ITTO950581A1 - Motore elettrico sincrono a riluttanza con bassa ondulazione di coppia - Google Patents
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Abstract
Un motore elettrico sincrono a riluttanza, comprendente uno statore comportante un numero pari di cave per paio di poli uguale ad ns ed un rotore comportante un numero pari di cave equivalenti per paio di poli uguale ad nr, in cui, al fine di minimizzare l'ondulazione di coppia, tra il numero ns delle cave dello statore ed il numero nr delle cave equivalenti del rotore sono rispettate le relazioni: ns- nr ? 0, +2, -2; nr > 6; e ns ? m, nr, con m intero, e preferibilmente anche la relazione ns - nr = ? 4. Il rotore di questo motore può presentare sia strati isolanti aperti verso il traferro che strati isolanti presentanti verso il traferro dei ponticelli magnetici saturabili, e può presentare ponticelli intermedi. Preferibilmente, al fine di non produrre armoniche suscettibili di interagire con armoniche di avvolgimento di statore, i suoi segmenti di rotore sono realizzati a permeanza costante.
Description
DESCRIZIONE
dell'Invenzione Industriale avente per titolo
MOTORE ELETTRICO SINCRONO A RILUTTANZA CON
BASSA ONDULAZIONE DI COPPIA
La presente invenzione riguarda un motore elettrico sincrono a riluttanza.
I motori elettrici sincroni a riluttanza sono impiegati specialmente in sistemi di azionamento controllati, e sono generalmente comandati per mezzo di un controllo vettoriale di corrente. Il vettore corrente viene impostato in modo sincrono rispetto al rotore, ad opera di un circuito elettronico e sulla base delle indicazioni fornite da un sensore di posizione angolare solidale all'albero del motore.
Affinchè le prestazioni di un motore sincrono a riluttanza siano comparabili con quelle di altri motori concorrenti (motore ad induzione,
motore sincrono a magneti permanenti ) è necessario che il rotore presenti caratteristiche di alta anisotropia. Facendo riferimento a due soli poli, il rotore deve presentare due direzioni di simmetria per le quali il comportamento magnetico sia molto diverso: un asse d (asse diretto) , presentante alta permeanza, ed un asse q (asse di quadratura) , presentante bassa permeanza.
Ciò può essere ottenuto, in pratica, con due differenti tipologie strutturali ben note al tecnico del ramo: il motore con rotore a laminazione assiale ed il motore con rotore a laminazione trasversale tradizionale, costituito da un pacco di lamierini piani tranciati . In entrambi i casi il rotore si comporta magneticamente come un insieme di segmenti ferromagnetici , capaci di assumere potenziali magnetici diversi l'uno dall'altro. Nel caso del rotore a laminazione assiale, il numero di tali segmenti è estremamente elevato, comunque molto grande rispetto al numero dei denti di statore, mentre nel caso del rotore a laminazione trasversale il numero di tali segmenti è confrontabile col numero dei denti di statore.
I segmenti ferromagnetici sono reciprocamente separati da strati magneticamente isolanti . Nel caso del rotore a laminazione assiale, gli strati isolanti si aprono nel traferro; nel caso del rotore a laminazione trasversale gli strati isolanti possono aprirsi nel traferro, oppure i segmenti ferromagnetici possono essere connessi fisicamente tra loro da sottili ponticelli in prossimità del traferro, ottenuti direttamente dalla tranciatura. Altri ponticelli possono eventualmente essere previsti per connettere punti intermedi dei segmenti ferromagnetici . Ciò fornisce robustezza meccanica al pacco di rotore, in modo facile ed economico. Per contro, in presenza di ponticelli , la caratteristica di anisotropia magnetica si ottiene soltanto quando detti ponticelli sono saturati magneticamente da un flusso diretto secondo l’asse di quadratura.
La presente invenzione riguarda la tipologia costruttiva dei motori con rotore a laminazione trasversale, che è di gran lunga la più adatta ad un processo produttivo di tipo industriale.
Quando si adotta tale tipologìa costruttiva, è prassi comune disporre i segmenti in modo che accedano al traferro ad intervalli angolari regolari , individuando in tal modo un passo di rotore. Detto passo viene anche individuato dalla distanza tra i punti di separazione (in corrispondenza del traferro) di detti segmenti . Se si fa uso di ponticelli saturabili , il passo di rotore è individuato dalla distanza tra due ponticelli adiacenti . E' prassi comune poi fare uso di un passo di rotore pari al passo delle cave di statore. Ciò consente di mediare in vicinanza del traferro le oscillazioni locali di induzione prodotte dalla dentatura dello statore, impedendo loro di interessare i segmenti ferromagnetici nell'interno del rotore. In tal modo si riducono grandemente le perdite nel ferro del rotore, che invece possono essere rilevanti , per esempio nel caso dei rotori a laminazione assiale, ove il numero di segmenti è molto elevato.
Tale prassi presenta tuttavìa l'inconveniente di generare delle ondulazioni di coppia anche quando la corrente di alimentazione del motore avesse un andamento perfettamente sinusoidale.
La coppia infatti si genera dall’interazione tra le correnti impresse id , iq ed i corrispondenti flussi concatenati fd , fq . A causa della presenza delle dentature dello statore e del rotore, ed vengono a dipendere dall’angolo Θ tra rotore e statore, oltre che da id e da iq .
Per ridurre detta ondulazione di coppia, il provvedimento generalmente adottato (detto skewing ) consiste nel ruotare i lamierini di rotore (o quelli di statore) , l’uno rispetto all'altro (talvolta per gruppi) , in modo da realizzare una rotazione complessiva, sulla lunghezza assiale del motore, pari ad un passo delle cave di statore, realizzando così il cosiddetto motore inclinato. La riduzione di ondulazione che si ottiene in tal modo è rilevante, ma non è tale da eliminare il fenomeno.
Detta riduzione può non essere sufficiente per applicazioni di tipo sofisticato; d'altra parte, un provvedimento che consentisse di ridurre V ondulazione a monte dell'inclinazione del motore sarebbe certamente utile anche per applicazioni non sofisticate, in quanto permetterebbe di evitare l'inclinazione del motore o comunque di sostituirla con provvedimenti più semplici ed economici .
Pertanto, il primo scopo della presente invenzione è quello di realizzare un motore elettrico a riluttanza con rotore del tipo a laminazione trasversale, nel quale, indipendentemente da altri provvedimenti per sé noti del tipo già citato, l'ondulazione di coppia risulti considerevolmente ridotta rispetto ai motori analoghi realizzati secondo lo stato precedente della tecnica.
Un altro scopo dell'invenzione è quello di realizzare detta riduzione dell'ondulazione di coppia senza comportare un eccessivo incremento delle perdite nel ferro.
I criteri su cui si basa la presente invenzione discendono da una serie di considerazioni che saranno ora svolte, prima di entrare nel merito dell'invenzione stessa.
1 ) La discretizzazione di statore e di rotore è intrinseca alla struttura della macchina. Per lo statore, essa dipende dalla collocazione concentrata dei conduttori in posizioni (cave) equispaziate. E’ possibile teoricamente distribuire i conduttori in modo da eliminare tutte le armoniche, salvo quelle legate appunto al numero di dette posizioni . Per il rotore, la discretizzazione è connessa con la scelta di una struttura a laminazione trasversale, secondo quanto illustrato in precedenza.
Facendo riferimento al caso più frequente di una macchina trifase, detto p il numero di paia di poli, q il numero di cave per polo e per fase dello statore, ed ns il numero di denti di statore per paio di poli , il numero totale Ns di denti dello statore sarà Ns = ns . p = 6 . q . p .
Per il rotore la situazione è più complessa perché si deve individuare il legame tra il numero n dei segmenti per paio di poli ed il numero n r di denti equivalenti per paio di poli .
Si faccia ad esempio riferimento alle figure 1 e 2 nelle quali sono riportate, nel caso p = 1 ( un solo paio di poli) , due diverse configurazioni , entrambe relative ad un rotore discretizzato in otto passi . In ciascuna figura è anche riportato l’andamento ideale del potenziale magnetico di rotore, conseguente ad un'eccitazione in quadratura.
I punti di separazione tra segmenti (o ponticelli) sono evidenziati con cerchietti o con crocette. Si sono usati i cerchietti per indicare i punti di separazione "reali”, e le crocette per indicare i punti di separazione "virtuali" , tali cioè da non produrre salti di potenziale magnetico di rotore. In entrambi i casi, comunque, il contenuto armonico di detti potenziali è del tipo k . nr ± 1 , con k intero positivo, ed essendo nr il numero di "denti equivalenti", pari al numero di "ponticelli" o punti di separazione, reali e virtuali .
Il numero nr non può che essere pari , per evidenti ragioni di simmetria. Cambia invece, nei due casi illustrati , la. relazione tra nr ed il numero n di segmenti per paio di poli . Nel caso di asse d non magnetico (figura 1 ) e di presenza di ponticelli virtuali vaie la relazione nr = 2 . n , mentre nell'altro caso (figura 2) vale la relazione ηr = 2 (η-1 ) . Quest'ultimo caso è più adatto ad una realizzazione pratica, a causa dei problemi posti dall’inserimento dell'albero.
2) Alla discretizzazione di cui sopra potrebbe anche non associarsi , teoricamente, una modulazione della permeanza al traferro (cave chiuse) . Ma in realtà le cave di statore sono aperte ed i ponticelli di rotore si comportano come aperti quando sono magneticamente saturati , ossìa non appena si genera coppia. Pertanto, l'interazione della dentatura dello statore con la "dentatura equivalente" del rotore produce una modulazione della permeanza al traferro, in funzione dell'angolo Θ tra rotore e statore.
3) Una trattazione esauriente del fenomeno, che tenga conto congiuntamente della discretizzazione e della modulazione di permeanza, in presenza di eccitazione mista (secondo entrambi gli assi d e q) e considerando i fenomeni di saturazione magnetica, è praticamente inattuabile. Si osservi che si producono anche fenomeni di interagenza magnetica tra gli assi d e q . In generale, i flussi fd ed fq sono funzione non lineare di entrambe le correnti ed anche dell'angolo Θ tra statore e rotore: si ha cioè, fd (ίd , iq, Θ) ed fq (id, ,iq , Θ)
E' possibile però considerare separatamente ed in modo approssimato le due situazioni più semplici (eccitazione solo secondo l'asse d o solo secondo l'asse q) , e postulare l'estensione della validità delle conclusioni su basi semplicemente intuitive.
4) Ad una forza magnetomotrìce diretta secondo Tasse di quadratura, il rotore reagisce polarizzandosi magneticamente in modo da generare una prima armonica di potenziale magnetico all'incirca corrispondente a quella applicata dalla forza magnetomotrice di statore. Una piccola differenza è presente a causa del flusso che attraversa comunque gli strati magneticamente isolanti del rotore. Ad ogni modo, l'ondulazione del flusso concatenato f q è causata principalmente, in questo caso, dall'interazione reciproca delle armoniche dipendenti dalla collocazione dei conduttori (cave di statore) e delle armoniche di potenziale magnetico ( rotore) , come sopra definite.
5) Al contrario, ad una forza magnetomotrice diretta secondo l'asse diretto il rotore reagisce in modo limitato. Pertanto, la discretizzazione di statore da sola non produce apprezzabile ondulazione del flusso concatenato . In questo caso, invece, l ondulazione del flusso si verifica invece se si considerano le aperture di statore e di rotore e la conseguente modulazione di permeanza. Tale ondulazione, per p = 1 , è approssimativamente proporzionale all'integrale (1 ) :
() dove Φ è una opportuna coordinata angolare lungo la superficie rotorica , ed h è un numero intero qualsiasi .
Sulla base delle considerazioni da 1 ) a 5) è stata sviluppata la presente invenzione.
Con riferimento alle considerazioni 4) e 5) , l'invenzione suggerisce preliminarmente che sia rispettata la condizione (2) :
(2) con h e k interi positivi . Si assume vantaggioso che la condizione (2) sia verificata in generale, anche nel caso di contemporanea eccitazione secondo gli assi diretto e di quadratura di una macchina reale, la quale, come esposto nella considerazione 3) , presenta fenomeni di complessità molto rilevante, e non è possibile postulare il principio di sovrapposizione degli effetti .
D'altra parte la condizione (2) non può essere verificata per qualunque ordine armonico. E' tuttavìa auspicabile che sia verificata almeno oer k = h = 1 . In questo caso la formula (2) diviene :
Ciò non è verificato nella prassi corrente poiché, come si è detto, si adotta generalmente ng = nr, per evitare perdite addizionali nel ferro di rotore. In relazione a ciò, l'invenzione postula che dette perdite non possano essere comunque così rilevanti da far perdere validità pratica al progetto, finché il passo di rotore non diventi pari all'apertura di cava di statore o minore di essa.
Peraltro, ns ed nr devono essere entrambi pari , in un motore sincrono a riluttanza, come precedentemente indicato. In tal caso, per l applicazione della presente invenzione dev’essere almeno verificata la relazione (3) :
(3) E' importante osservare, a questo punto, come sia opportuno che i numeri ns, nr non siano molto diversi tra loro.
Infatti, una volta fissato ns, valori di nr sempre più piccoli portano verso motori scarsamente anisotropi , a causa dei flussi a zig-zag che interessano il traferro. Si aggiunga che per nr < 6 la relazione k . nr ± 1 genera comunque tutte le armoniche dispari presenti nella forza magnetomotrice, e quindi non viene fatta alcuna selezione.
D'altro canto, fissato il passo di statore e quindi ns, il fare dei passi di rotore sempre più piccoli finisce con l’indurre perdite nel ferro di rotore, come già detto, ed anche fenomeni di saturazione magnetica nel rotore, ciò anche in dipendenza dell'apertura delle cave di statore.
Un'altra considerazione riguarda il diverso contenuto armonico della permeanza di statore (denti) e di rotore (segmenti) . Essendo le aperture (o ponticelli ) di rotore più piccole di quelle di statore, è ragionevole pensare che il rotore induca un più rilevante contributo di armoniche di permeanza superiori alla prima. Di conseguenza, sulla base della relazione (2) , è opportuno escludere i numeri nr che siano sottomultipli di ns, vale a dire escludere i passi di rotore che siano multipli del passo di statore. Ciò diventa rilevante, comunque, solo per ns > 24, se viene già imposto nr > 6 .
Per quanto sopra esposto, un criterio valido molto semplice è rappresentato dalla relazione (4)
(4) fatte comunque salve le limitazioni appena indicate r con m intero)
Occorre però osservare che l'entità delle perdite nel ferro di rotore dipende, oltre che da altri fattori , dalla scelta di nr , e ne dipende in modo molto complesso. Non si può quindi escludere che numeri nr diversi da quelli che soddisfanno la relazione (4) , ma compresi comunque fra quelli che soddisfanno la relazione (3) , possano essere utilmente adottati .
Un’altra osservazione riguarda l’azione sinergica di un rotore a permeanza di strato costante con i provvedimenti qui previsti, al fine della riduzione dell'ondulazione di coppia.
Gli strati sono le barriere isolanti presenti tra ogni due segmenti ferromagnetici adiacenti (si osservino al riguardo le figure) . Considerando a potenziali diversi i due segmenti adiacenti (con i ponticelli saturati ) è possibile definire la permeanza di ciascuno strato isolante.
E' noto da trattazioni pubblicate (per esempio: Proceedings of thè IECON '94, Bologna 05.09.1994 Vol . I , pag . 1 , A . Vagati : "The synchronous reluctance solution : a new alternative in A C drives") , che un motore nel quale la permeanza dei vari strati sia la stessa reagisce ad un' eccitazione sinusoidale di quadratura senza introdurre ulteriori armoniche oltre alla prima ed a quelle k . nr ± 1 già viste . In caso contrario, anche altre armoniche verrebbero prodotte nel flusso di quadratura, e potrebbero interagire con eventuali armoniche dello stesso ordine presenti nelTavvolgimento di statore. Per questo è opportuno che il rotore di un motore a bassa ondulazione di coppia contenga comunque il provvedimento della permeanza costante, che consente inoltre, come è noto, di migliorare il rapporto di anisotropia.
Si osservi ancora come, una volta scelto nr, possa essere difficoltoso in pratica realizzare lo strato in asse diretto (caso di figura 1 ) oppure il piccolo segmento ferromagnetico in quadratura (caso di figura 3) .
E' ovvio che derogare a ciò può peggiorare l'ondulazione di coppia; d'altro canto tale peggioramento può essere contenuto, essendo la modificazione fatta solo in determinate zone del traferro. Per quanto sopra, si debbono quindi ancora considerare come macchine ad nr denti quelle per le quali qualche apertura di rotore (ponticello) sia stata omessa per le ragioni appena dette e nelle zone indicate. D’altra parte, l’adozione del presente provvedimento non può essere equivocata, in quanto il numero nr di riferimento si può evincere dal passo di rotore, ben rilevabile sulla maggior parte del rotore stesso. Si aggiunga che, analogamente, può essere talvolta tollerato un "buco" {zona con traferro non costante) in corrispondenza dell'asse di quadratura.
Un'ultima osservazione riguarda la possibile presenza di ponticelli interni , oltre che alla superficie del rotore. Ciò è dovuto a ragioni meccaniche e, comunque, il comportamento magnetico non dipende dalla posizione fisica del ponticello.
Tutta la trattazione è stata fatta con riferimento a due soli poli ( ns, nr) . Ovviamente, la sua validità è inalterata se si considerano macchine a p paia di poli Si potrebbe anche estendere la trattazione, opportunamente, ad un numero di fasi diverso da tre.
In conclusione, con riferimento ai provvedimenti sopra descritti , si può asserire che la riduzione dell'ondulazione di coppia rispetto al caso abituale nr = ns è certamente rilevante. Pur essendo estremamente difficile valutarne ì' entità, perché essa dipende da troppi fattori , si può in ogni caso prevedere che, considerata 1 l'ondulazione nel caso nr = ns , con l'applicazione dell'invenzione si ottenga un'ondulazione non maggiore di 0.2, 0.3.
Pertanto, lo scopo dell'invenzione si raggiunge in primo luogo per mezzo di un motore elettrico sincrono a riluttanza, comprendente uno statore comportante un numero pari di cave per paio di poli uguale ad ns ed un rotore del tipo a laminazione trasversale comportante un numero pari di cave equivalenti per paio di poli uguale ad nr , caratterizzato dal fatto che, al fine di minimizzare l'ondulazione di coppia, tra il numero pari ns delle cave dello statore ed il numero pari nr delle cave equivalenti del rotore sono rispettate le relazioni :
con m intero.
Preferibilmente, poi , tra il numero ns delle cave dello statore ed il numero nr delle cave equivalenti del rotore è rispettata la relazio¬
Nel motore elettrico sincrono a riluttanza secondo l'invenzione, il rotore può presentare strati isolanti aperti verso il traferro, oppure gli strati isolanti del rotore possono presentare verso il traferro dei ponticelli magnetici saturabili, o ancora il rotore può presentare taluni strati isolanti aperti verso il traferro ed altri strati isolanti presentanti verso il traferro dei ponticelli magnetici saturabili . Inoltre il rotore può presentare dei ponticelli intermedi , in vario numero e disposizione.
Al fine di non produrre armoniche suscettibili di interagire con armoniche di avvolgimento di statore, gli strati isolanti del rotore del motore elettrico a riluttanza secondo l’invenzione sono preferibilmente realizzati a permeanza costante, vale a dire che il rapporto tra l'estensione in lunghezza e l'estensione in larghezza di ciascuno strato isolante ha un valore almeno approssimativamente uguale per tutti gli strati del rotore.
Si deve intendere che le indicazioni date sinora hanno un carattere teorico, ma che ragioni costruttive possono in molti casi imporre che ci si discosti leggermente da quanto sarebbe teoricamente desiderabile, senza che questo deteriori in modo importante il comportamento del motore. Le esigenze esposte devono dunque considerarsi rispettate anche quando simili limitati scostamenti imposti da ragioni pratiche debbano essere accettati .
Le caratteristiche dell'invenzione appariranno più chiaramente dall' osservazione dei disegni annessi, nei quali :
Fig . 1 e Fig . 2, come già esposto in precedenza, riportano, nel caso di un motore ad un solo paio di poli , due diverse configurazioni, entrambe relative ad un rotore discretizzato in otto passi , nonché l'andamento ideale del potenziale magnetico di rotore, conseguente ad una eccitazione in quadratura; e
Fig . 3 illustra schematicamente metà della sezione di un motore elettrico sincrono a riluttanza realizzato in applicazione dell'invenzione.
Le figure 1 e 2 sono già state trattate in precedenza.
Con riferimento alla figura 3, vi si osserva un motore a due paia di poli (p = 2) comportante uno statore S con dodici cave C per paio di poli (ns = 12) , e all'interno dello statore S, separato da un traferro T (il cui spessore appare esagerato per necessità di disegno) un rotore R montato su di un albero A . Il rotore R è costituito da una pluralità di lamierini tranciati formanti un pacco a laminazione trasversale. Ciascun lamierino presenta sedici ponticelli equivalenti o passi di rotore (nr = 16 = ns + 4) , in corrispondenza dei quali terminano degli strati magneticamente isolanti I1 , I2, I3 che separano i segmenti ferromagnetici adiacenti M1 , M2, M3, M4. I ponticelli realmente esistenti Pr sono indicati con un cerchietto, mentre con una crocetta sono indicati dei ponticelli virtuali Pv che materialmente non esistono, ma che devono essere conteggiati per quanto detto in precedenza, e sono determinabili considerando la sostanziale costanza del passo di rotore. In questo caso, resistenza dei ponticelli virtuali Pv dipende dal fatto che il segmento ferromagnetico M4 dovrebbe, teoricamente, essere costituito da due segmenti ferromagnetici assai sottili, separati da uno strato magneticamente isolante anch'esso molto sottile, ma questo insieme di parti assai sottili non sarebbe praticamente realizzabile nella tranciatura dei lamierini . Viene così illustrato come in certi casi la realizzazione pratica debba discostarsi da quanto teoricamente desiderabile, senza peraltro dar luogo a gravi conseguenze. E' anche rappresentato nella figura 3 come lo spazio magneticamente isolante 11 sia interrotto da un ponticello ferromagnetico intermedio Pi . Simili ponticelli sono talvolta necessari per conferire ai lamierini una robustezza meccanica sufficiente. In ogni caso, a parità di spessore to tale, la collocazione dei ponticelli non modifica in alcun modo il comportamento magnetico del motore. La larghezza dei ponticelli Pi appare esagerata nella figura per necessità di disegno.
L'invenzione può trovare applicazione, indifferentemente e con pari vantaggi, sia ai motori sincroni a riluttanza i cui rotori sono privi di magneti permanenti, sia ai motori elettrici sincroni a riluttanza i cui rotori, allo scopo di conseguire un rifasamento intrinseco, sono assistiti da magneti permanenti.
La riduzione dell'ondulazione di coppia conseguente all'applicazione dell'invenzione è certamente rilevante rispetto al caso in cui si abbia nr = ns , come comunemente si pratica. Come già detto, sarebbe estreinamente difficile valutare esattamente l'entità del vantaggio conseguito, dipendendo esso dal contenuto armonico di permeanza e dal carico. Si può comunque prevedere che, considerata 1 l'ondulazione di coppia nel caso in cui, secondo la tecnica nota, si abbia nr = ns , si ottenga con V applicazione dell'invenzione un'ondulazione di coppia non superiore a 0.2, 0.3.
Si deve intendere che quanto esposto può essere integrato con provvedimenti favorevoli comuni alla tecnica nota, e che a quanto descritto possono essere apportate modificazioni ed ogni sostituzione di equivalenti tecnici , senza per questo dipartirsi dall'ambito dell’invenzione e dalla portata del presente brevetto.
Claims (11)
- RIVENDICAZIONI 1 . Motore elettrico sincrono a riluttanza, comprendente uno statore comportante un numero pari di cave per paio di poli uguale ad ns ed un rotore del tipo a laminazione trasversale comportante un numero pari di cave equivalenti per paio di poli uguale ad nr , caratterizzato dal fatto che, al fine di minimizzare l'ondulazione di coppia, tra il numero ns delle cave dello statore ed il numero nr delle cave equivalenti del rotore sono rispettate le relazioni : con m intero.
- 2 . Motore elettrico sincrono a riluttanza secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che tra il numero ns delle cave dello statore ed il numero nr delle cave equivalenti del rotore è rispettata la relazione
- 3 . Motore elettrico sincrono a riluttanza secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che il suo rotore presenta strati isolanti aperti verso il traferro.
- 4 . Motore elettrico sincrono a riluttanza secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che gli strati isolanti del suo rotore presentano verso il traferro dei ponticelli magnetici saturabili .
- 5 . Motore elettrico sincrono a riluttanza secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che il suo rotore presenta taluni strati isolanti aperti verso il traferro ed altri strati isolanti presentanti verso il traferro dei ponticelli magnetici saturabili .
- 6 . Motore elettrico sincrono a riluttanza secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che alcuni strati isolanti del suo rotore sono attraversati in uno o più punti intermedi da ponticelli magnetici saturabili .
- 7 . Motore elettrico sincrono a riluttanza secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti , caratterizzato dal fatto che, al fine di non produrre armoniche suscettibili di interagire con armoniche di avvolgimento di statore, i suoi strati di rotore sono realizzati a permeanza costante .
- 8 . Motore elettrico sincrono a riluttanza secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti , caratterizzato dal fatto che, al fine di realizzare la riduzione dell'ondulazione di coppia senza comportare un eccessivo incremento delle perdite nel ferro, il passo di rotore non è pari all'apertura di cava dello statore o minore di essa. .
- 9 . Motore elettrico sincrono a riluttanza secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il suo rotore è privo di magneti permanenti .
- 10 . Motore elettrico sincrono a riluttanza secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il suo rotore è assistito da magneti permanenti .
- 11 . Motore elettrico sincrono a riluttanza con bassa ondulazione di coppia, caratterizzato dalle particolarità, disposizioni e funzionamento, quali appaiono dalla descrizione sopraestesa e dai disegni annessi , o sostituiti da loro equivalenti tecnici, presi nel loro insieme, nelle loro varie combinazioni o separatamente.
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