ITUA201673857U1 - Gruppo di attuazione - Google Patents

Gruppo di attuazione

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ITUA201673857U1
ITUA201673857U1 ITUA2016U073857U ITUA201673857U ITUA201673857U1 IT UA201673857 U1 ITUA201673857 U1 IT UA201673857U1 IT UA2016U073857 U ITUA2016U073857 U IT UA2016U073857U IT UA201673857 U ITUA201673857 U IT UA201673857U IT UA201673857 U1 ITUA201673857 U1 IT UA201673857U1
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IT
Italy
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shell
hub
compartment
actuator
side wall
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Application number
ITUA2016U073857U
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Emanuele Magnani
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Alcedo Italia Srl
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    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B62LAND VEHICLES FOR TRAVELLING OTHERWISE THAN ON RAILS
    • B62MRIDER PROPULSION OF WHEELED VEHICLES OR SLEDGES; POWERED PROPULSION OF SLEDGES OR SINGLE-TRACK CYCLES; TRANSMISSIONS SPECIALLY ADAPTED FOR SUCH VEHICLES
    • B62M6/00Rider propulsion of wheeled vehicles with additional source of power, e.g. combustion engine or electric motor
    • B62M6/40Rider propelled cycles with auxiliary electric motor
    • B62M6/55Rider propelled cycles with auxiliary electric motor power-driven at crank shafts parts
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B62LAND VEHICLES FOR TRAVELLING OTHERWISE THAN ON RAILS
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    • B62M6/00Rider propulsion of wheeled vehicles with additional source of power, e.g. combustion engine or electric motor
    • B62M6/40Rider propelled cycles with auxiliary electric motor
    • B62M6/45Control or actuating devices therefor
    • B62M6/50Control or actuating devices therefor characterised by detectors or sensors, or arrangement thereof

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  • Transportation (AREA)
  • Mechanical Engineering (AREA)
  • Transition And Organic Metals Composition Catalysts For Addition Polymerization (AREA)
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  • Connection Of Motors, Electrical Generators, Mechanical Devices, And The Like (AREA)

Description

DOMANDA DI BREVETTO PER MODELLO D'UTILITA'
C. TITOLO
GRUPPO DI ATTUAZIONE
O. RIASSUNTO
GRUPPO DI ATTUAZIONE (1) PROVVISTO DI UN TELAIO (10) SCATOLARE CHE DELIMITA UNA CAVITÀ (20) CONTENENTE UN ATTUATORE (30) ROTATIVO PROVVISTO DI UN ALBERO MOTORE (32), UNA CENTRALINA (40) DI CONTROLLO DELL’ATTUATORE (30), UN ALBERO DI TRAZIONE (50) ED UN DISPOSITIVO DI TRASMISSIONE (60) ACCOPPIATO MECCANICAMENTE ALL’ATTUATORE (30); IL TELAIO (10) COMPRENDENDO UN PRIMO GUSCIO (12) ED UN SECONDO GUSCIO (14) PORTANTI AFFACCIATI RECIPROCAMENTE PER DELIMITARE LA CAVITÀ (20); IL PRIMO GUSCIO (12) ED IL SECONDO GUSCIO (14) ESSENDO CONFORMATI PER DIVIDERE LA CAVITÀ (20) IN UN PRIMO VANO (22) ED UN SECONDO VANO (24) RISPETTIVAMENTE PREDISPOSTI PER ALLOGGIARE L’ATTUATORE (30) E LA CENTRALINA (40) SEPARATAMENTE DAL DISPOSITIVO DI TRASMISSIONE (60).
Testo allegato alla domanda di brevetto per modello di utilità dal titolo:
“GRUPPO DI ATTUAZIONE”
Il presente modello di utilità è relativo ad un gruppo di attuazione. In particolare, il presente modello di utilità si riferisce ad un gruppo di attuazione impiegabile per la propulsione di un veicolo. Più in dettaglio, il presente modello di utilità si riferisce ad un gruppo di attuazione impiegabile per la propulsione di un veicolo in cui la erogazione della coppia di trazione è controllata da una centralina elettronica.
DESCRIZIONE DELLO STATO DELLA TECNICA
È noto che nel settore dei motori elettrici per l’attuazione di mezzi di trasporto è particolarmente utile impiegare dei motori brushless ai quali è possibile associare dei sistemi di rilevazione della velocità di rotazione dell’albero di trazione per ottimizzare l’erogazione della potenza motrice e la gestione dell’energia delle batterie, necessaria per l’azionamento del motore.
Il settore delle biciclette elettriche è in rapida crescita e in alcuni Stati la gestione di ogni bicicletta elettrica è regolata da codici della strada le cui norme sono particolarmente stringenti in relazione alla modalità di erogazione della potenza che rende la pedalata meno faticosa. Secondo tali norme la pedalata di una bicicletta che non richieda di essere immatricolata e quindi dotata di una targa può essere assistita solo se l’utente spinge effettivamente sui pedali, quindi applica coppia all’albero di trazione accoppiato meccanicamente alla ruota motrice ed azionato dal motore. Diversamente se i pedali non vengono fatti ruotare l’erogazione di coppia è interdetta. Pertanto, ogni bicicletta elettrica per essere a norma deve essere equipaggiata di un circuito di controllo della pedalata che operativamente misuri la rotazione dei pedali e/o la coppia erogata dall’utente all’albero tra i pedali. In base al valore del parametro/dei parametri misurato/i la centralina elettronica definisce la coppia erogabile e monitora il livello di carica della batteria.
In alcuni casi i motori sono incorporati in uno dei mozzi delle ruote, ma sempre più vengono progettate biciclette che sono predisposte per portare un gruppo di attuazione all’incrocio tra il piantone ed il tubo obliquo attraverso un supporto di forma normalmente coniugata con la forma esterna del carter del gruppo di attuazione. In tali casi l’albero di trazione del gruppo di attuazione può essere coassiale con l’asse dei pedali, ma sono noti anche gruppi di attuazione in cui tali assi sono semplicemente paralleli.
Tra le biciclette elettriche a pedalata assistita maggiormente diffuse sono note quelle equipaggiate da un gruppo di attuazione prodotto dalla ditta tedesca BOSCH, che incorpora un attuatore rotativo elettrico, un dispositivo di trasmissione e l’albero di trazione alle cui estremità sono applicati i pedali. Tale gruppo è equipaggiato di una centralina elettronica per la gestione del motore e il sensore di coppia che monitora la pedalata è attuato impiegando una cella di carico sulla quale agisce una camma azionata dalla pedalata. Questa soluzione, che se applicata su un numero limitato di biciclette sarebbe molto costosa a causa dell’impiego di una camma, diventa per BOSCH molto economica in quanto le sue biciclette sono prodotte su larga scala. D’altra parte, alla economicità di tale soluzione per BOSCH si accompagna un funzionamento del gruppo scarsamente fluido, che dipende dal fatto che la soluzione impiegata per rilevare la coppia applicata dall’utente è sensibile solamente alla coppia applicata su di uno dei due pedali. Ciò rende l’uso di biciclette così equipaggiate non particolarmente piacevole, tanto da non essere preferite da chi quotidianamente copre distanze non brevi. Nel gergo degli addetti ai lavori tale funzionamento è stato definito “spugnoso”. Passando all’aspetto della conformazione fisica del telaio portante (o carter) che BOSCH ha adibito ad incorporare l’attuatore, il dispositivo di trasmissione, la centralina di controllo e l’albero di trazione, è bene osservare che la centralina del motore BOSCH è contenuta all’interno del proprio telaio, per cui l’eventuale manutenzione o sostituzione della centralina stessa risulta particolarmente impegnativa e lunga (quindi costosa), dato che richiede lo smontaggio del gruppo dall’incrocio tra il piantone ed il tubo obliquo e l’apertura del carter, normalmente costituito da due gusci collegati fra loro a tenuta stagna. Per quanto sopra descritto, il problema di disporre di un gruppo di attuazione per una bicicletta elettrica che rispetti le norme del codice della strada e che sia di pratico uso e di manutenzione agile e poco costosa è attualmente irrisolto, e rappresenta una sfida interessante per la richiedente che desidera ampliare il proprio mercato di riferimento nel settore delle biciclette elettriche.
In considerazione della situazione sopra descritta sarebbe auspicabile disporre di un gruppo di attuazione per una bicicletta elettrica che, oltre a permettere di limitare e possibilmente superare gli inconvenienti tipici del sopra illustrato stato dell ́arte nota, definisca un nuovo standard per tali veicoli.
SOMMARIO DEL PRESENTE MODELLO DI UTILITÀ
Il presente modello di utilità è relativo ad un gruppo di attuazione. In particolare, il presente modello di utilità si riferisce ad un gruppo di attuazione impiegabile per la propulsione di un veicolo. Più in dettaglio, il presente modello di utilità si riferisce ad un gruppo di attuazione impiegabile per la propulsione di un veicolo in cui la erogazione della coppia di trazione è controllata da una centralina elettronica.
Scopo del presente modello di utilità è realizzare un gruppo di attuazione per una bicicletta a pedalata assistita che sia facilmente manutenzionabile e adattabile al campo d’impiego e/o alle normative di riferimento.
Secondo il presente modello di utilità viene realizzato un gruppo di attuazione per una bicicletta a pedalata assistita dove le caratteristiche principali di tale gruppo verranno descritte in almeno una delle rivendicazioni che seguono.
BREVE DESCRIZIONE DELLE FIGURE
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del gruppo di attuazione secondo il presente modello di utilità appariranno più chiari dalla descrizione seguente, esposta con riferimento alle figure allegate che ne illustrano alcuni esempi di attuazione non limitativi, nelle quali parti identiche o corrispondenti del dispositivo stesso sono identificate dagli stessi numeri di riferimento. In particolare:
- la figura 1 è una vista prospettica tridimensionale di un gruppo di attuazione secondo la presente invenzione; - la figura 2 è una vista esplosa della figura 1 in scala ridotta, con parti asportate ed una porzione ingrandita per chiarezza;
- la figura 3 è una vista ruotata di 90° ed in scala ridotta di un primo particolare della figura 1;
- la figura 4 è una vista in scala ridotta di un secondo particolare della figura 1;
- le figura 5 e 6 sono delle viste di un terzo particolare della figura 1 in scala ridotta;
- la figura 7 è una vista ribaltata della figura 3; e - la figura 8 è una vista ribaltata della figura 4.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DEL PRESENTE MODELLO DI UTILITÀ
Nelle figure 1 e 2 con 1 è indicato, nel suo complesso, un gruppo di attuazione 1 provvisto di un telaio 10 scatolare (o carter) che è conformato per accoppiare in modo coniugato con un supporto noto e non illustrato portato da una bicicletta elettrica all’intersezione tra il piantone e il tubo obliquo, anche questi due ultimi elementi costruttivi essendo noti e non illustrati. A questo proposito il telaio è provvisto di una pluralità di fori di accoppiamento 11 sulla parte superiore.
Pertanto, il telaio 10 delimita una cavità 20 contenente un attuatore 30 rotativo di tipo elettrico, provvisto di un albero motore 32, di una centralina 40 di controllo del attuatore 30, di un albero di trazione 50 e di un dispositivo di trasmissione 60 accoppiato meccanicamente al attuatore 30. In particolare, il telaio 10 comprende un primo guscio 12 ed un secondo guscio 14 portanti che sono reciprocamente affacciati per delimitare la cavità 20. Il primo guscio 12 ed il secondo guscio 14 sono conformati per dividere la cavità 20 in un primo vano 22 ed un secondo vano 24, ciascuno dei quali è predisposto per alloggiare, rispettivamente, il dispositivo di trasmissione 60 e la centralina 40 mantenendoli separati l’uno dall’altro. Come risulta dalle figure 1 e 2 l’albero di trazione 50 comprende un perno ISIS, quindi è delimitato da due estremità provviste di profili scalati. Può essere utile precisare che l’attuatore 30 comprende un motore brushless, il quale comprende uno statore 34 ed un rotore 36; quest’ultimo presenta circonferenzialmente una pluralità di fessure 360 assiali cilindriche, ciascuna delle quali è impegnata da un magnete 362.
Con riferimento alla sola figura 2, il dispositivo di trasmissione 60 è provvisto di una coppia di stadi di riduzione 62 e 64 disposti in cascata per trasformare i parametri della potenza erogata dall’attuatore 30 all’albero di trazione 50, incrementando la coppia motrice e proporzionalmente riducendo il numero dei giri.
Inoltre, si ritiene utile precisare che per economia di disegno nelle tavole allegate non sono rappresentate le connessioni elettroniche tra i componenti che operano insieme elettronicamente, né le connessioni elettriche per l’alimentazione dell’attuatore 30, ritenendo tali rappresentazioni un inutile appesantimento grafico il cui unico risultato sarebbe complicare la comprensione delle figure.
Il primo guscio 12 ed il secondo guscio 14 presentano rispettivamente una prima parete laterale 120 ed una seconda parete laterale 140, conformate per supportare tra loro l’attuatore 30, la centralina di controllo 40 ed il dispositivo di trasmissione 60. Il primo guscio 12 ed il secondo guscio 14 presentano rispettivamente una prima parete anulare 122 ed una seconda parete anulare 142 di sezione trasversale sostanzialmente identica per accoppiare frontalmente e chiudere la cavità 20 a tenuta stagna. Con riferimento alla sola figura 7, la seconda parete anulare 142 presenta superiormente un foro 1420 di servizio per dei cavi 1421 di alimentazione dell’attuatore 30 (visibili solo nella figura 1) e di controllo per la regolazione della centralina 40. Tale foro è protetto lateralmente da due lembi 120’ e 140’ superiori delle prima e seconda pareti laterali 120 e 140, che definiscono insieme una porzione di aggancio 100 impegnabile dal supporto noto e non illustrato della bicicletta elettrica all’intersezione tra i rispettivi piantone e tubo obliquo. In questo modo, i cavi 1421 di alimentazione e di controllo del gruppo di attuazione 1 possono impegnare lo spazio interno al piantone noto e non illustrato della bicicletta a pedalata assistita sulla quale il gruppo di attuazione 1 deve essere installato, quindi tali cavi possono essere mantenuti stagni e in un ambiente protetto. Naturalmente, la stessa cosa sarebbe possibile se tale foro 1420 fosse ricavato nella prima parete anulare 122 o in qualsiasi altro modo funzionalmente equivalente.
Inoltre, il primo guscio 12 ed il secondo guscio 14 comprendono, rispettivamente, una prima parete 124 intermedia ed una seconda parete intermedia 144 che si sviluppano parallelamente all’albero di trazione 50 e sono fra loro sostanzialmente identiche. In uso, quando i due gusci 12 e 14 sono accoppiati e collegati in modo scioglibile attraverso degli organi filettati, le prima e seconda pareti 124 e 144 intermedie definiscono in modo noto una parete unica continua che delimita il primo vano 22 dal secondo vano 24 isolandoli l’uno dall’altro a tenuta stagna.
Con particolare riferimento alla figura 1 ed alle figure 5 e 6, il primo guscio 12 comprende un primo coperchio 122’ conformato per accoppiare a tenuta stagna con la prima parete laterale 120 e chiudere il primo vano 22 da banda opposta al secondo guscio 14. La prima parete laterale 120 presenta un cordolo 1202 che si estende da banda opposta al secondo guscio 14 ed è conformato in modo geometricamente simile al primo coperchio 122’. Questa particolare conformazione del cordolo 1202 e del primo coperchio 122’ permette di accoppiarli fra loro a tenuta stagna. Con riferimento alla figura 4, il cordolo 1202 delimita una porzione circolare 12020 della prima parete laterale 120 per definire (insieme al cordolo 1202) un alloggiamento 12021 per l’attuatore 30 e, in particolare, per i relativi statore 34 e rotore 36 e la porzione corrispondente dell’albero motore 32. La prima parete laterale 120, inoltre, presenta un primo foro 1204 di servizio ed un primo mozzo 1206 di supporto per una prima porzione di estremità 52 prossima ad una delle due estremità scanalate dell’albero di trazione 50. Il primo foro 1204 e il primo mozzo 1206 sono coassiali fra loro ed all’albero di trazione 50. La prima parete laterale 120 presenta, inoltre, un secondo mozzo 1208 cieco per supportare il dispositivo di trasmissione 60 ed un secondo foro 1209 di servizio per l’albero motore 32. Si noterà che il primo guscio 12 presenta eternamente una pluralità di rinforzi radiali 12060 sul bordo del primo mozzo 1206, al fine di assorbire la coppia torcente esercitata dagli utenti in uso sull’albero di trazione 50 dalla parte del primo guscio 12.
La seconda parete 140 presenta un terzo foro 1402 di servizio ed un terzo mozzo 1404 di supporto per una seconda porzione di estremità 54 dell’albero di trazione 50, prossima ad una delle due estremità scanalate dell’albero. Tale terzo foro 1402 ed il terzo mozzo 1404 sono coassiali fra loro e al primo mozzo 1206 in modo tale da mantenere l’albero di trazione 50 parallelo all’albero motore 32. Il terzo mozzo 1404 presenta esternamente un rinforzo anulare 14040 che, in uso, ha lo scopo di assorbire la coppia torcente esercitata dagli utenti in uso sull’albero di trazione 50 dalla parte del secondo guscio 14.
La seconda parete 140 presenta inoltre un quarto mozzo 1406 cieco, che è coassiale al secondo foro 1209 ed è predisposto per supportare l’albero motore 32. Il primo coperchio 122’ presenta, inoltre, un sesto mozzo 1220 cieco coassiale al foro 1209 ed al quarto mozzo 1406 per alloggiare una estremità dell’albero motore 32 e, pertanto, supportarlo in posizione con il proprio asse parallelo all’asse dell’albero di trazione 50. La seconda parete 140 comprende, inoltre, un quinto mozzo 1408 cieco coassiale al secondo mozzo 1208 per supportare il dispositivo di trasmissione 60 e le rispettive ruote dentate. Per quanto sopra descritto, lo statore 34 dell’attuatore 30 è portato rigidamente dal primo guscio 12 ed il rotore 36, che è accoppiato elettromagneticamente allo statore 34 ed è accoppiato in modo assialmente ed angolarmente fisso con l’albero motore 32, è portato tramite quest’ultimo girevole tra il sesto mozzo 1220 del primo coperchio 122’ ed il quinto mozzo 1408 dal secondo guscio 14. Sempre con riferimento alla figura 1 ed alle figure 2 e 4, primo coperchio 122’ è conformato a tazza ed è coassiale con il rotore 36. Inoltre, per quanto sopra descritto, il primo coperchio 122’ presenta estensione che approssima per eccesso un’estensione assiale dello rotore 36.
Con particolare riferimento alle figure 3 e 7, il secondo guscio 14 presenta un’apertura 141 ricavata nella seconda parete 140 ed un secondo coperchio 142’ che è conformato per accoppiare a tenuta stagna con il bordo dell’apertura 141 (nella seconda parete 140) allo scopo di e chiudere a tenuta stagna il secondo vano 24 da banda opposta al primo guscio 12.
Con riferimento alla figure 4 e 8, la prima parete laterale 120 presenta un’apertura 1210 di servizio che è contenuta all’interno dell’alloggiamento 12021 ed è delimitata esternamente dal cordolo 1202 ed internamente dalla prima parete intermedia 124. Tale apertura 1210 è affacciata all’apertura 141 ed è chiusa da un terzo coperchio 1211 (visibile nella sola figura 8) che, pertanto, è affacciato al secondo coperchio 142’. Pertanto, l’asportazione del secondo coperchio 142’ e del terzo coperchio 1211 permette di aprire il secondo vano 24 in maniera passante, così da poter intervenire dall’esterno esclusivamente sulla centralina 40 di controllo, lasciando il gruppo di attuazione 1 rigidamente installato sulla bicicletta elettrica di cui è, per quanto sopra descritto, parte integrante. È bene precisare che il coperchio 1211 presenta un foro 1212 di servizio per dei cavi (noti e non illustrati nella figura 8) di alimentazione dell’attuatore 30. Tali cavi quindi impegnano il vano 24 e lo attraversano fino ad uscire dal telaio 10 attraverso il foro 1420.
Con riferimento alla figura 2, all’albero di trazione 50 è associato un dispositivo di rilevazione collegato elettronicamente alla centralina 40 e provvisto di un sensore 56 che è posizionato tra la prima estremità 52 e la seconda estremità 54 dell’albero di trazione 50. Tale sensore 56 comprende un primo manicotto 560 girevole insieme all’albero di trazione 50, sul quale è calettato tra la prima estremità 52 e la seconda estremità 54. Inoltre, il sensore 56 comprende un secondo manicotto 562 che è portato dal primo guscio 12 in modo fisso e posizionato in modo tale da risultare affacciato al primo manicotto 560. Per questo motivo, il secondo manicotto 562 presenta diametro maggiore del primo manicotto 560 ed è provvisto di una piastra 5620 elettromagnetica di rilevamento. Inoltre, sempre con riferimento alla figura 2, il primo manicotto 560 presenta una pluralità di lamelle 5622 radiali per accoppiare elettromagneticamente al primo manicotto 560 in modo tale da rilevarne la rotazione relativa per variazione di campo magnetico. Pertanto, il sensore 56 rileva la coppia torcente applicata dall’utente senza contatto con l’albero di trazione 50.
Per quanto sopra descritto, il sensore 56 è atto a rilevare un valore corrente di coppia torcente applicata indifferentemente ad una qualsiasi alle prima estremità 52 e seconda estremità 54.
D’altra parte, il gruppo di attuazione 1 è provvisto di un dispositivo rilevatore 38 collegato elettronicamente alla centralina 40 per misurare la frequenza dei giri dell’albero motore 32 dell’attuatore 30, attraverso la misurazione della rotazione del rotore 36 rispetto allo statore 34. Il dispositivo rilevatore 38 comprende un sensore di Hall 380 associato allo statore 34, la cui funzione è appunto misurare la rotazione del rispettivo rotore 36 rispetto al telaio 10. Il sensore di Hall 380 comprende almeno tre organi rilevatori 3800 elettromagnetici, che sono disposti circonferenzialmente in affaccio radiale ai magneti 362.
L’uso del presente modello di utilità risulta facilmente comprensibile da quanto sopra descritto e non richiede ulteriori spiegazioni. D’altra parte, si ritiene utile precisare che i componenti contenuti all’interno dei primo e secondo gusci del telaio 10 sono tutti facilmente accessibili senza smontare lo stesso telaio 10, quindi manutenzionabile attraverso la semplice asportazione di alcuni rispettivi organi di chiusura. In particolare, il secondo vano 24, predisposto per alloggiare la centralina 40, oltre ad essere separato a tenuta stagna dall’albero motore 32 e dal dispositivo di trasmissione 60, è accessibile molto facilmente attraverso l’apertura 141, semplicemente asportando il rispettivo secondo coperchio 142’. Inoltre, il vano 24 e quindi la centralina 40 è ancora più facilmente accessibile o sostituibile a seguito dell’asportazione del terzo coperchio 1211, a cui si accede dopo aver asportato il primo coperchio 122’. D’altra parte la semplice asportazione di tale coperchio permette di accedere all’attuatore 30, quindi al rispettivo statore, sul quale si può intervenire per variare la potenza erogabile dal gruppo di attuazione 1 o per intervenire sul sensore di Hall 380 o per sostituirlo. Pertanto, il gruppo 1 è facilmente adeguabile alle condizioni d’impiego per adeguare la rispettiva bicicletta alle norme di legge o semplicemente per variarne la potenza in base alle richieste dell’utente.
Inoltre, per quanto sopra descritto, ed in particolare a causa della particolare scelta di impiegare un sensore 56 provvisto di un primo manicotto 560 a lamelle calettato sull’albero di trazione 50 tra la prima porzione di estremità 52 e la seconda porzione di estremità 54 e di un secondo manicotto 562 rilevatore affacciato senza contatto al primo manicotto 560 il gruppo di attuazione 1 permette di rilevare la coppia motrice associata alla pedalata dell’utente indifferentemente dalla parte dell’albero di trazione 50 a cui tale coppia è applicata (pedale associato alla prima porzione di estremità 52 o il pedale associato alla seconda porzione di estremità 54).
Risulta infine chiaro che al gruppo di attuazione qui descritto ed illustrato possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall'ambito protettivo del presente modello di utilità.
Per quanto sopra descritto, il gruppo di attuazione 1 è facilmente manutenzionabile in quanto è possibile intervenire indifferentemente sulla centralina 40 e sull’attuatore 30 senza dover separare il primo guscio 12 dal secondo guscio 14, quindi senza lasciando inalterato ed in posizione il dispositivo di trasmissione 60, con notevole economia di tempo e limitazione del rischio di procurare dei danneggiamenti a tale dispositivo.
Pertanto, il gruppo di attuazione 1 sopra descritto rappresenta una soluzione originale del problema di costruire una biciletta elettrica di pratico uso, di manutenzione agile e poco costosa, conforme con le norme previste dai codici della strada secondo cui la pedalata non deve essere solo simbolica per cui l’erogazione di coppia da parte dell’attuatore elettrico deve essere condizionata all’applicazione di potenza da parte dell’utente all’asse dei pedali.

Claims (19)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Gruppo di attuazione (1) provvisto di un telaio (10) scatolare che delimita una cavità (20) contenente un attuatore (30) rotativo provvisto di un albero motore (32), una centralina (40) di controllo del detto attuatore (30), un albero di trazione (50) ed un dispositivo di trasmissione (60) accoppiato meccanicamente al detto attuatore (30); il detto telaio (10) comprendendo un primo guscio (12) ed un secondo guscio (14) portanti affacciati reciprocamente per delimitare la detta cavità (20); caratterizzato dal fatto che il detto primo guscio (12) ed il detto secondo guscio (14) sono conformati per dividere la detta cavità (20) in un primo vano (22) ed un secondo vano (24) rispettivamente predisposti per alloggiare il detto dispositivo di trasmissione (60) e la detta centralina (40) e mantenerli separati.
  2. 2. Gruppo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ciascuno dei detti primo vano (22) e secondo vano (24) è accessibile dall’esterno.
  3. 3. Gruppo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che il detto primo guscio (12) ed il detto secondo guscio (14) presentano rispettivamente una prima parete laterale (120) ed una seconda parete laterale (140), conformate per supportare tra loro il detto attuatore (30), la detta centralina di controllo (40) ed il detto dispositivo di trasmissione (60); il detto primo guscio (12) ed il detto secondo guscio (14) presentando rispettivamente una prima parete anulare (122) ed una seconda parete anulare (142) di sezione trasversale sostanzialmente identica per accoppiare frontalmente e chiudere la detta cavità (20) a tenuta stagna.
  4. 4. Gruppo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che i detti primo e secondo guscio (12)(14) comprendono, rispettivamente, una prima ed una seconda pareti intermedie (124)(144) parallele al detto albero di trazione (50) e fra loro sostanzialmente identiche per delimitare il detto primo vano (22) dal detto secondo vano (24).
  5. 5. Gruppo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 3-4, caratterizzato dal fatto che il detto primo guscio (12) comprende un primo coperchio (122’) conformato per accoppiare a tenuta stagna con la detta prima parete laterale (120) e chiudere il detto primo vano (22) da banda opposta al detto secondo guscio (14).
  6. 6. Gruppo secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che la detta prima parete laterale (120) presenta un cordolo (1202) che si estende da banda opposta al detto secondo guscio (14) ed è conformato in modo geometricamente simile al detto primo coperchio (122’) per accoppiare con quest’ultimo a tenuta stagna; il detto cordolo (1202) delimitando una porzione circolare (12020) della detta prima parete laterale (120).
  7. 7. Gruppo secondo la rivendicazione 6; caratterizzato dal fatto che la detta prima parete laterale (120) presenta un primo foro (1204) di servizio ed un primo mozzo (1206) di supporto per una prima estremità (52) del detto albero di trazione (50); la detta prima parete laterale (120) presentando inoltre un secondo mozzo (1208) cieco per supportare il detto dispositivo di trasmissione (60) ed un secondo foro (1209) di servizio per il detto albero motore (32)
  8. 8. Gruppo secondo la rivendicazione 6 o 7; caratterizzato dal fatto che la detta seconda parete (140) presenta un terzo foro (1402) di servizio ed un terzo mozzo (1404) di supporto coassiale con il detto primo mozzo (1206) per una seconda estremità (54) del detto albero di trazione (50); la detta seconda parete (140) presentando inoltre un quarto mozzo (1406) cieco coassiale al detto secondo foro (1209) per supportare il detto albero motore (32) ed un quinto mozzo (1408) cieco coassiale al detto secondo mozzo (1208) per supportare il detto dispositivo di trasmissione (60).
  9. 9. Gruppo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 5-8, caratterizzato dal fatto che il detto attuatore (30) è di tipo elettrico e presenta uno statore (34) portato rigidamente dal detto primo guscio (12) ed un rotore (36) portato dal detto primo coperchio (122’) e dal detto secondo guscio (14), accoppiato elettromagneticamente al detto statore (34) ed accoppiato meccanicamente al detto albero motore (32) in modo assialmente ed angolarmente fisso; il detto primo coperchio (122’) presentando estensione che approssima per eccesso un’estensione assiale del detto rotore (36).
  10. 10. Gruppo secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che il detto primo coperchio (122’) è conformato a tazza ed è coassiale con il detto rotore (36); il detto primo coperchio (122’) essendo provvisto di un sesto mozzo (1220) coassiale con il detto quarto mozzo (1406) cieco.
  11. 11. Gruppo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 3-10, caratterizzato dal fatto che il detto secondo guscio (14) comprende un secondo coperchio (142’) conformato per accoppiare a tenuta stagna con la detta seconda parete (140) e chiudere a tenuta stagna il detto secondo vano (24).
  12. 12. Gruppo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 6-11, caratterizzato dal fatto che la detta prima parete laterale (120) presenta un’apertura (1210) di servizio delimitata al detto cordolo (1202), delimitata dal detto cordolo (1202) e dalla detta prima parete intermedia (124) e chiusa da un terzo coperchio (1211) affacciato al detto secondo coperchio (142’).
  13. 13. Gruppo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che il detto albero di trazione (50) comprende un perno ISIS.
  14. 14. Gruppo secondo la rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che al detto albero di trazione (50) sono associati dei mezzi sensori (56) disposti tra le rispettive dette prima estremità (52) e seconda estremità (54), per rilevare un valore corrente di coppia torcente applicata indifferentemente ad una qualsiasi alle dette prima estremità (52) e seconda estremità (54).
  15. 15. Gruppo secondo la rivendicazione 14, caratterizzato dal fatto che i detti mezzi sensori (56) comprendono un primo manicotto (560) girevole calettato sul detto albero di trazione (50) tra le dette prima estremità (52) e seconda estremità (54) ed un secondo manicotto (562) portato dal detto primo guscio (12) in modo fisso in affaccio al detto primo manicotto (560); il detto secondo manicotto (562) presentando diametro maggiore del detto primo manicotto (560) ed essendo provvisto di una piastra (5620) elettromagnetica di rilevamento; il detto primo manicotto (560) presentando una pluralità di lamelle (5622) radiali per accoppiare elettromagneticamente al detto primo manicotto (560).
  16. 16. Gruppo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che al detto rotore (36) sono associati dei mezzi di rilevazione (38) della propria rotazione.
  17. 17. Gruppo secondo la rivendicazione 16, caratterizzato dal fatto che il detto attuatore (30) comprende un motore brushless e che il detto rotore (36) presenta una pluralità di fessure (360) assiali sostanzialmente cilindriche, ciascuna impegnata da un magnete (362); i detti mezzi di rilevazione (38) comprendendo un sensore di Hall (380) associato al detto statore (34) atto a misurare la rotazione del rispettivo rotore (36).
  18. 18. Gruppo secondo la rivendicazione 17, caratterizzato dal fatto che il detto sensore di Hall (380) comprende una pluralità di organi rilevatori (3800) elettromagnetici disposti circonferenzialmente in affaccio radiale ai detti magneti (362).
  19. 19. Gruppo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 3-18, caratterizzato dal fatto che il detto telaio (10) presenta superiormente un foro (1420) di servizio per dei cavi (1421) del detto attuatore (30) e della detta centralina (40).
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