI DI TRATTAMENTO DELLA MALATTIA EMORROIDARIA
DESCRIZIONE
Il presente trovato riguarda un dispositivo dilatatore particolarmente per interventi chirurgici di trattamento della malattia emorroidaria.
Sono note tecniche chirurgiche che prevedono l'impiego di suturatrici meccaniche per effettuare interventi chirurgici di trattamento della malattia emorroidaria e, più in particolare, per eseguire la resezione del prolasso rettale.
In questo tipo di interventi, per mantenere aperto l'accesso alla zona da trattare chirurgicamente, vengono utilizzati dei dispositivi dilatatori.
Generalmente, tali dispositivi dilatatori presentano una porzione tubolare, che viene inserita, con una sua estremità, nell'ano del paziente, ed una flangia di riscontro, che à ̈ situata alla estremità della porzione tubolare opposta rispetto alla sua estremità di inserimento nell'ano, e che presenta una pluralità di aperture, distribuite attorno alla porzione tubolare, per il passaggio di punti di sutura che vengono applicati dal chirurgo, per fissare il dispositivo dilatatore al corpo del paziente.
In alcune tipologie di dispositivi dilatatori oggi utilizzati, la flangia di riscontro presenta una conformazione allungata lungo una direzione sostanzialmente perpendicolare all'asse della porzione tubolare, in modo da avere una forma anatomicamente adeguata alla zona di applicazione del dispositivo dilatatore sul corpo del paziente ed, in particolare, alle due spine ischiatiche situate lateralmente all'ano.
In una particolare forma di esecuzione delle tecniche chirurgiche sopra menzionate, nota come resezione regolata del retto, la resezione del prolasso rettale tramite la suturatrice meccanica viene effettuata in due fasi distinte.
Più in dettaglio, in questa forma di esecuzione, prima di inserire nel retto la suturatrice meccanica per eseguire la resezione del prolasso rettale, viene introdotta, attraverso una delle aperture della flangia di riscontro del dispositivo dilatatore, una spatola, che, normalmente, presenta una dimensione trasversale di 20 mm e che permette di proteggere una parte del retto, in modo da consentire l'esecuzione della resezione del prolasso rettale tramite la suturatrice meccanica solamente in corrispondenza della parte restante del retto.
Successivamente, la spatola 8 viene inserita nel retto attraverso una apertura posizionata dalla parte diametralmente opposta a quella in cui era state precedentemente inserita, in modo da proteggere la parte del retto in cui la suturatrice meccanica à ̈ già stata utilizzata e consentire così l'esecuzione della resezione del prolasso rettale, sempre tramite la suturatrice meccanica, in corrispondenza della parte del retto non ancora trattata.
In particolare, il dispositivo dilatatore viene, in questo caso, posizionato in modo tale che una delle aperture attraverso cui viene introdotta la spatola si trovi in una posizione inferiore rispetto all'ano del paziente e quella opposta in una posizione superiore.
In pratica, una volta posizionato in questo modo in dispositivo dilatatore, si procede, in una prima fase, ad introdurre la spatola attraverso l'apertura della flangia di riscontro posta inferiormente all'ano, così da mantenere abbassata, tramite la spatola stessa, la parte inferiore del retto, esponendo, di conseguenza, all'azione della suturatrice meccanica la sola parte superiore del retto, mentre, in una fase successiva, si introduce la spatola nella apertura che risulta posizionata superiormente all'ano, in modo da poter sollevare la parte superiore del retto, esponendo all'azione della suturatrice meccanica la parte inferiore del retto non ancora sottoposta al trattamento di resezione del prolasso rettale.
Questo modo di procedere comporta la formazione, lateralmente alla parte superiore e alla parte inferiore del retto, di due zone denominate in gergo medico “orecchie†, in cui si intersecano le resezioni praticate dalla suturatrice meccanica ed in cui si realizza una sovrapposizione dei punti di sutura applicati dalla suturatrice meccanica stessa.
Si viene quindi a creare una forma più schiacciata del retto rispetto alla sua normale conformazione circolare.
Compito precipuo del presente trovato à ̈ quello di risolvere tale problema, fornendo un dispositivo dilatatore particolarmente per interventi chirurgici di trattamento della malattia emorroidaria che dia la possibilità di eliminare o, quantomeno di limitare notevolmente, la formazione delle suddette orecchie all'interno del retto.
All'interno di questo compito, un ulteriore scopo del trovato à ̈ quello di fornire un dispositivo dilatatore che possa essere fissato al corpo del paziente con un elevato livello di sicurezza.
Un altro scopo del trovato à ̈ quello di mettere a punto un dispositivo dilatatore che sia di facile e pratico impiego per il chirurgo.
Non ultimo scopo del presente trovato à ̈ quello di realizzare un dispositivo particolarmente per interventi chirurgici di trattamento della malattia emorroidaria che sia in grado di offrire le più ampie garanzie di affidabilità e sicurezza nell'uso e che, inoltre, possa essere realizzato a costi estremamente competitivi.
Questo compito, nonché questi ed altri scopi che meglio appariranno in seguito, vengono raggiunti da un dispositivo dilatatore particolarmente per interventi chirurgici di trattamento della malattia emorroidaria, secondo il trovato, come definito nella rivendicazione 1.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, del dispositivo dilatatore, secondo il trovato, illustrata a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni in cui:
la figura 1 mostra in vista laterale ed in esploso il dispositivo dilatatore secondo il trovato ed un corrispondente dispositivo introduttore;
la figura 2 illustra in vista laterale il dispositivo dilatatore con accoppiato un introduttore per il suo inserimento nell'ano del paziente;
la figura 3 mostra una vista in pianta dall'alto del dispositivo dilatatore secondo il trovato; la figura 4 Ã ̈ una sezione lungo la linea IV-IV; la figura 5 mostra una sezione presa lungo la linea V-V;
la figura 6 Ã ̈ una vista in sezione longitudinale del dispositivo dilatatore secondo il trovato inserito nell'ano del paziente e con accoppiato assialmente un introduttore;
le figure dalla 7 alla 13 mostra in modo schematico ed in sequenza le fasi di un intervento chirurgico di resezione del prolasso rettale e di trattamento delle emorroidi, eseguito utilizzando un dispositivo dilatatore secondo il trovato;
la figura 14 mostra in pianta il dispositivo dilatatore secondo il trovato accoppiato ad uno strumento di esplorazione del retto;
la figura 15 Ã ̈ una vista in sezione lungo la linea XVI-XVI.
Con riferimento alle citate figure, il dispositivo dilatatore particolarmente per interventi chirurgici di trattamento della malattia emorroidaria, secondo il trovato, indicato globalmente con il numero di riferimento 1, comprende un corpo 2 che presenta una porzione tubolare 3, inseribile, con una sua estremità nell'ano del paziente, per mantenere aperto un accesso alla zona del retto da trattare chirurgicamente.
La porzione tubolare 3 à ̈ provvista, all'altra sua estremità, di una flangia di riscontro 4, destinata ad essere appoggiata attorno al bordo esterno dell'ano.
Con riferimento, in particolare, a figura 3, la flangia di riscontro 4 presenta una coppia di aperture 6 disposte, da parti tra loro opposte rispetto a detta porzione tubolare 3, lungo una prima direzione 5, sostanzialmente ortogonale all'asse della porzione tubolare 3.
Le aperture 6 consentono al chirurgo di applicare dei punti di sutura 7, per bloccare in posizione fissa il corpo 2 del dispositivo al paziente.
Sempre attraverso le aperture 6, il chirurgo può, inoltre, inserire nel retto del paziente una spatola 8, per proteggere una corrispondente parte del retto, durante l'intervento di resezione del prolasso rettale tramite una suturatrice meccanica.
La spatola 8 può, ad esempio, presentare un corpo appiattito di forma allungata, con definiti due tratti tra loro angolari e più, in particolare, un tratto di inserimento nel retto ed un tratto di impugnatura, che risulta ripiegato rispetto al tratto di inserimento.
La peculiarità del trovato consiste nel fatto che almeno una apertura 6 e, più preferibilmente, ciascuna apertura 6 presenta, lungo una seconda direzione 9, sostanzialmente perpendicolare alla suddetta prima direzione 5, una ampiezza sostanzialmente compresa tra 23 e 27 mm.
In questo modo, attraverso le aperture 6 può essere introdotta una spatola 8 avente una dimensione trasversale maggiore rispetto alle spatole tradizionalmente utilizzate in interventi di resezione del prolasso rettale ed in grado, quindi, di proteggere una più ampia parte del retto. Conseguentemente, si riduce sensibilmente la possibilità di formazione di “orecchie†nel retto, mantenendo inalterata, anche dopo l'intervento, la conformazione circolare del retto.
Ad esempio, con il dispositivo dilatatore secondo il trovato, si posso utilizzare spatole 8 aventi dimensione trasversale sostanzialmente compresa tra 25 e 26,5 mm.
Vantaggiosamente, le aperture 6 si presentano con uno sviluppo allungato lungo la seconda direzione 9, in modo da facilitare l'inserimento ed il corretto posizionamento della spatola 8.
Opportunamente, si prevede che, trasversalmente alla seconda direzione 9, la dimensione delle aperture 6 sia maggiore nella loro zona mediana rispetto alle loro estremità, in modo tale garantire uno spazio sufficiente ad evitare che i punti di sutura 7 applicati nelle aperture 6 possano interferire con l'introduzione della spatola 8 attraverso le aperture 6 stesse.
Come illustrato, la flangia di riscontro 4 si sviluppa prevalentemente lungo la prima direzione 5, in modo da avere una sagomatura conforme alla zona anatomica del paziente in corrispondenza della quale viene appoggiata.
Più in particolare, la flangia di riscontro 4 presenta, opportunamente, una conformazione, in pianta, sostanzialmente elissoidale con diagonale maggiore disposta secondo la prima direzione 5.
Tale conformazione consente di evitare l'appoggio della flangia di riscontro 4 sulle spine ischiatiche del paziente.
Come si può notare dalle figure, la flangia di riscontro 4 presenta, inoltre, una forma svasata, con concavità rivolta dalla parte opposta alla porzione tubolare 3, per consentire un suo adeguato appoggio al bordo esterno dell'ano.
Vantaggiosamente, per garantire un più sicuro fissaggio della flangia di riscontro 4 al corpo del paziente, la flangia di riscontro 4 à ̈ provvista di una coppia di ulteriori aperture 10, attraverso le quali possono essere applicati altri punti di sutura 11 per il fissaggio del corpo 2 del dispositivo al paziente.
Queste ulteriori aperture 10 sono disposte da parti opposte tra loro rispetto alla porzione tubolare 3, lungo un asse mediano di simmetria della flangia di riscontro 4 sostanzialmente perpendicolare alla prima direzione 5, lungo cui sono disposte le aperture 6.
Vantaggiosamente, le aperture 6 presentano, lungo il loro bordo longitudinale 12 che risulta rivolto dalla parte opposta rispetto alla porzione tubolare 3, una rispettiva sede di impegno 13 per l'alloggiamento dei punti di sutura 7 in esse applicati.
In pratica, le sedi di impegno 13 consentono al chirurgo di disporre in modo corretto e stabile i punti di sutura 7 all'interno delle aperture 6.
Opportunamente, le sedi di impegno 13 sono posizionate sull'asse mediano di simmetria della flangia di riscontro 4 parallelo alla prima direzione 5 e risultano definite in corrispondenza di una zona d'angolo situata all'intersezione di due tratti 12a e 12b, contrapposti tra loro, del bordo longitudinale 12 delle aperture 6.
Come illustrato, i due tratti 12a e 12b si sviluppano, a partire da una rispettiva estremità longitudinale delle aperture 6 lungo la seconda direzione 9, allontanandosi progressivamente dal bordo opposto 14 delle aperture 6.
Preferibilmente, i due tratti 12a e 12b del bordo longitudinale 12 presentano un andamento ad arco di cerchio con uguale raggio ma con diverso centro di curvatura.
L'impiego del dispositivo dilatatore secondo il trovato à ̈ il seguente.
Per facilitare l'inserimento della porzione tubolare 3 nell'ano, si procede, preliminarmente, ad accoppiare assialmente, all'interno della porzione tubolare 3, un introduttore 15, come illustrato in particolare in figure 1 e 2 ed in figura 7.
Tale introduttore 15 presenta un corpo cilindrico 16 dotato di una estremità rastremata a formare una punta arrotondata 17 che ne consente l'introduzione nell'ano senza traumi per il paziente. In particolare, con il corpo cilindrico 16 dell'introduttore 15 accoppiato assialmente alla porzione tubolare 3 del dispositivo secondo il trovato, la punta arrotondata 17 à ̈ destinata a fuoriuscire dalla estremità di inserimento nell'ano della porzione tubolare 3.
Una volta che la porzione tubolare 3 Ã ̈ stata inserita, tramite l'introduttore 15, nell'ano del paziente, come illustrato in figura 6, l'introduttore viene sfilato dalla porzione tubolare 3, come rappresentato in figura 9, e la flangia di riscontro 4 viene fissata, mediante suturazione, al paziente, applicando punti di sutura 7 e 11 in corrispondenza rispettivamente delle apertura 6 e delle ulteriori aperture 10 della flangia di riscontro 4.
E' da notare che la flangia di riscontro 4 viene disposta in modo tale che le aperture 6 risultino posizionate una superiormente e l'altra inferiormente all'ano, come raffigurato nei disegni.
A questo punto, il chirurgo può procedere ad una esplorazione del retto inserendo nella porzione tubolare 3 del dispositivo dilatatore secondo il trovato, uno strumento di esplorazione 18, illustrato, in particolare, in figure 14 e 16.
Tale strumento di esplorazione 18 presenta una parte cilindrica cava 19, che à ̈ destinata ad essere infilata attraverso la porzione tubolare 3 del dispositivo dilatatore secondo il trovato e che presenta, ad una estremità, una testa conica 20 di inserimento nell'ano.
La parete della parte cilindrica cava 19 Ã ̈ attraversata da una fessura longitudinale 21 che permette l'osservazione dall'esterno delle superfici interne del retto, attraverso la parte cilindrica cava 19.
Opportunamente, alla sua estremità opposta rispetto alla testa conica 20, lo strumento di esplorazione 18 à ̈ fornito di un manico di manovra 21, che si estende lateralmente rispetto all'asse della parte cilindrica cava 19, dalla parte opposta rispetto alla fessura longitudinale 21, e che può essere impugnato dal chirurgo, per ruotare, attorno al suo asse, la parte cilindrica cava 19, in modo da variare l'orientazione angolare della fessura longitudinale 21 e consentire, quindi, una esplorazione completa del retto.
Una volta terminata l'esplorazione del retto, si procede con l'inserire in una delle due aperture 6 una spatola 8, in modo che questa possa proteggere una corrispondente porzione del retto.
Con la spatola 8 inserita in una delle aperture 6, ad esempio quella posta inferiormente all'ano come mostrato in figura 12, il chirurgo procede alla resezione del prolasso rettale nella parte del retto non coperta dalla spatola 8, introducendo nel retto, attraverso la porzione tubolare 3 del dispositivo dilatatore secondo il trovato, una suturatrice meccanica.
Una volta completata la resezione del prolasso rettale nella parte trattata, il chirurgo estrae la suturatrice meccanica dal retto e posiziona la spatola 8 all'interno dell'altra apertura 6, in modo da proteggere con la spatola 8 la parte del retto già chirurgicamente trattata.
A questo punto, reintroduce nel retto la suturatrice meccanica in modo da completare la resezione del prolasso rettale.
Come sopra accennato, le dimensioni trasversali della spatola 8 che viene introdotta attraverso le aperture 6 assicura la copertura di un'ampia porzione del retto, così da ridurre sensibilmente la formazione delle cosiddette “orecchie†, a seguito dell'intervento di resezione.
Si à ̈ in pratica constatato come il trovato sia in grado di assolvere pienamente al compito e agli scopi prefissati, in quanto permette di utilizzare spatole aventi dimensioni tale da permettere di ridurre sensibilmente la formazione di “orecchie†all'interno del retto, a seguito dell'intervento di resezione delle emorroidi.
E' da notare che il dispositivo dilatatore secondo il trovato potrà trovare applicazione anche in altri tipi di intervento chirurgico, in cui risulti necessario mantenere aperto l'accesso al retto attraverso l'ano.
Così, ad esempio, il dispositivo dilatatore secondo il trovato potrà essere validamente utilizzato anche per eseguire interventi chirurgici per il confezionamento di anastomosi basse del colon.
Tutte le caratteristiche del trovato, su indicate come vantaggiose, opportune o simili, possono anche mancare o essere sostituite da equivalenti. Le singole caratteristiche esposte in riferimento ad insegnamenti generali o a forme di realizzazione particolari, possono essere tutte presenti in altre forme di realizzazione o sostituire caratteristiche in queste forme di realizzazione.
Il trovato così concepito à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo.
In pratica i materiali impiegati, purché compatibili con l'uso specifico, nonché le dimensioni e le forme potranno essere qualsiasi, a seconda delle esigenze.
Inoltre, tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti.

Claims (8)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo dilatatore particolarmente per interventi chirurgici di trattamento della malattia emorroidaria o per il confezionamento di anastomosi basse del colon comprendente un corpo (2) presentante una porzione tubolare (3) inseribile, con una sua estremità nell'ano del paziente, e provvista, all'altra sua estremità, di una flangia di riscontro (4) con definita, lungo una prima direzione (5) sostanzialmente ortogonale all'asse di detta porzione tubolare (3), una coppia di aperture (6) disposte, da parti tra loro opposte rispetto a detta porzione tubolare (3), per il fissaggio, tramite punti di sutura (7), di detto corpo (2) al paziente e per l'introduzione nel retto del paziente di una spatola (8) per la protezione di una corrispondente parte del retto del paziente, caratterizzato dal fatto che almeno una di dette aperture (6) presenta, lungo una seconda direzione (9), sostanzialmente perpendicolare a detta prima direzione (5), una estensione sostanzialmente compresa tra 23 e 27 mm.
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta flangia di riscontro (4) presenta prevalentemente uno sviluppo lungo detta prima direzione (5).
  3. 3. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta flangia di riscontro (4) presenta, in pianta, una conformazione sostanzialmente elissoidale con diagonale maggiore disposta secondo detta prima direzione (5).
  4. 4. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che dette aperture (6) presentano uno sviluppo allungato lungo detta seconda direzione (9).
  5. 5. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta flangia di riscontro (4) presenta una coppia di ulteriori aperture (7), per l'applicazione di punti di sutura per il fissaggio di detto corpo (2) al paziente, dette ulteriori aperture (10) essendo disposte, da parti opposte tra loro rispetto a detta porzione tubolare (3), lungo un asse mediano di simmetria (11) di detta flangia di riscontro (4) sostanzialmente perpendicolare a detta prima direzione (5).
  6. 6. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che lungo il bordo longitudinale (12) di dette aperture (6) rivolto dalla parte opposta a detta porzione tubolare (3) à ̈ definita una rispettiva sede di impegno per i punti di sutura applicati attraverso dette aperture (6).
  7. 7. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta sede di impegno à ̈ definita in corrispondenza di una zona angolata di intersezione tra due tratti (12a, 12b) distinti e tra loro contrapposti di detto bordo longitudinale (12) di dette aperture (6).
  8. 8. Kit particolarmente per interventi chirurgici di trattamento della malattia emorroidaria comprendente: a) un dispositivo dilatatore presentante un corpo (2) dotato di una porzione tubolare (3) inseribile, con una sua estremità nell'ano del paziente, e provvista, all'altra sua estremità, di una flangia di riscontro (4) con definita, lungo una prima direzione (5) sostanzialmente ortogonale all'asse di detta porzione tubolare (3), una coppia di aperture (6) disposte, da parti tra loro opposte rispetto a detta porzione tubolare (3), almeno una di dette aperture (6) presentando, lungo una seconda direzione (9), sostanzialmente perpendicolare a detta prima direzione (5), una estensione sostanzialmente compresa tra 23 e 27 mm; e b) una spatola per la protezione di parte del retto del paziente, detta spatola presentando un corpo appiattito a sviluppo allungato avente una dimensione trasversale atta a consentire il suo inserimento attraverso dette aperture 6.
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