ITUB20154218A1 - Dispositivo di sicurezza per una ruota di un veicolo - Google Patents

Description

“Dispositivo di sicurezza per una ruota di un veicolo”.

La presente invenzione ha per oggetto un dispositivo di sicurezza per una ruota di un veicolo. In modo particolare, la presente invenzione ha per oggetto un dispositivo di sicurezza in grado di impedire l’allentamento, e di conseguenza il distacco, degli elementi di fissaggio della ruota dal mozzo del veicolo.

E’ noto che le ruote dei veicoli (automobili, motocicli, camion, autobus, ecc.) devono essere periodicamente ispezionate, ad esempio per controllarne lo stato di usura, la pressione di gonfiaggio, la convergenza, ecc., ma anche per verificare che i dadi di fissaggio siano correttamente avvitati.

Vibrazioni ed eventuali urti contro corpi esterni possono causare un progressivo allentamento dei dadi di fissaggio della ruota, con la conseguenza che, se tale allentamento non è prontamente individuato, il dado di fissaggio può completamente sfilarsi dalla colonnina del mozzo cui è applicato, con evidenti rischi sia per il veicolo su cui è montata la ruota, sia per i veicoli o le persone che si trovano nelle vicinanze. Il dado potrebbe, infatti, andare a colpire altri mezzi oppure, se accadesse il contemporaneo allentamento di più di un dado, la ruota potrebbe addirittura staccarsi dal mozzo.

Sono noti dispositivi di sicurezza atti a impedire l’allentamento e il distacco dei dadi di fissaggio della ruota.

EP 2605921 descrive un dispositivo di sicurezza che comprende elementi di bloccaggio, atti a bloccare la rotazione dei dadi di fissaggio della ruota, e un elemento di copertura di forma discoidale, avente la funzione di trattenere in posizione gli elementi di bloccaggio.

In dettaglio, gli elementi di bloccaggio consistono in una pluralità di elementi femmina, ciascuno dei quali è destinato a ricevere almeno parzialmente un dado di fissaggio, così da essere solidalmente fissato a esso.

Tali elementi femmina presentano un profilo interno generalmente provvisto di denti di presa, così da impedire, una volta fissati al dado, che si possa avere una rotazione relativa fra dado ed elemento di bloccaggio.

Inoltre, gli elementi di bloccaggio hanno un profilo esterno adatto a cooperare con la superficie periferica dell’elemento di copertura discoidale, che a sua volta è fissato in corrispondenza del mozzo.

Un eventuale allentamento del dado di fissaggio causerebbe una rotazione dell’elemento femmina a esso associato. L’interazione fra la superficie esterna dell’elemento femmina e la superficie periferica dell’elemento di copertura impedisce che il dado di fissaggio possa ulteriormente allentarsi.

L’elemento di copertura è fissato al mozzo utilizzando almeno due dei dadi di fissaggio della ruota e assicura che gli elementi femmina non si possano sfilare, muovendo lungo una direzione sostanzialmente parallela all’asse della colonnina del mozzo, dal dado su cui sono applicati.

Tale dispositivo, pur essendo apprezzato, non è esente da difetti. In primo luogo va notato come i dadi di fissaggio utilizzati per fissare in posizione l’elemento di copertura rimangano a vista. Su tali dadi sono posizionati elementi femmina simili a quelli posizionati sui restanti dadi di fissaggio, tuttavia, tali elementi non essendo coperti dall’elemento di copertura, possono sfilarsi dal dado su cui sono fissati.

Inoltre, in corrispondenza delle sedi che accolgono i dadi di fissaggio dell’elemento di copertura può accumularsi sporcizia, con la conseguenza di renderne difficoltosa la rimozione. Ancora, l’elemento di copertura in tali zone, a causa della sporcizia, potrebbe essere più soggetto a corrosione.

Tale inconveniente può essere risolto almeno parzialmente fissando copridado di protezione in corrispondenza delle sedi in cui sono posizionati i dadi di fissaggio dell’elemento di copertura. Tuttavia appare chiaro come la predisposizione di tali ulteriori elementi di protezione complichi la struttura del dispositivo di sicurezza, aumentandone i costi e allungando i tempi di rimozione e di montaggio del dispositivo di sicurezza.

Infine, non sempre è agevole il fissaggio degli elementi femmina in corrispondenza dei dadi. Ciascun elemento femmina, infatti, deve essere accoppiato al rispettivo dado prima che l’elemento di copertura sia fissato al mozzo della ruota. Può accadere in tale fase che la superficie esterna dell’elemento femmina interferisca con la superficie perimetrale dell’elemento di copertura impedendone il fissaggio. Per ovviare a tale problema è necessario rimuovere l’elemento di copertura, sfilare l’elemento femmina dal dado e reinserirlo con una differente angolazione. E’ evidente quindi come il montaggio dell’elemento di copertura possa essere lento e macchinoso, poiché il problema sopra menzionato può manifestarsi con più di un elemento femmina.

Una soluzione alternativa è descritta in AT397789 che ha per oggetto un dispositivo di sicurezza che comprende un anello di sicurezza e una pluralità di copridado adatti a essere fissati in corrispondenza dei dadi di fissaggio della ruota.

I copridado sono dotati, in corrispondenza di una loro superficie superiore, di sporgenze opportunamente sagomate.

L’anello di sicurezza, a sua volta, è provvisto lungo il proprio profilo perimetrale di fessure sagomate in modo da poter accogliere le sporgenze dei copridado. Un’eventuale rotazione del dado è impedita dall’interazione fra la sporgenza del copridado e la corrispondente fessura dell’anello di sicurezza.

Inoltre l’anello di sicurezza, essendo posto in battuta contro la superficie superiore dei copridado, impedisce che i copridado possano sfilarsi dal dado su cui sono stati applicati.

L’anello di sicurezza è fissato al mozzo della ruota utilizzando due dadi di fissaggio della ruota stessa.

Anche tale soluzione, pur essendo apprezzata, non è esente da difetti.

I dadi di fissaggio del disco di sicurezza, infatti, sono liberi di potersi sfilare dalla colonnina su cui sono fissati, così da poter provocare non solo il distacco del disco di sicurezza, ma anche un’eventuale perdita della ruota.

Inoltre, in modo simile a quanto descritto con riferimento alla soluzione precedente, il fissaggio dell’anello di sicurezza non è agevole. I copridado devono essere applicati ai rispettivi dadi prima che l’anello di sicurezza sia fissato al mozzo.

Può pertanto accadere che i copridado siano orientati in modo che le rispettive sporgenze non combacino con le fessure predisposte nell’anello di sicurezza. In tale eventualità i copridado dovranno essere rimossi per essere nuovamente applicati ai rispettivi dadi.

Infine, l’anello di sicurezza è distanziato dal cerchione della ruota, ed è quindi possibile che sporcizia o detriti possano accumularsi fra anello e cerchione.

Scopo della presente invenzione è pertanto quello di superare almeno parzialmente gli inconvenienti riportati sopra con riferimento alla tecnica nota.

In particolare, un compito della presente invenzione è quello di rendere disponibile un dispositivo di sicurezza per una ruota di un veicolo che sia in grado di impedire l’allentamento e il distacco di tutti gli elementi di fissaggio della ruota.

Inoltre, un secondo compito della presente invenzione è quello di rendere disponibile un dispositivo di sicurezza per una ruota di un veicolo che abbia una struttura semplificata.

Ancora, un terzo compito della presente invenzione è quello di rendere disponibile un dispositivo di sicurezza per una ruota di un veicolo che possa essere facilmente applicato, ed eventualmente rimosso, dalla ruota del veicolo.

Infine, un ulteriore compito della presente invenzione è quello di rendere disponibile un dispositivo di sicurezza per una ruota di un veicolo che abbia un’estetica gradevole.

Lo scopo e i compiti sopra indicati sono raggiunti da un dispositivo di sicurezza per una ruota di un veicolo in accordo con quanto rivendicato nella rivendicazione 1.

Le caratteristiche e gli ulteriori vantaggi dell’invenzione risulteranno dalla descrizione, fatta qui di seguito, di alcuni esempi di realizzazione, dati a titolo indicativo e non limitativo con riferimento ai disegni allegati, in cui: la figura 1 mostra schematicamente una vista in esploso di una ruota di un veicolo e di un dispositivo di sicurezza secondo l'invenzione;

la figura 2 mostra schematicamente una vista ingrandita del particolare di figura 1 indicato con A;

la figura 3 mostra schematicamente una vista dall’alto di un primo elemento del dispositivo di sicurezza secondo l'invenzione;

la figura 3A mostra una vista simile a quella di figura 3, ma relativa a una differente forma di realizzazione;

la figura 4 mostra schematicamente una vista ingrandita del particolare di figura 3 indicato con B;

la figura 5 mostra schematicamente la sezione lungo il piano di traccia V-V di figura 4;

la figura 6 mostra schematicamente la sezione lungo il piano di traccia VI-VI di figura 4;

la figura 7 mostra schematicamente una vista laterale di un secondo elemento del dispositivo di sicurezza secondo l'invenzione;

la figura 7A mostra una vista simile a quella di figura 7, ma relativa a una differente forma di realizzazione;

la figura 8 mostra schematicamente una vista dall’alto dell’elemento di figura 7;

la figura 8A mostra schematicamente la sezione lungo il piano di traccia Villa-Villa di figura 7A;

la figura 9 mostra schematicamente una vista dal basso dell'elemento di figura 7;

la figura 9A mostra schematicamente una vista dal basso dell’elemento di figura 7A;

la figura 10 mostra schematicamente una vista dall’alto degli elementi del dispositivo di sicurezza secondo l’invenzione in configurazione non assemblata;

la figura 11 mostra schematicamente una vista dall’alto, parzialmente in sezione, del dispositivo di sicurezza secondo l’invenzione con i corrispondenti elementi in configurazione assemblata;

la figura 12 mostra schematicamente una vista in sezione di un dettaglio degli elementi del dispositivo di sicurezza in configurazione non assemblata;

la figura 13 mostra schematicamente una vista simile a quella di figura 12, in cui gli elementi del dispositivo di sicurezza sono in configurazione assemblata;

la figura 13A mostra una vista simile a quella di figura 13, ma relativa a una differente forma di realizzazione;

la figura 14 mostra schematicamente una vista dall’alto di una seconda forma di realizzazione del terzo elemento del dispositivo di sicurezza;

la figura 15 mostra schematicamente una vista dall’alto di un particolare dell’elemento di figura 14, quando si trova in una configurazione di impegno con il secondo elemento del dispositivo di sicurezza;

la figura 16 mostra schematicamente una vista frontale di una ulteriore forma di realizzazione del secondo elemento del dispositivo di sicurezza.

Con riferimento alle figure, in figura 1 è mostrato un dispositivo di sicurezza 10 applicante i principi della presente invenzione.

Il dispositivo di sicurezza 10 è destinato a essere applicato in corrispondenza di una ruota 11 di un veicolo. Come schematicamente rappresentato in figura 1 , la ruota 11 di un veicolo comprende generalmente un cerchione 12 su cui è montato uno pneumatico (non raffigurato in figura). Il cerchione solitamente è fissato a un mozzo 14 del veicolo tramite mezzi di fissaggio a rotazione 16, ad esempio dadi di fissaggio.

Generalmente, i mezzi di fissaggio a rotazione 16 sono avvitati in corrispondenza delle colonnine di fissaggio 15 del mozzo 14, dopo che quest’ultime hanno impegnato opportune sedi 13 predisposte nel cerchione 12, in modo da rendere solidale il cerchione 12 al mozzo 14.

La funzione del dispositivo di sicurezza 10 è di impedire un allentamento dei mezzi di fissaggio a rotazione 16 della ruota 11 e di assicurare quindi che durante l’utilizzo del veicolo la ruota 11 sia sempre correttamente fissata al mozzo 14.

Vantaggiosamente, il dispositivo di sicurezza 10 è pensato per essere applicato su ruote di veicoli destinati al trasporto su strada di merci o persone, ad esempio autocarri o autocorriere. Come apparirà chiaro dalla descrizione che segue, i principi innovativi della presente invenzione potranno, tuttavia, essere applicati anche ad altre tipologie di veicoli.

Il dispositivo di sicurezza 10 comprende una pluralità di elementi di bloccaggio 30. Ciascun elemento di bloccaggio 30 è adatto a essere applicato a uno degli elementi di fissaggio a rotazione 16 della ruota 11 , per essere vincolato alla rotazione assieme all<’>elemento di fissaggio a rotazione 16. In altri termini, una volta che l’elemento di bloccaggio 30 è applicato all’elemento di fissaggio 16, non vi è una rotazione relativa fra l<’>elemento di bloccaggio 30 e l’elemento di fissaggio 16.

Il dispositivo di sicurezza 10 comprende, inoltre, un elemento di protezione 20 che è adatto a essere fissato al cerchione 12. L’elemento di protezione 20 comprende una pluralità di cavità di alloggiamento 22. Ciascuna cavità di alloggiamento 22 è adatta a ricevere un elemento di bloccaggio 30.

Il dispositivo di sicurezza 10 comprende anche mezzi di blocco adatti a interferire con gli elementi di bloccaggio 30 per impedirne la rotazione e/o lo sfilamento dagli elementi di fissaggio a rotazione 16.

In accordo con l’invenzione, i mezzi di blocco comprendono un elemento di presa 40 adatto a essere inserito in una sede 50 per impegnare radialmente ciascun elemento di bloccaggio 30. In questo modo è vantaggiosamente garantito che l’elemento di bloccaggio 30 non si sfili, durante l’uso, dall’elemento di fissaggio 16 cui è applicato. E’ anche assicurato, pertanto, che l’elemento di bloccaggio 30 non fuoriesca dalla propria cavità di alloggiamento 22.

Preferibilmente, come mostrato ad esempio nelle figure 2, 3 e 3A, ciascuna cavità di alloggiamento 22 è sagomata in modo da impedire una rotazione dell’elemento di bloccaggio 30 attorno ad un proprio asse di svitamento Y. In sostanza, in tale forma di realizzazione, gli elementi di bloccaggio 30 non sono ruotabili nelle proprie cavità di alloggiamento.

Le cavità di alloggiamento 22 sono preferibilmente in numero pari a quello degli elementi di fissaggio 16. In figura 1 è schematicamente rappresentato un dispositivo di sicurezza 10 adatto a essere fissato a una ruota 11 che, per essere assicurata al mozzo 14, richiede l'utilizzo di otto dadi di fissaggio 16. In tale forma di realizzazione, l’elemento di protezione 20 potrà quindi essere dotato di otto cavità di alloggiamento 22. Le cavità di alloggiamento 22 sono in posizioni corrispondenti a quelle delle colonnine 15 così da accogliere quest’ultime. Tali cavità di alloggiamento 22 hanno vantaggiosamente dimensioni tale da potere accogliere gli elementi di fissaggio 16 con gioco laterale sufficiente all’inserimento di un utensile di serraggio.

Nel seguito, per comodità di esposizione, si farà riferimento a una forma di realizzazione della ruota 11 in cui i mezzi di fissaggio 16 consistono in dadi di fissaggio. Come apparirà chiaro dalla descrizione che segue, il dispositivo di sicurezza 10 della presente invenzione potrà vantaggiosamente essere utilizzato anche con ruote fissate al mozzo 14 tramite differenti mezzi di fissaggio a rotazione.

Vantaggiosamente, l’elemento di presa 40 può impegnare radialmente ciascun elemento di bloccaggio 30 così da impedire anche una rotazione dell’elemento di bloccaggio 30 nella propria cavità di alloggiamento.

In tale forma di realizzazione, l’elemento di presa 40 sarà quindi in grado di impedire sia ohe l’elemento di bloccaggio 30 possa sfilarsi dall’elemento di fissaggio 16 cui è applicato, sia che l’elemento di bloccaggio 30 possa ruotare all’interno della propria cavità di alloggiamento 22. Bloccando la rotazione dell’elemento di bloccaggio 30 è anche bloccata una possibile rotazione dell’elemento di fissaggio 16 a esso associato e quindi è assicurato che l’elemento di fissaggio 16 non possa svitarsi.

Si fa ora riferimento specifico alle figure 3, 3A, 4, 5 e 6 raffiguranti l’elemento di protezione 20 e alcuni suoi dettagli costruttivi.

Vantaggiosamente, l’elemento di protezione 20 può avere forma e dimensioni analoghe a quelle di un normale coprimozzo che, come previsto dalle comuni normative di sicurezza stradale, è generalmente utilizzato per coprire e proteggere gli organi di fissaggio di una ruota al mozzo. La funzione del coprimozzo è, infatti, quella di evitare che gli organi di fissaggio possano entrare in contatto con persone o cose che si trovano nelle vicinanze.

Come schematicamente raffigurato nelle figure 1 e 3, l’elemento di protezione 20 può avere quindi forma toroidale, con sezione trasversale ad esempio di forma quadrata, rettangolare o circolare.

Alternativamente, come mostrato in figura 3A, l’elemento di protezione 20 può avere un profilo esterno dotato di rientranze 29. Tale forma di realizzazione riduce vantaggiosamente il rischio di collisione dell’elemento di protezione 20 contro corpi esterni, ad esempio marciapiedi, senza compromettere il funzionamento dell’intero dispositivo di sicurezza Lo spessore dell’elemento di protezione 20 è preferibilmente progettato per assicurare, in modo simile a un normale coprimozzo, che le colonnine 15 del mozzo 14 non sporgano dall’elemento di protezione 20, una volta che quest’ultimo è stato fissato al cerchione.

L’elemento di protezione 20 può, inoltre, andare in battuta, con una sua superficie inferiore, contro il cerchione 12 della ruota 11, garantendo che eventuali detriti non possano frapporsi fra elemento 20 e cerchione 12.

Tuttavia, differenti forme di realizzazione dell’elemento di protezione 20 sono facilmente immaginabili per un tecnico del ramo al fine di soddisfare specifiche necessità.

Come anticipato, l’elemento di protezione 20 è destinato a essere fissato al cerchione 12 utilizzando preferibilmente i dadi di fissaggio 16 utilizzati per fissare la ruota 11 al mozzo 14.

Vantaggiosamente, ciascuna cavità di alloggiamento 22 può avere sezione trasversale di forma poligonale idonea a combaciare con una sezione trasversale dell’elemento di bloccaggio 30 in essa inserito.

Ad esempio la cavità di alloggiamento potrà avere sezione trasversale quadrata o pentagonale adatta a combaciare con una corrispondente sezione trasversale quadrata o pentagonale dell’elemento di bloccaggio 30.

L’accoppiamento di forma realizzato fra cavità di alloggiamento 22 ed elemento di bloccaggio 30 impedisce una rotazione dell’elemento di bloccaggio 30 e di conseguenza una rotazione dell’elemento di fissaggio a rotazione a esso vincolato.

In dettaglio, con riferimento alle figure 4-6, in corrispondenza della superficie inferiore di ciascuna cavità di alloggiamento 22 è preferibilmente predisposto un foro di fissaggio 62.

Ciascun foro di fissaggio 62 vantaggiosamente ha forma e dimensioni sostanzialmente corrispondenti alla forma e alle dimensioni della sezione trasversale delle colonnine 15 del mozzo 14.

Il dispositivo di protezione 20 può vantaggiosamente essere fissato al cerchione 12 inserendo ciascuna colonnina 15 dapprima all'interno del foro di fissaggio 13 del cerchione 12 e successivamente all'interno del foro di fissaggio 62 dell’affacciata superficie inferiore del dispositivo 20. Avvitando i dadi di fissaggio 16 della ruota in corrispondenza della filettatura della colonnina 15 sarà quindi possibile, con un’unica operazione, fissare il cerchione al mozzo e il dispositivo di protezione al cerchione.

Vantaggiosamente, l’elemento di protezione 20 può essere realizzato in materiale polimerico, ad esempio poliammide, poliammide rinforzato con vetro, polipropilene, polipropilene rinforzato con vetro, acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS). Alternativamente, l’elemento di protezione 20 può essere realizzato in materiale metallico. Ad esempio, l’elemento 20 può essere realizzato in alluminio o in acciaio inox.

Preferibilmente, in corrispondenza della superficie inferiore di ciascuna cavità di alloggiamento 22 può essere predisposta una rondella 60, vantaggiosamente realizzata in materiale metallico.

La rondella 60, in modo noto, consente di aumentare la presa del dado di fissaggio sulla superficie inferiore dell’elemento di protezione 20 (vedi figura 5). In tale forma di realizzazione il foro di fissaggio 62 sarà predisposto nella rondella 60.

Preferibilmente, una rondella 60 sarà predisposta in corrispondenza di almeno due cavità di alloggiamento.

Un’ulteriore rondella 70 potrà essere frapposta fra la superficie inferiore della cavità 22 e il dado (vedi figure 12, 13, 13A).

Come mostrato nelle figure allegate, ciascuna cavità di alloggiamento 22 può essere provvista di un fermo 26 adatto a essere impegnato da un corrispondente riscontro 36 predisposto nell’elemento di bloccaggio 30, una volta che quest’ultimo è inserito nella cavità 22.

Nella forma di realizzazione raffigurata, ciascuna cavità di alloggiamento 22 è di forma sostanzialmente cilindrica. Il fermo 26 preferibilmente consiste in una sporgenza radiale realizzata in corrispondenza di una superficie laterale 24 della cavità 22.

In un’altra forma di realizzazione, non raffigurata ma facilmente immaginabile da un tecnico del ramo, il fermo 26 potrà consistere in una rientranza disposta in corrispondenza della superficie laterale 24 della cavità 22, lungo una direzione radiale.

In alternativa, il fermo 26 potrà consistere in una rientranza o sporgenza disposta in corrispondenza della superficie inferiore della cavità 22, in direzione longitudinale.

Nelle forme di realizzazione raffigurate (vedi ad esempio figure 3 e 3A) i fermi 26 sono rivolti verso l’interno dell’elemento di protezione 20. Forme alternative di realizzazione, facilmente immaginabili da un tecnico del ramo, possono prevedere che i fermi 26 siano orientati in modo differente, ad esempio possono prevedere che i fermi 26 siano rivolti verso l’esterno dell’elemento. Ulteriori forme di realizzazione possono prevedere che i fermi siano disposti con differenti orientazioni.

Il dispositivo di sicurezza 20 è, inoltre, dotato della sede 50 destinata ad accogliere, quando il dispositivo è in uso, l’elemento di presa 40.

Nella forma di realizzazione raffigurata, la sede 50 è preferibilmente in comunicazione con ciascuna cavità di alloggiamento 22 dell’elemento di protezione 20. In tal modo, quando l’elemento di presa 40 è inserito all'interno della sede 50, vantaggiosamente potrà entrare in contatto, lungo una direzione radiale, con ciascun elemento di bloccaggio 30 per evitarne lo sfilamento dalla corrispondente sede 22 ed eventualmente la rotazione attorno ad un proprio asse di svitamento Y.

Vantaggiosamente, la sede 50 è in comunicazione con il fermo 26 predisposto in ciascuna cavità di alloggiamento 22. In tal modo l’elemento di presa 40, una volta inserito nella propria sede 50, impegnerà ciascun elemento di bloccaggio 30 in corrispondenza del relativo riscontro 36.

Preferibilmente, la sede 50 consiste in una scanalatura di forma circolare. Vantaggiosamente, nel caso in cui l’elemento di protezione 20 sia di forma toroidale, la sede 50 può essere predisposta in corrispondenza della superficie interna dell’elemento di protezione, intendendo come superficie interna la superficie dell’anello interno del toroide (vedi figura 13).

Alternativamente, la sede 50 può essere predisposta in corrispondenza della superficie esterna dell’elemento di protezione.

Un’ulteriore forma di realizzazione prevede che l’elemento di protezione sia provvisto di due sedi 50 di alloggiamento, una disposta in corrispondenza della superficie interna e una disposta in corrispondenza della superficie esterna dell’elemento di protezione 20.

In tale forma di realizzazione, il dispositivo di sicurezza 20 potrà quindi essere provvisto di due elementi di presa 40 di dimensioni tali da essere inseriti rispettivamente nella sede interna e nella sede esterna di alloggiamento 50 predisposta nell’elemento di protezione.

In tale forma di realizzazione entrambi gli anelli di presa potranno impegnare radialmente gli elementi di bloccaggio 30 in due differenti zone, garantendo così una doppia sicurezza.

Un’ulteriore forma di realizzazione, raffigurata schematicamente in figura 13A, prevede che la sede 50 sia costituita da una scanalatura a forma di L, ruotata di 90° in senso antiorario. In altri termini, la sede 50 è costituita da due tratti; un primo tratto sostanzialmente verticale e un secondo tratto sostanzialmente orizzontale.

In tale forma di realizzazione, l’elemento di presa 40, realizzato con un materiale sufficientemente elastico, è dapprima inserito all’interno del primo tratto della sede 50, lungo una direzione h sostanzialmente parallela all’asse di svitamento dell’elemento di bloccaggio 30. Successivamente è fatto scorrere lungo il secondo tratto della sede 50, lungo una direzione I2, in modo che l’anello di presa possa impegnare radialmente l’elemento di bloccaggio 30.

Tale forma di realizzazione è particolarmente vantaggiosamente in quanto, pur se l’elemento di presa 40 impegna radialmente ciascun elemento di bloccaggio 30, l’inserimento dell’anello di presa 40 all’interno della propria sede avviene frontalmente, facilitando ulteriormente l’installazione e la rimozione del dispositivo di sicurezza 10.

In prossimità della sede 50 saranno predisposti degli scansi atti a permettere l'inserimento di un cacciavite o di uno strumento simile, in modo da consentire la rimozione dell’anello di presa 40 dalla sede 50.

Come mostrato schematicamente nelle figure 12, 13, 13A, l’altezza della sede 50 corrisponde sostanzialmente allo spessore dell’elemento di presa 40, così da renderne più sicuro il fissaggio all’elemento di protezione.

La sede 50 può vantaggiosamente essere provvista di un fermo, ad esempio un foro o una cavità, adatta ad alloggiare almeno un’estremità 42 dell’elemento di presa 40, così da impedire che si possa verificare un’accidentale fuoriuscita dell’elemento di presa 40 dalla propria sede 50, durante l’utilizzo del dispositivo di sicurezza.

Si fa ora riferimento specifico alle figure 7, 8, 9, 7A, 8A, 9A raffiguranti schematicamente un elemento di bloccaggio 30.

L’elemento di bloccaggio 30 preferibilmente ha forma e dimensioni tali da combaciare sostanzialmente con la cavità di alloggiamento 22 predisposta nell’elemento di protezione 20. In tal modo è facilitato l’inserimento dell’elemento di bloccaggio 30 all’interno della propria cavità di alloggiamento.

Con riferimento alla forma di realizzazione raffigurata, l’elemento di bloccaggio 30 ha una forma cilindrica tale da combaciare con la cavità cilindrica 22 dell’elemento di protezione 20. Preferibilmente, l’elemento di bloccaggio 30 è provvisto di una superficie superiore 32 di dimensioni maggiori rispetto alle dimensioni della cavità 22.

Tale superficie 32 è destinata quindi ad andare in battuta contro la superficie superiore dell’elemento di protezione 20, così da sporgere dalla cavità 22 e da poter essere facilmente afferrata e tirata nel caso in cui l’elemento di bloccaggio 30 debba essere rimosso dalla cavità 22, Vantaggiosamente, l’elemento di bloccaggio 30 può essere provvisto di una cavità 38 adatta ad alloggiare almeno parzialmente un dado di fissaggio 16 della ruota,

La cavità 38 preferibilmente è dotata di mezzi di impegno 39 adatti a realizzare il vincolo alla rotazione fra l’elemento di bloccaggio 30 e l’elemento di fissaggio inserito al suo interno.

Detti mezzi di impegno consistono preferibilmente in dentini di presa 39 predisposti almeno in corrispondenza della superficie della cavità 38 destinata a entrare in contatto diretto con il dado di fissaggio 16.

La funzione dei mezzi di impegno 39 è di impedire che vi possa essere una rotazione relativa fra elemento di bloccaggio 30 e dado di fissaggio 16 attorno ad un asse longitudinale Y (asse di svitamento del dado), una volta che l’elemento di bloccaggio 30 è stato applicato al dado di fissaggio 16 (vedi figura 13).

Forme di realizzazione alternative, non raffigurate nelle figure allegate, prevedono che, in corrispondenza della superficie interna della cavità 38, siano predisposti differenti mezzi di impegno atti a cooperare con la superficie esterna del dado 16. Ad esempio la superficie destinata a entrare in contatto con il dado potrà essere dotata di uno o più anelli di presa atti a cingere la superficie laterale del dado, così da impedire una rotazione relativa fra elemento di bloccaggio e dado.

Ciascun elemento di bloccaggio 30 del dispositivo di sicurezza 10 può essere provvisto di un riscontro 36 destinato a interagire con il fermo 26, così da assicurare che l’assieme formato dall’elemento di bloccaggio 30 e il dado di fissaggio 16 non possa ruotare attorno all’asse di svitamento Y. Vantaggiosamente il riscontro 36 ha forma tale da combaciare sostanzialmente con quella del fermo 26.

Vantaggiosamente, sarà predisposto un gioco fra riscontro 36 e fermo 26 per assicurare che l’applicazione dell’elemento di bloccaggio 30 all’elemento di fissaggio a rotazione 16 possa avvenire con una certa tolleranza.

Nella forma di realizzazione raffigurata, il riscontro 36 preferibilmente consiste in una sporgenza radiale realizzata in corrispondenza di una superficie laterale dell’elemento di bloccaggio 30. Tale sporgenza è destinata, una volta che l<’>elemento di bloccaggio 30 è inserito nella cavità 22, a impegnare il fermo 26, che in tale forma di realizzazione consiste in una sporgenza radiale predisposta nella cavità 22.

In una differente forma di realizzazione, il riscontro 36 consisterà in una scanalatura disposta lungo una direzione radiale. La scanalatura sarà adatta a impegnare una corrispondente sporgenza 26 (fermo) disposta in corrispondenza della superficie laterale 24 della cavità 22 e rivolta verso l’interno della cavità 22.

In un’ulteriore forma di realizzazione, il riscontro 36 potrà consistere in una sporgenza o in una rientranza disposta in corrispondenza di una superficie inferiore dell’elemento di bloccaggio 30. In tal caso, il fermo 26 consisterà rispettivamente in una rientranza o sporgenza disposta in corrispondenza della superficie inferiore della cavità 22.

La superficie esterna dell’elemento di bloccaggio 30 è provvista di una sede 37 adatta ad alloggiare almeno una porzione dell’elemento di presa 40.

Come mostrato schematicamente nelle figure 7, 7A, 12 e 13, la sede 37 può essere predisposta in corrispondenza del riscontro 36.

Nella forma di realizzazione raffigurata, tale sede 37 consiste in una scanalatura radiale, di altezza almeno pari allo spessore dell’elemento di presa 40.

La sede 37 avrà preferibilmente un’altezza almeno pari allo spessore dell’elemento di presa 40 anche nel caso in cui sia predisposta in corrispondenza di una superficie laterale dell’elemento di bloccaggio 30.

Come anticipato, grazie alla predisposizione della sede 37, è assicurato che l’elemento di presa 40, una volta inserito all’Interno della propria sede 50, impegni ogni elemento di bloccaggio 30 del dispositivo di sicurezza 10, impedendo che gli elementi di bloccaggio 30 possano muovere durante l’utilizzo lungo una direzione parallela all’asse Y, fuoriuscendo dalla rispettiva cavità di alloggiamento 22 (vedi figura 13).

Con specifico riferimento alle figure 7A, 8A, 9A, una forma alternativa di realizzazione prevede che la cavità 38 sia dotata di un restringimento 38A in corrispondenza di una sua porzione superiore. La presenza di tale restringimento 38A consente vantaggiosamente di predisporre una sede 37 nell’elemento di bloccaggio 30 di lunghezza maggiore (indicata in figura 7A dal riferimento s), in modo che l’anello di presa 40 possa impegnare una porzione maggiore dell’elemento di bloccaggio 30.

In tal modo è reso ancor più sicuro l’impegno fra anello di presa 40 e elemento di bloccaggio 30 e quindi è garantito che l’elemento di bloccaggio 30 non possa sfilarsi dal corrispondente mezzo di fissaggio 16.

Una forma alternativa di realizzazione dell’elemento di bloccaggio 30 è raffigurata in figura 16.

In tale forma di realizzazione l’elemento di bloccaggio 30 è di forma sostanzialmente cilindrica ed è adatto a essere inserito in una corrispondente cavità di alloggiamento 22 di forma cilindrica. In corrispondenza della superficie esterna dell’elemento di bloccaggio 30 può essere predisposta una fessura/cavità 35. Tale fessura 35 avrà forma e dimensioni adatte per l’impegno con i mezzi di blocco del dispositivo di sicurezza 10.

Vantaggiosamente, in corrispondenza della superficie superiore 32 dell’elemento di bloccaggio 30 può essere posizionato un segno di riferimento che indichi la posizione della sottostante cavità 35. In tale forma di realizzazione, infatti, come sarà spiegato in seguito, l’accoppiamento di forma fra cavità di alloggiamento 22 ed elemento di bloccaggio 30 non impedisce la rotazione di quest’ultimo attorno al proprio asse di svitamento Y. Tale rotazione sarà impedita, così come lo sfilamento dalla cavità di alloggiamento, dall’impegno della cavità 35 con i mezzi di blocco del dispositivo di sicurezza.

Con riferimento ora alle figure 1 e 10, l’elemento di presa 40 preferibilmente è di forma anulare e può essere realizzato vantaggiosamente in filo metallico, ad esempio in acciaio inox o in acciaio armonico.

Alternativamente, l'anello di presa 40 può essere realizzato in materiale polimerico, ad esempio poliammide rinforzato con vetro, polipropilene, polipropilene rinforzato con vetro, acrilonitrile-butadienestirene (ABS).

Tali materiali, se coniugati con opportuni spessori, da un lato garantiscono all’elemento 40 la necessaria resistenza meccanica per mantenere in posizione gli elementi di bloccaggio 30, dall'altro assicurano all’elemento 40 la necessaria elasticità per consentirne un agevole inserimento o rimozione dalla sede 50.

Vantaggiosamente l’elemento di presa 40 può avere una forma anulare aperta.

In corrispondenza dell’apertura 41 dell’elemento di presa 40 sono predisposte due appendici 42, 44, che preferibilmente si estendono radialmente dall’elemento di presa, in direzioni opposte.

Come anticipato, l’appendice 42 ha preferibilmente la funzione di agire da blocco dell’elemento di presa 40. Essa può, infatti, essere inserita all’interno di un corrispondente fermo predisposto nella sede 50.

L’appendice 44 ha, a sua volta, la funzione di facilitare la rimozione dell'elemento di presa 40 dalla propria sede 50.

L’elemento di presa 40 e/o la sede 50 possono essere realizzati per un inserimento elastico a scatto dell’elemento di presa 40 nella sede 50.

Come schematicamente rappresentato in figura 11, l’appendice 44 preferibilmente ha dimensioni tali da consentirle di sporgere dalla sede 50, quando l’elemento di presa 40 è inserito nella sede 50.

L’utilizzatore afferrando l’appendice 44 ed esercitando una leggera forza di trazione, può rimuovere l’elemento 40, se richiesto, dalla propria sede.

Nel caso in cui l’elemento di presa 40 debba essere inserito all’interno di una sede 50, come quella mostrata schematicamente in figura 13A, l’elemento di presa 40 sarà provvisto preferibilmente di un’unica appendice, adatta ad essere disposta lungo una direzione parallela all’asse Y dell’elemento di bloccaggio 30.

Tale appendice vantaggiosamente è adatta ad impegnare un corrispondente foro predisposto nell’elemento di protezione 20. Tale foro, a sua volta, può essere collegato ad un’asola disposta lungo una direzione radiale dell’elemento di protezione 20, in modo da essere accessibile dalla superficie interna dell’elemento di protezione 20.

L’utilizzatore, tramite detta asola, vantaggiosamente può afferrare l’appendice verticale dell’elemento di presa 40, così da poter rimuovere quest’ultimo dalla propria sede 50.

Come mostrato schematicamente nelle figure 12, 13, 13A, l’elemento di presa 40 avrà sezione trasversale di forma circolare.

Differenti forme di realizzazione dell’elemento di presa 40 sono tuttavia possibili al fine di soddisfare specifiche necessità.

Con riferimento alle figure 14 e 15, in un’ulteriore forma di realizzazione l’elemento di presa 40 è provvisto di innesti radiali 45.

Tali innesti radiali 45, in numero pari al numero degli elementi di bloccaggio 30, sono destinati a impegnare, una volta che l’elemento di presa 40 è inserito nella propria sede 50, la superficie laterale degli elementi di bloccaggio 30.

Come schematicamente rappresentato in figura 15, tale forma di realizzazione dell’elemento di presa 40 è vantaggiosamente adatta a essere utilizzata con gli elementi di bloccaggio raffigurati in figura 16.

L’innesto radiale 45 è, infatti, di forma e dimensioni adatte ad impegnare la cavità 35 dell<’>elemento di bloccaggio 30.

Ovviamente, fra l’innesto 45 e la corrispondente cavità 35 sarà predisposto un minimo gioco per assicurare che l’impegno fra innesto 45 e cavità 35 possa avvenire con una certa tolleranza.

Come schematicamente rappresentato in figura 15, l’impegno fra innesto 45 e cavità 35 impedisce che l’elemento di bloccaggio 30 possa sfilarsi dall’elemento di fissaggio 16 cui è fissato.

Al tempo stesso, l’accoppiamento di forma fra innesto 45 e cavità 35 impedisce anche che l’elemento di bloccaggio 30 possa ruotare attorno al suo asse di svitamento Y. Di conseguenza è garantito che l’elemento di fissaggio 16, inserito all’interno dell’elemento di bloccaggio 30, non ruoti rispetto alla colonnina 15 del mozzo.

Come anticipato, la predisposizione di eventuali segni di riferimento in corrispondenza della superficie superiore 32 dell’elemento di bloccaggio 30, fa sì che l'inserimento degli elementi di bloccaggio 30 all’Interno della corrispondente cavità 22 possa avvenire in modo che le varie cavità 35 si trovino ad essere affacciate agli innesti 45.

Di seguito, con specifico riferimento alla forma di realizzazione raffigurata nelle figure 1 , 12 e 13, è brevemente descritto il funzionamento del dispositivo di sicurezza 10 secondo l’invenzione. Le considerazioni che seguono possono essere applicate anche alle altre forme di realizzazione descritte.

Come anticipato, l'elemento di protezione 20 del dispositivo di sicurezza 10 è progettato per essere fissato al cerchione 12 della ruota 11. Tale fissaggio può avvenire in concomitanza con il fissaggio del cerchione 12 al mozzo 14.

In dettaglio, una volta che le colonnine di fissaggio 15 del mozzo 14 sono state inserite all'interno dei fori di fissaggio 13 del cerchione 12, l’elemento di protezione 20 del dispositivo 10 può essere accostato al cerchione.

La porzione della colonnina 15 che sporge dalla superficie superiore del cerchione 12 è adatta a essere inserita all’interno del foro 62 così da poter essere alloggiata all’Interno della cavità 22.

Successivamente, l’elemento di protezione 20 è bloccato in posizione avvitando i dadi di fissaggio 16 in corrispondenza delle colonnine 15 del mozzo 14 (vedi figura 12).

In seguito, ciascun elemento di bloccaggio 30 è inserito all’interno di una corrispondente cavità di alloggiamento 22 così da poter essere applicato in corrispondenza di ciascun dado di fissaggio 16. In dettaglio, l’elemento di bloccaggio 30 è inserito nella corrispondente cavità in modo che la superficie superiore 32 vada in battuta contro la superficie superiore dell’elemento di protezione 20 e che il riscontro 36 possa impegnare il corrispondente fermo 26 della cavità 22. Al tempo stesso, l’elemento di bloccaggio è unito al dado di fissaggio 16 così che la superficie interna 38 dell’elemento di bloccaggio 30, e in particolare i dentini di presa 39, possano far presa sulla superficie laterale del dado 16.

La presenza dei dentini di presa 39 assicura che non vi possa essere uno scorrimento relativo fra la superficie laterale del dado 16 e la superficie interna 38 dell’elemento di bloccaggio 30. In tal modo, essendo bloccata la rotazione dell’elemento di bloccaggio 30 dall’interazione fra riscontro 36 e fermo 26, è anche assicurato che il dado non possa ruotare attorno ad un suo asse longitudinale e quindi che non si possa svitare dalla corrispondente colonnina.

Infine, l’elemento di presa 40 è accostato all<’>elemento di protezione 20 così da poter essere inserito all’interno della propria sede 50, in modo che l’appendice 42 possa andare a impegnare il corrispondente fermo predisposto nell’elemento di protezione. 20

Una volta inserito nella propria sede 50, l’elemento di presa 40 impegna radialmente i vari elementi di bloccaggio 30 impedendo che essi possano fuoriuscire dalle rispettive cavità.

La predisposizione dell’elemento di presa 40 assicura quindi che i vari elementi di bloccaggio 30 rimangano bloccati all’interno delle proprie cavità e quindi che non vi possa essere durante l’utilizzo la perdita di uno o più elementi di bloccaggio 30 con i conseguenti rischi.

Nel caso in cui il dispositivo di protezione 10 debba essere rimosso, sarà sufficiente agire sull’appendice 44 dell’elemento di presa 40, in modo da esercitare una forza di trazione tale da disimpegnare l’appendice 42 dal rispettivo fermo e da estrarre l’elemento di presa 40, che è dotato di una certa elasticità, dalla propria sede 50.

In seguito sarà sufficiente afferrare le superfici superiori 32 dei vari elementi di bloccaggio 30 per estrarli dalle rispettive cavità di alloggiamento 22. Una volta svitati i dadi di fissaggio 16, sarà possibile rimuovere l’elemento di protezione 20.

A questo punto è chiaro come si siano raggiunti gli scopi prefissati. Innanzitutto va notato come il dispositivo di sicurezza 10 secondo l’invenzione consenta di impedire l’allentamento e il distacco di tutti i dadi di fissaggio della ruota.

L’elemento di protezione 20, infatti, per essere fissato in posizione non richiede la predisposizione di specifici mezzi di fissaggio. Il fissaggio, infatti, è realizzato utilizzando i medesimi dadi di fissaggio della ruota.

Poiché tutti i dadi di fissaggio 16 possono essere accoppiati a un elemento di bloccaggio 30 che ne impedisca lo svitamento dalla colonnina 15, è evidente come, a differenza dell’arte nota, il dispositivo secondo l’invenzione offra una protezione accresciuta.

Inoltre, è evidente come il dispositivo di sicurezza 10 secondo l’invenzione abbia una struttura semplificata. L’elemento di protezione 20, infatti, ha una struttura simile a quella di un normale coprimozzo, e l’interazione fra elementi di bloccaggio e dadi è realizzata tramite la predisposizione di un accoppiamento di forma fra riscontro e fermo che non inficia la resistenza meccanica dell’elemento di protezione.

Ancora, l’elemento di protezione 20 ha vantaggiosamente un peso paragonabile a quello dei normali coprimozzo. Nel caso in cui l’elemento di protezione 20 sia realizzato in materiale metallico, l’elemento 20 avrà comunque vantaggiosamente un peso inferiore rispetto a quello dei dispositivi di sicurezza di tipo noto.

Inoltre, la predisposizione di un elemento di presa come quello descritto assicura in modo semplice ed economico che tutti gli elementi di bloccaggio siano contemporaneamente bloccati in posizione.

Ancora, l'inserimento dei vari elementi di bloccaggio all'interno delle rispettive sedi è effettuato a “vista” e quindi è agevole far coincidere il riscontro 36 con il fermo 26.

Nel caso in cui gli elementi di protezione 30 siano provvisti di una superficie superiore 32 adatta ad andare in battuta contro l’elemento di protezione, eventuali segni di riferimento potranno essere predisposti su tale superficie così da individuare l’esatta posizione del riscontro 36 o della cavità 35 e da facilitare ulteriormente l'inserimento dell’elemento di bloccaggio 30 all’interno della cavità 22 e l’impegno fra elemento di bloccaggio e anello di presa.

Infine, il dispositivo di sicurezza 10 presenta un’estetica gradevole e consente di nascondere alla vista tutti i mezzi di fissaggio della ruota. Inoltre, nello spazio compreso fra le varie cavità di alloggiamento 22 dell’elemento di protezione 20 potranno essere alloggiati ulteriori sistemi di sicurezza di tipo elettronico, ad esempio centraline con sensori adatti a rilevare la pressione degli pneumatici o un eventuale surriscaldamento del mozzo.

Disegni o grafiche personalizzate potranno essere apposte in corrispondenza della superficie superiore dell’elemento di protezione 20 e dei rispettivi elementi di bloccaggio 30.

Naturalmente, la descrizione sopra fatta di una realizzazione applicante i principi innovativi della presente invenzione è riportata a titolo esemplificativo di tali principi innovativi e non deve perciò essere presa a limitazione dell’ambito di privativa qui rivendicato. Ad esempio, l’elemento di protezione potrà essere suddiviso in due o più elementi, ciascuno adatto ad essere fissato in corrispondenza del cerchione della ruota utilizzando i mezzi di fissaggio della ruota.

Nel caso in cui la ruota sia dotata di otto dadi di fissaggio, un primo elemento di protezione potrà essere fissato in corrispondenza di primi quattro dadi di fissaggio e un secondo elemento di protezione potrà essere fissato in corrispondenza dei restanti dadi di fissaggio, così da assicurare comunque che la totalità dei dadi di fissaggio della ruota non possa subire allentamenti.

Analogamente, l’elemento di presa potrà essere suddiviso in due o più elementi, ciascuno dei quali adatto a impegnare e a bloccare in posizione una parte degli elementi di bloccaggio del dispositivo.

Claims (10)

1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di sicurezza (10) per una ruota (11 ) di un veicolo comprendente un cerchione (12); il cerchione (12) essendo destinato a essere fissato a un mozzo (14) per mezzo di elementi di fissaggio a rotazione (16) e il dispositivo di sicurezza (10) comprendendo: -una pluralità di elementi di bloccaggio (30), ciascun elemento di detta pluralità di elementi di bloccaggio (30) essendo adatto ad essere applicato ad uno degli elementi di fissaggio a rotazione (16) della ruota (11 ) per essere vincolato alla rotazione assieme all'elemento di fissaggio a rotazione (16); -un elemento di protezione (20) adatto a essere fissato al cerchione (12) e comprendente una pluralità di cavità di alloggiamento (22); ciascuna cavità di detta pluralità di cavità di alloggiamento (22) essendo adatta a ricevere un elemento di bloccaggio (30); - mezzi di blocco adatti ad interferire con la pluralità di elementi di bloccaggio (30) per impedirne la rotazione e/o lo sfilamento dagli elementi di fissaggio a rotazione (16); il dispositivo di sicurezza (10) essendo caratterizzato dal fatto che i mezzi di blocco comprendono un elemento di presa (40) adatto ad essere inserito in una sede (50) per impegnare radialmente ciascun elemento di detta pluralità di elementi di bloccaggio (30), così da impedire che detto elemento di bloccaggio (30) possa sfilarsi dal corrispondente elemento di fissaggio a rotazione (16) e fuoriuscire dalla propria cavità di alloggiamento (22).
2. 2. Dispositivo di sicurezza (10) secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che ciascuna cavità di detta pluralità di cavità di alloggiamento (22) è sagomata in modo da impedire una rotazione dell’elemento di bloccaggio (30) attorno ad un proprio asse di svitamento (Y).
3. 3. Dispositivo di sicurezza (10) secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che l’elemento di presa (40) nella sede (50) impegna radialmente ciascun elemento di detta pluralità di elementi di bloccaggio (30), così da impedire anche la rotazione di detto elemento di bloccaggio (30) nella propria cavità di alloggiamento (22).
4. 4. Dispositivo di sicurezza (10) secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che ciascuna cavità di detta pluralità di cavità di alloggiamento (22) ha una sezione trasversale di forma poligonale idonea a combaciare con una sezione trasversale dell’elemento di bloccaggio (30) ricevuto all’interno di detta cavità.
5. 5. Dispositivo di sicurezza (10) secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che ciascuna cavità di detta pluralità di cavità di alloggiamento (22) è provvista di un fermo (26) adatto a essere impegnato da un corrispondente riscontro (36) predisposto nell’elemento di bloccaggio (30) ricevuto nella cavità di alloggiamento (22).
6. 6. Dispositivo di sicurezza (10) secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che ciascuna cavità di detta pluralità di cavità di alloggiamento (22) è disposta in posizione corrispondente a quella di una colonnina di fissaggio (15) del mozzo (14), così da accogliere detta colonnina di fissaggio (15); detta cavità (22) avendo dimensioni tale da accogliere il corrispondente elemento di fissaggio a rotazione (16) con gioco laterale sufficiente all’inserimento di un utensile di serraggio.
7. 7. Dispositivo di sicurezza (10) secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che l<’>elemento di presa (40) è adatto a impegnare il riscontro (36) predisposto nell’elemento di bloccaggio (30).
8. 8. Dispositivo di sicurezza (10) secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che l’elemento di presa (40) è adatto a essere fissato all’elemento di protezione (20) tramite mezzi di aggancio (42) destinati a impegnare radialmente un corrispondente fermo predisposto nell’elemento di protezione (20).
9. 9. Dispositivo di sicurezza (10) secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che ciascun elemento di detta pluralità di elementi di bloccaggio (30) è provvisto di una cavità (38), adatta ad alloggiare almeno parzialmente un elemento di fissaggio a rotazione (16) della ruota (11); detta cavità (38) essendo provvista di mezzi di impegno (39) adatti a realizzare il vincolo alla rotazione fra elemento di bloccaggio (30) e corrispondente elemento di fissaggio a rotazione (16).
10. 10. Dispositivo di sicurezza (10) secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che l’elemento di protezione (20) è di forma sostanzialmente toroidale; detto elemento di protezione (20) essendo adatto ad andare in battuta contro la superficie esterna del cerchione (12) e a essere fissato al cerchione (12) tramite gli elementi di fissaggio a rotazione (16) della ruota (11).