ITTV20110115A1 - Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE DI INVENZIONE INDUSTRIALE
Avente per titolo: apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi.
L'apparecchio oggetto della seguente domanda di brevetto industriale, ha la funzione di automatizzare e velocizzare il processo di disidratazione del rifiuto umido principalmente ma non esclusivamente a livello domestico, al fine di evitare la giacenza in discarica dei rifiuto con la conseguente formazione di percolato tossico e la necessaria destinazione delle aree adibite alla raccolta ad essere contaminate da residui tossici per un periodo compreso tra i 300 e i 1000 anni. Una peculiarità del dispositivo à ̈ infatti quella di convogliare in un unico momento la parte acquosa del rifiuto umido nella rete fognaria al fine di favorire il trattamento delle acque nere e di evitare assolutamente la formazione del percolato intervenendo su quantità ridotte di rifiuto, per una massa complessiva per ciclo di lavorazione compresa tra 0,4 e 1 Kg. Altra peculiarità à ̈ quella di dare alia fine del ciclo di lavorazione un prodotto secco (umidità minore del 40%) facilmente combustibile negli inceneritori di rifiuti umidi, per la produzione di elettricità in centrali termoelettriche (stima ricavo energetico ad impatto zero da biomassa da rilavorazione residui uva di distilleria: 12 megawatt/ora anno per circa 1,5 min di quintali di biomassa). Allo stato attuale esistono diversi essiccatori di rifiuti, con brevetti per la maggior parte del sud-est asiatico, ma il presente trovato si differenzia in quanto à ̈ pensato per un uso domestico e ha dimensioni ridotte in modo tale da poter essere utilizzato anche in piccoli spazi o per esempio sotto il lavello della cucina e, a differenza di quelli che disperdono il materiale tritato nelle fogne, lo recupera per farne materiale combustibile. Il materiale tritato può essere pesato e la quantità registrata dal contatore collegato alia cetralina.
Al suo interno l'apparecchio à ̈ diviso in 5 vani (TAV 1): il frullatore lettera A dotato di coperchio , il vano pressa sotto l'elemento A dotato di un'apertura AP dalla parte opposta al forno lettera F, il forno F, l'alloggio lettera M per i motori elettrici a bobina e per la centralina a logica programmabile lettere CEN, il vano lettera T dove sono alloggiati una pompa idraulica lettere POM, una caldaia a resistenza lettere CA, e un dosatore di tensioattivo lettere DOS, l'uno collegato all'altro. La centralina lettere CEN à ̈ collegata alia rete elettrica domestica, mentre la caldaia lettere CA alla rete idrica, li rifiuto umido viene inserito in A, sotto il quale un sensore di peso opportunamente tarato segnala tramite segnale acustico il raggiungimento della quantità prestabilita variabile da 0,4 Kg a un massimo di 3,5 Kg e la possibilità di iniziare il ciclo di lavorazione. La centralina a logica programmabile avvia il ciclo solamente se i sensori di chiusura del coperchio di A e di AP dono chiusi, per garantire la sicurezza dell'utente, e disattiva le parti mobili qualora fossero aperti durante il ciclo. In A il rifiuto viene frullato per un tempo Δt; il moto alle lame H e ai mozzo D viene trasmesso da un motore elettrico a bobina sito in M tramite cinghia di trasmissione posta attraverso la sezione Z. Durante il frullaggio la pompa viene attivata per dosare tramite gli augelli X collegati a circuito idraulico posti attorno la sommità di A una modica quantità d'acqua al fine di favorire l'omogeneità del composto. Dopo At viene fermato D e gli interruttori a solenoide S vengono aperti per permettere la discesa della massa frullata nella pressa tramite i tubi B a sezione rettangolare, che come in TAV 1 passano attraverso la parte mobile J (TAV 4, disegno 2 vista dall'alto) attraverso i fori FO. All'apertura di S corrisponde anche un'altra attivazione della pompa per erogare da X acqua per facilitare la discesa del composto. Le pareti della pressa sono forate con fori di diametro non superiore a 1 mm. La parte J viene mossa da 4 viti senza fine I, cui il movimento à ̈ trasmesso da un motore elettrico sito in M tramite cinghia di trasmissione passante per Z. Durante l'abbassamento i fori FO vengono chiusi da C, parti mobili di forma uguale a FO e azionate da molle poste lungo il lato LU che in posizione di riposo portano C a formare con J un piano per la spremitura. La base della pressa à ̈ costituita da due pezzi, il vassoio V in materiale antiaderente (TAV 3 dall'alto e TAV 4, disegno 2 dal lato), dotato di viti R e di fori Q, e dalla parte mobile lettere VO (TAV 2, disegno 1 dall'alto, disegno 2 in sezione), che ha le parti rialzate P della forma di Q e forate con fori di diametro non superiore agli 0,8 mm, ed à ̈ fissata alla vite senza fine E; poggiate una sopra l'altra, V e VO formano un piano.
Le pareti del vano pressa sono munite di ugelli O puntati verso le pareti della pressa, e la parte inferiore del vano à ̈ fatta in modo da convogliare il liquido verso S (linea tratteggiata in TAV 1). Le pareti della pressa vanno a poggiare su V lungo un bordo rialzato quando il dispositivo svuota A ed à ̈ pronto per la fase di spremitura.
La fase di spremitura viene fermata da un sensore di pressione al raggiungimento della pressione prestabilita e la pressa J viene mantenuta in posizione per un tempo Atl, per favorire l'espulsione di liquido, che viene convogliato dalle scanalature (SC in TAV 3), esterne al perimetro rialzato, che convogliano il liquido verso il foro Z e poi, per caduta, verso il tubo S collegato alla rete fognaria. La massa pressata ha un'altezza non superiore ai 40 mm e dimensioni della base non superiore ai 500 mm. Dopo Δt1 viene azionato il motore K e abbassato VO, durante la discesa le ruote R vanno a fermarsi nelle guide G, ai due estremi della quale sono presenti due sensori di presenza, e al cui interno vi à ̈ una catena movimentata da motore elettrico sito in M, con il movimento trasmesso a mezzo cinghia di trasmissione passante per Z1. il vassoio V viene quindi movimentato verso il forno F, separato dal vano pressa da una parete isolante dotata di uno sportello W vincolato superiormente da una cerniera bidirezionale CE ed azionato dalle staffe ST (TAV 3 e 4) che hanno un'altezza superiore a quella della massa pressata. Il motore della catena à ̈ fermato dall'eccitazione dai sensori di presenza posti alla fine di G, e V si ferma in corrispondenza del punzone L, dotato di cunei a base tonda ed azionato da un interruttore a solenoide. Una volta che V à ̈ in F, la centralina attiva le resistenze (temperatura max 400°C), le ventole Y per il flusso di aria calda, e la ventola H, dotata di filtro per l'abbattimento dei fumi, che convoglia i fumi lungo il tubo S1 collegato alla rete di scarico. Dopo un tempo di cottura Δt3 viene attivato l'interruttore a solenoide che fa abbassare L, i cui cunei passano attraverso la massa compattata e i fori Q di V, per favorire un'essicazione uniforme della massa e per ridurne i tempi di "cottura". Dopo Δt4 vengono spente le resistenze ma mantenute in funzione le ventole per alcuni secondi al fine di raffreddare la cialda così ottenuta. Spente le ventole viene ancora attivato il motore della catena, in senso opposto, per portare V di nuovo nel vano della pressa, dove, tramite l'apertura AP può venire estratto e svuotato. Le varie fasi del processo sono segnalate all'utente tramite led di vari colori opportunamente collocate all'esterno dell'apparecchio .
Una volta estratta la cialda e riposizionato V, si attiva, tramite interruttore esterno, il ciclo di lavaggio. La centralina accende la resistenza della caldaia, apre l'elettrovalvola che chiude il circuito idraulico che porta agli augelli O, e, una volta in temperatura la caldaia (Δt5 dall'accensione della resistenza della caldaia), vengono attivati la pompa e il motore per il moto di D e il motore delle viti I che riportano J alla posizione di partenza con FO aperti. Viene attivato durante il ciclo di lavaggio anche il dosatore di tensioattivo, per rimuovere anche i residui oleosi che necessariamente i rifiuti umidi rilasciano. Dopo Δt6 vengono disattivati la pompa, la resistenza della caldaia e il motore di D, mentre viene azionato K per riportare VO e V in posizione sotto la pressa. Un indicatore luminoso indica che à ̈ quindi possibile iniziare un nuovo ciclo di trattamento dei rifiuti. A differenza dei modelli industriali esistenti, a parte la mancanza di tramogge, tamburi di essicazioni o altre parti rotanti ad alta velocità , il dispositivo non richiede grandi quantità di rifiuto per essere acceso e, una volta in funzione, à ̈ completamente automatizzato, a parte l'espulsione, e comprende un ciclo di lavaggio automatico, per permettere all'utente di non essere a contatto con l'umido e con quanto di sgradevole esso comporta. Con una produzione pro capite italiana di 180 Kg di rifiuto umido annuo, destinata ad aumentare, il dispositivo si basa sul concetto che la prevenzione della distruzione ambientale à ̈ affare di ogni singolo cittadino, che può, in scala ridotta, anticipare quei passaggi che a livello macroscopico sono costosi e in Italia mal fatti, e richiedono grandi aree per lo stoccaggio della massa umida. In prospettiva tale dispositivo potrebbe evitare la formazione di montagne di spazzatura indifferenziata, poiché, a livello domestico e per la conservazione del dispositivo, nel piccolo à ̈ più facile ed economico differenziare i rifiuti, separando all'origine la carta, la plastica e l'umido.
Claims (6)
- RIVENDICAZIONI 1) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi costituito da 5 vani (TAV 1) che produce, a fine del ciclo di lavorazione, un prodotto secco facilmente combustibile.
- 2) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi di cui alla precedente rivendicazione 1) caratterizzato dall' aver frullatore, pressa, forno disposti come in TAV 1.
- 3) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi di cui alle precedenti rivendicazioni 1) e 2) caratterizzato dall'avere una caldaia, un dispenser di tensioattivo, una pompa idraulica e un circuito idraulico terminante in ugelli.
- 4) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi di cui alle precedenti rivendicazioni 1) , 2) e 3) caratterizzato dall'avere una centralina a logica programmabile collegata alla rete elettrica.
- 5) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi caratterizzato dall'avere un contatore elettronico della quantità del materiale frullato collegato alla centralina a logica programmabile di cui alla rivendicazione 4).
- 6) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi di cui alle precedenti rivendicazioni 1) , 2) , 3) e 4) caratterizzato dalla caldaia collegata alle rete idrica 7) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi caratterizzato dall'avere la pressa di cui alla rivendicazione 2) costituita da una lamiera con fori di diametro non superiore a 3 mm. 8) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi caratterizzato dall'avere la pressa di cui alle precedenti rivendicazioni 2) e 6) costituita da due pezzi: il vassoio V in materiale antiaderente (TAV 3 e TAV 4, disegno 2), dotato di ruote R e di fori Q e dalla parte mobile VO, fissata alla vite senza fine E, che ha le parti rialzate P delia forma di Q e forate con fori di diametro non superiore a 1 mm. 9) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi di cui alle precedenti rivendicazioni 1),2),3),4),5) caratterizzato che il vano in cui à ̈ allocata la pressa riporta ugelli, puntati verso le pareti della pressa, in numero variabile per il lavaggio della stessa mentre la parte inferiore del vano à ̈ costruita in modo da convogliare il liquido verso S. 10) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi di cui alle precedenti rivendicazioni 1),2),3),4),5),8) caratterizzato dall'automazione temporizzata dalle varie parti dello stesso. 11) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi di cui alle precedenti rivendicazioni 1),2),3),4),5,)8),9) caratterizzato dall'essicazione in forno a resistenza F per l'essicazione dei rifiuti 12) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi di cui alle precedenti rivendicazioni 1),2),3),4),5),8),9),10) in cui tutti gli elementi alimentati da elettricità sono collegati alla centralina 13) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi di cui alle precedenti rivendicazioni 1), 2), 3), 4), 5), 8), 9), 10), 11) collegato in entrata e in uscita alla rete idrica 14) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi caratterizzato da un vassoio mobile sopra la base della pressa di cui alle rivendicazioni 2), 6), 7) costituito da una parte forata, antiaderente, scanalata e dotata di ruote, (TAV 3 e disegno 1 TAV 4). 15) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi caratterizzato da una parte vincolata al fondo del vano della pressa (vedi Tav. 2) di cui alle rivendicazioni 2), 6), 7), 13) à ̈ scanalata, forata con fori non superiori ai 3 mm nelle parti rialzate e sagomata per incastrarsi nel vassoio di cui alle precedenti rivendicazioni 2), 6), 7), 13). 16) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi caratterizzato che lo svuotamento del frullatore di cui alia rivendicazione 2) avviene tramite tubi posti sotto lo stesso per gravità . 17) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi i cui tubi di cui alla rivendicazione 15) sono aperti tramite interruttori a solenoide collegati a lamelle di superficie superiore alla sezione dei tubi stessi. 18) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi caratterizzato dalla parte superiore della pressa di cui alle rivendicazioni 2),6),7),13),14) dall'essere dotata di fori chiudibili tramite lamelle di forma equivalente a quella dei fori vincolate alla parte stessa con cerniere dotate di molle. 19) Apparecchio per la disidratazione e il riciclo automatico di rifiuti umidi caratterizzato dal vassoio mobile, di cui alle rivendicazioni 2,6,7,13, dal vano della pressa al forno in entrambe le direzioni.
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- 2011-08-10 IT IT000115A patent/ITTV20110115A1/it unknown
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