ITUB20155333A1 - "telaio pieghevole" - Google Patents

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ITUB20155333A1
ITUB20155333A1 ITUB2015A005333A ITUB20155333A ITUB20155333A1 IT UB20155333 A1 ITUB20155333 A1 IT UB20155333A1 IT UB2015A005333 A ITUB2015A005333 A IT UB2015A005333A IT UB20155333 A ITUB20155333 A IT UB20155333A IT UB20155333 A1 ITUB20155333 A1 IT UB20155333A1
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IT
Italy
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axis
rotation
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hinge
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Application number
ITUB2015A005333A
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English (en)
Inventor
Davide Mazzini
Antonio Ceccotti
Alessandro Burchianti
Original Assignee
Acta S R L
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Publication date
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    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B62LAND VEHICLES FOR TRAVELLING OTHERWISE THAN ON RAILS
    • B62KCYCLES; CYCLE FRAMES; CYCLE STEERING DEVICES; RIDER-OPERATED TERMINAL CONTROLS SPECIALLY ADAPTED FOR CYCLES; CYCLE AXLE SUSPENSIONS; CYCLE SIDE-CARS, FORECARS, OR THE LIKE
    • B62K15/00Collapsible or foldable cycles
    • B62K15/006Collapsible or foldable cycles the frame being foldable
    • B62K15/008Collapsible or foldable cycles the frame being foldable foldable about 2 or more axes
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B62LAND VEHICLES FOR TRAVELLING OTHERWISE THAN ON RAILS
    • B62KCYCLES; CYCLE FRAMES; CYCLE STEERING DEVICES; RIDER-OPERATED TERMINAL CONTROLS SPECIALLY ADAPTED FOR CYCLES; CYCLE AXLE SUSPENSIONS; CYCLE SIDE-CARS, FORECARS, OR THE LIKE
    • B62K19/00Cycle frames
    • B62K19/02Cycle frames characterised by material or cross-section of frame members
    • B62K19/04Cycle frames characterised by material or cross-section of frame members the material being wholly or mainly metallic, e.g. of high elasticity
    • B62K19/08Cycle frames characterised by material or cross-section of frame members the material being wholly or mainly metallic, e.g. of high elasticity made from sheet

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Description

DESC RIZ IO N E
TELAIO PIEGHEVOLE
La presente invenzione ha per oggetto un telaio pieghevole del tipo precisato nel preambolo della prima rivendicazione.
In particolare, l'invenzione ha per oggetto un telaio atto a essere utilizzato per la realizzazione di un ciclo pieghevole, ossia un veicolo avente un’unica ruota frontale e una o più ruote posteriori di cui almeno una preferibilmente motrice. In alternativa, la ruota frontale è motrice.
Ad esempio, il ciclo pieghevole può identificare una motocicletta pieghevole, un motorino pieghevole o, preferibilmente, una bicicletta pieghevole.
Come noto, un telaio pieghevole presenta una configurazione di utilizzo in cui è disteso permettendo l’uso del ciclo e una di trasporto in cui è ripiegato su se stesso con una conseguente riduzione dell’ingombro complessivo cosi da agevolare il trasporto e/o lo stoccaggio della motocicletta/motorino/bicicletta. Il telaio pieghevole prevede, solitamente, una forcella anteriore portante la ruota anteriore e il manubrio, una forcella posteriore portante la ruota posteriore e la sella con il relativo montante di sostegno e un telaio collegante la forcella anteriore alla forcella posteriore e provvisto di un longherone principale obliquo e, in alcuni casi di una canna, ossia del tubo orizzontale superiore.
Al fine di consentire la ripiegatura del telaio, il longherone principale è diviso in due porzioni, una frontale e una posteriore, incernierate tra loro.
Tale cerniera divide il telaio pieghevole in due semitelai, uno frontale composto da una prima porzione del longherone, forcella anteriore, ruota anteriore e manubrio; e uno posteriore costituito dalla seconda porzione del longherone, forcella posteriore, ruota posteriore e sellino.
Tali semitelai sono reciprocamente ruotabili cosi che nella configurazione di trasporto il telaio ha ingombri minimi e i semitelai sono tra loro sovrapposti, mentre nella configurazione di utilizzo i semitelai sono tra loro allineati.
In alcuni casi, i telai pieghevoli attualmente noti prevedono una struttura telescopica, ossia costituita da uno o più profilati telescopici che, variando la propria lunghezza, definiscono la configurazione di trasporto accostando tra loro le forcelle e la configurazione di utilizzo reciprocamente allontanando le forcelle.
La tecnica nota sopra citata presenta alcuni importanti inconvenienti.
Un primo inconveniente è rappresentato dal fatto che i noti telai pieghevoli definiscono una configurazione di trasporto particolarmente ingombrante.
Tale inconveniente risulta evidente se si considera che, nei telai con cerniera, i due semitelai si affiancano determinando un elevato spessore per il telaio.
Questo inconveniente è evidente anche nei telai pieghevoli telescopici in cui la riduzione degli ingombri risulta limitata dal fatto che il telaio, quando compresso su se stesso, non è in grado di adeguatamente accostare tra loro le ruote.
Un altro inconveniente è rappresentato dall’insorgere, in corrispondenza della cerniera di unione dei semitelai, di giochi che possono determinare difficoltà di utilizzo e instabilità nella bicicletta.
In particolare, l’insorgere di tali giochi, unita ai grossi carichi agenti in corrispondenza della cerniera, può determinare un rapido cedimento della cerniera stessa e, quindi, nella rottura del telaio.
Tale inconveniente è evidente anche nelle biciclette con telaio telescopico.
Infatti, in questi telai si possono innescare dei giochi in corrispondenza della zona di giunzione/scorrimento tra gli elementi scorrevoli del telaio tali da rendere insicura e poco stabile la bicicletta.
Inoltre, la presenza di elementi scorrevoli uno internamente all'altro comporta il rischio che della sporcizia si disponga tra un elemento e l’altro contrastando lo scorrimento tra gli elementi.
Inoltre, tale sporcizia può danneggiare la verniciatura superficiale di protezione, esponendo il telaio a ruggine o altri fenomeni di deterioramento nelle zone più delicate dell'accoppiamento.
Un altro inconveniente è nel fatto che i telai pieghevoli in uso necessitano di complessi sistemi di bloccaggio del telaio in configurazione di utilizzo.
Tali sistemi, oltre a determinare un costo aggiuntivo, incrementano la difficoltà di utilizzo del telaio e, soprattutto, sono fragili e soggetti a frequenti danneggiamenti.
In questa situazione il compito tecnico alla base della presente invenzione è ideare un telaio pieghevole in grado di ovviare sostanzialmente agli inconvenienti citati.
Nell'ambito di detto compito tecnico è un importante scopo dell'invenzione realizzare un telaio pieghevole che, quando chiuso, presenti ridotti ingombri. Un altro importante scopo dell'invenzione è ottenere un telaio pieghevole affidabile e sicuro.
Il compito tecnico e gli scopi specificati sono raggiunti da un telaio pieghevole come rivendicato nell’annessa Rivendicazione 1.
Esecuzioni preferite sono evidenziate nelle sottorivendicazioni.
Le caratteristiche e i vantaggi dell'invenzione sono di seguito chiariti dalla descrizione dettagliata di un’esecuzione preferita dell'invenzione, con riferimento agli uniti disegni, nei quali:
la Fig. 1 mostra un telaio pieghevole secondo l'invenzione in configurazione di utilizzo;
la Fig. 2 illustra il telaio pieghevole di Fig. 1 in configurazione di trasporto; la Fig. 3 evidenzia un possibile ciclo pieghevole munito del telaio pieghevole secondo l'invenzione in configurazione di utilizzo;
la Fig. 4 presenta il ciclo pieghevole di Fig. 3 in configurazione di trasporto; la Fig. 5 è un assieme di Fig. 1 ;
la Fig. 6 riporta in sezione l'assieme di Fig. 5;
la Fig. 7 presenta l'assieme di Fig. 5 in una posizione intermedia alle due configurazioni di trasporto e utilizzo;
la Fig. 8 illustra in sezione l’assieme di Fig. 7;
la Fig. 9 rappresenta l’assieme di Figg. 5-8 in un’altra posizione intermedia alle configurazioni di trasporto e utilizzo;
la Fig. 10 evidenzia in sezione l’assieme di Fig. 9;
la Fig. 11 è l’assieme di Figg. 5-10 in configurazione di trasporto; e
la Fig. 12 riporta in sezione l’assieme di Fig. 12.
Nel presente documento, le misure, i valori, le forme e i riferimenti geometrici (come perpendicolarità e parallelismo), quando associati a parole come "circa" o altri simili termini quali "pressoché" o "sostanzialmente", sono da intendersi come a meno di errori di misura o imprecisioni dovute a errori di produzione e/o fabbricazione e, soprattutto, a meno di una lieve divergenza dal valore, dalla misura, dalla forma o riferimento geometrico cui è associato. Ad esempio, tali termini, se associati a un valore, indicano preferibilmente una divergenza non superiore al 10% del valore stesso.
Inoltre, quando usati, termini come “primo", “secondo", “principale" e “secondario" non identificano necessariamente un ordine, una priorità di relazione o posizione relativa, ma possono essere semplicemente utilizzati per più chiaramente distinguere tra loro differenti componenti.
Con riferimento alle Figure citate, il telaio pieghevole secondo l'invenzione è globalmente indicato con il numero 1.
Esso è atto a essere utilizzato per la realizzazione di un ciclo pieghevole 10, ossia un mezzo di trasporto, quale una bicicletta, un triciclo, un motorino o una motocicletta dotato di telaio pieghevole 1.
Preferibilmente, il ciclo pieghevole 10 è una bicicletta.
Il ciclo pieghevole 10, come illustrato nelle Figg. 3 e 4, comprende il telaio pieghevole 1 e impegnati a esso: almeno una ruota posteriore 11; almeno una ruota anteriore 12; un manubrio 13 e almeno una seduta 14.
Si evidenzia che in questo documento i termini come, “anteriore", "posteriore", "anteriormente" e "posteriormente" devono intendersi come riferiti rispetto all'usuale verso di avanzamento del ciclo pieghevole 10 e, quindi, del telaio 1 . Preferibilmente il ciclo pieghevole 10 comprende una sola ruota anteriore 12. In particolare, il ciclo pieghevole 10 comprende un’unica ruota posteriore 11 o, in alternativa, due ruote posteriori 11.
Detta almeno una ruota posteriore 11 è di tipo motrice, ossia atta a spingere e, quindi, comandare l’avanzamento del ciclo pieghevole 10, mentre la ruota anteriore 12 è di tipo condotto dalla ruota posteriore 11 motrice.
In particolare, al fine di avere la ruota posteriore 11 motrice, il ciclo pieghevole 10 può comprendere, associato al telaio 1 , un motore, opportunamente elettrico o a combustione, e, pertanto, il ciclo pieghevole 10 è identificabile in un motorino o una motocicletta.
In alternativa, il ciclo pieghevole 10 può comprendere, associato al telaio 1, un organo di movimentazione atto a sfruttare la forza muscolare degli arti superiori o, preferibilmente, inferiori di un utilizzatore e, pertanto, il ciclo pieghevole 10 è identificabile in un triciclo, o, preferibilmente, in una bicicletta (Figg. 3 e 4).
L’organo di movimentazione può comprendere due pedali, almeno una ruota dentata motrice ricevente il moto dai pedali; una o più ruote dentate condotte scaricanti il moto sulla ruota posteriore 11 o anteriore 12; una catena atta a prelevare il moto dalla ruota dentata motrice e condurlo alla ruota dentata condotta; e, opzionalmente, un cambio atto a variare le ruote dentate d'impegno della catena.
Si evidenzia come, opzionalmente, il passaggio del moto dal motore e/o dai pedali dell’organo di trasmissione alla ruota 11/12 motrice può essere ottenuto con una trasmissione cardanica.
In ulteriore alternativa, il ciclo pieghevole 10, opportunamente nel caso di triciclo o biciletta, può comprendere, associati al telaio 1 , un organo di movimentazione e un motore opportunamente elettrico e, pertanto, il ciclo pieghevole 10 è identificabile in una bicicletta a pedalata assistita.
Il telaio pieghevole 1 e, quindi, il ciclo 10 sono disponibili in una configurazione di trasporto (Figg. 2 e 4) in cui presentano ingombri ridotti e in una configurazione di utilizzo (Figg. 1 e 3) in cui hanno ingombri maggiori rispetto alla configurazione di trasporto e permettono il normale utilizzo della bicicletta/motorino/motocicletta.
Il telaio pieghevole 1 , illustrato nelle Figg. 1 e 2, comprende almeno una forcella posteriore 2 atta a sostenere una ruota posteriore 11; almeno una forcella anteriore 3 atta a sostenere una ruota anteriore 12; uno sterzo 4 solidale alla forcella anteriore 3 e atto a essere vincolato a un manubrio 13; e una struttura portante 5 connettente le forcelle 2 e 3 e, in particolare, lo sterzo 4 alla forcella posteriore 2.
Preferibilmente, il telaio pieghevole 1 comprende un'unica forcella posteriore 2 o, in alternativa, due forcelle posteriori 2.
La forcella posteriore 2 può presentare un profilo a U definente due bracci atti a racchiudere tra loro la ruota posteriore 11. In alternativa, essa può essere di tipo mono-braccio e, quindi, presentante un unico braccio di sostegno per la ruota posteriore 11.
La forcella anteriore 3, in modo analogo alla forcella posteriore 2, può avere un profilo a U definente due bracci atti a racchiudere tra loro la ruota anteriore 12. In alternativa, essa può essere di tipo mono-braccio e, quindi, presentante un unico braccio di sostegno per la ruota anteriore 12.
Preferibilmente, il telaio pieghevole 1 comprende un’unica forcella anteriore 3. Sotteso tra le due forcelle 2 e 3 e, in particolare, tra forcella posteriore 2 e sterzo 4, il telaio presenta la struttura portante 5.
La struttura portante 5 definisce un piano baricentrico di giacitura 5a rispetto al quale si sviluppa pressoché simmetricamente.
Tale piano baricentrico di giacitura 5a è atto a porsi, quando il ciclo pieghevole 10 e, quindi, il telaio 1 sono in uso, sostanzialmente paralleli al gradiente gravitazionale e, in particolare, sostanzialmente normali al suolo, ossia alla superficie di appoggio del ciclo pieghevole 10.
La struttura portante 5 presenta una superficie superiore 5b e, preferibilmente una superficie inferiore. Si precisa che i termini "superiore" e "inferiore" devono intendersi come riferiti rispetto al suolo con il ciclo pieghevole 10 e, quindi, il telaio pieghevole 1 posti nella posizione di normale utilizzo, ossia nel senso che inferiore è indicativo di una posizione relativa più prossima al suolo mentre superiore è indicativo di una posizione relativa più distante dal suolo.
La struttura portante 5 può comprendere una piastra di forma preferibilmente a U cosi da definire un alloggiamento interno 5c avente almeno una sezione aperta di accesso al vano. Opportunamente, detta sezione aperta è prossimale e affacciantesi al suolo.
In particolare, la struttura portante 5 comprende un laminato piegato sviluppabile in piano.
In alternativa, la struttura portante 5 può comprendere uno o più profilati sostanzialmente congiungenti le forcelle 2 e 3.
Inoltre, il telaio pieghevole 1 può comprendere un corpo di aggancio 6 della seduta 14 alla struttura portante 5.
In particolare, nel caso di ciclo pieghevole 10 identificabile in una bicicletta, la seduta 14 comprende un sellino 141 e un reggisella 142 opportunamente identificabile in un profilato preferibilmente cilindrico e il corpo di aggancio 6 comprende un profilato cavo 61 atto a scorrevolmente alloggiare il reggisella 142; e un corpo di arresto atto a bloccare, opportunamente per serraggio, lo scorrimento del reggisella 142 rispetto al profilato cavo 61.
Inoltre, il corpo di aggancio 6 può comprendere un’articolazione 62 atta a permettere al profilato cavo 61 e, opportunamente, al corpo di arresto e alla seduta 14 di ruotare rispetto alla struttura portante 5 intorno a un asse di piegatura 6a.
Preferibilmente, l'asse di piegatura 6a è sostanzialmente perpendicolare al piano baricentrico di giacitura 5a.
L’articolazione 62 permette al profilato cavo 61 e alla seduta 14 di ruotare rispetto alla struttura portante 5 cosi che, nella configurazione di trasporto del telaio pieghevole 1, il profilato cavo 61 è prossimale alla forcella posteriore 2 (Fig. 2) e, in particolare, accostato e, per la precisione, sostanzialmente adiacente alla ruota posteriore 11 (Fig. 4); e, nella configurazione di utilizzo, il profilato cavo 61 è distale dalla forcella posteriore 2 (Fig. 1) e, quindi, dalla ruota posteriore 11 (Fig. 3).
Infine, il corpo di aggancio 6 può comprendere mezzi di bloccaggio della rotazione del profilato cavo 61 intorno all’asse di piegatura 6a atti a bloccare stabilmente, per esempio tramite serraggio, il profilato cavo 61 in almeno dette configurazioni.
Detti mezzi di bloccaggio sono di tipo risolvibile.
Impegnato alla struttura portante 5 e solidale alla forcella anteriore 3, il telaio pieghevole 1 presenta lo sterzo 4.
Lo sterzo 4, come in seguito meglio descritto, è atto a definire, nella configurazione di utilizzo, un asse di sterzo del telaio 1 , ossia l’asse atto a permettere una rotazione della forcella anteriore 3 e dello sterzo 4 rispetto alla struttura portante 5 attraverso cui comandare la direzione di avanzamento del ciclo 10.
L'asse di sterzo è sostanzialmente giacente sul piano baricentrico 5a.
Lo sterzo 4 comprende un tubo di sterzo atto a ruotare rispetto alla struttura portante 5 intorno all’asse di sterzo.
Il tubo di sterzo comprende una prima porzione 41 atta a essere vincolata solidale alla forcella anteriore 3 e definente un primo asse longitudinale 41a preferibilmente baricentrico alla stessa prima porzione 41 ; una seconda porzione 42 atta a essere vincolata solidalmente al manubrio 13 e definente un secondo asse longitudinale 42a preferibilmente baricentrico alla stessa seconda porzione 42.
Al fine di permettere al tubo di sterzo di sterzo di ruotare intorno all’asse di sterzo, lo sterzo 4 comprende un canotto di sterzo interposto tra struttura portante 5 e tubo di sterzo atto a definire detto asse di sterzo per detto tubo. In particolare, il canotto di sterzo comprende un primo settore 43a interposto tra struttura portante 5 e prima porzione 41 e un secondo settore 43b interposto tra struttura portante 5 e seconda porzione 42.
I settori 43a e 43b sono identificabili in due elementi distinti e, in particolare, in due profilati cavi.
II primo settore 43a definisce un primo asse di rotazione della prima porzione 41 rispetto alla struttura 5 opportunamente sostanzialmente coincidente con il primo asse longitudinale 41a.
Il secondo settore 43b definisce un secondo asse di rotazione della seconda porzione 42 rispetto alla struttura 5 opportunamente sostanzialmente coincidente con il secondo asse longitudinale 42a.
La prima porzione 41 è identificabile in un profilato circolare e, in particolare, cilindrico avente, opportunamente, primo asse 41 a sostanzialmente giacente nel piano baricentrico 5a.
La seconda porzione 42 è identificabile in un profilato circolare e, in particolare, cilindrico avente, opportunamente, secondo asse 42a sostanzialmente giacente nel piano baricentrico 5a.
Opportunamente, le porzioni 41 e 42 presentano pressoché stessa sezione.
Il primo settore 43a è atto a permettere ad almeno la prima porzione 41 di ruotare rispetto allo stesso primo settore 43a e, quindi, alla struttura portante 5 intorno al primo asse longitudinale 41a. Allo stesso modo II secondo settore 43b è atto a permettere ad almeno la seconda porzione 42 di ruotare rispetto allo stesso secondo settore 43b e, quindi, alla struttura portante 5 intorno al secondo asse longitudinale 42a. Di conseguenza, quando il telaio 1 è in configurazione di utilizzo, gli assi longitudinali 41 a e 42a sono sostanzialmente coincidenti (come in seguito descritto) e definiscono l’asse di sterzo per la forcella anteriore 3 e per lo sterzo 4 rispetto alla struttura portante 5. Di conseguenza, l’asse di sterzo è sostanzialmente coincidente con gli assi longitudinali 41a e 42a.
Al fine di permettere la variazione di configurazione del telaio pieghevole 1 , lo sterzo 4 comprende almeno una cerniera atta a incernierare le porzioni 41 e 42 alla struttura portante 5 così da definire almeno un asse di rotazione della prima porzione 41 e della seconda porzione 42 rispetto alla struttura portante 5 permettendo alle stesse porzioni 41 e 42 di ruotare con versi opposti tra loro. In aggiunta alle porzioni 41 e 42, l'almeno una cerniera può essere atta a incernierare alla struttura portante 5 il primo settore 43a e il secondo settore 43b che, così, sono in grado ruotare, rispettivamente insieme alla prima porzione 41 e alla seconda porzione 42, durante un cambio di configurazione del telaio 1.
Pertanto, l’almeno una cerniera costituisce l’unico punto di vincolo tra sterzo 4 e struttura portante 5
Essa definisce almeno un asse di rotazione pressoché trasversale agli assi longitudinali 41 a e 42a così che, ruotando sia la prima porzione 41 sia la seconda porzione 42 con versi opposti tra loro e rispetto alla struttura portante 5, nella configurazione di trasporto, le porzioni 41 e 42 sono accostate alla struttura portante 5 da parti opposte tra loro e, nella configurazione di utilizzo, le porzioni 41 e 42 sono sostanzialmente allineate tra loro disponendo gli assi longitudinali 41a e 42a sostanzialmente coincidenti tra loro.
Nella configurazione di trasporto la prima porzione 41 e la seconda porzione 42 si dispongono pressoché accostate racchiudendo tra loro la struttura 5. Per la precisione, nella configurazione di trasporto le porzioni 41 e 42 sono adiacenti alla struttura portante 5.
In dettaglio, in questa configurazione la seconda porzione 42 é accostata e, più in dettaglio, adiacente alla superficie superiore 5b.
Inoltre, nella configurazione di trasporto, la seconda porzione 42 può definire un secondo asse longitudinale 42a sostanzialmente normale al gradiente gravitazionale e, in particolare, sostanzialmente parallela al suolo, ossia alla superficie di appoggio del ciclo pieghevole 10.
Allo stesso tempo, la prima porzione 41 è accostata alla superficie inferiore e, più precisamente, posta in modo da disporre, nel caso ciclo 10 identificabile in una bicicletta e di struttura portante 5 definente un alloggiamento interno 5c, la ruota anteriore 12 almeno parzialmente nell’alloggiamento interno 5c.
Inoltre, in questa configurazione di trasporto gli assi longitudinali 41a e 42a sono sostanzialmente distinti tra loro (ossia non coincidenti e giacenti su rette distinte tra loro) e, preferibilmente, trasversali tra loro.
Al contrario, nella configurazione di utilizzo, gli assi longitudinali 41a e 42a sono sostanzialmente coincidenti tra loro e, opportunamente, le porzioni 41 e 42 sono sostanzialmente in reciproco contatto definendo l'una il prolungamento dell’altra.
Preferibilmente, l’almeno un asse di rotazione è pressoché perpendicolare agli assi longitudinali 41a e 42a e, in particolare, al piano baricentrico di giacitura 5a così da ruotare le porzioni 41 e 42 mantenendo gli assi longitudinali 41 a e 42a giacenti nel piano baricentrico 5a.
In questa configurazione, la prima porzione 41 e la seconda porzione 42 sono preferibilmente ruotabili, opportunamente follemente, rispetto ai settori 43a e 43b e, quindi, alla cerniera intorno, rispettivamente, agli assi 41a e 42a tra loro coincidenti nella configurazione di utilizzo.
Preferibilmente, lo sterzo 4 comprende una prima cerniera 44 atta a incernierare, opportunamente follemente, la prima porzione 41 alla struttura 5 definendo un primo asse di rotazione 44a della prima porzione 41 rispetto alla struttura portante 5; e una seconda cerniera 45 atta a incernierare, opportunamente follemente, la seconda porzione 42 alla struttura 5 definendo un secondo asse di rotazione 45a della seconda porzione 42 rispetto alla struttura 5.
La prima cerniera 44 può essere atta a incernierare, in aggiunta alla prima porzione 41 e opportunamente follemente, il primo settore 43a alla struttura 5. La prima cerniera 44 identifica l’unico punto di vincolo della prima porzione 41 e, preferibilmente, del primo settore 43a alla struttura 5.
In particolare, il primo settore 43a è frapposto tra prima porzione 41 e prima cerniera 44 cosi che la prima cerniera 44, ruotando il primo settore 43a intorno al primo asse di rotazione 44a, ruota anche la prima porzione 41 intorno al primo asse di rotazione 44a.
La prima porzione 41 e, preferibilmente, il primo settore 43a sono incernierati e, quindi, ruotabili, opportunamente follemente, rispetto alla prima cerniera 44 intorno al primo asse di rotazione 44a.
Il primo asse di rotazione 44a è sostanzialmente trasversale e, preferibilmente, sostanzialmente perpendicolare al primo asse longitudinale 41a e, quindi, al secondo asse longitudinale 42a. Più preferibilmente, esso è sostanzialmente perpendicolare al piano baricentrico di giacitura 5a cosi da ruotare la prima porzione 41 mantenendo il primo asse longitudinale 41a nel piano 5a.
La seconda cerniera 45 può essere atta a incernierare, in aggiunta alla seconda porzione 42 e opportunamente follemente, il secondo settore 43b alla struttura 5.
Essa identifica opportunamente runico punto di vincolo della seconda porzione 42 e, in particolare, del secondo settore 43b alla struttura 5.
In particolare, il secondo settore 43b è frapposto tra seconda porzione 42 e seconda cerniera 45 cosi che la seconda cerniera 45, ruotando il secondo settore 43b intorno al secondo asse di rotazione 45a, ruota anche la seconda porzione 42 intorno al secondo asse di rotazione 45a.
La seconda porzione 42 e, preferibilmente, il secondo settore 43b sono incernierate e, quindi, ruotabili, opportunamente follemente, rispetto alla seconda cerniera 45 intorno al secondo asse di rotazione 45a.
Il secondo asse di rotazione 45a è sostanzialmente trasversale e, in particolare, pressoché perpendicolare al secondo asse longitudinale 42a e, quindi, al primo asse 41 a. Più preferibilmente, esso è sostanzialmente perpendicolare al piano baricentrico di giacitura 5a cosi da ruotare la seconda porzione 42 mantenendo il secondo asse longitudinale 42a nel piano baricentrico 4a.
Il secondo asse di rotazione 45a è distinto e sostanzialmente parallelo al primo asse di rotazione 44a.
La distanza tra gli assi di rotazione 44a e 45a è sostanzialmente compresa tra 10 cm e 5 cm.
Le cerniere 44 e 45 sono atte a permettere alle porzioni 41 e 42 di ruotare con versi opposti tra loro e in modo indipendente. In dettaglio, esse sono atte a permettere al primo gruppo, composto da prima porzione 41 e primo settore 43a, e al secondo gruppo, formato da seconda porzione 42 e secondo settore 43b, di ruotare con versi opposti tra loro e in modo indipendente.
In alternativa, lo sterzo 4 può comprendere un cinematismo di connessione atto a permettere un trasferimento di moto tra le cerniere 44 e 45 consentendo ad almeno le porzioni 41 e 42 di simultaneamente ruotare con versi opposti tra loro.
11 cinematismo di connessione può comprendere una prima ruota dentata solidale alla prima porzione 41 e atta a ruotare intorno al primo asse di rotazione 44a, una seconda ruota dentata solidale alla seconda porzione 42 e atta a ruotare intorno al secondo asse di rotazione 45a.
Le ruote dentate sono reciprocamente connesse cosi da ruotare in versi opposti tra loro e, opportunamente, con velocità direttamente proporzionali aN’ampiezza che la relativa porzione 41 o 42 deve compiere per il cambio di configurazione.
Inoltre, lo sterzo 4 può comprendere un cinematismo di sincronizzazione atto a permettere di movimentare il profilato cavo 61 simultaneamente a una delle porzioni 41 o 42.
Opportunamente, il cinematismo di sincronizzazione atto a permettere di movimentare il profilato cavo 61 simultaneamente ed equiversamente alla seconda porzione 42. In alternativa, il cinematismo di sincronizzazione atto a permettere di movimentare il profilato cavo 61 simultaneamente e con verso opposto alla prima porzione 41.
Preferibilmente, lo sterzo 4 può comprendere il cinematismo di connessione e il cinematismo di sincronizzazione.
Al fine di garantire un'adeguata rigidezza strutturale quando il telaio 1 è in configurazione di utilizzo, allo sterzo 4 può essere aggiunto almeno uno tra un vincolo per interferenza 46 atto a vincolare tra loro le porzioni 41 e 42 per loro reciproca interferenza; e un vincolo magnetico 47 atto a vincolare tra loro le porzioni 41 e 42 tramite una loro reciproca attrazione magnetica.
Preferibilmente, lo sterzo 4 può comprendere sia il vincolo per interferenza 46 sia il vincolo magnetico 47.
Il vincolo per interferenza 46 è opportunamente di tipo risolvibile cosi da mantenere le porzioni 41 e 42 a contatto tra loro quando il telaio 1 è in configurazione di utilizzo.
Esso, come rilevato negli ingrandimenti di Figg. 6, 8 e 10, può comprendere un primo profilo d'impegno 461 solidale alla prima porzione 41 ; e un secondo profilo d’impegno 462 solidale alla seconda porzione 42 e atto a impegnarsi per interferenza al primo profilo d'impegno 461.
I profili 461 e 462 sono sostanzialmente reciprocamente controsagomati.
II primo profilo d’impegno 461 è identificabile in un recesso ricavato sulla prima porzione 41 ed estendentesi lungo sostanzialmente il primo asse longitudinale 41a. Opportunamente, il recesso e, quindi, il primo profilo 461 hanno sezione rastremata con sezione massima prossimale alla seconda porzione 42. Più opportunamente detta sezione è troncoconica.
Il secondo profilo 462 comprende un corpo protrudente dalla seconda porzione 42 ed estendentesi sostanzialmente lungo il secondo asse longitudinale 42a. Esso è cosi atto a inserirsi nella sede definita dal primo profilo d’impegno 461 così da permettere alle porzioni 41 e 42 di reciprocamente compenetrarsi realizzando il vincolo per interferenza 46 tra le porzioni 41 e 42.
Opportunamente, il secondo profilo 462 presenta una sezione rastremata con sezione massima prossimale alla seconda porzione 42. Più opportunamente detto secondo profilo 462 è troncoconico.
Il vincolo magnetico 47 è opportunamente di tipo risolvibile così da mantenere le porzioni 41 e 42 a contatto tra loro quando il telaio 1 è in configurazione di utilizzo.
Esso comprende un corpo ferromagnetico 471 vincolato alla prima porzione 41 ; e un corpo magnetico 472 vincolato alla seconda porzione 42 e atto ad attrarre il corpo magnetico 471 almeno quando il telaio pieghevole 1 è in configurazione di utilizzo.
Il corpo ferromagnetico 471 è solidale alla prima porzione 41 e, in particolare, disposto in corrispondenza dell’estremità del primo settore 43a prossimale alla seconda porzione 42.
Il corpo magnetico 472 è solidale alla seconda porzione 42. Per la precisione, esso è disposto in corrispondenza dell’estremità del secondo settore 43b prossimale alla prima porzione 41 così che, quando il telaio pieghevole 1 è in configurazione di utilizzo, esso va a contatto con il corpo ferromagnetico 471 realizzando il vincolo magnetico 47.
Opportunamente, i corpi ferromagnetico 471 e magnetico 472 sono identificabili in corpi anulari solidali alle estremità di rispettivamente la prima porzione 41 e la seconda 42.
Inoltre, per assicurare il passaggio di coppia tra le porzioni 41 e 42 e, di conseguenza, permettere all'operatore di comandare la rotazione, intorno aN'asse di sterzo, della forcella anteriore 3 e, quindi, della ruota anteriore 12 attraverso il manubrio 13, lo sterzo 4 comprende un vincolo rotazionale 48 tra le porzioni 41 e 42 atto a impedire una loro rotazione reciproca, intorno agli assi longitudinali 42a e 41 a e, quindi, aN’asse di sterzo del telaio 1 , quando il telaio pieghevole 1 è in configurazione di utilizzo.
Il vincolo rotazionale 48 è opportunamente di tipo risolvibile cosi da impedire una rotazione reciproca tra le porzioni 41 e 42 sostanzialmente esclusivamente quando le porzioni 41 e 42 sono sostanzialmente in reciproco contatto e, quindi, il telaio 1 è in configurazione di utilizzo.
Esso, come evidenziato negli ingrandimenti di Figg. 6, 8 e 10, comprende un dente 481 vincolato alla seconda porzione 42 e, preferibilmente, al secondo profilo 462; e una sede 482 per il dente 481 vincolato alla prima porzione 41, preferibilmente, al primo settore e, piu preferibilmente, ricavata sul corpo ferromagnetico 471.
Il dente 481 si estende sostanzialmente parallelamente al secondo asse 42a, mentre la sede 482 si estende pressoché parallelamente al primo asse 41 a. Al fine di avere almeno uno dei vincoli 46, 47 e 48 e, preferibilmente, tutti i vincoli 46, 47 e 48 risolvibile, lo sterzo 4 comprende un blocco di traslazione 49 reciproca tra le porzioni 41 e 42.
Il blocco di traslazione 49 è atto a permettere una traslazione reciproca tra le porzioni 41 e 42 sciogliendo detti vincoli, ossia un’almeno parziale fuoriuscita del dente 481 dalla sede 482, un’almeno parziale fuoriuscita del secondo profilo 462 dal primo profilo d’impegno 461 e/o un allontanamento tra i corpi ferromagnetico 471 e magnetico 472.
In dettaglio, il blocco di traslazione 49 è atto a permettere una traslazione della seconda porzione 42 lungo il secondo asse longitudinale 42a rispetto alla prima porzione 41 e ai settori 43a e 43b preferibilmente solo quando la forcella anteriore 3 è inclinata rispetto al piano 5a di un angolo sostanzialmente maggiore di un predefinito angolo di sterzo.
L’angolo di sterzo è calcolato, in entrambi i versi, rispetto al piano baricentrico di giacitura 5a, ed è sostanzialmente almeno pari a ±60°, in particolare, a ±90°, e, più in particolare, a ±120°.
Il blocco di traslazione 49, evidenziato negli ingrandimenti di Figg. 5 e 7, comprende un cursore 491 solidale alla seconda porzione 42; e un’asola di scorrimento 492 per il cursore 491 .
Il cursore 491 è identificabile in un perno protrudente dalla seconda porzione lungo una direzione pressoché normale al secondo asse longitudinale 42a. L’asola di scorrimento 492 è ricavata sul secondo settore 43b.
Essa presenta un settore di scorrimento 492a prossimale alla prima porzione 41 ; e almeno un settore di disimpegno 492b distale dalla prima porzione 41. Il settore di scorrimento 492a ha un’estensione angolare sostanzialmente almeno pari al doppio dell’angolo di sterzo. Pertanto, l'estensione angolare del settore di scorrimento 492a è almeno pari a 120°, in dettaglio, a 180°, e, più in dettaglio, a 240°.
Esso presenta una distanza dalla prima porzione 41 sostanzialmente costante e, opportunamente, inferiore alla distanza del settore di disimpegno 492b dalla prima porzione. Dette distanze sono calcolate in configurazione di utilizzo e lungo il secondo asse longitudinale 42a.
Preferibilmente, la differenza tra detta distanza del settore di disimpegno 492b dalla prima porzione 41 e detta distanza del settore di scorrimento 492a dalla prima porzione 41 è sostanzialmente almeno pari alla corsa della seconda porzione 42 e, quindi, del dente 481 necessaria a permettere lo scioglimento del vincolo rotazionale 48.
Più preferibilmente, detta differenza e, quindi, la corsa della seconda porzione 42 è sostanzialmente almeno pari 0,5 cm e, in dettaglio, sostanzialmente compresa tra 1,5 cm e, 0,5 e, preferibilmente, sostanzialmente pari a 0,8 cm. Infine, per avere un agevole passaggio del cursore 491 tra i due settori 492a e 492b, l’asola di scorrimento 492 comprende almeno un settore di raccordo 492c tra settore di scorrimento 492a e di disimpegno 492b.
L’asola di scorrimento 492 presenta un’ampiezza angolare di 360° e, in particolare, comprende un settore di scorrimento 492a, uno di disimpegno 492b e due di raccordo 492c interposti tra i settori 492a e 492b.
Infine, il ciclo pieghevole 10, soprattutto nel caso di bicicletta, può comprendere una seduta utilizzabile in configurazione di trasporto.
Tale seduta è identificabile in una piastra o altro elemento similare vincolato al manubrio 13 e atto a definire, per l’ utilizzatore, una superficie di seduta, preferibilmente sostanzialmente parallela al secondo asse longitudinale 42a, che, in configurazione di trasporto, si dispone sostanzialmente parallela al gradiente gravitazionale e, in particolare, pressoché perpendicolare al suolo. Preferibilmente, il dimensionamento delle ruote 11 e 12 del telaio 1 è tale da avere detta seduta a un’altezza da terra, ossia una distanza dal suolo calcolata parallelamente al gradiente gravitazionale, pressoché tra 0,4 e 0,6 m.
Il telaio pieghevole 1 può infine comprendere almeno un fermo rotazionale 7 atto a definire una posizione di blocco impedendo una rotazione reciproca tra prima porzione 41 e primo settore 43a o tra seconda porzione 42 e secondo settore 43b e una posizione di libertà in cui consente tale rotazione reciproca tra detti elementi.
In particolare, il fermo rotazionale 7 definisce la posizione di blocco quando il telaio pieghevole 1 è in configurazione di trasporto e la posizione di libertà almeno quando il telaio pieghevole 1 è in configurazione di utilizzo. Più in particolare, il fermo 7 definisce la posizione di blocco esclusivamente quando il telaio pieghevole 1 è in configurazione di trasporto.
Vantaggiosamente, il telaio 1 può comprendere un primo fermo rotazionale 7 atto a impedire o permettere una rotazione reciproca tra prima porzione 41 e primo settore 43a; e, aggiuntivamente, un secondo fermo rotazionale 7 atto a impedire o permettere una rotazione reciproca tra seconda porzione 42 e secondo settore 43b.
Per semplicità, è illustrato soltanto il fermo rotazionale 7 nelle sole Fig. 6 e 12. Ciascun fermo rotazionale 7 comprende un elemento di fermo 71 atto a vincolare rotazionalmente la porzione 41 o 42 al relativo settore 43a e 43b; e mezzi di comando 72 atti a permettere all’impegno dell’elemento di fermo 71 di impedire detta rotazione reciproca quando il telaio 1 è in configurazione di trasporto e di permettere tale rotazione reciproca in configurazione di utilizzo. L’elemento di fermo 71 è alloggiato almeno parzialmente nella porzione 41 o 42. In dettaglio, esso, in posizione di blocco, protrude parzialmente dalla stessa porzione 41 o 42 ponendosi parzialmente in una sede ricavata sul settore 43a o 43b. Mentre, in posizione di libertà, l'elemento di fermo 71 è interamente alloggiato nella porzione 41 o 42 cosi da disimpegnarsi dal settore 43a o 43b. I mezzi di comando 72 sono atti a comandare il moto dell’elemento di fermo 71 tra dette posizioni lungo una direzione trasversale e, per la precisione, perpendicolare all’asse longitudinale 41a o 42a. Essi possono essere elastici e, in particolare, comprendono una molla a compressione interposta tra elemento 71 e porzione 41 o 42.
Il funzionamento di un telaio pieghevole, sopra descritto in senso strutturale, è il seguente.
In particolare, il funzionamento del telaio 1 permette di definire un nuovo procedimento di apertura e chiusura di un telaio pieghevole 1 e, quindi, di un ciclo pieghevole 10 munito del telaio 1 .
Il procedimento comprende una fase di distensione in cui il telaio pieghevole 1 e, quindi, il ciclo pieghevole 10 passano dalla configurazione di trasporto (Figg. 2, 4, 11 e 12) a quella di utilizzo (Figg. 1 , 3, 5 e 6); e una fase di contrazione in cui il telaio pieghevole 1 passa dalla configurazione di utilizzo a quella di trasporto. La fase di distensione comprende una sottofase di accostamento in cui la prima porzione 41 e la seconda porzione 42 sono ruotate con opposti versi così da allontanarle dalla struttura 5 e, in particolare, reciprocamente accostarle.
In dettaglio, in questa sottofase (Figg. 9 e 10) la prima porzione 41 , opportunamente insieme al primo settore 43a, è ruotata intorno al primo asse di rotazione 44a così da allontanarla dalla struttura portante 5; e la seconda porzione 42 e, preferibilmente, il secondo settore 43b sono ruotati, con verso opposto alla prima porzione 41, intorno al secondo asse di rotazione 45a così da allontanarli dalla struttura 5.
Una volta che le porzioni 41 e 42 sono reciprocamente allineate e, quindi, gli assi longitudinali 41a e 42a paralleli tra loro e, in particolare, coincidenti, la sottofase di accostamento è conclusa.
Si evidenzia come al termine di questa sottofase, il secondo profilo 462 e il dente 481 sono parzialmente inseriti rispettivamente nel primo profilo d’impegno 461 e nella sede 482.
A questo punto la fase di distensione prevede una sottofase di bloccaggio (Figg. 7 e 8) in cui sono realizzato i vincoli 46, 47 e 48.
In particolare, a questo punto almeno la seconda porzione 42 e, in dettaglio, entrambe le porzioni 41 e 42 sono ruotate, preferibilmente di 180°, rispetto al canotto di sterzo, ossia ai settori di sterzo 43a e 43b, e intorno aN'asse di sterzo identificato dagli assi longitudinali 41 a e 42a. In dettaglio la prima porzione 41 è ruotata rispetto al primo settore 43a e alla prima cerniera 44 intorno al primo asse longitudinale 41 a e, pressoché contemporaneamente e in modo equiverso, la seconda porzione 42 è ruotata rispetto al secondo settore 43b e alla seconda cerniera 45 intorno al secondo asse longitudinale 42a che, adesso, è sostanzialmente coincidente al primo asse longitudinale 41a.
Tale rotazione fa si che il cursore 491 abbandoni il settore di disimpegno 492b, attraversi uno dei settori di raccordo 492c e si ponga nel settore di scorrimento 492a.
Questo moto del cursore 491, grazie alla diversa distanza assiale dei settori 492a e 492b dalla prima porzione 41 , impone alla seconda porzione 42 di scorrere lungo il secondo asse longitudinale 42a rispetto alla prima porzione 41 e, in particolare, ai settori 43a e 43b accostandosi alla prima porzione 41.
Inoltre, durante questa sottofase, il fermo rotazionale 7 passa dalla posizione di blocco a quella di libertà. In dettaglio, la coppia, determinante la rotazione delle porzioni 41 e 42 rispetto ai settori 43a e 43b, impone all'elemento di fermo 71 una forza maggiore di quella applicata dai mezzi di comando 72. Di conseguenza, l’elemento 71 fuoriesce dalla sede ricavata sul settore 43a e 43b rendendo possibile una rotazione reciproca tra porzione 41 e 42 e il relativo settore 43a e 43b.
Al termine di questa sottofase (Figg 5 e 6), il secondo profilo 462 s’impegna per interferenza al primo profilo d’impegno 461 realizzando il vincolo per interferenza 46; il corpo magnetico 472 va a contatto con il corpo ferromagnetico 471 vincolandosi a esso per attrazione magnetica e, quindi, realizzando il vincolo magnetico 47; e il dente 481 s’impegna alla sede 482 completando il vincolo rotazionale 48.
Infine, la fase di distensione comprende una sottofase di apertura, preferibilmente seguente alla sottofase di bloccaggio, in cui il profilato cavo 61 è ruotato intorno all'asse di piegatura 6a e divaricato dalla forcella posteriore 2 e, quindi, dalla ruota posteriore 11.
A questo punto, il telaio 1 e il ciclo 10 sono in configurazione di utilizzo (Figg. 1 e 3) e pronti all’uso.
Quando l’operatore decide di porre il telaio pieghevole 1 in configurazione di trasporto (Figg. 2 e 4) dà inizio a una fase di contrazione pressoché opposta alla fase di distensione.
La fase di contrazione comprende, inizialmente, una sottofase di rilascio dei vincoli 46, 47 e 48 (Figg. 7 e 8).
In questa sottofase, la seconda porzione 42 e, in dettaglio, entrambe le porzioni 41 e 42 sono ruotate, preferibilmente di 180°, rispetto al canotto di sterzo e intorno all’asse di sterzo identificato dagli assi longitudinali 41a e 42a. Più in dettaglio la prima porzione 41 è ruotata rispetto al primo settore 43a e alla prima cerniera 44 intorno al primo asse longitudinale 41 a e, pressoché contemporaneamente e in modo equiverso, la seconda porzione 42 è ruotata rispetto al secondo settore 43b e alla seconda cerniera 45 intorno al secondo asse longitudinale 42a che, adesso, è sostanzialmente coincidente al primo asse longitudinale 41a.
Tale rotazione fa si che il cursore 491 abbandoni il settore di scorrimento 492a, attraversi un settore di raccordo 492c e si ponga in quello di disimpegno 492b. Tale moto del cursore 491 , grazie alla diversa distanza assiale dei settori 492a e 492b dalla prima porzione 41, impone alla seconda porzione 42 di scorrere lungo il secondo asse longitudinale 42a rispetto alla prima porzione 41 allontanando la seconda porzione 42 dalla prima 41.
Di conseguenza, il secondo profilo 462 si disimpegna dal primo profilo d’impegno 461 sciogliendo il vincolo per interferenza 46; il corpo magnetico 472 è allontanato dal corpo ferromagnetico 471 sciogliendo il vincolo magnetico 47; e il dente 481 è almeno parzialmente allontanato dalla sede 482 permettendo lo scioglimento del vincolo rotazionale 48.
Inoltre, durante questa sottofase, il fermo rotazionale 7 passa dalla posizione di libertà a quella di blocco. In particolare, l'elemento di fermo 71 si affaccia alla sede ricavata sul settore 43a e 43b e, spinto dai mezzi di comando 72, s’inserisce in essa impedendo la rotazione delle porzioni 41 e 42 rispetto ai settori 43a e 43b.
A questo punto, la fase di contrazione prevede una sottofase di allontanamento (Figg. 9 e 10) in cui la prima porzione 41, opportunamente insieme al primo settore 43a, e la seconda porzione 42, opportunamente insieme al secondo settore 43b, sono ruotate con opposti versi così da allontanarle tra loro e, in particolare, accostarle alla struttura portante 5.
In particolare, la seconda porzione 42 è accostata alla struttura 5 opportunamente adiacente alla superficie superiore 5b; mentre la prima porzione 41 è accostata alla superficie inferiore e, per la precisione, inserita nell’alloggiamento interno 5c.
In particolare, tale moto della prima porzione 41 dispone la ruota anteriore 12 nell’alloggiamento interno 5c impedendo alla stessa ruota anteriore 12 e, quindi, alla solidale prima porzione 41 di ruotare rispetto al primo settore 43a intorno al primo asse longitudinale 41a.
Infine, la fase di contrazione comprende una sottofase di chiusura, antecedente preferibilmente alla sottofase di rilascio, in cui il profilato cavo 61 è ruotato intorno all'asse di piegatura 6a e posto prossimale alla forcella posteriore 2. A questo punto, il telaio pieghevole 1 e, quindi, il ciclo pieghevole 10 sono in configurazione di trasporto (Figg. 2, 4, 11 e 12).
L'invenzione consente importanti vantaggi.
Un primo vantaggio è rappresentato dal fatto che il telaio pieghevole 1 è in grado di definire una configurazione di trasporto particolarmente compatta assicurando, di conseguenza, ridotti ingombri al ciclo pieghevole 10 contratto su se stesso.
Tale aspetto è garantito dall’avere innovativamente suddiviso lo sterzo 4 in due porzioni distinte che, ruotando rispetto alla struttura portante 5 con versi opposti, permettono di accostare sia il manubrio 13 sia la ruota anteriore al telaio 1.
Inoltre la compattezza del telaio 1 piegato è garantita dalla presenza di un alloggiamento interno 5c alla struttura portante 5 in cui disporre almeno parte della ruota anteriore 12.
Un altro vantaggio è rappresentato dal fatto che il telaio pieghevole 1 è stabile e, soprattutto, in grado di sopportare elevati carichi.
Tale vantaggio è garantito dal fatto che gli assi di rotazione 44a e 45a sono sostanzialmente perpendicolari al piano di giacitura 5a e, quindi, il peso dell'utilizzatore non grava sulle cerniere 44 e 45 ma, bensì, è pressoché totalmente assorbito dalla struttura portante 5 e scaricato sulle ruote 11 e 12. Tale stabilità è inoltre garantita dalla presenza del vincolo per interferenza 46 che, permettendo alle porzioni 41 e 42 di compenetrarsi rende la resistenza meccanica dello sterzo 4 a sforzi/tensioni sostanzialmente analoga alla resistenza di un noto sterzo anche se suddiviso in porzioni distinte.
Un ulteriore vantaggio è dato dalla presenza dei vincoli 46, 47 e 48 che, permettendo un moto reciproco tra le porzioni 41 e 42, conferisce una notevole stabilità al telaio 1 e, soprattutto, evita improvvisi e inattesi moti reciproci tra le stesse porzioni.
L'invenzione è suscettibile di varianti rientranti nell'ambito del concetto inventivo descritto nelle rivendicazioni indipendenti e dei relativi equivalenti tecnici. In tale ambito, tutti i dettagli sono sostituibili da elementi equivalenti e i materiali, le forme e le dimensioni possono essere qualsiasi.

Claims (10)

  1. RIVEN DI CAZI O N I 1. Telaio pieghevole (1) disponibile in una configurazione di trasporto e in una configurazione di utilizzo e comprendente - almeno una forcella posteriore (2); - almeno una forcella anteriore (3); - un tubo di sterzo (41, 42) atto a essere vincolato a detta forcella anteriore (3) e a un manubrio (13); - una struttura portante (5) connettente detta forcella posteriore (2) a detto tubo di sterzo (41 , 42) - caratterizzato dal fatto che detto tubo di sterzo (41 , 42) comprende - una prima porzione (41) solidale a detta forcella anteriore (3) e definente un primo asse longitudinale (41 a) ; - una seconda porzione (42) atta a essere vincolata a un manubrio (13) e definente un secondo asse longitudinale (42a); e -dal fatto di comprendere - almeno una cerniera (44, 45) atta a incernierare dette porzioni (41, 42) a detta struttura portante (5) cosi da definire almeno un asse di rotazione (44a, 45a) di detta prima porzione (41) e di detta seconda porzione (42) rispetto a detta struttura portante (5); - e dal fatto che - detto asse di rotazione (44a ,45a) è sostanzialmente trasversale a detti assi longitudinali (41 a, 42a) cosi che, ruotando sia detta prima porzione (41) sia detta seconda porzione (42) con versi opposti tra loro e rispetto a detta struttura portante (5), dette porzioni (41 , 42) si dispongono, in detta configurazione di trasporto, accostate a detta struttura portante (5) da parti opposte definendo distinti detti assi longitudinali (41 a, 42a) e, in detta configurazione di utilizzo, sostanzialmente allineate tra loro disponendo detti assi longitudinali (41a, 42a) sostanzialmente coincidenti tra loro.
  2. 2. Telaio pieghevole (1) secondo la rivendicazione 1, in cui detta almeno una cerniera (44, 45) comprende una prima cerniera (44) atta a incernierare detta prima porzione (41) a detta struttura portante (5) definendo un primo asse di rotazione (44a) di detta prima porzione (41) rispetto a detta struttura portante (5); e una seconda cerniera (45) atta a incernierare detta seconda porzione (42) a detta struttura portante (5) definendo un secondo asse di rotazione (45a) di detta seconda porzione (41) rispetto a detta struttura portante (5).
  3. 3. Telaio pieghevole (1) secondo la rivendicazione precedente, comprendente un canotto di sterzo (43a, 43b) atto a definire un asse di sterzo di detto tubo di sterzo (41, 42) rispetto a detta struttura portante (5); e in cui detto canotto di sterzo (43a, 43b) comprende un primo settore (43a) atto a permettere a detta prima porzione (41) di ruotare rispetto a detta struttura portante (5) intorno a detto primo asse di rotazione (41 a) e un secondo settore (43b) atto a permettere a detta seconda porzione (42) di ruotare rispetto a detta struttura portante (5) intorno a detto secondo asse di rotazione (42a).
  4. 4. Telaio pieghevole (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui detto un primo settore (43a) è interposto tra detta prima cerniera (44) e detta prima porzione (41) cosi da ruotare, insieme a detta prima porzione (41) intorno a detto primo asse di rotazione (44a); e in cui detto secondo settore (43b) è interposto tra detta seconda cerniera (45) e detta seconda porzione (42) cosi da ruotare, insieme a detta seconda porzione (42), intorno a detto secondo asse di rotazione (45a).
  5. 5. Telaio pieghevole (1) secondo una o più delle rivendicazioni 2-4, in cui detta struttura portante (5) definisce un piano baricentrico di giacitura (5a); in cui detti assi di rotazione (44a, 45a) sono sostanzialmente paralleli tra loro e sostanzialmente perpendicolari a detto piano baricentrico di giacitura (5a); e in cui la distanza tra detti assi di rotazione (44a, 45a) è sostanzialmente compresa tra 10 cm e 5 cm.
  6. 6. Telaio pieghevole (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui, in detta configurazione di trasporto, detti assi longitudinali (41 a, 42a) sono sostanzialmente trasversali tra loro.
  7. 7. Telaio pieghevole (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente un vincolo rotazionale (48) tra dette porzioni (41, 42) atto a impedire una rotazione reciproca tra dette porzioni (41, 42) intorno a detti assi longitudinali (41 a e 42a) sostanzialmente esclusivamente in detta configurazione di utilizzo.
  8. 8. Telaio pieghevole (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui detto vincolo rotazionale (48) è di tipo risolvibile; e in cui detto telaio pieghevole (1) comprende un blocco di traslazione (49) atto a comandare lo scioglimento di detto vincolo rotazionale (48) traslando detta seconda porzione (42) rispetto a detta prima porzione (41) lungo detto secondo asse longitudinale (42a).
  9. 9. Telaio pieghevole (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui detto blocco di traslazione (49) comprende un cursore (491) solidale a detta seconda porzione (42) e un’asola di scorrimento (492) per detto cursore (491) solidale a detto secondo settore (43b); in cui detta asola di scorrimento (492) comprende un settore di scorrimento (492a) e un settore di disimpegno (492b) avente una distanza da detta prima porzione (41) maggiore rispetto a detto settore di scorrimento (491)
  10. 10. Telaio pieghevole (1) secondo la rivendicazione precedente in cui la differenza tra detta distanza del settore di disimpegno (492b) da detta prima porzione (41) e detta distanza del settore di scorrimento (492a) da detta prima porzione (41) è sostanzialmente compresa tra 0,5 cm e 1 ,5 cm.
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