ITRN20080066A1 - Metodo per evitare la rottura di stoviglie durante il lavaggio in una lavastoviglie. - Google Patents
Metodo per evitare la rottura di stoviglie durante il lavaggio in una lavastoviglie. Download PDFInfo
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Description
DESCRIZIONE
Annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo
"METODO PER EVITARE LA ROTTURA DI STOVIGLIE DURANTE IL
LAVAGGIO IN UNA LAVASTOVIGLIE"
La presente invenzione ha per oggetto un metodo per evitare la rottura di stoviglie sensibili a shock termici per brusco raffreddamento durante il lavaggio in una lavastoviglie.
Esemplificativamente, ma non limitativamente stoviglie sensibili alla rottura per brusco raffreddamento possono essere ciotole o bicchieri in vetro o porcellana.
E' noto che il lavaggio di tali stoviglie à ̈ un'operazione estremamente delicata. Tra i vari inconvenienti uno dei più gravi à ̈ quello legato alla rottura per shock termico in seguito ad un brusco raffreddamento. Durante il normale lavaggio in lavastoviglie, gli oggetti da lavare posti in un vano di lavaggio sono infatti soggetti a ripetuti riscaldamenti e raffreddamenti.
In particolare il ciclo di lavaggio solitamente comprende un lavaggio principale seguito da successivi lavaggi di risciacquo. Durante il lavaggio principale il liquido di lavaggio viene caricato sul fondo del vano di lavaggio. Tale liquido di lavaggio viene prelevato da una pompa e mediante un irroratore rotante à ̈ spruzzato contro le stoviglie. Dopo essere venuto in contatto con le stoviglie il liquido di lavaggio per gravità si raccoglie nuovamente sul fondo del vano di lavaggio e può essere nuovamente prelevato dalla pompa per essere spruzzato contro le stoviglie. Il liquido di lavaggio prelevato dal vano di lavaggio può essere riscaldato mediante una resistenza elettrica posta lungo un condotto che collega il fondo del vano di lavaggio e l'irroratore. Infatti normalmente il liquido di lavaggio à ̈ costituito in larga parte da acqua prelevata dalla rete idrica e dunque all'inizio del lavaggio solitamente presenta una temperatura inferiore a 20°C (detta temperatura à ̈ funzione delle condizioni ambientali esterne, ad esempio in alcune stagioni dell'anno e in alcune regioni del pianeta potrebbe essere anche pari a 4°C) . In seguito al riscaldamento il liquido di lavaggio, dopo un periodo predeterminato, avrà una temperatura di circa 45°C.
Conseguentemente le stoviglie sensibili a rottura per brusco raffreddamento vengono riscaldate dal liquido di lavaggio ad una temperatura prossima a 40°C. Successivamente il liquido di lavaggio viene scaricato e viene caricato un nuovo liquido di lavaggio per eseguire i successivi cicli di risciacquo. Normalmente tale nuovo liquido di lavaggio comprende in larga parte acqua prelevata dalla rete idrica e quindi si trova ad una temperatura decisamente inferiore rispetto a quella delle stoviglie (ad esempio potrebbe trovarsi a 19°C). Se tale nuovo liquido venisse in contatto con le stoviglie sensibili alla rottura per brusco raffreddamento si potrebbero verificare degli shock termici tali da poter provocare la rottura delle stesse. A tal proposito sono note lavastoviglie che prima di azionare la pompa che invia il liquido all'irroratore accendono la resistenza per brevi periodi ad opportuni intervalli di tempo per effettuare un pre-riscaldamento del liquido di lavaggio da spruzzare. Tale soluzione non à ̈ esente da inconvenienti quali ad esempio il rischio di danneggiare la resistenza; infatti non essendo il liquido di lavaggio movimentato dalla pompa si ha il rischio di surriscaldamento della resistenza. Inoltre il riscaldamento del liquido di lavaggio à ̈ comunque localizzato in prossimità della resistenza e non molto efficiente.
In questo contesto, il compito tecnico alla base della presente invenzione à ̈ proporre un metodo di lavaggio di stoviglie sensibili alla rottura per brusco raffreddamento che superi gli inconvenienti della tecnica nota sopra citati.
In particolare, scopo della presente invenzione à ̈ quello di proporre un metodo di lavaggio di stoviglie sensibili alla rottura per brusco raffreddamento che eviti il rischio di danneggiare tali stoviglie.
Il compito tecnico precisato e gli scopi specificati sono sostanzialmente raggiunti da un metodo di lavaggio di stoviglie sensibili alla rottura per brusco raffreddamento comprendente le caratteristiche tecniche esposte in una o più delle unite rivendicazioni.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente chiari dalla descrizione indicativa, e pertanto non limitativa, di una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva di un metodo, come illustrato negli uniti disegni in cui: la figura 1 Ã ̈ una vista schematica di una lavastoviglie che implementa un metodo secondo la presente invenzione;
- la figura 2 mostra un grafico riportante in ordinata la temperatura rilevata in corrispondenza del vano di lavaggio della lavastoviglie e in ascissa il tempo misurato a partire dall'inizio di un ciclo di lavaggio che implementa un metodo secondo la presente invenzione. Oggetto della presente invenzione à ̈ un metodo per evitare la rottura di stoviglie sensibili a shock termici per brusco raffreddamento durante il lavaggio in una lavastoviglie 1. In particolare tale metodo viene implementato quando l'utente sceglie un programma specifico per il lavaggio di stoviglie sensibili alla rottura per brusco raffreddamento (tale programma à ̈ spesso denominato "ciclo cristalli" o "ciclo delicati"). Il metodo comprende le fasi di eseguire una prima fase di lavaggio spruzzando un liquido di lavaggio riscaldato contro una prima zona 21 idonea all'alloggiamento di stoviglie sensibili alla rottura per brusco raffreddamento. La prima zona 21 rispetto alla verticale fisica sovrasta una seconda zona 22 idonea all'alloggiamento di stoviglie, la prima e la seconda zona 21, 22 trovandosi all'interno di un vano 2 di lavaggio della lavastoviglie 1 durante la prima fase di lavaggio .
Normalmente la prima fase di lavaggio prevede l'irrorazione anche della seconda zona 22 del vano 2 di lavaggio. In particolare l'irrorazione della seconda zona 22 può avvenire contemporaneamente all'irrorazione della prima zona 21 del vano 2 di lavaggio (se non altro perché la seconda zona 22 si trova sotto alla prima zona 21 di lavaggio e il liquido di lavaggio scende per gravità verso il basso bagnando anche la seconda zona 22) .
La prima fase di lavaggio prevede di spruzzare il liquido di lavaggio contro la seconda zona 22 del vano 2 di lavaggio.
Durante la prima fase di lavaggio la prima e la seconda zona 21, 22 possono essere irrorate direttamente con il liquido di lavaggio contemporaneamente oppure alternativamente prima una e poi l'altra.
Preventivamente l'utente deve aver posizionato le stoviglie sensibili alla rottura per brusco raffreddamento in detta prima zona 21 ed eventuali altre stoviglie meno delicate (pentole, posate, ecc.) nella seconda zona 22. La presenza o meno di stoviglie nella seconda zona 22 non influenza 1 'implementazione del metodo. Secondo una particolare soluzione (che sarà meglio descritta in seguito) le stoviglie sensibili alla rottura per brusco raffreddamento potrebbero essere posizionate sia nella prima che nella seconda zona 21, 22 di lavaggio. Il riscaldamento del liquido di lavaggio utilizzato nella prima fase di lavaggio può avvenire almeno in parte contemporaneamente con la prima fase di lavaggio oppure può avvenire prima dell'inizio della prima fase di lavaggio.
Normalmente un ciclo di lavaggio può comprendere:
- uno ο più prelavaggi (talvolta sono assenti come ad esempio schematizzato in figura 2);
- un lavaggio vero e proprio (indicato con la lettera di riferimento A in figura 2);
- uno o più risciacqui (indicati con la lettera di riferimento B e C in figura 2).
Vantaggiosamente la prima fase di lavaggio comprende la fase di lavaggio vero e proprio.
Vantaggiosamente il liquido di lavaggio utilizzato nella prima fase di lavaggio comprende acqua a cui può essere aggiunto almeno un detergente.
II riscaldamento del liquido di lavaggio utilizzato durante la prima fase di lavaggio à ̈ legato al fatto che l'acqua à ̈ prelevata dalla rete idrica e dunque si trova a temperatura ambiente (insufficiente per permettere un'efficace azione sgrassante).
All'inizio della prima fase di lavaggio le stoviglie poste nella prima zona 21 si trovano sostanzialmente a temperatura ambiente. Conseguentemente anche il contatto con il liquido di lavaggio a temperatura ambiente non crea rischi di rottura.
II liquido di lavaggio utilizzato durante la prima fase di lavaggio dopo aver esplicato la sua azione di lavaggio normalmente si raccoglie per gravità su un fondo inferiore del vano 2 di lavaggio e può essere prelevato nuovamente per essere spruzzato contro le stoviglie da lavare.
La prima fase di lavaggio vantaggiosamente ha una durata temporale predeterminata (nell'esempio di figura 2 tale durata à ̈ pari a 22,5 minuti).
Vantaggiosamente il metodo prevede di scaricare dal vano 2 di lavaggio il primo liquido di lavaggio utilizzato durante la prima fase di lavaggio (questa fase à ̈ indicata dalla freccia indicata con Al in figura 2). Durante tale fase il liquido di lavaggio utilizzato nella prima fase di lavaggio viene opportunamente evacuato esternamente alla lavastoviglie 1 tramite un canale 47 di scarico lungo cui à ̈ posta una pompa 48 di scarico. Ciò avviene al termine della durata temporale predeterminata della prima fase di lavaggio. Ovviamente minime quantità del liquido di lavaggio utilizzato durante la prima fase di lavaggio possono rimanere sulle stoviglie o sulle pareti del vano 2 (ad esempio sotto forma di gocce).
Il metodo prevede inoltre di eseguire una seconda fase di lavaggio mediante un nuovo liquido di lavaggio. Tale nuovo liquido di lavaggio almeno inizialmente à ̈ più freddo del liquido di lavaggio spruzzato immediatamente prima del termine della prima fase di lavaggio. Dunque la temperatura del nuovo liquido di lavaggio spruzzato contro le stoviglie all'inizio della seconda fase di lavaggio à ̈ minore della temperatura del liquido di lavaggio spruzzato contro le stoviglie immediatamente prima del termine della prima fase di lavaggio. Tale seconda fase di lavaggio à ̈ tipicamente un primo risciacquo (indicato con la lettera B in figura 2) a cui (vantaggiosamente, ma non necessariamente) potrebbero seguire ulteriori risciacqui (ad esempio il risciacquo C in figura 2).
Il liquido di lavaggio utilizzato nella prima fase di lavaggio e detto nuovo liquido di lavaggio utilizzato nella seconda fase di lavaggio potrebbero essere della medesima tipologia. Ad esempio il liquido di lavaggio utilizzato nella prima fase di lavaggio e il nuovo liquido di lavaggio potrebbero comprendere acqua eventualmente addizionata con detergenti. Le particelle del nuovo liquido di lavaggio sostanzialmente non sono più le stesse particelle liquide utilizzate per la prima fase di lavaggio.
Vantaggiosamente la seconda fase di lavaggio comprende una sottofase di adduzione del nuovo liquido di lavaggio nel vano 2 di lavaggio. Durante tale fase di adduzione, il nuovo liquido di lavaggio occupa per gravità il fondo inferiore della vasca 2 di lavaggio.
La seconda fase di lavaggio comprende inoltre una prima sottofase operativa (indicata con la lettera di riferimento Bl in figura 2). Tale prima sottofase operativa prevede di spruzzare il nuovo liquido di lavaggio nel vano 2 di lavaggio senza che il nuovo liquido di lavaggio venga in contatto con la prima zona 21. Durante detta prima sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio à ̈ prelevato dal vano 2 di lavaggio e, rispetto alla direzione della verticale fisica, almeno in parte spruzzato verso l'alto da sotto detta seconda zona 22. Il nuovo liquido di lavaggio à ̈ inoltre spruzzato con una energia insufficiente a permettere il raggiungimento di una prima quota 211 predeterminata in cui si trova la prima zona 21 del vano 2 di lavaggio. Le stoviglie sensibili al brusco raffreddamento poste nella prima zona 21 dopo la prima fase di lavaggio sono ancora calde e qualora il nuovo liquido (che almeno all'inizio della seconda fase di lavaggio à ̈ sensibilmente più freddo delle stoviglie) le colpisse vi sarebbe il rischio che queste si rompano.
Infatti la sottofase di adduzione di detto nuovo liquido di lavaggio prevede di prelevare acqua a temperatura ambiente da una sorgente esterna. Vantaggiosamente l'acqua à ̈ prelevata dalla rete idrica. Essa può essere poi addizionata con eventuali detergenti per definire il nuovo liquido di lavaggio.
Ad esempio inizialmente il nuovo liquido di lavaggio potrebbe essere spruzzato a temperatura prossima a 19°C (tale valore à ̈ solo esemplificativo in quanto dipende dalla temperatura dell'ambiente esterno; in inverno o in zone geografiche con un clima freddo tale temperatura potrebbe essere molto minore).
Vantaggiosamente il nuovo liquido di lavaggio dopo essere stato spruzzato e aver esercitato un'azione di lavaggio sulle stoviglie si accumula per gravità sul fondo del vano 2 di lavaggio da cui può essere nuovamente prelevato e spruzzato.
La seconda fase di lavaggio comprende dunque una sottofase di riscaldamento del nuovo liquido di lavaggio. Vantaggiosamente detta sottofase di riscaldamento à ̈ almeno in parte contemporanea a detta prima sottofase operativa. Vantaggiosamente tale riscaldamento avviene mediante mezzi 9 di riscaldamento. Vantaggiosamente la lavastoviglie 1 comprende una canalizzazione 49 di alimentazione che si sviluppa tra il vano 2 di lavaggio e mezzi 4 di irrorazione che spruzzano il liquido di lavaggio all'interno del vano 2 di lavaggio.
Opportunamente i mezzi 9 di riscaldamento sono posti lungo detta canalizzazione 49 di alimentazione.
In particolare i mezzi 9 di riscaldamento comprendono una resistenza 90.
Il nuovo liquido di lavaggio acquista dunque calore dai mezzi 9 di riscaldamento. Al termine della sottofase di riscaldamento la temperatura del nuovo liquido di lavaggio à ̈ compresa tra 35°C e 50°C, preferibilmente à ̈ pari a circa 45°C.
La durata della sottofase di riscaldamento à ̈ legata ad una condizione predeterminata. Tale condizione predeterminata può essere il rilevamento di una temperatura predeterminata mediante un sensore che viene in contatto con il nuovo liquido di lavaggio o che à ̈ posto nel vano 2 di lavaggio.
Alternativamente tale condizione predeterminata à ̈ un periodo temporale prestabilito. In quest'ultimo caso la durata della fase di riscaldamento à ̈ pari ad un intervallo temporale stabilito preventivamente. Al termine di tale intervallo temporale stabilito preventivamente vengono disattivati i mezzi 9 di riscaldamento .
Vantaggiosamente la prima sottofase operativa à ̈ sostanzialmente contemporanea a detta sottofase di riscaldamento .
Il nuovo liquido di lavaggio progressivamente si scalda durante detta prima sottofase operativa. Ciò à ̈ dovuto al fatto che il nuovo liquido viene ripetutamente in contatto con la resistenza 90. Infatti le particelle del nuovo liquido di lavaggio dopo essere spruzzate dai mezzi 4 di irrorazione si accumulano nuovamente sul fondo del vano 2 di lavaggio da cui vengono prelevate e mediante la canalizzazione 49 nuovamente indirizzate verso i mezzi 4 di irrorazione. Questo obbliga le particelle del nuovo liquido di lavaggio a passare più volte in corrispondenza della resistenza 90 determinando quindi un progressivo incremento della temperatura del nuovo liquido di lavaggio.
Vantaggiosamente durante detta seconda fase di lavaggio vi possono essere uno o più rabbocchi del nuovo liquido di lavaggio.
La seconda fase di lavaggio comprende inoltre una seconda sottofase operativa successiva alla prima sottofase operativa in cui il nuovo liquido di lavaggio à ̈ spruzzato nel vano 2 di lavaggio e colpisce la prima zona 21 del vano 2 di lavaggio. Ciò permette dunque il lavaggio delle stoviglie posizionate in corrispondenza della prima zona 21 di lavaggio. Durante tale seconda sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio colpisce opportunamente anche la seconda zona 22 del vano 2 di lavaggio.
Vantaggiosamente la seconda sottofase operativa inizia successivamente alla sottofase di riscaldamento del nuovo liquido di lavaggio. Durante la seconda sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio si trova ormai ad una temperatura sufficientemente elevata tale da impedire la rottura delle stoviglie sensibili al brusco raffreddamento. Durante la seconda sottofase operativa (vedasi riferimento B2 in figura 2) la temperatura rilevata nel vano 2 di lavaggio à ̈ approssimativamente costante e pari a quella raggiunta al termine della sottofase di riscaldamento (al più si verifica un leggero raffreddamento dovuto a dissipazioni termiche con 1'esterno).
Opportunamente il metodo prevede che nella seconda sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio raggiunga un primo cestello 5 in cui à ̈ ricavata detta prima zona 21 del vano 2 di lavaggio. In questo modo si permette il lavaggio delle stoviglie sensibili a rottura per brusco raffreddamento preventivamente poste dall'utente nella prima zona 21 del vano 2 di lavaggio. Normalmente nelle lavastoviglie dotate di due cestelli gli oggetti più delicati sono posti nel cestello superiore, mentre in quello inferiore sono poste pentole e stoviglie più robuste (dunque questa suddivisione à ̈ familiare all'utente).
Il metodo prevede inoltre che durante la prima sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio sia spruzzato verso l'alto da sotto detta seconda zona 22 del vano 2 di lavaggio con una energia sufficiente a permettere il raggiungimento di una seconda quota 221 che à ̈ sottostante alla prima quota 211 e in cui si trova la seconda zona 22 del vano 2 di lavaggio.
Il metodo prevede quindi che nella prima sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio, senza raggiungere il primo cestello 5, venga in contatto con un secondo cestello 6 in cui à ̈ ricavata detta seconda zona 22 del vano 2 di lavaggio. Rispetto alla verticale fisica detto secondo cestello 6 à ̈ posizionato al di sotto del primo cestello 5. Durante la prima sottofase operativa inizialmente il nuovo liquido di lavaggio à ̈ ancora troppo freddo per lavare le stoviglie calde e sensibili alla rottura per brusco raffreddamento che sono poste nel primo cestello 5. In attesa che il nuovo liquido di lavaggio si scaldi esso viene dunque utilizzato per lavare le stoviglie preventivamente poste dall'utente nel secondo cestello 6.
In una soluzione alternativa il metodo prevede che durante la prima sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio sia spruzzato verso l'alto da sotto detta seconda zona 22 del vano 2 di lavaggio con una energia insufficiente a permettere il raggiungimento di una seconda quota 221 che à ̈ sottostante alla prima quota 211 e in cui si trova la seconda zona 22 del vano 2 di lavaggio. Ad esempio questo permetterebbe di posizionare stoviglie sensibili alla rottura per brusco raffreddamento sia nella prima che nella seconda zona 21, 22 di lavaggio.
In generale la prima quota 211 si trova ad una distanza maggiore rispetto alla seconda quota 221 da un piano orizzontale sottostante la lavastoviglie 1. La prima quota 211 si trova in corrispondenza del lembo inferiore della prima zona 21 di lavaggio. La seconda quota 221 si trova in corrispondenza del lembo inferiore della seconda zona 22 di lavaggio.
Durante la prima e la seconda sottofase operativa il primo e il secondo cestello 5, 6 sono interni al vano 2 di lavaggio. Normalmente il primo e/o il secondo cestello 5, 6 sono estraibili dal vano 2 di lavaggio per permettere di caricare e scaricare le stoviglie.
In generale il metodo prevede di regolare la velocità di rotazione di una pompa 3 di alimentazione che preleva il nuovo liquido di lavaggio dal vano 2 di lavaggio e lo indirizza verso almeno un ugello 46 dei mezzi 4 di irrorazione che lo spruzza nel vano 2 di lavaggio. Tale ugello 46 fa parte dei mezzi 4 di irrorazione del vano 2 di lavaggio. Nella prima sottofase operativa detta velocità di rotazione à ̈ minore che nella seconda sottofase operativa per evitare che (nella prima sottofase operativa) il liquido di lavaggio spruzzato verso l'alto da sotto la seconda zona 22 abbia un'energia sufficiente per raggiungere la prima zona 21 del vano 2 di lavaggio. Opportunamente la pompa 3 à ̈ di tipo centrifugo.
Nella particolare soluzione in cui durante la prima sottofase operativa il liquido spruzzato verso l'alto non raggiunge né la prima né la seconda zona 21, 22 di lavaggio la velocità di rotazione della pompa 3 à ̈ tale da impedire che il liquido di lavaggio spruzzato verso l'alto da sotto la seconda zona 22 abbia un'energia sufficiente per raggiungere la seconda zona 22 del vano 2 di lavaggio.
Passando da detta prima sottofase a detta seconda sottofase si verifica dunque un incremento della velocità di rotazione della pompa 3 di alimentazione. Vantaggiosamente nella prima sottofase operativa la velocità di rotazione della pompa 3 centrifuga à ̈ compresa tra 1600 e 1800 giri/min. Nella seconda sottofase operativa la velocità di rotazione della pompa 3 centrifuga à ̈ compresa tra 2000 e 2500 giri/min (non necessariamente mantenendo un valore costante). I valori sopraindicati delle velocità di rotazione sono puramente esemplificativi e sono funzione delle pressioni che si vogliono ottenere.
Riducendo l'energia meccanica fornita da un motore alla pompa 3, diminuisce anche l'energia che la pompa 3 trasferisce al nuovo liquido di lavaggio e dunque quest'ultimo nella prima sottofase operativa à ̈ spruzzato più in basso che nella seconda sottofase operativa. In questo modo si evita che nella prima sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio venga in contatto con le stoviglie della prima zona 21 (e in una particolare soluzione anche con quelle poste nella seconda zona 22 di lavaggio). Nella seconda sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio può essere spruzzato più in alto che nella prima sottofase operativa e dunque può raggiungere anche la prima zona 21 del vano 2 di lavaggio in cui l'utente ha preventivamente posto le stoviglie sensibili alla rottura per brusco raffreddamento.
Vantaggiosamente il metodo può prevedere di regolare le perdite di carico nella canalizzazione 49, detta regolazione delle perdite di carico essendo determinata da una variazione della geometria della canalizzazione 49 (ad esempio regolando la sezione di passaggio di un punto della canalizzazione 49).
Nella prima sottofase operativa le perdite di carico in detta canalizzazione 49 sono maggiori che nella seconda sottofase operativa.
Per passare dalla prima alla seconda sottofase operativa si potrebbero diminuire le perdite di carico lungo detta canalizzazione 49 in cui à ̈ posta la pompa 3.
Per regolare la pressione del getto il metodo prevede dunque di intervenire sulla velocità di rotazione della pompa 3 o sulla geometria della canalizzazione 49 che preleva il nuovo liquido di lavaggio dal fondo del vano 2 di lavaggio per poi spruzzarlo nuovamente contro le stoviglie poste nel vano 2 di lavaggio.
Vantaggiosamente il metodo prevede che nella prima sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio sia spruzzato verso l'alto solo da sotto la seconda zona 22.
Anche questo accorgimento permette di ridurre la possibilità che il nuovo liquido di lavaggio venga a contatto con la prima zona 21 del vano 2 di lavaggio. Il metodo prevede che nella seconda sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio sia almeno in parte spruzzato dal basso verso l'alto. Inoltre nella seconda sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio à ̈ almeno in parte spruzzato da una posizione intermedia tra la prima e la seconda zona 21, 22 del vano 2 di lavaggio. Questo permette di lavare al meglio anche le stoviglie sensibili alla rottura per brusco raffreddamento poste nella prima zona 21 del vano 2 di lavaggio.
Opportunamente la prima e/o la seconda sottofase operativa interessano un periodo temporale predeterminato.
Al termine della seconda sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio viene smaltito esternamente alla lavastoviglie 1. Nella soluzione esemplificativa e non limitativa illustrata nella figura allegata, dopo la seconda sottofase operativa si ha una terza fase di lavaggio (indicata con il riferimento C in figura 2). La terza fase di lavaggio ripete le sottofasi già descritte in precedenza per la seconda fase di lavaggio (utilizzando un liquido di lavaggio rinnovato rispetto a quello utilizzato durante la seconda fase di lavaggio). Dopo aver ripetuto le sottofasi già descritte in precedenza per la seconda fase di lavaggio, la terza fase di lavaggio può prevedere una nuova fase di riscaldamento del liquido di lavaggio che si sta utilizzando (inizialmente introdotto a temperatura prossima a quella ambiente). Vantaggiosamente tale nuova fase di riscaldamento avviene per un periodo di tempo predeterminato. Opportunamente (vedasi il riferimento CI in figura 2) detta nuova fase di riscaldamento porta almeno la prima zona 21 di lavaggio ad una temperatura compresa tra 60°C e 70°C (vantaggiosamente circa 65°C). La temperatura del vano 2 di lavaggio durante la terza fase di lavaggio à ̈ poi mantenuto ad una temperatura sostanzialmente costante per un perìodo temporale predeterminato (vedasi il riferimento C2 in figura 2). Durante C2 il liquido che si sta utilizzando non viene più riscaldato.
Successivamente inizia una fase di asciugatura degli oggetti lavati e posti nel vano 2 di lavaggio. Vantaggiosamente lo scarico del terzo liquido di lavaggio avviene durante la fase di asciugatura.
In figura 1 Ã ̈ esemplificativamente, ma non limitativamente illustrata una lavastoviglie 1 che implementa il metodo sopraindicato. Tale lavastoviglie 1 comprende il vano 2 di lavaggio e primi e secondi mezzi 7, 8 di posizionamento delle stoviglie all'interno del vano 2 di lavaggio. I primi mezzi 7 di posizionamento si trovano al di sopra dei secondi mezzi 8 di posizionamento rispetto alla direzione della verticale fisica .
I primi mezzi 7 di posizionamento definiscono la prima zona 21 di lavaggio, mentre i secondi mezzi 8 di posizionamento definiscono la seconda zona 22 di lavaggio .
In una prima soluzione costruttiva non illustrata i primi e i secondi mezzi 7, 8 di posizionamento sono integrati in un unico cestello (normalmente estraibile dal vano 2 di lavaggio). Ad esempio i primi mezzi 7 di posizionamento potrebbero comprendere una ribaltina applicata a pareti laterali del cestello, mentre i secondi mezzi 8 di posizionamento potrebbero comprendere ad esempio la base inferiore del cestello.
In una soluzione alternativa la lavastoviglie 1 comprende un primo e un secondo cestello 5, 6 posti nel vano 2 di lavaggio. Il primo cestello 5 comprende detti primi mezzi 7 di posizionamento ed à ̈ ricavato al disopra del secondo cestello 6 che a sua volta comprende detti secondi mezzi 8 di posizionamento. Normalmente il primo e il secondo cestello 5, 6 sono estraibili dal vano 2 di lavaggio. Durante il lavaggio il primo e il secondo cestello 5, 6 si trovano internamente al vano 2 di lavaggio.
La lavastoviglie 1 comprende inoltre i mezzi 4 di irrorazione del liquido di lavaggio all'interno del vano 2 di lavaggio. Tali mezzi 4 di irrorazione comprendono almeno un primo irroratore 42. Rispetto alla verticale fisica il primo irroratore 42 à ̈ posto al di sotto dei secondi mezzi 8 di posizionamento delle stoviglie. Vantaggiosamente il primo irroratore 42 à ̈ ricavato al di sotto del secondo cestello 6. I mezzi 4 di irrorazione possono comprendere anche un secondo irroratore 41 interposto tra il primo e il secondo cestello 5, 6. Il primo e il secondo irroratore 42, 41 sono rotanti e comprendono una pluralità di ugelli 46 che permettono la fuoriuscita del liquido utilizzato per eseguire il lavaggio delle stoviglie.
Vantaggiosamente la canalizzazione 49 di alimentazione comprende un primo condotto 54 che si sviluppa dal vano 2 di lavaggio; il primo condotto 54 presenta una ramificazione 50 a valle della pompa 3. Dalla ramificazione 50 si sviluppano un secondo condotto 51 che permette l'alimentazione del primo irroratore 42 e un terzo condotto 52 che permette l'alimentazione del secondo irroratore 41. Vantaggiosamente la lavastoviglie 1 comprende mezzi 53 di intercettazione che permettono o impediscono il flusso di un liquido lungo detto secondo e/o terzo condotto 51, 52. Ad esempio i mezzi 53 di intercettazione comprendono una prima valvola 55 posta in corrispondenza di detta ramificazione 50. Tale valvola 55 permette di porre in comunicazione fluida il primo condotto 54 con il secondo condotto 51 o con il terzo condotto 52 o con entrambi o con nessuno dei due. Tale valvola 55 presenta un ingresso e due uscite tra cui à ̈ interposto un elemento mobile che permette la comunicazione fluida tra detto ingresso e una sola delle due uscite o con entrambe le uscite o con nessuna uscita. L'ingresso si trova ad una estremità del primo condotto 54, le due uscite si trovano rispettivamente ad una estremità del secondo e del terzo condotto 51, 52. La lavastoviglie 1 comprende inoltre mezzi di regolazione di almeno un getto del liquido di lavaggio in uscita dal primo irroratore 42. I mezzi di regolazione permettono al getto di assumere una prima e una seconda condizione operativa. Tali mezzi di regolazione potrebbero essere una pompa a velocità variabile o mezzi che modificano la geometria della canalizzazione 49 (in particolare permettono una strozzatura o un allargamento di una sezione di passaggio della canalizzazione 49).
Nella prima condizione operativa, detto getto anche se indisturbato dai secondi mezzi 8 di posizionamento o dalle stoviglie in esso riposte ha una energia insufficiente per raggiungere i primi mezzi 7 di posizionamento. In una prima soluzione costruttiva della lavastoviglie, nella prima condizione operativa tale energia à ̈ però sufficiente per raggiungere i secondi mezzi 8 di posizionamento. In una seconda soluzione costruttiva della lavastoviglie, nella prima condizione operativa tale energia à ̈ però insufficiente per raggiungere i secondi mezzi 8 di posizionamento. Nella prima condizione operativa viene dunque implementata la prima sottofase operativa descritta in precedenza con riferimento alla seconda fase di lavaggio.
Vantaggiosamente il primo irroratore 42 Ã ̈ ricavato al di sotto del secondo cestello 6. Nella prima condizione operativa della prima soluzione costruttiva detto getto del primo irroratore 42 raggiunge il secondo cestello 6, ma non il primo cestello 5. Nella prima condizione operativa il secondo irroratore 41 Ã ̈ invece disattivato. Nella seconda condizione operativa detto getto del primo irroratore 42 se indisturbato dai secondi mezzi 8 di posizionamento e dalle stoviglie in esse riposte, potrebbe possedere una energia sufficiente per raggiungere i primi mezzi 7 di posizionamento.
Inoltre nella seconda condizione operativa, detto secondo irroratore 41 spruzza almeno un getto del nuovo liquido di lavaggio verso il primo cestello 5.
Questo permette di implementare la seconda sottofase operativa descritta in precedenza con riferimento alla seconda fase di lavaggio.
L'invenzione consegue importanti vantaggi. Innanzitutto permette di lavare stoviglie sensibili alla rottura per brusco raffreddamento in lavastoviglie minimizzando il rischio di rotture.
Un ulteriore importante vantaggio à ̈ legato al fatto all'ottimizzazione del tempo di lavaggio dal momento che anche quando il liquido di lavaggio ha una temperatura tale da sconsigliarne il suo impiego su stoviglie calde e sensibili alla rottura per brusco raffreddamento, comunque viene utilizzata per il lavaggio di stoviglie meno delicate (ad esempio realizzate in acciaio).
L'invenzione così concepita à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo che la caratterizza. Inoltre tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti. In pratica, tutti i materiali impiegati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi, a seconda delle esigenze.
Claims (14)
- RIVENDICAZIONI 1. Metodo per evitare la rottura di stoviglie sensibili a shock termici per brusco raffreddamento durante il lavaggio in una lavastoviglie (1), detto metodo comprendendo le fasi di: i) eseguire una prima fase di lavaggio spruzzando un liquido di lavaggio riscaldato contro una prima zona (21) idonea all'alloggiamento di stoviglie sensibili alla rottura per brusco raffreddamento, la prima zona (21) rispetto alla verticale fisica sovrastando una seconda zona (22) idonea all'alloggiamento di stoviglie, la prima e la seconda zona (21, 22) trovandosi all'interno di un vano (2) di lavaggio della lavastoviglie (1); ii) scaricare dal vano (2) di lavaggio il liquido di lavaggio utilizzato durante la prima fase di lavaggio; iii) eseguire una seconda fase di lavaggio mediante un nuovo liquido di lavaggio inizialmente più freddo del liquido di lavaggio spruzzato immediatamente prima del termine della prima fase di lavaggio, detta seconda fase di lavaggio comprendendo: -una sottofase di adduzione del nuovo liquido di lavaggio nel vano (2) di lavaggio; -una prima sottofase operativa in cui il nuovo liquido di lavaggio à ̈ spruzzato nel vano (2) di lavaggio senza che il nuovo liquido di lavaggio venga in contatto con la prima zona (21) di lavaggio; durante detta prima sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio, rispetto alla direzione della verticale fisica, essendo prelevato dal vano (2) di lavaggio e almeno in parte spruzzato verso l'alto da sotto detta seconda zona (22) del vano (2) di lavaggio, il nuovo liquido di lavaggio essendo spruzzato con una energia insufficiente a permettere il raggiungimento di una prima quota (211) predeterminata in cui si trova la prima zona (21) del vano (2) di lavaggio; -una sottofase di riscaldamento del nuovo liquido di lavaggio, detta sottofase di riscaldamento essendo almeno in parte contemporanea a detta prima sottofase operativa; -una seconda sottofase operativa successiva alla prima sottofase operativa in cui il nuovo liquido di lavaggio à ̈ spruzzato nel vano (2) di lavaggio e colpisce la prima zona (21) del vano (2) di lavaggio.
- 2. Metodo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che durante la prima sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio à ̈ spruzzato verso l'alto da sotto detta seconda zona (22) del vano (2) di lavaggio con una energia insufficiente a permettere il raggiungimento di una seconda quota (221) che à ̈ sottostante alla prima quota (211) e in cui si trova la seconda zona (22) del vano (2) di lavaggio.
- 3. Metodo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che durante la prima sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio à ̈ spruzzato verso l'alto da sotto detta seconda zona (22) del vano (2) di lavaggio con una energia sufficiente a permettere il raggiungimento di una seconda quota (221) che à ̈ sottostante alla prima quota (211) e in cui si trova la seconda zona (22) del vano (2) di lavaggio.
- 4. Metodo secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che: -nella seconda sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio raggiunge un primo cestello (5) in cui à ̈ ricavata detta prima zona (21) del vano (2) di lavaggio; -nella prima sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio, senza raggiungere il primo cestello (5), viene in contatto con un secondo cestello (6) in cui à ̈ ricavata detta seconda zona (22) del vano (2) di lavaggio; rispetto alla direzione della verticale fisica detto secondo cestello (6) essendo posizionato al di sotto del primo cestello (5); almeno durante detta prima e seconda sottofase operativa il primo e il secondo cestello (5, 6) essendo interni al vano (2) di lavaggio.
- 5. Metodo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta prima sottofase operativa à ̈ sostanzialmente contemporanea a detta sottofase di riscaldamento della seconda fase di lavaggio .
- 6. Metodo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di regolare la velocità di rotazione di una pompa (3) di alimentazione che preleva il nuovo liquido di lavaggio dal vano (2) di lavaggio e lo indirizza verso almeno un ugello (46) che lo spruzza nel vano (2) di lavaggio; nella prima sottofase operativa detta velocità di rotazione essendo minore che nella seconda sottofase operativa per evitare che il liquido di lavaggio spruzzato verso l'alto da sotto detta seconda zona (22) abbia una energia sufficiente per raggiungere la prima zona (21) del vano (2) di lavaggio.
- 7. Metodo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di regolare le perdite di carico in una canalizzazione (49) che si sviluppa dal vano (2) di lavaggio fino a mezzi (4) di irrorazione, detta regolazione delle perdite di carico essendo determinata da una variazione della geometria della canalizzazione (49); nella prima sottofase operativa le perdite di carico in detta canalizzazione (49) essendo maggiori che nella seconda sottofase operativa .
- 8. Metodo secondo la rivendicazione 7 quando dipende direttamente o indirettamente dalla 6, caratterizzato dal fatto che i mezzi (4) di irrorazione comprendono detto ugello (46).
- 9. Metodo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che nella prima sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio à ̈ spruzzato verso l'alto solo da sotto la seconda zona (22) mentre nella seconda sottofase operativa il nuovo liquido di lavaggio à ̈ almeno in parte spruzzato dal basso verso l'alto e da una posizione intermedia tra la prima e la seconda zona (21, 22) del vano (2) di lavaggio .
- 10. Metodo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta prima e/o detta seconda sottofase operativa interessa/interessano un periodo temporale predeterminato.
- 11 . Metodo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la sottofase di adduzione di detto nuovo liquido di lavaggio prevede di prelevare acqua a temperatura ambiente da una sorgente esterna .
- 12. Metodo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il liquido di lavaggio utilizzato nella prima fase di lavaggio e detto nuovo liquido di lavaggio utilizzato nella seconda fase di lavaggio sono della medesima tipologia.
- 13. Metodo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il liquido di lavaggio utilizzato nella prima fase di lavaggio à ̈ riscaldato almeno in parte durante detta prima fase di lavaggio oppure à ̈ riscaldato prima di detta prima fase di lavaggio.
- 14. Metodo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la prima fase di lavaggio prevede anche di spruzzare il liquido di lavaggio contro la seconda zona (22) del vano (2) di lavaggio .
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