ITRM20000134A1

ITRM20000134A1 - Dispositivo per la misurazione e la regolazione del precarico su cuscinetto.

Info

Publication number: ITRM20000134A1
Application number: IT2000RM000134A
Authority: IT
Inventors: Federico Perni; Luciano Pizzoni; Brett Master
Original assignee: Umbra Cuscinetti Spa
Priority date: 2000-03-15
Filing date: 2000-03-15
Publication date: 2001-09-15
Also published as: ITRM20000134A0; DE60110960D1; EP1134443B1; ATE296409T1; EP1134443A2; US6508592B1; EP1134443A3; IT1315864B1; DE60110960T2

Description

DESCRIZIONE

annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo:

“DISPOSITIVO PER LA MISURAZIONE E LA REGOLAZIONE DEL PRECARICO SU CUSCINETTI”.

Il presente trovato concerne un dispositivo per la misurazione e la regolazione del precarico su cuscinetti, ovvero per la misurazione e la regolazione dei carichi di montaggio ed esercizio su cuscinetti, che impiega mezzi piezoelettrici o magnetostrittivi per applicare tale precarico. Come è noto la piezoelettricità è il fenomeno per cui alcuni corpi cristallini, detti genericamente cristalli piezoelettrici, si polarizzano elettricamente in conseguenza di una deformazione meccanica di natura elastica, o viceversa si deformano elasticamente se sottoposti all’azione di un campo elettrico. E’ questo secondo effetto, detto effetto piezoelettrico inverso o effetto Lippmann, ad essere utilizzato nel presente trovato. Analogamente, per lo stesso trovato può essere impiegato il fenomeno della magnetostrizione, consistente nel fatto che le dimensioni di un corpo variano quando esso sia magnetizzato o quando comunque ne sia variata la magnetizzazione. Nel seguito della descrizione vengono citati materiali dotati di effetto piezoelettrico, ma ciò non va inteso come limitativo.

Le caratteristiche di questi materiali, tra l’altro, hanno trovato applicazione nei mezzi di precarico dei cuscinetti, dove hanno sostituito dispositivi di regolazione puramente meccanici atti a realizzare una rigidezza variabile di un gruppo cuscinetti. Esempi del genere sono rappresentati dalle lavorazioni sui materiali su elettromandrini o teste di foratura dove per il gruppo cuscinetti è richiesta un’alta rigidezza a velocità di rotazione basse, tipiche delle lavorazioni di sgrossatura, e una bassa rigidezza per alte velocità di rotazione, come nelle lavorazioni di finitura. Come è noto, un altro fattore è rappresentato dalla dilatazione termica che può portare nelle zone di rotolamento a sovraccarichi di esercizio che incidono sulla vita dei cuscinetti. Il brevetto statunitense N. 4,850,719 a nome Moseley et al., ad esempio, descrive un cuscinetto a rigidezza variabile che utilizza mezzi piezoelettrici per applicare una forza di precarico variabile al cuscinetto. I mezzi piezoelettrici preferibilmente utilizzati sono wafer piezoelettrici, disposti fra due cuscinetti intorno ad un albero e collegati alternativamente a tensione alternata e a terra per consentire ai wafer di distorcersi in maniera direttamente proporzionale ai potenziali applicati. I wafer sono disposti consecutivamente l’uno a fianco dell’altro e, con la loro deformazione dovuta ad una variazione del potenziale applicato, esercitano una forza longitudinale, parallela all’asse dei cuscinetti. Il dispositivo di Moseley non prevede mezzi di regolazione del precarico, e quindi serve soltanto a regolare la rigidezza del cuscinetto.

E’ anche noto, comunque, un dispositivo di regolazione del precarico per un cuscinetto di albero principale dalla pubblicazione del brevetto giapponese n.

8-35520 a nome Hitachi Seiki Co Ltd. Esso comprende mezzi, in genere molle, per esercitare una forza di spinta in una sola direzione da un lato dell’ anello esterno di un cuscinetto, mezzi di conferimento di un precarico, in genere al supporto di rotolamento attraverso l’anello esterno del cuscinetto premendo l’altro lato dell’anello esterno nella direzione opposta contro i mezzi di spinta. Inoltre è prevista un’unità di rivelazione del precarico applicato all’anello esterno dall’unità di conferimento del precarico, e mezzi di comando includenti mezzi di memorizzazione del valore di precarico ottimale per la velocità di rotazione dell’albero principale, mezzi di confronto del precarico ottimale, estratto dai mezzi di memorizzazione per valori corrispondenti alla velocità di rotazione dell’albero principale, con un precarico effettivo rivelato dai mezzi di rivelazione del precarico.

Nel dispositivo noto sopra menzionato è descritto un dispositivo di regolazione del precarico in cui i mezzi di spinta e i mezzi antagonisti o di richiamo elastico sono componenti distinti del dispositivo, posizionati in parti rispettivamente opposte del cuscinetto sottoposto all’irrigidimento.

Un dispositivo di tal tipo risulta particolarmente complesso e non sempre applicabile ad un cuscinetto su alberi già funzionanti.

E’ inoltre noto un dispositivo di regolazione del precarico per un cuscinetto dalla pubblicazione del brevetto giapponese n. 8-25106 a nome Honda Giken Kogyo. La regolazione del precarico in questo caso viene ottenuta mediante pressione in direzione assiale tramite un elemento piezoelettrico disposto sul lato del cuscinetto che sostiene un albero di rotazione. Il dispositivo di regolazione del precarico comprende un sensore per rivelare il carico agente sull’anello esterno del cuscinetto e mezzi per comandare una tensione applicata sull’elemento piezoelettrico in funzione del carico rivelato. I mezzi per applicare il precarico sono rappresentati da un cilindro il cui pistone applica una forza su una slitta applicata contro l’anello esterno da parte opposta dell’elemento piezoelettrico. Nel dispositivo Honda è possibile regolare il precarico su una coppia di cuscinetti grazie a rispettivi sensori, ma il dispositivo Honda prevede, come il dispositivo Hitachi, mezzi di spinta distinti dai mèzzi antagonisti o di richiamo elastico e disposti da parti opposte rispetto ai cuscinetti. Come nel dispositivo Hitachi, anche nel dispositivo Honda, il mezzo piezoelettrico di applicazione del precarico è formato da wafer disposti l’uno a fianco dell’altro. Essi esercitano un’azione diretta sui cuscinetti, concentrata in alcuni punti del loro anello esterno. I mezzi di conferimento del precarico sono separati dai mezzi di spinta e quindi tutto il dispositivo di precarico è diviso sostanzialmente in almeno due parti collocate sui lati opposti dei cuscinetti. Nel dispositivo Honda i sensori sono sensori di spostamento disposti a contatto con la superficie periferica dell’anello esterno del cuscinetto; essi sono in grado di consentire una misura del carico sui cuscinetti solo se si assume che gli anelli interni rimangano fissi in posizione. Poiché ciò non si verifica con sicurezza, l’indeterminatezza della misura provoca un funzionamento non adeguato dell’intero dispositivo.

La dislocazione dei sensori, ubicati in prossimità dei vari cuscinetti, e il loro numero aumentano la complessità del dispositivo, sia in senso costruttivo che funzionale.

Come già detto, tale complessità presente nei dispositivi noti rende impossibile la loro introduzione su gruppi cuscinetti già esistenti a meno di modifiche sostanziali e pesanti adattamenti delle parti componenti.

Il presente trovato mira pertanto a superare gli inconvenienti dei dispositivi di regolazione del precarico noti dallo stato deH’arte.

Uno scopo del presente trovato è quello di realizzare un dispositivo del tipo sopra citato, in particolare del tipo utilizzante mezzi piezoelettrici e magnetostrittivi, che abbia una struttura meccanicamente compatta che gli permetta di essere installato su gruppi cuscinetti sostituendo o affiancando il distanziale esterno, in macchine esistenti o di nuova progettazione.

Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un dispositivo in grado di misurare il carico assiale sui cuscinetti dovuto al serraggio in assemblaggio, alle spinte assiali di lavoro, alle forze centrifughe e alle dilatazioni termiche della macchina su cui i cuscinetti sono montati.

Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un dispositivo in grado di adeguare la rigidezza dei gruppi cuscinetti in relazione al tipo di lavorazione (foratura, alesatura, fresatura, contomatura, etc.), al tipo di utensili impiegati, al tipo di materiale da lavorare o alla precisione che si vuole ottenere sul pezzo finito.

Un ulteriore scopo del trovato è quello di realizzare un dispositivo che permetta la regolazione del carico grazie ad un sistema di controllo a controreazione fra la misura attuale e i valori di carico predefiniti e memorizzati in funzione delle grandezze che fanno variare il carico stesso. Il trovato, quale esso è caratterizzato dalle rivendicazioni che seguono, risolve il problema di fornire un dispositivo per la misurazione e la regolazione del precarico su cuscinetti circondati da una carcassa, del tipo comprendente mezzi di applicazione di un precarico, sotto forma di uno o più elementi piezoelettrici o magnetostrittivi, capaci di applicare una spinta definente un precarico sull’anello esterno di cuscinetti, mezzi di reazione per applicare una forza antagonista a quella di precarico, mezzi sensori per la misurazione istantanea del carico e un sistema di controllo a controreazione per la regolazione di detto carico, che, da un punto di vista generale, si caratterizza dal fatto che detti mezzi di applicazione di un precarico e detti mezzi di reazione sono disposti a costituire un unico organo attuatore, comprendente due elementi ad anello di ripartizione del precarico, contraffacciati e coassiali all’ albero, un primo anello ed un secondo anello, almeno uno dei quali destinato ad agire contro l’anello esterno di un cuscinetto e contenenti, tra loro interposti, due o più mezzi piezoelettrici o magnetostrittivi di applicazione del precarico e mezzi di richiamo associati, ad elementi di collegamento fra detti elementi ad anello; a detto organo attuatore essendo operativamente adiacente una cella di carico anulare connessa con un sistema di controllo esterno a controreazione per la misurazione e regolazione di detto precarico.

Ulteriori caratteristiche e vantaggi del presente trovato appariranno maggiormente evidenti dalla descrizione dettagliata che segue di una forma preferita di realizzazione, illustrata a puro titolo indicativo ma non limitativo, negli uniti disegni in cui:

la figura 1 mostra una vista prospettica di un organo attuatore del dispositivo di misurazione e di regolazione del precarico su cuscinetti secondo il presente trovato;

la figura 2 mostra una vista schematica prospettica di un particolare dell’organo attuatore della figura 1;

la figura 3 mostra una vista schematica prospettica di un altro particolare dell’organo attuatore della figura 1;

la figura 4 mostra una vista schematica dall’alto di una cella di carico del dispositivo di misurazione e di regolazione del precarico su cuscinetti secondo il presente trovato;

la figura 5 mostra una vista di un particolare della cella di carico della figura 4;

la figura 6 mostra una sezione assiale schematica di una prima forma di applicazione del dispositivo di misurazione e di regolazione del precarico su cuscinetti secondo il presente trovato;

la figura 7 mostra una sezione assiale schematica di una seconda forma di applicazione del dispositivo di misurazione e di regolazione del precarico su cuscinetti secondo il presente trovato; e

la figura 8 mostra uno schema a blocchi di un sistema di controllo a controreazione che impiega il dispositivo secondo il trovato.

Con riferimento alle figure, viene mostrata una forma di realizzazione, preferita ma non esclusiva, del dispositivo di misurazione e di regolazione del precarico su cuscinetti secondo il presente trovato. In particolare, dalle figure da 6 a 8, che rappresentano l’applicazione del dispositivo, indicato complessivamente con 1, su un gruppo di cuscinetti 10 intorno ad un albero principale 11, è evidente che esso è costituito da un organo attuatore 2 e da una cella di carico 3.

Facendo riferimento alla figura 1, che è una vista assonometrica del dispositivo attuatore 2, due elementi ad anello 20, 21 di ripartizione del precarico, destinati ad essere contraffacciati e montati coassialmente all’albero principale 11, contengono tra loro interposta una catena cinematica attuante su di essi una spinta determinata datazione di due o più mezzi piezoelettrici o magnetostrittivi di applicazione del precarico, indicati genericamente con 22 e di mezzi di richiamo, indicati genericamente con 23. I mezzi di richiamo 23 sono sostanzialmente mezzi di spinta che hanno una funzione antagonista ai mezzi 22 di applicazione del precarico. I mezzi di richiamo 23 sono associati ad elementi 24 di collegamento fra gli elementi ad anello 20, 21.

I mezzi di applicazione del precarico 22 sono formati da singoli elementi o da wafer di materiali piezoelettrici o di materiale funzionante secondo un effetto magnetostrittivo di tipo noto. Nella figura 1 i mezzi di applicazione del precarico 22 sono esemplificativamente rappresentati in forma di barrette a sezione quadrangolare, essendo comunque prevedibile qualsiasi loro diversa conformazione idonea allo scopo.

Secondo il trovato, nella forma di realizzazione attualmente preferita, detto organo attuatore 2 comprende, interposte fra detti elementi ad anello 20, 21 due o più unità di precarico costituite ciascuna da due mezzi di precarico 22 contrapposti e convergentemente agenti su un elemento di collegamento 24, mostrato in particolare nella figura 3. Ogni mezzo di precarico 22 è sostenuto in modo articolato, ad una sua estremità, all’ elemento di collegamento 24, e all’altra sua estremità ad un puntone, indicato genericamente con 25 e mostrato in particolare da solo, in una sua possibile preferita forma realizzativa, nella figura 2. Vantaggiosamente, in una forma di realizzazione, ogni puntone 25 è formato da due profilati a C accoppiati contrapposti lungo la loro anima ovvero formati in un sol pezzo di uguale forma. Ogni puntone 25 è montato a ponte fra i due elementi ad anello 20, 21, così da essere fissato rigidamente con viti 125 all’elemento ad anello 20 e da essere soltanto poggiato contro l’altro elemento ad anello 21. Ogni puntone 25, nella forma realizzativa rappresentata, è vantaggiosamente destinato a sostenere in modo articolato da entrambi i suoi lati due opposti mezzi di precarico 22 afferenti a due consecutive unità di precarico a realizzare così una catena cinematica circonferenziale delle unità di precarico nell’ interspazio definito da detti due elementi ad anello 20, 21.

Ogni mezzo di precarico 22 è disposto inclinato fra i due elementi ad anello 20, 21 solamente rispetto al loro asse, ovvero, come mostrato nella figura 1, sia rispetto al loro asse, sia rispetto alla loro direzione radiale.

I mezzi di precarico 22 sono inoltre articolati alle loro rispettive estremità ad un elemento di collegamento 24 e ad un puntone 25 mediante cerniere 26. In una forma di realizzazione, ognuna di tali cerniere 26 è ottenuta mediante una riduzione di sezione di una porzione di unione e sostegno 126 dei mezzi di precarico 22 con i rispettivi elementi di collegamento 24 e con il puntone 25. Naturalmente dette cerniere 26, rappresentate esemplificativamente come cerniere virtuali, cooperanti funzionalmente con i detti mezzi di richiamo, possono costruttivamente essere realizzate in forma di cerniere vere e proprie. Ogni elemento di collegamento 24 è formato, ad esempio, similmente ad un profilato a T, fissato con l’estremità libera della sua anima con viti 124 all’elemento ad anello 20 e con le ali, alle estremità delle quali si proiettano dette porzioni di unione e sostegno 126, con viti 127 all’elemento ad anello 21. Perciò, gli elementi di precarico 22 convergono verso le estremità delle ali dell’elemento di collegamento 24. In tal modo, la deformazione in aumento della dimensione longitudinale di una coppia di elementi di precarico 22 di un’unità di precarico applica una spinta in allontanamento dei due elementi anulari 20, 21, contro l’azione del mezzo di richiamo 23 sotto forma di una molla o altro mezzo di richiamo elastico. La disposizione inclinata e convergente degli elementi di precarico 22 determina sull’elemento di collegamento 24 una risultante di moltiplicazione della spinta di precarico, incrementando cosi l’effetto di spostamento ottenibile da una semplice disposizione assiale degli elementi di precarico 22.

Il mezzo di richiamo 23 è disposto trasversalmente ad unire l’elemento di collegamento 24 fissato sull’elemento ad anello 21 e l’elemento ad anello 20. II mezzo di richiamo 23 comprende mezzi elastici presentanti una ridotta resistenza alla trazione nel senso dell’ allontanamento dei due elementi ad anello 20, 2 1 e con sufficienti caratteristiche di richiamo elastico.

Facendo riferimento alle figure 4 e 5, la cella di carico 3 è costituita da un elemento anulare portante sulla sua faccia rivolta verso l’anello esterno di un cuscinetto una molteplicità di uguali travetti circonferenziali 30 disposti in successione su di un corpo anulare 31. Ciascuno di detti travetti 30 presenta, consecutivamente agli altri, una delle sue estremità 32 a sezione ridotta e sagomata a sbalzo in corrispondenza di una concavità 33 presentata dal corpo anulare 31. In corrispondenza del bordo superiore di dette estremità a sbalzo 32 (figura 5) sono previsti rispettivi rilievi 34 desinati a riscontrare a pressione l’anello esterno di un cuscinetto, mentre, a titolo di esempio, detto corpo anulare 31 trova utile sede d’appoggio in un ribassamento circonferenziale 131 presentato dalla superficie esterna del primo elemento ad anello 20 dell’organo attuatore 2 (figura 1). In corrispondenza della base di ciascuna di dette estremità a sbalzo 32, in corrispondente molteplicità, sono previsti sensoriestensimetri 35 disposti in coppia a ponte su entrambi i lati dell’estremità a sbalzo 32.

La cella di carico 3 è quindi in grado di trasmettere direttamente, attraverso i detti rilievi 34, la pressione di precarico determinata dall’adiacente organo attuai ore 2 sull’anello esterno di un cuscinetto, rilevandone il valore e gli eventuali spostamenti conseguenti attraverso la flessione delle dette estremità a sbalzo 32 rilevata dalla coppia di sensori-estensimetri 35 che, in modo di per sé noto, inviano i rispettivi segnali ad un sistema di controllo esterno a controreazione per la misurazione e regolazione del precarico, ovvero dei carichi di montaggio ed esercizio sul cuscinetto, mostrato nello schema della figura 8.

Nelle figure 6 e 7, sono mostrate due applicazioni del dispositivo secondo il trovato ad un gruppo cuscinetti intorno all’albero principale 11. Con riferimento alla figura 6 l’organo attuatore 2 è interposto fra un distanziale 40 solidale alla carcassa 41 che circonda l’albero e la cella di carico 3, a battuta contro l’anello esterno 42 di un cuscinetto. Superiormente, il dispositivo 1, comprendente l’organo attuatore 2 e la cella di carico 3, sono mostrati con semplice tratteggio, mentre inferiormente sono distintamente rappresentati schematicamente per rappresentare la forma effettiva del dispositivo.

Con riferimento alla figura 7 l’organo attuatore 2 è posto fra l’anello esterno 43 di un primo cuscinetto e l’anello esterno 44 di un secondo cuscinetto, coll’interposizione della cella di carico 3.

Il dispositivo, costituito dall’organo attuatore 2 e dalla cella di carico 3, fa parte di un sistema di controllo esterno a controreazione per la misurazione e regolazione del precarico mostrato nello schema della figura 8. Esso comprende inoltre un’unità di comando 4, avente a monte un’unità di taratura 5 e a valle un alimentatore 6 per l’organo attuatore 2. La cella di carico 3 è collegata a sua volta all’unità di comando 4. La cella di carico 3 è ulteriormente collegata ad un’unità di registrazione 7 delle condizioni di carico.

Vengono qui riassunti i vantaggi del dispositivo secondo il presente trovato. La compattezza del dispositivo come organo autonomamente funzionante consente la sua facile installazione su macchine esistenti o di nuova progettazione. Essa ha ripercussioni positive su una riduzione dei costi di fabbricazione e di messa in opera.

Il dispositivo è in grado con il suo cinematismo di moltiplicazione della spinta di precarico di soddisfare completamente la richiesta di movimento per compensare gli effetti termici, quelli centrifughi e le deformazioni nelle zone di contatto e quindi per variare il carico secondo valori utili controllati e selezionati in funzione dei suddetti effetti.

La collocazione della cella di carico in linea, interposta fra l’anello esterno del cuscinetto e l’organo attuatore rende possibile la misurazione di carichi di montaggio dovuti al serraggio di ghiere di fermo dei cuscinetti o altro, i carichi assiali di esercizio dovuti alle spinte sull’utensile, i carichi termici dovuti alle dilatazioni differenziali dei corpi. Inoltre, la posizione della cella consente, in una taratura iniziale, di rilevare i carichi dovuti alle forze centrifughe.

Dal momento che la cella di carico misura i carichi realmente applicati sui cuscinetti viene resa possibile l’acquisizione dell’intera storia di carico dei cuscinetti. Con la registrazione di questi dati è quindi possibile eseguire una manutenzione programmata dei cuscinetti prevedendone la sostituzione, quando necessario, al raggiungimento della vita di servizio prevista.

Naturalmente al trovato così concepito possono essere apportate numerose modifiche e varianti, tecnicamente equivalenti, tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo che lo caratterizza qui di seguito rivendicato.

Claims

RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo per la misurazione e la regolazione del precarico su cuscinetti, circondati da una carcassa, del tipo comprendente mezzi di applicazione di un precarico, sotto forma di uno o più elementi piezoelettrici o magnetostrittivi, capaci di applicare una spinta definente un precarico sull’ anello esterno di cuscinetti, mezzi di reazione per applicare una forza antagonista a quella di precarico, mezzi sensori per la misurazione istantanea del carico e un sistema di controllo a controreazione per la regolazione di detto carico, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di applicazione di un precarico e detti mezzi di reazione sono disposti a costituire un unico organo attuatore (2), comprendente due elementi ad anello di ripartizione del precarico, contraffacciati e coassiali all’albero (11), un primo anello (20) ed un secondo anello (21), almeno uno dei quali destinato ad agire contro l’anello esterno di un cuscinetto e contenenti tra loro interposti due o più mezzi (22) piezoelettrici o magnetostrittivi di applicazione del precarico e mezzi di richiamo (23) associati ad elementi di collegamento (24) fra detti elementi ad anello (20, 21); a detto organo attuatore (2) essendo operativamente adiacente una cella di carico anulare (3) connessa con un sistema di controllo esterno a controreazione per la misurazione e regolazione di detto precarico.
2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto organo attuatore (2) comprende, interposte fra detti elementi ad anello (20, 21) due o più unità di precarico costituite ciascuna da due mezzi di precarico (22), disposti contrapposti e convergentemente agenti su rispettive ali di un elemento di collegamento (24); ogni mezzo di precarico (22) essendo sostenuto in modo articolato, ad una sua estremità, da detto elemento di collegamento (24), e, rispettivamente, all’altra sua estremità da un puntone (25) montato a ponte fra i due elementi ad anello (20, 21), così da essere fissato con viti (125) al primo elemento ad anello (20) e da essere poggiato contro il secondo elemento ad anello (21).
3. Dispositivo secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto puntone (25) è destinato a sostenere in modo articolato da entrambi i suoi lati due opposti mezzi di precarico (22) afferenti a due consecutive unità di precarico a realizzare una catena cinematica circonferenziale delle unità di precarico nell’ interspazio definito da detti due elementi ad anello (20, 21).
4. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ogni mezzo di precarico (22) è disposto inclinato fra i due elementi ad anello (20, 21) rispetto al loro asse.
5. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ogni mezzo di precarico (22) è disposto inclinato fra i due elementi ad anello (20, 21) sia rispetto al loro asse, sia rispetto alla loro direzione radiale.
6. Dispositivo secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che una cerniera (26) è prevista in una porzione di unione (126) fra ogni elemento di collegamento (24) e ogni mezzo di precarico (22) e fra ogni puntone (25) e ogni mezzo di precarico (22).
7. Dispositivo secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detta cerniera (26) è realizzata attraverso un indebolimento di detta porzione di unione (126).
8. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di richiamo (23) sono disposti trasversalmente ad unire detto elemento di collegamento (24) fissato con viti (127) sull’elemento ad anello (21) e l’elemento ad anello (20) fissato con viti (124), detti mezzi di richiamo (23) comprendendo mezzi elastici presentanti una ridotta resistenza alla trazione nel senso dell’allontanamento dei due elementi ad anello (20, 21) e con sufficienti caratteristiche di richiamo elastico.
9. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta cella di carico (3) è costituita da una molteplicità di uguali travetti circonferenziali (30), disposti in successione su di un corpo anulare (31), ciascuno dei quali presenta, consecutivamente agli altri, una delle sue estremità (32) a sezione ridotta e sagomata a sbalzo in corrispondenza di una concavità (33) presentata dal corpo anulare (31); in corrispondenza del bordo superiore di dette estremità a sbalzo (32) essendo previsti rispettivi rilievi (34) ed in corrispondenza della base di ciascuna di dette estremità a sbalzo (32), in corrispondente molteplicità, sensori-estensimetri (35) disposti in coppia a ponte su entrambi i lati delle estremità a sbalzo (32) e connessi con un sistema di controllo esterno a controreazione per la misurazione e regolazione del precarico.
10. Dispositivo secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che detti rilievi (34) sono destinati a riscontrare a pressione l’anello esterno di un cuscinetto.
11. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto organo attuatore (2) è posto fra un distanziale (40) solidale alla carcassa (41) che circonda l’albero (11) e l’anello esterno (42) di un cuscinetto, con l’interposizione della cella di carico (3).
12. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto organo attuatore (2) è posto fra l’anello esterno (43) di un primo cuscinetto e l’anello esterno (44) di un secondo cuscinetto, con l interposizione della cella di carico (3).
13. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto sistema di controllo esterno a controreazione per la misurazione e regolazione del carico, di cui fanno parte detto organo attuatore (2) e detta cella di carico (3), comprende un’unità di comando (4), avente a monte un’unità di taratura (5) e a valle un alimentatore (6) per l’organo attuatore (2); la cella di carico (3) essendo collegata a sua volta a detta unità di comando (4).
14. Dispositivo secondo la rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che la cella di carico (3) è ulteriormente collegata ad un’unità di registrazione (7) delle condizioni di carico.