ITUB20155514A1 - Casco per la respirazione artificiale. - Google Patents

Casco per la respirazione artificiale. Download PDF

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ITUB20155514A1
ITUB20155514A1 ITUB2015A005514A ITUB20155514A ITUB20155514A1 IT UB20155514 A1 ITUB20155514 A1 IT UB20155514A1 IT UB2015A005514 A ITUB2015A005514 A IT UB2015A005514A IT UB20155514 A ITUB20155514 A IT UB20155514A IT UB20155514 A1 ITUB20155514 A1 IT UB20155514A1
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IT
Italy
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ring
helmet
section
collar
patient
Prior art date
Application number
ITUB2015A005514A
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English (en)
Inventor
Andrea Paltrinieri
Original Assignee
Intersurgical S P A
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Publication date
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61MDEVICES FOR INTRODUCING MEDIA INTO, OR ONTO, THE BODY; DEVICES FOR TRANSDUCING BODY MEDIA OR FOR TAKING MEDIA FROM THE BODY; DEVICES FOR PRODUCING OR ENDING SLEEP OR STUPOR
    • A61M16/00Devices for influencing the respiratory system of patients by gas treatment, e.g. mouth-to-mouth respiration; Tracheal tubes
    • A61M16/06Respiratory or anaesthetic masks
    • A61M16/0605Means for improving the adaptation of the mask to the patient
    • A61M16/0627Means for improving the adaptation of the mask to the patient with sealing means on a part of the body other than the face, e.g. helmets, hoods or domes

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Description

“CASCO PER LA RESPIRAZIONE ARTIFICIALE”
CAMPO TECNICO
La presente invenzione riguarda un casco per la respirazione artificiale, ad esempio di pazienti.
Più in particolare, l’invenzione riguarda un casco per la respirazione artificiale di pazienti senza l’ausilio di maschere o tubi tracheali.
TECNICA PREESISTENTE
Come è noto per la respirazione artificiale, quale la ventilazione non invasiva (NIV) o la ventilazione meccanica a pressione continua positiva delle vie aeree (CPAP), di pazienti in genere, sono utilizzati dei caschi che, in linea generale, sono realizzati da un corpo contenitore sostanzialmente cilindrico dotato di una estremità chiusa ed una contrapposta estremità aperta, la quale è chiusa da un collare costituito da una sottile membrana in materia plastica elasticamente cedevole che, per mezzo di una luce di passaggio a sezione variabile, variabile per effetto della elasticità della membrana stessa, viene calzato sul collo del paziente, allargando la sezione della luce di passaggio con entrambe le mani, e si accoppia ad esso, grazie al ritorno elastico, per esercitare la tenuta in esercizio.
Il casco, inoltre, è provvisto di imbocchi di entrata ed uscita, rispettivamente, dell’aria e ossigeno e dei gas esausti della respirazione (ovvero la CO2).
Tali caschi sono utilizzati in ossigenoterapia e nella ventilazione di pazienti con pressione continua positiva, ad esempio per la somministrazione di terapie quali la cosiddetta CPAP o NIV.
Il casco è generalmente fornito in varie taglie a seconda della taglia del collo (e/o della testa) del paziente che lo deve indossare, in quanto la luce di passaggio non deve né essere troppo larga rispetto al diametro del collo del paziente, onde evitare perdite di pressione (e gas) dall'interno del casco, né essere troppo stretta, onde evitare di stringere eccessivamente il collo del paziente.
È altresì noto, ad esempio dal brevetto US 5,819,728, l’uso di un collare troncoconico con alcune tacche di riferimento posizionate a diametri differenti del collare, le quali indicano al personale addetto all’istallazione del casco il punto in cui tagliare il collare per determinare una luce di passaggio ottimale a seconda del diametro del collo del paziente.
Uno scopo della presente invenzione è quello di ottenere un casco dotato di un collare che risulti facilmente adattabile alle differenti taglie del collo dei pazienti senza compromettere in nessun modo il comfort del paziente e l’integrità della funzione di tenuta esercitata dal collare, nonché che risulti facile e veloce da indossare e rimuovere dal paziente, ad esempio senza aggravare le operazioni di predisposizione del collare per il personale addetto all’istallazione.
Tali scopi sono raggiunti dalle caratteristiche dell’invenzione riportate nella rivendicazione indipendente. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell’invenzione.
ESPOSIZIONE DELL'INVENZIONE
L'invenzione, particolarmente, rende disponibile un casco per la respirazione artificiale comprendente:
- un corpo contenitore, nel quale è alloggiabile la testa di un paziente, e dotato di una estremità aperta,
- un collare atto a chiudere l’estremità aperta del corpo contenitore e dotato di una luce di passaggio a sezione variabile accoppiabile a tenuta ad un collo del paziente,
mezzi di immissione di almeno un gas respirabile all’interno di un volume racchiuso dal corpo contenitore e dal collare e mezzi di efflusso dei gas espirati dal paziente dal volume; e
- un elemento di azionamento mobile, ad esempio rispetto al corpo contenitore, connesso al collare e configurato per variare la sezione della luce di passaggio del collare tra una sezione minima ed una sezione massima, ad esempio a seguito di una movimentazione dell’elemento di azionamento rispetto al corpo contenitore.
Grazie a tale soluzione, il collare è facilmente adattabile alle differenti taglie del collo dei pazienti senza compromettere in nessun modo il comfort del paziente e l’integrità della funzione di tenuta esercitata dal collare ed inoltre il collare così configurato risulta facile e veloce da indossare e rimuovere dal paziente, ad esempio senza aggravare gli oneri del personale addetto all’installazione del casco.
Un aspetto dell’invenzione prevede, inoltre, che l’elemento di azionamento possa comprende un primo anello e un secondo anello girevoli reciprocamente rispetto ad un asse comune, il primo anello e il secondo anello definendo una apertura infilabile con gioco radiale sulla testa del paziente e il collare, a sua volta, possa comprendere una membrana (o diaframma) ad iride posizionata nella apertura e connessa al primo anello ed al secondo anello, la membrana ad iride essendo operabile per mezzo della rotazione reciproca tra il primo anello ed il secondo anello per la variazione della sezione della luce di passaggio.
Grazie a tale soluzione, la configurazione del collare e dell’elemento di azionamento risulta di semplice realizzazione, dal peso contenuto, di efficace impiego e dal costo contenuto, pertanto ottimale per prodotti monouso e mono-paziente come i caschi per la terapia di pazienti.
Vantaggiosamente, la membrana ad iride può essere una membrana flessibile e resiliente.
Ancora un aspetto dell’invenzione prevede che la membrana ad iride possa comprendere un elemento tubolare una cui prima estremità è sigillata al primo anello e una cui seconda estremità è sigillata al secondo anello.
Grazie a tale soluzione la realizzazione di un collare funzionale e atto a mantenere a tenuta il volume interno del corpo contenitore da esso racchiuso è particolarmente funzionale, razionale ed economica.
Ancora, il primo anello e il secondo anello possono essere almeno parzialmente assialmente sovrapposti.
Grazie a tale soluzione, l’ingombro assiale dell’elemento di azionamento (ovvero l’unione del primo anello e del secondo anello) può essere contenuto e, quindi, non impatta in modo negativo sulla visuale del paziente che indossa il casco. Un ulteriore aspetto dell’invenzione prevede che uno tra il primo anello ed il secondo anello possa essere sigillato alla estremità aperta del corpo contenitore. Grazie a tale soluzione, la movimentazione dell’altro tra il secondo anello e il primo anello rispetto al corpo contenitore, facilmente realizzabile da una unica persona che tiene in mano il casco, definisce la variazione della sezione della luce di passaggio del collare per l’adattabilità dello stesso alle differenti taglie del collo del paziente su cui deve essere installato.
Vantaggiosamente, il casco può comprendere un corpo anulare infilabile con gioco radiale sulla testa del paziente e sigillato alla estremità aperta del corpo contenitore, in tal caso l’elemento di azionamento può essere connesso in modo removibile al corpo anulare.
Grazie a tale soluzione il casco potrebbe risultare facilmente apribile in emergenza tramite la separazione tra il corpo anulare e l’elemento di azionamento (ad esempi il primo anello dello stesso)
Vantaggiosamente, uno tra il primo anello ed il secondo anello può comprendere almeno un elemento di ancoraggio a cui è collegabile un organo di contrasto al sollevamento del casco causato dalla variazione del volume interno del casco dovuto alla respirazione del paziente.
Grazie a tale soluzione è possibile ridurre al minimo la variazione del volume interno del casco, durante la respirazione del paziente, dovuta all’elasticità del collare.
Secondo un aspetto dell’Invenzione, il casco può comprendere un gruppo di fine corsa atto ad arrestare la movimentazione dell’elemento di azionamento in almeno una posizione corrispondente ad una sezione della luce di passaggio compresa tra la sezione minima e la sezione massima o una qualunque sezione intermedia tra la sezione minima e la sezione massima.
Grazie a tale soluzione la variazione della sezione della luce di passaggio del collare risulta facilmente controllabile e definibile.
Tale gruppo di fine corsa, ad esempio, può comprendere un perno sporgente da uno tra il primo anello ed il secondo anello e una asola allungata praticata nell’altro tra il secondo anello ed il primo anello, nella cui asola allungata scorre il perno sporgente, detta asola allungata comprendendo almeno due contrapposte fiancate di riscontro definenti due posizioni di fine corsa per il perno sporgente corrispondenti rispettivamente alla sezione minima e alla sezione massima della luce di passaggio.
Ancora un aspetto dell’invenzione prevede che il perno sporgente possa comprendere una porzione emergente (ad esempio in direzione radiale) dall’asola allungata, la quale risulta impugnabile dall’esterno rispetto al primo anello e al secondo anello per l’azionamento in scorrimento del perno sporgente lungo l’asola allungata.
Grazie a tale soluzione l’azionamento della rotazione reciproca tra il secondo anello ed il primo anello risulta particolarmente semplice, intuitiva e di facile realizzazione.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno evidenti dalla lettura della descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l'ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate.
La figura 1 è una vista frontale di una prima forma di realizzazione di un casco per la ventilazione di pazienti secondo l’invenzione.
La figura 2 è una vista laterale di figura 1.
La figura 3 è la vista di sezione lungo la traccia lll-lll di figura 1.
La figura 4 è una vista dall’alto di figura 3.
La figura 5 è una vista dall’alto di figura 3 con il collare in una configurazione in cui la luce di passaggio presenta una sezione intermedia tra una sezione minima ed una sezione massima.
La figura 6 è una vista dall’alto di figura 3 con il collare in una ulteriore configurazione in cui la luce di passaggio presenta una sezione più prossima alla sezione minima rispetto alla configurazione di figura 5.
La figura 7 è una vista frontale di un particolare del casco di figura 5.
La figura 8 è una vista frontale di un particolare del casco di figura 6.
La figura 9 è una vista in esploso di figura 3.
La figura 10 è una vista frontale di una seconda forma di realizzazione di un casco per la ventilazione di pazienti secondo l’invenzione.
MODO MIGLIORE PER ATTUARE L'INVENZIONE
Con particolare riferimento a tali figure, si è indicato globalmente con 10 un casco per la ventilazione artificiale, ad esempio non invasiva, di pazienti in genere, ad esempio per la respirazione artificiale, quale la ventilazione non invasiva (NIV) o la ventilazione meccanica a pressione continua positiva delle vie aeree (CPAP). Il casco 10 comprende un corpo contenitore 20 che, ad esempio, è realizzato da un elemento sostanzialmente cilindrico avente un’estremità chiusa 21 (ad esempio la estremità superiore in esercizio) e una opposta estremità aperta 22. Il corpo contenitore 20, ad esempio, è realizzato almeno in parte in materiale otticamente trasparente che, pur essendo flessibile, non risulta dilatabile.
Il casco 10 comprende, inoltre, un collare 30 atto a chiudere l’estremità aperta 22 del corpo contenitore 20 e dotato di una luce di passaggio 31 a sezione variabile calzabile sul collo del paziente ed accoppiabile a tenuta ad esso.
In pratica, il collare 30 e il corpo contenitore 20 definiscono un volume interno in cui è alloggiabile, ad esempio con abbondante gioco radiale e/o assiale, la testa del paziente.
Il volume interno risulta chiuso dall’azione di tenuta che il collare 30, in prossimità della zona interessata dalla luce di passaggio 31, esercita sul collo del paziente una volta che il paziente indossa il casco 10.
Il casco 10 comprende, poi, mezzi di immissione di aria (o miscela aria e ossigeno o ossigeno) all’interno del volume interno racchiuso dal corpo contenitore 20 e dal collare 30 e mezzi di efflusso dei gas espirati dal paziente durante la respirazione dallo stesso volume interno.
Nell’esempio raffigurato, i mezzi di immissione comprendono un condotto di entrata 23 per l’immissione dell’aria.
Il condotto di entrata 23 ad esempio è dotato, in corrispondenza dell’estremità che sfocia all'interno del volume racchiuso dal corpo contenitore 20 e dal collare 30, di un diffusore.
Il condotto di entrata 23 è vantaggiosamente fissato in modo inamovibile al casco 10, ad esempio al corpo contenitore 20, ad esempio uscendo in direzione radiale da esso.
Inoltre, il condotto di entrata 23 può essere dotato di un raccordo presa di pressione, ad esempio diramantesi sostanzialmente in direzione radiale rispetto al condotto di entrata 23 stesso, al quale è associabile un manometro.
L’estremità libera del condotto di entrata 23 presenta, ad esempio, dimensioni standard per il collegamento ad usuali strumentazioni di approvvigionamento di gas respirabile quali aria, aria e ossigeno o ossigeno, quali bombole, condotti, flussimetri, venturimetri o simili dispositivi.
Il condotto di entrata 23 e il casco 10 (ad esempio il corpo contenitore 20) costituiscono di fatto un corpo unico indivisibile e, ad esempio, sono fissati stabilmente mediante saldatura, ad esempio saldatura a radiofrequenza, o mediante incollaggio o altra tecnica non risolvibile di fissaggio.
In tal modo il condotto di entrata 23 è di fatto integrato al casco 10, ovvero ad una delle porzioni dello stesso di cui è costituito.
Nell’esempio illustrato il condotto di entrata 23 è fissato al corpo contenitore 20, ad esempio in una qualsiasi parte dello stesso, preferibilmente ma non limitatamente in modo che l’asse del condotto di entrata 23 sia sostanzialmente radiale. In alternativa, è possibile prevedere che il condotto di entrata 23 sia fissato ad un corpo anulare 24 (vd. la sola Figura 10), ad esempio sostanzialmente rigido, che può essere fissato alla estremità aperta 22 del corpo contenitore 20, ad esempio ad esso sigillato (a tenuta) lungo tutta la circonferenza.
Ad esempio, il corpo anulare 24 può essere fissato alla estremità aperta 22 del corpo contenitore 20 mediante termosaldatura o altra tecnica di fissaggio che garantisca la tenuta ermetica e stabile tra i due.
In questo caso la disposizione del condotto di entrata 23 può essere sostanzialmente radiale o assiale a seconda delle esigenze.
Ancora, in alternativa, è possibile prevedere che il condotto di entrata 23 sia fissato al collare 30 a seconda delle esigenze.
I mezzi di efflusso comprendono un condotto di uscita 25 dei gas espirati dal paziente nella respirazione (ad esempio di dimensioni standard per il collegamento ad usuali tubazioni o valvole PEEP e/o altri dispositivi analoghi), il quale ad esempio è anch’esso dotato, in corrispondenza dell’estremità che sfocia all’interno del volume racchiuso dal corpo contenitore 20 e dal collare 30, di un relativo diffusore.
Nell’esempio illustrato il condotto di uscita 25 è fissato al corpo contenitore 20, ad esempio in una qualsiasi parte dello stesso, preferibilmente ma non limitatamente in modo che l’asse del condotto di uscita stesso sia sostanzialmente radiale.
In alternativa, è possibile prevedere che il condotto di uscita 25 sia fissato all’anello rigido 24.
In questo caso la disposizione del condotto di uscita 25 può essere sostanzialmente radiale o assiale a seconda delle esigenze.
Ancora, in alternativa, è possibile prevedere che il condotto di uscita 25 sia fissato al collare 30, a seconda delle esigenze.
Il casco 10 comprende, inoltre, una valvola a nti- soffoca mento 26, ovvero una valvola bidirezionale che è in grado di porre in comunicazione il volume interno al casco 10 con il volume esterno ad esso, in caso di emergenza.
La valvola a nti- soffoca mento 26, ad esempio è del tipo descritto nella domanda di brevetto EP 1 797 925 a nome della stessa Richiedente, che si intende qui incorporata per riferimento, o similare.
La valvola anti-soffocamento 26 può essere associata in modo irremovibile al casco 10, ad esempio ad una qualsiasi porzione del corpo contenitore 20 (meglio se in prossimità della bocca del paziente), o in alternativa in modo removibile, a seconda delle esigenze ad esempio ad un condotto ausiliario del tutto analogo al condotto di ingresso 23 o al condotto di uscita 25 previsto nel casco 10.
Il casco 10, inoltre, può comprendere anche eventuali aperture chiudibili per l’accesso al volume interno al casco 10 come oblò o zip o simili accorgimenti noti al tecnico del settore, e così via, ulteriori valvole o accessori a seconda della destinazione d’uso e delle necessità.
Il casco 10 può comprendere fori passanti a cui sono associati uno o più elementi di connessione 27, ad esempio del tipo di passacavi (quali SNG o simili) o altro raccordo per varie strumentazioni adatte alla terapia del paziente, che connettono il volume esterno con il volume interno al corpo contenitore 20 e al collare 30 e possono essere chiusi da membrane e/o coperchi a seconda delle esigenze. Gli elementi di connessione 27 possono essere fissati sul corpo contenitore 20 e/o sul collare 30 e/o sul corpo anulare 24 (ove previsto) a seconda delle esigenze.
Il casco 10 comprende un elemento di azionamento 40 comprendente almeno una porzione mobile rispetto al corpo contenitore 20, connesso al collare 30 e configurato per variare la sezione della luce di passaggio 31 del collare 30 stessa tra una sezione minima, ad esempio nulla o preferibilmente non nulla, come mostrato in Figura 6, ed una sezione massima (vd. Figura 4) a seguito di una movimentazione dell’elemento di azionamento 40 rispetto al corpo contenitore 20.
L’elemento di azionamento 40 è in pratica un meccanismo meccanico la cui movimentazione in un senso rispetto al corpo contenitore 20 provoca la strizione della luce di passaggio 31, da una qualunque sezione compresa tra la sezione massima (inclusa) e la sezione minima (esclusa) verso la sezione minima, e la cui movimentazione nel senso opposto provoca l’allargamento della sezione della luce di passaggio 31, da una qualunque sezione compresa tra la sezione minima (inclusa) e la sezione massima (esclusa) verso la sezione massima.
Ad esempio, l’elemento di azionamento 40 comprende un primo anello 41, ad esempio sostanzialmente rigido, di diametro (interno) tale da permettere l’inserimento della testa di un qualsiasi paziente, con abbonante gioco radiale, all’interno di esso; in pratica, il diametro del primo anello 41 è sostanzialmente pari al diametro della estremità aperta 22 del corpo contenitore 20.
Il primo anello 41 è ad esempio connesso, preferibilmente in modo coassiale rispetto al corpo contenitore 20, alla estremità aperta 22 del corpo contenitore 20. In una prima forma di realizzazione mostrata nelle figure 1-9, il primo anello 41 è fissato in modo permanente alla estremità aperta 22 del contenitore 20, ad esempio ad essa sigillato (a tenuta) lungo tutta la circonferenza degli stessi, ad esempio mediante termosaldatura o altra tecnica di fissaggio permanente.
In particolare, come visibile nel dettaglio di figura 3, il primo anello 41 è definito da un corpo di rivoluzione sostanzialmente cilindrico e/o troncoconico (con concavità rivolta verso l’estremità chiusa 21 del corpo contenitore 20) ad esempio a parete sottile, una cui prima estremità 410 assiale, prossimale alla estremità chiusa 21 del corpo contenitore 20 (ovvero superiore in uso), è ad esempio fissata alla estremità aperta 22 del corpo contenitore 20.
Il primo anello 41 comprende, ad esempio, una seconda estremità 411 assiale, distale dalla estremità chiusa 21 del corpo contenitore 20 (ovvero superiore in uso), la quale è ad esempio libera.
Il primo anello 41 comprende, inoltre, una sede anulare 412, ad esempio, posta in un tratto assialmente intermedio del primo anello 41 interposto tra la prima estremità 410 e la seconda estremità 41 1 .
Ad esempio, la sede anulare 412 è posta all’esterno del volume interno al casco 10 racchiuso dal collare 30 e dal corpo contenitore 20.
La sede anulare 412, nella fattispecie, presenta sezione trasversale (come visibile nel particolare ingrandito di figura 3) sostanzialmente conformata ad “U", con concavità rivolta verso l’estremità chiusa 21 del corpo contenitore 20, ed è accessibile assialmente.
Nell’esempio raffigurato, la sede anulare 412 è ricavata in corrispondenza della superficie laterale interna del primo anello 41 ed è pertanto contornata, da un lato, dalla parete interna del primo anello 41 stesso e, inferiormente e dall’altro lato, da un lembo, ad esempio ricavato in corpo unico con il primo anello 41 e ripiegato ad “U" sul primo anello 41 stesso e derivantesi a sbalzo dalla parete interna dello stesso.
La sede anulare 412, particolarmente, presenta concavità discorde con la concavità del corpo contenitore 20.
Il primo anello 41, ad esempio, comprende un’asola allungata 413 presentante uno sviluppo longitudinale in direzione circonferenziale.
L’asola allungata 413 è ad esempio passante in direzione radiale e, ad esempio, è praticata nel tratto assialmente intermedio del primo anello 41 interposto tra la prima estremità 410 e la seconda estremità 411.
Ad esempio, l’asola allungata 413 è interposta assialmente tra il fondo della sede anulare 412 e la seconda estremità 411.
L’asola allungata 413 si estende longitudinalmente per un predeterminato arco di circonferenza, ad esempio, che sottende un angolo al centro compreso tra 5° -270°, preferibilmente compreso tra 90° e 270°.
L’asola allungata 413 è chiusa e delimitata alle opposte estremità longitudinali da due contrapposte fiancate 413’ e 413” (rispettivamente mostrate in figura 2 e figura 9).
Il primo anello 41, inoltre, comprende un elemento di ancoraggio 414 a cui è collegabile un organo di contrasto, quale ad esempio delle bretelle B o una basetta (come descritta nel brevetto EP 2 376 168 a nome della stessa Richiedente che si intende qui incorporato integralmente per riferimento) o tiranti o simili elementi a contrappeso. L’organo di contrasto è atto a contrastare il sollevamento del casco 10 causato dalla variazione di volume (compliance) e/o di pressione del volume interno al casco 10 provocata dalla respirazione del paziente.
Nell’esempio raffigurato l’elemento di ancoraggio 414 comprende una pluralità di asole passanti, ad esempio in direzione assiale rispetto al primo anello 41, praticate in una porzione inferiore del primo anello 41 , ad esempio in prossimità della seconda estremità 41 1 dello stesso.
In pratica, tali asole passanti definiscono degli occhielli con la seconda estremità 411 del primo anello 41 infilabili dalle bretelle B o da elementi di aggancio di un altro organo di contrasto noto.
Ad esempio è possibile prevedere due di tali asole passanti diametralmente contrapposte, una anteriore e una posteriore, o come mostrato nelle figure quattro asole passanti, a due a due diametralmente contrapposte, due anteriori e due posteriori, ad esempio disposte simmetricamente rispetto ad un piano mediano (antero-posteriore e verticale) del primo anello 41 .
Non si esclude che gli elementi di ancoraggio 414 possano essere differenti da quelli illustrati, sia in numero che in tipologia, ad esempio, essi potrebbero essere dei pioli sporgenti dal primo anello 41 o altro elemento idoneo all’ancoraggio di bretelle, basette o simili organi di contrasto.
In una seconda forma di realizzazione mostrata solo schematicamente in figura 10, il primo anello 41 potrebbe essere fissato in modo removibile alla estremità aperta 22 del contenitore 20.
In particolare in tale forma di realizzazione, il primo anello 41 potrebbe essere connesso coassialmente (e ad esempio almeno parzialmente sovrapposto assialmente) al corpo anulare 24 e ad esso fissato in modo risolvibile.
Il primo anello 41 potrebbe essere agganciato al corpo anulare 24, ad esempio mediante un aggancio a baionetta 415 a tenuta, ad esempio del tipo descritto nella domanda di brevetto nr. EP 2 548 600 a nome della stessa Richiedente e che si intende qui incorporata per riferimento.
In alternativa, il primo anello 41 potrebbe essere agganciato al corpo anulare 24, ad esempio mediante un aggancio a scatto a tenuta, ad esempio del tipo descritto nella domanda di brevetto nr. IT 0001418689 a nome della stessa Richiedente e che si intende qui incorporata per riferimento.
Ancora, il primo anello 41 potrebbe essere avvitato al corpo anulare 24, ad esempio mediante un collegamento filettato a tenuta, ad esempio del tipo descritto nella domanda di brevetto per modello di utilità nr. IT 202015902331030 a nome della stessa Richiedente e che si intende qui incorporata per riferimento. Non si esclude che il primo anello 41 possa essere connesso in modo removibile al corpo anulare 24 con differenti tipologie di connessione a tenuta a seconda delle esigenze, o anche in modo irremovibile.
Nella prima e nella seconda forma di realizzazione, comunque, il primo anello 41 è fissato, ad esempio, in modo permanente e a tenuta - come meglio verrà descritto nel seguito - ad una porzione circonferenziale del collare 30.
L’elemento di azionamento 40 comprende, inoltre, un secondo anello 42 il quale è connesso in modo girevole al primo anello 41, ad esempio rispetto ad un comune asse, ovvero l’asse centrale degli stessi e, quindi, definisce la porzione mobile dell’elemento di azionamento 40 rispetto al casco 10 la cui movimentazione provoca la variazione della sezione della luce di passaggio 31, come meglio verrà descritto nel seguito.
Il secondo anello 42 ad esempio è sostanzialmente rigido e presenta un diametro interno tale da permettere l’inserimento della testa di un qualsiasi paziente, con abbonante gioco radiale, all’interno di esso; in pratica, il diametro del secondo anello 42 è di dimensioni paragonabili (sebbene di poco inferiori) al diametro del primo anello 41.
Il primo anello 41 e il secondo anello 42, una volta connessi in modo coassiale, definiscono una apertura 43 (mostrata solo in figura 4) infilabile con gioco radiale sulla testa del paziente.
Ad esempio, il secondo anello 42 comprende un corpo sostanzialmente cilindrico a sezione sottile avente una prima estremità 420 assiale, prossimale alla estremità chiusa 21 del corpo contenitore 20 (ovvero superiore in uso), e una seconda estremità 421 assiale, distale dalla estremità chiusa 21 del corpo contenitore 20 (ovvero superiore in uso).
Il secondo anello 42 è ad esempio infilato assialmente all'interno del primo anello 41 con (piccolo) gioco radiale.
Il secondo anello 42, ad esempio la sua seconda estremità 421, è accolto (ad esempio con un piccolo gioco radiale) girevolmente all’ interno della sede anulare 412 del primo anello 41.
Il secondo anello 42 comprende, inoltre, un perno sporgente 422 verso l’esterno (ad esempio in direzione radiale) fissato ad un tratto intermedio della superficie esterna del secondo anello 42, ad esempio tale tratto intermedio è compreso tra la prima estremità 421 e la seconda estremità 422 del secondo anello 42.
Il perno sporgente 422 può essere realizzato in corpo unico con il secondo anello 42 o essere fissato ad esso mediante opportuni collegamenti meccanici, come ad esempio organi filettati o simili.
Il perno sporgente 422 è configurato e dimensionato in modo da essere infilato all’interno dell’asola allungata 413 praticata nel primo anello 41, ad esempio con gioco (ad esempio un piccolo gioco in direzione trasversale rispetto all’asse longitudinale della asola allungata 413 e un elevato gioco in direzione parallela all’asse longitudinale della asola allungata 413).
In pratica, il perno sporgente 422 è scorrevolmente inserito nell’asola allungata 413 lungo la direzione longitudinale dell’asola allungata stessa, tra due posizioni di fine corsa longitudinali definite, ad esempio, dalle contrapposte fiancate 413’ e 413” dell’asola allungata stessa.
Le posizioni di fine corsa del perno sporgente 422 lungo l’asola allungata 413 definiscono posizione di fine corsa della rotazione reciproca, nei due versi di rotazione, del secondo anello 42 rispetto al primo anello 41.
Il perno sporgente 422, ad esempio, comprende una porzione emergente dall’asola allungata 413 (ad esempio definita dalla estremità del perno sporgente 422 distale dal secondo anello 42 e che sporge in direzione radiale al di fuori del primo anello 41). Tale porzione emergente presenta una lunghezza tale da risultare abbrancabile, ad esempio con le dita, dall’esterno del primo anello 41 e del secondo anello 42 per l’azionamento in scorrimento del perno sporgente 422 lungo la traiettoria definita dall’asola allungata 413.
Il primo anello 41 potrebbe comprendere, allo scopo di agevolare la movimentazione del perno sporgente 422 (ovvero la rotazione reciproca del secondo anello 42 rispetto al primo anello 41), uno o più aggetti radiali o impronte o altro elemento di riscontro (non mostrati), che ad esempio sono impegnabili da uno o più dita per definire un punto fisso di riscontro rispetto al quale far muovere il perno sporgente 422.
Il perno sporgente 422, inoltre, è tale da vincolare assialmente il primo anello 41 e il secondo anello 42; non si esclude, inoltre, che tra il primo anello 41 e il secondo anello 42 possano essere previsti altri e/o ulteriori elementi di vincolo assiale che ne consentano, comunque, la rotazione assiale reciproca.
Inoltre, il primo anello 41 o il secondo anello 42 potrebbero comprendere denti radiali e/o impegni a saltarello tali da impedire o limitare la rotazione spontanea del secondo anello 42 rispetto al primo anello 41 .
Nell’esempio, il primo anello 41 e il secondo anello 42 sono almeno parzialmente assialmente sovrapposti, in particolare il secondo anello 42 è tutto contenuto nell’ingombro assiale del primo anello 41 .
Il collare 30 comprende (o è costituito da) una membrana ad iride 32 (o diaframma) posizionata nella apertura 43 definita dal primo anello 41 e dal secondo anello 42 e connessa al primo anello 41 ed al secondo anello 42 (come meglio verrà descritto nel seguito).
In pratica, la membrana ad iride 32 è operabile per mezzo della rotazione reciproca tra il primo anello 41 ed il secondo anello 42 per la variazione della sezione della luce di passaggio 31 del collare 30, ad esempio tra una sezione minima ed una sezione massima (predefinite).
La membrana ad iride 32 è, ad esempio, una membrana flessibile e resiliente, ad esempio a spessore sottile.
La membrana ad iride 32 è ad esempio realizzata di una materia plastica come ad esempio poliuretano, ad esempio un film sottile.
La membrana ad iride 32, come mostrato nell’esploso di figura 9, comprende un elemento tubolare 320 (cilindrico) ad esempio a spessore sottile (sostanzialmente compreso tra 10 pm e 50 μιτι,) realizzato in tale materiale flessibile e resiliente. Una prima estremità 321 dell’elemento tubolare 320 che definisce la membrana ad iride 32 è sigillata (a tenuta) al primo anello 41 , ad esempio in corrispondenza della prima estremità 410 dello stesso, lungo tutta la circonferenza, ad esempio mediante termosaldatura o altra tecnica di fissaggio permanente.
Una seconda estremità 322 dell’elemento tubolare 320 che definisce la membrana ad iride 32 è sigillata (a tenuta) al secondo anello 42, ad esempio in corrispondenza della prima estremità 420 dello stesso, lungo tutta la circonferenza, ad esempio mediante termosaldatura o altra tecnica di fissaggio permanente
Quando il primo anello 41 e il secondo anello 42 sono tra loro connessi, owero ravvicinati assialmente, e il secondo anello 42 è inserito nella sede anulare 412 del primo anello 41, l’elemento tubolare 320 è ripiegato su se stesso e comprende due falde sovrapposte suddivise da una linea di piegatura 323 circonferenziale, ad esempio posta sostanzialmente a metà della dimensione assiale dell’elemento tubolare 320.
La linea di piegatura 323 definisce, di fatto, la luce di passaggio 31 a sezione variabile del collare 30.
A seguito di una rotazione reciproca del secondo anello 42 rispetto al primo anello 41, infatti, le falde sovrapposte dell’elemento tubolare 320 sono mosse in moto reciproco così da attorcigliare o dispiegare la linea di piegatura 323, la quale presenterà, quindi, una luce di passaggio 31 via via più piccola (in modo controllato e continuo) tanto più la linea di piegatura 323 si attorciglia e via via più grande (in modo controllato e continuo) tanto più la linea di piegatura 323 si dispiega.
Le posizioni di fine corsa della rotazione reciproca del secondo anello 42 rispetto al primo anello 41 definiscono, quindi, due rispettive differenti sezioni della luce di passaggio 31, di cui una sezione massima, ad esempio definita dal diametro massimo dell’elemento tubolare 320 (ovvero della linea di piegatura 323, paragonabile al diametro interno del primo anello 41 e/o del secondo anello 42), ed una sezione minima, ad esempio nulla o preferibilmente, maggiore di zero di un diametro impostabile, minore del diametro massimo dell’elemento tubolare 320.
Il secondo anello 42 è girevole rispetto al primo anello 41 in una infinità di posizioni intermedie tra le posizioni di fine corsa e, corrispondentemente, la luce di passaggio 31 è variabile in una infinità di sezioni intermedie comprese tra la sezione massima e la sezione minima.
Ad esempio, il primo anello 41 , ad esempio in corrispondenza dell’asola allungata 413, può comprendere una o più tacche di posizionamento definenti posizioni angolari del perno sporgente 422 corrispondenti a differenti sezioni della luce di passaggio 31 intermedie rispetto alla sezione massima e alla sezione minima. Ad esempio tali tacche di posizionamento potrebbero essere riscontri meccanici (che vincolano la rotazione tra il primo anello 41 e il secondo anello 42 in modo temporaneo e sono svincolabili tramite un’azione volontaria del personale addetto che ruota forzatamente il secondo anello 42 rispetto al primo anello 41) o essere riscontri solamente visivi (in prossimità dei quali il personale addetto può posizionare il perno sporgente 422 per definire la taglia della luce di passaggio 31 del collare 30).
Alla luce di quanto sopra descritto, il funzionamento del casco 10 è il seguente. Il personale addetto alla istallazione del casco 10 sul collo e sulla testa del paziente dapprima controlla, determina o misura la taglia del collo del paziente. Una volta conosciuta la taglia del collo del paziente, il personale addetto non deve fare altro che regolare la taglia della luce di passaggio 31 alla taglia del collo determinata.
Per far ciò, il personale addetto aziona il perno sporgente 422 in scorrimento lungo la asola allungata 413, di fatto provocando la rotazione del secondo anello 42 rispetto al primo anello 41, fino a che la luce di passaggio 31 non raggiunge una taglia corrispondente alla taglia del collo del paziente.
Ad esempio, la rotazione imposta al secondo anello 42 si può interrompere in corrispondenza di una tacca di posizionamento che identifica in modo univoco, ad esempio con un codice riportato sul primo anello 41 lungo l’asola allungata 413 (come ad esempio XXS,XS,S,M,L, XL, XXL), una taglia della sezione della luce di passaggio 31 corrispondente alla taglia del collo del paziente.
Tale operazione è possibile svolgerla sia quando il collare 30 è già calzato sul collo del paziente che prima di calzarlo al collo del paziente, essendo comunque il collare 30 flessibile in modo resiliente e quindi operabile in allargamento (in contrasto alla sua elasticità) per essere calzato comodamente sul collo del paziente anche quando la taglia della luce di passaggio 31 è stata fissata, ovvero è stata portata alla sezione corrispondente alla taglia del collo del paziente.
È possibile prevedere che il secondo anello 42 venga bloccato al primo anello 41 , ad esempio mediante opportuni mezzi di bloccaggio (temporaneo) una volta fissata la taglia della luce di passaggio 31.
Una volta indossato il casco 10 sul paziente è possibile erogare un gas respirabile attraverso il condotto di entrata 23, per l’erogazione di una terapia respiratoria (ad esempio NIV o CPAP o altra) come noto al tecnico del settore.
Nel caso in cui si renda necessario rimuovere il casco 10, ad esempio in emergenza o a fine della terapia, è sufficiente azionare il perno sporgente 422 in scorrimento lungo la asola allungata 413 verso la posizione di fine corsa corrispondente alla sezione massima della luce di passaggio 31, fino al raggiungimento della sezione massima o comunque ad una sezione che è sufficientemente ampia da permettere l’agevole sfilamento del collare 30 dalla testa del paziente.
L’invenzione così concepita è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo.
Inoltre tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti. In pratica i materiali impiegati, nonché le forme e le dimensioni contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze senza per questo uscire dall’ambito di protezione delle seguenti rivendicazioni.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un casco (10) per la respirazione artificiale comprendente: - un corpo contenitore (20), nel quale è alloggiabile una testa di un paziente, e dotato di una estremità aperta (22), - un collare (30) atto a chiudere l’estremità aperta (22) del corpo contenitore (20) e dotato di una luce di passaggio (31) a sezione variabile accoppiabile a tenuta ad un collo del paziente, mezzi di immissione (23) di almeno un gas respirabile all’interno di un volume racchiuso dal corpo contenitore (20) e dal collare (30) e mezzi di efflusso (25) dei gas espirati dal paziente dal volume; e - un elemento di azionamento (40) mobile connesso al collare (30) e configurato per variare la sezione della luce di passaggio (31) del collare (30) tra una sezione minima ed una sezione massima.
  2. 2. Il casco (10) secondo la rivendicazione 1, in cui l’elemento di azionamento (40) comprende un primo anello (41) e un secondo anello (42) girevoli reciprocamente rispetto ad un asse comune, il primo anello (41) e il secondo anello (42) definendo una apertura (43) infilabile con gioco radiale sulla testa del paziente e il collare (30) comprendendo una membrana ad iride (32) posizionata nella apertura (43) e connessa al primo anello (41) ed al secondo anello (42), la membrana ad iride (42) essendo operabile per mezzo della rotazione reciproca tra il primo anello (41) ed il secondo anello (42) per la variazione della sezione della luce di passaggio (31) del collare (30).
  3. 3. Il casco (10) secondo la rivendicazione 2, in cui la membrana ad iride (32) è una membrana flessibile e resiliente.
  4. 4. Il casco (10) secondo una qualunque delle rivendicazioni da 2 a 3, in cui la membrana ad iride (32) comprende un elemento tubolare (320) una cui prima estremità (321) è sigillata al primo anello (41) e una cui seconda estremità (322) è sigillata al secondo anello (42).
  5. 5. Il casco (10) secondo una qualunque delle rivendicazioni da 2 a 4, in cui il primo anello (41) e il secondo anello (42) sono almeno parzialmente assialmente sovrapposti.
  6. 6. Il casco (10) secondo una qualunque delle rivendicazioni da 2 a 5, in cui uno tra il primo anello (41) ed il secondo anello (42) è sigillato alla estremità aperta (22) del corpo contenitore (20).
  7. 7. Il casco (10) secondo una qualunque delle rivendicazioni da 2 a 5, comprendente un corpo anulare (24) infilabile con gioco radiale sulla testa del paziente e sigillato alla estremità aperta (22) del corpo contenitore (20), l’elemento di azionamento (40) essendo connesso in modo removibile al corpo anulare (24).
  8. 8. Il casco (10) secondo una qualunque delle rivendicazioni da 2 a 7, in cui uno tra il primo anello (41) ed il secondo anello (42) comprende almeno un elemento di ancoraggio (414) a cui è collegabile un organo di contrasto (B) al sollevamento del casco (10) causato dalla variazione del volume dovuto alla respirazione del paziente.
  9. 9. Il casco (10) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, comprendente un gruppo di fine corsa atto ad arrestare la movimentazione dell’elemento di azionamento (40) in almeno una posizione corrispondente ad una sezione della luce di passaggio (31) compresa tra la sezione minima e la sezione massima o una qualunque sezione intermedia tra la sezione minima e la sezione massima.
  10. 10. Il casco (10) secondo le rivendicazioni 2 e 8, in cui il gruppo di fine corsa comprende un perno sporgente (422) da uno tra il primo anello (41) ed il secondo anello (42) e una asola allungata (413) praticata nell’altro tra il secondo anello (42) ed il primo anello (41), in cui il perno sporgente (422) scorre nella asola allungata (413), detta asola allungata (413) comprendendo due contrapposte fiancate (413’, 413”) di riscontro definenti due posizioni di fine corsa per il perno sporgente (422) corrispondenti rispettivamente alla sezione minima e alla sezione massima della luce di passaggio (31) del collare (30).
  11. 11. Il casco (10) secondo la rivendicazione 9, in cui il perno sporgente (422) comprende una porzione emergente dall’asola allungata (413) impugnabile dall’esterno rispetto al primo anello (41) e al secondo anello (42) per l’azionamento in scorrimento del perno sporgente (422) lungo l’asola allungata (413).
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