ITTO20120460A1 - Dispositivo di controllo per rubinetti di gas - Google Patents

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ITTO20120460A1
ITTO20120460A1 IT000460A ITTO20120460A ITTO20120460A1 IT TO20120460 A1 ITTO20120460 A1 IT TO20120460A1 IT 000460 A IT000460 A IT 000460A IT TO20120460 A ITTO20120460 A IT TO20120460A IT TO20120460 A1 ITTO20120460 A1 IT TO20120460A1
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IT
Italy
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display
casing
coupling
control
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IT000460A
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Marco Moro
Paolo Savini
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Eltek Spa
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    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F24HEATING; RANGES; VENTILATING
    • F24CDOMESTIC STOVES OR RANGES ; DETAILS OF DOMESTIC STOVES OR RANGES, OF GENERAL APPLICATION
    • F24C3/00Stoves or ranges for gaseous fuels
    • F24C3/12Arrangement or mounting of control or safety devices
    • F24C3/126Arrangement or mounting of control or safety devices on ranges
    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F23COMBUSTION APPARATUS; COMBUSTION PROCESSES
    • F23NREGULATING OR CONTROLLING COMBUSTION
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    • F23N5/10Systems for controlling combustion using devices responsive to thermal changes or to thermal expansion of a medium using thermocouples
    • F23N5/107Systems for controlling combustion using devices responsive to thermal changes or to thermal expansion of a medium using thermocouples using mechanical means, e.g. safety valves
    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F23COMBUSTION APPARATUS; COMBUSTION PROCESSES
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Description

"Dispositivo di controllo per rubinetti di gas",
TESTO DELLA DESCRIZIONE
Campo dell’invenzione
La presente invenzione si riferisce ai dispositivi per il controllo e/o la rilevazione dell’alimentazione di gas per apparecchi aventi uno o più bruciatori di gas o simili generatori di fiamma. Più particolarmente, l’invenzione à ̈ relativa ad un dispositivo di controllo e/o di rilevazione avente una funzione di temporizzazione, ad esempio per consentire di impostare e/o regolare e/o rilevare un desiderato intervallo di tempo di alimentazione di gas ad un rispettivo bruciatore o simile e/o per controllare e/o rilevare il tempo di accensione del bruciatore.
Tecnica anteriore
I rubinetti di gas correntemente impiegati in apparecchi di cottura e simili hanno un corpo, generalmente metallico, provvisto di un ingresso, destinato al collegamento ad una linea di alimentazione del gas, ed un’uscita, destinata al collegamento con un condotto di adduzione del gas al bruciatore controllato dal rubinetto. All’interno del corpo di rubinetto sono montati mezzi di regolazione della portata di gas, costituiti ad esempio da un otturatore o parzializzatore regolabile in posizione tramite un’asta di manovra e/o ulteriori leve o cinematismi interni. L’asta sporge assialmente da un’estremità prossimale del corpo di rubinetto ed à ̈ atta a ruotare attorno al proprio asse, ai fini della suddetta regolazione di portata. All’asta di manovra à ̈ accoppiata una manopola: una rotazione impartita manualmente alla manopola causa quindi la rotazione dell’asta e la conseguente regolazione di portata.
All’interno del corpo di rubinetto à ̈ prevista una valvola di sicurezza, suscettibile di essere mantenuta nella rispettiva condizione aperta da un elettromagnete, la valvola essendo di tipo aperto/chiuso, per consentire o prevenire l’afflusso di gas al bruciatore, rispettivamente. L’elettromagnete à ̈ alimentato tramite un generatore termoelettrico, tipicamente costituito da una termocoppia collegata ad un relativo attacco o connettore elettrico del corpo di rubinetto. L’estremità opposta della termocoppia, ovvero la sua parte sensibile o giunzione calda, à ̈ installata in prossimità del bruciatore controllato dal rubinetto. Quando il bruciatore à ̈ accesso, la parte sensibile della termocoppia genera una forza elettromotrice (f.e.m.) in risposta al calore generato dalla fiamma al bruciatore, che determina una corrente che alimenta l’elettromagnete della valvola di sicurezza, tale da mantenere l’otturatore di quest’ultima (associato ad un nucleo mobile attratto dall’elettromagnete) nella rispettiva condizione aperta, in opposizione all’azione di una molla.
In sostanza, sino a quando il bruciatore à ̈ accesso, la termocoppia genera una corrente che consente all’elettromagnete di mantenere la valvola aperta; quando il bruciatore viene spento manualmente, o si spegne accidentalmente, l’alimentazione elettrica all’elettromagnete viene meno e la valvola si chiude, sollecitata in tal senso dalla molla suddetta, così da prevenire il transito del gas tra l’ingresso e l’uscita del rubinetto.
Per le ragioni suddette, l’asta del rubinetto à ̈ suscettibile di poter traslare lungo il proprio asse, in una direzione di azionamento, contro l’azione di mezzi elastici interni al corpo di rubinetto. Tale spostamento assiale à ̈ ottenibile spingendo la manopola del rubinetto e ruotandola. Con questo movimento si determina sia un’apertura iniziale della valvola di sicurezza, sia l’afflusso di gas al bruciatore e la manopola viene mantenuta nella condizione premuta sino a che la fiamma viene accesa sul bruciatore: come detto, in presenza della fiamma, la termocoppia genera la corrente che, tramite l’elettromagnete, mantiene la valvola nella condizione aperta; dopo l’accensione della fiamma, quindi, l’utilizzatore può rilasciare la manopola.
Al rubinetto può essere operativamente associato anche un sistema accenditore di gas, per generare scintille in prossimità del bruciatore, onde causare l’accensione della fiamma. Tale sistema comprende usualmente un circuito elettrico che include elettrodi, tra i quali vengono generate le suddette scintille a seguito di una scarica elettrica. In alcuni apparecchi a gas il sistema accenditore à ̈ attivato sfruttando la configurazione del rubinetto, e segnatamente la possibilità della sua asta di traslare assialmente. Pertanto, premendo la manopola del rubinetto dopo averla ruotata almeno leggermente, oltre che determinare l’apertura iniziale della valvola di sicurezza e l’afflusso di gas al bruciatore, si provoca anche l’attivazione del sistema accenditore.
A questo scopo, all’asta del rubinetto à ̈ generalmente associato un elemento di azionamento che, nel corso dello spostamento assiale dell’asta causa la commutazione di un microinterruttore di tipo normalmente aperto, appartenente al circuito elettrico del sistema accenditore. Il microinterruttore può essere di tipo comunemente reperibile in commercio per vari impieghi ed à ̈ ancorato direttamente al corpo del rubinetto, che presenta a tale scopo almeno un foro filettato per una relativa vite di fissaggio.
Ad un rubinetto di gas del tipo precedentemente indicato può essere associato un dispositivo per il controllo temporizzato dell’alimentazione di gas ad un relativo bruciatore, ovverosia per consentire di impostare un desiderato intervallo di tempo di funzionamento del bruciatore.
Sono noti dispositivi temporizzatori, operativamente accoppiati ad un rispettivo rubinetto del gas e aventi una relativa manopola, sostanzialmente coassiale alla manopola del rubinetto. Tramite la manopola del dispositivo un utilizzatore può impostare un desiderato intervallo di tempo di alimentazione ed accendere il bruciatore: allo scadere dell’intervallo di tempo impostato, il dispositivo provoca la chiusura della valvola di sicurezza interna al rubinetto, così da interrompere l’alimentazione di gas al bruciatore. A tale scopo, il noto dispositivo integra una disposizione circuitale di controllo che include essenzialmente mezzi temporizzatori, impostabili tramite la relativa manopola, e mezzi interruttori elettrici controllabili, collegati tra la termocoppia e l’elettromagnete della valvola di sicurezza del rubinetto di gas. In una possibile realizzazione, la disposizione circuitale del dispositivo noto include anche mezzi interruttori elettrici controllabili collegati in serie al circuito del sistema accenditore, atti a svolgere le funzioni del microinterruttore precedentemente citato previsto sui rubinetti di tipo tradizionale.
Sono noti anche dispositivi in cui à ̈ previsto l’impiego di generici mezzi di segnalazione, posti all’interno di un involucro del dispositivo che à ̈ alloggiato nell’ambito della carcassa dell’apparecchio provvisto del bruciatore da controllare. Agli emettitori à ̈ associata una generica guida di luce per trasmettere la radiazione luminosa all’esterno dell’involucro, in corrispondenza di una manopola del rubinetto o di una ghiera del dispositivo, per illuminare tali elementi e fornire ad un utilizzatore limitate informazioni di stato del dispositivo. In soluzioni note à ̈ anche previsto l’impiego di un dispositivo visualizzatore a pannello, che à ̈ collegato in comune a vari dispositivi temporizzatori associati ai rispettivi rubinetti, ma indipendente ed installato in posizione remota rispetto ad essi. Tale visualizzatore a pannello à ̈ atto a ricevere segnali dai vari dispositivi temporizzatori e, essendo sostanzialmente di tipo alfanumerico, consente aggiuntivamente di fornire informazioni relative al trascorrere del tempo a partire dall’accensione del relativo bruciatore.
Tale soluzione à ̈ relativamente scomoda, ad esempio quando la funzione di temporizzazione à ̈ attiva per una pluralità dei dispositivi associati ai rubinetti: in tale caso, l’utilizzatore deve comandare in modo specifico la visualizzazione del tempo residuo di programmazione del dispositivo di interesse, agendo sul dispositivo stesso oppure sul visualizzatore a pannello. La visualizzazione di informazioni relative a più dispositivi su di un unico visualizzatore complica la logica di controllo e di comunicazione dei dati; l’eventuale visualizzazione contemporanea di informazioni relative a più dispositivi complica la realizzazione del visualizzatore e ne accresce gli ingombri. Problemi di natura pratica, ad esempio per i produttori di elettrodomestici, derivano anche dall’esigenza di dover allocare il visualizzatore sul prodotto, quale il pannello del piano cottura opportunamente predisposto.
Sommario dell’invenzione
La presente invenzione si propone di risolvere uno o più degli inconvenienti citati e di realizzare un dispositivo di controllo per rubinetti di gas, del tipo indicato, comprendente un dispositivo di visualizzazione di comodo impiego e di uso affidabile, nonché di realizzazione compatta ed economica, nonché di facile o pratico assemblaggio rispetto all’apparato utilizzatore.
Altro scopo della presente invenzione à ̈ quello realizzare un dispositivo di controllo per rubinetti di gas, del tipo indicato, atto a fornire informazioni e/o segnalazioni in modo chiaro ed immediato, onde agevolare l’utilizzo del dispositivo stesso e/o dell’apparecchio utilizzatore, ed in cui eventuali operazioni di comando risultino estremamente comode e pratiche per un utilizzatore.
Questo ed altri scopi ancora, che risulteranno maggiormente chiari in seguito sono raggiunti secondo la presente invenzione da un dispositivo di controllo, particolarmente con funzionalità di temporizzazione, avente le caratteristiche indicate nelle rivendicazioni allegate. Le rivendicazioni costituiscono parte integrante dell’insegnamento tecnico qui fornito in relazione all’invenzione.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori scopi, caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue e dai disegni annessi, forniti a puro titolo di esempio esplicativo e non limitativo, in cui:
- la Figura 1 à ̈ una vista prospettica schematica di un apparecchio alimentato con gas e provvisto di un dispositivo di controllo secondo una possibile attuazione dell’invenzione;
- la Figura 2 Ã ̈ un dettaglio di figura 1;
- la Figura 3 à ̈ una vista simile a quella di figura 2, ma con una parte dell’apparecchio rimossa;
- le figure 4 e 5 sono una vista prospettica ed una vita in elevazione laterale di un rubinetto di gas noto, provvisto di un interruttore facente parte di un sistema accenditore di gas di un apparecchio alimentato a gas;
- la Figura 6 à ̈ una vista prospettica parziale e schematica di un dispositivo di controllo secondo la prima attuazione, in una condizione installata sull’apparecchio;
- la Figura 7 à ̈ una vista prospettica parziale e schematica del dispositivo di figura 6, ma da diversa angolazione e con una parte dell’apparecchio rimossa
- le Figure 8 e 9 sono viste in esploso, da diverse angolazioni, di alcune parti del dispositivo delle figure 6 e 7;
- le Figure 10 e 11 sono viste prospettiche, da diverse angolazioni, di una disposizione circuitale del dispositivo delle figure 6 e 7;
- le Figure 12 e 13 sono viste prospettiche, da diverse angolazioni, di un organo di comando del dispositivo delle figure 6 e 7, con un relativo sensore di posizione angolare;
- le Figure 14 e 15 sono viste prospettiche, da diverse angolazioni, di un organo di trasmissione del dispositivo delle figure 6 e 7;
- le Figure 16 e 17 sono viste prospettiche, da diverse angolazioni, di un mezzo di comando del dispositivo per un rubinetto impiegato in abbinamento al dispositivo delle figure 6 e 7;
- le Figure 18-22 sono viste prospettiche parziali del dispositivo delle figure 6 e 7, in diverse fasi di assemblaggio;
- la figura 23 à ̈ uno schema a blocchi semplificato di una diposizione circuitale di un dispositivo secondo l’invenzione, collegato tra una termocoppia e l’elettromagnete di un rubinetto di gas;
- la figura 24 à ̈ una vista simile a quella di figura 6, ma relativa ad una diversa forma di attuazione di un dispositivo secondo l’invenzione;
- la figura 25 Ã ̈ una vista simile a quella di figura 24, con alcuni componenti rimossi;
- le figure 26 e 27 sono viste prospettiche, da diverse angolazioni, di un dispositivo temporizzatore in un’ulteriore forma di attuazione dell’invenzione;
- le figure 28 e 29 sono viste in esploso, da diverse angolazioni, del dispositivo delle figure 26-27;
- la figura 30 Ã ̈ una vista prospettica di una disposizione circuitale del dispositivo delle figure 26-27;
- le figure 31-34 sono viste prospettiche, da diverse angolazioni, di un componente di un involucro del dispositivo delle figure 26-27;
- le figure 35 e 36 sono viste prospettiche, da diverse angolazioni, di un organo cursore del dispositivo delle figure 26-27;
- le figure 37 e 38 sono una vista prospettica ed una vista parzialmente esplosa di un mezzo di comando del dispositivo delle figure 26-27;
- le figure 39 e 40 sono viste prospettiche, da diverse angolazioni, di un organo di trasmissione o rinvio del dispositivo delle figure 26-27;
- la figura 41 Ã ̈ una sezione parziale e schematica del dispositivo delle figure 26-27, secondo un piano passante per un mezzo di comando del dispositivo e ortogonale ad un asse di rotazione del medesimo;
- le figure 42-44 sono sezioni simili a quella di figura 41, con un mezzo di comando del dispositivo in diverse posizioni angolari;
- le figure 45-47 sono viste prospettiche parziali e schematiche, alcune parzialmente sezionate, del dispositivo delle figure 26-27;
- la figura 48 Ã ̈ una vista prospettica schematica del dispositivo delle figure 26-27 in una condizione installata;
- la figura 49 à ̈ una sezione parziale e schematica del dispositivo delle figure 26-27, secondo un piano in cui giace l’asse di rotazione di un mezzo di comando del dispositivo e del rubinetto di gas ad esso associato; e
- le figure 50-51 sono due sezioni parziali e schematiche del dispositivo delle figure 26-27, volte ad esemplificare il principio di funzionamento di un sensore del dispositivo.
In figura 1 à ̈ rappresentato schematicamente un apparecchio 1 alimentato con gas, equipaggiato di almeno un dispositivo di controllo secondo la presente invenzione, in seguito anche definito per pronto riferimento come “dispositivo temporizzatore†.
Nell’esempio illustrato, l’apparecchio 1 à ̈ un apparecchio di cottura, e più particolarmente un piano di cottura, di concezione generale di per sé nota, del quale sono rappresentati i soli elementi utili alla comprensione dell’invenzione. Il dispositivo temporizzatore secondo l’invenzione à ̈ comunque suscettibile di impiego anche in altre tipologie di apparecchi provvisti di almeno un bruciatore di gas, o simile generatore di fiamma, controllato tramite un rispettivo rubinetto con valvola di sicurezza e/o termocoppia, quali ad esempio caldaie, particolarmente per riscaldamento domestico.
La struttura o carcassa dell’apparecchio 1 include una cassetta inferiore 2, che à ̈ fissata ad un coperchio superiore 3, definente una zona di lavoro 4 in cui sono individuate varie posizioni di cottura 5, nonché una zona comandi 6. Come da tecnica nota, all’interno della struttura dell’apparecchio 1 sono montati vari componenti funzionali tra i quali - per quanto qui di interesse - rubinetti per il controllo dell’alimentazione di gas ai bruciatori – qui non rappresentati in dettaglio- delle varie postazioni di cottura 5. A tale scopo, come si nota in figura 2, una parete 3a del coperchio 3 ha - in corrispondenza della zona comandi 6 - una serie di aperture passanti 7, da ciascuna delle quali sporge l’asta di azionamento 11 del rubinetto 10 di un relativo bruciatore. Come si intuisce dalla figura 3, i rubinetti 10 sono fissati all’interno della struttura dell’apparecchio, in posizioni corrispondenti alle aperture 7, il tutto secondo tecnica nota. I rubinetti 10 sono di tipologia di per sé nota, particolarmente della tipologia descritta nella parte introduttiva della presente descrizione.
A scopo esemplificativo, nell’esempio di attuazione raffigurato, uno solo dei rubinetti 10 à ̈ equipaggiato di un dispositivo temporizzatore previsto secondo l’invenzione, indicato nel complesso con 20. Sempre a scopo esemplificativo, i quattro rubinetti 10 di figura 3 non equipaggiati del dispositivo 20 sono provvisti di tradizionali microinterruttori a pulsante, alcuni dei quali indicati con MS, del tipo tradizionalmente appartenente al circuito elettrico di un sistema accenditore di gas. I microinterruttori MS sono fissati con vite S al relativo corpo di rubinetto.
Le figure 4 e 5 esemplificano un rubinetto di gas 10 di tipo generalmente noto sul mercato, come descritto nella parte introduttiva della presente descrizione. In termini generali, il corpo del rubinetto 10 ha una porzione anteriore 10a, dalla quale sporge la relativa asta 11 - qui non visibile in quanto impegnata dalla relativa manopola di comando 12’, ma che si estende secondo l’asse indicato con A - ed una porzione posteriore 10b, in cui sono previsti l’ingresso e l’uscita per il gas, nonché l’attacco per la termocoppia, dove la porzione anteriore 10a ha ingombro generalmente ridotto rispetto alla parte posteriore 10b. Nelle figure 4 e 5 ingresso ed uscita del gas sono indicati con 10c e 10d, mentre l’attacco per la termocoppia à ̈ indicato con 10e. Nel caso del rubinetto 10 illustrato à ̈ anche visibile un elemento di attuazione 10f, operativamente vincolato alla relativa asta di comando per muoversi con essa solo in direzione assiale, secondo tecnica ben nota nel settore. In pratica, l’elemento 10f à ̈ accoppiato all’asta in modo che, quando questa viene ruotata attorno all’asse A, l’elemento 10f rimane sostanzialmente stazionario; quando invece l’asta 11 viene traslata assialmente lungo l’asse A, l’elemento 10f segue il movimento assiale dell’asta. Con tale movimento assiale - e particolarmente quando l’asta viene premuta per mezzo della manopola 12’ -l’elemento 10f spinge un alberino 10g che causa l’apertura della valvola di sicurezza del rubinetto 10, come precedentemente spiegato, la quale valvola viene poi mantenuta aperta grazie al relativo elettromagnete, una volta che la fiamma al bruciatore à ̈ stata accesa. Quando l’utilizzatore rilascia la manopola 12’, l’elemento di attuazione 10f segue il movimento assiale di ritorno dell’asta di comando.
In applicazioni tradizionali, come detto, l’elemento di attuazione 10f può essere vantaggiosamente sfruttato anche per causare la commutazione in chiusura di un microinterruttore MS facente parte del sistema accenditore, il quale à ̈ fissato al corpo del rubinetto tramite la vite S, tipicamente un microinterruttore collegato alla tensione alternata di una rete elettrica domestica, quale una tensione elettrica alternata di 220 Volt.
Nelle figure 6 e 7 à ̈ visibile un dispositivo temporizzatore 20 secondo una possibile forma di attuazione dell’invenzione. La struttura di supporto del dispositivo 20 comprende un involucro scatolare 21 - per alloggiare almeno parte di una relativa disposizione circuitale - nonché un mezzo di comando 22 per l’impostazione di almeno un tempo di alimentazione di gas al bruciatore controllato dal relativo rubinetto 10. Nella condizione assemblata del dispositivo 20 sull’apparecchio (figura 6) l’involucro 21 à ̈ alloggiato in massima parte all’interno della struttura 2-3, in posizione nascosta o non accessibile, con il solo mezzo di comando 22 accessibile dall’esterno. Di preferenza, l’involucro 21 à ̈ interposto tra una porzione posteriore del rubinetto 10 e la parete 3a della struttura provvista dell’apertura dalla quale sporge almeno l’asta di azionamento 11. Molto preferibilmente, l’involucro 21 à ̈ conformato in modo da ricevere attraverso di esso almeno parte di una porzione anteriore del rubinetto 10: a tale scopo, in una forma di attuazione preferita, l’involucro 21 à ̈ conformato per definire un passaggio, nell’ambito del quale risulta inserita la suddetta porzione anteriore del rubinetto. Come si vedrà in seguito, in una forma di attuazione, vari componenti del dispositivo 20 (quali quelli in seguito indicati con 25, 40 e 41) sono appositamente configurati per determinare la presenza del suddetto passaggio.
In una forma di attuazione preferita, il mezzo di comando 22 comprende un organo a ghiera o manopola, che à ̈ operativamente interposto tra una manopola 12 per l’azionamento manuale dell’asta 11 del rubinetto 10 e la faccia esterna della parete 3a. Nella condizione assemblata del dispositivo 20, il mezzo di comando 22 - in seguito definito per semplicità “ghiera†- à ̈ montato mobile, particolarmente mobile angolarmente o girevole, ed à ̈ sostanzialmente coassiale alla manopola 12. In una forma di attuazione non rappresentata, la ghiera 22 può essere anche mobile assialmente, ad esempio per determinare la commutazione di elementi di comando del rubinetto 10 e/o del dispositivo 20. Naturalmente sagoma e proporzioni della ghiera 22 come rappresentata, rispetto alla manopola 12, sono meramente indicative.
Il dispositivo 20 prevede mezzi di segnalazione visiva elettrici o elettronici. In una forma di attuazione vantaggiosa, tali mezzi, indicati con D nelle figure, sono operativi in corrispondenza della manopola 12, preferibilmente in una posizione centrale o assiale.
Nella prima forma di attuazione qui esemplificata, i mezzi D comprendono un piccolo visualizzatore, particolarmente un visualizzatore numerico o alfanumerico, preferibilmente a diodi emettitori di luce (LED) o a cristalli liquidi (LCD). In una forma di attuazione particolarmente vantaggiosa dell’invenzione, i suddetti mezzi di segnalazione visiva D sono in posizione sostanzialmente stazionaria rispetto alla manopola 12: in altri termini, anche ruotando la manopola 12 per la regolazione della portata di gas, la posizione del visualizzatore D non cambia, in particolare rispetto all’apparecchio utilizzatore, a tutto vantaggio della comodità di lettura delle relative informazioni da parte di un utilizzatore.
In una forma di attuazione particolarmente vantaggiosa dell’invenzione, i suddetti mezzi di segnalazione visiva D sono in posizione sostanzialmente stazionaria rispetto alla ghiera 22: in altri termini, anche ruotando o muovendo la ghiera 22, la posizione del visualizzatore D non cambia.
In una forma di attuazione preferita la ghiera 22 - che può eventualmente fungere da guida di luce per adempiere anche funzioni di segnalazione luminosa - ed il visualizzatore D rappresentano, con la manopola 12, gli unici componenti del dispositivo 20 visibili e/o accessibili dall’esterno della struttura dell’apparecchio 1.
In una forma di attuazione preferita, la struttura del dispositivo 20 ha mezzi per l’accoppiamento dell’involucro 21 al corpo del rubinetto 10. Nell’esempio illustrato, tali mezzi di accoppiamento comprendono una staffa 23, preferibilmente formata in materiale metallico o termoplastico, che à ̈ operativamente interposta tra l’involucro 21 ed il corpo del rubinetto 10. Vantaggiosamente, il fissaggio della staffa 23 può essere effettuato sfruttando almeno una vite che viene normalmente associata al corpo del rubinetto 10, ad esempio una vite impiegata per il suo fissaggio alla struttura dell’apparecchio 1 o una vite S che, secondo la tecnica nota, à ̈ usata per il fissaggio del microinterruttore MS precedentemente citato (figure 3 e 4). Anche il fissaggio dell’involucro 21 alla staffa 23 può essere realizzato con viti, oppure tramite mezzi di reciproco accoppiamento ed aggancio, quali rilievi o denti di aggancio che si accoppiano in rispettive sedi.
In varianti di attuazione non rappresentate la staffa 23 può essere associata o integrata all’involucro 21, ad esempio sovrastampando materia plastica di una parte dell’involucro 21 alla staffa 23, o conformando una parte del corpo dell’involucro 21 in guisa di staffa, per adempiere direttamente funzioni accoppiamento al corpo del rubinetto. In altre possibili forme di attuazione, non rappresentate, l’involucro 21 del dispositivo può essere fissato alla struttura dell’apparecchio 1, tramite apposita staffa oppure direttamente.
Nelle figure 8 e 9 sono visibili, in diverse angolazioni, alcuni componenti del dispositivo temporizzatore secondo un’attuazione dell’invenzione. In tali figure sono visibili il rubinetto 10, la staffa di montaggio 23, una prima parte 40 dell’involucro 21, una disposizione circuitale 25 che equipaggia il dispositivo, un connettore 26 appartenente ad un cablaggio esterno (non rappresentato), un elemento di comando o rinvio 27 per un mezzo interruttore della disposizione circuitale 25.
Come già accennato, il rubinetto 10 può essere di tipologia in sé nota sul mercato, come descritto nella parte introduttiva della presente descrizione e con riferimento alle figure 4 e 5.
In applicazioni tradizionali, come detto, l’elemento di attuazione 10f può essere vantaggiosamente sfruttato anche per causare la commutazione in chiusura del microinterruttore MS facente parte del sistema accenditore. Come si vedrà, in un’attuazione particolarmente vantaggiosa dell’invenzione, la disposizione circuitale del dispositivo 20 include un mezzo interruttore che adempie anche le funzioni del suddetto microinterruttore MS previsto secondo la tecnica nota. In caso di impiego del dispositivo temporizzatore secondo tale forma di attuazione, come qui esemplificato, il tradizionale microinterruttore MS può essere omesso e la vite S normalmente impiegata per il suo fissaggio (figure 3 e 4) può essere sfruttata per il fissaggio della staffa 23 al corpo del rubinetto 10.
Una possibile realizzazione della staffa 23 à ̈ visibile anche nelle figure 8 e 9. In tale esempio non limitativo, la staffa 23 à ̈ metallica e presenta un longherone 23a dal quale si eleva una prima parte montante 23b, provvista di un foro 23c per il passaggio di una vite, non rappresentata, ad esempio per l’impegno in una madrevite 10h prevista sul corpo del rubinetto 10. Tale madrevite può essere vantaggiosamente quella usualmente prevista per la vite S di fissaggio del microinterruttore MS previsto secondo la tecnica nota. Dal longherone 23a si dipartono due traverse 23d, generalmente parallele tra loro e sostanzialmente ortogonali rispetto al montante 23a, provviste di rispettivi fori 23e per assicurare l’involucro 21, ad esempio tramite viti. Almeno una delle traverse 23d può avere una parte terminale montante 23f, preferibilmente sostanzialmente ortogonale alla stessa traversa, che funge da riscontro o appoggio rispetto alla struttura dell’apparecchio 1. Si noti che la forma illustrata per la staffa 23 deve intendersi come meramente esemplificativa, potendo essere evidentemente possibili altre forme, preferibilmente definite in funzione della forma del rubinetto e/o dell’involucro 21 e/o della struttura dell’apparecchio.
La parte di involucro 40, in seguito definita per semplicità “contenitore†, à ̈ sostanzialmente scatolare e formata in materiale plastico, con una parete di fondo 40a e pareti periferiche 40b che definiscono una cavità o una sede per l’alloggiamento di almeno parte della disposizione circuitale 25. Di preferenza, una delle pareti periferiche 40b chiude solo parzialmente il corrispondente lato del contenitore 40, definendo un’apertura laterale 40c (figura 9). In corrispondenza di tale apertura laterale 40c, dalla parete di fondo 40a sporge verso l’esterno un’appendice 40d, volta a realizzare una prima parte di un corpo connettore, visibile nel complesso in figura 7, nell’ambito del quale à ̈ innestato il connettore 26.
In una realizzazione preferita, una delle pareti periferiche 40b presenta un’apertura o interruzione 40e (figura 9), la cui funzione sarà chiarita in seguito, a cui corrisponde di preferenza una fessura 40f (figura 8) definita nella parete di fondo 40a. In una forma di attuazione, quale quella rappresentata, la parete di fondo 40a à ̈ anche provvista di fori 40g per il fissaggio dell’involucro alla staffa 23, nonché di una coppia di fessure 40h, preferibilmente generalmente parallele ed in posizione affiancata rispetto all’appendice 40d.
L’involucro 21 del dispositivo 20 à ̈ configurato per l’accoppiamento con il corpo del rubinetto 10, e presenta a tale scopo un passaggio in cui à ̈ ricevibile passante una relativa parte del rubinetto. Ad esempio, nella forma di attuazione illustrata, la parete di fondo 40a ha un’apertura passante 42, preferibilmente ma non necessariamente sostanzialmente circolare. Di preferenza, inoltre, il contenitore 40 definisce una porzione cava, sporgente all’interno della relativa cavità, in corrispondenza della quale si trova l’apertura 42. Molto preferibilmente, inoltre, il contenitore 40 definisce anche una rientranza esterna, per alloggiare parzialmente, e con possibilità di movimento, l’elemento di attuazione 10f del rubinetto 10.
Nella forma di attuazione illustrata la parete di fondo 40a e la parete periferica 40b avente l’interruzione 40e definiscono tra loro, all’interno del contenitore 40, la suddetta porzione cava 42a, avente profilo esterno almeno in parte cilindrico. Come si vede in figura 8, inoltre, una parte della parete di fondo 40a definisce la suddetta rientranza esterna 42b, tra l’apertura 42 ed una rispettiva parete 40b, particolarmente quella provvista dell’interruzione 40e.
Sempre con riferimento all’esempio di attuazione illustrato, e come visibile in figura 9, dalla porzione cava 42 si eleva almeno un’ulteriore porzione cilindrica 42c, anch’essa delimitante parte del passaggio 42.
Il dispositivo 20, particolarmente il suo involucro 21, include poi mezzi di supporto per il visualizzatore D. In una forma di attuazione preferita, tali mezzi di supporto appartengono alla struttura fissa del dispositivo 20. Nel caso esemplificato, i mezzi di supporto sono associati all’involucro 21, tali mezzi di supporto potendo essere integrati o fissati o saldati ad almeno parte dell’involucro 21. Più in particolare, e come si nota particolarmente in figura 9, dalla parete di fondo del contenitore 40 – e segnatamente dalla porzione cilindrica 42c – si eleva almeno una parte laterale montante 43, avente all’estremità superiore una parete di supporto e/o fissaggio 44 per il visualizzatore, sostanzialmente a sbalzo. Nell’esempio illustrato, la parte montante 43 ha profilo in sezione generalmente curvo, in accordo al passaggio 24, ed anche la parete 44 ha profilo periferico generalmente rotondo.
Come risulterà maggiormente chiaro in seguito, il contenitore 40 ed il coperchio 41 dell’involucro 21 realizzano prevalentemente una prima parte della struttura stazionaria del dispositivo, che alloggia almeno parte della disposizione circuitale 25 ed à ̈ destinata all’installazione all’interno della carcassa 2, 3 dell’apparecchio 1. Le pareti 43 e 44 realizzano invece una seconda parte della struttura stazionaria, che sporge dalla suddetta prima parte di struttura e che à ̈ configurata per supportare i mezzi di visualizzazione D in posizione fissa, o non angolarmente girevole, e dove, nella condizione installata del dispositivo 20, tale seconda parte di struttura sporge all’esterno della carcassa 2, 3 dell’apparecchio 1. Tale seconda parte della struttura stazionaria à ̈ preferibilmente configurata per consentire un più agevole montaggio e/o posizionamento dei mezzi di visualizzazione D, in particolare rispetto al rubinetto e/o all’apparecchio 1.
Facendo anche riferimento alle figure 10 e 11, la disposizione circuitale 25 include di preferenza un supporto di circuito o PCB (Printed Circuit Board), indicato con 25a, che à ̈ almeno parzialmente alloggiato nell’involucro 21 e sul quale sono montati componenti elettrici e/o elettronici, collegati a piste di materiale elettricamente conduttivo, non rappresentate, definite sul supporto 25a. Nelle figure sono mostrati solo i componenti utili alla comprensione dell’invenzione, potendo tuttavia essere presenti altri componenti elettronici, quali dei componenti attivi o passivi o dei circuiti a microcontrollore o memorie.
In una forma di attuazione il supporto 25 ha un rispettivo passaggio 25b che circonda almeno in parte il passaggio 42 dell’involucro 21. Nell’esempio di attuazione, il passaggio del supporto 25a à ̈ in forma di un’apertura o fenditura 25b avente profilo almeno in parte simile o congruente a quello dell’apertura 42 della parete di fondo 40a del contenitore 40 e/o della relativa porzione cava 42a, 42c, ed il supporto 25a à ̈ montato in posizione generalmente prossima alla parete di fondo 40a. Nell’esempio, la fenditura 25b si estende fino ad un bordo del supporto 25a ed ha almeno una relativa porzione ad arco di circonferenza. In altre forme di attuazione, il passaggio del supporto di circuito 25a può essere circolare, quale un foro, ad esempio se la porzione 42a, 42c à ̈ generalmente cilindrica o assente.
La realizzazione specifica del circuito di controllo previsto sul supporto 25a può comprendere - in termini generali - i componenti descritti in WO 2010/134040, per adempiere le funzionalità descritte in tale documento e/o altre specifiche funzioni previste secondo la presente invenzione. Un esempio di circuito verrà comunque in seguito descritto con riferimento alla figura 23. Per quanto qui di specifico interesse, in una forma di attuazione, una porzione di estremità o sporgente 25c del supporto 25a realizza un connettore elettrico maschio, i cui terminali sono realizzati da piste elettriche, particolarmente di tipo “edge connector†o “card edge†che, nella condizione assemblata del dispositivo 20, risulta in corrispondenza dell’appendice 40d del contenitore 40, previsto per l’accoppiamento con il connettore elettrico esterno 26.
In una forma di attuazione non illustrata, la disposizione circuitale 25 include mezzi emettitori di luce, che possono comprendere uno o più emettitori, ad esempio di tipo LED. Di preferenza, tali mezzi emettitori sono montati su di una faccia del supporto 25a - qui definita faccia superiore - in prossimità del passaggio dell’involucro 21. Gli emettitori citati possono essere disposti ad intervalli attorno alla fenditura 25b. Atteso che, nell’esempio, la fenditura 25b si estende sino ad un bordo del supporto 25a, gli emettitori 43 sono disposti secondo il profilo della parte ad arco della fenditura stessa, preferibilmente ad intervalli sostanzialmente regolari. In una tale attuazione, la ghiera 22 del dispositivo 20 può essere formata con materiale trasparente o traslucido, o comunque atto a trasmettere all’esterno dell’involucro 40 la luce generata dai suddetti LED, ad esempio a fini di segnalazione visiva per un utilizzatore.
La disposizione circuitale 25 comprende mezzi di rilevazione o sensori, per rilevare la posizione angolare della ghiera 22 e fornire di conseguenza un segnale rappresentativo di un intervallo di tempo di alimentazione del bruciatore controllato dal rubinetto 10. Nell’esempio, tali mezzi sensori includono un componente stazionario, montato di preferenza sulla sua faccia superiore del supporto di circuito 25a. In una forma di attuazione, i mezzi sensori sono di tipo resistivo, quale un potenziometro rotativo o un trimmer, azionato da una relativa parte che à ̈ suscettibile di essere posta in rotazione a seguito di una rotazione della ghiera, come sarà descritto in seguito.
In una forma di attuazione il segnale di attivazione della funzione di temporizzazione del dispositivo 20 à ̈ fornito alla disposizione circuitale 25 da un elemento di comando. Di preferenza, questo elemento di comando comprende un mezzo interruttore, quale un interruttore a pulsante, preferibilmente di bassa potenza, ad esempio per tensioni comprese tra 1 V e 24 V, che à ̈ commutabile a seguito dello spostamento assiale dell’asta 11 del rubinetto, ad esempio l’interruttore indicato con 45 nelle figure 8-11. Vantaggiosamente, se il circuito del dispositivo 20 à ̈ predisposto anche per il collegamento ad un sistema accenditore dei bruciatori dell’apparecchio 1, il segnale generato mediante la commutazione dell’elemento di comando può essere impiegato anche per comandare il sistema accenditore. Nell’esempio raffigurato nelle figure 8-11, l’elemento di comando rappresentato dall’interruttore a pulsante 45 à ̈ previsto sulla faccia superiore del supporto 25a. L’interruttore 45 può essere a doppio contatto, ad esempio per i casi in cui il dispositivo 20 adempia funzionalità di temporizzazione e funzionalità di comando di un sistema accenditore, e si vogliamo mantenere distinti un segnale di comando per il sistema accenditore ed un segnale di comando per la funzione di temporizzatore.
L’elemento di rinvio indicato con 27 à ̈ configurato per trasmettere un movimento assiale dell’asta di comando 11 del rubinetto 10 all’interruttore 45, ed à ̈ a tale scopo montato mobile sull’involucro 21, particolarmente in modo scorrevole. Almeno una parte dell’elemento di rinvio 27 à ̈ rivolta all’esterno dell’involucro 21, onde poter interagire o accoppiarsi con l’elemento di attuazione 10f del rubinetto 10. In forme di attuazione non raffigurate à ̈ anche possibile prevedere un elemento di rinvio configurato per l’accoppiamento diretto all’asta 11.
Nella forma di attuazione esemplificata, l’elemento 27 ha una parte di base 27a ed una parte montante 27b, quest’ultima essendo sagomata per impegnarsi scorrevolmente in verticale nell’interruzione 40e (figura 9) e nella fessura 40f (figura 8). Di fatto, l’elemento 27 viene accoppiato al contenitore 40 di modo che la sua parte di base 27a sovrasti il pulsante dell’interruttore 45, per poterne causare la commutazione, in particolare tramite ulteriori mezzi elastici interposti. La parte montante 27b dell’elemento 27 affacciata all’esterno dell’involucro 21 presenta una sede di impegno per l’elemento 10f del rubinetto, tale sede essendo qui definita da due sporgenze 27c (figure 8 e 10) tra le quali à ̈ ricevuta una parte dell’elemento 10f: in tal modo, il movimento assiale dell’asta del rubinetto, dovuto alla pressione della manopola 12, determina un corrispondente movimento verticale dell’elemento 27 (verso il basso, con riferimento alla figura 7).
In una forma di attuazione preferita, tra l’elemento di comando rappresentato dall’interruttore 45 ed il relativo elemento di attuazione 27 sono previsti i suddetti mezzi elastici, o smorzatori, particolarmente aventi la funzione di attuare il pulsante dell’interruttore 45 e compensare eventuali tolleranze di produzione e montaggio e/o prevenire rischi di eccessive sollecitazioni da parte dell’elemento 27 sull’interruttore 45. Nella forma di attuazione esemplificata, e come apprezzabile ad esempio in figura 11, tali mezzi comprendono un elemento elastico 46, particolarmente una molla a elica, operativamente interposta tra l’elemento 27 ed il pulsante dell’interruttore 45. Nell’esempio, un’estremità della molla 46 à ̈ calzata su di un piolo 27d (figura 8) sporgente dalla faccia inferiore della parte di testa 27a dell’elemento 27 e l’estremità opposta à ̈ impegnata sul pulsante dell’interruttore 45. La molla 46 à ̈ calibrata di modo che, oltre un suo certo grado di compressione, essa trasferisca al pulsante dell’interruttore 45 la forza necessaria alla commutazione, tale molla 46 potendo anche assorbire o compensare eventuali sollecitazioni eccessive.
In forme di attuazione non rappresentate, la funzione di smorzatura può essere integrata direttamente nell’elemento di rinvio, ad esempio prevedendo nel suo corpo una parte elasticamente deformabile, avente funzioni di molla.
La disposizione circuitale 25 del dispositivo include primi mezzi di collegamento, per il collegamento elettrico all’elettromagnete della valvola di sicurezza del rubinetto 10. Ancora con riferimento all’esempio delle figure 8-11, al supporto 25a sono collegati conduttori o fili elettrici 47, rappresentati schematicamente, per il collegamento del circuito del dispositivo 20 all’attacco o connettore elettrico 10e del rubinetto 10, ossia l’attacco dove à ̈ tradizionalmente collegata la termocoppia. Ai conduttori o fili 47 della disposizione 25 à ̈ collegato un relativo connettore 47a, di tipo complementare con l’attacco 10e del rubinetto 10 e/o con il connettore elettrico dell’elettromagnete della valvola di sicurezza; preferibilmente, il connettore 47a à ̈ di tipo atto a svolgere le funzioni di collegamento proprie dei tradizionali connettori per termocoppie impiegati su rubinetti del tipo qui considerato, in particolare un connettore 47a di tipo assiale, o di tipo radiale o di tipo faston.
Nell’esempio raffigurato il connettore 47a include due contatti elettrici o parti generalmente coassiali, non indicate, e particolarmente una parte centrale ed una parte periferica. La parte centrale, almeno parzialmente cilindrica, à ̈ di materiale elettricamente isolante e definisce centralmente una sede assiale (figura 13) in cui à ̈ alloggiato un relativo contatto, quale un contatto elettrico di tipo femmina, collegato ad uno dei conduttori 47. La parte periferica, collegata all’altro conduttore 47, à ̈ in forma di lamina metallica sagomata, calzata sulla parte centrale e con una relativa porzione di contatto generalmente arcuata che circonda almeno parzialmente la parte centrale isolante, a distanza da essa. La parte centrale del connettore 47a à ̈ inseribile nell’attacco o connettore 10e per la termocoppia (vedere figura 7), di modo che nella relativa sede assiale o contatto femmina si innesti un terminale maschio, quale un terminale a piolo centrale, dell’attacco 10e (vedere ad esempio figura 5), che così si accoppia elettricamente al contatto interno alla sede stessa; la porzione arcuata della parte periferica del connettore 47a, invece, sfruttando una sua certa elasticità, si addossa e contatta una parte cilindrica esterna dell’attacco 10e.
In varianti non raffigurate, i conduttori 47 possono essere assenti, con il connettore 47a collegato o associato direttamente al supporto della disposizione circuitale 25, con tale connettore, supporto ed involucro del dispositivo 20 opportunamente conformati per consentire una connessione al connettore 10e del rubinetto 10.
Più in generale, i connettori elettrici, quale un primo connettore verso l’elettromagnete della valvola di sicurezza del rubinetto ed un secondo connettore verso la termocoppia, possono essere di tipo uguale oppure di tipo diverso tra loro: nel secondo caso, il dispositivo temporizzatore può fungere anche da “adattatore†tra diversi connettori, ovvero tra una termocoppia avente un primo tipo di connettore ed un elettromagnete o valvola di sicurezza di un rubinetto gas avente un secondo tipo di connettore elettrico, ovvero un temporizzatore 20 avente un primo connettore 25d differente da un secondo tipo di connettore 47a.
La disposizione 25 include altresì secondi mezzi di collegamento per il collegamento elettrico al generatore termoelettrico del rubinetto 10, ovverosia la relativa termocoppia. Nel dispositivo 20 raffigurato i conduttori della termocoppia - non rappresentata - che equipaggia il rubinetto 10 sono collegati alla disposizione circuitale 25a tramite connettori ad innesto rapido, preferibilmente connettori a lama, quali dei connettori Faston. Nell’esempio raffigurato, dalla faccia inferiore del supporto 25a sporgono due contatti a lama 25d+ e 25d- (in seguito, ove non strettamente necessario, indicati semplicemente con 25d), particolarmente di tipo Faston maschio, i quali hanno sagoma generalmente ad L e sono paralleli tra loro. I contatti 25d sono passanti attraverso le feritoie 40h del fondo 40a del contenitore 40, in modo che la loro parte di contatto sporga all’esterno, realizzando un connettore elettrico del dispositivo 20 per la termocoppia. Sulla suddetta parte sporgente dei contatti 25d possono essere innestati i connettori della termocoppia, che in questo caso saranno di tipo Faston femmina.
Si apprezzerà che, nell’esempio raffigurato, i mezzi di connessione propri della termocoppia (qui Faston femmina) sono di tipo differente dai mezzi di connessione della termocoppia previsti dal rubinetto (qui l’attacco 10e di tipo coassiale): il dispositivo 20 funge pertanto da “adattatore†, come sopra spiegato.
Si noti che i contatti 25d potrebbero essere sostituiti da un cavo a due conduttori provvisto di un connettore per termocoppia.
Il supporto 25a ha di preferenza fori passanti di posizionamento e fissaggio 25e, destinati ad accoppiarsi con rilievi - non visibili - 40l della parete di fondo 40a del contenitore 40, tali rilievi essendo assialmente cavi per ricevere le viti passanti anche nei fori 40g del fondo 40a (figura 8). In corrispondenza dei fori 25e sono di preferenza montate boccole 25f, sulla faccia superiore del supporto 25a, aventi essenzialmente funzione di distanziali e/o elementi di posizionamento rispetto ad una parte di involucro indicata con 41, in seguito definita “coperchio†. Le boccole 25f possono eventualmente essere parte del coperchio 41.
Il coperchio 41 dell’involucro, formato in materiale plastico, presenta una rispettiva parete di fondo 41a, in cui à ̈ definita un’apertura passante 41b, qui circolare, che fa parte del suddetto passaggio dell’involucro 21 ed in cui à ̈ inserita parte del rubinetto 10. Nell’esempio, l’apertura passante 41b ha diametro sostanzialmente corrispondente a quello dell’apertura 42 del contenitore 40 e/o sostanzialmente corrispondente al diametro della porzione di rubinetto 10 su cui viene montato. La parete di fondo 41a del coperchio 41 presenta anche fori 41c per il passaggio delle viti impiegate per fissare tra loro il coperchio e il contenitore e/o rispetto alla staffa 23, le quali viti sono anche passanti tra le boccole distanziali 25f precedentemente menzionate. In forme di attuazione non rappresentate il coperchio 41 ed il contenitore 40 sono tra loro associati e/o fissati tramite mezzi differenti da quelli illustrati, quali reciproci agganci del coperchio e/o del contenitore, preferibilmente di tipo rapido o “snap-in†, oppure fissati tramite incollaggio o saldatura, in particolare una saldatura di tipo laser o a vibrazione o per rifusione a caldo di un materiale plastico di almeno uno tra coperchio e contenitore. L’accoppiamento o fissaggio tra il coperchio 41 ed il contenitore 40 à ̈ preferibilmente del tipo a tenuta, eventualmente con l’ausilio di elementi di tenuta interposti.
Dalla medesima faccia del coperchio 41, preferibilmente lungo il relativo perimetro, sporgono rilievi 41e, per il centraggio del coperchio stesso sul contenitore 40, nonché una parete laterale 41f, destinata a chiudere l’apertura 40c del contenitore 40 (figura 9). Da tale parete 41f sporge verso l’esterno un’appendice 41g, in posizione corrispondente a quella dell’appendice 40d del contenitore 40. Nella condizione assemblata del dispositivo 20, le appendici 40d e 41g definiscono almeno parte di un corpo di connettore elettrico, che alloggia la porzione 25c della disposizione circuitale 25 sulla quale viene accoppiato il connettore 26. La porzione 25c e/o con il relativo corpo di connettore 40d, 41g, da un lato, ed il connettore 26, dall’altro lato, possono essere vantaggiosamente provvisti di mezzi di aggancio e/o di mezzi di polarizzazione o codifica, al fine di consentire l’accoppiamento elettrico unicamente con un connettore 26 predefinito e/o in un verso univoco. I mezzi di polarizzazione o codifica possono ad esempio comprendere sedi e/o cavità e/o fori ricavati nel supporto 25a e/o nel connettore 25c e/o nel corpo connettore 40d, 41g, atti ad accoppiarsi con rispettivi mezzi di polarizzazione o codifica del connettore 26, quali ad esempio dei rilievi. Parimenti, i mezzi di aggancio possono ad esempio comprendere almeno un dente di aggancio sul connettore 26 ed una relativa sede di aggancio sul supporto 25a e/o il connettore 25c e/o il relativo corpo connettore, o viceversa.
Nella forma di attuazione illustrata le appendici o porzioni di connettore 40d e 41g definiscono almeno uno tra mezzi di aggancio e mezzi di polarizzazione, per l’accoppiamento univoco con il connettore 26 predefinito. Più in particolare, l’appendice 41g include un dentino (vedere ad esempio figura 8) atto ad accoppiarsi in una relativa sede del corpo del connettore 26, mentre l’appendice 40d ha una “chiave†di inserimento comprendente rilievi e cavità (visibili parzialmente in figura 9), per l’accoppiamento con una rispettiva parte sostanzialmente complementare del connettore 26.
Il connettore 26 à ̈ preferibilmente provvisto di terminali o connessioni elettriche elastiche, atte a contattare i rispettivi terminali elettrici del connettore 25c, che sono preferibilmente in forma di piste elettriche sul supporto 25a, ma che potrebbero anche essere costituiti da terminali metallici rigidi. La connessione del connettore 26 al relativo cablaggio può ad esempio avvenire mediante connessioni a perforazione di isolante.
Nelle figure 12 e 13 sono visibile la ghiera 22, con i relativi mezzi sensori di posizione, indicati complessivamente con 50, qui rappresentati isolatamente dal supporto di circuito 25a per esigenze di maggior chiarezza dei disegni: nella realtà, tuttavia, i mezzi 50 sono montati sul suddetto supporto 25a ed appartenenti alla disposizione circuitale 25.
Nell’esempio di attuazione fornito la ghiera 22 ha una cavità assiale, nella quale à ̈ ricevibile una relativa parte del rubinetto di gas, comprendente di preferenza almeno parte dell’asta 11. La ghiera 22 ha una porzione 22a di presa, preferibilmente provvista superficialmente di zigrinature o simili. Il profilo esterno della porzione di presa 22a à ̈ preferibilmente sostanzialmente troncoconico, con diametro maggiore in corrispondenza della sua faccia opposta alla parete 3a dell’apparecchio. Dalla faccia inferiore della porzione di presa 22a si diparte una porzione cilindrica cava 22b. In prossimità della sua estremità distale, la porzione cilindrica ha un gradino interno 22c che definisce una superficie di battuta per la ghiera, particolarmente per l’appoggio sull’estremità della porzione cilindrica 42c del contenitore 40 (vedere ad esempio figura 9). In pratica, quindi, nella condizione assemblata, la ghiera viene calzata sulla porzione cilindrica 42c attraverso l’apertura 41b del coperchio, come risulterà in seguito.
I mezzi sensori 50 possono essere ad esempio costituiti da un potenziometro resistivo o da un encoder e, in termini generali, da qualsiasi sensore atto a rilevare una rotazione e/o posizione angolare della ghiera 22. Nell’esempio raffigurato, à ̈ previsto allo scopo un potenziometro resistivo, di concezione di per sé nota, la cui parte mobile à ̈ girevole attorno ad un asse che à ̈ diverso dall’asse A attorno al quale ruota la ghiera 22, particolarmente sostanzialmente parallelo ad esso. Alla parte mobile o rotante del potenziometro o trimmer, interna al componente stazionario indicato con 50a, à ̈ associato, preferibilmente innestato, un elemento mobile angolarmente o rotella indicata con 50b, atta a cooperare con la ghiera 22 per trasmettere un movimento. Nella condizione assemblata, la parte stazionaria 50a del potenziometro à ̈ fissata al supporto di circuito 25a e collegata elettricamente a sue piste conduttive.
Nella condizione assemblata, il bordo periferico della rotella 50b à ̈ appoggiato con leggera pressione sulla superficie esterna della porzione cilindrica 22b della ghiera 22, come esemplificato in figura 13, di modo che una rotazione della ghiera induca la rotazione della rotella 50b. A tale scopo, preferibilmente, la rotellina 50b à ̈ almeno in parte formata o rivestita con un materiale elastico, ad esempio un materiale elastomero, atto a garantire un coefficiente d’attrito sufficiente a far si che la rotazione della ghiera 22 causi un corrispondente movimento angolare della rotella 50b. Naturalmente sono possibili anche altre modalità di accoppiamento in rotazione tra ghiera e potenziometro, ad esempio tramite accoppiamento ad ingranaggi o prevedendo un idoneo sistema di trasmissione tra la ghiera e la parte mobile dei mezzi sensori.
Tra la manopola 12 à ̈ l’asta 11 del rubinetto sono di preferenza provvisti mezzi di rinvio meccanico. In una forma di attuazione, come illustrata nelle figure 14 e 15, à ̈ previsto un organo di rinvio, indicato complessivamente con 51, destinato all’accoppiamento con l’asta 11 del rubinetto 10. L’organo di rinvio 51 ha un corpo 52 di forma generalmente cilindrica, con una sede assiale 52a di ricezione ed impegno dell’asta 11 del rubinetto 10, con un accoppiamento complementare o comunque tale per cui una rotazione impartita all’organo 51 causi una rotazione dell’asta 11 (ad esempio, l’asta 11 e la sede 52a possono avere forma almeno in parte semicilindrica). Sulla superficie periferica del corpo 52 à ̈ definita almeno un’appendice di accoppiamento 52b a profilo curvo, definente almeno una sede di impegno 52c, nella quale à ̈ inseribile, preferibilmente con movimento assiale, una corrispondente parte della manopola 12, quale una parte avente forma complementare a detta almeno un’appendice e/o sede.
Nell’esempio raffigurato alle figure 16 e 17, il corpo della manopola 12 à ̈ generalmente cilindrico e cavo, avente una cavità assiale 12a di dimensioni atte a ricevere l’organo di rinvio 51 con la relativa appendice periferica 52b, nonché la parte montante 43 e la parete di supporto 44 del contenitore 40. La manopola 12 ha una parete superiore 12b, provvista di un’apertura centrale passante, in cui à ̈ montato un coperchio di protezione 12c, sostanzialmente anulare ed avente di preferenza una finestra trasparente, evidenziata solo in figura 7. La manopola 12 ha, particolarmente In corrispondenza della superficie interna della parete definente la cavità 12a, una sporgenza di impegno 12d, atta all’accoppiamento con la suddetta sede 52c definita dall’appendice dell’organo 51, sostanzialmente con un accoppiamento di forma o complementare. Sede 52c e sporgenza 12d sono conformate in modo tale per cui una rotazione ed una spinta assiale impartita alla manopola 12 causino una corrispondente rotazione ed un corrispondente spostamento assiale, rispettivamente, dell’organo 50, e quindi dell’asta 11 del rubinetto 10, in particolare senza interferire con la parte montante 43 e la parete di supporto 44 del contenitore 40. Sede 52c e sporgenza 12d sono inoltre conformate per consentire all’occorrenza la separazione della manopola 12 dall’organo 12, esercitando una trazione sulla manopola.
La figura 18 rappresenta una condizione di parziale assemblaggio del dispositivo temporizzatore, in cui à ̈ visibile il contenitore 40 entro il quale à ̈ già posizionata la disposizione circuitale 25, recante i mezzi sensori rappresentati dal potenziometro 50. In tale figura, nell’apertura 42 del contenitore 40 (figure 8 e 9) à ̈ già innestata la porzione di testa 10a del rubinetto 10, come visibile a solo scopo illustrativo in figura 19. Sulla parete di supporto 44 che si trova all’estremità della parte montante 43 à ̈ inoltre già montato il visualizzatore D, ad esempio innestato o incollato su di esso. Nell’esempio, il visualizzatore ha una struttura di supporto generalmente a disco, di dimensioni non superiori a quelle della parete 44. Il collegamento elettrico tra il visualizzatore D e la disposizione circuitale può avvenire con qualsiasi modalità nota, ad esempio tramite conduttori elettrici (in tal caso, nelle parti 43-44 possono anche essere definiti passaggi e/o scanalature per tali conduttori) e/o ricavando piste elettricamente conduttive direttamente sulle parti plastiche 43-44, collegate a relative piste del supporto di circuito 25a, oppure stampando terminali elettrici metallici (quali profili tranciati da una bandella metallica) con il corpo plastico del contenitore 40. E’ anche possibile una connessione senza fili (wireless) del visualizzatore D alla disposizione 25, ad esempio con un idoneo accoppiamento di tipo induttivo, quale una disposizione circuitale con un’induttanza o un’antenna ricevente associata al visualizzatore D ed un’induttanza o un’antenna trasmittente associata al circuito 25.
Nel corso dell’inserimento della porzione 10a del rubinetto 10 nell’apertura 42 viene altresì realizzato l’accoppiamento tra l’organo di rinvio 51 e l’asta 11. L’accoppiamento tra l’organo 51 e l’asta à ̈ univoco, ovvero avviene in una posizione angolare predeterminata, stante le conformazioni della sede 52a dell’organo stesso e dell’asta 11. Al contenitore 40 viene applicato il coperchio 41, come visibile in figura 20, nella cui apertura 41b à ̈ innestata la parte cilindrica 22b (figura 13) della ghiera 22, come visibile in figura 21. L’estremità distale della porzione 2b della ghiera si attesta – grazie al gradino 22c (vedere ancora figura 13) sull’estremità superiore della porzione cilindrica. 42c. Tale fase viene effettuato avendo cura che il bordo periferico della rotella 50b del potenziometro si impegni con la superficie esterna della porzione cilindrica 22b della ghiera 22.
In seguito, sul gruppo comprensivo del visualizzatore D, con le relative pareti di supporto 43-44, e dell’organo di rinvio 51 viene innestata assialmente la manopola 12, avendo cura che il suo rilievo 12d si innesti nella relativa sede 52c definita dall’appendice 52b dell’organo 51. Come già accennato, rilievo 12d e sede 52c, sono conformate per vincolare la manopola 12 all’organo 51 in modo da consentire che una rotazione ed una pressione della manopola vengano trasmesse all’asta 11 del rubinetto. A seguito dell’accoppiamento, quando il rilievo 12d si attesta sul fondo della sede 52c, l’apertura passante 12a della parete frontale della manopola 12 si trova a poca distanza dal visualizzatore D, che risulta quindi direttamente visibile dall’esterno, come si evince ad esempio in figura 22. Di preferenza, la manopola 12 à ̈ dotata, in corrispondenza della sua apertura passante 12a, di un elemento di protezione, quale un tappo o coperchio trasparente. Durante le operazioni di pressione e movimentazione assiale della manopola, il visualizzatore D rimane comunque entro l’ingombro della manopola 12, ovvero in una condizione protetta.
Si noti che le figure 21 e 22 hanno carattere meramente esemplificativo atteso che, nella realtà, nel corso del montaggio, il coperchio 41 dell’involucro del dispositivo à ̈ affacciato alla parete 3a dell’apparecchio di cottura, con tale parete - provvista di relativa apertura passante - che à ̈ interposta tra il gruppo manopola 12-ghiera 22 ed il coperchio 41, similmente a quanto visibile in figura 6.
Si apprezzerà che, con la disposizione descritta, il visualizzatore D rimane sempre in posizione fissa, indipendentemente dalla rotazione impartita alla manopola 12 e/o alla ghiera 22 da un utilizzatore, a tutto vantaggio dell’intelligibilità delle informazioni rappresentate dal visualizzatore stesso. Si apprezzerà altresì che, nella condizione assemblata del dispositivo, la parte montante 43 e l’appendice 52b dell’organo di rinvio 51 realizzano tra loro dei mezzi di fine corsa al movimento angolare ammessa nei due versi alla manopola 12. Ovviamente, mezzi di fine corsa meccanici possono essere anche previsti per la ghiera 22, particolarmente al fine di definire una posizione di zero per la ghiera stessa.
Come detto, il coperchio 12c della manopola 12 à ̈ generalmente anulare, ovvero definisce un rispettivo passaggio assiale che à ̈ chiuso superiormente dalla finestra trasparente rappresentata solo in figura 7. Tale passaggio ha dimensioni – particolarmente in termini di diametro e di altezza in direzione assiale sotto la finestra trasparente – tali da consentirne uno scorrimento relativamente al visualizzatore D stazionario, quando la manopola 12 viene premuta, così fungendo anche da guida. Il visualizzatore D à ̈ quindi comunque in posizione protetta; in una forma di attuazione la struttura del visualizzatore D include un proprio involucro di protezione, trasparente almeno nella sua parte superiore, per proteggere i relativi componenti di visualizzazione quando la manopola 12 à ̈ occasionalmente rimossa dal rubinetto, ad esempio per ragioni di pulizia. Naturalmente le funzioni del coperchio 12c possono essere integrate direttamente nel corpo della manopola 12, che avrà in tal caso applicata la sola finestra trasparente o che eventualmente integrerà direttamente tale finestra (il corpo della manopola 12 può essere stampato con materiali differenti, dei quali uno trasparente per ottenere la suddetta finestra).
Come già chiarito, il dispositivo 20 à ̈ predisposto per adempiere almeno ad una funzione di temporizzazione dell’alimentazione di gas al bruciatore controllato dal rubinetto 10, ed include a tale scopo almeno un circuito temporizzatore ed un mezzo per l’impostazione manuale dell’intervallo di alimentazione, qui rappresentato dalla ghiera 22, operabile dall’esterno della struttura dell’apparecchio e sostanzialmente coassiale alla manopola 12 del rubinetto 10. In una forma di attuazione, quale quella precedentemente descritta, la manopola 12 e la ghiera 22 sono ruotabili da un utilizzatore, preferibilmente l’una indipendentemente dall’altra, attorno all’asse indicato con A, per consentire - da un lato - la regolazione della portata di gas ammessa al bruciatore e - dall’altro lato -l’impostazione del tempo di alimentazione del bruciatore; la manopola 12 à ̈ anche mobile assialmente, a differenza della ghiera 22 (peraltro, come accennato, in possibili varianti di attuazione anche la ghiera 22 potrebbe traslare assialmente).
Come schematizzato in figura 23, il circuito temporizzatore MC à ̈ implementato nella disposizione circuitale 25, la quale include altresì primi mezzi interruttori Q1, controllabili per causare l’interruzione di alimentazione elettrica all’elettromagnete EM della valvola di sicurezza del rubinetto 10, allo scadere dell’intervallo di tempo impostato tramite la ghiera 22, e così causare il passaggio della suddetta valvola nella rispettiva condizione chiusa. A tale scopo, i primi mezzi interruttori Q1 sono di preferenza collegati in serie tra la termocoppia TC prevista per il rubinetto 10 e l’elettromagnete EM della relativa valvola di sicurezza.
Il circuito temporizzatore MC à ̈ ottenibile con qualsiasi modalità nota, ad esempio includendo nella disposizione circuitale 25 un microcontrollore commerciale dotato di funzione orologio o temporizzatore, alimentabile di preferenza a bassa tensione continua (ad esempio (3 – 12Vcc) tramite uno stadio di alimentazione o alimentatore stabilizzato. Il suddetto microcontrollore MC, nel quale può essere implementato il programma o software di controllo del dispositivo, à ̈ collegato in comunicazione di segnale con i mezzi sensori di posizione, qui rappresentati dal potenziometro 50, dal quale à ̈ ottenuta l’informazione relativa all’intervallo di tempo impostato.
I primi mezzi interruttori Q1 includono di preferenza almeno un interruttore suscettibile di essere controllato per aprire o variare il circuito elettrico della termocoppia TC, quando l’intervallo di tempo di accensione del bruciatore 5a impostato tramite la ghiera 22 à ̈ trascorso. L’interruttore controllabile può essere di tipo elettromeccanico, ad esempio un relà ̈, oppure di tipo elettronico, ad esempio un mosfet, ed à ̈ preferibilmente ma non necessariamente di tipo normalmente aperto, commutabile tramite impulso o segnale comandato dal circuito temporizzatore MC. In una forma di attuazione preferita, l’interruttore Q1 à ̈ un interruttore elettronico, particolarmente un mosfet a resistenza di canale molto bassa, in serie al circuito termocoppia TC -elettromagnete EM. Un tale tipo di interruttore garantisce, in caso di conduzione, una bassissima resistenza del circuito e consente di soddisfare esigenze di miniaturizzazione.
In accordo a possibili varianti, i mezzi interruttori possono includere un dispositivo o circuito configurato per variare il circuito elettrico della termocoppia, ad esempio un carico (quale una resistenza) che, quando reso attivo, riduce la corrente all’elettromagnete EM.
Come detto, in un’attuazione preferita seppur non esclusiva dell’invenzione, il dispositivo 20 à ̈ anche predisposto ai fini del controllo di un sistema accenditore. La parte circuitale relativa al sistema accenditore può essere realizzata in qualsiasi modo e non à ̈ necessariamente implementata nella disposizione circuitale 25.
Il potenziometro 50, o altro componente che lo sostituisce, ha essenzialmente la funzione di rilevare la posizione, tra una pluralità di possibili posizioni, assunta dal mezzo di comando manuale rappresentato dalla ghiera 22, tale posizione essendo rappresentativa della durata dell’intervallo di tempo impostato. Come detto, in una realizzazione preferita, il componente stazionario 51a à ̈ costituito un potenziometro rotativo, particolarmente di tipo resistivo, preferibilmente del tipo atto ad essere montato e/o saldato direttamente su di un supporto di circuito 25a, quale un trimmer, ma le sue funzioni possono essere evidentemente ottenute tramite altri componenti elettrici e/o elettronici, quali ad esempio encoder e sensori ottici o magnetici: il tecnico del ramo apprezzerà quindi che la parte mobile dei mezzi sensori non deve essere necessariamente rappresentata da una rotella con albero rotante, quale la rotella 51b, potendo essere realizzata da altro tipo di elemento mobile.
L’elemento di comando, qui rappresentato dal’interruttore 45, della disposizione circuitale 25 ha essenzialmente la funzione di generare il segnale di comando che il circuito a microcontrollore MC gestisce per determinare o controllare la chiusura iniziale dell’interruttore Q1 e l’avvio o meno di un conteggio del tempo. Il segnale generato dall’interruttore 45 può anche essere utilizzato dalla disposizione 25, ed in particolare dal suo microcontrollore MC, per generare l’impulso di commutazione dei mezzi di controllo associati al circuito del sistema accenditore; l’interruttore 45 ed i suddetti mezzi di controllo del sistema accenditore possono essere tra loro elettricamente separati o isolati.
Nella forma di attuazione illustrata il visualizzatore D à ̈ utilizzato almeno per evidenziare visivamente, ad un utilizzatore del dispositivo, il tempo - ad esempio in minuti e/o minuti e secondi - che à ̈ impostabile tramite la ghiera 22. In altri termini, la logica di controllo del microcontrollore MC à ̈ tale per cui, seguito dell’attivazione in programmazione del dispositivo 20, alla rotazione della ghiera 22 corrisponde l’indicazione sul visualizzatore D di un tempo corrispondente all’entità del movimento angolare impartito alla ghiera stessa. In tal modo l’utilizzatore viene informato in modo chiaro e preciso. In una forma di attuazione preferita, inoltre, la logica di controllo à ̈ predisposta in modo tale per cui, quando la funzione di temporizzazione à ̈ stata attivata da un utilizzatore, sul visualizzatore D possa essere visualizzato il tempo residuo, ovvero il tempo mancante allo scadere del periodo di tempo impostato dall’utilizzatore.
Ad esempio, sul visualizzatore D, il tempo residuo di cottura può essere aggiornato costantemente, in guisa di conto alla rovescia. Anche il tempo progressivo può essere aggiornato costantemente, in guisa di conteggio incrementale.
In un’attuazione preferita, la logica di controllo del dispositivo 20 à ̈ configurata in modo tale per cui la visualizzazione del tempo residuo venga resa attiva dopo l’accensione del bruciatore e la programmazione di un tempo da parte dell’utilizzatore.
In un’attuazione vantaggiosa, la logica di controllo à ̈ configurata per attivare una visualizzazione del tempo progressivo di cottura se l’utilizzatore accende il bruciatore ma non procede alla programmazione del dispositivo 20 che equipaggia il relativo rubinetto (per un tale caso, l’avvio del conteggio incrementale del tempo può partire dal rilevamento della fiamma, ad esempio ottenuto tramite il segnale elettrico generato dalla termocoppia). Vantaggiosamente, la logica di controllo può anche essere configurata al fine di consentire di azzerare la visualizzazione del tempo progressivo, facendo partire un nuovo conteggio progressivo (ad esempio tramite una breve pressione della ghiera manopola 12). In un tale tipo di attuazione, ed indipendentemente dal fatto che il dispositivo 20 sia stato programmato o meno, la condizione attiva dei mezzi di visualizzazione D à ̈ anche rappresentativa della condizione di accensione del bruciatore, talché l’utilizzatore à ̈ informato in modo chiaro in merito all’effettiva presenza della fiamma.
Peraltro, in altre possibili attuazioni, à ̈ possibile, prevedere una visualizzazione “a richiesta†(on-demand) del tempo residuo e/o del tempo progressivo: in un tale caso, ad esempio, dopo l’avvio di una cottura il visualizzatore D viene portato, dopo un tempo predeterminato, in uno stato di quiescenza, ovvero sostanzialmente spento e, a seguito di una breve pressione della manopola 12 (rilevabile tramite l’interruttore 45) viene evidenziato il tempo residuo di accensione della fiamma e/o il tempo trascorso dall’accensione della fiamma (a seconda dei casi). Di preferenza, comunque, à ̈ possibile che la visualizzazione del tempo residuo in modalità “conto alla rovescia†venga resa attiva in modo autonomo dalla logica di controllo, al raggiungimento di un tempo predeterminato “di preavviso†prima della scadenza del tempo di accensione programmato tramite la ghiera (ad esempio, con tre minuti di anticipo rispetto alla scadenza programmata tramite la ghiera, sul visualizzatore D inizia il contro alla rovescia). Il tempo di preavviso può anche essere segnalato con altre modalità, ad esempio tramite un lampeggio di idonea indicazione sul visualizzatore e/o provvedendo mezzi di segnalazione acustica, quale ad esempio un buzzer o simile generatore di tono.
Ovviamente la casistica di informazioni che sono rappresentabili all’utilizzatore per mezzo del visualizzatore D possono essere varie, quali ad esempio una conferma che il dispositivo 20 à ̈ entrato correttamente nella modalità di programmazione e/o una conferma del tempo impostato dall’utilizzatore.
Il montaggio del dispositivo 20 à ̈ molto semplice. Una volta assemblato l’involucro 21 alla staffa 23, quest’ultima viene fissata al corpo del relativo rubinetto 10, eventualmente già montato sulla parte 2 della struttura dell’apparecchio 1. La porzione di testa 10a del rubinetto risulta così inserita dell’apertura passante dell’involucro 21, con l’elemento di attuazione 10f del rubinetto che si trova in corrispondenza della rientranza 42b del contenitore 40 (si vedano a riferimento le figure 7-9), accoppiato all’elemento di rinvio 27 del dispositivo 20.
Il connettore 47a del dispositivo 20 viene collegato al relativo attacco 10e del rubinetto, mentre i conduttori della termocoppia TC vengono collegati ai contatti 25d del dispositivo 20.
Dopo il montaggio della parte 3 della struttura dell’apparecchio 1, l’organo di rinvio 51 e la ghiera 22 vengono innestate in posizione, come in precedenza spiegato.
All’organo 51 viene quindi accoppiata la manopola 12. L’accoppiamento à ̈ configurato per consentire lo smontaggio della manopola 12 e della stessa ghiera 22 da parte dell’utilizzatore, ad esempio per pulizia.
Il funzionamento generale del dispositivo può essere almeno in parte simile a quello descritto in WO 2010/134040, al quale si rimanda.
In una forma di attuazione, ai fini della programmazione di un desiderato intervallo di tempo di accensione del bruciatore, l’utilizzatore effettua una breve pressione della manopola 12. La pressione della manopola 12 causa lo spostamento assiale dell’organo di rinvio 51 e dell’asta 11, e quindi dell’elemento di attuazione 10f e dell’elemento di rinvio 27, con la conseguente commutazione dell’elemento di comando rappresentato dall’interruttore 45: il dispositivo 20 entra in tal modo in fase di programmazione; in una forma di attuazione preferita l’ingresso in modalità programmazione à ̈ segnalato/confermato tramite un lampeggiamento del visualizzatore D, che in questa fase à ̈ già acceso. L’accensione del visualizzatore D può avvenire ad esempio a seguito di una precedente commutazione dell’interruttore 45, determinatasi in occasione dell’accensione del bruciatore. In possibili varianti di attuazione, peraltro, accensione del visualizzatore e programmazione del tempo potrebbero essere effettuate prima dell’accensione del bruciatore, con il successivo conteggio del tempo che viene effettuato a partire dall’accensione della fiamma, rilevata dal dispositivo 20 (ad esempio attraverso il segnale generato dalla termocoppia).
Entro un successivo tempo determinato (ad esempio un minuto) l’utilizzatore deve ruotare la ghiera 22 per impostare il tempo desiderato, ad esempio variabile tra 1 e 120 minuti, che viene evidenziato sul visualizzatore D. La logica di controllo può prevedere che una nuova breve pressione della manopola 12, e la conseguente commutazione dell’interruttore 45, costituisca una conferma del tempo di programmazione desiderato, eventualmente segnalata sul visualizzatore (ad esempio tramite un breve lampeggio).
Nella forma di attuazione preferita la programmazione viene effettuata dopo l’accensione del bruciatore. Per produrre tale accensione, l’utilizzatore deve ruotare la manopola 12 e premerla, per un tempo sufficiente a produrre l’apertura iniziale della valvola di sicurezza e l’attivazione dell’eventuale accenditore di gas, con conseguente commutazione dell’interruttore 45. Il relativo segnale generato dall’interruttore 45 à ̈ impiegato dalla logica di controllo del dispositivo 20 per controllare la chiusura dei mezzi interruttori Q1 previsti sulla disposizione circuitale 25, collegati in serie tra la termocoppia TC e l’elettromagnete EM della valvola di sicurezza, ed eventualmente per avviare il conteggio del tempo e per generare il segnale di comando dell’interruttore associato al sistema accenditore, quando tale funzionalità à ̈ prevista. Una volta che il bruciatore 5a si à ̈ acceso, il calore generato dalla fiamma fa sì che la termocoppia TC generi la corrente necessaria a mantenere aperta la valvola di sicurezza del rubinetto 10. La presenza del segnale dalla termocoppia à ̈ evidentemente indicativa dell’accensione della fiamma.
Come detto, nel corso della cottura, il visualizzatore può essere mantenuto attivo per evidenziare - in guisa di conto alla rovescia - il tempo residuo, in caso di programmazione del dispositivo, mentre in assenza di programmazione, all’accensione del bruciatore, il visualizzatore si attiva ed inizia a mostrare il tempo di cottura a crescere: in altri termini, anche in assenza di una programmazione del dispositivo, il visualizzatore viene impiegato per segnalare il tempo totale trascorso a partire dall’accensione del bruciatore, con possibilità di eventuale azzeramento del conteggio e sua e ripartenza.
Al termine dell’intervallo di tempo impostato tramite la ghiera 22 (previa eventuale segnalazione di preavviso), la logica di controllo genera un nuovo segnale di commutazione dei mezzi interruttori Q1, che in tal modo aprono il circuito dell’elettromagnete EM, con la conseguente chiusura della valvola di sicurezza del rubinetto 1: il bruciatore viene così spento al raggiungimento del tempo prefissato.
In una possibile forma di attuazione, il dispositivo 20 ha una posizione predefinita di non intervento, onde consentire il normale utilizzo del rubinetto 10 e del relativo bruciatore senza attivazione della funzione di temporizzazione, quando non sono previste brevi pressioni della manopola 12 per l’ingresso in fase di programmazione e di conferma di programmazione. Tale posizione può essere convenientemente rappresentata da una posizione angolare di “zero†della ghiera 22. Quando la ghiera 22 à ̈ in tale posizione, rilevata tramite i mezzi sensori 50, le funzionalità del circuito associate al conteggio del tempo non saranno attive. In un’altra forma di attuazione, ad esempio come quella in seguito descritta, non à ̈ prevista una posizione di “zero meccanico†per rendere il dispositivo inattivo: in tal caso, tramite il movimento della ghiera 22 viene modificata l’indicazione di tempo che appare del visualizzatore, con possibilità portarla sino a zero. La pressione della manopola 12 causerà, nei modi già sopra descritti, la generazione del segnale che determina la chiusura dei mezzi interruttori in serie tra la termocoppia e l’elettromagnete, onde garantire la continuità elettrica necessaria all’apertura della valvola di sicurezza, e/o causerà la generazione di un segnale per il controllo del modulo accenditore.
Le figure 24 e 25 esemplificano una variante di attuazione in cui il dispositivo 20 à ̈ equipaggiato di mezzi di segnalazione visiva diversi da un visualizzatore di caratteri (alfabetici e/o numerici e/o astratti) quale quello precedentemente indicato con D. In questo caso, i mezzi di segnalazione D’ constano di un’unica sorgente di luce, ad esempio un LED, che à ̈ montato sulla parete di supporto 44.
Come si intuisce, la disposizione à ̈ simile a quella precedentemente descritta, a parte leggere modifiche nella forma della manopola 12, e segnatamente in relazione alle dimensioni dell’apertura passante della sua parete frontale. Anche in questo caso il LED D’ può essere alimentato tramite conduttori, piste conduttive o in modo wireless (ad esempio con un accoppiamento induttivo). Va da sé che in luogo di un unico LED possono essere previsti una pluralità di LED. L’impiego di uno o più LED secondo la variante proposta non consente necessariamente la visualizzazione di tempi, ma può risultare utile per fornire almeno talune segnalazioni in merito, ad esempio, l’operatività del dispositivo 20, il suo ingresso in fase di programmazione, la conferma del tempo impostato, il preavviso di scadenza del tempo impostato, la condizione di accensione della fiamma e/o il suo spegnimento, eccetera. In luogo di uno o più LED, sulla parete 44 possono essere previste una o più lampadine, o la parte terminale di una o più guide ottica.
Le figure 26-49 illustrano in forma schematica un dispositivo temporizzatore in accordo ad un’ulteriore forma di attuazione dell’invenzione. In tali figure sono utilizzati i medesimi numeri di riferimento per indicare elementi tecnicamente equivalenti a quelli già sopra descritti. Similmente alla prima forma di attuazione, anche il dispositivo delle figure 26-49 à ̈ provvisto di mezzi di segnalazione visiva, comprendenti di preferenza un visualizzatore atto alla rappresentazione di caratteri alfabetici e/o numerici e/o astratti. Preferibilmente, anche in questo caso il visualizzatore à ̈ montato in posizione stazionaria: in particolare, il visualizzatore D à ̈ stazionario rispetto alla struttura 2-3 dell’apparecchio 1, anche a fronte di movimenti di manopola 12 e ghiera 22.
Come si evince dalle figure 26-27, la struttura generale del dispositivo, indicato con 20’, à ̈ sostanzialmente simile a quella delle forme di attuazione precedenti, con il rubinetto 10 inserito almeno parzialmente in un’apertura passante dell’involucro 21. Tale involucro 21 ha ingombro complessivo generalmente inferiore rispetto alle forme di attuazione precedenti, ferme restando le funzionalità del dispositivo.
I componenti principali del dispositivo 20’ sono visibile nelle viste in esploso di cui alle figure 28 e 29. In tali figure, pertanto, con 40 e 41 sono indicati il contenitore ed il coperchio dell’involucro 21. Si noti che in questo esempio di attuazione, la disposizione delle due parti dell’involucro à ̈ invertita rispetto agli esempi precedenti, ovverosia con il coperchio 41 che chiude il contenitore 40 dalla parte opposta rispetto a manopola 12 e ghiera 22. Per tale ragione, le fessure 40h di passaggio per i terminali a lama 25d sono previste sul coperchio 41. Anche il corpo della ghiera 22 ha conformazione generalmente diversa, fermo restando il suo profilo esterno sostanzialmente circolare. Come risulterà in seguito, in questo caso la ghiera 22 à ̈ prevista per compiere movimenti angolari limitati in senso orario ed antiorario, rispetto ad una posizione centrale di zero, al fine di un’impostazione di tipo sostanzialmente discreto del tempo di programmazione, sostanzialmente comportandosi come pulsanti di incremento (+) e di decremento (-) del tempo e/o di altri parametri di programmazione.
A tale scopo, al corpo della ghiera 22 à ̈ associato un relativo sistema di vincolo o di ripristino della posizione. Nell’esempio raffigurato, tale sistema include una coppia di molle 60 ed un relativo elemento intermedio di vincolo o cursore 61, alloggiati direttamente nell’ambito del corpo della ghiera 22, provvista di un relativo coperchio 62. Inoltre, e sempre con riferimento all’esempio non limitativo illustrato, la ghiera 22 include un elemento di eccitazione per relativi mezzi sensori, tale elemento essendo qui costituito da un elemento magnetico 63, quale un magnete permanente, alloggiato in una relativa sede 64 definita in una parte interna sagomata 65 del corpo della ghiera 22.
La disposizione circuitale del dispositivo 20’ include, in questa attuazione, il supporto di circuito 25a, con associati relativi componenti elettrici/elettronici, destinato all’alloggiamento nella cavità interna al contenitore 40, nonché un secondo supporto di circuito 25a', elettricamente accoppiato al supporto 25a, ed al quale à ̈ ulteriormente elettricamente accoppiato il modulo visualizzatore D. Il supporto 25a' à ̈ destinato ad essere montato in posizione generalmente ortogonale rispetto al supporto 25a, ed alloggiato all’interno di una parte montate 70 del contenitore 40, come meglio descritto in seguito. Ancora con riferimento alle figure 28-29, con 51’ à ̈ indicato un organo di rinvio, destinato all’accoppiamento con l’asta 11 del rubinetto gas, da un lato, e con la manopola 12, dall’altro lato, che à ̈ all’uopo provvista di una relativa sede di accoppiamento interna 12d. In figura 29, con 66 à ̈ indicato un elemento scorrevole, in seguito definito per semplicità cursore, destinato al montaggio all’interno della parte montante 70 del contenitore 40 e previsto per supportare un relativo elemento di eccitazione 67, quale un magnete permanente, per relativi mezzi sensori. Infine, con 68 e 69 sono indicati due coperchi di forma generalmente a disco, formati almeno in parte con materiale trasparente, per la protezione del modulo visualizzatore D.
In figura 30 à ̈ visibile la disposizione circuitale 25 del dispositivo 20’, includente i supporti di circuito 25a e 25a’, nonché il modulo visualizzatore D.
Al supporto 25a sono associati i conduttori 47 ed il connettore 47a, nonché i terminali 25d+ e 25d-. Di preferenza, al supporto 25a à ̈ associato un connettore pin multipolare, per l’accoppiamento ad un connettore complementare previsto ad un’estremità del supporto di circuito 25a’; il suddetto connettore del supporto di circuito 25a’ à ̈ preferibilmente saldato ad un connettore realizzato da piste conduttive del supporto 25a.
Sempre preferibilmente, all’altra estremità del supporto 25a’ à ̈ associato un altro simile connettore, per l’accoppiamento ad un connettore complementare del modulo visualizzatore D, che qui include un relativo supporto di circuito 25a†recante elementi visualizzatori, ad esempio a LED o LCD. La disposizione esemplificata à ̈ tale per cui i supporti 25a e 25a†siano generalmente paralleli tra loro ed ortogonali rispetto al supporto 25a’, che à ̈ intermedio ad essi e li collega reciprocamente. Come si vedrà, i precedentemente citati mezzi sensori sono preferibilmente associati al supporto di circuito 25a'.
Le figure 31-34 illustrano, con viste diverse, il contenitore 40. Anche in questa realizzazione, la parete di fondo 40a del contenitore 40 include una porzione almeno in parte tubolare 42a, sporgente verso l’interno della cavità del contenitore stesso, che cinge ed in parte realizza il passaggio 42. Dalla parte opposta della parete 40a si eleva la precedentemente citata parte montante 70, internamente cava ed avente sagoma esterna almeno parzialmente cilindrica. In particolare, nella parte 70 sono individuali una porzione inferiore 71, preferibilmente generalmente cilindrica, una porzione superiore 72, preferibilmente generalmente cilindrica ed una porzione intermedia laterale di collegamento 73, con profilo esterno preferibilmente raggiato come le porzioni 71 e 72, che supporta sostanzialmente a sbalzo la porzione 72. La porzione inferiore 71 à ̈ assialmente cava e definisce, lungo il suo profilo esterno, un riscontro sporgente 71a, qui comprensivo di due rilievi.
La porzione superiore 72 à ̈ generalmente cava, ma chiusa inferiormente da una parete di fondo 72a, in cui si trova l’estremità superiore di una sede o passaggio 73a nella porzione intermedia 73. Tra la parete di fondo 72a e la parete periferica della porzione 72 à ̈ definito un gradino o rilievo 72b, per l’appoggio del supporto 25a†del modulo visualizzatore D. Un simile gradino o rilievo 72c à ̈ previsto in corrispondenza dell’estremità superiore della parete periferica della porzione 72, per il posizionamento del coperchio 68.
Anche in questa attuazione, contenitore 40 e coperchio 41 realizzano prevalentemente la prima parte della struttura stazionaria del dispositivo, che alloggia almeno parte della disposizione circuitale 25 ed à ̈ installata all’interno della carcassa 2, 3 dell’apparecchio 1. La parte montante 70 realizza invece la seconda parte sporgente della struttura stazionaria, configurata per supportare i mezzi di visualizzazione D in posizione fissa; anche in questo caso, nella condizione installata del dispositivo 20, tale seconda parte di struttura sporge all’esterno della carcassa 2, 3 dell’apparecchio 1.
Come detto, internamente alla porzione intermedia verticale 73 si estende un passaggio 73a, che si apre da un lato in corrispondenza della parete di fondo 72a della porzione 72 e, dall’altro lato si apre in corrispondenza della parete di fondo 40a del contenitore 40, come visibile in figura 31 (si veda anche figura 49).
La porzione 73 definisce poi, in posizione generalmente parallela al passaggio 73a, una sede o guida di movimento 73b (figure 32 e 33) nella quale à ̈ destinato ad essere impegnato in modo scorrevole il cursore 66 di figura 29.
Di preferenza, nell’ambito della porzione intermedia 73, il supporto di circuito 25a’ ed il magnete 67 sono in posizioni sostanzialmente isolate tra loro, con una parete interposta. Nell’esempio raffigurato, la guida 73b à ̈ definita in una parete - indicata con 73a’ nelle figure 41, 46 e 49 - che delimita frontalmente il passaggio 73a, ovverosia una parete che appunto separa o isola tra loro il supporto di circuito 25a’ ed il magnete 67, o il relativo cursore 66.
Nell’esempio di attuazione illustrato, inoltre, la porzione intermedia 73 definisce anche un’aletta assiale di aggancio 73c, per l’impegno con la ghiera 22.
Il cursore 66, visibile nelle figure 35-36, ha un rispettivo corpo di materia plastica, al quale à ̈ vincolato (ad esempio tramite incastro, incollaggio o sovra-stampaggio) o associato l’elemento di eccitazione rappresentato dal magnete 67, tale corpo essendo conformato per l’impegno scorrevole nella guida 73b della porzione intermedia della parte montante 70.
Nel caso illustrato, il corpo del cursore 66 ha due guide o bordi laterali longitudinali opposti 66a e due guide o rilievi posteriori 66b, destinati all’impegno in corrispondenti sezioni della guida 73a (si veda a riferimento la figura 41). Il cursore 66 à ̈ inoltre configurato per l’accoppiamento con l’organo di rinvio 51’ delle figure 28-29: a tale scopo, nell’esempio raffigurato, dalla parte opposta ai rilievi 66b, il cursore 66 presenta un elemento di accoppiamento o rilievo frontale 66c, destinato ad essere associato o vincolato all’organo 51’, come in seguito descritto.
Le figure 37-38 illustrano la ghiera 22, con i relativi componenti associati. Nell’esempio, il corpo della ghiera, ad esempio di materiale plastico, ha una porzione principale 22’, con profilo esterno preferibilmente zigrinato, ed una porzione di diametro ridotto 22†, entrambe assialmente cave. La parte 65, interna alla porzione 22’ ed avente sagoma generalmente anulare o semi-anulare, definisce la sede 64 per l’elemento di eccitazione rappresentato dal magnete 63, nonché due alloggiamenti o sedi 65a generalmente opposte, con profilo almeno in parte curvo in accordo al profilo esterno della ghiera 22. In una forma di attuazione, quale quella rappresentata, la parte 65 definisce un alloggiamento generalmente curvo, nell’ambito del quale à ̈ posto l’elemento intermedio di vincolo o cursore 61: in tal caso, le due sedi 65 essendo definite in parte alle due estremità opposte di tale alloggiamento.
Le sedi 65a sono atte a ricevere ciascuna l’estremità distale di una rispettiva molla 60. Le estremità prossimali delle due molle 60 sono invece impegnate in rispettive sporgenze o pioli (non indicati) previsti alle due estremità opposte dell’elemento intermedio 61, il cui corpo ha sagoma generalmente arcuata, in accordo al profilo della ghiera 22. Come si nota, quindi, anche le molle 60 hanno, nella condizione montata, uno sviluppo generalmente arcuato. L’elemento intermedio 61 ha, nella sua faccia interna, ovvero quella a raggio minore, una sede 61a atta all’impegno con il riscontro 71a della parte montante del contenitore 40 (vedere figura 32). Come si nota, particolarmente in figura 38, la parte interna sagomata 65 della ghiera 22 definisce anche superficie di appoggio e scorrimento 65b per l’elemento 61 (si veda in particolare figura 38). Le molle 60 vengono posizionate come visibile in figura 38, preferibilmente in una condizione di precarico, con l’elemento 61 interposto tra di esse, ed in seguito sul corpo della ghiera 22 viene montato il relativo coperchio anulare 62, tramite viti 62a, a vincolare molle 60 ed elemento 61 nella direzione assiale. Nell’esempio il profilo interno del coperchio anulare 62 presenta due tratti di raggio diverso, il tratto di raggio maggiore, indicato con 62b, essendo previsto per consentire il movimento angolare della ghiera 22 rispetto al riscontro fisso 71a precedentemente citato.
Le figure 39 e 40 illustrano l’elemento di rinvio 51’, il cui corpo include una porzione principale assiale 51a’ che si estende lungo un relativo asse, generalmente cilindrica, dalla cui sommità di diparte una porzione radiale intermedia 51b’, avente all’estremità un’appendice 51c’, che qui si estende in direzione sostanzialmente parallela al suddetto asse, di sezione preferibilmente generalmente arcuata. La porzione 51a’ ha un passaggio assiale centrale 52a, configurato per accoppiarsi alla regione di estremità superiore dell’asta 11 del rubinetto gas. L’accoppiamento à ̈ sostanzialmente complementare, o comunque tale per cui una rotazione impartita all’organo 51’ causi una rotazione dell’asta 11 (ad esempio, l’asta 11 e la sede 52a possono avere forma almeno in parte semicilindrica). Di preferenza, alla parte opposta della porzione 51a’ à ̈ previsto un secondo passaggio o sede, di sezione circolare, indicato con 52a’, nel quale à ̈ destinata ad essere inserita un’appendice preferibilmente cilindrica, di centraggio e guida, appartenente alla parte montante 70 del contenitore 40: una tale appendice à ̈ indicata con 74 nelle figure 28 e 50, sporge inferiormente dalla parete di fondo 72a della porzione superiore 72 della parte montante 70. I passaggi 52a e 52a’ sono di preferenza configurati come passaggi distinti, provvisti di un fondo (si veda figura 49), oppure possono essere definiti da un medesimo passaggio assiale, a condizione che il diametro della parte di passaggio 52a’ sia inferiore al diametro dell’asta del rubinetto; questo in considerazione del fatto che l’organo di rinvio 51’ deve potersi muovere assialmente con l’albero 11, quando quest’ultimo deve essere premuto, come in seguito descritto.
La porzione assiale 51a’ ha, in almeno parte di una sua zona intermedia, una scanalatura o gola circonferenziale 51d’. L’altezza e la profondità di tale gola sono tali per cui in essa possa essere impegnato il rilievo frontale 66c del cursore 66, con un impegno tale per cui l’organo di rinvio 51’ possa essere liberamente ruotato rispetto al cursore 66, mentre un movimento assiale impartito all’organo 51’ venga trasferito al cursore 66.
L’appendice arcuata 51c’ dell’organo 51’ à ̈ destinata all’impegno separabile con la sede di accoppiamento 12d interna alla manopola 12 (vedere a riferimento la figura 28), in modo tale per cui movimenti di rotazione e/o di spinta assiale impartiti alla manopola 12 vengano trasferiti, mediante l’organo di rinvio 51’, all’asta 11 del rubinetto gas. Come detto inoltre, un movimento assiale così impartito all’organo 51’ determina uno scorrimento anche del cursore 66. Anche in questo caso, appendice 51c’ e sede 12d sono conformate per consentire all’occorrenza la separazione della manopola 12 dall’organo 12, esercitando una trazione sulla manopola.
La figura 41 à ̈ una vista in sezione secondo un piano orizzontale passante per la parte interna 65 della ghiera 22. Come si nota, l’elemento intermedio 61 della ghiera à ̈ vincolato in posizione sostanzialmente fissa rispetto al contenitore 40, e segnatamente grazie all’accoppiamento tra il riscontro 71a della porzione inferiore 71 della parte montante 70 e la sede 61a dell’elemento intermedio. In tal modo, come si intuisce, la ghiera 22 può essere ruotata in senso orario ed in senso antiorario, ma con movimenti angolari limitati, la cui entità massima à ̈ sostanzialmente determinata dal grado di compressione massima consentita a ciascuna molla 60, oppure dall’interferenza tra una parete 65a’ (figura 38) di ciascuna sede 65a con una rispettiva estremità dell’elemento 61. In pratica, quindi, ruotando la ghiera verso destra (in senso orario), con riferimento alla figura 41, la molla 60 di sinistra verrà compressa, mentre la molla di destra tenderà ad allungarsi, grazie alla propria reazione elastica; rilasciando poi la ghiera 22, la molla 60 di sinistra riporterà la ghiera alla posizione iniziale, grazie alla propria reazione elastica. Analogo comportamento, ma inverso a quello testé descritto, si ottiene ruotando la ghiera 22 verso sinistra (in senso antiorario). Le figure 42, 43 e 44 illustrano appunto le situazioni di ghiera 22 non ruotata, ruotata verso destra e ruotata verso sinistra.
Dalla figura 41 à ̈ inoltre visibile il passaggio 73a che si estende assialmente nella porzione intermedia 73 della parte montante 70 del contenitore 40, nell’ambito della quale à ̈ almeno parzialmente posizionato il supporto di circuito 25a’. Da tale figura ben si nota la parete 73a’ interposta tra il cursore 66 ed il supporto 25a’ alloggiato nel passaggio 73a, che risultano in tal modo isolati l’uno dall’altro. Parimenti, una parete indicata con 73a†solo nelle figure 41 e 49 - che à ̈ generalmente opposta alla parete 73a’ e delimita da quella parte il passaggio 73a – risulta interposta tra il supporto di circuito 25a’ e la porzione interna della ghiera 22 i cui si trova il magnete 63.
Il supporto 25’ reca, in due parti opposte di una sua faccia, due sensori 50’ e 50†, eccitabili mediante l’elemento di eccitazione 63 portato dalla ghiera 22. Atteso che, nell’esempio fornito, l’elemento 63 à ̈ un elemento magnetico, i sensori 50’ ed 50†sono dei sensori di campo magnetico, ad esempio dei sensori ad effetto Hall.
Quando la ghiera à ̈ in posizione di zero, ossia non à ̈ ruotata da un utilizzatore, il campo magnetico generato dal magnete 63 non eccita alcuno dei due sensori 50’, 50†, come esemplificato in figura 42, ove il suddetto campo magnetico à ̈ schematizzato tramite linee di flusso. Viceversa, ruotando la ghiera 22 verso destra (figura 43) o verso sinistra (figura 44), il magnete 63 si approssimerà al sensore 50’ o al sensore 50†, rispettivamente, eccitandolo. L’impulso di eccitazione fornito dal sensore in questione à ̈ ricevuto dal microcontrollore MC della disposizione circuitale del dispositivo, ai fini della programmazione del tempo di accensione della fiamma.
La logica di controllo può eventualmente essere predisposta in modo tale per cui mantenendo la ghiera costantemente ruotata, ad esempio verso destra, si ottenga l’aumento in modo sostanzialmente continuo del tempo di programmazione, che ovviamente viene visualizzato ed aggiornato costantemente sul modulo visualizzatore D; viceversa, ruotando la ghiera verso destra e poi riportandola (o rilasciandola) verso la posizione iniziale (figura 42), si ottiene un aumento discreto del tempo, ad esempio a passi di 30†.
Nel caso in cui, in fase di impostazione, l’utilizzatore mantenga la ghiera ruotata, o impartisca un numero di rotazioni, sino ad eccedere il tempo di programmazione effettivamente desiderato, egli non dovrà far altro che ruotare la ghiera in senso inverso al precedente, per correggere in diminuzione il tempo: come detto, il tempo in aumento ed in decremento viene preferibilmente evidenziato sul modulo visualizzatore D, assicurando facilità e precisione di impostazione. Si apprezzerà quindi che i sensori 50’, 50†, con il relativo elemento di eccitazione 63, adempiono essenzialmente funzioni simili a quelle del sensore 50 precedentemente descritto (in questo caso, i sensori 50’, 50†realizzano la parte stazionaria del sistema di rilevazione, mentre l’elemento 63 ne costituisce la parte mobile).
Tornando alla figura 41, à ̈ inoltre visibile parzialmente il cursore 66, inserito nella relativa guida 73b, con il relativo elemento di eccitazione 67 generalmente rivolto verso il supporto di circuito 25a†inserito nel relativo passaggio 73a.
Il supporto 25a’ à ̈ provvisto di un ulteriore sensore, atto ad interagire con l’elemento 67. Anche in questo caso, atteso che nell’esempio l’elemento 67 à ̈ un magnete, il relativo sensore à ̈ un sensore di campo magnetico, quale un sensore ad effetto Hall. Tale sensore à ̈ indicato con 45’ solo in figura 49.
Come si vede, in figura 49, il magnete 67 à ̈ in posizione generalmente rivolta al sensore 45’, in modo da poterlo eccitare mediante il proprio campo magnetico, nonostante la presenza della parete interposta 73a’, quando la manopola 12 viene premuta. Più in particolare, quando la manopola 12 non à ̈ premuta, il magnete 67 si trova in una posizione relativamente distanziata dal sensore 45’ (o in posizione centrata rispetto ad esso, per cui le linee di campo magnetico non attraversano il piano del sensore), talché quest’ultimo non à ̈ interessato dal campo magnetico generato dal magnete stesso.
Quando invece la manopola 12 viene premuta, l’organo di rinvio 51’ trasmette il movimento assiale al cursore 66, che scorrendo nella sua guida 73b approssima il magnete 67 dal relativo sensore 45’, che viene così eccitato dal campo magnetico.
La rilevazione del campo magnetico operata dal sensore 45’ à ̈ interpretata dalla logica di controllo come indicativa della pressione della manopola 12: in tale ottica si apprezzerà che il sensore 45’, con il relativo elemento di eccitazione 67, adempie essenzialmente funzioni simili a quelle dell’interruttore 45 precedentemente descritto. Rilasciando poi la manopola 12, questa tornerà autonomamente alla posizione originale, con conseguente de-eccitazione del sensore 45’. Va segnalato che, preferibilmente, la manopola 12 definisce, alla sua estremità inferiore, una sede anulare, indicata con 12’ nelle figure 28 e 50, nella quale à ̈ ricevuta la porzione 22†della ghiera 22, quando la manopola tessa viene premuta.
Si apprezzerà altresì che i mezzi sensori del movimento angolare della ghiera 22 e del movimento assiale della manopola 12 (o dell’organo di rinvio 51’) possono essere di altro tipo, preferibilmente ma non necessaria sensori senza contatto, quali ad esempio sensori di tipo induttivo o ottico.
Le figure 45-47 illustrano in forma schematica condizioni di parziale assemblaggio del dispositivo 20’. In figura 45 si nota ad esempio il modulo D alloggiato nella cavità della porzione superiore 72 della parte montante 70, con l’appendice di impegno 51c’ dell’organo di rinvio 51 sporgente all’esterno della stessa parte montante 70, mentre in figura 46 à ̈ ben visibile la sede 73a della porzione intermedia 73 con il cursore 66 generalmente parallelo a tale passaggio e l’interposta parete 73a’, nonché la porzione di testa 10a del rubinetto 10 parzialmente innestata tra contenitore 40 ed involucro 41, con l’organo 51’ montato sullo stelo del rubinetto, qui non visibile. Tale stelo 11 à ̈ visibile invece in figura 47, dove à ̈ invece omesso l’organo 51’ e sono visibili il supporto di circuito 25a’ ed il modulo D. Nel caso esemplificato, la staffa 13 della prima forma di attuazione à ̈ qui sostituita da supporti colonnari o tubolari 13’, per il fissaggio alla struttura 2 dell’apparecchio ad esempio tramite viti, quali delle viti che vincolano tra loro coperchio 41 e contenitore 40. Si apprezzerà, comunque, che anche in questa forma di attuazione, à ̈ possibile utilizzare una staffa metallica o plastica, o altri mezzi di fissaggio e/o tenuta tra coperchio 41 e contenitore 40, similmente al caso precedente.
La figura 48 illustra il dispositivo temporizzatore completo installato, mentre la figura 49 ne evidenzia una sezione parziale, da dove à ̈ apprezzabile la posizione relativa di alcuni dei componenti precedentemente descritti. Si notano in particolare le posizioni dei coperchi di protezione 68 e 69, rispettivamente estremità superiore della porzione 72 della parte montante 70 e della manopola assialmente cava 12, nonché il supporto di circuito 25a†disposto nel relativo passaggio 73a. Il coperchio di protezione 68 prevede preferibilmente una parte non trasparente e parti trasparenti, dove almeno una parte trasparente centrale sostanzialmente rettangolare à ̈ associata al visualizzatore D; nell’esempio sono anche previste altre parti trasparenti circolari, associabili ad eventuali LED non raffigurati, previsti sul supporto di circuito 25a†. Come si evince, i due coperchi 68 e 69 sono ad una certa distanza l’uno dall’altro, in modo da consentire il movimento assiale della manopola 12, quando questa viene premuta (con il conseguente approssimarsi del coperchio 69 al coperchio 68.
L’impiego del dispositivo 20’ avviene con modalità simili a quelle precedentemente descritte, con i sensori 50’, 50†ed il magnete 63 che svolgono le funzioni del potenziometro 50 e con il sensore 45’ ed il magnete 67 che svolgono le funzioni dell’interruttore 45 e del relativo elemento di rinvio 27. Ciò che cambia, come detto, sono le modalità pratiche di impostazione del tempo da parte dell’utilizzatore, che in questo caso deve esercitare movimenti angolari modesti e/o ripetuti della ghiera 22.
In questa attuazione, al movimento angolare in un verso della ghiera 22 corrisponderà l’incremento del tempo di programmazione, mentre al movimento angolare nel verso opposto corrisponderà il decremento del tempo, con relative indicazioni sul visualizzatore D: tuttavia, rispetto alla prima forma di attuazione, in questo caso la logica di controllo à ̈ tale per cui il tempo di programmazione non viene incrementato/decrementato in modo proporzionale al movimento angolare impartito alla ghiera 22, ma in modo sostanzialmente proporzionale al tempo in cui si mantiene la ghiera stessa spostata angolarmente in un verso o nell’altro rispetto alla posizione inoperativa di figura 42 (sostanzialmente come se fossero premuti un pulsante “+†o un pulsante “-“, rispettivamente).
Come si vede, nella forma di attuazione esemplificata, i mezzi sensori del movimento della manopola 12 includono mezzi di eccitazione - qui rappresentati dal magnete 67 - che sono separati o isolati rispetto ai mezzi di rilevazione - qui rappresentati dal sensore magnetico 45’ - mediante mezzi di tenuta o isolamento - qui rappresentati dalla parete interposta 73a’. Simili considerazioni valgono per i mezzi sensori del movimento della ghiera 22, con i relativi mezzi di eccitazione 63, mezzi di rilevazione 50’, 50†e mezzi di tenuta 73a†. Come detto, i mezzi sensori senza contatto impiegati potrebbero anche essere diversi da mezzi sensori magnetici, ad esempio di tipo ottico (nel qual caso le pareti 73a’; 73a†potrebbero essere almeno in parte trasparenti e/o provviste di finestre in posizioni tali da consentire l’eccitazione dei mezzi sensori ottici in funzione quando manopola e/o ghiera sono portati nelle posizioni di interesse).
Si apprezzerà che, in diverse attuazioni, la ghiera 22 del dispositivo 20’ potrebbe essere anche sostituita da due pulsanti, dei quali l’uno (ad esempio recante un tasto contrassegnato da “+†) per l’incremento del tempo e l’altro (ad esempio recante un tasto contrassegnato da “-†) per il decremento del tempo in fase di impostazione. Tali tasti potrebbero essere convenientemente montati in posizione stazionaria, vicino al visualizzatore D, in modo da essere operabili dal fronte della manopola 12, il cui coperchio 69 sarà convenientemente conformato allo scopo. I suddetti tasti non debbono essere necessariamente di tipo meccanico, potendo i medesimi includere, ad esempio, dei sensori capacitivi, particolarmente adatti a sentire la presenza di un dito di un utilizzatore senza la necessità di parti meccaniche in movimento, anche con interposta la protezione 69. I citati pulsanti potrebbero anche essere sostituiti da una piccola leva azionabile angolarmente in versi opposti, o da un cursore azionabile linearmente in versi opposti, con associato un relativo potenziometro.
L’assemblaggio del dispositivo 20’ à ̈ relativamente semplice. Il supporto di circuito 25a à ̈ posizionato nella cavità del contenitore 40 ed il supporto 25a’ nel relativo passaggio 73a della parte montante 70; come detto, l’accoppiamento elettrico tra di essi può essere convenientemente ottenuto tramite connettori multipolari ad innesto rapido o saldatura; lo stesso dicasi per il collegamento tra il supporto 25a’ ed il supporto 25a†del visualizzatore D, con quest’ultimo che à ̈ posizionato nella cavità della porzione superiore 72 della parte montante 70. La ghiera 22 pre-assemblata viene calzata sulla parte montante 70 sino a produrre l’impegno della sede 61a dell’elemento intermedio 70 con il riscontro 71a della porzione inferiore della stessa parte montante. Il cursore 66 recante il magnete 67 viene inserto dal basso nella relativa guida 73b, dopodiché al contenitore può essere applicato il coperchio 41. La parte di testa 10a del rubinetto viene quindi innestata nel passaggio 42 dell’involucro 21, definito in parte dall’apertura 41a del coperchio 41 ed in parte dalla porzione tubolare 42a e dalla parte montante 70 del contenitore 40. Nel corso di tale inserimento, sull’asta 11 del rubinetto viene accoppiato l’organo di rinvio 51’, posizionato (grazie anche all’accoppiamento tra il passaggio 52a’ e la sporgenza inferiore 74 di figura 28) in modo che nella sua gola 51d’ risulti impegnato il rilievo frontale 66c del cursore 66. In seguito, dopo l’applicazione del coperchio trasparente 68 alla sommità della parte montante 70, su quest’ultima à ̈ innestata la manopola 12 col relativo coperchio trasparente, con la sua sede interna 12d che si accoppia all’appendice 51c’ dell’organo di rinvio 51’.
Di preferenza, il corpo di involucro del dispositivo ha una struttura sostanzialmente ermetica, o comunque tale da evitare infiltrazioni di sporcizia o acqua, ad esempio durante le operazioni di pulizia dell’apparecchio 1, ad esempio quelle effettuate dopo aver rimosso la manopola 12. A tale scopo, le sedi o camere che alloggiano i vari supporti di circuito sono di preferenza protette a tenuta.
Il tipo di realizzazione della ghiera 22, nonché le modalità di rilevazione degli spostamenti della stessa ghiera 22 e della manopola 12, basati su mezzi sensori senza contatto, sono di impiego estremamente vantaggioso per un utilizzatore, particolarmente in abbinamento ad un dispositivo visualizzatore. Tali realizzazioni e modalità sono peraltro da considerarsi autonomamente inventive ed applicabili anche al caso di un dispositivo di temporizzazione provvisto di un visualizzatore separato rispetto alle manopole 12 (ad esempio un visualizzatore comune a pannello come in WO2010134040) ed eventualmente anche nel caso di dispositivi temporizzatori privi di un dispositivo visualizzatore.
E chiaro che numerose varianti sono possibile per la persona esperta del ramo al dispositivo descritto come esempio, senza per questo uscire dall’ambito dell’invenzione così come definita nelle rivendicazioni allegate. Le varie caratteristiche dei vari esempi possono essere combinate almeno in parte tra loro, per formare dispositivi anche differenti da quelli raffigurati e descritti a titolo di esempio non limitativo.
In forme di attuazione in precedenza esemplificate ad un medesimo elemento di comando (45; 45’) possono essere associate sia l’attivazione del sistema accenditore, sia le funzionalità del dispositivo 20 connesse alla temporizzazione, ma à ̈ chiaro che potranno essere previsti anche più elementi di comando, quali due contatti o interruttori separati. In una tale variante, ad esempio l’elemento di comando connesso alla temporizzazione può essere commutato tramite la ghiera 22, che in questo caso sarà montata assialmente mobile. Come già accennato, inoltre, il dispositivo temporizzatore può non adempiere funzioni connesse all’accensione del bruciatore.
In precedenza si à ̈ fatto riferimento all’impiego di mezzi di controllo, tra i quali l’interruttore Q1, atti a modificare lo stato del collegamento elettrico tra i mezzi di connessione elettrica 47 e 25d, ovverosia ad aprire il circuito elettrico termocoppia – solenoide quando l’intervallo di tempo impostato tramite la ghiera 22 à ̈ trascorso. Come già accennato, in accordo a possibili varianti, i mezzi di controllo possono essere predisposti per modificare lo stato del citato collegamento, senza necessariamente aprire il suddetto circuito, ma semplicemente variandolo (ad esempio inserendo in parallelo alla termocoppia un carico o una resistenza che riduce la corrente al solenoide).
Secondo una variante non raffigurata, il magnete 67 o altro elemento di eccitazione che ne svolge le funzioni à ̈ separato rispetto al cursore 66, pur essendo associato e movimentato dal cursore stesso: in una tale variante, ad esempio, il magnete à ̈ inserito mobile in un’opportuna sede dell’involucro 40 (ad esempio simile alla guida 73b) ed à ̈ sollecitato da una molla o altri mezzi elastici verso una posizione predefinita, di non eccitazione dei mezzi sensori 45’. In una tale realizzazione il magnete 67 à ̈ movimentato dal cursore 66 in contrasto alla reazione elastica della molla per eccitare i mezzi sensori 45’ quando la manopola 12 viene premuta, con la molla che riporta poi il magnete nella sua posizione originale quando, a seguito del rilascio della manopola, anche il cursore torna alla relativa posizione iniziale.
La seconda parte di struttura 43, 44; 70 può essere predisposta per realizzare funzioni di guida ottica, ad esempio realizzandola in materiale trasparente o comunque atto alla trasmissione di radiazione visibile, combinata o meno con un visualizzatore o altro mezzo di segnalazione.

Claims (18)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un dispositivo di controllo per apparecchi a gas, particolarmente apparecchi (1) che comprendono almeno un rubinetto di gas (10) avente una valvola di sicurezza che include un elettromagnete (EM) alimentabile tramite un generatore termoelettrico (TC), il dispositivo di controllo (20) comprendendo: - mezzi di comando manuale (12, 22), - una disposizione circuitale (25) che include: - mezzi di controllo (MC, Q1), - mezzi di interconnessione elettrica (47, 25d+, 25d-), - mezzi di rilevazione (45, 50; 45’, 50’, 50†, 63, 67), configurati per rilevare azionamenti dei mezzi di comando manuale (12, 22) e fornire relativi segnali ai mezzi di controllo (MC, Q1), - una struttura di supporto (21, 23) associabile in modo stazionario rispetto ad un rubinetto di gas (10), in cui la struttura di supporto (21, 23) include una prima parte di struttura stazionaria (40, 41) che definisce un alloggiamento per almeno parte della disposizione circuitale (25), la prima parte di struttura (40, 41) essendo in particolare destinata all’alloggiamento all’interno di una carcassa (2, 3) dell’apparecchio a gas (1), in cui i mezzi di controllo (MC, Q1) sono atti al conteggio del tempo e la disposizione circuitale (25) include mezzi di visualizzazione (D; D’), caratterizzato dal fatto che la struttura di supporto (21, 23) include una seconda parte di struttura stazionaria (43, 44; 70) associata o sporgente dalla prima parte di struttura stazionaria (40, 41) e configurata per alloggiare o supportare i mezzi di visualizzazione (D, D’) in una posizione fissa o non angolarmente girevole, dove in particolare, in una condizione installata del dispositivo (20), la seconda parte di struttura (43, 44; 70) sporge all’esterno della carcassa (2, 3) dell’apparecchio a gas (1).
  2. 2. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui - i mezzi di comando manuale (12, 22) comprendono primi mezzi di comando (22), azionabili da un utilizzatore per l’impostazione di un intervallo di tempo, - i mezzi di rilevazione (45, 50; 45’, 50’, 50†, 63, 67) comprendono primi mezzi di rilevazione (50; 50’,50†, 63), configurati per rilevare azionamenti dei primi mezzi di comando (22), - i mezzi di interconnessione (47, 25d+, 25d-) comprendono primi mezzi di connessione elettrica (47), configurati per il collegamento ad un elettromagnete (EM) di una valvola di sicurezza, e secondi mezzi di connessione elettrica (25d+, 25d-), configurati per il collegamento ad un generatore termoelettrico (TC), ed in cui i mezzi di controllo (MC, Q1) sono configurati per modificare lo stato di un collegamento elettrico tra i primi mezzi di connessione elettrica (47) ed i secondi mezzi di connessione elettrica (25d+, 25d-) allo scadere del suddetto intervallo di tempo.
  3. 3. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, in cui i mezzi di comando manuale (12, 22) comprendono secondi mezzi di comando (12, 51; 12, 51’) configurati per il collegamento meccanico ad un’asta di comando (11) del rubinetto di gas (10), i secondi mezzi di comando (12, 51; 12, 51’) includendo una manopola (12) definente una cavità (12a) in cui sono almeno parzialmente alloggiati almeno uno tra la seconda parte di struttura (43, 44; 70) ed i mezzi di visualizzazione (D, D’), la manopola (12) essendo angolarmente girevole rispetto alla seconda parte di struttura (43, 44; 70) ed ai mezzi di visualizzazione (D, D’) ed avendo preferibilmente un’apertura o finestra frontale (12c; 12c’, 69), ed in cui i mezzi di rilevazione (45, 50; 45’, 50’, 50†, 63, 67) comprendono secondi mezzi di rilevazione (45; 45’, 67), configurati per rilevare azionamenti dei secondi mezzi di comando (22).
  4. 4. Il dispositivo secondo la rivendicazione 3, in cui i secondi mezzi di comando (12, 51; 12, 51’) comprendono un organo di rinvio (51; 51’) per il collegamento meccanico della manopola (12) alla detta asta (11), l’organo di rinvio (51; 51’) includendo primi mezzi di accoppiamento (52a), per l’accoppiamento con detta asta (11), e secondi mezzi di accoppiamento (52b; 51c’), per l’accoppiamento con rispettivi mezzi di accoppiamento (12d) della manopola (12), l’organo di rinvio (51; 51’) includendo preferibilmente anche terzi mezzi di accoppiamento (52a’) per l’accoppiamento con rispettivi mezzi di accoppiamento (74) della seconda parte di struttura (43, 44; 70).
  5. 5. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui mezzi di controllo (MC, Q1) sono configurati per controllare i mezzi di visualizzazione (D; D’) per segnalare almeno uno tra: - un tempo residuo, ossia un tempo mancante al raggiungimento del termine del detto intervallo di tempo, - un tempo progressivo, ossia un tempo totale trascorso a partire dall’accensione di una fiamma, e - una condizione di accensione/spegnimento di una fiamma, dove in particolare i mezzi di visualizzazione (D; D’) comprendono mezzi visualizzatori di caratteri (D).
  6. 6. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1 e/o la rivendicazione 2, in cui la seconda parte di struttura (43, 44; 70) supporta o alloggia almeno parte della disposizione circuitale (25), particolarmente almeno uno tra mezzi di collegamento elettrico dei mezzi di visualizzazione (D; D’), un supporto di circuito (25a’) della disposizione circuitale (25), almeno parte dei mezzi di rilevazione (45’, 50’, 50†, 63, 67) per rilevare un movimento dei mezzi di comando manuale (12, 22).
  7. 7. Il dispositivo secondo la rivendicazione 2, in cui i primi mezzi di comando includono un organo (22) mobile in versi opposti, particolarmente in contrasto a mezzi elastici (60) operativi per sollecitare l’organo mobile (22) in una predefinita posizione.
  8. 8. Il dispositivo secondo la rivendicazione 2 o la rivendicazione 7, in cui i primi mezzi di comando includono un organo a ghiera (22) azionabile angolarmente in versi opposti, in contrasto a mezzi elastici (60) operativi per sollecitare l’organo a ghiera (22) in una predefinita posizione angolare intermedia, in una condizione installata del dispositivo l’organo a ghiera (22) ed una manopola (12) accoppiata al rubinetto di gas (10) essendo sostanzialmente coassiali e la seconda parte di struttura (43, 44; 70) avendo almeno un rispettivo tratto passante in una cavità assiale dell’organo a ghiera (22).
  9. 9. Il dispositivo secondo la rivendicazione 8, in cui l’organo a ghiera (22) comprende una prima parte (61) associata in modo stazionario alla struttura di supporto (21, 23), una seconda parte (66) associata in modo mobile alla prima parte (61) e mezzi elastici (60) operativamente interposti tra la prima parte (61) e la seconda parte (66), dove in particolare la prima parte (61) ha due regioni di estremità generalmente opposte, la seconda parte (66) definisce due riscontri generalmente opposti (65) ed i mezzi elastici comprendono un primo mezzo elastico (60) operativamente interposto tra una detta regione di estremità ed un detto riscontro (65a) ed un secondo mezzo elastico (60) operativamente interposto tra l’altra detta regione di estremità ed l’altro detto riscontro (65a).
  10. 10. Il dispositivo secondo la rivendicazione 7 o la rivendicazione 8, in cui i primi mezzi di rilevazione (50; 50’, 50†, 63) comprendono un primo mezzo sensore (50’) per rilevare una rotazione in un primo verso dell’organo mobile o a ghiera (22) rispetto a detta predefinita posizione ed un secondo mezzo sensore (50†) per rilevare una rotazione in un secondo verso dell’organo mobile o a ghiera (22) rispetto a detta predefinita posizione, dove in particolare l’organo mobile o a ghiera (22) ha associato almeno un elemento di eccitazione (63) suscettibile di eccitare il primo mezzo sensore (50’) ed il secondo mezzo sensore (50†) a seguito di una rotazione dell’organo mobile o a ghiera (22) nel primo verso e nel secondo verso, rispettivamente, i mezzi sensori (50’, 50†) essendo preferibilmente sensori senza contatto, molto preferibilmente mezzi sensori di campo magnetico.
  11. 11. Il dispositivo secondo la rivendicazione 3, in cui i secondi mezzi di rilevazione (45; 45’, 67) sono predisposti per rilevare un movimento assiale della manopola (12), e sono in particolare mezzi di rilevazione senza contatto (45’, 67).
  12. 12. Il dispositivo secondo la rivendicazione 11, in cui i secondi mezzi di rilevazione (45’, 67) comprendono un mezzo sensore (45’) in posizione stazionaria ed un relativo elemento di eccitazione (67) vincolato per traslare in una direzione generalmente assiale della seconda parte di struttura (70), l’elemento di eccitazione (67) essendo meccanicamente collegato alla manopola (12), particolarmente almeno per il tramite di detto elemento di rinvio (51’).
  13. 13. Il dispositivo secondo la rivendicazione 12, in cui la seconda parte di struttura (70) comprende una guida (73b) per vincolare la traslazione dell’elemento di eccitazione (67) in detta direzione generalmente assiale della seconda parte di struttura (70).
  14. 14. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 11 a 13, in cui i secondi mezzi di rilevazione (45’, 67) comprendono un elemento cursore (66) al quale à ̈ associato un elemento di eccitazione (67), l’elemento cursore (66) essendo preferibilmente impegnato in modo scorrevole in una guida (73b) e vincolato all’organo di rinvio (51’), particolarmente con un accoppiamento (51d’, 66c) che à ̈ atto a trasferire un movimento assiale dell’organo di rinvio (51’) all’elemento cursore (66) consentendo al contempo la rotazione dell’organo di rinvio (51’) rispetto all’elemento cursore (66).
  15. 15. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, in cui la seconda parte di struttura (70) definisce una sede o cavità assiale (73a) in cui à ̈ alloggiata almeno parte (25a’) della disposizione circuitale (25).
  16. 16. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la prima parte di struttura (41, 42) definisce almeno parte di un passaggio o sede (42) nel quale à ̈ ricevibile una relativa parte (10a) del rubinetto di gas (10).
  17. 17. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui la seconda parte di struttura (43, 44; 70) - à ̈ configurata per supportare i mezzi di visualizzazione (D; D’) in una posizione generalmente affacciata e/o coassiale ad un passaggio (42) della prima parte di struttura (41, 42) nel quale à ̈ ricevibile una relativa parte (10a) del rubinetto (10) e/o in una posizione distanziata da detto passaggio (42); e/o - la seconda parte di struttura (43, 44; 70) comprende almeno una tra - una parete di supporto (44; 72a) dei mezzi di visualizzazione (D; D’), preferibilmente generalmente parallela ad un fronte della prima parte di struttura (41, 42), - una parete di collegamento (43; 73) che si estende tra la prima parte di struttura (41, 42) ed una parete di supporto (44; 72a) dei mezzi di visualizzazione (D; D’), - una parete di supporto (44; 72a) dei mezzi di visualizzazione (D; D’) che à ̈ sostanzialmente a sbalzo rispetto ad una parete di collegamento (43; 73) che si diparte dalla prima parte di struttura (41, 42).
  18. 18. Un apparecchio a gas, particolarmente un apparecchio domestico, comprendente un dispositivo di controllo secondo una o più delle rivendicazioni 1-17, in cui l’apparecchio (1) comprende almeno un rubinetto di gas (10) per il controllo dell’alimentazione di gas ad un bruciatore (5a), l’apparecchio (1) avendo una carcassa (2, 3) nell’ambito della quale à ̈ parzialmente alloggiato il rubinetto di gas (10), la carcassa (2, 3) avendo almeno un passaggio (7) in corrispondenza del rubinetto di gas (10), in cui la prima parte di struttura (41, 42) del dispositivo di controllo (20) à ̈ alloggiata all’interno della carcassa (2, 3) con la seconda parte di struttura (43, 44; 70) che sporge all’esterno della carcassa (2,3) attraverso il suddetto passaggio (7), dove in particolare la seconda parte di struttura (43, 44; 70): - attraversa e/o à ̈ almeno in parte alloggiata nel suddetto passaggio (7); - si estende almeno in parte coassiale e/o o parallela ad un albero di comando del rubinetto di gas (10); - comprende una prima porzione assiale (73) che attraversa il suddetto passaggio (7) ed una seconda porzione a sbalzo (72).
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