ITTO20110115U1 - Valvola, particolarmente per cisterne portate da veicoli - Google Patents

Valvola, particolarmente per cisterne portate da veicoli

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ITTO20110115U1
ITTO20110115U1 IT000115U ITTO20110115U ITTO20110115U1 IT TO20110115 U1 ITTO20110115 U1 IT TO20110115U1 IT 000115 U IT000115 U IT 000115U IT TO20110115 U ITTO20110115 U IT TO20110115U IT TO20110115 U1 ITTO20110115 U1 IT TO20110115U1
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IT
Italy
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valve
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tube
valve body
hollow member
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IT000115U
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Massimo Farinone
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Metaltecnica Srl
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Description

DESCRIZIONE del modello di utilità dal titolo:
“Valvola, particolarmente per cisterne portate da veicoli”,
TESTO DELLA DESCRIZIONE
Campo del trovato
Il presente trovato si riferisce al campo delle valvole ed è stato sviluppato con particolare riferimento alle valvole per cisterne portate da veicoli, quali carri botte, auto-spurghi e simili, particolarmente per il trattamento di acque nere, liquami e liquidi in genere.
Stato della tecnica
Le cisterne di veicoli del tipo sopra indicato sono tipicamente equipaggiate di valvole di controllo, alle quali viene ad esempio collegato un gruppo di carico e/o scarico di liquami.
In considerazione del tipo di impiego, tali valvole hanno struttura molto solida e sono generalmente realizzate in più pezzi assemblati tra loro a tenuta. Nonostante le loro caratteristiche di robustezza, tali valvole sono usualmente soggette a problemi di congelamento, a causa delle condizioni particolarmente severe di impiego.
E’ generalmente noto che una valvola utilizzata per il controllo del flusso di un liquido può perdere parzialmente o completamente le proprie funzionalità, se esposta a temperature ambiente inferiori a 0°, particolarmente in presenza di residui del liquido all’interno della valvola. La situazione diventa poi particolarmente critica qualora la temperatura ambiente discenda di parecchi gradi sotto lo zero (-20/-40°C): in tali condizioni si può infatti determinare il bloccaggio della valvola anche se al suo interno non vi è sostanziale presenza di liquidi.
La problematica suddetta è particolarmente avvertita nel caso di valvole che equipaggiano cisterne di veicoli soprattutto nei mesi invernali. Ad esempio, in zone con climi particolarmente rigidi, la problematica evidenziata può bloccare anche per alcuni mesi all’anno l’operatività di camion impiegati per attività di spurgo, trasporto o smaltimento di liquami o liquidi in genere.
Allo stato attuale della tecnica, onde ovviare al problema del congelamento delle valvole indicate, è noto impiegare dispositivi di riscaldamento a resistenze elettriche, i quali vengono montati esternamente alla struttura della valvola.
Tali dispositivi sono tuttavia costosi, disagevoli da fissare alla struttura della valvola e presuppongono la presenza di collegamenti elettrici. Tali dispositivi noti, inoltre, presentano l’inconveniente di trasmettere calore in modo concentrato su modeste porzioni della struttura della valvola, spesso in posizione relativamente remota rispetto alla zona critica rappresentata dalla sede di tenuta dell’otturatore della valvola. Sarebbe inoltre auspicabile evitare la presenza di componenti elettrici in prossimità di organi idraulici.
Sono stati anche proposti dispositivi di riscaldamento a fluido caldo, anch’essi applicati all’esterno della struttura della valvola ed all’interno dei quali viene fatto circolare, tramite appositi tubi di derivazione, il liquido del circuito di raffreddamento del veicolo. Anche i dispositivi di riscaldamento a fluido sono generalmente costosi e difficili da fissare, atteso che i possibili punti di ancoraggio offerti dalla valvola sono limitati (tipicamente, infatti, il dispositivo deve essere ancorato sfruttando le viti di fissaggio di una testata o coperchio della valvola). La capacità decongelante offerta da questi dispositivi a fluido è mediamente buona, ma la difficoltà di ottenere un preciso accoppiamento del dispositivo riscaldante con la struttura della valvola comporta notevole dispersione del calore.
Scopo e sommario del trovato
Lo scopo del presente trovato è essenzialmente quello di risolvere le carenze funzionali sopra indicate dei sistemi riscaldanti noti per valvole di cisterne portate da veicoli. Un ulteriore scopo del trovato è quello di ottenere i suddetti risultati in modo semplice ed a basso costo.
In vista di raggiungere tali scopi, il trovato ha per oggetto una valvola avente le caratteristiche indicate nella rivendicazione 1. Caratteristiche preferite del trovato sono indicate nelle sotto-rivendicazioni. Le rivendicazioni costituiscono parte integrante dell’insegnamento tecnico qui fornito in relazione al trovato.
Breve descrizione dei disegni
Il trovato verrà ora descritto, a puro titolo d’esempio non limitativo, con riferimento alle figure dei disegni annessi, in cui:
- le figure 1 e 2 sono una vista in elevazione frontale ed una vista in elevazione laterale di una valvola secondo il trovato;
- le figure 3 e 4 sono viste schematiche simili a quelle delle figure 1 e 2, in parziale sezione;
- la figura 5 è una rappresentazione schematica in parziale sezione di una disposizione di collegamento di una valvola secondo il trovato ad un circuito per un fluido di scambio termico;
- la figura 6 è una rappresentazione schematica di una modalità di impiego di una valvola secondo il trovato.
Descrizione di forme di attuazione del trovato
Il riferimento ad “una forma di attuazione” all’interno di questa descrizione sta ad indicare che una particolare configurazione, struttura, o caratteristica descritta in relazione alla forma di attuazione è compresa in almeno una forma di attuazione. Quindi, la dizione “in una forma di attuazione” e simili, presenti in diverse parti all’interno di questa descrizione, non sono necessariamente tutti riferite alla stessa forma di attuazione. Inoltre, le particolari configurazioni, strutture o caratteristiche possono essere combinate in ogni modo adeguato in una o più forme di attuazione. I riferimenti utilizzati nel seguito sono soltanto per comodità e non definiscono l’ambito di tutela o la portata delle forme di attuazione.
Nelle figure da 1 a 4, con 1 è indicata nel suo complesso una valvola realizzata in accordo ad una forma di attuazione del trovato. Nell’esempio raffigurato la valvola 1 è una valvola a saracinesca, particolarmente a stantuffo. La struttura generale della valvola 1 è sostanzialmente nota, a parte le caratteristiche che formano specifico oggetto del trovato.
Nell’esempio raffigurato la valvola 1 comprende un corpo valvola 2, a cui si riferisce specificatamente il trovato, sul quale è montata a tenuta una testata o coperchio 3, preferibilmente con interposizione di mezzi di tenuta, non visibili. Nell’esempio, in corrispondenza delle regioni di interfaccia tra il corpo 2 e la testata 3 sono definite rispettive flange 2a e 3a, fissate l’una all’altra tramite viti 4.
Il corpo valvola 2 è formato in materiale metallico e, come visibile particolarmente nelle figure 3 e 4, definisce una via di passaggio 5 avente due estremità 5a e 5b per il liquido da controllare, che qui si supponga essere un liquame (si noti che il verso delle frecce 5a e 5b di figura 2 è meramente esemplificativo, in quanto le bocche di estremità della via di passaggio 5 possono fungere alternativamente da ingresso e da uscita della valvola 1). La via di passaggio 5 si estende secondo un rispettivo asse A tra le estremità 5a e 5b. A titolo indicativo, per l’applicazione della valvola 1 a cisterne per liquami, il diametro nominale della via di passaggio 5 può essere compreso tra 50 e 190 mm.
Il corpo valvola 2 è ottenuto da fusione, ad esempio in ottone. Anche la testata 3 può essere in un pezzo unico ottenuto da fusione.
In corrispondenza delle due estremità opposte della via di passaggio 5, il corpo valvola 2 è di preferenza conformato in modo da definire due flange di collegamento 6, ad esempio per il collegamento ad una cisterna, da un lato, e ad un gruppo di carico/scarico del liquame, dall’altro lato. Preferibilmente, in corrispondenza di ciascuna flangia 6, il corpo valvola 2 definisce almeno una sede per un rispettivo anello di tenuta 7, preferibilmente in elastomero. Il corpo valvola 2 potrebbe presentare anche un’unica flangia, in corrispondenza di una sola delle due bocche di estremità 5a e 5b oppure potrebbe prevedere manicotti filettati in luogo delle flange.
Come visibile in figura 4, in una posizione intermedia della via di passaggio 5, tra le estremità 5a e 5b, il corpo valvola 2 definisce una sede di valvola 8, rispetto alla quale un organo otturatore 9 è spostabile tra una posizione di apertura ed una posizione di chiusura, per aprire e chiudere la via di passaggio 5, rispettivamente. Nell’esempio, essendo la valvola 1 una valvola a saracinesca, l’organo otturatore 9 è mobile almeno tra una posizione sollevata ed una posizione abbassata, cui corrispondono la pressoché completa apertura e chiusura, rispettivamente, della via di passaggio 5. Come si nota, particolarmente nelle figure 3 e 4, l’organo otturatore 9 è sostanzialmente un otturatore a cuneo, avente un profilo periferico sostanzialmente circolare; naturalmente, il profilo periferico della sede di valvola 8 definito dal corpo valvola 2 è conformato congruentemente, per garantire la tenuta richiesta rispetto all’organo otturatore 9. Anche l’organo o otturatore 9 è ottenibile da fusione, ad esempio in ottone.
Il corpo dell’otturatore 9 definisce superiormente un innesto 9a, nel quale è accoppiata - ad esempio in modo liberamente girevole - l’estremità inferiore di uno stelo di manovra 10, la cui estremità superiore sporge invece dalla testata 3.
La testata 3 definisce superiormente un passaggio per lo stelo 10, in corrispondenza del quale sono montati mezzi di tenuta 11, ad esempio una o più guarnizioni, ed un relativo premistoppa 12 (vedere ad esempio figura 4).
Lo stelo 10 è azionabile, secondo modalità in sé note, per sollevare ed abbassare l’otturatore 9 rispetto alla sede di valvola 8, in modo da aprire e chiudere, rispettivamente, la via di passaggio 5. Nell’esempio, lo stelo 10 è azionabile mediante un noto leveraggio, non rappresentato. In altre forme di attuazione - non rappresentate - nel corpo della testata della valvola può essere prevista una madrevite, nella quale è impegnata una filettatura esterna dello stelo di manovra: in tal modo, ruotando in senso antiorario ed orario un volantino di comando associato all’estremità superiore dello stelo, e stante l’accoppiamento con possibilità di rotazione tra l’estremità inferiore dello stelo e l’organo otturatore, è possibile determinare il sollevamento e l’abbassamento, rispettivamente, dell’otturatore rispetto alla sede di valvola. Naturalmente è anche possibile prevede un servocomando per l’azionamento dello stelo di manovra.
Secondo la caratteristica principale del trovato, il corpo valvola 2 integra un organo cavo assialmente esteso, per il transito di un fluido termo-vettore, dove tale organo cavo ha rispettive estremità che sono accessibili dall’esterno del corpo valvola 2, per consentire il collegamento dell’organo cavo ad un circuito del fluido termo-vettore.
Nell’esempio di attuazione illustrato, il suddetto organo cavo è annegato nel materiale metallico M (figure 3-5) costituente il corpo valvola 2. Sempre con riferimento all’esempio di attuazione illustrato, il suddetto organo cavo comprende un tubo 13. Di preferenza, il tubo 13 è formato con un materiale metallico diverso da quello costituente il corpo valvola 2. Un materiale preferito a tale scopo è l’acciaio inossidabile, che presenta notevole resistenza alla corrosione.
Le estremità dell’organo cavo che sono accessibili all’esterno del corpo valvola 2 comprendono terminali o raccordi cavi 14, per agevolare la connessione al circuito del fluido termo-vettore, rappresentato nelle figure dalle frecce F, che qui si supponga essere un liquido caldo circolante in un sistema di raffreddamento del motore di un veicolo che porta la cisterna alla quale è associata la valvola 1.
Nella forma di attuazione esemplificata, i raccordi 14 sono configurati come componenti distinti rispetto al tubo 13 e sono accoppiati ad esso. Nell’esempio, e come visibile in figura 5, i raccordi 14 - anch’essi preferibilmente formati in materiale metallico, quale ad esempio acciaio inossidabile sono raccordi sostanzialmente ad “L”, aventi un’estremità inferiore 14a che risulta innestata nella rispettiva estremità del tubo 13, e preferibilmente fissata tramite saldatura. E’ anche possibile prevedere un accoppiamento filettato tra le estremità del tubo 13 ed i rispettivi raccordi 14.
L’estremità superiore dei raccordi 14 si affaccia all’esterno del corpo valvola 2. In corrispondenza di tale estremità superiore, il corpo dei raccordi 14 può definire una flangia 14b, come nel caso illustrato, che di preferenza è sporgente dal corpo valvola 2.
Si apprezzerà quindi che, nella forma di attuazione illustrata, il tubo 13 è completamente annegato o inglobato nel materiale metallico M costituente il corpo valvola 2, mentre i raccordi 14 sono solo parzialmente annegati in tale materiale metallico, in modo da rimanere esposti almeno per una loro parte di collegamento. Di preferenza, e come visibile nel dettaglio di figura 5, la parte di collegamento dei raccordi è provvista di una filettatura 14c per la connessione - ad esempio tramite raccordi esterni filettati 15 di materiale metallico o sintetico e con interposizione di una guarnizione di tenuta 16 - ad un rispettivo tubo di derivazione 17 in cui transita il fluido riscaldante.
Si noti che, in accordo a forme di attuazione alternative non rappresentate, le estremità accessibili dell’organo cavo - ovvero i raccordi di collegamento - possono essere definite integralmente, in un pezzo unico, nel tubo 13, che in tal caso sarà opportunamente conformato allo scopo. Per un tale caso, il tubo 13 sarà quindi annegato per la sua parte prevalente nel materiale M del corpo valvola, rimanendo accessibili all’esterno del corpo stesso le sue sole estremità.
Secondo una caratteristica particolarmente vantaggiosa del trovato almeno una porzione sostanziale o prevalente dell’organo cavo 13-14 si sviluppa lungo una relativa porzione del profilo periferico della sede di valvola 8. Nel caso specifico, la suddetta porzione sostanziale o prevalente dell’organo cavo 13-14 si sviluppa in lunghezza anche sostanzialmente parallelamente ad una relativa porzione del profilo periferico dell’otturatore 9.
Tale caratteristica è ben visibile ad esempio nelle figure 3 e 4, dove si evince come il tubo 13, annegato nel materiale M costituente il corpo valvola 2, si estenda in prossimità della sede di valvola 8 per un lungo tratto del suo sviluppo, e sostanzialmente parallelamente ad un tratto semicircolare del profilo dell’otturatore 9. A tale scopo, il tubo 13 è piegato sostanzialmente a “U”, e si estende di preferenza per almeno 180° sostanzialmente parallelo ai profili periferici della sede di valvola 8 e dell’otturatore 9 (vedere in particolare figura 4). In una realizzazione preferita, quale quella esemplificata, almeno metà dello sviluppo dell’organo cavo 13-14 si estende parallelamente ai profili periferici della sede di valvola 8 e dell’otturatore 9 (o, per converso, l’organo cavo si sviluppa lungo almeno la metà di tali profili periferici).
Tale caratteristica risulta particolarmente vantaggiosa, in quanto la zona critica dove maggiore è l’effetto di congelamento è rappresentata dalle superfici di contatto fra l’otturatore e la sede di valvola. A tale scopo è anche vantaggioso che – come visibile in figura 3 - l’organo cavo costituito dal tubo 13 e dai raccordi 14 si sviluppi in lunghezza secondo un rispettivo asse B che è sostanzialmente contenuto in un primo piano a cui appartiene l’asse C dell’otturatore 9.
Dalla figura 4 si apprezzerà inoltre che, nella realizzazione preferenziale illustrata, il citato asse B è anche contenuto in un secondo piano che è sostanzialmente ortogonale all’asse A della via di passaggio 5. Con una tale disposizione, le estremità accessibili dell’organo cavo - ovvero i terminali 14 -si trovano in corrispondenza di due facce opposte del corpo valvola 2. Tale caratteristica risulta vantaggiosa ai fini del collegamento in derivazione dell’organo cavo 13-14 al circuito del fluido riscaldante.
L’uso della valvola 1 secondo il trovato è molto semplice. Nell’esempio qui considerato - si veda a riferimento la figura 6 - la valvola 1 è fissata a tenuta con la sua bocca 5a in corrispondenza di un’apertura della cisterna T portata dal veicolo, tramite una delle flange 6 provvista della relativa guarnizione 7. In corrispondenza della bocca 5b può essere collegato a tenuta un gruppo di carico/scarico del liquame, oppure una semplice tubazione, ad esempio sfruttando l’altra flangia 6 con la relativa guarnizione 7. Il liquame, quando l’otturatore 9 è portato dalla posizione di chiusura a quella apertura è libero di fluire nella via di passaggio 5, tra le bocche di estremità 5a e 5b. Le estremità accessibili dell’organo cavo, rappresentate dai raccordi 14 vengono collegate ad un circuito per il fluido di scambio termico F di un sistema di raffreddamento CS del veicolo. A tale scopo sono utilizzati due tubi di derivazione 17, analoghi a quello di figura 5, uno di mandata e l’altro di ritorno rispetto al circuito del sistema CS. A tale scopo possono essere impiegati i mezzi di collegamento 15-16 di figura 5. Eventualmente, come nel caso esemplificato, lungo i due tubi 17 - quello di mandata del fluido F verso la valvola 1 e quello di ritorno del fluido verso il sistema di raffreddamento CS possono essere previste valvole o rubinetti deviatori V, onde escludere temporaneamente la circolazione del fluido stesso nell’organo cavo 13-14 della valvola 1.
Nello specifico esempio, il fluido F è un liquido impiegato per raffreddare il motore del veicolo, che viene convogliato tramite il tubo di mandata 17 alla valvola 1, prima di transitare in un relativo scambiatore. Tale liquido F è quindi ad elevata temperatura (mediamente nell’ordine dei 60÷90°C) e, transitando nell’organo cavo 13-14 della valvola 1, consente di ottenere il decongelamento della valvola 1 e/o, durante l’esercizio del veicolo, prevenirne l’eventuale congelamento. Il decongelamento avviene in un tempo molto rapido, sia in virtù dell’esteso contatto fra il tubo 13 ed il corpo valvola 2 che garantisce un elevato scambio termico, sia in virtù della notevole vicinanza del tubo 13 alla sede di valvola 8, sia in virtù del fatto che lo sviluppo del tubo 13 segue per larga parte il profilo periferico della sede di valvola 8.
Una modalità di realizzazione preferita del corpo valvola integrante l’organo cavo è quello della fusione in conchiglia. In tal caso la conchiglia impiegata è sagomata, secondo modalità in sé note, per ottenere la forma voluta del corpo valvola. Per quanto di specifico interesse in relazione all’implementazione del presente trovato, la conchiglia è aggiuntivamente provvista di mezzi per il sostegno ed il posizionamento dell’organo cavo, onde ottenerne un rivestimento uniforme con il materiale M fuso ed evitare al contempo l’accidentale entrata del materiale stesso o di corpi estranei nell’organo cavo.
Dalla descrizione effettuata risultano chiare le caratteristiche ed i vantaggi del presente trovato, tra i quali vanno sottolineati:
- la semplicità di montaggio, non essendo richiesta nessuna operazione di assemblaggio di componenti esterni addizionali sulla struttura della valvola;
- la facilità di collegamento dell’organo cavo per il fluido di scambio termico al circuito di raffreddamento del veicolo (la valvola può essere fornita già completa dei raccordi 15-16);
- l’esteso contatto fra l’organo cavo 13-14 ed il corpo valvola 1, l’intera superficie esterna del tubo essendo a contatto con tale corpo, con tempi di decongelamento sensibilmente ridotti rispetto alla tecnica nota;
- la notevole vicinanza dell’organo cavo 13-14 alla sede di valvola 8 che, come spiegato, è la zona maggiormente critica in caso di congelamento:
- l’elevato grado di protezione dell’organo 13-14 riscaldante contro urti occasionali, dovuto al suo annegamento nella fusione in ottone che realizza il corpo valvola;
- l’economicità di realizzazione della valvola.
Naturalmente, fermo restando il principio del trovato, i particolari di realizzazione e le forme di attuazione potranno variare, anche in modo significativo, rispetto a quanto descritto ed illustrato, a puro titolo di esempio non limitativo, senza per questo uscire dall’ambito definito dalle rivendicazioni che seguono.
Come detto, in una realizzazione preferita, il tubo 13 è di acciaio, particolarmente acciaio inox: sono peraltro utilizzabili allo scopo anche altri materiali, purché resistenti alla corrosione e compatibili con il materiale costituente il corpo valvola. La sezione del tubo 13 può essere circolare, ovale o diversamente sagomata.
Le estremità accessibili dell’organo 13-14, ovvero i raccordi 14 (siano essi formati nel tubo o configurati come componenti distinti) può essere filettata femmina o maschio, ed il filetto potrà essere di qualsiasi tipo noto (GAS, NPT, metrico, eccetera). Non sono peraltro esclusi altri sistemi di accoppiamento, quali innesti a baionetta corredati da idonei mezzi di tenuta. Ovviamente i raccordi 14 non debbono essere necessariamente ad “L”, l’ingresso e l’uscita dell’organo cavo potendo anche estendersi in direzione verticale.
Anche se ciò complica in una certa misura la realizzazione del corpo valvola 2, le estremità dell’organo 13-14 potrebbero essere rientrate rispetto alla superficie esterna del corpo valvola 2, pur rimanendo accessibili: in un tale caso, ad esempio, nel corpo valvola potrebbero essere previsti passaggi assialmente allineati alle estremità dell’organo 13-14 (che in un tale caso può includere il solo tubo 13, eventualmente flangiato alle due estremità), con tali passaggi dotati di filettatura per l’accoppiamento ad un raccordo esterno avente funzioni simili a quello indicato con 15 in figura 5.
Nella forma di attuazione preferita l’organo cavo 13-14 viene collegato ad un pre-esistente circuito per il fluido riscaldante, ma ciò non è strettamente indispensabile: ad esempio, un flusso di un liquido caldo potrebbe essere indotto nell’organo cavo 13-14 solo in caso di necessità, ad esempio tramite una pompa ed un tubo di mandata collegato in modo estemporaneo all’organo stesso, quando si presenti la necessità di ottenere il decongelamento della valvola 1. Per un tale caso, le estremità accessibili dell’organo cavo possono essere provviste di tappi asportabili alla bisogna.
Il trovato è applicabile a varie tipologie di valvole a saracinesca, quali saracinesche a stantuffo, a leva, a lama, nonché a valvole di tipo diverso da quelle a saracinesca (ad esempio valvole a sfera), a condizione che sia tecnicamente possibile annegare l’organo cavo per il fluido di scambio termico nella fusione di ottone, o altro materiale che realizza il corpo valvola.
Il trovato trova un’applicazione particolarmente vantaggiosa ai fini del riscaldamento del corpo valvola 2, onde ovviare ed eventualmente prevenire le problematiche di congelamento precedentemente descritte, tipiche nel caso di impiego di valvole su veicoli per il trasporto/trattamento di liquidi.
Si apprezzerà altresì che, per talune applicazioni, il fluido termo-vettore destinato a transitare nell’organo cavo della valvola potrebbe essere un fluido refrigerante, anziché un fluido riscaldante.
Nella forma di attuazione precedentemente descritta il corpo valvola 2 è formato in un pezzo unico di materiale metallico, ma non è esclusa dall’ambito del trovato una realizzazione in cui il corpo valvola, comunque integrante l’organo cavo 13-14, è formato in più pezzi assemblati tra loro. In una tale realizzazione, l’organo cavo può essere ad esempio interposto tra due pezzi del corpo valvola, che saranno conformati in modo da definire tra loro una sede di alloggiamento per l’organo stesso. Sempre con riferimento al caso di un corpo valvola in più pezzi, se almeno uno di tali pezzi è ottenuto da fusione, il suddetto organo cavo può essere almeno parzialmente annegato nel materiale metallico costituente il pezzo in questione, secondo quando precedentemente descritto.

Claims (23)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Una valvola (1) per cisterne portate da veicoli, quali autocisterne, carri botte, auto-spurghi e simili, particolarmente per acque nere e liquami, comprendente: - un corpo valvola (2), definente una via di passaggio (5) per un liquido, la via di passaggio (5) avendo due estremità (5a, 5b); - un organo otturatore (9), montato spostabile nel corpo valvola (2), in cui il corpo valvola (2) definisce, in una posizione intermedia tra le estremità (5a, 5b) della via di passaggio (5), una sede di valvola (8) rispetto alla quale l’organo otturatore (9) è spostabile tra una posizione di apertura ed una posizione di chiusura, per aprire e chiudere la via di passaggio (8), rispettivamente, ed in cui il corpo valvola (2) integra un organo cavo assialmente esteso (13-14), per il transito di un fluido termo-vettore (F), l’organo cavo (13-14) avendo rispettive estremità (14) accessibili dall’esterno del corpo valvola (2), particolarmente per il collegamento ad un circuito (17, CS) del fluido termovettore (F).
  2. 2. La valvola secondo la rivendicazione 1, in cui - il corpo valvola comprende o è costituito da un primo corpo metallico (2) ottenuto da fusione, e - l’organo cavo (13-14) è almeno parzialmente annegato nel materiale metallico (M) costituente il primo corpo metallico (2).
  3. 3. La valvola secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, in cui il corpo valvola (2) definisce un profilo periferico della sede di valvola (8) ed almeno una porzione sostanziale dell’organo cavo (13-14) si sviluppa lungo una relativa porzione del profilo periferico della sede di valvola (8).
  4. 4. La valvola secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, in cui l’organo otturatore (9) ha un profilo periferico ed almeno una porzione sostanziale dell’organo cavo (13-14) si sviluppa in lunghezza sostanzialmente parallelamente ad una relativa porzione del profilo periferico dell’organo otturatore (9).
  5. 5. La valvola secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui l’organo cavo (13-14) si sviluppa in lunghezza secondo un rispettivo asse (B) che è sostanzialmente contenuto in un piano a cui appartiene o è parallelo un asse (C) dell’organo otturatore (9).
  6. 6. La valvola secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui l’organo cavo (13-14) si sviluppa in lunghezza secondo un rispettivo asse (B) che è contenuto in un piano che è sostanzialmente ortogonale ad un asse (A) della via di passaggio (5).
  7. 7. La valvola secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui l’organo cavo (13-14) comprende un tubo (13).
  8. 8. La valvola secondo la rivendicazione 7, in cui il tubo (13) è un tubo piegato sostanzialmente a “U”.
  9. 9. La valvola secondo la rivendicazione 7 o la rivendicazione 8, in cui il tubo (13) si estende per almeno 180° sostanzialmente parallelo ad un profilo periferico di uno tra la sede di valvola (8) e l’organo otturatore (9).
  10. 10. La valvola secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il tubo (13) è un tubo formato con un materiale diverso dal materiale costituente il corpo valvola (2).
  11. 11. La valvola secondo la rivendicazione 7 o la rivendicazione 10, in cui il tubo (13) è formato con materiale metallico.
  12. 12. La valvola secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui le estremità accessibili (14) dell’organo cavo (13-14) si trovano in corrispondenza di rispettive facce opposte del corpo valvola (2).
  13. 13. La valvola secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 12, in cui le estremità accessibili dell’organo cavo (13-14) comprendono raccordi (14) per la connessione ad un circuito (17, CS) del fluido termo-vettore (F).
  14. 14. La valvola secondo le rivendicazioni 7 e 13, in cui i raccordi (14) sono configurati come componenti distinti rispetto al tubo (13) ed accoppiati ad esso.
  15. 15. La valvola secondo le rivendicazioni 2 e 14, in cui il tubo (13) è completamente annegato nel materiale metallico (M) costituente il primo corpo metallico (2) ed i raccordi (14) sono parzialmente annegati in tale materiale (M).
  16. 16. La valvola secondo le rivendicazioni 7 e 13, in cui i raccordi (14) sono definiti integralmente nel tubo (13).
  17. 17. La valvola secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la valvola è una valvola a saracinesca (1).
  18. 18. La valvola secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui l’organo otturatore è un organo otturatore a cuneo (9) o un organo otturatore a lama.
  19. 19. La valvola secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui al corpo valvola (2) è associata una testata o coperchio (3), particolarmente tramite viti (4).
  20. 20. La valvola secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il corpo valvola (2) ha una flangia (6) o un manicotto filettato in corrispondenza di almeno un’estremità (5a, 5b) della via di passaggio (5), preferibilmente con una sede per un rispettivo elemento di tenuta (7).
  21. 21. La valvola secondo la rivendicazione 11, in cui il tubo (13) è di acciaio inossidabile.
  22. 22. Un veicolo per il trasporto di liquidi, particolarmente autocisterne, carri botte e simili per acque nere e liquami, comprendente una valvola secondo una o più delle rivendicazioni precedenti.
  23. 23. Il veicolo secondo la rivendicazione 22, in cui il veicolo ha un sistema di raffreddamento (CS) del relativo motore in cui circola un fluido di scambio termico (F) e le estremità accessibili (14) dell’organo cavo (13-14) sono collegate in comunicazione di fluido con tale circuito (17).
IT000115U 2011-10-27 2011-10-27 Valvola, particolarmente per cisterne portate da veicoli ITTO20110115U1 (it)

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