ITRM20100018A1 - Metodo ed apparecchiatura per la rimozione dei residui dello sparo da bossoli di proiettili di armi da fuoco portatili - Google Patents

Metodo ed apparecchiatura per la rimozione dei residui dello sparo da bossoli di proiettili di armi da fuoco portatili Download PDF

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ITRM20100018A1
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cleaning
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    • B24GRINDING; POLISHING
    • B24BMACHINES, DEVICES, OR PROCESSES FOR GRINDING OR POLISHING; DRESSING OR CONDITIONING OF ABRADING SURFACES; FEEDING OF GRINDING, POLISHING, OR LAPPING AGENTS
    • B24B31/00Machines or devices designed for polishing or abrading surfaces on work by means of tumbling apparatus or other apparatus in which the work and/or the abrasive material is loose; Accessories therefor
    • B24B31/10Machines or devices designed for polishing or abrading surfaces on work by means of tumbling apparatus or other apparatus in which the work and/or the abrasive material is loose; Accessories therefor involving other means for tumbling of work
    • B24B31/102Machines or devices designed for polishing or abrading surfaces on work by means of tumbling apparatus or other apparatus in which the work and/or the abrasive material is loose; Accessories therefor involving other means for tumbling of work using an alternating magnetic field

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  • Cleaning In General (AREA)

Description

DESCRIZIONE
Universalmente il riarmo delle armi da fuoco portatili viene effetuato tramite cartucce. Esse consistono in una struttura composta da:
- proiettile, cioè la parte che viene scagliata contro il bersaglio
- polvere da sparo, dalla combustione della quale si sprigionano i gas ad alta pressione che originano la propulsione del proiettile
- bossolo (11), die contiene la polvere da sparo e trattiene il proiettile
- capsula a percussione, che provvede all’innesco dell’esplosione della polvere da sparo.
Le cartucce sono delle entità facilmente trasportabili e manipolabili e hanno costituito una rivoluzione nell’uso delle armi da fuoco. Esse, infatti, hanno reso estremamente veloce l’operazione di riarmo che, nelle armi automatiche, è addiritura meccanicamente assistito. In questo tipo di congegni le cartucce sono contenute in serbatoi ed è Tarma stessa a provvedere all’espulsione di quella appena sparata ed a reintegrarla con una nuova. Le cartucce hanno l’ulteriore vantaggio di essere ottimizzate all’uso, cioè con i vari componenti (innesco, bossolo, polvere da sparo e proiettile) correttamente accoppiati fra di loro, in modo da rendere l’esplosione del colpo massimamente efficiente. Ipotizzando, infatti, di eseguire la ricarica manualmente, inserendo ogni componente separatamente nell’arma da fuoco (come si faceva con i fucili ad avancarica fino alla prima metà dell’ottocento) si potrebbe incorrere in errori deleteri. Per esempio mettendo poca polvere da sparo non si avrebbe l’efficienza voluta dall’esplosione del colpo (nel caso d’armi automatiche non sarebbe nemmeno possibile l’espulsione del bossolo sparato), mentre se essa fosse troppa si correrebbe il rischio dell’esplosione dell’arma. La confezionatura industriale delle cartucce evita tutto questo. Tuttavia alcune categorie di tiratori, specialmente nell’ambito sportivo ed amatoriale, possono preferire confezionarsi le cartucce per proprio conto. La motivazione principale è di carattere economico, confezionandosi le cartucce per conto proprio si elimina il costo del bossolo, che può essere recuperato da colpi già sparati. I bossoli sono, infetti, dei contenitori approssimativamente cilindrici in ottone che incidono per circa il cinquantanta percento sul costo della cartuccia Per poter effettuare la ricarica è necessario che il bossolo (11) sia in condizioni ottimali. Esso ha una forma a bicchiere dove, sul fondo, è accumulala la polvere da sparo. A contatto della polvere è posto il proiettile, tenuto in posizione dal colletto (cioè il bordo libero del bicchiere). All’esterno della base del bossolo (detto fondello) è realizzata una cavità cilindrica dove è alloggiata la capsula a percussione. Essa ha il compito, quando colpita, di generare la scintilla capace di innescare l’esplosione della polvere da sparo. Tale innesco è possibile perchè l’alloggiamento della capsula e la camera di combustione (cioè la zona inferiore del bossolo, dove è alloggiata la polvere da sparo) sono in comunicazione tramite un piccolo foro. L’esplosione del colpo genera: la combustione della polvere da sparo, con conseguente formazione di gas ad alta pressione autori della spinta sul proiettile, e dei residui di combustione. Tali residui si depositano sulle pareti del bossolo e possono ostruire il foro di vampa Inoltre le alte temperature in gioco possono fondere parzialmente l’incudine della capsula a percussione, rendendo pressoché impossibile il riutilizzo del bossolo. La conseguenza è che il bossolo va adeguatamente ripulito prima d’essere pronto alla ricarica Esistono già delle apparecchiature per la pulizia dei bossoli usati. Esse sono sostanzialmente di due tipologie: una utilizza ultrasuoni (ad esempo quella descritta nel brevetto WO 2007/137151) e l’altra l’azione abrasiva d’elementi in granuli (ad esempio quella del brevetto US 5036623). La prima prevede l’immersione dei bossoli in una vasca contenente acqua messa in agitazione tramite ultrasuoni. Tali apparecchiature sono poco efficienti, hanno bisogno di molto tempo e forniscono risultati poco soddisfacenti. La seconda prevede l’introduzione dei bossoli in un contenitore rotante dove è immesso anche un granulato abrasivo originato dallo sminuzzamento di componenti vegetali. Tale procedimento è molto lungo, rumoroso e genera un pulviscolo saturo di depositi carboniosi. Esso ha, inoltre, un gran difetto: alla fine delle operazioni di pulizia la graniglia rimane depositata sui bossoli che vanno ripresi uno ad uno e ripuliti manualmente, sopratutto nella zona della camera di scoppio e nel foro di vampa.. Esso presenta, inoltre, una scarsa efficienza nella rimozione dei residui di saldatura dell’incudine della capsula a percussione. Esistono, altresì, dei macchinari, come quello descritto dal brevetto con numero di pubblicazione JP 2008-238360 (che è un’evoluzione concettuale del US 5662516) che possono essere confrontati con il macchinario descritto nel presente brevetto. Bisogna dire, però, che il campo d’utilizzo del macchinario suaccennato è completamene differente. Esso è destinato alla levigatura di gioielli o di particolari in plastica dura. Anche funzionalmente e concettualmente presenta delle differenze definitive, come sarà evidente dalla descrizione successiva. La procedura e il macchinario proposti da questo brevetto si basano su un principio differente rispetto a quelli che sono alla base dei breveti esistenti succitati. Il macchinario qui descritto permette una maggiore rapidità e completezza di pulizia, la mancanza di produzione di polverino e l’assenza d’operazioni successive di ripulitura individuale. Esso considera l’azione abrasiva dovuta all’urto di aghi metallici (12) (di diametro di circa 0,6 mm e lunghezza 5-6 mm) sul corpo dei bossoli. Affinché gli urti interessino in maniera efficace tutta la superficie dei bossoli (11), interna ed esterna, è necessario porre questi ultimi e gli aghi dentro una vasca tronco-conica (1) piena d’acqua (13) e mettere in moto vorticoso relativo gli uni con gli altri. All’acqua va aggiunta una piccola dose di sapone liquido mediamente aggressivo che ha il compito di solubilizzare i residui carboniosi distaccati dagli aghi. Per mettere in moto gli aghi si utilizza un campo magnetico variabile generato dalla rotazione di magneti permanenti (3) in corrispondenza del fondo e di una porzione del fianco cilindrico della vasca (che resta ferma). L’urto degli aghi sui bossoli mete in movimento questi ultimi che, essendo più pesanti, acquistano velocità minore e roteano. Questo garantisce un numero elevato d’urti nell’unità di tempo e una distribuzione degli impatti pressoché omogenea sulla superficie interna ed esterna dei bossoli (11).
Il macchinario ideato per la realizzazione di tale metodo è di seguito descritto con l’ausilio delle figure 1, 2, 3, 4 e 5. La soluzione qui descrita rappresenta soltanto una delle possibili forme realizzative dell’invenzione ed è fornita al solo scopo di rendere l’invenzione facilmente comprensibile ai tecnici del settore.
La fig 1 rappresenta una sezione dell’assieme dell’apparecchiatura costituente l’invenzione.
La fig. 2 mostra in dettaglio la disposizione delle polarità dei magneti (3) utilizzati per mettere in moto gli aghi (12).
La fig. 3 mostra in dettaglio la posizione e la configurazione dei setti di rallentamento (8) dei bossoli (11).
La fig. 4 evidenzia le differenze di principio sul moto impresso agli aghi fia il presente brevetto, fig. (a) ed altri già depositati, fig. (b)
La fig. 5 mostra la disposizione dei magneti (3) sul piatto rotante (2).
La fig 6 è una vista prospettica d’assieme della macchina.
La fig. 1 mostra l’insieme dell’apparecchiatura, nel quale risalta il contenitore tronco-conico sulla parte superiore. La vasca (1), che deve essere di materiale amagnetico ad esempio vetro, è adibita ad alloggiare i bossoli (11) da pulire assieme agli agili metallici (12). La vasca (1) presenta una particolarità: nella parte centrale è occupata da un elemento conico, con conicità inversa rispetto a quella della vasca, e ad essa coassiale. Il materiale dell’elemento conico è lo stesso di quello della vasca, ad esempio vetro. Esso è realizzato di corpo con la vasca o ad esso rigidamente fissato. La finizione dell’elemento centrale è quella di evitare il deposito dei bossoli e degli aghi al centro, durante la fase di pulizia Per la geometria del sistema, infatti, le variazioni del campo magnetico sono nulle in corrispondenza dell’asse di simmetria della vasca e di entità modesta nelle sue vicinanze. La presenza dell’elemento centrale evita che questa zona sia occupata dai bossoli (11), che rimarrebbero fermi (come pure gli aghi) e non sarebbero dunque soggetti all’azione di pulizia. Al di sotto della vasca è piazzato un disco (2), anche esso di materiale amagnetico, che porta fissati quattro coppie di magneti permanenti (3) generanti un forte campo magnetico. Le coppie di magneti (3) sono fissate al piatto (2) secondo quattro raggi perpendicolari fra loro. In particolare se il magnete esterno di ciascuna coppia lo si considera collocato in posizione puramente radiale, il secondo, quello più interno, risulta leggermente avanzato rispetto al primo. La disposizione descritta è rapresentata nella figura 5. I magneti (3) fissati sul disco (2) sono disposti con le polarità, nord e sud, che cambiano ogni novanta gradi, come evidenziato dalla figura 2. In altre parole due magneti (3), posti sul disco (2) in posizione adiacente, hanno polarità opposta agli altri quattro ad essi adiacenti. Sul diametro esterno del disco (2) sono fissati poi quattro supporti metallici ^), disposti secondo due diametri molati di 45 gradi rispetto a quelli poco sopra descritti, come visibile in figura 2. Tali supporti hanno forma ad L e servono da base di fissaggio per gli otto magneti (3), due per ogni staffa, che agiscono sulla superficie laterale della vasca Essi cambiano polarità ogni centoottanta gradi come evidenziato in figura 2. In altre parole ogni coppia di magneti (3) trova una coppia adiacente con uguale polarità ed una con polarità inversa Tale configurazione permette di eliminare le problematiche connesse all’utilizzo dello schema del brevetto JP 2008-238360. In quest’ultimo i magneti, montati in posizione elevata rispetto al piatto rotante, sono collocati su una torretta centrale e agiscono su una vasca di forma toroidale, come mostrato in figura 4 (b). Con tale disposizione i magneti sopraelevati, con il relativo campo magnetico variabile generato dalla rotazione del piatto, hanno il solo scopo di sollevare gli aghi dal fondo del contenitore e di imporre ad essi un moto rotatorio secondo vortici interni alla vasca La configurazione radiale esterna riportata nel presente brevetto pone i magneti sul diametro massimo a disposizione nella macchina, ottimizzando l’effetto di trascinamento degli aghi, imponendogli traiettorie circolari coassiali alla vasca Tale moto di trascinamento costituisce il principio base del macchinario qui descritto, perchè è l’origine unica degli urti con i bossoli. La differenza concettuale appena descritta è illustrata dalle figure 4 (a) e 4 (b). Inoltre lo schema con magneti su torretta centrale è funzionalmente poco efficace perchè gli aghi, posti comunque in moto circolare secondo un asse coincidente con quello di simmetria della vasca, anche se vorticoso, subiscono l’influenza della forza centrifuga che tende ad allontanarli dalla sorgente del campo magnetico. Nel brevetto presente avviene esattamente il contrario perchè la forza centrifuga mantiene gli aghi nella zona di forte intensità del campo magnetico.
La figura 1 mostra come il disco (2) sia collegato rigidamente all’albero d’uscita di un motore elettrico a corrente continua (6) tramite un giunto (5). Il motore (6) ha l’incarico di mettere in rotazione il disco, al fine di creare il campo magnetico variabile necessario alla movimentazione degli aghi di pulizia (12). 11 motore (6) è alimentato tramite un sistema di regolazione (7), il cui pomello di comando (15) si trova su un palmellino posto sul lato operatore della macchina, che permette di variare la velocità di rotazione. Tale regolazione è necessaria e dipendente dalla massa del bossolo. Q pennellino di regolazione è visibile nella vista prospettica riportata in figura 6. Ad ogni valore di velocità di rotazione del motore (6), e quindi del piatto (2), corrisponde una Sequenza di variazione del campo prodotto dai magneti (3); l’utilizzatare potrà scegliere la velocità al fine di otenere il risultato migliore di pulizia. 11 motore (6) è alloggiato in un telaio (10) di forma parallelepipeda, che porta, sulla sommità, il piano forato dove si colloca la vasca di lavaggio (1). Il foro d’alloggiamento della vasca è dotato di una guarnizione che ha un notevole attrito con la vasca (la guarnizione non è rappresentala). L’uso di tale guarnizione garantisce che la vasca non si metta in rotazione durante le operazioni di pulizia e che eventuali gocce d’acqua, fuoriuscite accidentalmente da questa, non vadano in contatto con gli organi elettrici sottostanti. Il macchinario è completato dal coperchio (9) posto sopra la vasca. Esso ha una duplice finizione: quella di evitare la fuoriuscita dei bossoli (11) e degli aghi (12) dalla vasca durante le operazioni di lavaggio e quella di sostenere due setti rigidi (8). Questi sono costituiti da elementi lineari che occupano per intero la distanza radiale fra il blocco centrale e il diametro esterno della vasca (1) e sono immersi in essa. I setti (8) sono disposti radialmente con un angolo di circa 90 gradi. Il primo dei due, rispetto al moto dei bossoli (11), è posto più lontano dal fondo della vasca (1), il secondo più vicino, come mostrato dalla figura 3. La funzione dei setti (8) è quella di aumentare la differenza di velocità di trascinamento fra bossoli (11) ed aghi (12), al fine di aumentare il numero degli urti reciproci e la conseguente efficacia di pulizia. In particolare il primo setto ha la finizione di ordinare i bossoli nella vasca, che per effetto del moto tendono ad ammassarsi, ed il secondo serve per agevolare il moto rotatorio di questi. In ogni caso la distanza dei setti dal fondo è regolabile e va variata nel caso di pulizia di bossoli con dimensioni fuori della norma. Tale regolazione va accompagnata con la variazione di velocità del motore (6), al fine di ottenere il giusto moto dei bossoli e degli aghi.
Come già detto la pura azione magnetica di trascinamento degli aghi non sarebbe di per sè sufficente a garantire una adeguata densità di urti fra agili (12) e bossoli (11), con conseguente scarsa efficacia dell’azione di pulizia. L’azione meccanica dei setti utilizzati nel presente brevetto non è implementala in nessun altro brevetto precedente. I setti aumentano la differenza di velocità di trascinamento fra aghi (12) e bossoli (11) e favoriscono la rotazione di questi, già naturalmente imposta dal moto circolare da essi assunto nella vasca. In particolare i due setti (8) agiscono a profondità differenti nella vasca (1). H primo, rispetto al moto dei bossoli, ha lo scopo di ordinarli e distribuirli (il moto rotatorio nella vasca tende ad ammassarli) ed è posto più in alto. Il secondo ha lo scopo di favorire la rotazione dei suddetti elementi ed è posto più in profondità.
La sequenza di lavoro è seguente: si pongono nella vasca i bossoli (11) da pulire (circa 350) e gli aghi (12) (circa 300g di aghi di diametro 0,6 mm e lunghezza 5-6 mm) e si aggiunge un cucchiaino circa di sapone liquido (tipo quello per il lavaggio delle stoviglie a mano). Dopo di chè , avendo regolalo la posinone dei setti (8) e la velocità del motore (6), si avvia il lavaggio agendo sul’interruttore (14) di avvio del motore. Il lavaggio dura circa 30 minuti. Alla fine di esso si ferma il motore (se la macchina è dotata di timer si ferma da sola) e si preleva la vasca(l) con i bossoli (11) dal macchinario Si decanta poi la vasca (1) eliminando parte del’acqua di lavaggio e si reintegra il livello con dell’acqua pulita.
Gli eventuali aghi (12) rimasti intrappolati nei bossoli (11) si separano versando tutto il contenuto della vasca (1) in un colino a maglie sufficentemente larghe immerso in un contenitore parzialmente riempito d’acqua E’ sufficiente agitare moderatemenle il colino prima di sollevarlo per ottenere il risultato voluto. I bossoli (11) contenuti nel colino, risultano puliti e lucidi, ma sono ancora bagnati e saranno asciugati adagiandoli su un panno pulito. Essi non necessitano di ulteriori azioni di pulizia e, una volta asciutti, sono pronti per la ricarica Le operazioni da effettuare sul macchinario si limitano allo scarico dell’acqua di pulizia (13), satura dei resisto carboniosi messi in soluzione dal sapone. Nel compiere tale operazione si deve avere- l’unica accortezza di non eliminare gli aghi (12) insieme all’acqua, dato che essi sono riutilizzabili, indefinitamente, per altri deli di pulizia II vantaggio economico di tale sistema, e macchinario, di pulizia è evidente. Come risulta dalla presente descrizione, non ci sono infatti, materiali di consumo da reintegrare se non l’acqua e una piccola dose di sapone. Si noti che i bossoli (11) provenienti dal dclo di lavaggio nella macchina, oggetto del presente brevetto, sono pronti all’uso e risultano liberati anche dai residui di saldatura parziale dell’incudine delle capsule a percussione. E’ da notare, infine, che i residui carboniosi risultano completamente dissolti nella soluzione acquosa (13) di sapone, senza dispersione di elementi volatili nodvi nell’aria

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Metodo per la pulizia di bossoli (11) usati di cartucce per arma da fuoco, caratterizzato dall’uso di aghi metallici (12) come elementi abrasivi di pulizia.
  2. 2. Metodo secondo la rivendicazione 1, caratterizzalo dal fatto che 1 ’apparecchiatura di pulizia è dotata di una vasca di lavaggio (1) in materiale non magnetico piena d’acqua (13) dove si pongono i bossoli (11) da pulire assieme ad una certa quantità di aghi metallici (12), di un metallo dalle caratteristiche magnetiche come l’acciaio inox, ed una piccola dose di sapone liquido mediamente aggressivo, laddove la pulizia dei bossoli si esegue mettendo in movimento relativo gli aghi (12) rispetto ai bossoli (11), in modo da realizzare Un elevato numero di urti, essendo la finizione del sapone liquido quella di disciogliere i residui carboniosi distaccati dai bossoli per mezzo degli agili.
  3. 3. Metodo secondo le rivendicazioni 1 e 2, caratterizzato dal latto che gli aghi di pulizia (12) vengono messi in moto tramite un campo magnetico variabile realizzato dalla rotazione di magneti permanenti (3) posti nelle vicinanze del fondo e della superficie laterale dela vasca (1), essendo i magneti permanenti fissati su un disco (2) con asse di simmetria coassiale con quello della vasca, il quale disco (2) è messo in rotazione da un motore elettrico (6) mentre la vasca (1) rimane ferma, poggiata in un apposito alloggiamento del macchinario.
  4. 4. Metodo secondo le rivendicazioni 1, 2 e 3, caratterizzato dal fatto che la pulizia dei bossoli (1 1), basala sul moto degli aghi (12), messi in rotazione dal campo magnetico variabile, generato dal moto dei magneti permanenti. (3), è prodotta dall’urto di detti aghi (12) con i bossoli (11) e che il moto degli aghi (12) ha luogo in tutto il volume dell’acqua (13) perché i magneti permanenti (3) sono posti, oltre che in corrispondenza del fondo della vasca di lavaggio (1), anche in corrispondenza di una parte della superficie laterale di essa.
  5. 5. Metodo secondo le rivendicazioni 1, 2, 3 e 4, caraterizzato dal fato che i residui carboniosi distaccati dalla sperficie dei bossoli (11) per azione degli agili (12) vengono solubilizzati dal sapone e rimangono nella soluzione acquosa di lavaggio (13), senza essere dispersi nell'ambiente circostante.
  6. 6. Metodo secondo le rivendicazioni 1, 2, 3 e 4, caraterizzato dal fetta che l’azione magnetica di trascinamento degli aghi (12) è coadiuvata dall’azione meccanica di setti (8) presenti all’interno della vasca (1), la cui presenza e disposizione incrementa il numero di iati relativi fra bossoli (11) e aghi (12), che è legato alla differenza di velocità di trascinamento di questi due elementi e permette di ordinare e rallentare il moto dei bossoli (11) che vengono cosi sottoposti ad un elevato numero di urti su tutta la loro superficie intana ed esterna
  7. 7. Apparecchiatura per la pulizia di bossoli (11) usati di munizioni di armi da fuoco costituita da: una vasca (1) di lavaggio, di materiale non magnetico, come ad esempio vetro, posta in un apposito alloggiamento; da un disco di rotazione (2), di materiale non magnetico, che supporta magneti permaneteti (3), da un motore elettrico (6), preferibilmente del tipo a corrente continua, che mette in rotazione il disco (2) dotato di magneti(3); da un tappo (9) posto sopra la vasca (1), che evita fuoriuscite di liquido (13) durante il lavaggio e che supporta i setti fissi (8); dalle apparecchiature di comando (7) del motore elettrico(6); da un telaio (10), che supporta la vasca (1), alloggia il disco (2) e il motore (6) con i relativi organi di comando (7), e che ospita, su una sua superficie esterna, Γ interruttore di accensione (14) della macchina e il comando di regolazione (15) della velocità di rotazione del motore, il tutto come rappresentato prospetticamente in figura 6.
  8. 8. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 7, caratterizzata dal fatto che il campo magnetico variabile necessario al movimento degli aghi (12) è fornito da un disco rotante (2) dove sono fissati quattro coppie di magneti permanenti (3) secondo due assi ortogonali fra loro e leggermente sfasati rispetto al rispettivo raggio, come raffigurato in figura 5, e che tali magneti (3) sono disposti con le polarità, nord e sud, che cambiano, come evidenziato dalla figura 2, e che detto disco (2) è posto sotto il fondo della vasca di lavaggio (1) e presenta i magneti permanenti (3) affacciati ad essa, essendo detto disco (2) dotato di quattro propaggini (4), fissate in corrispondenza del suo perimetro esterno e disposte alle estremità di due diametri, ortogonali fra loro, sfasati di 45 gradi rispetto a quelli secondo cui sono collocati i magneti (3) sul piano del disco (2), sulle quali sono collocate altre quattro coppie di magneti (3), una per ogni propaggine, che vengono così a trovarsi affacciati alla superficie laterale della vasca (1), anch’essi con polarità alternate, come evidenziato in figurai
  9. 9. Apparecchiatura secondo le rivendicazioni 7 e 8, caratterizzata dal fatto che all’azione motrice del campo magnetico variabile, realizzato dalla rotazione dei magneti (3), è associata l’azione meccanica sui bossoli (11) esercitata da due setti fissi (8) immersi nella vasca, essendo detti setti (8), sostenuti dal coperchio rimuovibile (9) posto sopra la vasca (1), disposti radialmente con un angolo di circa 90 gradi, il primo dei quali, rispetto al moto dei bossoli (11), è posto più lontano dal fondo della vasca (1), il secondo più vicino, come mostrato dalla figura 3, per aumentare la differenza di velocità di trascinamento fra bossoli (11) ed aghi (12), al fine di aumentare il numero degli urti e la conseguente efficacia di pulizia, laddove il primo setto (8) ha la funzione di ordinare i bossoli (11) nella vasca (1), che per effetto del moto tendono ad ammassarsi, ed il secondo quello di agevolare il moto rotatorio di questi e la cui distanza dal fondo è regolabile e deve essere variata nel caso di pulizia di bossoli (11) con dimensioni fuori della norma ed accompagnata dalla variazione di velocità del motore (6), al fine di ottenere il giusto moto dei bossoli (11) e degli aghi (12).
  10. 10. Apparecchiatura secondo le rivendicazioni 7, 8 e 9, caratterizzata dal fatto che la vasca di lavaggio (1) è di materiale non magnetico, ad esempio vetro ed è occupata da un elemento conico nella zona centrale, con conicità inversa rispetto a quella della superficie laterale esterna della vasca (1), e ad essa coassiale, essendo il materiale di cui è costituito lo stesso di quello della vasca (1), ad esempio vetro e potendo essere realizzato di corpo con la vasca (1) o ad esso rigidamente fissato, la cui finizione è quella di evitare, durante la fase di pulizia, il deposito dei bossoli (1 1) e degli aghi (12) al centro della vasca, dovuto al fatto che le variazioni del campo magnetico sono nulle in corrispondenza dell’asse di simmetria della vasca (1) e di entità modesta nelle sue vicinanze, i quali entrambi rimarrebbero fermi rendendo impossibile l’azione di pulizia
  11. 11. Apparecchiatura secondo le rivendicazioni 7, 8, 9 e 10, caratterizzata dal fette di essere dotata di un telaio di contenimento (10), appoggiato a terra, che alloggia al suo interno la vasca (1) di lavaggio, il disco (2) di rotazione dei magneti (3) ed il motore elettrico (6) ad esso collegato con i relativi componenti di comando e regolazione (7), mentre su una parete esterna dello stesso telaio (10) è collocato un pannello di comando dove sono presenti l’interruttore di accensione (14) della macchina e un pomello (15) per la regolazione della velocità del motore, come rappresentato nella figura 6.
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