ITTO20110128A1 - Metodo per l'acquisizione, la memorizzazione e la fruizione di dati relativi ad un flusso video tridimensionale e relativo apparato di elaborazione video - Google Patents

Description

“METODO PER L'ACQUISIZIONE, LA MEMORIZZAZIONE E LA FRUIZIONE DI DATI RELATIVI AD UN FLUSSO VIDEO TRIDIMENSIONALE E RELATIVO APPARATO DI ELABORAZIONE VIDEOâ€

DESCRIZIONE

La presente invenzione riguarda un metodo ed un apparato di elaborazione video utilizzati nel campo della ricezione di flussi di immagini video in grado di riprodurre una visione tridimensionale.

Più in particolare, l’invenzione si riferisce ad un metodo per l'acquisizione e la memorizzazione di dati relativi al formato di un flusso di immagini video atto ad essere riprodotto in modo tridimensionale e ad un apparato di elaborazione video.

È noto che, per poter sfruttare l’effetto tridimensionale introdotto dalla visione binoculare, à ̈ necessario fornire all’occhio sinistro e all’occhio destro di un utente di un dispositivo in grado di riprodurre un flusso tridimensionale le corrispondenti immagine sinistra ed immagine destra. Nei sistemi di tipo stereoscopico ciò avviene trasmettendo le due immagini in un unico flusso video, che contiene quindi, per ciascun fotogramma della scena, l’immagine sinistra e l’immagine destra.

Sono numerose le tecniche riguardanti il formato di codifica e trasporto e distribuzione di flussi video stereoscopici a seconda della diversa modalità in cui vengono rappresentate le immagini della coppia stereoscopica. In una certa classe di tali formati, l’alloggiamento delle immagini sinistra e destra dei fotogrammi componenti il flusso video viene effettuato all’interno dello stesso frame (“frame packing†), in modo da consentire la distribuzione di flussi video stereoscopici all’interno di sistemi di distribuzione già utilizzati per la circolazione di contenuti bidimensionali, segnatamente di quelli ad alta risoluzione o HD (“High Definition†). Tali tecniche di frame packing si distinguono fra loro in base a parametri quali, ad esempio, la dimensione, la rotazione, la decimazione o sottocampionamento, la rappresentazione, la disposizione e la frequenza di trasferimento delle due immagini all’interno del flusso video. Si possono citare, fra le altre, la tecnica “side by side†ove le due immagini sinistra e destra vengono alloggiate nello stesso frame dimezzando il valore di risoluzione orizzontale di ciascuna immagine, e la tecnica “top bottom†ove le due immagini sinistra e destra vengono alloggiate nello stesso frame (o con equivalente termine italiano fotogramma), che viene pertanto definito fotogramma composito, dimezzando il valore di risoluzione verticale di ciascuna immagine secondo varie tecniche di decimazione o sottocampionamento.

In una ulteriore tecnica di alloggiamento delle due immagini, una di esse viene alloggiata senza subire spezzettamenti all’interno di un frame composito, mentre l’altra viene opportunamente spezzettata in diverse parti ed alloggiata nello spazio del fotogramma composito lasciato vuoto dalla prima. Questo tipo di configurazione del flusso video stereoscopico viene denominata nel seguito “a spezzettamento†.

Per motivi di efficienza di codifica sono state proposte altre tecniche quale, per esempio, la tecnica “L depth†consistente nello trasmettere l’immagine sinistra più una mappa di profondità. L’apparato di visualizzazione, combinando queste due informazioni, à ̈ quindi in grado di ricostruire la tridimensionalità della scena, ricavando l’immagine destra a partire da quella sinistra e dalla mappa di profondità. Inoltre, sono state proposte tecniche similari basate sullo sfruttamento della forte correlazione tra le due immagini sinistra e destra come, ad esempio, la cosiddetta codifica “2D Delta†.

Fra le altre tecniche di codifica di tipo noto, si citano le cosiddette tecniche “field alternative†, “line alternative†, “column alternative†e “L depth graphics graphics-depth†.

Quello fin qui introdotto à ̈ un elenco non esaustivo di tecniche di codifica, poiché tali tecniche sono in continua evoluzione alla ricerca di una sempre migliore definizione dell’immagine tridimensionale, cercando di rimanere nei limiti di un certo valore di occupazione di banda del flusso video.

Ciascuna di queste tecniche di frame packing, codifica e visualizzazione presenta vantaggi e svantaggi, e si coniuga in modo più o meno ottimale con le altre. In ogni caso, questa varietà di tecniche di rappresentazione e visualizzazione di contenuti tridimensionali determina numerose configurazioni di codifica e trasporto dei contenuti stessi, e la conseguente necessità di riconoscerle per adattare il flusso video alle diverse tecniche di riproduzione tridimensionale su un apparato di visualizzazione (per esempio uno schermo od un proiettore).

A questa varietà di configurazioni di codifica e trasporto si accosta una sempre più ampia produzione di contenuti tridimensionali che vengono distribuiti nelle forme più diverse, ad esempio memorizzandoli su supporti Blu-ray e DVD, trasmettendoli tramite canali di codifica e trasporto broadcast (da satellite, via cavo e via terrestre), nonché rendendoli scaricabili da reti informatiche locali o geografiche quali Internet.

Non esiste attualmente una tecnica o uno standard di riferimento unificato per trasmettere e visualizzare un flusso video tridimensionale in tutti gli ambienti di produzione, distribuzione e visualizzazione di contenuti video stereoscopici. Inoltre, non vi à ̈ uno standard di riferimento per la segnalazione all’interno del flusso video della configurazione di codifica e trasporto adottata per produrre l’effetto tridimensionale valido per tutti gli ambienti di produzione, distribuzione e fruizione indipendentemente dalla provenienza (per esempio emittente tv, disco Blu-ray, sito Internet), dal mezzo di codifica e trasporto (supporto ottico o elettronico, etere, cavo, satellite) e dal dispositivo di visualizzazione (per esempio a “frame alternation†, a righe o colonne alternate). Tale segnalazione à ̈ utile per l’apparato di visualizzazione, che altrimenti non à ̈ in grado di interpretare correttamente il flusso video da riprodurre, a meno di utilizzare dispendiosi e sofisticati algoritmi di analisi del flusso video stesso, algoritmi che necessitano sia di un notevole dispendio di risorse software e/o hardware (che potrebbero essere impiegate ad altri scopi), sia di parecchio tempo per essere portati a compimento.

Inoltre, gli apparati riproduttori e/o ricevitori di flussi video possono essere provvisti di numerose interfacce di interconnessione, ad esempio DVI, HDMI, Display Port, USB, WiMAX, Wi-Fi, e ovviamente possono essere dotati direttamente di sintonizzatori televisivi, di lettore Blu-ray o DVD e di memorie elettroniche a stato solido oppure ottiche.

Ciascuno di questi contenuti o flussi video può adottare una diversa configurazione di codifica e trasporto del contenuto tridimensionale da visualizzare eventualmente sullo stesso dispositivo di visualizzazione. Può quindi sussistere la necessità, o per lo meno l’opportunità, di supportare diverse configurazioni del flusso video stereoscopico di ingresso sullo stesso dispositivo di visualizzazione che utilizza, usualmente, un proprio formato di visualizzazione, diverso da quello (qui denominato col termine “configurazione†) usato per la codifica e trasporto per cui si rende necessaria una conversione di formato. Esistono in commercio apparati di riproduzione di contenuti tridimensionali dotati di apposite interfacce grafiche di comando o di selettori posti su unità di comando tramite i quali l’utente deve selezionare manualmente, di volta in volta, la specifica configurazione di codifica e trasporto adottata dal flusso video tridimensionale ricevuto da rappresentare, in modo da assicurarne una corretta riproduzione tridimensionale sull’associato dispositivo di visualizzazione.

Nel presente contesto con il termine flusso video si intende una serie di frame o fotogrammi video contenenti ciascuno una o più immagini o dati video. Per dati video si intendono dati che contengono informazioni relative al contenuto video dei fotogrammi, come ad esempio una mappa di profondità nel caso di configurazione “L+depth†. Le immagini e i dati video decompressi contenuti in detti frame hanno una propria configurazione di codifica e trasporto che deve essere nota al dispositivo di visualizzazione per essere correttamente riprodotti. Lo scenario tecnologico appena descritto à ̈ quindi estremamente complesso e variegato visto il grado di complessità raggiunto dagli apparati riproduttori e/o ricevitori, le numerose possibili configurazioni di codifica e trasporto in continua evoluzione, l’assenza di standard di riferimento unificati per la segnalazione ed il riconoscimento di contenuti tridimensionali. Può accadere quindi che la configurazione di codifica e trasporto del flusso video tridimensionale non sia tempestivamente segnalata o non sia segnalata affatto, oppure che essa sia decisa solo all’ultimo istante e/o comunicata per via separata dal segnale, per esempio su una rivista di guida ai programmi televisivi.

Esempi concreti di questa situazione si hanno nel caso di contenuti video trasmessi mediante sistemi di trasmissione di segnali radiotelevisivi in cui i dati di segnalazione del contenuto tridimensionale siano diversi per servizi erogati dallo stesso ente radiotelevisivo (per esempio RAI). Ad esempio, un primo servizio “RaiUno†può utilizzare contenuti tridimensionali aventi configurazione diversa rispetto ad un secondo servizio “RaiDue†, oppure un dato programma trasmesso dal servizio “RaiUno†può utilizzare contenuti tridimensionali configurati secondo la tecnica “side by side†, mentre il programma successivo sempre del servizio “RaiUno†, può utilizzare una configurazione di tipo “top-bottom†. In entrambi i casi i dati di segnalazione potrebbero non essere corretti o aggiornati di conseguenza, ad esempio per mancanza di personale o di risorse economiche o ancora di apparati destinati a tale scopo.

Questo può accadere per esempio in quanto per motivi economici o logistici un fornitore di contenuti video tridimensionali ha a disposizione contenuti caratterizzati da configurazioni di codifica e trasporto diverse, in quanto provenienti da fonti produttive che utilizzano esclusivamente una sola delle configurazioni di codifica e trasporto possibili, ed à ̈ ritenuto troppo oneroso convertire tutti i contenuti in un unico formato. Inoltre à ̈ possibile che lo stesso fornitore di contenuti video sia in grado di produrre contenuti video in un numero limitato di configurazioni di codifica e trasporto possibili, vuoi per contenere i costi, vuoi per scelta determinata da motivi logistici o ingegneristici. Inoltre può accadere che anche nell’ambito dello stesso servizio televisivo alcuni programmi particolari (per esempio film, eventi sportivi trasmessi in diretta) siano trasmessi in 3D mentre altri programmi potrebbero essere invece trasmessi in modalità 2D sullo stesso servizio di televisione digitale (per esempio “RaiUno†).

In entrambe le suddette circostanze, in fase di zapping, ovvero di una serie di selezioni ripetute in cascata in un breve lasso di tempo di servizi televisivi diversi caratterizzati da flussi video con configurazioni in generale differenti, il ricevitore televisivo deve commutare tra diverse configurazioni di codifica e trasporto per adattare la visualizzazione dei diversi flussi video al medesimo dispositivo di visualizzazione associato al ricevitore. Ciò comporta un certo ritardo nella corretta riproduzione del flusso video del servizio televisivo appena selezionato; pertanto può accadere che il flusso video appena selezionato venga temporaneamente riprodotto in modo errato finché non sia stata acquisito il cambiamento nella configurazione di codifica e trasporto e non sia stato effettuato il relativo cambio di adattamento del nuovo flusso video al formato di riproduzione 3D adottato sul dispositivo di visualizzazione. Come palliativo si può interrompere la riproduzione video o effettuare un fermo immagine su detto dispositivo fino a commutazione avvenuta, ma rimarrebbe il disagio dell’utente che deve attendere un certo lasso di tempo finché non à ̈ avvenuto il nuovo adattamento alla riproduzione dell’ultimo servizio televisivo selezionato.

Scopo della presente invenzione à ̈ quello di indicare un metodo per l’acquisizione e la memorizzazione di dati relativi ad un flusso video tridimensionale, ed un relativo apparato di elaborazione video, che permette di velocizzare la riproduzione di un flusso video secondo la corretta configurazione di codifica e trasporto.

Un ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ quello di indicare un metodo per l’acquisizione e la memorizzazione di dati relativi alla configurazione assunta da un flusso video tridimensionale, ed un relativo apparato di elaborazione video, che permette all’utente di gestire in modo semplice e immediato l’elaborazione di flussi video tridimensionali indipendentemente dalle possibili molteplici configurazioni di codifica e trasporto che il flusso video può presentare.

Un ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ quello di indicare un metodo per l’acquisizione e la memorizzazione di dati relativi ad un flusso video tridimensionale, ed un relativo apparato di elaborazione video, che permette di minimizzare le operazioni che un utente deve svolgere per ottenere una corretta riproduzione di un flusso video tridimensionale.

In sintesi, la presente invenzione riguarda un metodo ed un dispositivo di acquisizione e memorizzazione di dati relativi a flussi video selezionabili dall’utente, in cui detti flussi video presentano una determinata configurazione di codifica e trasporto per produrre una visualizzazione di tipo tridimensionale. Il dispositivo comprende una memoria dove vengono inseriti i dati di identificazione che identificano i flussi video selezionabili dall’utente, i dati di configurazione che identificano le configurazioni di codifica e trasporto dei flussi video, e l’associazione fra i dati di identificazione dei flussi video e i dati di configurazione di codifica e trasporto dei flussi video. Ogni volta che l’utente seleziona un certo flusso video identificato da uno dei dati di identificazione del flusso, il dispositivo verifica se era stata memorizzata una configurazione di codifica e trasporto del flusso video selezionato e la può utilizzare immediatamente per effettuare una corretta riproduzione su un associato dispositivo di visualizzazione. Successivamente il dispositivo può verificare se nel flusso video in riproduzione sono presenti i relativi dati di configurazione e in caso positivo applicare questi ultimi dati di configurazione per la riproduzione del flusso sull’associato dispositivo di visualizzazione.

Quindi nel caso di richiamo di un flusso video tridimensionale già memorizzato secondo il metodo oggetto della presente invenzione, il dispositivo di visualizzazione non deve estrarre immediatamente la configurazione di codifica e trasporto dal flusso video stesso prima di convertirlo in modo appropriato in un formato riproducibile correttamente da un associato dispositivo di visualizzazione, ma può andare a leggere la configurazione di codifica e trasporto in modo semplice e immediato da una memoria che ha tempi di accesso molto più brevi rispetto a quelli necessari per estrarla da un apposito metadato presente nel flusso.

Nel caso di un certo contenuto video presente in un file o altro supporto logico multimediale che non contenga alcuna indicazione sulla configurazione di codifica e trasporto, l’utente non deve inserire nuovamente tale configurazione manualmente in caso di successiva selezione del medesimo file per la riproduzione su uno schermo o altro dispositivo di visualizzazione.

Ulteriori caratteristiche e scopi dell’invenzione sono oggetto delle allegate rivendicazioni che si intendono parte integrante della presente descrizione, i cui insegnamenti risulteranno maggiormente chiari dalla descrizione dettagliata di una forma preferita di realizzazione fatta a titolo esemplificativo, ma non limitativo, con riferimento agli annessi disegni.

Con particolare riferimento alle Figure allegate in cui:

- la Figura 1 rappresenta uno schema a blocchi di un apparato di riproduzione di contenuti bi- e tridimensionali;

- la Figura 2 rappresenta uno schema a blocchi di un sistema di riproduzione alternativo rispetto a quello di fig.1;

- le Figure 3 e 4 rappresentano rispettivamente una prima ed una seconda forma di realizzazione di una struttura dati memorizzabile in un dispositivo secondo la presente invenzione;

- la Figura 5 rappresenta una realizzazione di una struttura dati memorizzabile in un dispositivo secondo la presente invenzione;

- le Figure 6 e 7 rappresentano dei diagrammi di flusso di un metodo di acquisizione ed elaborazione dati secondo la presente invenzione.

Con riferimento alla Figura 1, viene indicato un sistema 100 di acquisizione, elaborazione e riproduzione di contenuti tridimensionali (ed anche bidimensionali) che comprende:

- una pluralità di sorgenti S1,… Sndi segnali tridimensionali ma anche bidimensionali, in cui tali sorgenti S1,… Snpossono ad esempio assumere forma di lettori di dischi Blu-ray/DVD, sintonizzatori per ricevere trasmissioni televisive di tipo broadcast, lettori di memorie utilizzanti l’interfaccia USB, memorie di tipo elettronico (USB, flash disk, hard disk, a stato solido) o di tipo ottico, interfacce wireless, cavi Ethernet, e così via;

- un decodificatore 1 che acquisisce e decodifica i dati forniti da una sorgente Si; tali sorgenti sono generalmente associabili una alla volta al decodificatore 1 mediante un dispositivo multiplexer di selezione non mostrato in figura;

- un processore video 15 atto a inserire determinate interfacce grafiche in un flusso video;

- un apparato di visualizzazione 21 comprendente un dispositivo di visualizzazione 5, atto a visualizzare almeno il flusso video, ed una unità di controllo di visualizzazione 17 atta a gestire l’attività del dispositivo di visualizzazione 5. Il dispositivo di visualizzazione 5 può essere uno schermo di qualsiasi tipo, per esempio LCD, plasma, a retroproiezione oppure un videoproiettore; in generale, può essere costituito da un qualsiasi apparato atto a riprodurre le immagini di un flusso video in forma percepibile dall’occhio umano;

- una interfaccia dati 3 atta a fornire all’apparato di visualizzazione 21 dati utili alla visualizzazione del flusso video;

- una unità di controllo 23 dell’interfaccia dati 3 atta a gestire l’attività dell’interfaccia dati 3;

- mezzi di memorizzazione 12, costituiti da una o più aree di memoria di tipo volatile oppure non volatile, atti a memorizzare tabelle ed altre strutture dati; - un modulo di controllo 9 atto a fornire in uscita dati utili alla visualizzazione dei flussi video di tipo tridimensionale e bidimensionale;

- una unità di comando 6 che fornisce in uscita segnali al modulo di controllo 9 in risposta ad una operazione attuata da un utente: l’unità di comando 6 può essere implementata in vari modi come ad esempio una pluralità di tasti, un telecomando e così via, in modo da permettere ad un utente di selezionare funzioni ed impartire comandi.

L’apparato 300 può, ad esempio, essere rappresentato da un televisore, un settop box, un videoregistratore, un telefono cellulare e così via, dotati della capacità di acquisire ed elaborare contenuti video tridimensionali. Si noti che, in ogni caso, ai fini della presente invenzione, l’apparato di visualizzazione 21 può anche non essere incorporato in un apparato di elaborazione video 300 ma essere associabile o collegabile ad esso mediante mezzi di collegamento o interfaccia dati qualsiasi di tipo noto, sia via cavo (per esempio HDMI, DVI, Display port, SCART, RCA-Cinch) che wireless. Nel caso in cui l’apparato di visualizzazione 21 sia incorporato nell’apparato 300, l'interfaccia può assumere la forma di un bus dati interno all’apparato 300. In quest’ultimo caso si può prevedere, in alternativa, che il modulo di controllo 9 presenti una quinta uscita 7, collegata direttamente all’unità di controllo di visualizzazione 17, così come riportato in Figura 2. L’insegnamento della presente invenzione à ̈ attuabile a prescindere dalla presenza o meno dell’apparato di visualizzazione 21. All’interno dell’apparato 300 à ̈ compreso un dispositivo di elaborazione 200 che comprende il modulo di controllo 9, i mezzi di memorizzazione 12 e mezzi 10 per acquisire dati identificativi di un flusso video avente una configurazione di codifica e trasporto atta a produrre una visualizzazione tridimensionale e dati identificativi di detta configurazione di codifica e trasporto.

La sorgente Siacquisisce un contenuto video tridimensionale e lo invia sotto forma di un flusso di codifica e trasporto Fisu una linea dati 30 al decodificatore 1. Nel presente contesto si intende con il termine flusso di codifica e trasporto un flusso di informazioni, contenente i dati di un flusso video compresso o decompresso ed una serie di metadati riguardanti il flusso video stesso, atto a essere trasportato su uno specifico mezzo di codifica e trasporto. Ciascuna delle sorgenti S1, …, Snfornisce un flusso di codifica e trasporto F1, …, Fntramite una corrispondente linea dati 30.

In particolare, nel flusso di codifica e trasporto Fipresente sulla linea dati 30 sono inclusi una serie di metadati che, fra le altre informazioni, possono contenere anche quelle identificative della provenienza e/o del contenuto del flusso video. Questi dati identificativi possono essere parzialmente integrati con informazioni aggiunte dall’apparato 300, quali per esempio il numero di programma su cui un dato flusso video ricevuto da un sintonizzatore TV à ̈ stato memorizzato o l’identificativo della porta di comunicazione (SCART, USB, AV1, EXT1, DVI, HDMI1, HDMI2 e così via) su cui il flusso video transita.

Nel caso di flusso video codificato, il decodificatore 1 à ̈ in grado di decomprimere i dati relativi al flusso video compresso contenuti nel flusso di codifica e trasporto Fifornito dalla linea dati 30, o comunque di estrarre dal generico flusso di codifica e trasporto Fifornito dalla generica linea dati 30 il flusso video Fi, e di inviare mediante una prima uscita 2 il flusso video stesso al processore video 15. Alla prima uscita 2 del decodificatore 1 si ottiene quindi il flusso video contenente le immagini impacchettate nel flusso di codifica e trasporto Fifornito dalla linea dati 30. Le immagini assumono una particolare configurazione di codifica e trasporto all’interno del flusso video Fiin modo da produrre sul dispositivo di visualizzazione 5 una visualizzazione avente lo scopo di creare un effetto di tipo tridimensionale.

Il modulo di controllo 9 controlla l’attività del processore video 15 tramite una seconda uscita 13, in base al cui valore il processore video 15 opera in modalità diverse tra loro.

Secondo una prima modalità operativa, il processore video 15 si limita a fornire in uscita il flusso video. In una seconda modalità operativa, il processore video 15 elabora i contenuti del flusso video in modo da ottenere un flusso video modificato che contiene una apposita interfaccia grafica destinata all’utente. Il flusso video o il flusso video modificato contenente l’interfaccia grafica vengono inviati, tramite un collegamento 18 all’unità di controllo dell’interfaccia dati 23. L’unità di controllo 23 invia all’interfaccia dati 3, tramite una terza uscita 22, un flusso di codifica e trasporto atto ad essere trasportato sull’interfaccia dati 3 e contenente il flusso video. Nei metadati del flusso di codifica e trasporto viene inserito un valore di configurazione di codifica e trasporto del flusso video, detta configurazione essendo inviata all’unità di controllo 23 tramite una quarta uscita 8 del modulo di controllo 9. Il flusso di codifica e trasporto viene quindi inviato tramite l’interfaccia dati 3 all’apparato di visualizzazione 21, in particolare all’unità di controllo di visualizzazione 17, la quale elabora detto flusso di codifica e trasporto in modo da fornire, al dispositivo di visualizzazione 5, un formato di visualizzazione compatibile con il dispositivo di visualizzazione 5 stesso.

È possibile prevedere, in entrambe le modalità di funzionamento del processore video 15, che il modulo di controllo 9 invii tramite la seconda uscita 13, in risposta alla selezione di un flusso video o comunque all’invio di un apposito comando da parte dell’utente, un segnale contenente il valore di configurazione di codifica e trasporto del flusso video selezionato al processore video 15, il quale inserisce, in una forma grafica riconoscibile dall’utente, l’informazione relativa al valore di configurazione di codifica e trasporto nelle immagini componenti il flusso video selezionato. In questo modo l’utente può leggere sul dispositivo di visualizzazione 5 la configurazione di codifica e trasporto del flusso video selezionato.

Il decodificatore 1 estrae i metadati contenenti le informazioni identificative della provenienza del contenuto video tridimensionale, eventualmente associati ad altri dati ad esso precedentemente associati dall’apparato 300 o da esso ricavabili per altra via (per esempio dal numero di programma, nome del servizio, nome e/o dimensione del file o porta di origine).

Il modulo di controllo 9 riceve i metadati tramite i mezzi 10 per acquisire dati identificativi di un flusso video ed estrae da detti metadati i dati di identificazione del flusso video. Nel caso di flussi di codifica e trasporto provenienti da emittenti televisive, ciascuna emittente televisiva ha un proprio codice identificativo per ciascun servizio ovvero programma distribuito. Ad esempio, nel caso di trasmissione digitale terrestre, tale codice identificativo à ̈ l’informazione LCN (“Logic Channel Number†) che viene utilizzata dagli appositi ricevitori televisivi, al fine di assegnare automaticamente ad ogni servizio ricevuto una posizione predefinita nell’elenco dei servizi ricevuti. Al limite potrebbe essere utilizzati anche quale identificativo di servizio un identificativo del contenuto video del servizio, per esempio il PID (Packet Identifier) caratterizzante l’elementary stream associato a un determinato flusso video di un transport o program stream MPEG. Anche il singolo titolo di programma, trasmesso all’interno del canale televisivo o servizio, viene segnalato tramite opportuni codici di identificazione come avviene per le tabelle EIT dello standard DVB, contenute nell’MPEG-2 Transport Stream. Al limite, se una certa emittente trasmette sempre e solo flussi video stereoscopici con la stessa configurazione, si può memorizzare in una tabella, rappresentata in Figura 3, anche solo il numero di programma su cui tale servizio à ̈ stato memorizzato dall’apparato 300 nella tabella programmi, in modo da essere selezionabile per la riproduzione tramite, per esempio, la digitazione del relativo numero di programma, utilizzando i tasti numerici dell’unità di comando 6 o i relativi tasti di incremento o decremento di numero di programma (il cosiddetto “zapping†).

Considerazioni simili valgono per flussi di codifica e trasporto provenienti da altri tipi di sorgenti Si, ad esempio provenienti da un supporto di memoria a stato solido, come una chiavetta USB, o di tipo ottico, come un lettore Bluray/DVD (nel caso l’apparato ricevitore sia dotato di una interfaccia USB o di un lettore Blu-ray/DVD), in cui i metadati includono informazioni riguardanti il nome del file, il suo contenuto e l’ubicazione del file all’interno del supporto di memoria.

La Figura 3 rappresenta quindi una struttura dati comprendente almeno i seguenti campi: nome servizio o file, titolo programma o file, sorgente o numero programma e configurazione di codifica e trasporto. L’utilità di detta struttura dati sarà ulteriormente chiarita nel seguito.

Acquisito il dato di identificazione del flusso video, il modulo di controllo 9 verifica se nei mezzi di memorizzazione 12, a cui à ̈ collegato tramite una linea di scambio dati 11, sia già associato a tale dato di identificazione del flusso video tridimensionale un dato di configurazione che identifica la configurazione di codifica e trasporto delle immagini appartenenti al flusso stesso.

In caso positivo, la configurazione identificata dai dati di configurazione viene automaticamente fornita, tramite la quarta uscita 8 del modulo di controllo 9, all’unità di controllo 23 dell’interfaccia dati 3 così come riportato in figura 1. In tal modo il flusso video tridimensionale può essere correttamente visualizzato, dato che il segnale inviato su un ingresso 4 dell’apparato di visualizzazione 21 comprende sia il flusso video che la configurazione di codifica e trasporto ad esso associato tramite il modulo di controllo 9. In alternativa, la configurazione identificata dal dato di configurazione può essere automaticamente fornita, tramite la quinta uscita 7, direttamente all’unità di controllo di visualizzazione 17 così come raffigurato in figura 2. In definitiva i dati relativi alla configurazione di codifica e trasporto possono essere utilizzati immediatamente per la riproduzione del flusso video selezionato dall’utente senza doverlo ricavare in qualche altra maniera, per esempio estrapolandoli da uno o più metadati contenuti nel flusso video medesimo, ricavandoli da analisi del contenuto video o chiedendoli all’utente.

Una descrizione particolareggiata del metodo secondo la presente invenzione à ̈ illustrato in Figura 6. In occasione di una selezione di un flusso video da parte dell’utente (per esempio servizio televisivo, file video AVI, video su supporto DVD o blu-ray) il dispositivo 200 inizia (blocco START 400) ad acquisire al passo 410 i dati identificativi atti a identificare il flusso video selezionato, dati che possono variare a secondo del tipo di flusso video. Al passo 420 viene verificato se nei mezzi di memorizzazione 12 sono memorizzati dati relativi alla configurazione di codifica e trasporto per il flusso video identificato al passo 410. In caso positivo il dispositivo 200 acquisisce dai mezzi di memorizzazione 12 tali dati relativi alla configurazione di codifica e trasporto e li fornisce (blocco 460) in uscita al dispositivo di elaborazione video 300, il quale li può utilizzare (blocco 470) per la riproduzione del flusso video selezionato su un associato dispositivo di visualizzazione 5.

Le operazioni eseguite in caso di mancato ritrovamento nei mezzi di memorizzazione 12 di una associazione tra il flusso video selezionato e la relativa configurazione di codifica e trasporto (riquadro 40 di figura 6) à ̈ del tutto inessenziale ai fini della presente invenzione. Comunque a titolo di esempio si può prevedere che venga verificato (blocco 430) se à ̈ possibile ricavare una configurazione di codifica e trasporto dal flusso video selezionato. In caso positivo tale configurazione viene ricavata e memorizzata nella memoria 12 (blocco 440). In caso negativo si può chiedere all’utente di inserire manualmente tale configurazione con l’ausilio di una opportuna interfaccia grafica o dialogo interattivo (blocco 450); al termine dell’inserimento essa viene memorizzata nei mezzi di memorizzazione 12.

Alternativamente alle operazioni suddette si può anche semplicemente associare e memorizzare mezzi di memorizzazione 12 al flusso video selezionato una configurazione di default, per esempio “nessuna configurazione 3D†corrispondente a “formato 2D†. L’eventuale associazione a una configurazione differente viene demandata all’utente in un momento successivo, in quanto l’utente può vantaggiosamente essere messo in grado di modificare le associazioni conservate mezzi di memorizzazione 12, per esempio previo inserimento di una parola d’ordine.

Una volta che i dati relativi alla configurazione necessari ad una corretta riproduzione tridimensionale del flusso video selezionato sono stati acquisiti à ̈ possibile per maggiore sicurezza verificarne l’esattezza a partire dal flusso video selezionato, per esempio verificando se vi sono inclusi dati relativi alla propria configurazione di codifica e trasporto, in forma di metadati. Infatti in caso di flussi video corrispondenti a servizi televisivi può accadere che, a causa di modifiche di palinsesto o ad aggiornamento di tipo tecnologico, l’operatore che fornisce il servizio abbia cambiato la configurazione di trasporto utilizzata per un certo servizio o per un particolare programma o insieme di programmi o contenuti video trasmessi su un certo servizio tv.

Supponiamo ad esempio che da un certo punto in poi tutte le trasmissioni della rete “RaiUno†passino dal formato 2D al formato “3D side by side L/R†. In tal caso il dispositivo 200 continuerebbe ad acquisire e fornire una configurazione di codifica di trasporto errata in quanto non si accorgerebbe della variazione di formato. Un inconveniente analogo potrebbe capitare in un altro caso riscontrabile nella pratica, ovvero che un particolare programma o gruppi di programmi o di contenuti video provenienti da una determinata emittente televisiva abbiano formato difforme rispetto al resto della programmazione. Per esempio potrebbe accadere che il programma “La domenica sportiva†venga trasmesso da RaiTre nel formato 3D “L Depth†mentre il resto della programmazione rimanga in formato 3D side by side.

Pertanto risulta vantaggioso che almeno per certi tipi di sorgenti di flusso video (per esempio quelli televisivi) venga effettuato una verifica che i dati relativi alla configurazione acquisiti dall’area di memoria del dispositivo siano corretti a partire dal flusso video stesso, in modo autonomo senza coinvolgere l’utente, per quanto possibile. Qualora dalla verifica risultasse che la configurazione di codifica e trasporto corrisponde a quella acquisita non verrebbe compiuta alcuna operazione; se invece non fosse così il dispositivo 200 fornirebbe in uscita la configurazione di codifica e trasporto risultante dai dati di configurazione desunti dal flusso video, che, ove presenti, avrebbero la prevalenza rispetto a quelli precedentemente acquisiti e memorizzati nella memoria o area di memoria 12, in quanto probabilmente più aggiornati rispetto a questi ultimi.

In Figura 7 viene illustrato in dettaglio il metodo di verifica della correttezza dei dati relativi alla configurazione di codifica e trasporto acquisita dai mezzi di memorizzazione 12. Qualora questa verifica sia attivata (blocco di START 500), il dispositivo 200 esegue (blocco 510) il passo di ricavare la configurazione di codifica e trasporto dal flusso video selezionato dall’utente per esempio a partire da metadati contenuti nel flusso video selezionato oppure in base all’analisi del contenuto video del medesimo. Al passo 520 viene verificato se la configurazione di codifica e trasporto acquisita dai mezzi di memorizzazione 12 per il flusso video selezionato corrisponde a quella contenuta nel medesimo. In caso affermativo il processo termina (blocco STOP 550), altrimenti viene memorizzata nei mezzi di memorizzazione 12 in modo opportuno l’associazione tra i dati identificativi del flusso video selezionato e la relativa configurazione di codifica e trasporto (blocco 530). Tale associazione sarà diversa da quella o quelle precedentemente presenti nei mezzi di memorizzazione 12 per quel flusso video in quanto individuano un contenuto video del flusso selezionato avente configurazione discordante rispetto a quella o quelle precedentemente associate al flusso. Al blocco 540 viene acquisita e fornita in uscita la configurazione di codifica e trasporto desunta dal flusso video selezionato che va a sostituire quella precedentemente applicata al blocco 470 di figura 6 per la riproduzione del flusso video all’associato dispositivo di riproduzione 5. A questo punto il processo termina.

Il processo di verifica appena descritto può essere ripetuto non solo in occasione di selezione di un flusso video da parte dell’utente, ma anche in ogni altra occasione in cui à ̈ possibile il cambiamento della configurazione di trasporto per il flusso video selezionato per la riproduzione. Tipicamente per flussi video appartenenti a servizi televisivi ciò avviene per esempio per i cambiamenti dei programmi trasmessi dall’emittente televisiva. Ciò à ̈ reso possibile dalla presenza, nel flusso video contenuto in un transport stream MPEG secondo lo standard DVB dalle tabelle informative degli eventi EIT (Event Information Table) che contengono informazioni riguardo ai programmi correnti e futuri dei servizi televisivi digitali (di tipo DVB) contenuti in un transport stream MPEG 2. In tal modo possono essere tempestivamente rilevati e memorizzati nei mezzi di memorizzazione 12 contributi video di un servizio televisivo avente configurazione di codifica e trasporto discordante rispetto a quello precedentemente memorizzato per il flusso video relativo a quel servizio.

La correttezza dei dati relativi alla configurazione può essere effettuata dal dispositivo 200 verificando la presenza di metadati relativi alla propria configurazione di codifica e trasporto. Questi metadati potrebbero essere presenti in modo associato o meno al particolare programma in corso di trasmissione. Laddove l’emittente trasmetta i dati relativi alle configurazioni di trasporto utilizzate in associazione coi programmi che le utilizzano, à ̈ possibile memorizzare nei mezzi di memorizzazione 12 quali dati identificativi del flusso video, per esempio, il nome o codice del servizio televisivo, il suo codice LCN o altro dato in grado di identificare un servizio televisivo o per lo meno il suo flusso video, congiuntamente al o ai programmi che utilizzano una certa configurazione di trasporto.

Ciò potrebbe vantaggiosamente essere fatto per esempio limitatamente ai programmi aventi una configurazione di trasporto discordante dalla maggioranza, per cui ci sarebbe una configurazione di default valida per un flusso video appartenente a un certo servizio a meno che il programma attualmente trasmesso non sia tra quelli aventi configurazione discordante. In tal modo si può risparmiare capacità di memoria ed evitare di dovere memorizzare una associazione per tutti i programmi appartenenti a un servizio televisivo utilizzante almeno due configurazioni di codifica e trasporto. Per esempio, supponiamo che l’emittente “RaiTre†, trasmetta tutti i programmi in 2D tranne “La domenica sportiva†, che utilizza il formato 3D “L depth†. Inizialmente il dispositivo ha memorizzato nei mezzi di memorizzazione 12 quale configurazione di codifica e trasporto un dato che corrisponde a “nessun formato 3D†ovvero a formato “2D†. Siccome questo vale a prescindere dal programma trasmesso, viene memorizzata una sola associazione per il servizio RaiTre tra l’identificativo di servizio di RaiTre e la configurazione di codifica e trasporto “2D†. Successivamente alla ricezione della prima puntata del programma “La domenica sportiva†avente configurazione di trasporto “L depth†nel corso della procedura di verifica di figura 7, il dispositivo 200 aggiunge nei mezzi di memorizzazione 12 l’associazione tra l’identificativo di flusso costituito dalla combinazione di identificativo di servizio “RaiTre†e nome programma “La domenica sportiva†con la configurazione “L depth†. Siccome il programma successivo (per esempio “TG3†) à ̈ di nuovo in formato 2D il dispositivo non memorizza una nuova associazione costituita da identificativo (“RaiTre†“TG3†) con la configurazione “formato 2D†in quanto à ̈ già presente una associazione tra “RaiTre e formato 2D, che deve quindi intendersi come valida “di default†per i programmi di RaiTre, ovvero per tutti i programmi di RaiTre per i quali non à ̈ espressamente presente nella memoria 12 una associazione specifica, ovvero comprendente un titolo di programma (vedi figura 5).

Per le emittenti che inviano nel flusso video l’informazione sulla configurazione di codifica e trasporto relativa a ogni programma televisivo trasmesso à ̈ possibile che il metodo di correzione attuato dal dispositivo 200 preveda di memorizzare quale identificativo di flusso la coppia (identificativo di servizio, titolo programma) o al limite, ove ciò fosse sufficiente per una identificazione univoca anche il solo titolo del programma. Ciò à ̈ possibile in quanto sono presenti nello standard MPEG le tabelle EIT che contengono i titoli dei programmi, per cui basta aggiungere un dato di tipo privato che denoti la configurazione di codifica e trasporto utilizzata per trasmettere quel programma. Al limite i mezzi di memorizzazione 12 potrebbero contenere una vera e propria EPG (Electronic Program Guide) cui viene aggiunto per ogni programma per cui sia disponibile, la configurazione di codifica e trasporto utilizzata dall’emittente per la sua trasmissione.

In via alternativa o cumulativa à ̈ possibile verificare la presenza e la correttezza della configurazione di codifica e trasporto (rispettivamente il blocco 430 di figura 6 e 510 di figura 7) anche per mezzo di una analisi del contenuto video del flusso video selezionato attraverso qualsiasi algoritmo di rilevazione di tale configurazione. Questa analisi può essere eseguita da un apposito modulo hardware o software interno all’apparato di elaborazione video 300 (non rappresentato nelle Figure 1 e 2) oppure essere inoltrato ad un dispositivo, in grado di analizzarlo ed estrapolarne mediante opportuni algoritmi la configurazione di codifica e trasporto.

Nel caso in cui per qualsiasi motivo l’associazione memorizzata nei mezzi di memorizzazione 12 ricavata col metodo descritto sia errato, ovvero a un flusso video 3D viene associata la configurazione “nessuna configurazione 3D†, avviene tipicamente che il flusso video viene rappresentato su un dispositivo di visualizzazione associato all’apparato di elaborazione video 300 come se fosse di formato 2D, ovvero bidimensionale. L’utente può rilevare una errata visualizzazione del flusso video sul dispositivo di visualizzazione 5 e, tramite l’unità di comando 6, può inviare su una sesta uscita 14 un segnale di comando di segnalazione di errata visualizzazione, dovuta appunto alla errata o comunque non aggiornata associazione contenuta nei mezzi di memorizzazione 12. Il modulo di controllo 9, ricevuto il segnale di comando, opera secondo una prima procedura di associazione e memorizzazione, al fine di acquisire dall’utente la corretta configurazione da associare al dato di identificazione corrispondente al flusso video visualizzato sul dispositivo di visualizzazione 5. Nella prima procedura di associazione e memorizzazione il modulo di controllo 9 richiede, attraverso la seconda uscita 13, al processore video 15 di operare nella seconda modalità operativa di funzionamento precedentemente descritta, ossia di inserire una interfaccia grafica nelle immagini componenti il flusso video; in particolare, l’interfaccia grafica contiene una richiesta di inserimento, rivolta all’utente, della configurazione di codifica e trasporto del flusso video attualmente selezionato. L’utente, quindi, immette la configurazione di codifica e trasporto tramite l’unità di comando 6; il relativo segnale di comando di utente viene quindi inviato al modulo di controllo 9 tramite la sesta uscita 14 dell’unità di comando 6.

Al fine di risparmiare spazio di memoria, può essere vantaggioso assumere che un identificativo di flusso video non presente nella struttura dati di figura 3 sia per default 2D. Il modulo di controllo 9 del dispositivo può monitorare con una frequenza predeterminata (per esempio ogni 1 o 2 secondi) la presenza di identificativi nel flusso video rappresentato sul dispositivo di visualizzazione 5. Quando viene rilevato un cambiamento nei dati identificativi (per esempio cambio di numero di programma, di servizio, di trasmissione, di canale di frequenza di trasmissione, di porta di ingresso del flusso video, di nome di file, di titolo e/o nome volume di un disco DVD o Blu-ray, eccetera) il modulo di controllo 9 effettua una scansione delle associazioni presenti in memoria per verificare quale configurazione di codifica e trasporto à ̈ associata al dato identificativo di flusso video e produce in uscita il relativo dato di configurazione secondo il diagramma di flusso illustrato in figura 6. Nel caso il dato di configurazione non venga reperito nel flusso selezionato, il modulo di controllo 9 presume che il flusso abbia configurazione 2D e tratta quindi il flusso video come previsto per gli ordinari flussi video bidimensionali, segnalando in uscita che si tratta di flusso video 2D. L’associato apparato di visualizzazione 21 potrebbe far sì che il flusso video venga rappresentato sul relativo dispositivo di visualizzazione 5 come se fosse bidimensionale, ovvero senza applicare alcun meccanismo di adattamento di visualizzazione del flusso video in ingresso per ottenere l’effetto tridimensionale.

Un esempio di associazioni memorizzate nei mezzi di memorizzazione 12 viene riportato in Figura 3. In questo esempio all'emittente televisiva o servizio “RaiUno†(e/o numero di canale di frequenza e/o numero di programma su cui tale servizio à ̈ memorizzato) si associa la configurazione di codifica e trasporto di tipo “Side by side†. Quindi, ogni qual volta viene selezionato il flusso video “RaiUno†(e/o il corrispondente numero di canale di frequenza e/o di programma), si avrà all’uscita del modulo di controllo 9 l’associata configurazione che viene trasmessa all’apparato di visualizzazione 21 in modo da permettere la corretta riproduzione del contenuto tridimensionale. Analoghe considerazioni valgono per il servizio “RaiDue†. Nei casi di “RaiUno†e “RaiDue†si considera che l’intera programmazione abbia contenuti tridimensionali. Nel caso invece che solo alcuni programmi utilizzino contenuti 3D viene identificato il flusso video tramite l’identificatore di servizio. Nella tabella di Figura 5 viene riportato l’esempio di “RaiTre†, e l’identificatore del programma: “La domenica sportiva†. In questo modo viene fornita in uscita dal modulo 9 la configurazione di tipo “L Depth†unicamente quando il servizio “RaiTre†trasmette il programma “La domenica sportiva†.

Un diverso caso, sempre riguardante servizi televisivi, si ha quando la maggioranza dei flussi trasmessi presenta una prima configurazione tridimensionale (ad esempio di tipo “side by side†R/L per il servizio “RaiSatCinema†) e solo alcuni singoli eventi o programmi hanno una seconda differente configurazione (ad esempio di tipo “Top-bottom†per il film “Il ritorno dello Jedi†sempre trasmesso da “RaiSatCinema†). In questa situazione, quindi, ogni qual volta viene selezionato il flusso video “RaiSatCinema†si avrà all’uscita del modulo di controllo 9 l’associata configurazione indicante il tipo “side by side†tranne nel caso in cui sia trasmesso su questo servizio il film “Il ritorno dello Jedi†in cui si avrà, invece, in uscita l’associata configurazione indicante il tipo “Top-bottom†. Nel caso di contenuti tridimensionali provenienti da emittenti televisive, à ̈ quindi possibile associare una configurazione di codifica e trasporto delle immagini contenute nel flusso video tridimensionale non solo ad un codice identificativo del servizio (ad esempio nello standard DVB-T il codice LCN identificante il servizio), ma anche ad un codice identificativo del programma trasmesso (ad esempio, nello standard DVB-T all’interno delle tabelle EIT trasmesse nel flusso di codifica e trasporto MPEG-2 si trovano le informazioni identificanti il programma). In questo modo à ̈ possibile associare automaticamente una configurazione di codifica e trasporto direttamente ad un programma televisivo e non solo ad un servizio. Nelle due ultime righe della tabella di Figura 3 si indica un esempio di associazione valida nel caso in cui i contenuti video siano memorizzati su un supporto di memorizzazione. In questo caso il flusso video tridimensionale viene identificato mediante il percorso del file da cui proviene il contenuto 3D: à ̈ possibile per assicurarne una identificazione assolutamente univoca di memorizzare anche la dimensione del file, data e ora di creazione un codice CRC32 o codice Hash ottenuto dal suo contenuto. Inoltre possono essere previste, analogamente a quanto previsto per le emittenti televisive, diversi tipi di associazione, ad esempio associare un file, identificato mediante il relativo percorso di file ed il tipo di configurazione.

In Figura 3 il file “C:\Filmati3D\vacanze01.mkv†à ̈ associato alla configurazione di codifica e trasporto “L depth†. Un secondo tipo di associazione à ̈ quello di associare tutti i file provenienti da una specifica cartella o percorso con un tipo di configurazione. Ad esempio, in Figura 3, i file contenuti nel direttorio “C:\Filmati3D†, con l’eccezione di “vacanze01.mkv†già associato alla configurazione di tipo “Side by side†, sono associati alla configurazione “Top Bottom L/R†.

È evidente che la struttura dati di Figura 3 può contenere, oltre al nome servizio o file ed il titolo programma, anche il numero di programma e/o la porta di transito del flusso video che può contribuire a individuarlo in modo univoco. Ovviamente la struttura dati di Figura 3 può eventualmente comprendere anche l’informazione che un certo flusso video à ̈ di tipo bidimensionale e pertanto necessita di un trattamento diverso rispetto a quelli tridimensionali da parte dell’apparato di visualizzazione 21.

La lista di associazioni descritta in Figura 3 rappresenta in realtà la struttura dati presente nei mezzi di memorizzazione 12. Essa può essere fisicamente realizzata in diverse forme implementative note al tecnico del ramo. Ad esempio, essa può essere realizzata in forma di look-up table ovvero una struttura dati in forma di tabella che associa due o più gruppi di dati omogenei tra loro. Questa struttura dati permette di associare ad ogni ammissibile combinazione di dati in ingresso un corrispondente insieme di dati in uscita. Nella presente descrizione i dati di ingresso sono i dati di identificazione di un determinato flusso video a cui corrispondono i dati di uscita, ossia la configurazione di codifica e trasporto di detto determinato flusso video.

In alternativa a tale implementazione, à ̈ possibile immaginare che una lista di dati di configurazione relativi alle possibili configurazioni sia memorizzata in un determinato spazio di memoria dei mezzi di memorizzazione 12 e che l’uscita di detta look-up table corrisponda, invece che direttamente alla configurazione, ad un puntatore alla cella di memoria in cui si trova il dato di configurazione facente parte di detta lista, corrispondente appunto al flusso video identificato. Tale struttura dati modificata à ̈ illustrata in figura 4. Con questa alternativa non à ̈ necessario replicare più volte all’interno della look-up table i dati di configurazione nel caso in cui a più dati di identificazione (per esempio tutti i programmi di RaiTre tranne “La domenica sportiva†) corrispondano i medesimi dati di configurazione di codifica e trasporto. Per eliminare, modificare o aggiungere una associazione nella lista, à ̈ sufficiente che il modulo di controllo 9 esegua quindi le operazioni di eliminazione, modificazione o inserimento degli elementi della look-up table corrispondenti alla data associazione. Ciò vale anche nel caso l’uscita della look-up table sia un puntatore ad una cella di memoria: in questo caso non vi à ̈ bisogno di modificare le celle di memoria contenenti i dati di configurazione.

In alternativa alla tabella di puntatori rappresentata in figura 4, à ̈ possibile utilizzare una lista di puntatori in cui ogni elemento ha due campi di puntatori: il primo punta al prossimo elemento della lista, mentre il secondo punta alla configurazione associata ai dati identificativi del flusso. Quest’ultima struttura dati presenta il vantaggio di un maggior risparmio di spazio di memoria in quanto possono essere facilmente resi liberi gli spazi di memoria contenenti identificativi di flusso diventati obsoleti perché non più rilevati da molto tempo, ovvero da un periodo di tempo maggiore di un valore di soglia predeterminato. È possibile prevedere, infine, che i dati di identificazione del flusso video siano raggruppati e memorizzati in specifici spazi di memoria e che a ciascuno di detti spazi di memoria il modulo di controllo 9 associ una specifica configurazione. In questo caso per eliminare, modificare o aggiungere associazioni, à ̈ sufficiente che il modulo di controllo 9 elimini, sposti o inserisca i dati di identificazione dai o nei corrispondenti spazi di memoria. Inoltre à ̈ da osservare che la lista di associazioni può indifferentemente contenere sia il dato di identificazione del flusso video sia un qualsiasi codice riconducibile a detto dato in forma nota al modulo di controllo 9. Una analoga considerazione vale anche per i dati di configurazione di codifica e trasporto delle immagini.

È anche possibile prevedere che, per la memorizzazione delle associazioni, venga allocato un predeterminato spazio di memoria, per cui, quando questo viene raggiunto o superato, il modulo di controllo 9 effettua una pulizia della memoria eliminando le associazioni corrispondenti agli identificativi i cui flussi video sono stati rilevati in un istante temporale eccessivamente remoto. A tale scopo la struttura dati in cui sono state realizzate le associazioni può essere provvista di un campo dati (non illustrato), aggiornato ogni volta dal modulo di controllo 9, che riporta data e ora in cui il flusso video à ̈ stato rilevato l’ultima volta. Si può anche fare in modo che alcuni flussi particolarmente importanti non possano essere cancellati, quali ad esempio quelli corrispondenti ai flussi video provenienti da emittenti televisive che sono state memorizzate nella tabella programmi. Per evitare di impiegare risorse di calcolo del modulo di controllo 9 durante il normale funzionamento dell’apparato 300 l’operazione di pulizia può essere eseguita nella modalità di funzionamento in stand-by. Inoltre, si può prevedere che essa venga effettuata quando lo spazio di memoria occupato dalle associazioni superi una certa soglia predeterminata.

È inoltre vantaggioso prevedere che in fase di prima installazione, aggiornamento e successiva reinstallazione dell’apparato 300 e conseguente generazione della tabella programmi, il dispositivo di elaborazione 200 allochi parte di tale tabella per contenere le associazioni tra identificativi di emittente (nome o codice emittente che costituiscono in questo caso i dati identificativi di flusso video) ed i rispettivi dati di configurazione.

In una forma preferita di realizzazione dell’invenzione, il dispositivo di elaborazione 200, durante la procedura di prima o successiva reinstallazione o aggiornamento della tabella programmi dell’apparato 100, tenta automaticamente di associare al flusso video la relativa configurazione di codifica e trasporto che la caratterizza, secondo almeno una possibile procedura tra quelle automatiche, ovvero tra quelle che non richiedono l’intervento manuale dell’utente. Ciò può essere fatto applicando su tutti i servizi televisivi ricevuti durante la fase di scansione il metodo illustrato nella figura 6, in cui al posto di flussi selezionati dall’utente per la riproduzione vi sono flussi video di servizi televisivi appena reperiti e sintonizzati su un canale televisivo. Ovviamente in tal caso i mezzi di memorizzazione 12 potrebbero essere inizialmente vuoti ed essere riempiti mano a mano coi dati relativi ai flussi video reperiti nel corso della scansione dei canali. Anche qui si possono usare quali metodi per rilevare la configurazione dei flussi video la presenza di metadati o l’analisi del contenuto video decodificato del flusso. In entrambi i casi, se tale identificativo viene rilevato o desunto con un sufficiente livello di confidenza, esso viene automaticamente associato al flusso video. Le due procedure automatiche possono essere implementate entrambe o singolarmente nello stesso dispositivo di elaborazione 200, a seconda delle scelte progettuali compiute dal fabbricante. In questo modo si minimizza la possibilità che nella memoria 12 non sia reperita alcuna associazione corrispondente al flusso video selezionato dall’utente nella memoria 12 nel corso della ordinaria vita operativa dell’apparato di elaborazione video, ovvero si minimizza la possibilità di esito negativo della verifica effettuata al blocco 420 di figura 6.

Allo stesso modo, ogni qualvolta venga selezionato per la riproduzione un qualsiasi flusso video Fioriginato da una qualsiasi sorgente Sinon recensita nella tabella programmi (per esempio un file su memoria USB oppure un disco ottico di un lettore multimediale), il dispositivo di elaborazione 200 oggetto della presente invenzione può automaticamente attuare lo stesso metodo di figura 6 per evitare che l’utente debba reinserire manualmente la configurazione del flusso video nel caso lo avesse già fatto in occasione di una selezione precedente del medesimo flusso.

Qualora nessuna sistemi delle procedure automatiche eventualmente presenti abbia successo, à ̈ vantaggioso che il dispositivo di elaborazione 200 dia la possibilità all’utente di inserire manualmente i dati di configurazione almeno per quei flussi video (siano essi memorizzati o meno in tabella programmi) per cui non à ̈ stato possibile riconoscerne in modo automatico il valore. Per esempio, alla fine della procedura di programmazione, riprogrammazione o aggiornamento dei programmi, il dispositivo di elaborazione 200 può chiedere all’utente di inserire manualmente i dati di configurazione dei rispettivi flussi video delle emittenti televisive memorizzate in tabella, avvalendosi del metodo di dialogo interattivo con l’utente già menzionato in precedenza.

Le associazioni memorizzate nei mezzi di memorizzazione 12, utilizzate dal modulo di controllo 9 per associare automaticamente i flussi video tridimensionali alle configurazioni di codifica e trasporto delle immagini, possono essere definite in vari modi, ad esempio possono essere memorizzate nei mezzi di memorizzazione 12 in fabbrica in base ad esempio alle informazioni fornite dai provider di contenuti video tridimensionali, oppure possono essere definite e ridefinite dall’utente.

In particolare si può prevedere che il fabbricante inserisca in un’area dei mezzi di memorizzazione 12 un insieme di associazioni tra identificativi di flusso video e le configurazioni di codifica e trasporto che possono essere utilizzate come tabella di partenza su cui applicare il metodo illustrato in figura 6. Queste associazioni possono essere presenti per i flussi video che verranno più probabilmente selezionati dall’utente nel corso della vita operativa dell’apparato di elaborazione video, quali tipicamente i flussi video appartenenti a servizi televisivi, di cui sono note a priori le configurazioni utilizzate.

È anche possibile prevedere che le associazioni definite in fabbrica possano essere modificate successivamente dall’utente o che l’utente possa aggiungerne di nuove. Nella presente descrizione con “definire una associazione†si intende inserire nella lista delle associazioni una nuova associazione. Al contrario, con “ridefinire una associazione†si indica, in un primo caso, la modifica del valore di almeno uno dei due componenti l’associazione, ossia il dato di configurazione e il dato di identificazione, ed, in un secondo caso, l’eliminazione della associazione stessa dalla struttura dati (tabella o lista) che la contiene.

Le associazioni possono essere definite o ridefinite dall’utente secondo diverse opzioni. Ad esempio, una prima opzione consiste nell’utilizzare le procedure di associazione e memorizzazione descritte in precedenza. In una seconda opzione si può prevedere di dare all’utente accesso all’intera lista di associazioni: in questo modo l’utente può definire o ridefinire più associazioni tramite una unica procedura. L’utente, tramite l’unità di comando 6 può inviare sulla sesta uscita 14 un comando di richiesta di modifica della lista di associazioni; in risposta a tale comando, il modulo di controllo 9 legge la struttura dati rappresentante la lista dai mezzi di memorizzazione 12 tramite la linea di scambio dati 11. Successivamente il modulo di controllo 9 invia, sulla seconda uscita 13, la richiesta al processore video 15 di inserire nel flusso video attualmente visualizzato una interfaccia grafica che permetta all’utente di modificare l’intera lista di associazioni. Tale lista può essere parte integrante della tabella programmi che contiene tutti i servizi televisivi memorizzati con le relative informazioni di sintonia. Infine l’utente, tramite l’unità di comando 6, potrà inviare uno o più comandi atti a modificare la lista di associazioni: in risposta a tali comandi, il modulo di controllo 9 provvede, mediante la linea di scambio dati 11, ad aggiornare la struttura dati presente nei mezzi di memorizzazione 12.

È inoltre possibile prevedere che, al fine di agevolare l’utente, nella interfaccia grafica visualizzante detta lista siano elencati gli identificativi di flussi video ancora non associati ad alcun specifico flusso di codifica e trasporto come, ad esempio, una interfaccia grafica che contenga un elenco completo delle emittenti televisive contenute nella tabella programmi generalmente presente nell’apparato 300. Con il termine tabella programmi si intende una tabella o lista contenente un’associazione tra i numeri di programma selezionabili dall’utente mediante l’unità di comando 6 e le emittenti radiotelevisive che l’apparato 300 à ̈ eventualmente in grado di sintonizzare, indipendentemente dalla provenienza e dal mezzo di codifica e trasporto utilizzato per la loro distribuzione. Tale tabella programmi può essere contenuta nei mezzi di memorizzazione 12 o in una separata area di memoria (non riportata nelle figure). In questo modo l’utente à ̈ in grado di definire nuove associazioni di più flussi video non attualmente selezionati per la visualizzazione.

Alternativamente, à ̈ possibile trasmettere al modulo di controllo 9 e/o ai mezzi di memorizzazione 12 un aggiornamento software, che può anche essere periodico, riguardante le informazioni relative a tali associazioni. L’aggiornamento software può essere scaricato ad esempio in automatico nel caso una delle sorgenti Sisia una interfaccia ad Internet; nel caso una sorgente Sisia un sintonizzatore per segnali DVB potrebbe essere trasmesso su un canale di radiodiffusione o altra rete di distribuzione (per esempio Internet). L’aggiornamento software, una volta estratto dal decodificatore 1, viene inviato al modulo di controllo 9 tramite l’ingresso 10. Ovviamente si possono immaginare soluzioni ibride che fanno uso combinato di due o più delle possibilità appena descritte.

La disposizione di elementi funzionali sopra descritta e illustrata in figura 1 e in figura 2 à ̈ del tutto esemplificativa e costituisce un semplice schema a blocchi che rappresenta una forma di realizzazione del dispositivo oggetto della presente invenzione. È evidente che due o più blocchi funzionali possono essere realizzati in un singolo dispositivo hardware, e che uno stesso blocco funzionale può essere attuato in collaborazione tra due elementi circuitali fisicamente separati (per esempio un videoregistratore, un set top box, un televisore, un monitor). Così, per esempio, può accadere che, in futuro, due o più blocchi funzionali tra il processore video 15 e/o il modulo di controllo 9 e/o il decodificatore 1 e/o l’unità di controllo dell’interfaccia dati 23 siano integrati in un unico circuito integrato in cui però sono chiaramente presenti moduli realizzati o in hardware, oppure in software che implementano l’invenzione qui descritta.

In particolare la memoria 12, denominata indifferentemente anche area di memoria o mezzi di memorizzazione, può essere indifferentemente costituita da uno o più moduli separati, essere costituita da una o più parti di tipo volatile o non volatile, comprendere parti esterne o interne al dispositivo 200 e/o all’apparato 300 senza alcuna rilevanza ai fini della presente invenzione.

A sua volta, il modulo di controllo 9 può essere realizzato per mezzo del microprocessore che normalmente sovrintende al funzionamento di un apparato o dispositivo di riproduzione video atto a implementare la presente invenzione. Esso può essere realizzato in forma di software o hardware in logica programmata, oppure può essere realizzato da un circuito apposito.

È evidente che la presente invenzione si può applicare anche al caso in cui il dispositivo di acquisizione e memorizzazione sia associato o sia associabile ad un dispositivo di registrazione video invece che a un dispositivo o apparato di riproduzione video. Questo dispositivo può essere integrato nel medesimo apparecchio o ad esso associato mediante una apposita interfaccia di collegamento, vuoi su cavo (per esempio HDMI, DVI, Display port, Ethernet) vuoi wireless (per esempio Wi-Fi, WLAN).

È importante rimarcare che la presente invenzione à ̈ vantaggiosa anche nel caso in cui il dispositivo riproduttore 3D sia in grado di riconoscere la configurazione del flusso video 3D, in quanto il meccanismo adottato può presentare dei ritardi o dei difetti insormontabili o difficili da superare. Per esempio, in caso di presenza di un sistema di analisi delle immagini del flusso video per ricavarne la configurazione, questa può essere notevolmente complicata in quanto richiede in genere delle complesse elaborazioni computative che richiedono notevole potenza di calcolo e tempi di analisi piuttosto lunghi.

Nel caso in cui la configurazione venga riconosciuta con l’ausilio di appositi metadati inseriti nel flusso video (tecnica adottabile per entrambi i tipi retro compatibili) può accadere che i metadati non vengano riconosciuti a causa di errori di trasmissione o che vengano riconosciuti con ritardo a causa, per esempio, della scarsa frequenza con cui essi vengono trasmessi. In questo caso la memorizzazione associata dei dati di configurazione, secondo la presente invenzione, consente di velocizzare notevolmente l’identificazione della configurazione video ed il conseguente adattamento dell’apparato di visualizzazione in caso di cambio di numero di programma sintonizzato o cambio di configurazione nell’ambito dello stesso programma, al passaggio da una trasmissione all'altra, senza dover aspettare l’acquisizione dei relativi metadati contenuti nel flusso video da riprodurre, che potrebbero non arrivare tempestivamente. Considerazione analoghe valgono per l’identificazione rapida di un generico flusso video tridimensionale acquisito da un supporto di massa di tipo ottico o elettronico allo stato solido associato al dispositivo di riproduzione, ottenuto per esempio da un sito Internet, o per registrazione di una trasmissione televisiva, o per registrazione diretta da una video camera per uso privato.

I valori delle configurazioni di codifica e trasporto citati in questa descrizione e riportati nelle tabelle e nelle altre strutture dati delle figure sono del tutto indicative e simboliche. Esse possono essere costituite da qualsiasi dato, codice o insieme di dati in base a cui il dispositivo 200 e/o l’apparato 300 può individuare quale configurazione associata a un determinato flusso video. Questi dati possono comprendere anche altre caratteristiche della configurazione quali il grado e le modalità di sottocampionamento delle immagini stereoscopiche originarie che compongono il frame composito senza uscire dall’ambito di protezione del presente brevetto.

Inoltre nella presente descrizione si à ̈ fatto riferimento ad una visione tridimensionale basata principalmente su immagini stereoscopiche, ovvero a partire da due immagini distinte. E’ chiaro che la presente invenzione può applicarsi anche ai sistemi cosiddetti multidimensionali o “multiview†in cui la percezione della tridimensionalità della scena à ̈ prodotta da un numero superiore a due viste della medesima scena.

Dunque à ̈ facilmente comprensibile che quanto precedentemente descritto à ̈ passibile di varie modificazioni, perfezionamenti, sostituzioni di parti ed elementi equivalenti senza però allontanarsi dall’idea dell’invenzione, così come à ̈ precisato meglio nelle seguenti rivendicazioni.

Claims (16)

1. RIVENDICAZIONI 1. Metodo per l’acquisizione e la memorizzazione di dati relativi a flussi video (Fi) selezionabili su un apparato di elaborazione video (300) atto a selezionare un flusso video riproducibile su un associato dispositivo di riproduzione (5), detto metodo comprendendo i passi di: - identificare il flusso video tramite dati di identificazione, detto flusso video presentando una configurazione di codifica e trasporto atta a produrre una visualizzazione tridimensionale; - verificare se per il flusso video identificato sono stati memorizzati dati relativi alla configurazione di codifica e trasporto di detto flusso video in mezzi di memorizzazione (12) comprendenti associazioni tra dati di identificazione di flussi video e relative configurazioni di codifica e trasporto; - in caso positivo acquisire da detti mezzi di memorizzazione (12) la configurazione di codifica e trasporto associata al flusso video identificato da detti dati di identificazione, e - utilizzare i dati relativi alla configurazione di codifica e trasporto acquisita per la riproduzione del flusso video selezionato su un associato dispositivo di riproduzione video (5).
2. 2. Metodo secondo la rivendicazione 1, comprendente gli ulteriori passi di - ricavare dal flusso video selezionato per la riproduzione dati relativi alla sua configurazione di codifica e trasporto; - in caso di tentativo con esito positivo verificare se i dati relativi alla ricavata configurazione di codifica e trasporto di detto flusso video corrispondono con quelli memorizzati in detti mezzi di memorizzazione (12), e - in caso di esito negativo, utilizzare i dati relativi alla configurazione di codifica e trasporto acquisiti dal flusso video per la riproduzione video su detto dispositivo (5).
3. 3. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui almeno una parte di dette associazioni à ̈ stabilita utilizzando una struttura dati memorizzata in detti mezzi di memorizzazione (12) dal fabbricante di detto apparato di elaborazione video (300).
4. 4. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui almeno una parte di dette associazioni à ̈ definita o ridefinita tramite aggiornamento software.
5. 5. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui detti dati relativi alla configurazione di codifica e trasporto sono compresi in un o più metadati associati a detto flusso video.
6. 6. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui detti dati relativi alla configurazione di codifica e trasporto sono ricavati analizzando almeno una parte del contenuto video decodificato del flusso video tridimensionale da identificare.
7. 7. Metodo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detto almeno un dato di identificazione comprende dati identificativi di una emittente televisiva.
8. 8. Metodo secondo la rivendicazione 7, in cui detto almeno un dato di identificazione comprende informazioni identificative di una trasmissione televisiva trasmessa da detta emittente televisiva.
9. 9. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui detti dati relativi alla configurazione di codifica e trasporto sono inseribili in modo manuale dall’utente per mezzo di una unità di comando (6) associata a detto apparato di elaborazione video (300).
10. 10. Metodo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui dette associazioni possono essere definite o ridefinite dall’utente di detto apparato.
11. 11. Metodo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta associazione à ̈ rappresentata in forma tabellare come associazione univoca tra detto almeno un dato di identificazione e detto dato di configurazione contenuto in una seconda struttura di dati di una pluralità di configurazioni di codifica e trasporto, detta seconda struttura di dati essendo memorizzata in detti mezzi di memorizzazione (12).
12. 12. Metodo secondo una delle rivendicazioni da 1 a 10, in cui detta associazione à ̈ rappresentata in forma di puntatore tra detto almeno un dato di identificazione e detto dato di configurazione contenuto in una seconda struttura di dati di una pluralità di configurazioni di codifica e trasporto, detta seconda struttura di dati essendo memorizzata in detti mezzi di memorizzazione (12).
13. 13. Apparato di elaborazione (300) di un flusso video atto a generare un flusso video riproducibile da un dispositivo di visualizzazione (5), detto apparato di elaborazione (300) comprendendo mezzi per implementare il metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti.
14. 14. Apparato secondo la rivendicazione 13, in cui detto dato di configurazione viene fornito in uscita tramite una interfaccia dati, in particolare tramite una porta HDMI, DVI, display port o un bus di dati.
15. 15. Apparato secondo la rivendicazione 13, comprendente mezzi per elaborare un segnale video (15) in grado di inserire in detto flusso video riproducibile un’informazione associata a detto dato di configurazione in una forma grafica riconoscibile dall’utente.
16. 16. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 13 a 15, in cui detto apparato di elaborazione (300) incorpora detto dispositivo di visualizzazione (5).