ITUD20110191A1

ITUD20110191A1 - Scambiatore di calore ad alette perfezionato e procedimento di produzione

Info

Publication number: ITUD20110191A1
Application number: IT000191A
Authority: IT
Inventors: Bruno Pilosio
Original assignee: Bruno Pilosio
Priority date: 2011-11-25
Filing date: 2011-11-25
Publication date: 2013-05-26
Also published as: WO2013076567A3; WO2013076567A2

Description

Descrizione

"SCAMBIATORE DI CALORE AD ALETTE PERFEZIONATO E PROCEDIMENTO DI PRODUZIONE"

CAMPO DI APPLICAZIONE

II presente trovato si riferisce a scambiatori di calore ad alette anche denominate batterie alettate che vengono utilizzati per diverse applicazioni, sia con funzione di raffreddamento che di riscaldamento.

STATO DELLA TECNICA

Gli scambiatori di calore ad alette sono costituiti da una serpentina in cui scorre un fluido termovettore, freddo o caldo.

La serpentina Ã ̈ costituita da una pluralitÃ di tubi sagomati ad U le cui estremitÃ di ciascuno dei suddetti tubi viene collegata mediante una tubazione curva, anch'essa sagomata ad U e denominata curvetta, ad una estremitÃ di un adiacente tubo sagomato ad U.

Alla serpentina sono solidalmente associate, trasversalmente all'estensione longitudinale dei tubi un certo numero di alette con funzione di aumentare la superficie di scambio termico.

Le alette, di spessore compreso fra 0,1 min e 0,2 mm, sono distanziate tra loro normalmente mediante collarini ricavati in corpo unico con le alette stesse. I collarini sono ottenuti mediante stampaggio e sono costituiti da cilindri cavi che si ergono dalla superficie delle alette, ed attraverso i quali vengono fatti passare i tubi della serpentina .

I tubi vengono solidarizzati alle lamelle mediante un'operazione di mandrinatura, aumentando cosÃ¬, sia l'efficienza dello scambio termico, sia la rigiditÃ strutturale. Dopo la mandrinatura, i tubi vengono collegati tra loro mediante le curvette per creare la serpentina immersa nel pacco di alette.

Ogni operazione meccanica per la costruzione degli scambiatori (stampaggio alette, mandrinatura e curvatura) deve essere lubrificata.

Successivamente, una volta che ai tubi sono state associate le alette, a ciascuna estremitÃ dei suddetti tubi sagomati ad U vengono normalmente associate le suddette curvette che collegano reciprocamente fra loro due tubi successivi.

Le curvette vengono inserite e posizionate a mano alle estremitÃ libere dei tubi prima del processo di saldatura in cui viene realizzata la tenuta idraulica tra tubazione e curvetta. L'operazione di posizionamento e di successiva saldatura delle curvette richiede tempi realizzativi molto elevati a cui conseguono anche costi elevati del prodotto ottenuto.

Inoltre l'operazione di saldatura deve essere effettuata da personale specializzato e non sempre garantisce la corretta tenuta idraulica della serpentina. Sono pertanto frequenti i casi in cui, ad esempio a seguito della fase di collaudo dello scambiatore di calore, Ã ̈ necessario intervenire nuovamente sulla zone di giunzione per garantire la corretta tenuta idraulica.

Un 'ulteriore inconveniente del processo di realizzazione noto Ã ̈ che normalmente, e soprattutto nelle operazione di stampaggio delle alette vengano utilizzati degli oli lubrificanti i quali devono essere opportunamente rimossi.

Per ridurre tale inconveniente, nel tempo si sono sostituiti i vari oli lubrificanti interi, minerali o sintetici, con prodotti contenenti dal 50 al 90% di solvente evaporante (i cosiddetti lubrificanti evaporanti) ciÃ² al fine di ridurre il residuo, e quindi ottenere alette sufficientemente pulite, e da non dover sgrassare. Il presente trovato si propone una serie di scopi in relazione alla tecnica nota attuale.

Un primo scopo Ã ̈ quello di eliminare le curvette e con ciÃ² eliminare il tempo di inserimento e quanto con esse connesso. In cascata Ã ̈ quindi un altro scopo eliminare le saldature e, connesso a ciÃ², l'eliminazione del consumo di gas, delle fiamme libere e dei connessi fumi.

Ãˆ pure uno scopo del presente trovato quello di sostituire i tubi attuali in rame che costituiscono la serpentina con tubi in alluminio meno costosi. Ãˆ pure uno scopo la semplificazione delle macchine e delle attrezzature che vengono utilizzate per la realizzazione delle batterie alettate.

Ãˆ pertanto anche scopo del presente trovato quello di ottenere uno scambiatore di calore che sia economico e che possa essere realizzato con un procedimento semplice e rapido.

Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questi ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.

ESPOSIZIONE DEL TROVATO

Il presente trovato Ã ̈ espresso e caratterizzato nelle rivendicazioni indipendenti. Le rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato o varianti dell'idea di soluzione principale.

In accordo con i suddetti scopi, uno scambiatore di calore secondo il trovato comprende tubi, disposti sostanzialmente paralleli fra loro, vantaggiosamente ma non necessariamente in alluminio, nei quali vengono inserite una pluralitÃ di alette di scambio termico lasciando opportuni tratti di estremitÃ di tubo liberi posti al di fuori del pacco di alette.

Detti tratti di tubo liberi vengono quindi inseriti attraverso la testata, realizzata vantaggiosamente in materiale plastico e nella quale sono ricavati una pluralitÃ di canali di passaggio ciascuno dei quali configurato per collegare fluidicamente fra loro almeno due dei tratti di estremitÃ dei tubi e definire nel complesso un circuito fluidodinamico di passaggio del fluido termovettore.

In accordo con una forma di realizzazione, la testata comprende almeno un elemento di connessione provvisto di una pluralitÃ di fori attraverso i quali sono inseriti i tratti di estremitÃ dei tubi ed almeno un elemento di copertura associato all'elemento di connessione. I suddetti canali di passaggio sono ricavati su almeno uno fra detto elemento di connessione ed elemento di copertura.

Secondo una variante realizzativa, in corrispondenza dei suddetti fori o sedi, sono ricavate delle cavitÃ che definiscono canali di collegamento tra i tubi per creare la serpentina.

Le cavitÃ possono essere realizzate su detto elemento di connessione oppure su un elemento di copertura che viene associato all'elemento di connessione, oppure in parte sull'elemento di connessione, ed in parte sull'elemento di copertura.

Una volta che i tratti di estremitÃ del tubo vengono fissati al corpo collettore, quest'ultimo, ed in particolare le cavitÃ , vengono sigillate mediante un pannello, ovvero l'elemento di copertura, per ciascuna cavitÃ .

Secondo una variante, si prevede che lo scambiatore di calore sia provvisto di due testate come descritte secondo il presente trovato ciascuna delle quali viene associata alle rispettive estremitÃ dei tubi.

Secondo un'ulteriore variante i canali di collegamento che creano la continuitÃ del circuito idraulico sono chiusi con autonomi tappi.

Secondo una prima formulazione, l'elemento di connessione Ã ̈ ottenuto mediante lavorazioni meccaniche.

Secondo una variante l'elemento di connessione Ã ̈ ottenuto per iniezione in stampo.

Secondo una variante del trovato, ogni foro attraverso il quale viene inserito il tratto di estremitÃ del tubo presenta una svasatura di ancoraggio della parte terminale dello specifico tubo.

Secondo un'altra variante, nel tratto longitudinale di cooperazione tra tratto di estremitÃ del tubo e sede, Ã ̈ previsto un anello deformato che si estende radialmente verso l'esterno e vincola la posizione del tubo all'interno del foro.

Secondo un'ulteriore variante, le sedi presentano un'andamento conico restringendosi verso le lamelle.

Secondo un'ulteriore variante il singolo tubo viene solidarizzato alla sede mediante collante chimico resine o altro.

In accordo con un'ulteriore variante, fra fori ed i tubi Ã ̈ interposta una guarnizione per garantire sia la tenuta idraulica che meccanica dei tubi.

In accordo con un'ulteriore forma di realizzazione, fra l'elemento di connessione e l'elemento di copertura Ã ̈ interposto almeno un primo elemento di tenuta idraulica che garantisce la tenuta idraulica dei canali di passaggio del fluido termovettore.

In accordo con un'ulteriore forma di realizzazione l'elemento di connessione comprende un secondo elemento di tenuta che Ã ̈ provvisto di una pluralitÃ di elementi sporgenti ciascuno dei quali configurato per essere inserito in uno dei fori ricavati nell'elemento di connessione stesso e che garantisce la tenuta sia meccanica che idraulica con i tubi. L'elemento di connessione comprende un elemento intermedio provvisto delle suddette cavitÃ , e l'elemento di copertura Ã ̈ conformato a pannello e viene disposto sopra l'elemento intermedio per chiudere le cavitÃ .

Ãˆ una variante il prevedere che il singolo tubo venga solidarizzato alla sede mediante un'operazione di deformazione del materiale anche nota come bicchieratura. Ãˆ nello spirito del trovato prevedere che nell'elemento di connessione e/o nell'elemento di copertura sia previsto almeno uno dei collegamenti di entrata ed uscita del fluido termovettore circolante.

Ãˆ evidente che il materiale plastico costituente l'elemento di connessione Ã ̈ scelto quanto meno in ragione delle temperature del fluido, liquido o gassoso, che transita nella serpentina.

Secondo una variante almeno i tratti di estremitÃ dei tubi presentano un trattamento superficiale chimico o meccanico, atto a migliorare l'ancoraggio e/o la tenuta tubo-plastica nell'elemento di connessione.

ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI

Queste ed altre caratteristiche del presente trovato appariranno chiare dalla seguente descrizione di una forma preferenziale di realizzazione, fornita a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui:

- la fig. 1 Ã ̈ una vista frontale dello scambiatore di calore perfezionato con una sola testata di collegamento, secondo il presente trovato;

la fig. 2 Ã ̈ una vista in pianta della testata di collegamento di fig. 1;

- la fig. 3 Ã ̈ una vista in assonometria della testata di collegamento di fig. 1;

- la fig. 4 Ã ̈ una vista in sezione lungo la linea A - A di fig. 2 di una prima variante di bloccaggio di tubi nella testata di collegamento;

- la fig. 5 Ã ̈ una vista in sezione di una seconda variante di bloccaggio di tubi nella testata di collegamento;

- la fig. 6 Ã ̈ una vista in sezione di una prima variante di fig. 4;

- la fig. 7 Ã ̈ una vista in sezione di una seconda variante di fig. 4;

- la fig. 8 Ã ̈ una vista in sezione di una terza variante di fig. 4;

- la fig. 9 Ã ̈ vista in sezione di una quarta variante di fig. 4;

- la fig. 10 vista in sezione di una quinta variante di fig. 4;

DESCRIZIONE DI ALCUNE FORME DI REALIZZAZIONE

Con riferimento a fig. 1 uno scambiatore di calore secondo il presente trovato Ã ̈ indicato nel suo complesso con il numero di riferimento 10.

Lo scambiatore 10 comprende una testata 14 realizzata in materiale plastico, a cui si connettono una pluralitÃ di tubi 12 sagomati ad U. Nei tratti longitudinali e paralleli fra loro dei tubi 12 vengono inserite in modo noto una pluralitÃ di alette 11 di scambio termico.

Ciascuno dei tubi 12 termina superiormente con un primo tratto di estremitÃ 12a e con un secondo tratto di estremitÃ 12b, parallelo rispetto al primo, entrambi i quali vengono inseriti nella testata 14 con le modalitÃ che verranno descritte nel prosieguo.

La testata 14 comprende un corpo di connessione 21 realizzato in materiale plastico, di forma sostanzialmente prismatica e provvisto di una pluralitÃ di cavitÃ 30 realizzate affiancate fra loro, aperte verso l'esterno ed in ciascuna delle quali sono realizzati rispettivamente un primo foro 31 ed un secondo foro 32 passante attraverso l'intero spessore (fig. 4).

Ciascuno dei primi 31 e secondi fori 32 hanno sostanzialmente lo stesso diametro dei tubi 12.

Nel corpo di connessione 21, inoltre, sono realizzati rispettivamente due fori passanti 33 di diametro sostanzialmente uguale al diametro dei tubi 12, le cui funzionalitÃ saranno di seguito descritte.

Per ciascuno dei tubi 12 si prevede di inserire il primo tratto di estremitÃ 12a nel secondo foro di una delle cavitÃ 30, mentre il secondo tratto di estremitÃ 12b viene inserito in un primo foro 31 di un'altra cavitÃ 30 disposta adiacente alla precedente.

I tubi 12 disposti alle estremitÃ del corpo di connessione 21 vengono inseriti con i rispettivi primo 12a o secondo tratto 12b di estremitÃ nei fori passanti 33, e costituiranno rispettivamente i tratti di tubo di ingresso ed i tratti di tubo di uscita del fluido termovettore circolate.

I fori 31, 32, sono provvisti ciascuno di rispettive svasature 35 la quali permettono che i tubi 12, quando vengono inseriti in questi ultimi vengono opportunamente deformati, ad esempio mediante operazione di bicchieratura, a definire collari 18 e 118 di forme e dimensioni diverse (fig. 4) atti a fissare i tratti di estremitÃ 12a, 12b di tubo 12, nel contempo creando una tenuta idraulica. La tenuta idraulica puÃ² essere ottenuta anche mediante resine o la stessa operazione di bicchieratura, ovvero abbinando due o piÃ¹ di detti metodi. Ad esempio, prima della fase di inserimento dei tubi 12 nei fori 31, 32 si puÃ² prevedere di spalmare della colla sia nei fori 31, 32 sia almeno sulle parti di tubo 12 che andranno a contatto con i fori 31, 32 per bloccare il movimento dei tubi 12 rispetto al corpo di connessione 21 e garantire la tenuta ermetica e la solidarizzazione dei tubi 12 al corpo di connessione 21.

La testata 14 comprende, inoltre, un pannello 22 che viene posto al di sopra del corpo di connessione 21 per chiudere le cavitÃ 30 e definire in questo modo una pluralitÃ di canali di collegamento 16.

Il pannello 22 puÃ² essere di vario materiale a condizione che mantenga la tenuta idraulica, e puÃ² essere associato al corpo di connessione 21 con opportuni mezzi di fissaggio o mediante incollaggio.

Secondo una variante di realizzazione si puÃ² prevedere che i canali di collegamento 16 siano ricavati in tutto o in parte nel pannello 22 di chiusura.

In fig. 5, nei fori 31 e/o 32 Ã ̈ previsto un anello torico 19 che permette di realizzare nel tubo 12 una deformazione anulare 20 che blocca assialmente il tubo 12 stesso e migliora la tenuta idraulica.

In accordo con un'altra forma di realizzazione (fig.

6), anzichÃ© prevedere un pannello 22 di chiusura delle cavitÃ 30, ciascuna di queste ultime vengono chiuse idraulicamente con un tappo di chiusura 23.

In accordo con altre forme di realizzazione (figg. 7 e 8) si puÃ² prevedere che i tratti di estremitÃ 12a, 12b dei tubi 12 una volta inseriti nei rispettivi fori 31, 32, sporgano dalla cavitÃ 30 e siano annegati con la loro porzione sporgente in uno strato di colla o resina 37 la quale garantisce sia la tenuta meccanica sia la tenuta idraulica degli stessi.

Nella forma di realizzazione di fig. 7 i tubi 12 sono inseriti con leggera interferenza nei rispettivi fori 31, 32 cosÃ¬ che si viene a definire una zona chiusa di contenimento dello strato di colla o di resina 37.

Nella forma di realizzazione di fig. 8 invece i fori 31, 32 di inserimento dei tubi hanno un diametro maggiore rispetto al diametro dei tubi 12 e la cavitÃ 30 viene chiusa inferiormente con un ulteriore pannello di chiusura 39 o con una guarnizione che fa da contenimento alla colla che viene distribuita nella cavitÃ 30.

In accordo con un'ulteriore forma di realizzazione fig.

10 si puÃ² prevedere che i fori 31, 32 abbiano un diametro maggiore rispetto al diametro dei tubi 12 e che in essi venga inserita una guarnizione 40 che avvolge i tratti di estremitÃ 12a, 12b dei tubi e che interessa almeno parte della cavitÃ 30. La guarnizione 40 ha sia funzione di solidarizzare i tubi 12 al corpo di connessione 21 sia funzione di garantire la tenuta idraulica del fluido termovettore che transita nel canale 16.

A tale scopo la guarnizione 40 puÃ² essere solidarizzata al corpo di connessione 21 con colle o resine e presenta delle porzioni sporgenti dai bordi dei fori 31, 32.

In accordo con un'ulteriore forma di realizzazione (fig. 10), il corpo di connessione 21 Ã ̈ provvisto dei fori 31, 32 che terminano superiormente svasati per accogliere il collare 18, dei tratti di estremitÃ 12a e 12b dei tubi 12

Al di sopra del corpo di connessione 21 viene disposto un elemento di tenuta idraulica 42 sagomato in modo da presentare almeno una superficie piana che si dispone al di sopra della superficie del corpo di connessione 21, ed una pluralitÃ di elementi sporgenti 43, nella fattispecie a tronco di cono, e configurati per essere inseriti nelle porzioni svasate dei fori 31, 32. In prossimitÃ degli elementi sporgenti 43 dell'elemento di tenuta 42 sono ricavati fori passanti per l'accoglimento dei tubi 12. L'elemento di tenuta 42 permette pertanto di posizionare al suo interno i tratti di estremitÃ 12a, 12b, dei tubi 12 per solidarizzarli all'elemento di connessione 21 e per realizzare la tenuta idraulica almeno dal lato rivolto verso le alette 11.

Al di sopra dell'elemento di tenuta 42 viene disposto un elemento intermedio 46 provvisto in prossimitÃ di ciascuno degli elementi sporgenti 43 di un bordo anulare sporgente 44 che, quando in opera, circonda il foro passante ricavato nell'elemento sporgente 43 stesso.

L'elemento intermedio 46 quando in uso viene premuto contro l'elemento di connessione 21 cosÃ¬ che il bordo anulare sporgente 47 prema l'elemento di tenuta idraulica 42 garantendo in questo modo la tenuta.

L'elemento intermedio 46 Ã ̈ inoltre provvisto di una cavitÃ 130 passante che collega fra loro il primo 31 ed il secondo foro 32 cosÃ¬ da definire il canale di collegamento 16 quando il pannello 22 viene posto al di sopra dell'elemento intermedio 46.

Fra il pannello 22 e l'elemento intermedio 46 viene interposto un'ulteriore elemento di tenuta idraulica 49.

In accordo con una variante si puÃ² prevedere che l'elemento intermedio 46 ed il pannello 22 siano ricavati in corpo unico in questo modo non essendo necessaria la presenza dell'elemento di tenuta 49.

Ãˆ di tutta evidenza che un'analoga applicazione delle forme di realizzazione descritte con riferimento al primo 31 ed al secondo foro 32 possono essere applicate anche ai fori passanti 33 di ingresso ed uscita del fluido termovettore.

Ãˆ chiaro che allo scambiatore 10 fin qui descritto possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti, senza per questo uscire dall'ambito del presente trovato. Ad esempio si puÃ² prevedere che anzichÃ© utilizzare tubi 12 curvati ad U, i tubi 12 stessi siano sostanzialmente rettilinei ed abbiano le rispettive estremitÃ che si connettono ad un corrispondente corpo di connessione 21 del tipo suddetto.

Ãˆ anche chiaro che, sebbene il presente trovato sia stato descritto con riferimento ad alcuni esempi specifici, una persona esperta del ramo potrÃ senz'altro realizzare molte altre forme equivalenti dello scambiatore 10 aventi le caratteristiche espresse nelle rivendicazioni e quindi tutte rientranti nell'ambito di protezione da esse definito.

Claims

RIVENDICAZIONI 1. Scambiatore di calore comprendente una pluralitÃ di tubi (12) disposti sostanzialmente paralleli fra loro, collegati fluidicamente e nei quali viene fatto passare un fluido termovettore, una pluralitÃ di alette (11) di scambio termico, ed almeno una testata (14) attraverso la quale passano tratti di estremitÃ (12a, 12b) di detti tubi (12), caratterizzato dal fatto che in detta testata (14) sono ricavati una pluralitÃ di canali di passaggio (16) ciascuno dei quali configurato per collegare fluidicamente fra loro almeno due di detti tratti di estremitÃ (12a, 12b) di detti tubi (12) e definire nel complesso un circuito fluidodinamico di passaggio del fluido termovettore.
2. Scambiatore come nella rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta testata (14) comprende almeno un elemento di connessione (21) provvisto di una pluralitÃ di fori (31, 32, 33) attraverso i quali sono inseriti i tratti di estremitÃ (12a, 12b) di detti tubi (12) ed almeno un elemento di copertura (22; 23) associato a detto elemento di connessione (21), detti canali di passaggio essendo ricavati su almeno uno fra detto elemento di connessione (21) e detto elemento di copertura (22, 23).
3. Scambiatore come nella rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che una pluralitÃ di cavitÃ (30) sono ricavate su detto elemento di connessione (21) e/o su detto elemento di copertura (22; 23) in corrispondenza di detti fori (31, 32), detto almeno un elemento di copertura (22; 23) essendo previsto per chiudere dette cavitÃ (30) e definire assieme a detto elemento di copertura (22; 23) detti canali di passaggio (16) del fluido termovettore.
4. Scambiatore come nella rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che dette cavitÃ (30) sono ricavate su detto elemento di connessione (21) e che in detta cavitÃ (30) sono ricavati passanti almeno due di detti fori (31, 32) di passaggio di detti tratti di estremitÃ (12a, 12b) dei tubi (12).
5. Scambiatore come in una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 4, caratterizzato dal fatto che detti tubi (12) sono solidarizzati in detti fori (31, 32) mediante uno strato di colla o resina (37).
6. Scambiatore come in una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 4, caratterizzato dal fatto che fra detti fori (31, 32 , 33) Ã ̈ interposta una guarnizione (40) per garantire sia la tenuta idraulica che meccanica fra detti tubi (12) e detto elemento di connessione (21).
7. Scambiatore come in una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 6, caratterizzato dal fatto che fra detto elemento di connessione (21) e detto elemento di copertura (22; 23) Ã ̈ interposto almeno un primo elemento di tenuta (49) idraulica.
8. Scambiatore come in una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 7, caratterizzato dal fatto che detto elemento di connessione (21) comprende un secondo elemento di tenuta (42) provvisto di una pluralitÃ di elementi sporgenti (43) ciascuno dei quali configurato per essere inserito in uno di detti fori (31, 32, 33) e garantire la tenuta sia meccanica che idraulica con detti tubi (12), e che detto elemento di connessione (21) comprende un elemento intermedio (46) provvisto di dette cavitÃ (130), detto elemento di copertura (22) essendo conformato a pannello ed essendo disposto sopra detto elemento intermedio (46) per chiudere dette cavitÃ (130).
9. Scambiatore come in una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 6, caratterizzato dal fatto che comprende una pluralitÃ di elementi di copertura (23), quali tappi, ciascuno dei quali previsto per chiudere una di dette cavitÃ (30).
10. Scambiatore come nella rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detti fori (31, 32, 33) presentano svasature (35), e che i tratti di estremitÃ (12a, 12b) di detti tubi (12) sono deformati a definire un collare (18; 118) che impedisce lo sfilamento di detti tubi (12) dall'elemento di connessione (21) e garantisce la tenuta idraulica.
11. Procedimento per realizzare uno scambiatore di calore comprendente una pluralitÃ di tubi (12) disposti sostanzialmente paralleli fra loro, collegati fluidicamente e nei quali viene fatto passare un fluido termovettore, comprendente una fase di inserimento di alette (11) attraverso detti tubi (12) ed una fase di inserimento di tratti di estremitÃ (12a, 12b) di detti tubi (12) attraverso almeno una testata (14), caratterizzato dal fatto che prevede una fase di realizzazione di detta testata (14) nella quale vengono ricavati una pluralitÃ di canali di passaggio (16), e che durante detta fase di inserimento dei tratti di estremitÃ (12a, 12b) dei tubi, Ã ̈ previsto che in ciascuno di detti canali di passaggio (16) si colleghino fra loro almeno due di detti tratti di estremitÃ (12a, 12b), per definire nel complesso un circuito fluidodinamico di passaggio del fluido termovettore.
12. Procedimento come nella rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che detta testata (14) comprende un elemento di connessione (21) ed almeno un elemento di copertura (22; 23), che durante detta fase di inserimento dei tratti di estremitÃ (12a, 12b), questi ultimi vengono inseriti attraverso fori (31, 32) ricavati in detto elemento di connessione (21) e che in detta fase di realizzazione della testata (14) detti canali di passaggio (16) sono ricavati su almeno uno fra detto elemento di connessione (21) e detto elemento di copertura (22; 23).
13. Procedimento come nella rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che durante detta fase di realizzazione della testata (14) Ã ̈ prevista una sottofase di realizzazione in detto elemento di connessione (21) e/o detto elemento di copertura (22; 23) di una pluralitÃ di cavitÃ (30), e che detto elemento di copertura (22; 23) definisce con detto elemento di connessione (21) la chiusura di dette cavitÃ (30) per definire detti canali di passaggio (16).
14. Procedimento come nella rivendicazione 12 o 13, caratterizzata dal fatto che i tubi (12) vengono sigillati all'elemento di connessione (21) mediante azione meccanica.
15. Procedimento come nella rivendicazione 12 o 13, caratterizzata dal fatto che i tubi (12) vengono sigillati al elemento di connessione (14) mediante collante o resine.