ITUD960161A1 - Sistema per l'estrazione di fluidi - Google Patents

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Description

Descrizione del trovato avente per titolo:
"SISTEMA PER L' ESTRAZIONE DI FLUIDI"
CAMPO DI APPLICAZIONE
Forma oggetto del presente trovato un sistema di estrazione di sangue ovvero altri fluidi, da placenta ovvero da altri organi ovvero tessuti umani o animali, mediante l' applicazione di pressione come espresso nella rivendicazione principale.
II sistema secondo il trovato viene utilizzato prevalentemente in campo biologico, medico e veterinario sia per scopi diagnostici e terapeutici sia per scopi di ricerca per la estrazione di sangue o altri fluidi dalla placenta o da altro organo o tessuto da utilizzare successivamente quale fonte di cellule molecole o altro.
STATO DELLA TECNICA
Nel campo biologico, medico e veterinario, sia per scopi diagnostici e terapeutici sia per scopi di ricerca, e' necessario raccogliere fluidi, in particolare .sangue, da organi o tessuti o da contenitori in genere. Due esempi non limitativi sono: 1. la raccolta di sangue da masse di tessuto tumorale, essendo il sangue contenuto nel tessuto tumorale potenzialmente utile per scopi terapeutici dopo opportuna manipolazione; 2. la raccolta di sangue dalla placenta, durante il parto, subito dopo il taglio del cordone ombelicale. In questo secondo caso il sangue e' utile in quanto contiene cellule staminali che sono cellule progenitrici ematopoietiche ossia in grado di ricostituire il sistema ematopoietico e che quindi possono essere utilizzate, qualora si presenti la necessita', per il trapianto nel donatore stesso o in altro soggetto compatibile.
Di seguito sono descritte le procedure attualmente seguite per la raccolta del sangue placentare da cordone ombelicale in quanto rappresentazione tipica del recupero di fluidi da un organo; e’ importante notare che il riferimento a tale pratica e' non limitativo ma esemplificativo di situazioni in cui sia necessaria la raccolta di sangue ovvero altro fluido da tessuti, organi o altri contenitori in genere.
II sangue placentare da cordone ombelicale viene raccolto in guanto contiene cellule staminali ematopoietiche utilizzabili per trapianti. Affinché' il sangue raccolto e quindi le cellule recuperate siano effettivamente utilizzabili con successo devono essere rispettate le seguenti condizioni: 1. deve essere recuperata la maggior quantità' possibile di sangue ossia il numero piu' elevato possibile di cellule; 2. il sangue raccolto, di origine fetale, non deve essere contaminato da popolazioni cellulari estranee quali ad esempio cellule materne; 3. durante la raccolta deve essere ridotto al minimo il contatto del sangue con l' esterno (aria o altri oggetti potenzialmente contaminati) ovvero la procedura di raccolta deve avvenire in condizioni di sterilita', possibilmente in un ambiente chiuso; 4. la possibilità' di errore umano deve essere ridotta al minimo.
Fasi della raccolta
a. Prima del secondamento {= espulsione) della placenta .
Attualmente, l' estrazione di sangue da placenta, nel campo medico, sia per scopi diagnostici e terapeutici sia per scopi di ricerca, viene effettuata come segue: durante il parto, immediatamente dopo l' uscita del neonato, il cordone ombelicale viene chiuso (clampato) in due punti e reciso in un punto intermedio fra i due punti di chiusura. Dopo il taglio, l' estremo reciso del cordone ombelicale collegato alla placenta fuoriesce liberamente dalla vagina della madre ed e' disponibile per le operazioni di raccolta. Tipicamente la raccolta del sangue avviene nel periodo che va dal taglio del cordone ombelicale al secondamento, cioè' all' espulsione, della placenta. In questo periodo, il flusso del sangue e' garantito dalla pressione generata dalle contrazioni dell' utero che, comprimendo la placenta, favoriscono la fuoriuscita del sangue attraverso il cordone ombelicale .
b. Dopo il secondamento della placenta.
Solo pochi autori riportano procedure di prelievo che prevedono la raccolta di sangue cordonale dòpo il secondamento della placenta, posizionando la placenta su un telaio e raccogliendo il sangue per caduta. Lo scarso utilizzo della raccolta dopo il secondamento e' sicuramente dovuto alla bassa resa della raccolta per caduta e alla difficolta' di manipolazione della placenta, soprattutto quando deve essere garantita la sterilita' del sangue raccolto.
Sistemi di raccolta
Attualmente la raccolta di sangue placentare
scopi diagnostici e terapeutici sia per scopi di ricerca, viene effettuata mediante metodiche riconducibili a due categorie: sistemi "a circuito aperto" e sistemi “a circuito chiuso". Entrambi i sistemi sono utilizzati per la raccolta sia prima che dopo il secondamento della placenta.
a. sistemi "a circuito aperto
I sistemi "a circuito aperto" prevedono la raccolta del sangue placentare dal cordone ombelicale reciso in contenitori contenenti anticoagulante. Tale raccolta viene effettuata facendo defluire il sangue direttamente nel contenitore di raccolta senza connettere il terminale del cordone, che e’ liberamente posizionato all' imboccatura del contenitore.
Vantaggi
II principale vantaggio di questo sistema e' rappresentato dalla assenza di resistenze al flusso in quanto non vi sono strozzature o brusche diminuzioni di sezione del cordone e dei suoi vasi.
Un secondo vantaggio e' rappresentato dalla contemporanea pervieta' dei tre vasi presenti nel cordone ombelicale.
Ulteriore vantaggio del sistema e' la possibilità' di spremere il cordone ombelicale durante la raccolta.
Vari lavori scientifici hanno dimostrato che i sistemi "a circuito aperto" non garantiscono la sterilita' e sono infatti associati ad un' incidenza particolarmente elevata di contaminazioni microbiche. Il terminale reciso del cordone ombelicale infatti e' di consistenza lassa e, essendo semplicemente appoggiato all ' imboccatura del contenitore di raccolta, può' facilmente uscire dal contenitore con conseguente contaminazione del terminale stesso oltre alla perdita di sangue che contamina l' 'ambiente esterno.
Il sistema inoltre, per sua natura (sistema "aperto"), e ' un sistema che raccoglie sia il sangue che fuoriesce dai vasi del cordone sia liquidi potenzialmente contaminati che scorrono lungo la superficie esterna del cordone ombelicale; in particolare, il sangue materno presente in abbondanza sulla superficie esterna della placenta scorre lungo il cordone e si mescola con il sangue del cordone ombelicale.
Questo sistema di raccolta inoltre espone il
quindi contaminazioni da microorganismi presenti nell' ambiente esterno.
Un ulteriore svantaggio e' rappresentato dalla necessita' costante di un operatore dedicato a mantenere il cordone ombelicale nella posizione corretta, in particolare se vengono effettuate ripetute manovre di spremitura e pulitura del cordone .
b. Sistemi "a circuito chiuso-La raccolta viene effettuata mediante venipuntura dell' estremità' recisa e clampata del cordone ombelicale, previa accurata disinfezione del punto di ingresso dell' ago. Il sangue viene raccolto in una o piu' siringhe ovvero in sacche da donazione.
Vantaggi
Rispetto ai sistemi "a circuito aperto", i sistemi "a circuito chiuso" riducono i rischi di contaminazione microbica del sangue raccolto e non richiedono una continua pulitura e disinfezione del cordone .
Un ulteriore vantaggio e' la riduzione della contaminazione del campione da sangue materno o da altri liquidi che scorrono lungo la superficie esterna del cordone.
Svantaggi
I sistemi "a circuito chiuso" prevedono la manipolazione di aghi e quindi espongono gli operatori al rischio di punture accidentali.
Inoltre, l' ago infilato nella vena ombelicale non e‘ stabilmente fissato alla stessa e può' facilmente uscire, vista anche la natura “movimentata" del parto; questo problema e' particolarmente sentito qualora la raccolta venga continuata anche dopo il secondamento della placenta. E' pertanto necessaria la continua presenza di un operatore che garantisce il corretto posizionamento dell ' ago nelle varie fasi della raccolta .
In caso di uscita dell' ago dalla sede, sono possibili contaminazioni del sangue e punture accidentali dell' operatore ed inoltre, per continuare la raccolta, si rende necessaria la ripetizione della venipuntura.
Vista la sezione limitata di due dei tre vasi del cordone ombelicale (le arterie) l' operazione di raccolta e' praticabile solo su un vaso (la vena) con conseguente riduzione del potenziale di raccolta.
Il flusso del sangue inoltre e’ ostacolato dalla brusca diminuzione della sezione (l' ago per quanto grosso non potrà' mai avere la sezione della vena ombelicale).
L ' ago viene inserito in un segmento intermedio del cordone ombelicale a monte del zona di chiusura; e' quindi inevitabile una stasi del sangue a valle del punto di inserimento e conseguente tendenza alla formazione di coagulo; inoltre il sangue rimasto a valle del punto di inserimento non viene recuperato.
BREVE DESCRIZIONE DELLE ILLUSTRAZIONI
Fig. 1B: parte superiore atta ad esercitare pressione meccanica omogenea o localizzata, pulsante o continua sulla superficie materna di seguito chiamata la superficie superiore della placenta . Fig. 2B: cono inferiore ruotante avente funzioni di appoggio ed applicazione di pressione meccanica, omogenea o localizzata, pulsante o continua, con andamento radiale o centripeto, sulla superficie fetale di seguito chiamata superficie inferiore della placenta e sulla porzione iniziale del cordone ombelicale.
Fig. 3B: membrana d' appoggio in materiale elastico avente funzione di superficie d' appoggio e di tre.smissione della pressione meccanica, generata dal cono inferiore, omogenea o localizzata, pulsante o continua , con andamento radiale o centripeto o casuale, alla superficie inferiore della placenta e alla porzione iniziale del cordone ombelicale .
Fig . 4B : corpo macchina avente funzioni di supporto e collegamento tra la parte superiore, il cono inferiore d ' appoggio , la membrana d ' appoggio e eventual i elementi meccanici o pneumatici o elettrici o di altro tipo che costituiscono parte integrante della macchina .
Fig . 5B : variante del cono inferiore ruotante avente funzioni di appoggio ed applicazione di pressione meccanica , omogenea o local i zzata , pulsante o continua , con andamento radiale o centripeto o casuale sulla superficie inferiore della placenta e sulla porzione iniziale del cordone ombelicale .
Fig . 6B : variante del cono inferiore ruotante avente funzioni . di appoggio ed applicazione di press ione meccanica , omogenea o local i zzata , pulsante o continua , con andamento radiale o centripeto o casuale, sulla superficie inferiore della placenta e sulla porzione iniziale del cordone ombelicale .
Fig. 7B: schematica rappresentazione di insieme della apparecchiatura per 1' applicazione di pressione alla placenta ovvero all' organo ovvero al tessuto ed eventualmente alla porzione prossimale del cordone ombelicale.
DESCRIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato e' espresso e caratterizzato nella rivendicazione principale. Le rivendicazioni secondarie espongono varianti all' idea di soluzione principale.
Scopo del presente trovato e' quello di estrarre fluidi, in particolare sangue, da placenta o da altro organo o tessuto, umano o animale, sia per scopi diagnostici e terapeutici sia per scopi di ricerca, mediante 1' applicazione di pressione come espresso nella rivendicazione principale. Il sistema, descritto di seguito e illustrato nelle figure, non e' limitativo ed e' solamente esemplificativo di una delle possibili forme del trovato.
Il sistema descritto prevede 1' utilizzo da parte di operatori sanitari anche non medici in qua:ato non necessita di particolare esperienza ne' di addestramento. Inoltre e' studiato in maniera da renderne 1' utilizzo sicuro, privo di punti critici e di rischio d' errore. Un operatore sanitario di normale esperienza e' in grado di svolgere l' intera procedura in'assenza di rischi pur essendo garantita una resa ottimale e ripetibile nel tempo. Il sistema inoltre limita la contaminazione dell' ambiente con sangue e altro materiale potenzialmente infetto.
La descrizione del sistema di seguito riportata esemplificativa e non limitativa e' riferita all' applicazione all ' estrazione di sangue dalla placenta attraverso il cordone ombelicale dopo il secondamento della placenta. Il sistema oggetto del trovato può' ovviamente essere utilizzato per la raccolta di sangue o altri fluidi anche da altri organi o tessuti.
II presente trovato e' scomponibile in quattro elementi:
a Parte superiore atta ad esercitare pressione meccanica, omogenea o localizzata, pulsante o continua sulla parte superiore della placenta.
La parte superiore del sistema esemplificativo qui descritto (Fig. 1B) e' costituita da una superficie cava, di opportune dimensioni e forma realizzata in metallo o plastica, polimeri o altro materiale adatto allo scopo, destinata a creare una cavita' (16) chiusa e a tenuta stagna tramite l' opportuno posizionamento di una membrana di materiale elastico (17) che potrà' essere gomma, silicone, polimeri o altro. La pressione all' interno della camera sara ' variata e regolata mediante un sistema manuale, elettrico, meccanico o di altra natura. La variazione di pressione all'interno della camera determinerà' un' incurvatura della membrana in gomma che potrà' quindi assumere una forma concava, piana o convessa o la forma di un oggetto posto a suo diretto contatto. La superficie della membrana potrà' essere liscia o di forma discontinua e potrà' inoltre avere funzione di trasmissione della pressione, meccanica omogenea o localizzata, continua o pulsante, con andamento radiale o centripeto sulla superficie superiore della placenta generata tramite un dispositivo opportuno. La parte superiore e‘ collegata alle altre parti della macchina tramite un meccanismo a cerniera (18) oppure a snodo o altro sistema. Un sistema di bloccaggio a vite (19), spinotto o altro garantirà' il bloccaggio della parte superiore nella posizione desiderata,
b - Elemento Inferiore avente funzioni di appoggio ed applicazione di pressione meccanica, omogenea o localizzata, pulsante o continua con andamento radiale o centripeto sulla superficie inferiore della placenta e porzione del cordone ombelicale.
La parte inferiore del sistema esemplificativo qui descritto (Fig 2B) e' costituita da un elemento (23) di forma conica o a imbuto, di dimensioni opportune, terminante al suo vertice con un tubo (24) di sezione adeguata a consentire il passaggio di un eventuale sistema di raccordo del cordone ombelicale e contenitore di raccolta. Il tubo terminale e' a sua volta inserito e bloccato in un cuscinetto a sfera o a rulli o una boccola consentendo cosi' al cono di girare liberamente attorno al suo asse generatore. Il cuscinetto o altro sistema e' a sua volta fissato stabilmente al corpo macchina mediante un opportuno supporto o sede. La superficie interna del cono presenta una o piu' nervature di sezione adeguata (25) aventi un andamento spiraliforme o elicoidale o epicicloideo con origine nella zona centrale del cono in prossimità' dell' inizio della parte cilindrica o cava.
Una seconda variante dell' elemento inferiore esemplificativa e non limitativa, rappresentata nell' ipotesi della fig. 5B, e' costituita da una serie di sfere ad asse eccentrico o camme poste in rotolamento sulla membrana d‘ appoggio e rese solidali al cono inferiore mediante un asse di forma opportuna (rettilineo, spiraliforme, ecc.). Tale variante garantisce una pressione, dal basso verso l' alto, pulsante e concentrata sulla superficie inferiore della placenta, annullando la trazione radiale sulla placenta stessa.
Altra variante, esemplificativa e non limitativa rappresentata in fig. 6B, e' costituita da rilievi di dimensioni e forma opportune, atti a trasmettere pressioni localizzate e con andamento tangenziale alla superficie inferiore della placenta .
E' altresì' possibile una combinazione delle varianti sopra elencate per garantire spinte assiali di diverso vettore sulla placenta. Il cono inferiore potrà' essere realizzato in materiale plastico o metallo o altro materiale adatto allo scopo.
c - Membrana d' appoggio In materiale elastico avente funzione di superficie d' appoggio e di trasmissione di pressione meccanica, omogenea o localizzata, pulsante o continua con andamento radiale o centripeto sulla superficie inferiore della placenta.
La membrana d' appoggio (Fig. 3B) nel sistema esemplificativo qui descritto e' costituita da un elemento (20) di forma rotonda, con diametro e spessore opportuni, realizzata in materiale elastico quale gomma, silicone, polimeri o altro materiale adatto allo scopo ed e' resa solidale al corpo macchina mediante una ghiera (21) . Nella parte centrale un prolungamento della membrana stessa ovvero un tubo (22) di materiale plastico o altro materiale idoneo fissato alla membrana e reso solidale al corpo macchina mediante una staffa (28) permette l' alloggiamento e il passaggio del cordone ombelicale e di un eventuale sistema di raccordo. Nell' esempio illustrato, la membrana e' posizionata in modo da poter appoggiare con tensione idonea sulla nervatura a spirale del cono inferiore. La tensione della membrana sara' regolata in maniera tale da non creare carichi concentrati o fenomeni di occlusione dei vasi della placenta. Al fine di ottimizzare tale tensione verrà' impiegata una membrana.di consistenza e di spessore opportuno. La funzione della membrana d' appoggio e' quella di poter trasmettere la pressione meccanica, omogenea o localizzata, pulsante o continua con andamento radiale o centripeto o casuale generata dal movimento del cono inferiore. Altra funzione della membrana, d' appoggio e' quella di annullare il trascinamento laterale e tangenziale della spirale stessa. Eventualmente un opportuno lubrificante come talco, olio o altro minimizzerà' l' attrito tra la membrana e il cono inferiore.
d Corpo macchina avente funzioni di supporto e collegaménto tra la parte superiore, l' elemento inferiore, la membrana d' appoggio ed eventuali elementi meccanici o pneumatici o elettrici o di altro tipo che costituiscono parte integrante della macchina.
II corpo macchina e‘ costituito da un telaio portante, di forma e dimensioni opportune, realizzato in metallo, plastica, o altro materiale idoneo, avente la funzione di supporto e collegamento e posizionamento della parte superiore, dell' elemento inferiore, della membrana d’ appoggio e degli elementi meccanici o pneumatici o elettrici o di altro tipo che costituiscono parte integrante della macchina. Nel disegno (Fig 4B), esemplificativo e non limitativo, si evidenziano alloggiamento cono inferiore (26), sede cuscinetto o boccola cono inferiore (27), staffa o supporto parte inferiore membrana d’ appoggio (28), base fissaggio membrana d' appoggio (29), accesso alla parte inferiore della macchina (30).
Funzionamento del trovato
La apparecchiatura fino qui descritta, schematicamente illustrata in fig. 7B, viene utilizzata per applicare pressione alla placenta o organo o tessuto quando questo si rende disponibile cioè', nel caso della placenta, dopo il secondamento. La placenta eventualmente contenuta in un apposito contenitore a pareti morbide con la superficie interna assorbente e la superficie esterna impermeabile tale da non costituire ostacolo al drenaggio e da avere funzione di contenimento e protezione, verrà' posta sulla membrana d' appoggio (20) con la superficie materna qui di seguito chiamata superiore rivolta verso l' alto e con la superficie fetale qui di seguito chiamata .inferiore rivolta verso il basso. Il cordone ombelicale, che origina dalla superficie inferiore della placenta, nel suo segmento iniziale troverà' alloggio nel lume del tubo (22) o nel prolungamento della membrana mentre il segmento terminale, di lunghezza opportuna, verrà' connesso ad un sistema di raccolta a circuito aperto ovvero a circuito chiuso. La ideale configurazione prevede la connessione del segmento terminale del cordone ombelicale mediante un sistema di raccordo a circuito chiuso che non comprime o comunque non compromette il passaggio del sangue mantenendo aperti tutti i vasi presenti nel cordone ombelicale, che contemporaneamente garantisce l' isolamento del campione dall' ambiente esterno e che sia di pratico e sicuro utilizzo. In questa prima configurazione, la macchina permette già ' una raccolta del sangue placentare per caduta in quanto un alloggiamento di questo tipo permette il drenaggio e non crea occlusioni sui vasi superficiali della parte inferiore della placenta. La parte superiore della macchina, tenuta aperta fino ad ora per consentire il posizionamento della placenta sulla membrana d' appoggio, viene chiusa e fissata tramite opportuni sistemi. La pressione esercitata dalla membrana in posizione di riposo alla sola chiusura della parte superiore ovvero la pressione generata da sistema pneumatico, elettrico o altro all' interno della camera stagna verrà' trasmessa alla superficie superiore della placenta tramite la membrana elastica (17). In questa configurazione l' effetto di drenaggio dovuto alla posizione della placenta viene migliorato da un aumento di pressione che dalla superficie superiore deila placenta si trasmette interni interessati al drenaggio. A questo punto sulla superficie inferiore della placenta sara' applicata una pressione meccanica omogenea o localizzata, pulsante o continua, con andamento radiale o centripeto o casuale, generata dal movimento di rotazione della spirale del cono inferiore (26) o da altro sistema e trasmessa attraverso la membrana d' appoggio. L', effetto combinato dei due possibili sistemi di applicazione di pressione sopra descritti garantisce un' alta resa della raccolta, non ottenibile con i sistemi e le procedure attualmente in uso.
II sistema di estrazione di fluidi oggetto del trovato e' di pratico, semplice e sicuro utilizzo, l' intera operazione e' breve, non richiede particolare addestramento o perizia e non necessita della presenza costante di un operatore.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un’ apparecchiatura per 1' estrazione di sangue ovvero fluidi da placenta ovvero da organi ovvero da tessuti caratterizzata dal fatto che e' composta da una sede per 1‘ ottimale posizionamento della placenta ovvero dell’ organo ovvero del tessuto, eventualmente contenuto in un involucro, uno o piu' elementi di forma opportuna destinati ad applicare la pressione all·' esterno della placenta ovvero dell' organo ovvero del tessuto pur lasciando libero il foro o il vaso di uscita del sangue ovvero del fluido, in modo tale che dopo inserimento della placenta ovvero dell' organo ovvero del tessuto nell' apparecchiatura viene applicata pressione alla placenta ovvero all' organo ovvero al tessuto, e il sangue ovvero i fluidi in esso contenuti saranno spinti verso il foro o vaso di uscita. 2 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che la pressione e' applicata alla placenta ovvero all' organo ovvero al tessuto da una o piu membrane opportunamente elastiche mantenute tese da un telaio di supporto rigido, opportunamente sagomato da poter essere incernierato ovvero collegato al piano di supporto dell' organo; detto telaio incernierato al supporto dell' organo potrà' essere lasciato aperto in posizione di riposo, perpendicolare al piano di appoggio dell' organo oppure chiuso, in posizione attiva, parallelo al piano di appoggio dell' organo o tessuto. Nella posizione chiusa il piano di raccordo della membrana al telaio supera il profilo di sporgenza dell' organo che poggia sul piano di appoggio· dell' organo, lasciando quindi la parte centrale della membrana libera di agire sull' organo stesso e quindi di deformarsi e comprimere l' organo o tessuto che sporge dal piano di appoggio in misura diversa a seconda della elasticità' forma e dimensione della membrana e alla sagoma di sporgenza dell ’ organo o tessuto dal piano di appoggio. 3 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 2 caratterizzata dal fatto che il telaio rigido cavo e' accoppiato alla membrana a delimitare uno spazio chiuso a tenuta; detto spazio chiuso a tenuta e' collegato ad un sistema che produce, applica, regola e controlla la pressione all' interno della cavita' stessa. Quando il telaio si trova in posizione chiusa la membrana potrà' quindi essere deformata e comprimere l' organo o tessuto ovvero placenta proporzionalmente alla elasticità' forma e dimensione della membrana e alla sagoma di sporgenza dell ' organo o tessuto ovvero placenta dal piano di appoggio. In alternativa la membrana e relativo telaio potranno essere sagomati in modo tale che anche in posizione chiusa la membrana e' solo prossima all' organo ma non lo comprime. L' applicazione di pressione nello spazio chiuso tra telaio di supporto e membrana determinerà' una dilatazione della membrana che opportunamente posizionata andrà' a comprimere l' organo o tessuto. La pressione esercitata sulla placenta ovvero sull' organo ovvero sul tessuto varierà' al variare della pressione interna alla camera chiusa che sara ' eventualmente regolabile e programmabile dall' operatore. 4 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 2 e 3 caratterizzata dal fatto che la pressione e' applicata alla placenta ovvero all' organo ovvero al tessuto da una o piu camere chiuse, morbide, gonfiabili, sagomate opportunamente per ricevere un organo o tessuto ovvero in particolare .per la placenta e comprimerlo pur lasciando libero il vaso di uscita dei fluidi ovvero senza comprimere il vaso di uscita dei fluidi 5 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 2, 3, e 4 caratterizzata dal fatto che la pressione e' applicata alla placenta ovvero all ' organo ovvero al tessuto contemporaneamente da una o piu membrane poste superiormente e/o inferiormente e/o lateralmente rispetto all' organo ovvero avvolgono l' organo in maniera omogenea 6 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che il piano di appoggio della placenta ovvero dell' organo ovvero del tessuto e ' rappresentato da una superficie piana di forma eventualmente circolare, con un foro centrale di dimensioni adeguate al passagggio del cordone ombelicale ovvero del vaso di drenaggio del sangue ovvero del fluido. 7 - Un apparecchiatura come alla rivendicazione 1 e 6 caratterizzata dal fatto che la superficie del piano di appoggio della placenta ovvero dell ' organo ovvero del tessuto e‘ opportunamente sagomata, con forma assimilabile ad un imbuto o cono, con l' apice rivolto verso il basso e la base delimitante il piano di appoggio della placenta ovvero dell' organo ovvero del tessuto. La zona apicale e' generalmente costituita da un cilindro cavo, per permettere il passaggio del cordone ombelicale ovvero del vaso di drenaggio del sangue ovvero del fluido dalla placenta ovvero dall' organo ovvero dal tessuto. Il piano di appoggio e' altresì' realizzato in maniera tale da non creare ostruzioni o collassamento dei vasi superficiali della placenta ovvero dell' organo ovvero del tessuto che e' destinato ad ospitare, tale da non ostacolare il flusso del sangue ovvero del fluido. 8 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 1, 6 e 7 caratterizzata dal fatto che il piano di appoggio della placenta ovvero dell' organo ovvero del tessuto e' libero di ruotare sull' asse centrale. 9 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 1, 6, 7, 8 caratterizzata dal fatto che il piano di appoggio rotante e' separato dalla placenta ovvero dall' organo ovvero dal tessuto, da una membrana, opportunamente elastica al fine di non trasmettere il moto rotatorio alla placenta ovvero all' organo ovvero al tessuto; detta membrana opportunamente elastica ha anche il compito di aderire alla superficie della placenta ovvero dell' organo ovvero del tessuto, senza provocare schiacciamento o riduzione della sezione dei vasi di uscita, anche superficiali, del sangue ovvero dei fluidi; detta membrana, opportunamente elastica, ha anche il compito di trasmettere alla placenta ovvero all' organo ovvero al tessuto eventuali disomogeneità' o rilievi presenti sulla superficie del piano di appoggio, senza trasmettere il moto rotatorio ma solo la variazione di altezza del piano di appoggio ovvero in altri termini la presenza di un rilievo sul piano di appoggio verrà' trasmesso ad ogni determinato punto della placenta come un progressivo aumento della pressione ovvero variazione di forma della membrana su quel punto della placenta senza quindi che il movimento rotatorio del piano di appoggio sia ripercuota sulla placenta stessa. Detta membrana quindi permette la applicazione di svariate sagomature del piano di appoggio rotante che messo in movimento, a contatto con la membrana elastica, trasmette alla membrana e quindi alla placenta ovvero all' organo ovvero al tessuto pressioni orientate e finalizzate a scopi precisi. 10 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 1, 6, 7, 8 caratterizzata dal fatto che la superficie del piano di appoggio della placenta ,ovvero dell' organo ovvero del tessuto e' opportunamente sagomata e presenta una o piu' nervature di sezione adeguata aventi un andamento spiraliforme o elicoidale o epicicloideo con origine della parte cilindrica o sagomatura applicata alla placenta attraverso la membrana di separazione (riv 9) trasmetterà' alla placenta una pressione centripeta che favorisce il flusso dai vasi superficiali afferenti al vaso di uscita e quindi migliora la resa dell' estrazione di fluidi dalla placenta. 11 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 1, 6, 7, 8 caratterizzata dal fatto che la superficie del piano di appoggio della placenta ovvero dell' organo ovvero del tessuto e' opportunamente sagomata e presenta uno o piu' rilievi di forma varia ovvero regolare, sferica o ellittica o altra forma opportuna, di dimensioni opportune. Detta sagomatura, attraverso la membrana di separazione (riv 9), applica alla placenta una pressione su punti predeterminati ovvero casuali che favoriscono la mobilizzazione dei fluidi periferici ovvero il rimescolamento dei fluidi contenuti nella maglia dei capillari verso i vasi efferenti. 12 Una apparecchiatura come alla rivendicazione 1, 6, 7, 8 caratterizzata dal fatto che la superficie del piano di appoggio della placenta ovvero dell' organo ovvero del tessuto presenta sfere o camme fissate al piano di appoggio, sotto la membrana elastica, con un asse di rotazione eventualmente eccentrico e libere di ruotare attorno al proprio asse. Dette sfere o camme sono messe in movimento dall’ attrito tra la superficie delle sfere o camme e la membrana elastica. In particolare dette sfere eccentriche o camme presenti sul piano rotante di appoggio separate dalla placenta dalla membrana di separazione (riv 9) trasmetteranno alla placenta una pressione su punti predeterminati ovvero casuali che favorirà' la mobilizzazione dei fluidi periferici ovvero il rimescolamento dei fluidi contenuti nella maglia dei capillari verso i vasi efferenti. 13 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 1, 6, 7, 8 caratterizzata dal fatto che la pressione positiva e' generata da combinazioni delle varianti esposte nelle rivendicazioni. 14 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 1, 6, 7, 8 caratterizzata dal fatto che la pressione può' essere applicata anche nella parte di raccordo tra il piano di appoggio della placenta ovvero dell ' organo ovvero del tessuto e il cilindro di contenimento del cordone ombelicale ovvero vaso di uscita del sangue ovvero del fluido, e lungo il cilindro stesso di contenimento del vaso di uscita. 15 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la pressione descritta nonché' i dispositivi nelle rivendicazioni precedenti possono essere applicati inferioriormente e/o superiormente e/o lateralmente alla placenta ovvero all' organo ovvero al tessuto. 16 - Sistema come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la pressione positiva e' esercitata anche lungo il cordone ombelicale ovvero vaso di uscita eventualmente per determinare un effetto di spremitura del cordone ombelicale ovvero del vaso di uscita verso l' estremo di uscita del sangue ovvero del fluido ovvero verso un eventuale sistema di raccordo del cordone ombelicale. 17 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che applica pressione all' esterno dell' organo o tessuto eventualmente associata alla applicazione di pressione negativa ovvero aspirazione nella zona di raccordo del cordone ombelicale ovvero il vaso di uscita. 18 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 17 caratterizzata dal fatto che essendo dettò vaso eventualmente collegato mediante un apposito raccordo al contenitore di raccolta del fluido a formare un sistema di raccolta chiuso che permette il trasferimento del fluido dall' organo al contenitore di raccolta mediante un sistema chiuso. 19 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che la placenta ovvero l' organo ovvero il tessuto e' confinato in un contenitore, a tenuta parziale o totale, di forma opportuna, eventualmente con la superficie interna assorbente e la superficie esterna impermeabile, che permette di evitare che la superficie esterna della placenta ovvero dell' organo ovvero del tessuto potenzialmente contaminata ovvero sporca vada a contatto diretto con componenti dell' apparecchiatura e che comunque isoli la placenta o l'organo o tessuto dall' ambiente esterno. 20 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che la placenta ovvero l' organo ovvero il tessuto e' collegato al contenitore di raccolta del sangue ovvero del fluido con un sistema di raccordo che permette il passaggio del sangue ovvero del fluido dall' interno della placenta al contenitore di raccolta senza venire a contatto con l' esterno ovvero attraverso un sistema chiuso. 21 - Sistema come alla rivendicazione 20, caratterizzato dal fatto che il sistema di raccordo può' essere collegato con un contenitoredispensatore di fluidi ovvero anticoagulante ovvero sostanze utili a migliorare la resa complessiva del sistema di raccolta. 22 - Una apparecchiatura come alla rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che la pressione e' applicata ala placenta ovvero all' organo ovvero al tessuto da una camera chiusa dentro la quale lo stesso cordone ombelicale ovvero il vaso di uscita dei fluidi e' raccordato con un sistema a tenuta all' esterno della camera con un contenitore di raccolta dei fluidi. 23 - Sistema come alle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che tutti gli elementi sono costruiti con materiali biocompatibili e sterilizzabili 24 - Una apparecchiatura come alle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che e' parte integrante di un sistema standardizzato di raccolta di sangue o fluidi da placenta ovvero organi ovvero tessuti che comprende il raccordo del cordone ombelicale con un contenitore di raccolta mediante un sistema di raccordo atto a formare un sistema chiuso di trasferimento di detto sangue o fluidi che previene contaminazioni del sangue raccolto e sia di facile e sicuro utilizzo. 25 - Una apparecchiatura come alla rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che e' parte integrante di una procedura che prevede in sequenza il raccordo del cordone ombelicale o del vaso al contenitore di raccolta mediante un sistema di raccordo e successiva applicazione di pressione alla placenta mediante il sistema oggetto del trovato garantendo una alta resa della raccolta attraverso una procedura di pratico e sicuro utilizzo da parte dell' operatore. 26 - Procedura caratterizzata dal fatto che adotta i contenuti di cui alla descrizione, 27 - Procedura caratterizzata dal fatto che adotta i contenuti di cui alle figure.
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