ITUB20155673A1 - Unita di ispezione di un elemento allungato. - Google Patents

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Alberto Casagrande
Sergio Morelli
Gilberto Spirito
Luca Federici
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Gd Spa
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Description

“Unità di ispezione di un elemento allungato.’’
SETTORE DELLA TECNICA
La presente invenzione è relativa ad un’unità per l’ispezione di un elemento allungato, in particolare a forma di bacchetta, in materiale fibroso in una macchina dell’industria del tabacco.
In particolare, con il termine “materiale fibroso” si intendono le fibre di materiale filtrante (ad esempio acetato di cellulosa) destinate alla formazione di un baco continuo di filtro in una macchina, o singola o a doppia linea, per la produzione di articoli da fumo quali i filtri di sigarette, sia in alternativa le fibre di tabacco destinate alla formazione di un baco di tabacco in una macchina, o a singola o a doppia linea, per la produzione di articoli da fumo quali sigarette.
L’elemento allungato, a forma di bacchetta, può pertanto essere un baco continuo di filtro, oppure una bacchetta di filtro, oppure uno spezzone di filtro in un articolo da fumo, oppure un baco continuo di tabacco, oppure uno spezzone di baco di tabacco in una sigaretta.
In particolare la presente invenzione è relativa all’ispezione di un baco continuo contenente materiale fibroso, quale fibre di tabacco oppure fibre di materiale filtrante, a cui la trattazione che segue farà esplicito riferimento senza per questo perdere di generalità.
ARTE ANTERIORE
Per realizzare un baco continuo di materiale fibroso è noto nell’ industria del tabacco alimentare un nastro continuo di materiale, ad esempio cartaceo, ad un trave di formatura che provvede ad avvolgere il nastro continuo attorno ad un materiale fibroso de posto su di esso.
In particolare, il nastro continuo è alimentato ad un apparato di formatura, in particolare è alimentato lungo un percorso in una direzione di avanzamento a contatto di un convogliatore a cinghia ad un trave di formatura, attraverso una stazione di carico in corrispondenza della quale il nastro riceve il materiale fibroso deposto centralmente in esso. Il trave di formatura comprende mezzi piegatori, e cioè una scanalatura a sezione variabile, nei quali il convogliatore a cinghia ed il nastro continuo si impegnano per deformarsi trasversalmente avvolgendo così progressivamente il materiale fibroso e realizzando un incarto tubolare cilindrico a forma di bacchetta.
Un cordone di materiale adesivo è disposto parallelo ad un bordo di estremità del nastro continuo su una superficie interna di quest’ultimo per essere portato a contatto di una superficie esterna dell’ incarto tubolare in corrispondenza del trave di formatura e, quando stabilizzato mediante mezzi pressori, realizzare il baco continuo.
Il baco continuo è avanzato alle alte velocità operative delle macchine attuali dell’ industria del tabacco ed è, nell’ambito delle usuali procedure di controllo qualità, ispezionato durante il proprio avanzamento prima di essere alimentato ad un dispositivo di taglio del baco continuo in spezzoni.
Un metodo di ispezione noto prevede la determinazione di un diametro del baco continuo in corrispondenza di una stazione di ispezione, cosicché possano essere opzionalmente scartati, dopo il taglio del baco continuo in spezzoni, quegli spezzoni presentanti diametro diverso da un diametro ideale prefissato.
Tipicamente questo metodo di ispezione è realizzato mediante un’unità di ispezione comprendente apparati pneumatici che risalgono al diametro del baco elaborando una differenza tra la pressione di un getto d’aria emesso trasversalmente sul baco e la pressione dello stesso getto ricevuto dopo l’attraversamento del baco. Tale ispezione pneumatica viene usualmente eseguita in porzioni di ispezione contigue lungo tutta l’estensione del baco di tabacco.
Per migliorare il sopra citato metodo di ispezione, è stato proposto un metodo di ispezione alternativo, che consente di misurare non solo il diametro del baco continuo ma anche eventuali difetti di forma dello stesso, quali ad esempio Γ ovalità. Questo metodo alternativo è di tipo ottico ed è basato sull’ acquisizione, da più direzioni, di una pluralità di ombre del baco continuo che consentono di ricostruire la forma del baco continuo in una porzione di ispezione.
Per rilevare la forma del baco continuo è utilizzata un’unità di ispezione che comprende una pluralità di stazioni di ispezione disposte lungo l’asse longitudinale del baco continuo, in ciascuna delle quali è previsto un assieme ottico formato da un’apparecchiatura ottica di acquisizione di immagini e da un illuminatore.
Con l’espressione “apparecchiatura ottica di acquisizione di immagini” si intende un’apparecchiatura optoelettronica di acquisizione di immagini, in grado di acquisire immagini di un oggetto, ed in particolare di elaborare tali immagini in modo da estrarre da esse caratteristiche di interesse, ad esempio caratteristiche geometriche e/o di forma, di tale oggetto. Le immagini acquisite possono essere a colori o in bianco e nero e da tali immagini posso essere estratte informazioni sul colore (la tonalità, la saturazione, ecc.) o rispettivamente sul livello di grigio, e sulla intensità luminosa.
L’apparecchiatura ottica comprende usualmente un corpo su cui è disposto un sensore elettronico, ad esempio un allineamento o array di elementi fotosensibili di tipo lineare o matriciale bidimensionale, ad esempio del tipo a CCD o CMOS, e mezzi ottici di ricezione appropriati fissati al corpo, ad esempio un obiettivo composto da una o più lenti, tramite i quali il sensore è atto a ricevere la luce diffusa dall’oggetto da acquisire. Al numero di elementi fotosensibili del sensore elettronico corrisponde il numero di pixel ovvero degli elementi puntiformi che compongono la rappresentazione di una immagine raster o bitmap nella memoria dell’ apparecchiatura ottica. Si noti che un’immagine di risoluzione (n * m) pixel può essere ottenuta tramite un’unica acquisizione con l’utilizzo di un sensore bidimensionale, o matriciale, di (n * m) elementi fotosensibili.
Un dispositivo di controllo è compreso in un’apparecchiatura ottica per comandare l’acquisizione dell’immagine, l’accensione dell’illuminatore e anche, in alcune applicazioni, per elaborare l’immagine acquisita al fine di estrarre caratteristiche di interesse dall’ immagine stessa e per comunicare il risultato dell’ispezione ottica ad un sistema di controllo esterno. Apparecchiature ottiche di tale tipo sono note come telecamere o camere, lineari o matriciali, e nel caso in cui siano in grado di elaborare l’immagine acquisita per analizzare informazioni di interesse, sono anche denominate come “smart camera”.
Il risultato dell’ ispezione ottica eseguita dall’unità d’ispezione è comunicato ad un sistema di controllo esterno, ad esempio il sistema di controllo della macchina confezionatrice di sigarette atta a trattare gli spezzoni di baco continuo ottenuti dopo il taglio, tramite una rete di comunicazione di tipo Ethernet o di altro tipo, ad alta velocità di trasmissione dati. Possono essere previsti anche mezzi di comunicazione alternativi, realizzati tramite un insieme di segnali digitali in ingresso e in uscita dall’ apparecchiatura ottica, collegati con analoghi segnali digitali rispettivamente in uscita ed in ingresso del sistema di controllo della macchina confezionatrice.
Il sistema di controllo della macchina confezionatrice di sigarette è così in grado di scartare direttamente (o di comunicare un’informazione di difettosità ad un dispositivo esterno che esegue l’operazione di scarto) lo spezzone ispezionato, giudicato non conforme ai requisiti di qualità richiesta, non appena tale spezzone raggiunge una stazione di scarto.
Per la rilevazione della forma del baco continuo, ogni assieme ottico è disposto ad una differente inclinazione rispetto al baco continuo stesso, per illuminare da piu direzioni il baco continuo ed acquisire da direzioni diverse viste parziali di ombre da esso proiettate. Le diverse viste parziali acquisite dalle diverse apparecchiature ottiche sono elaborate per ricostruire un profilo chiuso di sezione del baco continuo, la forma del quale è analizzata allo scopo di e strame diametro ed eventuali difetti, ad esempio un’ovalità del baco continuo stesso. La porzione di ispezione del baco continuo si estende quindi per un tratto compreso tra le due viste parziali di estremità.
La necessità di una pluralità di assiemi ottici presenta alcuni inconvenienti.
A causa delle pluralità di apparecchiature necessarie, il costo dell’unità di ispezione è molto elevato. Inoltre, l’unità di ispezione ha un ingombro considerevole dal momento che le apparecchiature ottiche ed i rispettivi illuminatori occupano molto spazio lungo il baco continuo.
Ciascuna porzione di ispezione è quindi estesa e questo implica che alla velocità elevata di avanzamento del baco stesso, la forma del baco continuo può essere ricostruita con viste parziali che acquisiscono tratti di baco continuo anche tra loro distanti lungo l’asse longitudinale del baco stesso, che possono quindi determinare un’elevata imprecisione dell’ispezione.
Per ridurre lo spazio occupato dall’ unità di ispezione, è stato proposto di utilizzare un’unica apparecchiatura ottica ed un unico illuminatore fissati ad un supporto, rotante rispetto al baco continuo, per acquisire in successione durante la rotazione del supporto le diverse ombre proiettate da diverse direzioni in rispettive viste parziali. Il tempo necessario per una singola ispezione è elevato ed anche in questo caso, alle alte velocità di scorrimento del baco, la forma del baco continuo viene ricostruita con viste parziali anche molto distanti tra loro. Ne segue che un metodo di ispezione utilizzante un singolo assieme ottico rotante può essere anch’esso altamente impreciso, utilizzando per ricostruire la forma del baco continuo viste parziali tra loro distanti nel baco stesso.
DESCRIZIONE DELLA INVENZIONE
Scopo della presente invenzione è fornire un’unità di ispezione che sia esente dagli inconvenienti sopra descritti ovvero che sia, nel contempo, di facile ed economica realizzazione.
Ulteriore scopo della presente invenzione è fornire un’unità di ispezione che consenta di rilevare la forma del baco continuo e che abbia dimensioni compatte e tempi di elaborazione ridotti per analizzare una porzione di ispezione lungo l’asse longitudinale del baco continuo più piccola possibile in modo da garantire elevata precisione di misura.
Altro scopo della presente invenzione è fornire un’unità di ispezione che consenta di rilevare la forma del baco continuo e che sia di economica realizzazione.
In accordo con la presente invenzione viene fornita un’unità di ispezione, secondo quanto rivendicato nelle rivendicazioni allegate.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento agli allegati disegni che ne illustrano alcune forme esemplificative e non limitative di attuazione, in cui:
- la figura 1 è una vista laterale schematica di un’unità di ispezione di un elemento allungato realizzata in accordo con la presente invenzione, comprendente un assieme ottico per la scansione tridimensionale dotato di una prima apparecchiatura ottica per profilo 3D, di una seconda apparecchiatura ottica per profilo 3D e di un rispettivo primo proiettore e secondo proiettore di una rispettiva prima lama di luce e seconda lama di luce;
- la figura 2 è una vista assonometrica schematica dell’unità di ispezione di figura
i;
- la figura 3 è una vista laterale schematica incompleta di una versione dell’unità di ispezione di figura 1, in cui la prima apparecchiatura ottica è atta ad acquisire una prima vista dell’elemento allungato attraverso mezzi deflettori atti a generare un piano virtuale speculare dell’elemento allungato stesso, la seconda apparecchiatura ottica ed il secondo proiettore essendo stati omessi per motivi di chiarezza;
- la figura 4 è una vista assonometrica schematica incompleta di un’altra versione dell’unità di ispezione di figura 1, comprendente un assieme ottico per ispezionare contemporaneamente un primo elemento allungato, un secondo elemento allungato ed un elemento allungato ideale, in cui la seconda apparecchiatura ottica ed il secondo proiettore sono stati omessi per chiarezza; - la figura 5 mostra una prima vista dal primo semispazio del primo elemento allungato, del secondo elemento allungato e dell’elemento allungato ideale, come inquadrati dalla prima apparecchiatura ottica di figura 4, in cui ciascun elemento allungato presenta rispettive prime linee curve tridimensionali;
- la figura 6 mostra una seconda vista dal secondo semispazio del primo elemento allungato, del secondo elemento allungato e dell’elemento allungato ideale, come inquadrati da una seconda apparecchiatura ottica, in cui ciascun elemento allungato presenta rispettive seconde linee curve tridimensionali;
- la figura 7 mostra le prime linee curve tridimensionali identificate nella prima vista di figura 5, come acquisite in una prima immagine;
- la figura 8 mostra le seconde linee curve tridimensionali identificate nella seconda vista di figura 6, come acquisite in una seconda immagine;
- la figura 9 mostra le prime linee curve tridimensionali di figura 7 come identificate per ricostruire un profilo curvo chiuso di sezione del primo elemento allungato, del secondo elemento allungato e del terzo elemento allungato;
- la figura 10 mostra le seconde linee curve tridimensionali di figura 9 come identificate per ricostruire un profilo curvo chiuso di sezione del primo elemento allungato, del secondo elemento allungato e del terzo elemento allungato;
- la figura 11 mostra una vista in sezione secondo un piano trasversale al primo elemento allungato, al secondo elemento allungato e all’elemento allungato ideale di una diversa forma di realizzazione dell’unità di ispezione di figura 4, in cui l’unità d’ispezione comprende una singola apparecchiatura ottica, un singolo proiettore di una singola lama di luce ed uno schermo per suddividere la singola lama di luce in una prima parte di lama di luce ed in una seconda parte di lama di luce e rispettivi mezzi deflettori della prima parte di lama di luce e della seconda parte della lama di luce;
- la figura 12 mostra una vista dall’alto schematica dell’unità d’ispezione di figura 11;
- la figura 13 mostra una variante dell’unità d’ispezione di figura 11, comprendente ulteriori mezzi deflettori in modo tale che la singola apparecchiatura ottica possa acquisire la prima vista e la seconda vista comunque sia disposta la singola apparecchiatura ottica rispetto al primo elemento allungato, al secondo elemento allungato e al terzo elemento allungato;
- la figura 14 mostra la prima vista e la seconda vista del primo elemento allungato, del secondo elemento allungato e dell’elemento allungato ideale, come inquadrati dal primo semispazio e dal secondo semispazio dalla singola apparecchiatura ottica delle figure 11-13, in cui nella prima vista ciascun elemento allungato presenta rispettive prime linee curve tridimensionali mentre nella seconda vista ciascun elemento allungato presenta rispettive seconde linee curve tridimensionali;
- la figura 15 mostra le prime linee curve tridimensionali e le seconde linee curve tridimensionali identificate rispettivamente nella prima vista e nella seconda vista di figura 11, come acquisite in una singola immagine dalla singola apparecchiatura ottica delle figure 11-13;
- la figura 16 mostra le prime linee curve tridimensionali e le seconde linee curve tridimensionali di figura 15 come elaborate per ricostruire un profilo curvo chiuso di sezione del primo elemento allungato, del secondo elemento allungato e del terzo elemento allungato;
- la figura 17 mostra la ricostruzione del profilo curvo chiuso di sezione del primo elemento allungato, del secondo elemento allungato e del terzo elemento allungato, a partire dalle prime linee curve tridimensionali e dalle seconde linee curve tridimensionali di figura 16, disposte contraffacciate per definire un profilo chiuso di sezione che viene successivamente trasformato prospetticamente;
- la figura 18 mostra una vista schematica di un sistema di controllo dell’unità d’ispezione.
FORME DI ATTUAZIONE PREFERITE DELL’INVENZIONE
In questa descrizione, elementi analoghi in comune alle forme di attuazione illustrate sono indicati con la stessa numerazione.
Come illustrato nelle figure da 1 a 18, con il numero 1 è indicata nel suo complesso un’unità di ispezione di elementi allungati di forma cilindrica per articoli da fumo.
L’unità d’ispezione 1 può essere ad esempio integrata in una macchina di realizzazione di un baco continuo di materiale fibroso, ad esempio contenente fibre di tabacco oppure fibre di materiale filtrante, dell’industria del tabacco ed in questo caso l’elemento allungato è un baco continuo di filtro oppure un baco continuo di tabacco. La definizione di “materiale fibroso’’ è stata fornita in precedenza e non verrà ripetuta per brevità.
L’unità di ispezione 1 può tuttavia essere vantaggiosamente integrata in una macchina di formazione di sigarette ed in questo caso, come già illustrato in dettaglio in precedenza, l’elemento allungato può essere uno spezzone di filtro oppure uno spezzone di baco di tabacco oppure una sigaretta.
L’unità di ispezione è collegata tramite mezzi di comunicazione (non illustrati) all’apparato di controllo (non illustrato) della macchina dell’industria del tabacco, tipicamente la centralina di macchina, per scambiare dati e/o comandi con il dispositivo di controllo stesso. L’unità di ispezione può ad esempio ricevere un comando di inizio ispezione dall’apparato di controllo di macchina e fornire all’apparato di controllo stesso un risultato dell’ispezione. Alternativamente, l’unità di ispezione può attivare autonomamente l’ispezione dell’elemento allungato e fornire il risultato dell’ispezione all’apparato di controllo.
Come detto in precedenza, l’apparato di controllo può scartare direttamente uno spezzone ispezionato, giudicato non conforme ai requisiti di qualità richiesta, non appena tale spezzone raggiunge una stazione di scarto, oppure può comunicare il risultato dell’ispezione al sistema di controllo di una macchina atta a trattare spezzoni ottenuti dopo il taglio di un baco continuo.
In alternativa, vantaggiosamente, se l’unità d’ispezione è integrata nella macchina di realizzazione di un baco continuo di materiale fibroso, il risultato dell’ispezione ottica può essere utilizzato per modificare parametri operativi di lavoro della macchina stessa, ad esempio per intervenire in una pressione esercitata da mezzi pressori di stabilizzazione del baco continuo.
Una pressione eccessiva esercitata dai mezzi pressori durante la stabilizzazione di un materiale adesivo presente nel baco continuo può portare, infatti, ad un’ovalizzazione del baco stesso. Rilevando la forma del baco continuo, in caso di non conformità ai requisiti di qualità richiesti, può essere ad esempio attivata una correzione della pressione esercitata dai mezzi pressori in modo da riportare la forma del baco continuo a quanto desiderato.
Nelle figure da 1 a 10, e nelle figure 17 e 18, è mostrato un primo elemento allungato 2, ad esempio un primo baco di tabacco, che presenta un asse longitudinale S’.
L’unità di ispezione 1 comprende una prima lama di luce 5, la quale è proiettata da un primo semispazio 3 su una porzione di ispezione 6 del primo elemento allungato 2 per ottenere una prima linea luminosa curva tridimensionale 7 su una superficie esterna 8 del primo elemento allungato 2.
L’unità di ispezione 1 comprende inoltre una seconda lama di luce 9, proiettata da un secondo semispazio 4 sulla porzione di ispezione 6 per ottenere una seconda linea luminosa curva tridimensionale 10 (figura 2) sulla superficie esterna 8 del primo elemento allungato 2.
Il primo semispazio 3 ed il secondo semispazio 4 sono disposti da parte opposta rispetto ad un piano di lavoro P passante per l’asse longitudinale S’ del primo elemento allungato 2.
L’unità d’ispezione 1 comprende inoltre un assieme ottico per la scansione tridimensionale, il quale è atto ad identificare la prima linea luminosa curva 7 elaborando una prima vista del primo elemento allungato 2 inquadrato dal primo semispazio 3, ed è inoltre atto ad identificare la seconda linea luminosa curva 10, elaborando una seconda vista del primo elemento allungato 2 inquadrato dal secondo semispazio 4.
Un assieme ottico per la scansione tridimensionale è basato sul principio che se una lama di luce illumina una superficie, la linea riflessa è una retta se la superficie illuminata è piana; è una linea curva, in presenza di concavità o convessità; è una linea spezzata, in presenza di uno spigolo. Se la superficie illuminata dalla lama di luce è una superficie nello spazio, la linea riflessa è una linea spezzata mista, con segmenti rettilinei, tratti curvilinei e linee spezzate.
L’unità d’ispezione 1 comprende un dispositivo di elaborazione 11 (figura 18), configurato per ricostruire un primo profilo curvo chiuso di sezione 12 del primo elemento allungato 2 elaborando la prima linea luminosa curva identificata 7’ nella prima vista (corrispondente alla prima linea luminosa curva 7 sulla superficie 8 del primo elemento allungato 2) e la seconda linea luminosa curva identificata 10’ nella seconda vista (corrispondente alla seconda linea luminosa curva 10 sulla superficie 8 del primo elemento allungato 2), come mostrato in figura 17, Inoltre, il dispositivo di elaborazione 11 è configurato per confrontare il primo profilo curvo chiuso ricostruito 12 con un profilo di sezione 36 di un elemento allungato ideale 24 (mostrato in figura 4), allo scopo di identificare eventuali deformazioni del primo profilo curvo chiuso ricostruito 12 rispetto al profilo di sezione 36 dell’elemento allungato ideale 24.
Tramite il primo profilo curvo chiuso ricostruito 12, è possibile controllare una forma del primo elemento allungato 2, per verificarne una possibile ovalità.
Oltre al controllo della forma, il dispositivo di elaborazione 11 è anche configurato per calcolare dal primo profilo curvo chiuso ricostruito 12 anche un diametro della sezione del primo elemento allungato 2, utilizzabile in associazione alla forma del primo elemento allungato 2 stesso per eventuali controlli standard sul primo elemento allungato 2 stesso.
L’assieme ottico comprende un primo proiettore 13 della prima lama di luce 5 ed un secondo proiettore 14 della seconda lama di luce 9.
L’assieme ottico comprende inoltre una prima apparecchiatura ottica 15 per profilo 3D atta ad acquisire una prima immagine della prima vista ed una seconda apparecchiatura ottica 16 per profilo 3D atta ad acquisire una seconda immagine della seconda vista.
Ciascuna apparecchiatura ottica per profilo 3D, e cioè la prima apparecchiatura ottica 15 oppure la seconda apparecchiatura ottica 16, comprende un rispettivo obiettivo 17 configurato per inquadrare il primo elemento allungato 2 nella porzione di ispezione 6 quando il primo elemento allungato 2 è avanzato in una direzione D (figure 1 e 3) e si trova all’interno del campo di vista dell’ apparecchiatura ottica stessa. In ciascun’ apparecchiatura ottica 15, 16, con A’ e A” sono indicati i rispettivi assi ottici.
Si precisa che s’intende con campo di vista (field of view), un campo di acquisizione dell’apparecchiatura ottica 15, 16, ovvero un’area predeterminata all’interno della quale le immagini del primo elemento allungato 2 possono essere acquisite, la quale si trova all’ interno di un intervallo di messa a fuoco (focusing range) e per la quale, lungo l’asse ottico A’, A” dell’obiettivo 17 è possibile definire una profondità di campo determinata (depth of field).
Si precisa che ciascuna apparecchiatura ottica 15, 16, è per profilo 3D in quanto presenta parametri operativi, come ad esempio l’apertura del diaframma, la distanza focale oppure lo zoom, i quali sono impostati in modo che la rispettiva linea luminosa curva tridimensionale 7, 10 sulla superficie 8 del primo elemento allungato 2 sia identificabile in modo nitido rispetto alla superficie 8 stessa, quando la rispettiva linea luminosa curva tridimensionale 7, 10 è acquisita nella rispettiva prima immagine e seconda immagine. Ad esempio, la prima linea luminosa curva tridimensionale 7 e la seconda linea luminosa curva tridimensionale 10 appaiono come linee nitide chiare su un’immagine il cui sfondo è scuro, come rappresentato schematicamente nelle figure 7 e 8.
La prima apparecchiatura ottica 15 e la seconda apparecchiatura ottica 16, comprendono inoltre un proprio rispettivo dispositivo di controllo (non illustrato), per comandare un’acquisizione della prima immagine oppure della seconda immagine ed in aggiunta l’accensione del rispettivo primo proiettore 13, secondo proiettore 14 ad esso associato. Ciascun dispositivo di controllo dell’apparecchiatura ottica 15, 16 può anche essere realizzato e configurato in modo da elaborare la prima immagine oppure la seconda immagine acquisita al fine di identificare rispettivamente la prima linea luminosa curva 7’ e la seconda linea luminosa curva 10’.
In alternativa e/o in aggiunta, il dispositivo di elaborazione 11 può essere configurato per comandare in ciascuna apparecchiatura ottica 15, 16 l’acquisizione delle immagini, oppure l’accensione del proiettore 13, 14 della lama di luce 5, 9 ed anche l’elaborazione delle rispettive immagini acquisite dalle apparecchiature ottiche 15, 16, al fine di identificare rispettivamente la prima linea luminosa curva 7’ nella prima immagine oppure la seconda linea luminosa curva 10’ nella seconda immagine. In quest’ultimo caso, se il dispositivo di elaborazione 11 è configurato per l’elaborazione di immagine, il dispositivo di controllo di ciascun’ apparecchiatura ottica 15, 16 può essere più semplice, con sole funzioni di acquisizione dell’immagine e di controllo del rispettivo proiettore 13, 14 della lama di luce.
Si noti che, come illustrato schematicamente in figura 18, la prima apparecchiatura ottica 15 ed il dispositivo di elaborazione 11 sono collegati tra loro tramite una rete di comunicazione 18, ad esempio di tipo Ethernet via cavo oppure WIFI, la quale collega inoltre, anche se non illustrato, il dispositivo di elaborazione 11 e la seconda apparecchiatura ottica 16.
Il primo proiettore 13 è invece collegato preferibilmente direttamente alla prima apparecchiatura ottica 15 tramite rispettivi segnali digitali di ingresso/uscita 18’ che possono essere previsti opzionalmente, come illustrato in tratteggio, anche tra il dispositivo di elaborazione 11 ed il primo proiettore 13.
Segnali digitali di ingresso/uscita sono previsti, in modo analogo ma non illustrato, anche per collegare il secondo proiettore 14 alla seconda apparecchiatura ottica 16.
Ciascuna apparecchiatura ottica per profilo 3D 15, 16 deve essere disposta in modo opportuno rispetto alla rispettiva lama di luce 5, 9 e rispetto all’elemento allungato 2, affinché l’ispezione possa aver luogo. Nel dettaglio, la prima apparecchiatura ottica 15 deve essere posizionata in modo che il proprio asse ottico A’ non giaccia sul piano della rispettiva prima lama di luce 5 ma invece formi un primo angolo a’ compreso fra 10° e 80°, preferibilmente tra 30° e 60°, rispetto al piano in cui giace la prima lama di luce 5. In modo analogo, tra asse ottico A” della seconda apparecchiatura ottica 16 e la rispettiva lama di luce 9 deve essere presente secondo angolo a”.
Ad esempio, disponendo il primo proiettore 13 ed il secondo proiettore 14 rispettivamente nel primo semispazio 3 e nel secondo semispazio 4 in modo da proiettare la rispettiva lama di luce 5, 9 ortogonalmente all’asse longitudinale S’ del primo elemento allungato 2, come mostrato nelle figure allegate, non è possibile disporre l’asse ottico A’ della prima apparecchiatura ottica 15 oppure l’asse ottico A” della seconda apparecchiatura ottica 16 ortogonalmente rispetto al primo elemento allungato 2 stesso, nello stesso piano su cui giacciono rispettivamente la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9.
In altre parole, ciascuna apparecchiatura ottica 15, 16 deve essere inclinata rispetto alla rispettiva lama di luce 5, 9 affinché rispettivamente la prima linea luminosa curva 7 e la seconda linea luminosa curva 10 possano evidenziare la forma del primo elemento allungato 2.
Il primo angolo a’ definito tra la prima apparecchiatura ottica 15 e la rispettiva prima lama di luce 5 può anche, per motivi di montaggio o di spazio disponibile lungo l’asse longitudinale dell’elemento allungato 2, essere leggermente diverso rispetto al secondo angolo a” tra la seconda apparecchiatura ottica 16 e la rispettiva seconda lama di luce 9. L’elemento allungato 2 può essere visto da direzioni leggermente diverse nella prima vista oppure nella seconda vista ma questo non pregiudica la ricostruzione del primo profilo curvo chiuso di sezione, come vedremo meglio nel seguito.
La porzione di ispezione 6 è data dal tratto longitudinale di elemento allungato 2 tra la prima linea luminosa curva 7 e la seconda linea luminosa curva 10.
In figura 1, si noti che la porzione di ispezione 6 sostanzialmente coincide con una sezione di ispezione, dal momento che la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9 giacciono sostanzialmente su un medesimo piano, che è in particolare perpendicolare all’asse longitudinale S’ del primo elemento allungato 2.
Per evitare che la prima lama di luce 5 possa disturbare l’acquisizione da parte della seconda apparecchiatura ottica 16 della seconda linea luminosa curva 10 ottenuta proiettando la seconda lama di luce 9 sull’elemento allungato 2, la prima lama di luce 5 può opzionalmente essere emessa in un momento diverso rispetto alla seconda lama di luce 9 e la prima vista e la seconda vista possono essere acquisite in successione, e cioè sfalsate nel tempo.
In alternativa, secondo una variante non illustrata, la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9 possono giacere su piani diversi e quindi la porzione di ispezione può estendersi in un tratto non nullo del primo elemento allungato 2. La prima vista e la seconda vista possono, in questo caso, essere acquisite anche contemporaneamente ma sfalsate nello spazio.
L’assieme ottico può comprendere rispettivi primi mezzi deflettori (non illustrati), ad esempio uno specchio, della prima lama di luce 5 e/o secondi mezzi deflettori (non illustrati) della seconda lama di luce 9, disposti in modo tale da proiettare la prima lama di luce 5 dal primo semispazio 3 e la seconda lama di luce 9 dal secondo semispazio 4 comunque siano disposti il primo proiettore 13 ed il secondo proiettore 14 rispetto al primo elemento allungato 2.
I primi mezzi deflettori ed eventualmente i secondi mezzi deflettori possono essere utilizzati per posizionare nello spazio in modo opportuno il primo proiettore 13 ed eventualmente opzionalmente il secondo proiettore 14 rispetto agli organi meccanici della macchina per tabacco, per proiettare come desiderato la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9, anche in presenza di problemi di ingombro dell’ assieme ottico non altrimenti risolvibili.
Anche in presenza dei primi mezzi deflettori e/o dei secondi mezzi deflettori, deve essere presente il primo angolo a’, tra l’asse ottico A’ della prima apparecchiatura ottica 15 ed il piano in cui giace la prima lama di luce 5 ed inoltre opzionalmente deve essere presente anche il secondo angolo a” tra l’asse ottico A” della seconda apparecchiatura ottica 16 ed il piano in cui giace la seconda lama di luce 9. Vale quanto detto in precedenza per l’ampiezza degli angoli a’ e a”, che possono anche essere leggermente diversi.
Opzionalmente, come mostrato in figura 3, l’assieme ottico può comprendere terzi mezzi deflettori 19 della prima vista e/o quarti mezzi deflettori (non illustrati) della seconda vista, disposti in modo tale da generare un piano virtuale speculare della prima vista e/o della seconda vista, per fare in modo che la prima apparecchiatura ottica 15 possa acquisire la prima vista dai terzi mezzi deflettori 19 e/o la seconda apparecchiatura ottica 16 possa acquisire la seconda vista dai quarti mezzi deflettori, comunque siano disposte la prima apparecchiatura ottica 15 e la seconda apparecchiatura ottica 16 rispetto al primo elemento allungato 2. Anche in questo caso, i terzi mezzi deflettori 19 ed eventualmente i quarti mezzi deflettori possono essere utilizzati per posizionare nello spazio in modo opportuno la prima apparecchiatura ottica 15 ed opzionalmente la seconda apparecchiatura ottica 16 rispetto agli organi meccanici della macchina per tabacco, garantendo una corretta acquisizione della prima vista e della seconda vista anche in presenza di problemi di ingombro dell’assieme ottico non altrimenti risolvibili.
Di nuovo, anche in presenza dei terzi mezzi deflettori 19 e/o dei quarti mezzi deflettori, deve essere presente il primo angolo a’ ed il secondo angolo a” tra apparecchiatura ottica 15, 16 e la rispettiva lama di luce 5, 9, secondo quanto detto in precedenza.
Secondo una variante mostrata nelle figure da 4 a 10, Γ assieme ottico è atto ad ispezionare contemporaneamente il primo elemento allungato 2 ed un secondo elemento allungato 20, durante un avanzamento dello stesso, mediante la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9.
Il primo elemento allungato 2 ed il secondo elemento allungato 20 sono disposti rispettivamente in una prima posizione ed in una seconda posizione e l’asse longitudinale S’ del primo elemento allungato 2 ed un asse longitudinale S” del secondo elemento allungato 20 sono disposti nel piano di lavoro P.
Preferibilmente, il primo elemento allungato 2 ed il secondo elemento allungato 20 sono disposti tra loro paralleli in quanto l’asse longitudinale S’ del primo elemento allungato 2 e l’asse longitudinale S” del secondo elemento allungato 20 sono tra loro paralleli.
Opzionalmente, l’assieme ottico è configurato per identificare in aggiunta una prima linea luminosa curva tridimensionale 21 su una superficie esterna 22 del secondo elemento allungato 20, elaborando la prima vista ottenuta inquadrando il primo elemento allungato 2 ed il secondo elemento allungato 20 dal primo semispazio 3. L’assieme ottico è inoltre configurato per identificare una seconda linea luminosa curva tridimensionale 23 sulla superficie esterna 22 del secondo elemento allungato 20 elaborando la seconda vista ottenuta inquadrando il primo elemento allungato 2 ed il secondo elemento allungato 20 dal secondo semispazio 4,
Si precisa che il primo elemento allungato 2 ed il secondo elemento allungato 20 potrebbero anche non essere tra di loro paralleli, ad esempio in una particolare disposizione della macchina di formazione di un baco continuo di sigaretta, purché siano entrambi ispezionabili contemporaneamente dalla prima lama di luce 5 e dalla seconda lama di luce 9 essendo entrambi inquadrati dalla prima vista e dalla seconda vista.
Il dispositivo di elaborazione 11 è atto a ricostruire in aggiunta un secondo profilo curvo chiuso di sezione 35 del secondo elemento allungato 20 e a confrontare il secondo profilo curvo chiuso ricostruito 35 con il profilo di sezione 36 dell’elemento allungato ideale 24, per identificare in aggiunta eventuali deformazioni del secondo profilo curvo chiuso 35 rispetto al profilo di sezione 36 dell’elemento allungato ideale 24.
Come mostrato nelle figure da 4 a 10, alternativamente oppure in aggiunta, l’unità di ispezione 1 può ispezionare contemporaneamente il primo elemento allungato 2 ed anche l’elemento allungato ideale 24 mediante la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9.
Il primo elemento allungato 2 e l’elemento allungato ideale 24 devono essere anch’essi disposti tra loro paralleli rispettivamente in una prima posizione ed in una terza posizione in modo tale che l’asse longitudinale S’ del primo elemento allungato 2 sia parallelo ad un asse longitudinale S’” dell’elemento allungato ideale 24 ed entrambi gli assi longitudinali S’, S’” siano disposti nel piano di lavoro P.
L’assieme ottico è quindi anche atto ad identificare in aggiunta anche una prima linea luminosa curva tridimensionale 25 su una superficie esterna 26 dell’elemento allungato ideale 24 elaborando la prima vista ottenuta inquadrando il primo elemento allungato 2 ed l’elemento allungato ideale 24 dal primo semispazio 3 ed una seconda linea luminosa curva tridimensionale 27 sulla superficie esterna 26 dell’elemento allungato ideale 24 elaborando la seconda vista ottenuta inquadrando il primo elemento allungato 2 e l’elemento allungato ideale 24 dal secondo semispazio 4,
Si precisa che anche in questo caso il primo elemento allungato 2 e l’elemento allungato ideale 24 potrebbero non essere tra di loro paralleli, purché siano entrambi ispezionabili contemporaneamente dalla prima lama di luce 5 e dalla seconda lama di luce 9, essendo entrambi inquadrati dalla prima vista e dalla seconda vista.
Il dispositivo di elaborazione 1 1 è atto a ricostruire in aggiunta anche il profilo di sezione dell’elemento allungato ideale 24, allo scopo di monitorare quest’ultimo durante una fase operativa generando un avvertimento se il profilo di sezione ricostruito dell’elemento allungato ideale 24 risulta diverso dal profilo di sezione ideale 36 stesso. Se, infatti, il profilo di sezione ricostruito dell’elemento ideale 24 fosse diverso dal profilo di sezione ideale 36, pur ispezionando un elemento allungato ideale 24, vi sarebbe un’anomalia durante la fase operativa dell’ispezione. Ad esempio, a causa di un urto oppure di una vibrazione, il primo angolo a’ oppure il secondo angolo a” tra apparecchiatura ottica 15, 16 e la rispettiva lama laser 5, 9 potrebbe essersi modificato nel tempo e quindi l’elaborazione della prima vista e della seconda vista non sarebbe più corretta. L’avvertimento potrebbe richiedere l’intervento di un operatore in quanto Γ ispezione non sarebbe più affidabile.
In alternativa, l’avvertimento potrebbe richiedere la necessità di modificare l’elaborazione della prima e della seconda vista per tenere in considerazione la nuova geometria dell’assieme ottico, come vedremo nel dettaglio nel seguito. Qualora, come illustrato nella figura 4 siano presenti il primo elemento allungato 2, il secondo elemento allungato 20 ed anche l’elemento allungato ideale 24, preferibilmente disposti tra loro paralleli ed affiancati, l’unità di ispezione è atta ad ispezionarli tutti e tre, se l’assieme ottico è atto ad inquadrare contemporaneamente (figure 5 e 6) nella prima vista dal primo semispazio 3 e nella seconda vista dal secondo semispazio 4 il primo elemento allungato 2 disposto nella prima posizione, il secondo elemento allungato 20 disposto nella seconda posizione e l’elemento allungato ideale 24 disposto nella terza posizione. L’elemento allungato ideale 24 è interposto, ad esempio, tra il primo elemento allungato 2 ed il secondo elemento allungato 20.
L’ispezione ha luogo contemporaneamente per il primo elemento allungato 2 e per il secondo elemento allungato 20, mentre l’elemento allungato ideale 24 è utilizzato solo a scopo di monitoraggio del posizionamento in fase operativa della apparecchiatura ottica 15, 16 e del rispettivo proiettore 13, 14.
Vantaggiosamente, Γ ispezione contemporanea del primo elemento allungato 2 e del secondo elemento allungato 20 può avere luogo in una macchina dell’ industria del tabacco, ad esempio una macchina di formazione di un doppio baco continuo di tabacco, in cui un primo baco è formato parallelamente ad un secondo baco. L’elemento allungato ideale 24 può essere disposto vantaggiosamente parallelamente al primo e al secondo baco, tra di essi.
In uso, l’unità d’ispezione 1 riceve un comando di inizio ispezione dall’apparato di controllo di macchina oppure attiva autonomamente, secondo una logica di ispezione prestabilita, l’ispezione dell’elemento allungato.
Viene selezionato un piano di lavoro P passante per un asse longitudinale S di un primo elemento allungato 2, tipicamente un piano di lavoro P orizzontale, ed in questo modo sono considerati un primo semispazio 3, corrispondente ad esempio ad un semispazio superiore se il piano di lavoro P è orizzontale, ed un secondo semispazio 4, ad esempio un semispazio inferiore, disposti da parti opposte rispetto al piano di lavoro P.
In una fase operativa del metodo di ispezione, una prima lama di luce 5 dal primo semispazio 3 è proiettata su una porzione di ispezione 6 del primo elemento allungato 2 per ottenere una prima linea luminosa curva tridimensionale 7 su una superficie esterna 8 del primo elemento allungato 2. Una seconda lama di luce 9 dal secondo semispazio 4 è proiettata sulla porzione di ispezione 6 del primo elemento allungato 2 per ottenere una seconda linea luminosa curva tridimensionale 10 sulla superficie esterna 8.
Viene elaborata una prima vista del primo elemento allungato 2, inquadrata dal primo semispazio 3, per identificare nella porzione di ispezione 6 la prima linea luminosa curva tridimensionale T e viene inoltre elaborata una seconda vista del primo elemento allungato 2, inquadrata dal secondo semispazio 4, per identificare nella porzione di ispezione 6 la seconda linea luminosa curva tridimensionale 10’.
Un primo profilo curvo chiuso di sezione 12 del primo elemento allungato 2 è ricostruito elaborando la prima linea luminosa curva identificata 7’ e la seconda linea luminosa curva identificata 10’ ed il profilo curvo chiuso ricostruito 12 è confrontato con un profilo di sezione 36 di un elemento allungato ideale 24, ad esempio un profilo circolare, per identificare eventuali deformazioni del primo profilo curvo chiuso ricostruito 12 rispetto al profilo di sezione 36 dell’elemento allungato ideale 24.
Il risultato dell’ispezione è fornito all’apparato di controllo di macchina, come descritto in precedenza.
Come illustrato nella figura 17, se il primo elemento allungato 2 è disposto in una prima posizione, per ricostruire il primo profilo curvo chiuso 12 viene disposta contraffacciata la prima linea luminosa curva identificata 7’ e la seconda linea luminosa curva identificata 10’, facendo ruotare o ribaltare ad esempio la seconda linea curva identificata 10’ di 180°, e viene applicata una prima trasformazione geometrica alla prima linea luminosa curva identificata 7’ e alla seconda linea luminosa curva identificata 10’ contraffacciate. Viene inoltre ricostruito il profilo curvo chiuso di sezione dalla prima linea luminosa curva corretta prospetticamente 7” e dalla seconda linea luminosa curva corretta prospetticamente 10”.
Secondo una variante del metodo di ispezione della presente invenzione non illustrata, per ricostruire il primo profilo curvo chiuso 12 viene applicata la prima trasformazione geometrica alla prima linea luminosa curva identificata 7’ e alla seconda linea luminosa curva identificata 10’. Disponendo contraffacciate la prima linea luminosa curva corretta prospetticamente 7” e la seconda linea luminosa curva corretta prospetticamente 10”, quest’ultima ad esempio ruotata o ribaltata di 180°, viene così ricostruito il primo profilo curvo chiuso 12.
Se il primo profilo curvo chiuso ricostruito 12 è deformato rispetto al profilo di sezione 36 dell’elemento allungato ideale 24, ad esempio il primo profilo curvo ricostruito 12 ha un profilo ovale e non circolare, e la deformazione rilevata è maggiore di una deformazione di soglia, la porzione di ispezione viene dichiarata come difettosa, o comunque non conforme ad una qualità richiesta.
Secondo il metodo della presente invenzione, viene predisposta la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9 generate rispettivamente mediante un primo proiettore 13 ed un secondo proiettore 14 di un assieme ottico per la scansione tridimensionale, e la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9 sono proiettate dal primo semispazio 3 e dal secondo semispazio 4. Sono inoltre predisposte la prima apparecchiatura ottica per profilo 3D 15 e la seconda apparecchiatura ottica per profilo 3D 16 di un assieme ottico per la scansione tridimensionale, per acquisire rispettivamente una prima immagine della prima vista (figura 7) ed una seconda immagine della seconda vista (figura 8).
Come indicato in precedenza, abbiamo detto che tra ciascuna apparecchiatura ottica 15, 16 e rispettiva lama di luce 5, 9 devono essere rispettivamente formati un primo angolo a’ ed un secondo angolo a”, ciascuno compreso fra 10° e 80° preferibilmente tra 30° e 60°, affinché l’ispezione possa avere luogo. In altre parole ciascun’apparecchiatura ottica 15, 16 deve essere disposta inclinata rispetto alla rispettiva lama di luce 5, 9.
Pertanto la prima linea luminosa curva 7 nella prima vista e la seconda linea luminosa curva 10 della seconda vista, acquisite rispettivamente nella prima immagine dalla prima apparecchiatura ottica 15 e nella seconda immagine dalla seconda apparecchiatura ottica 16, possono risultare distorte dal punto di vista prospettico.
Inoltre, la differenza tra il primo angolo a’ ed il secondo angolo a” potrebbe introdurre piccole variazioni nel punto di osservazione dell’elemento allungato 2, da considerare al momento della ricostruzione del profilo curvo chiuso di sezione 12.
La distorsione prospettica delle linee luminosa curva 7’, 10’ identificate nelle immagini acquisite renderebbe gli algoritmi di riconoscimento di immagine e di decodifica molto più complessi e meno efficienti, con conseguenti tempi elevati di elaborazione per la decodifica delle immagini stesse. Inoltre, la distorsione potrebbe introdurre errori nella valutazione del primo profilo curvo chiuso di sezione 12, ricostruito utilizzando le linee luminose curve identificate 7’, 10’. Per questo motivo è vantaggioso trasformare geometricamente Γ immagine acquisita, tramite un algoritmo in grado di riportare Γ immagine alle sue proporzioni reali non distorte, in modo da estrarre caratteristiche di interesse del profilo curvo chiuso di sezione dell’elemento allungato dall’ immagine trasformata e non dall’ immagine acquisita.
Tale algoritmo, definito convenzionalmente trasformazione geometrica, è basato sull’ ipotesi che ciascun punto dell’immagine distorta sia correiabile ad un punto corrispondente dell’ immagine reale. L’algoritmo necessita di coordinate di alcuni punti opportunamente scelti, individuati nell’immagine distorta e nell’immagine trasformata, per poter essere definito.
Si rende necessario una fase di configurazione o taratura dell’unità di ispezione, in modo da poter definire la prima trasformazione geometrica da applicare durante la fase operativa dell’ ispezione.
Si noti che, vantaggiosamente secondo una preferita forma di attuazione, il metodo prevede di ispezionare contemporaneamente il primo elemento allungato 2 ed un secondo elemento allungato 20 mediante la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9, in cui il primo elemento allungato 2 ed il secondo elemento allungato 20 sono disposti tra loro paralleli rispettivamente in una prima posizione ed in una seconda posizione in modo tale che l’asse longitudinale S’ del primo elemento allungato sia parallelo ad un asse longitudinale S” del secondo elemento allungato ed entrambi gli assi S’ e S” siano disposti nel piano di lavoro P.
Una prima linea luminosa curva tridimensionale 21 su una superficie esterna 22 del secondo elemento allungato 20 è ottenuta dalla prima lama di luce 5 ed una seconda linea luminosa curva tridimensionale 23 è ottenuta sulla superficie esterna 22 dalla seconda lama di luce 9, proiettando la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9 sull’elemento allungato 20.
La prima vista, ottenuta inquadrando il primo elemento allungato 2 ed il secondo elemento allungato 20 dal primo semispazio 3, è elaborata per identificare in aggiunta la prima linea luminosa curva tridimensionale 2Γ del secondo elemento allungato 20. La seconda vista, ottenuta inquadrando il primo elemento allungato 2 ed il secondo elemento allungato 20 dal secondo semispazio 4, è elaborata per identificare in aggiunta la seconda linea luminosa curva tridimensionale 23’ del secondo elemento allungato 20. Viene ricostruito un secondo profilo curvo chiuso di sezione 35 del secondo elemento allungato 20 e confrontato il secondo profilo curvo chiuso ricostruito 35 con il profilo di sezione 36 dell’ elemento allungato ideale 24, per identificare in aggiunta eventuali deformazioni del secondo profilo curvo chiuso ricostruito 35 rispetto al profilo di sezione 36 dell’elemento allungato ideale 24.
In alternativa, oppure in aggiunta, il metodo prevede di ispezionare contemporaneamente il primo elemento allungato 2 e l’elemento allungato ideale 24 mediante la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9, i cui il primo elemento allungato 2 e l’elemento allungato ideale 24 sono disposti tra loro paralleli rispettivamente in una prima posizione ed in una terza posizione in modo tale che l’asse longitudinale S’ del primo elemento allungato sia parallelo ad un asse longitudinale S’” dell’elemento allungato ideale 24 ed entrambi gli assi siano disposti nel piano di lavoro P.
Una prima linea luminosa curva tridimensionale 25 su una superficie esterna 26 dell’elemento allungato ideale 24 è ottenuta dalla prima lama di luce 5 ed una seconda linea luminosa curva tridimensionale 27 è ottenuta sulla superficie esterna 26 dalla seconda lama di luce 9, proiettando la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9 suirelemento allungato 24.
Di nuovo, in modo analogo a quanto detto per Γ ispezione aggiuntiva del secondo elemento allungato 24, il metodo prevede di elaborare la prima vista, ottenuta inquadrando il primo elemento allungato 2 ed l’elemento allungato ideale 24 dal primo semispazio 3, per identificare in aggiunta la prima linea luminosa curva tridimensionale 25’. Anche la seconda vista, ottenuta inquadrando il primo elemento allungato 2 e l’elemento allungato ideale 24 dal secondo semispazio 4 è elaborata per identificare in aggiunta la seconda linea luminosa curva tridimensionale 27’.
Per monitorare il profilo curvo chiuso ricostruito dell’elemento allungato ideale 24, il metodo di ispezione prevede di ricostruire un profilo curvo chiuso di sezione dell’elemento allungato ideale 24 ispezionato tramite la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9 per generare un avvertimento se il profilo curvo chiuso ricostruito dell’elemento allungato ideale 24 è diverso dal profilo di sezione ideale 36. Se infatti il profilo curvo chiuso ricostruito non è ad esempio circolare, è evidente che si è verificata un’anomalia, come detto in precedenza, durante la fase operativa dell’ ispezione.
Predisponendo il primo elemento allungato 2, il secondo elemento allungato 20 e l’elemento allungato ideale 24 tra di loro paralleli ed inquadrando contemporaneamente, sia nella prima vista che nella seconda vista, il primo elemento allungato 2 disposto nella prima posizione, il secondo elemento allungato 20 disposto nella seconda posizione e l’elemento allungato ideale 24 disposto nella terza posizione, è possibile ispezionare contemporaneamente i due elementi allungati 2 e 20, verificando contemporaneamente anche che l’unità di ispezioni 1 funzioni correttamente come al momento dell’installazione oppure, se ciò non accade, generando un opportuno avvertimento.
Abbiamo detto in precedenza che la prima trasformazione geometrica applicata per la ricostruzione del profilo necessita di essere definita in una fase di configurazione o taratura dell’unità di ispezione 1.
Il metodo di ispezione comprende pertanto anche il passo di calcolare nella fase di taratura, precedente alla fase operativa, la prima trasformazione geometrica applicata durante la fase operativa, utilizzando un elemento allungato ideale 24, disponendo l’elemento allungato ideale 24 al posto del primo elemento allungato 2 nella prima posizione ed ispezionando l’elemento allungato 24 stesso, mediante la proiezione della prima lama di luce 5 e della seconda lama di luce 9.
Per calcolare la prima trasformazione geometrica, la prima vista dell’elemento allungato ideale 24 inquadrata dal primo semispazio 3 viene elaborata per identificare la prima linea luminosa curva tridimensionale 25’ disposta nella rispettiva porzione di ispezione dell’elemento allungato ideale 24 e viene anche elaborata la seconda vista dell’elemento allungato ideale 24 inquadrata dal secondo semispazio 4 per identificare la seconda linea luminosa curva tridimensionale 27’ disposta nella porzione di ispezione. Tra le modalità di elaborazione possibili, viene selezionata la specifica modalità di elaborazione in grado da trasformare geometricamente la prima linea luminosa curva identificata 25’ e la seconda linea luminosa curva identificata 27’ ricostruendo il profilo di sezione ideale, ovvero una circonferenza, e questa specifica modalità di elaborazione è scelta come prima trasformazione geometrica.
Il metodo comprende inoltre opzionalmente, nella fase di taratura, calcolare la prima trasformazione geometrica associata alla prima posizione ed in aggiunta una seconda trasformazione geometrica associata alla seconda posizione, utilizzando l’elemento allungato ideale 24 e disponendo quest’ultimo al posto del secondo elemento allungato 20 nella seconda posizione, per ispezionare nella fase operativa il primo elemento allungato 2 ed il secondo elemento allungato 20 applicando rispettivamente la prima trasformazione geometrica al primo elemento allungato 2 e la seconda trasformazione geometrica al secondo elemento allungato 20.
Pur potendo infatti utilizzare la stessa prima trasformazione geometrica per ricostruire il profilo di sezione sia del primo elemento allungato 2 che del secondo elemento allungato 20, si ha vantaggiosamente una precisione maggiore nella ricostruzione del rispettivo profilo chiuso di sezione se viene selezionata una diversa trasformazione geometrica per ogni posizione.
Se inoltre in aggiunta alla prima trasformazione geometrica e alla seconda trasformazione geometrica, in fase di taratura si calcola anche la terza trasformazione geometrica associata alla terza posizione, disponendo un ulteriore elemento allungato ideale 24 nella terza posizione e calcolando in aggiunta anche la terza trasformazione geometrica in modo analogo a quanto detto in precedenza, si ha una precisione ancora maggiore quando viene eseguito il monitoraggio del posizionamento dell’ assieme ottico.
In fase operativa, il metodo prevede quindi di ispezionare il primo elemento allungato 2 in prima posizione, il secondo elemento allungato 20 nella seconda posizione e l’elemento allungato ideale 24 nella terza posizione applicando rispettivamente la prima trasformazione geometrica al primo elemento allungato 2, la seconda trasformazione geometrica al secondo elemento allungato 20 e la terza trasformazione geometrica all’elemento allungato ideale 24, se presente. Si aggiunge che la prima trasformazione geometrica, la seconda trasformazione geometrica e la terza trasformazione geometrica possono essere modificate o parzialmente corrette durante la fase operativa, quando viene generato un avvertimento, per incorporare le variazioni della geometria dell’assieme ottico. Rimane valido per la ricostruzione del secondo profilo curvo chiuso 35 e per la ricostruzione del profilo curvo chiuso 36 dell’elemento allungato ideale 24 quanto detto in precedenza in relazione alla ricostruzione del primo profilo curvo chiuso 12 del primo elemento allungato 2, come mostrato nella figura 17.
Come mostrato in figura 17, la prima linea luminosa curva identificata 7’, 25’ e 2Γ del rispettivo elemento allungato 2, 24 e 20 è disposta contraffacciata alla seconda linea luminosa curva identificata 10’, 27’, 23’, ruotata oppure ribaltata di 180°, e viene applicata una prima trasformazione geometrica alla prima coppia di linee curve identificate 7’, 10’, una seconda trasformazione geometrica alla seconda coppia di linee curve identificate 2Γ, 23’ ed una terza trasformazione geometrica alla terza coppia di linee curve identificate 25’ e 27’ per ottenere rispettivamente la prima coppia di linee curve corrette prospetticamente 7”, 10”, la seconda coppia di linee curve corrette prospetticamente 21”, 23” e la terza coppia di curve corrette prospetticamente 25” e 27” dalle quali è possibile ricostruire il primo profilo curvo chiuso di sezione 12, il secondo profilo curvo chiuso di sezione 35 ed il profilo di sezione ideale 36.
Grazie all’ unità d’ispezione e al metodo d’ispezione della presente invenzione è possibile ottenere in modo semplice ed economico un profilo di sezione dell’elemento allungato, ad esempio del baco di tabacco, dal quale è possibile calcolare un diametro del baco stesso ed anche verificare eventuali deformazioni rispetto ad una forma desiderata ideale, ad esempio una forma circolare.
Si noti inoltre che la porzione d’ispezione potrebbe coincidere con una sezione dell’elemento allungato stesso, eseguita ad esempio con un piano perpendicolare all’asse longitudinale dell’elemento allungato, e la prima vista e la seconda vista potrebbero essere acquisite contemporaneamente, o quasi.
La frequenza di ispezione oppure in altre parole la distanza tra due ispezioni successive dipende quindi esclusivamente dalla frequenza di acquisizione di immagini dell’apparecchiatura ottica, che quindi viene selezionata in modo opportuno per garantire il massimo numero di ispezioni possibili.
Tipicamente, con le apparecchiature ottiche migliori e cioè più efficienti presenti attualmente in commercio, viene eseguita un’ispezione ogni 30 mm, preferibilmente ogni 45mm, ancora più preferibilmente ogni 60 mm oppure ogni 5 msec, preferibilmente ogni 7,5msec oppure ancora più preferibilmente ogni 10 msec.
Abbiamo detto in precedenza che, per evitare di disturbare l’acquisizione, la prima lama di luce 5, giacente nello stesso piano della seconda lama di luce 9, può opzionalmente essere emessa a distanza di tempo dalla seconda lama di luce 9 e quindi la porzione di ispezione 6 può estendersi in un tratto non nullo dell’elemento allungato, oppure analogamente la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9 possono giacere su piani diversi e quindi essere emesse contemporaneamente ma a distanza non nulla l’una dall’altra.
In entrambi i casi, si vuole sottolineare che la porzione di ispezione 6 è talmente ridotta che viene garantita un’elevata precisione nell’ispezione stessa, in quanto il profilo di sezione dell’elemento allungato è ricostruito con viste parziali di tratti di baco continuo vicini tra loro.
Si aggiunge che l’assieme ottico è molto compatto. Nel caso in cui l’unità d’ispezione sia installata in una macchina di formazione di un baco continuo di sigaretta, la compattezza dell’assieme ottico consente il posizionamento dello stesso affiancato ad altri dispositivi di controllo del baco continuo, ad esempio un dispositivo di controllo del peso e ciò garantisce la possibilità di avere un numero elevato di controlli sul baco continuo stesso e quindi elevata qualità nel prodotto destinato al consumatore.
Ancora più vantaggiosamente, in una macchina a doppio baco, e cioè in una macchina di formazione contemporanea di due bachi di sigaretta affiancati, si noti che l’assieme ottico rimane invariato rispetto a quello utilizzabile per l’ispezione di un unico baco continuo, in quanto l’unità di ispezione può ispezionare senza modifiche uno, due oppure tre elementi allungati affiancati. Se uno dei tre elementi allungati è l’elemento allungato ideale, viene inoltre eseguito il monitoraggio del posizionamento dell’assieme ottico durante il funzionamento dell’unità d’ispezione stessa, che garantisce nel tempo una correttezza dell’ispezione eseguita.
Secondo una diversa forma realizzativa dell’unità d’ispezione 1, mostrata nelle figure 11-14, l’assieme ottico comprende un singolo proiettore 28 di una singola lama di luce 29 ed uno schermo 30, disposto tra il singolo proiettore 28 e l’elemento allungato 2. Lo schermo 30 è atto a suddividere la singola lama di luce 29 in una prima parte di lama di luce 29a ed in una seconda parte di lama di luce 29b.
L’assieme ottico comprende quinti mezzi deflettori 31 della prima parte di lama di luce 29a, ad esempio uno specchio, disposti nel primo semispazio 3 e sesti mezzi deflettori 32 della seconda parte della lama di luce 29b, ad esempio un’ulteriore specchio, disposti nel secondo semispazio 4, in cui i quinti mezzi deflettori 31 sono atti ad ottenere la prima lama di luce 5 proiettata dal primo semispazio 3 ed i sesti mezzi deflettori 32 sono atti a ottenere la seconda lama di luce 9 proiettata dal secondo semispazio 4 dalla singola lama di luce 29.
In altre parole, lo schermo 30 coopera con i quinti mezzi deflettori 3 1 ed i sesti mezzi deflettori 32, i quali deviano rispettivamente la prima parte di lama di luce 29a e la seconda parte di lama di luce 29b verso il primo elemento allungato 2 e le rispettive lame di luce così proiettate sul primo elemento allungato 2 sono proprio la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9.
Lo schermo 30 è disposto perpendicolarmente al piano di lavoro P ed è disposto in modo tale che la singola lama di luce 29 sia perpendicolare al piano di lavoro P. La dimensione dello schermo 30 e/o la posizione dello schermo 30 rispetto al primo elemento allungato 2 e rispetto al singolo proiettore 28 è tale da consentire che il primo elemento allungato 2 sia illuminato esclusivamente dalla prima lama di luce 5 e dalla seconda lama di luce 9, senza che la prima lama di luce 5 oppure la seconda lama di luce 9, ottenute rispettivamente deviando la prima parte della lama di luce 29a e la seconda parte della lama di luce 29b, siano ulteriormente riflesse dopo aver intercettato la superficie esterna 8 del primo elemento allungato 2, e cioè in altre parole senza una seconda riflessione.
Grazie allo schermo 30, il primo elemento allungato 2 non è quindi illuminato direttamente dalla singola lama di luce 29 ma solo dalla prima lama di luce 5 e dalla seconda lama di luce 9.
Si noti che i quinti mezzi deflettori 31 ed i sesti mezzi deflettori 32 giacciono su rispettivi piani incidenti, inclinati e simmetrici rispetto al piano di lavoro P, che formano un angolo di 90° (oppure in alternativa un angolo non inferiore a 90°), i quali si intersecano in una retta I parallela all’asse longitudinale S’ del primo elemento allungato 2, la quale giace an eh’ essa nel piano di lavoro P ed è inoltre disposta da parte opposta del primo elemento allungato 2 rispetto allo schermo 30.
Si precisa che non è necessario che quinti mezzi deflettori 31 ed i sesti mezzi deflettori 32 siano a contatto, come mostrato in figura 11.
Secondo una variante non raffigurata, i quinti mezzi deflettori 31 ed i sesti mezzi deflettori 32 sono simmetrici ma ad una distanza non nulla dalla retta I.
L’assieme ottico comprende una singola apparecchiatura ottica 33 per profilo 3D, presentante asse ottico A’”, tramite la quale viene inquadrato il primo elemento allungato 2. Valgono per la singola apparecchiatura ottica 33 per profilo 3D le stesse considerazioni relativamente alle specifiche di configurazione fatte in precedenza in relazione alla prima apparecchiatura ottica 15 e alla seconda apparecchiatura ottica 16, che non sono qui ripetute per brevità.
I quinti mezzi deflettori 31 sono atti a generare inoltre una rispettiva vista virtuale speculare 3Γ della prima vista ed i sesti mezzi deflettori 32 sono atti a generare una rispettiva vista virtuale speculare 32’ della seconda vista, la singola apparecchiatura ottica 33 essendo atta ad acquisire in una singola immagine sia la prima vista ricevuta dai quinti mezzi deflettori 31 che la seconda vista ricevuta dai sesti mezzi deflettori 32. 1 quinti mezzi deflettori 31 ed i sesti mezzi deflettori 32 sono quindi atti a generare un piano di lavoro riflesso P’.
Resta inteso che anche per questa diversa forma realizzativa, la singola apparecchiatura ottica 33 deve essere disposta inclinata rispetto alla prima lama di luce 5 e alla seconda lama di luce 9 anche in presenza dei quinti mezzi deflettori 31 e dei sesti mezzi deflettori 32 e deve essere presente un terzo angolo a’” tra l’asse ottico A’” della singola apparecchiatura ottica 33 rispetto ai quinti mezzi deflettori 31 e ai sesti mezzi deflettori 32 e la rispettiva lama di luce 5, 9. Opzionalmente, secondo una variante illustrata in figura 13, l’assieme ottico comprende inoltre settimi mezzi deflettori 34, ad esempio uno specchio, atti a generare un rispettivo ulteriore piano virtuale speculare della prima vista e della seconda vista in modo tale che la singola apparecchiatura ottica 33 possa acquisire la prima vista e la seconda vista come ricevuta dai settimi mezzi deflettori 34, comunque sia disposta la singola apparecchiatura ottica 33 rispetto al primo elemento allungato 2.
Anche i settimi mezzi deflettori 34, così come i terzi mezzi deflettori 19, possono essere utilizzati per posizionare nello spazio in modo opportuno la singola apparecchiatura ottica 33 rispetto agli organi meccanici della macchina per tabacco come detto in precedenza e quindi per garantire una corretta acquisizione della prima vista e della seconda vista anche in presenza di problemi di ingombro non altrimenti risolvibili.
Anche in questa versione, in analogia alla precedente forma realizzati va, l’unità d’ispezione è atta ad ispezionare il primo elemento allungato 2, un secondo elemento allungato 20 ed un terzo elemento allungato, che è l’elemento allungato ideale 24, per effettuare contemporaneamente le ispezioni del primo elemento allungato 2 e del secondo elemento allungato 20 e monitorare eventuali anomalie nel posizionamento dell’assieme ottico, ispezionando l’elemento allungato ideale 24, analogamente a quanto illustrato in precedenza.
Nel caso in cui siano ispezionati i suddetti elementi allungati 2, 20 e 24, gli elementi allungati 2, 20 e 24 sono disposti tra loro affiancati ed hanno rispettivi assi longitudinali S’, S”, S’”, preferibilmente tra loro paralleli i quali giacciono nel piano di lavoro P.
La retta I nella quale si intersecano il piano in cui giacciono i quinti mezzi deflettori 31 ed il piano in cui giacciono i sesti mezzi deflettori 32 è disposta da parte opposta dei tre elementi allungati 2, 20 e 24 rispetto allo schermo 30.
In uso, quando l’unità di ispezione 1 riceve un comando di inizio ispezione, viene generata una singola lama di luce 29 mediante un singolo proiettore 28 di un assieme ottico per la scansione tridimensionale e tra un elemento allungato 2 e la singola lama di luce 29 viene predisposto uno schermo 30 che suddivide la singola lama di luce 29 in una prima parte di lama di luce 29a ed in una seconda parte di lama di luce 29b.
Predisponendo quinti mezzi deflettori 31 della prima parte di lama di luce 29a nel primo semispazio 3 e sesti mezzi deflettori 32 della seconda parte della lama di luce 29b nel secondo semispazio 4, viene ottenuta dalla singola lama di luce 29 mediante deviazione della singola lama di luce 29 stessa, una prima lama di luce 5, che dal primo semispazio 3 su una porzione di ispezione 6 del primo elemento allungato 2 proietta una prima linea luminosa curva tridimensionale 7 su una superficie esterna 8 del primo elemento allungato 2, Viene inoltre ottenuta dalla singola lama di luce 29 anche una seconda lama di luce 9, che dal secondo semispazio 4 sulla porzione di ispezione 6 proietta una seconda linea luminosa curva tridimensionale 10 sulla superficie esterna 8,
Viene inoltre predisposta una singola apparecchiatura ottica 33 per profilo 3D dell’assieme ottico atta ad acquisire in una singola immagine sia la prima vista dai quinti mezzi deflettori 31 che la seconda vista dai sesti mezzi deflettori 32, i quinti mezzi deflettori 31 essendo atti a generare una rispettiva vista virtuale speculare 3Γ della prima vista ed i sesti mezzi deflettori 32 essendo atti a generare una rispettiva vista virtuale speculare 32’ della seconda vista. In questo modo in una sola immagine, viene acquisita la prima vista dal primo semispazio 3 e la seconda vista dal secondo semispazio 4, opposto al primo semispazio 3, per mezzo della prima vista virtuale speculare 31’ e della seconda vista virtuale speculare 32’.
Per quanto riguarda la ricostruzione di un primo profilo curvo chiuso 12 di sezione del primo elemento allungato 2, vale quanto detto in precedenza e cioè viene elaborata la prima linea luminosa curva identificata 7’ nella prima vista e la seconda linea luminosa curva identificata 10’ nella seconda vista, come mostrato in figura 17.
Anche nella presente forma di realizzazione, è anche opzionalmente previsto di ispezionare il primo elemento allungato 2, un secondo elemento allungato 20 ed il terzo elemento allungato, che è l’elemento allungato ideale 24, per monitorare eventuali anomalie nel posizionamento dell’assieme ottico.
Nel caso in cui siano ispezionati i suddetti elementi allungati 2, 20 e 24, gli elementi allungati 2, 20 e 24 sono disposti tra loro affiancati, ed hanno rispettivi assi longitudinali S’, S”, S’” preferibilmente paralleli tra loro, i quali giacciono nel piano di lavoro P.
Ispezionando i tre elementi allungati 2, 20 e 24 mediante la prima lama di luce 5 e la seconda lama di luce 9, è così possibile anche elaborare la prima vista, ottenuta inquadrando il primo elemento allungato 2, il secondo elemento allungato 20 ed opzionalmente anche l’elemento allungato ideale 24 dal primo semispazio 3, come illustrato in precedenza.
I mezzi di elaborazione possono cosi ricostruire un secondo profilo curvo chiuso di sezione 35 del secondo elemento allungato 20 ed opzionalmente anche un profilo curvo chiuso di sezione 36 dell’elemento allungato ideale 24, per ispezionare il secondo elemento allungato 20 e opzionalmente anche verificare il posizionamento dell’assieme ottico tramite l’elemento allungato ideale 24, come indicato in precedenza.
Anche per questa forma realizzativa a singola apparecchiatura ottica 33 e singola lama di luce 29 è previsto calcolare in una fase di taratura, precedente alla fase operativa, la prima trasformazione geometrica per il primo elemento allungato 2 disposto nella prima posizione ed opzionalmente la seconda trasformazione geometrica per il secondo elemento allungato 20 disposto nella seconda posizione ed ancora opzionalmente la terza trasformazione geometrica per l’elemento allungato ideale 24 disposto nella terza posizione, come illustrato in precedenza.
Questa forma realizzativa deìl’unità d’ispezione 1 è particolarmente vantaggiosa. Innanzitutto l’unità d’ispezione 1 è ancora più compatta della forma realizzativa precedente, dal momento che l’assieme ottico comprende solo il singolo proiettore 28, lo schermo 30 e la singola apparecchiatura ottica 33. Inoltre, in un’unica immagine e quindi nello stesso momento viene garantita l’acquisizione della prima e della seconda vista del primo elemento allungato 2, del secondo elemento allungato 20 e dell’elemento allungato ideale 24, rispettivamente inquadrati dal primo se mi spazio 3 e dal secondo semi spazio 4.
La porzione d’ispezione coincide con la sezione del primo elemento allungato 2, del secondo elemento allungato 20 oppure dell’elemento allungato ideale 24, eseguita con un piano perpendicolare all’asse longitudinale degli elementi allungati che coincide con il piano di emissione della singola lama di luce 29 e quindi la frequenza d’ispezione è massima ed è determinata dalla sola velocità di acquisizione della singola apparecchiatura ottica 33.
Inoltre, avere in un’unica immagine sia la prima vista che la seconda vista, tramite la prima vista virtuale speculare 31’ e la seconda vista virtuale speculare 32’, garantisce che siano acquisite la prima linea luminosa curva tridimensionale 7, 21, 25 e la seconda linea luminosa curva tridimensionale 10, 23, 27 con i medesimi parametri di acquisizione propri dell’unica apparecchiatura ottica 33, ad esempio lo zoom, la messa a fuoco e l’apertura del diaframma di configurazione dell’obiettivo.
Lo stesso angolo a’” è inoltre definito sia tra la prima lama di luce 5 e l’asse ottico A’” della singola apparecchiatura ottica 33 nel primo semispazio 3 che tra la seconda lama di luce 9 e l’asse ottico A’” nel secondo semispazio 4.
Grazie alla presenza di un’unica apparecchiatura ottica 33, si può quindi avere un’elevata precisione nella ricostruzione del profilo curvo chiuso di ciascun elemento allungato 2, 20 e dell’elemento allungato ideale 24, se presente, in quanto la prima vista e la seconda vista sono inquadrate rispettivamente dal primo semispazio 3 e dal secondo semispazio 4 nello stesso modo, con lo stesso angolo di acquisizione e con la stessa singola apparecchiatura ottica 33.
Se tra i quinti mezzi deflettori 31 ed i sesti mezzi deflettori 32 è definito un angolo di 90°, vengono inquadrate contemporaneamente due facce opposte dell’elemento allungato 2 e pertanto quando sono disposte contraffacciate la prima linea luminosa curva identificata 7’, 25’ e 21’ e la seconda linea luminosa curva identificata 10’, 27’ e 23’, quest’ ultima ruotata oppure ribaltata di 180° per ricostruire il corrispondente profilo curvo chiuso di sezione 12, 35 e 36, tale rotazione fa allineare linee curve derivanti da una stessa sezione dell’elemento allungato 2, 20 oppure 24. In altre parole, sono disposte contraffacciate linee curve identificate le quali corrispondono a semiprofili dell’elemento allungato, per i quali si ha garanzia della disposizione a 180° l’uno dall’altro, e cioè su facce opposte.

Claims (10)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Unità di ispezione (1) di elementi allungati di forma cilindrica per articoli da fumo, in cui Γ unità di ispezione (1) comprende: una prima lama di luce (5), proiettata da un primo semispazio (3) su una porzione di ispezione (6) di un primo elemento allungato (2), atta ad ottenere una prima linea luminosa curva tridimensionale (7) su una superficie esterna (8) del primo elemento allungato (2); una seconda lama di luce (9), proiettata da un secondo semispazio (4) su detta porzione di ispezione (6), atta ad ottenere una seconda linea luminosa curva tridimensionale (10) sulla superficie esterna (8) del primo elemento allungato (2); ed in cui il primo semispazio (3) ed il secondo semispazio (4) sono disposti da parte opposta rispetto ad un piano di lavoro (P) passante per un asse longitudinale (S’) del primo elemento allungato (2); un assieme ottico atto ad elaborare una prima vista del primo elemento allungato (2) inquadrato dal primo semispazio (3) per identificare la prima linea luminosa curva (7’) ed atto inoltre ad elaborare una seconda vista del primo elemento allungato (2) inquadrato dal secondo semispazio (4) per identificare la seconda linea luminosa curva (10’); un dispositivo di elaborazione (11) atto a ricostruire un primo profilo curvo chiuso di sezione (12) del primo elemento allungato (2) elaborando la prima linea luminosa curva identificata (7’) e la seconda linea luminosa curva identificata (10’), in cui il dispositivo di elaborazione (11) è inoltre atto a confrontare il primo profilo curvo chiuso ricostruito (12) con un profilo di sezione (36) di un elemento allungato ideale (24), per identificare eventuali deformazioni del primo profilo curvo chiuso ricostruito (12) rispetto al profilo di sezione (36) dell’elemento allungato ideale (24).
  2. 2, Unità di ispezione secondo la rivendicazione 1, in cui l’assieme ottico comprende un primo proiettore (13) della prima lama di luce (5) ed un secondo proiettore (14) della seconda lama di luce (9), in cui opzionalmente l’assieme ottico comprende rispettivi primi mezzi deflettori della prima lama di luce (5) e/o secondi mezzi deflettori della seconda lama di luce (9) disposti in modo tale da proiettare la prima lama di luce (5) dal primo semispazio (3) e la seconda lama di luce (9) dal secondo semispazio (4) comunque siano disposti il primo proiettore (13) ed il secondo proiettore (14) rispetto al primo elemento allungato (2).
  3. 3. Unità di ispezione secondo la rivendicazione 2, in cui Γ assieme ottico comprende una prima apparecchiatura ottica (15) per profilo 3D atta ad acquisire una prima immagine della prima vista ed una seconda apparecchiatura ottica per profilo 3D atta ad acquisire una seconda immagine della seconda vista, in cui opzionalmente Γ assieme ottico comprende terzi mezzi deflettori (19) della prima vista e/o quarti mezzi deflettori della seconda vista, disposti in modo tale da generare un piano virtuale speculare della prima vista e/o della seconda vista in modo tale che la prima apparecchiatura ottica (15) possa acquisire la prima vista dai terzi mezzi deflettori (19) e/o la seconda apparecchiatura ottica (16) possa acquisire la seconda vista dai quarti mezzi deflettori, comunque siano disposte la prima apparecchiatura ottica (15) e la seconda apparecchiatura ottica (16) rispetto al primo elemento allungato (2).
  4. 4. Unità di ispezione secondo la rivendicazione 1, in cui l’assieme ottico comprende un singolo proiettore (28) di una singola lama di luce (29) ed uno schermo (30), disposto tra il singolo proiettore (28) e il primo elemento allungato (2), atto a suddividere la singola lama di luce (29) in una prima parte di lama di luce (29a) ed in una seconda parte di lama di luce (29b) ed in cui inoltre l’assieme ottico comprende quinti mezzi deflettori (31) della prima parte di lama di luce (29a) disposti nel primo semispazio (3) e sesti mezzi deflettori (32) della seconda parte della lama di luce (29b) disposti nel secondo semispazio (4), in cui i quinti mezzi deflettori (31) sono atti ad ottenere la prima lama di luce (5) proiettata dal primo semispazio (3) ed i sesti mezzi deflettori (32) sono atti a ottenere la seconda lama di luce (9) proiettata dal secondo semispazio (4) da una singola lama di luce (29).
  5. 5. Unità di ispezione secondo la rivendicazione 4, in cui lo schermo (30) è disposto perpendicolarmente al piano di lavoro (P), la dimensione dello schermo (30) e/o la posizione dello schermo (30) rispetto al primo elemento allungato (2) e rispetto al singolo proiettore (28) essendo tale da consentire che il primo elemento allungato (2) sia illuminato esclusivamente dalla prima lama di luce (5) e dalla seconda lama di luce (9) senza luce riflessa.
  6. 6. Unità secondo la rivendicazione 4, oppure la rivendicazione 5, in cui i quinti mezzi deflettori (31) ed i sesti mezzi deflettori (32) giacciono su rispettivi piani incidenti i quali si intersecano in una retta (I), la quale è parallela all’asse longitudinale (S’) del primo elemento allungato (2) e giace nel piano di lavoro (P), ed i quali inoltre sono inclinati e simmetrici rispetto al piano di lavoro (P).
  7. 7. Unità secondo una delle rivendicazioni da 4 a 6, in cui l’assieme ottico comprende una singola apparecchiatura ottica (33) per profilo 3D e in cui inoltre i quinti mezzi deflettori (31) sono atti a generare una rispettiva vista virtuale speculare (31’) della prima vista ed i sesti mezzi deflettori (32) sono atti a generare una rispettiva vista virtuale speculare (32’) della seconda vista, la singola apparecchiatura ottica (33) essendo atta ad acquisire in una singola immagine sia la prima vista dai quinti mezzi deflettori (31) che la seconda vista dai sesti mezzi deflettori (32) ed in cui opzionalmente l’assieme ottico comprende settimi mezzi deflettori (34) atti a generare un rispettivo ulteriore piano virtuale speculare della prima vista e della seconda vista in modo tale che la singola apparecchiatura ottica (33) possa acquisire la prima vista e la seconda vista dai settimi mezzi deflettori (34), comunque sia disposta la singola apparecchiatura ottica (33) rispetto al primo elemento allungato (2).
  8. 8. Unità di ispezione secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui l’assieme ottico è atto ad ispezionare contemporaneamente il primo elemento allungato (2) ed un secondo elemento allungato (9) mediante la prima lama di luce (5) e la seconda lama di luce (9), in cui il primo elemento allungato (5) ed il secondo elemento allungato (9) sono disposti tra loro paralleli rispettivamente in una prima posizione ed in una seconda posizione in modo tale che l’asse longitudinale (S’) del primo elemento allungato (2) sia parallelo ad un asse longitudinale (S”) del secondo elemento allungato (20) ed entrambi gli assi longitudinali (S’; S”) siano disposti nel piano di lavoro (P); l’assieme ottico essendo atto ad ottenere in aggiunta una prima linea luminosa curva (21) su una superficie esterna (22) del secondo elemento allungato (20) dalla proiezione della prima lama di luce (5) ed una seconda linea luminosa curva tridimensionale (23) sulla detta superficie esterna (22) dalla proiezione della seconda lama di luce (9); l’assieme ottico essendo inoltre atto ad elaborare la prima vista ottenuta inquadrando il primo elemento allungato (2) ed il secondo elemento allungato (20) dal primo semispazio (3) per identificare in aggiunta la prima linea luminosa curva tridimensionale (2Γ) del secondo elemento allungato (20) e ad elaborare la seconda vista ottenuta inquadrando il primo elemento allungato (2) ed il secondo elemento allungato (20) dal secondo semispazio (4) per identificare in aggiunta una seconda linea luminosa curva tridimensionale (23’) del secondo elemento allungato (20); ed in cui il dispositivo di elaborazione (11) è atto a ricostruire in aggiunta un secondo profilo curvo chiuso di sezione (35) del secondo elemento allungato (20) e a confrontare il secondo profilo curvo chiuso ricostruito (35) con il profilo di sezione (36) dell’elemento allungato ideale (24), per identificare in aggiunta eventuali deformazioni del secondo profilo curvo chiuso di sezione (35) rispetto al profilo di sezione (36) dell’elemento allungato ideale (24).
  9. 9. Unità di ispezione secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui l’assieme ottico è atto ad ispezionare il primo elemento allungato (2) e l’elemento allungato ideale (24) mediante la prima lama di luce (5) e la seconda lama di luce (9), in cui il primo elemento allungato (2) e l’elemento allungato ideale (24) sono disposti tra loro paralleli rispettivamente in una prima posizione ed in una terza posizione in modo tale che l’asse longitudinale (S’) del primo elemento allungato (2) sia parallelo all’asse longitudinale (S’”) dell’elemento allungato ideale (20) ed entrambi gli assi longitudinali (S’; S’”) siano disposti nel piano di lavoro (P); l’assieme ottico essendo atto ad ottenere in aggiunta una prima linea luminosa curva tridimensionale (25) su una superficie esterna (26) dell’elemento allungato ideale (24) dalla proiezione della prima lama di luce (5) ed una seconda linea luminosa curva tridimensionale (27) sulla detta superficie esterna (26) dalla proiezione della seconda lama di luce (9); l’assieme ottico essendo inoltre atto ad elaborare la prima vista ottenuta inquadrando il primo elemento allungato (2) ed l’elemento allungato ideale (24) dal primo semispazio (3) e la seconda vista ottenuta inquadrando il primo elemento allungato (2) e l’elemento allungato ideale (20) dal secondo semispazio (4); ed in cui il dispositivo di elaborazione (11) è atto a ricostruire in aggiunta un profilo curvo chiuso di sezione (36) dell’elemento allungato ideale (24) e a monitorare quest’ultimo generando un avvertimento se il profilo curvo chiuso ricostruito dell’elemento allungato ideale (24) è diverso dal profilo di sezione ideale (36).
  10. 10. Unità di ispezione secondo la rivendicazione 9, quando dipendente dalla rivendicazione 8, in cui l’elemento allungato ideale (24), il primo elemento allungato (2) ed il secondo elemento allungato (24) sono paralleli ed in cui l’assieme ottico è atto ad inquadrare contemporaneamente nella prima vista dal primo semispazio (3) e nella seconda vista dal secondo semispazio (4), il primo elemento allungato (2) disposto nella prima posizione, il secondo elemento allungato (20) disposto nella seconda posizione e l’elemento allungato ideale (24) disposto nella terza posizione.
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